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Autore: kiki0297    04/01/2022    0 recensioni
Che cosa accadrebbe se una maganò acquisisse improvvisamente i poteri?
È quello che è successo a Clare Gordon.
Hogwarts sarà per lei l’inizio di una nuova vita.
Ma sarà l’incontro con Draco Malfoy a sconvolgere per sempre la sua esistenza.
"-Conosci Draco Malfoy? Biondino, occhi chiari, Serpeverde-. Clare si voltò, per essere sicura di chi le stesse chiedendo e lo vide di nuovo, i suoi occhi fissi su di lei. Si affrettò a distogliere lo sguardo.
-Quello seduto proprio dietro di noi?- chiese per essere sicura che si riferisse proprio a lui e la ragazza annuì.
-Perchè da quando sei entrata non ha distolto lo sguardo da te- disse. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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“Ce la puoi fare Clare” continuava a ripetersi senza sosta da almeno mezz’ora. Era una settimana che la ragazza preparava i bagagli ma continuava a pensare che mancasse qualcosa. Fece il giro della sua stanza per la terza volta, aprendo cassetti e armadio per essere sicura di non aver dimenticato nulla, e si sedette nuovamente sul letto.
-Ormai non si torna indietro- disse a se stessa per l’ennesima volta. Clare osservò con malinconia la sua camera, consapevole che per un po’ sarebbe stata lontana da casa. Era la prima volta che le capitava e non sapeva bene come gestire la cosa. Da quel giorno la sua vita sarebbe cambiata completamente e ancora non riusciva a capacitarsene del tutto. All’età di sedici anni sarebbe finalmente riuscita ad entrare alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
A undici anni, quando la scuola mandava la lettera, Clare era priva di poteri. Nonostante entrambi i suoi genitori fossero maghi straordinari, sembrava proprio che lei fosse una maganò. Loro avevano sempre cercato di non farla sentire diversa mandandola nelle scuole babbane e vivendo ai margini del mondo magico, ma lei si era sempre sentita incompleta. Non era mai riuscita ad accettare il fatto di essere diversa e e si era sempre sentita in bilico tra due mondi, senza però esser mai parte completamente né di uno né dell’altro.
Un anno prima però tutto era cambiato. Clare si trovava in giardino a leggere sotto l’ombra di un albero quando d’un tratto aveva sentito dei rumori, prima un tonfo e poi un pigolio sommesso. Spinta dalla curiosità si era avvicinata alla fonte del suono e aveva trovato un uccellino con l’ala spezzata. Per non spaventarlo, lentamente si era chinata per raccoglierlo, e proprio in quell’istante qualcosa di incredibile era successo: appena lo aveva sfiorato si era sentita attraversare da un’energia fino a quel momento sconosciuta e l’uccellino era guarito come per incanto e volato via.
Per qualche istante Clare era rimasta immobile ad osservare il punto in cui lo aveva visto sparire ma dopo essersi ripresa era corsa in casa come un fulmine per dirlo ai suoi genitori.
Anche loro come lei ormai avevano abbandonato le speranze ma non appena la ragazza finì di raccontare ciò che era successo ne furono entusiasti.
Sua madre scrisse una lettera in cui spiegava la sua situazione ad Albus Silente, il preside di Hogwarts, e ottenne il permesso per poterle insegnare a casa ogni argomento trattato a scuola negli anni che non aveva potuto frequentare. Clare sarebbe così potuta andare ad Hogwarts il sesto anno, dopo aver superato un esame di ammissione su tutte le materie.
In un primo momento non era stato per nulla semplice, ma era così determinata nel suo intento che in che in quel poco tempo che aveva avuto a disposizione aveva imparato tutto quello che doveva e adesso era allo stesso livello degli altri.
Ad un tratto Clare sentì bussare alla porta della camera e suo padre entrò subito dopo: era giunto il momento di andare.
Salutò sua madre abbracciandola forte, poi lei e suo padre caricarono tutti i bagagli sulla macchina, pronti a dirigersi verso la stazione di King’s Cross.
Una volta arrivati si fecero largo tra la folla che invadeva la stazione, alla ricerca del binario nove e tre quarti, che in tutte le volte che era stata lì la ragazza non aveva mai visto.
Spingendo il gigantesco carrello con tutte le sue cose, arrivarono al binario nove e Clare si guardò attorno per cercare quello giusto, ovviamente non trovandolo. Suo padre però le mise una mano sulla spalla, indicandole un’ampia colonna tra il binario nove e il dieci.
-Devi attraversarla- disse e lei lo guardò confusa.
Proprio in quel momento però vide una ragazza con un carrello enorme tanto quanto il suo pieno di bagagli superarli correndo e la osservò stupefatta dirigersi verso la parete e sparirvi attraverso.
Per qualche istante Clare rimase immobile, impressionata da quello che aveva appena visto, poi strinse la presa sul carrello e corse verso la colonna a tutta velocità.
E fu così che si ritrovò circondata da un mare di gente.
Una locomotiva a vapore di un rosso fiammante occupava il binario e vedeva una folla di studenti accalcarvisi attorno. Sollevando lo sguardo vide un arco di ferro battuto su cui era scritto “Binario Nove e Tre Quarti”. Ce l’aveva fatta, tra poco sarebbe stata a Hogwarts.
Continuava a guardarsi intorno estasiata, non riusciva a capacitarsi di quello che si trovava davanti. Finalmente anche lei entrava a far parte del mondo magico, non si sarebbe più sentita un pesce fuor d’acqua.
Un istante dopo suo padre le fu accanto. Le fece le ultime raccomandazioni e poi la abbracciò. Clare sapeva che anche i suoi genitori ormai erano abituati ad averla a casa con loro come una qualunque ragazza babbana, non aveva mai passato così tanto tempo lontana da loro e adesso sarebbe cambiato tutto. Con un sospiro suo padre si allontanò da lei, sparendo nuovamente attraverso la parete e lasciandola sola.
Decisa a darsi da fare Clare si guardò intorno, cercando di capire dove dovesse andare, e vide che tutti gli studenti stavano spingendo i loro carrelli verso il fondo del treno. Si aggregò agli altri e attese il suo turno per caricare tutti i suoi bagagli, tenendo con se solo la borsa con la divisa. Quando finalmente riuscì ad uscire dalla calca salì sul treno, alla ricerca di un posto libero. Per il corridoio si sentiva un vociare assordante, intorno a lei tutti si conoscevano e si sentì più che mai fuori posto. Doveva farsi coraggio per affrontare quella nuova avventura, se si fosse tenuta in disparte come al suo solito non sarebbe mai riuscita ad integrarsi e non voleva assolutamente che le cose andassero così.
Persa com’era nei suoi pensieri Clare non si rese conto che il gruppo di ragazzi davanti a lei si era fermato ed andò a sbattere contro uno di loro, finendogli praticamente tra le braccia. Lui la tenne su, impedendole  di cadere di faccia a terra anche se probabilmente in quel momento la ragazza lo avrebbe preferito, voleva sprofondare. Alzò lo sguardo ed incrociò un paio di occhi di ghiaccio fissi su di sé: appartenevano ad un ragazzo che doveva avere circa la sua età. Dopo averla rimessa in piedi, con immenso imbarazzo di Clare, lui la lasciò andare facendo un passo indietro. Era molto alto, la ragazza con la sua bassa statura gli arrivava alle spalle, aveva i capelli lisci di un biondo chiarissimo, quasi bianco, ed era vestito completamente di nero. Si sistemò la giacca del completo, probabilmente di alta sartoria, che lei aveva sgualcito e la squadrò da capo a piedi come se fosse un essere insignificante, tanto che Clare si affrettò a scusarsi.
-Mi dispiace moltissimo… non ti avevo visto… scusami tanto- balbettò  imbarazzata. Nessuno l’aveva mai fissata in quel modo, gli occhi chiarissimi del ragazzo mandavano lampi.
-E tu saresti…- le chiese con malcelato disprezzo. Clare si stava vergognando così tanto che non riusciva nemmeno a rispondergli a tono.
-Clare Gordon- rispose, implorando che il pavimento si aprisse e la inghiottisse in quel preciso momento.
-Casa?- domandò nuovamente e Clare intuì che si riferisse alle casate di Hogwarts.
-Non lo so, sono nuova- rispose e vide un lampo di sorpresa balenare per qualche secondo nei suoi occhi chiarissimi. La stava squadrando dall’alto al basso facendola sentire tremendamente a disagio e fuori posto e la cosa pareva anche divertirlo. Poi, come se niente fosse successo, fece un sorrisetto e se ne andò, lasciandola lì, più confusa che mai.
Clare si affrettò a rifugiarsi nel primo scompartimento libero che trovò e incastrò la sua borsa nella retina sopra i sedili. Si sedette di fianco al finestrino e si perse nei suoi pensieri, fino a quando non sentì la porta dello scompartimento aprirsi.
-Ci sono sempre più studenti del primo anno. Mi sembra incredibile che non ci siano altri posti liberi-.
Erano appena entrati due ragazzi e una ragazza e a parlare era stato quello con i capelli rossi.
-Come se non bastasse i Serpeverde hanno occupato la maggior parte dei posti, come se fossero i padroni del treno- disse il secondo e quando Clare lo osservò meglio rimase senza parole. Era Harry Potter, Il Ragazzo Che È Sopravvissuto. Aveva sentito spesso i suoi genitori parlare di lui e aveva visto qualche foto sulla Gazzetta del Profeta, ma fino a quel momento non aveva ritenuto possibile poterlo conoscere davvero. Era una leggenda, persino per una maganò come lei.
-Ciao!- esclamò invece la ragazza rendendosi conto di Clare in quel momento.
-Questi posti sono liberi, giusto? Il resto del treno è praticamente tutto occupato- continuò con un mezzo sorriso e Clare fece loro cenno di sedersi.
-Io sono Hermione Grenger, lui è Ron Weasley- disse indicando il rosso che le fece un cenno con la mano, -e lui è Harry Potter- continuò indicando l’altro ragazzo. Come se tutto il mondo magico cono lo conoscesse. Harry e Ron si sedettero nei sedili di fronte a lei e Hermione al suo fianco.
-Io sono Clare Gordon- si presentò e vide che Harry la stava osservando con attenzione misto a stupore, come se qualcosa di lei non gli fosse chiaro.
-Sei del primo anno? Non ti ho mai vista in giro…- osservò ma sembrava confuso. Probabilmente si rendeva perfettamente conto che lei non potesse avere solamente undici anni.
-In realtà sarei al senso, ma è il primo anno che vengo- spiegò e se possibile loro parvero ancora più perplessi.
-I miei genitori sono entrambi maghi, ma quando è venuto il momento per me di andare a Hogwarts i miei poteri non erano ancora comparsi-.
-Sei una maganò?- le chiese Harry incuriosito e Clare scosse il capo.
-Non più. La magia è entrata in me un anno fa. Non so il motivo, ma da quel momento ho avuto i poteri. Ho studiato a casa per un anno e ho superato dei test su tutto il programma, raggiungendo il livello degli altri. Adesso posso continuare come voi- concluse. I tre erano davvero stupiti, e dire che negli anni ne dovevano aver viste di cose assurde ben più di quella.
-Quindi non sai ancora a quale casa appartieni?- le chiese Harry, sempre studiandola con attenzione, e lei scosse il capo.
-Penso che mi destineranno non appena arriveremo- disse, pensando a quello che le avevano detto i suoi genitori a proposito dello Smistamento. Probabilmente la ragazza si sarebbe sottoposta al giudizio del Cappello Parlante insieme con gli studenti del primo anno. La sola parola che le veniva in mente al pensiero era “imbarazzante”. Sperava con tutta se stessa che il tutto succedesse in privato e non davanti a tutti, per lo meno in quel modo sarebbe stata abbastanza invisibile e nessuno avrebbe fatto domande.
Harry, Ron e Hermione le raccontarono moltissimi aneddoti riguardanti Hogwarts, per rendergliela un po’ più familiare. Più parlavano più Clare ne era entusiasta, non vedeva l’ora di far parte anche lei di quel mondo. Harry ogni tanto le lanciava ancora qualche strana occhiata, ma non si sentiva a disagio con loro. La ragazza raccontò loro della sua vita fino ad un anno prima, vissuta come una maganò, di come fosse stato crescere senza poteri in una famiglia di maghi. Si trovò subito bene con loro e si consolò con il pensiero che probabilmente non tutti erano come il ragazzo contro il quale si era scontrata prima.
Arrivarono alla stazione dopo qualche ora, poco prima di scendere indossarono le divise e in quel modo Clare riuscì a non sentirsi più così diversa dagli altri. Lei, Ron e Hermione scesero velocemente dal treno e  si diressero subito verso le carrozze che li avrebbero portati al castello, Harry invece rimase indietro, scusandosi dicendo di dover sistemare una questione. Clare stava per salire insieme ai suoi nuovi amici quando si sentì chiamare per nome e voltandosi si trovò davanti all’uomo più inquietante che avesse mai visto, avvolto in un ampio mantello nero. Lui la studiò per qualche istante e sul suo viso si dipinse lo stupore. Strinse le labbra e fece un profondo respiro, tornando immediatamente ad essere padrone di sé.
-Clare Gordon. Sono il professor Piton. Sono stato incaricato di scortarla subito al castello per ricevere il giudizio del Cappello. Abbiamo ritenuto inopportuno collocarla nella sua casa insieme agli studenti del primo anno-. Clare lanciò un’occhiata ad Hermione che scrollò le spalle. Si affrettò ad avvicinarsi al professor Piton, che la prese per una mano con più delicatezza di quanto si sarebbe aspettata e un secondo dopo si sentì come risucchiata in un vortice.
Quando riuscì a riaprire gli occhi, in preda alla nausea, si ritrovò in un a stanza molto particolare, colma degli oggetti più disparati, con appesi alle pareti ritratti intenti a parlare tra di loro. Quando finalmente, dopo profondi respiri, riuscì a placare la nausea che la attanagliava su rese conto dell’uomo che le stava davanti. Aveva una lunghissima barba bianca, un naso sottile su cui poggiavano occhiali con le lenti a mezzaluna e occhi grigi che guadagnarono subito la sua fiducia. Indossava una lunga tunica argentea, che frusciò non appena lui si alzò dall’immensa poltrona che stava dietro ad una meravigliosa scrivania in legno pregiato e andò verso di lei.
-Severus, dovevi per forza farle provare la Smaterializzazione prima del banchetto?- rimproverò bonariamente l’altro professore che prontamente replicò:
-Non avevamo tempo da perdere-. Poi le lanciò un’alta strana occhiata e si congedò.
-Io sono il professor Silente, Clare, e per me è davvero un piacere conoscerti- disse, porgendole la mano che la ragazza si affrettò a stringere. Nel mondo dei maghi Silente era una leggenda, perfino lei che praticamente non ne aveva mai fatto parte sapeva chi fosse.
-Ho pensato che sarebbe stato meglio non sottoporti allo Smistamento con gli allievi del primo anno- disse comprensivo e Clare non poté fare a meno di ringraziarlo. Meno si fosse trovata al centro dell’attenzione, meglio sarebbe stata.
-Penso tu sappia come funziona- le disse, facendole cenno di sedersi su uno sgabello, mentre lui andava a prendere un logoro cappello sa uno scaffale colmo di libri. Non appena glielo posò sulla testa Clare lo sentì muoversi e subito dopo cominciò a parlare.
-Clare Gordon. Mi chiedevo proprio quando avrei valutato la figlia di Aileen e Dominik. Il tuo caso ha davvero dell’incredibile- commentò. La ragazza rimase in silenzio, riflettendo su quale potesse essere la casa nella quale sarebbe finita.
-Bene, so perfettamente dove collocarti. GRIFONDORO!- esclamò il cappello e Clare si sentì sollevata. Avrebbe continuato la tradizione di famiglia.
-Bene! La professoressa McGrannit sarà molto contenta di questa aggiunta alla sua casa. Ora andiamo, o il banchetto comincerà senza di noi- disse Silente togliendole il cappello. Clare sistemò con una mano i lunghi capelli castani e lisciò la divisa, poi seguì Silente fuori dal suo ufficio.
...
 
Entrarono nel salone insieme a tutti gli altri studenti, in modo da non attirare troppa attenzione. Clare stava per andarsi a sedere con gli altri ragazzi ma Silente la trattenne vicino a sé e la ragazza temette per quello che immaginava stesse per fare. Dopo che tutti si furono seduti il preside disse:
-Quest’anno si aggiunge una nuova studentessa alla classe del sesto anno. Lei è Clare Gordon e farà parte dei Grifondoro- concluse, invitandola poi ad unirsi al tavolo della sua casa, dove gli altri ragazzi stavano applaudendo. Clare individuò in mezzo a tutti Hermione che le faceva cenno di raggiungerla e ne fu sollevata. Poco prima di sedersi i suoi occhi incrociarono uno sguardo di ghiaccio fisso su di lei: il ragazzo del treno. Lo osservò per qualche istante, a giudicare dalla sua uniforme doveva essere un Serpeverde.
Quando la ragazza si rese conto di quello che stava facendo si affrettò a distogliere lo sguardo da lui e si sedette di fianco ad Hermione, in mezzo agli altri Grifondoro. Sentiva però ancora su di sé i suoi occhi.
-Benvenuta nei Grifondoro- disse una ragazza seduta davanti a lei, al fianco di Ron. E subito dopo le fece una domanda che mai si sarebbe aspettata.
-Conosci Draco Malfoy?- le chiese con interesse e Clare la guardò perplessa. Non aveva nemmeno mai sentito il nome. Intuendo la sua confusione la ragazza si affrettò a descriverglielo.
-Biondino, occhi chiari, Serpeverde-. Clare si voltò, per essere sicura di chi le stesse chiedendo e lo vide di nuovo, i suoi occhi fissi su di lei. Si affrettò a distogliere lo sguardo.
-Quello seduto proprio dietro di noi?- chiese per essere sicura che si riferisse proprio a lui e la ragazza annuì.
-Ci siamo solo scontrati sul treno. In realtà non lo conosco- spiegò e lei annuì nuovamente, meditando sulle sue parole.
-Perchè da quando sei entrata non ha distolto lo sguardo da te- disse. Clare stava per aggiungere qualcosa quando lei, Ron ed Hermione si voltarono verso l’ingresso della sala e lei fece lo stesso. Harry si stava dirigendo verso di loro, premendosi sul naso un fazzoletto insanguinato.
Si sedette al tavolo e nonostante le domande insistenti dei suoi amici si rifiutò di fornire qualsiasi spiegazione; accettò solamente l’aiuto di Hermione per pulire il viso e controllare eventuali danni. Clare lo vide lanciare un’occhiata colma d’odio a qualcuno alle sue spalle e quando si voltò incrociò nuovamente lo sguardo di Draco Malfoy.
Al termine della cena il professor Silente richiamò l’attenzione di tutti.
-Una volta c’era un giovanotto che come voi sedeva proprio in questa sala, percorreva i corridoi di questo castello, dormiva sotto questo tetto- fece una pausa, -Il suo nome… Tom Riddle. Oggi è conosciuto con un altro nome. Ed è per questo che rammento che adesso che le forze oscure tentano di sconfiggerci la nostra più grande risorsa siete voi- concluse guardando ognuno di loro.
-Bene, ora tutti a letto!- esclamò, come se quello che aveva appena detto non fosse di vitale importanza, come se fosse un normale discorso d’inizio anno. Tutti però si rendevano conto che non fosse così. Persino Clare, che fino ad un anno prima viveva praticamente al di fuori del mondo magico, sapeva tutto di Colui Che Non Deve Essere Nominato, di quanto quello in cui vivevano fosse un periodo estremamente difficile e pericoloso.
Lentamente tutti gli studenti lasciarono la Sala Grande scortati dai Prefetti. Clare si era appena avvicinata ad Hermione per non perdersi in quella moltitudine di persone quando si sentì urtare da qualcuno. Si voltò, per cercare di capire di chi si trattasse e si ritrovò di nuovo faccia a faccia con Draco Malfoy. Lui la squadrò di nuovo da capo a piedi, facendola sentire sotto esame per un interminabile istante, poi se ne andò senza dire nulla, insieme agli altri Serpeverde.
-Lascialo perdere, fa sempre così e anche peggio- le disse Hermione, prendendola per un braccio.
-Vieni con noi, ti mostriamo il tuo letto- continuò e la ragazza con i capelli rossi le seguì.
-A proposito, io sono Ginny Weasley, la sorella di Ron- si presentò.
Seguirono gli studenti Grifondoro fino a quando tutti non si fermarono davanti ad un enorme quadro. Hermione, che Clare scoprì in quel momento essere un Prefetto , si fece largo tra di loro, sparendo tra le divise scure.
-La signora Grassa custodisce il dormitorio dei Grifondoro- le spiegò Ginni, e le disse di farsi spiegare meglio da Hermione la questione della parola d’ordine.
Quando finalmente Clare riuscì ad entrare nel dormitorio si ritrovò senza parole per la bellezza di quel posto, dove il colore rosso e il dorato predominavano.
-Di lì c’è il dormitorio delle ragazze- disse Hermione indicando una scala che saliva verso destra. Entrarono in un’enorme stanza con cinque letti e le due ragazze gliene indicarono uno libero.
-Quello è il tuo letto e in quell’armadio troverai tutte le tue cose- le spiegò Hermione.
Clare rimase a parlare con le due ragazze fino a tardi nella sala comune e quando tornarono nella camera le altre dormivano. Clare infilò una camicia da notte e si mise a letto, pensando a quello che si sarebbe potuta aspettare dal giorno dopo. Era molto stanca ma faticò ad addormentarsi… il suo sonno fu disturbato da un paio di occhi color del ghiaccio alquanto fastidiosi.
 



Note: Questo è il primo capitolo della mia prima fanfiction. Avevo iniziato tempo fa a pubblicare con un altro account che ho poi chiuso per inattività. Spero che questo primo capitolo vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate 
   
 
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