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Autore: Goten    04/09/2009    27 recensioni
L'acqua scendeva fra i suoi capelli ramati, schiacciandoli e scurendoli, i suoi vestiti erano come una seconda pelle, ma nulla in quel momento gli importava. Cominciò a correre, in pochi istanti la raggiunse afferrandola saldamente per un braccio.
- Ti prego, aspetta! - La voltò verso di se. L'acqua scendeva sui loro visi, anche i capelli di lei erano appesantiti da quelle goccioline, ma Edward era sicuro di non aver mai visto niente di più perfetto in tutta la sua lunghissima vita.
Con la mano bagnata le sfiorò timorosamente una guancia. - Sei davvero reale. - Sorrise sinceramente felice, mentre un tenue rossore comparve sul volto di Isabella.
VINCITRICE DEL CONTEST SU FACEBOOK INDETTO DA BARBY&MARCO E AMALIA
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, sono tornata con questa ficci che spero vi possa piacere. ^_^
Questa storia ha partecipato al concorso indetto su FaceBook arrivando 1^ al seguente indirizzo: http://www.facebook.com/topic.php?uid=89140027720&topic=9629
L'aggiornamento avverrà due volte a settimana, di martedì e giovedì. ^.^
Per l'ispirazione di questo Edward ho preso come riferimento un ragazzo vero: CULLENBOY. ^_^ Lo ringrazio infinitamente per la sua simpatia e per la sua gentilezza. ^_^ E' un vero tesoro!
Tantissimi grazie anche alla mia infaticabile Beta: Giusy ^_^ Senza di lei, vedreste orrori che non vi immaginereste neppure! XD
E come mie muse ispiratrici un gigantesco grazie a Shona e Dodo! ^_^
Bene, adesso ho proprio detto tutto!! XD Buona lettura!

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Capitolo 1


<< Basta Alice! >> Sbottò Edward, dopo l'ennesima visione di se stesso e di una ragazza in abito da sposa.

<< Edward, non posso farci nulla, è quello che vedo! E' una costante nel tuo futuro! >> Esclamò irritata Alice, facendolo arrabbiare.

Era da qualche tempo che continuava ad avere la stessa visione, se prima era sfocata, man mano che il tempo passava diventava sempre più nitida. C'era una ragazza, un'umana, con degli occhi profondi che fissava Edward e lui che le sorrideva inebetito. Ma quello che più sconvolgeva il ragazzo, era il suo abbigliamento... era vestita da sposa! Possibile che lui, vampiro di quasi cento anni potessi trovare una donna, per di più umana, che gli rimanesse accanto per l'eternità?

<< Ogni giorno diventa sempre più nitida, presto accadrà, Edward. >> Di nuovo la voce di sua sorella Alice rimbombò nella stanza.

<< No invece. Alice, cerca di ragionare. Non ho mai conosciuto quella ragazza. >> Sospirò. << E anche se la dovessi incontrare, stai pur certa che le starò alla larga. >>

Il suo sguardo si assottigliò. << Nonostante la tua determinazione, la visione non sparisce. Mi dispiace Edward, ma stavolta non potrai evitare il tuo destino. >> Annunciò con voce sicura, prima di lasciare la stanza, evitando di far vedere al suo amato fratello la visione che si era aggiunta alla prima...

<< Isabella, questo ti sta d'incanto. >> Esclamò la donna bionda, mentre osservava la giovane sposina provare l'ennesimo abito bianco.

<< Mamma, per te sono tutti belli... ma io... non sono sicura... >> Mormorò con voce bassa, quasi impercettibile, mentre con uno sguardo timoroso, si osservava ancora allo specchio.

La visione finì, ma Alice sorrise, quella ragazza, anche se inconsapevole, aveva destato l'attenzione di suo fratello, cosa molto difficile, eppure, solo con una visione ci era riuscita. Aveva notato che gli occhi di Edward tardavano a lasciarla ogni volta che le visioni tornavano a farle visita, sempre con la speranza di vedere di più di quello che di solito riusciva a mostrargli.

Sapeva che suo fratello non avrebbe mai ammesso di provare anche solo un vago interesse per quella creatura vestita di bianco, ma lei sperava veramente che quella Isabella, fosse la chiave per risvegliare Edward dalla sua solitudine.

E mentre i suoi pensieri vagavano liberi, al piano di sopra chiuso nella sua solitudine, Edward continuava a rivedere il volto dolce di quella fanciulla che ormai da parecchio tempo infestava le visioni di sua sorella ed i suoi pensieri.

Gli piaceva più del lecito rievocarla nella sua mente, era carina, il viso a cuore e la pelle bianca le donavano, senza contare il suo sguardo particolare.

Eppure, ogni volta che la rivedeva nella sua mente, non poteva far altro che pensare a quanto avrebbe voluto allungare la mano e sfiorarla.

Sospirò nuovamente, mentre l'immagine nella sua mente svaniva e lasciava posto alla visione del bosco davanti a se. << Non posso privarla della vita... >> Mormorò piano, sentendo una curiosa sensazione di tristezza farsi largo fra le sue fredde membra.

In quel momento, a pochi chilometri di distanza in un atelier di Port Angeles, Isabella Marie Swan, stava facendo l'ultima prova del suo abito da sposa, non pienamente convinta che quel passo così importante che stava per fare, fosse quello giusto.

Si sentiva come una Barbie, tutto vorticava attorno a se, tutto sembrava così mostruosamente falso e ipocrita. Stava per sposarsi con un uomo che ammirava ma che non amava, come poteva liberarsi da quell'incubo?! Malediva ogni singolo giorno in cui aveva accettato la proposta di quell'essere... era stata così stupida...

Si accorse di essere sola, sua madre e la commessa del negozio stavano parlando nell'altra stanza ignorandola completamente... per un fugace attimo, il suo sguardo si posò sulla porta aperta del negozio. Una via d fuga...

Le bastò un semplice decimo di secondo per afferrare in malo modo le gonne che componevano il suo abito da sposa e fiondarsi fuori dal negozio sotto lo sguardo allibito dei passanti.

Le ballerine dal tacco basso non le facilitavano il compito di correre, ma le sue gambe non volevano smettere di muoversi. Correva, correva più veloce che poteva. Lontano da loro, da quella non vita che la stava uccidendo. Libera!

Lasciò la strada, addentrandosi nel bosco circostante, le grida delle persone, i rumori delle auto si erano affievolite fino a sparire del tutto, eppure, nonostante sentisse i suoi polmoni straziati implorarla di fermarsi, continuò a correre... ancora ... e ancora...

Il cielo cominciava a tingersi di blu scuro, l'abito ormai logoro e sporco era ridotto peggio di uno straccio, ramoscelli e foglie erano impigliati ovunque, ma la sensazione di libertà che stava provando era quella energia che le consentiva di non cedere alla stanchezza.

La luna salì piano, senza fretta, in alto nel cielo nero, per un breve attimo, gli occhi di Edward saettarono verso di lei, così bianca e candida... la luna non si doveva preoccupare di essere un mostro. Sospirò e riportò lo sguardo verso il bosco, di sicuro una buona caccia gli avrebbe giovato, distraendolo dai suoi pensieri.

Scese con calma le scale, incrociando lo sguardo della sua famiglia. << Vado a caccia. >>

Carlisle annuì, capendo che lo stato di apatia di suo figlio non aveva rimedio, si sentiva ogni giorno sempre più male nei suoi confronti... lui che era stato la causa della sua trasformazione in vampiro.

Quella notte, la foresta sembrava strana, quasi volesse nascondere un segreto ai suoi occhi di cacciatore.

Scovò velocemente un branco di alci e in un batter di ciglio affondò i suoi denti taglienti nel loro collo peloso, la loro carne era morbida come il burro.

Ormai, quella era la sua natura, lui era la morte e non poteva farci più niente...

Il rumore insistente di passi veloci e lo strusciare della stoffa, lo distrassero facendogli corrugare le fini sopracciglia. Chi poteva esserci a quell'ora della notte in giro per il bosco? Possibile che gli umani non tenessero proprio alla loro esistenza?

Oltre ai passi, adesso si era aggiunto anche il respiro affannoso, probabilmente era un cacciatore che si era perso... eppure, in quel momento rimase impietrito. << Non è possibile. >> Sussurrò credendo di vivere nuovamente una delle visioni di Alice, anche se sapeva bene che quel momento era reale.

Una figura ammantata di bianco stava correndo attraverso il bosco, la vedeva chiaramente, una ragazza dai lunghi capelli scuri, fu solo questione di un secondo, il suo viso si voltò nella sua direzione scorgendolo.

L'oro dei suoi occhi si incontrò con quelli nocciola di lei. Il suo seno, stretto nella morsa del bustino si alzava e abbassava per colpa della corsa, le tenebre attorno a loro li circondavano, eppure, lei, vestita con quell'abito bianco, era tutto quello che in quel momento Edward voleva avere, toccare, sfiorare... Fece l'enorme pazzia di respirare, facendo così suo quel profumo che impermeava la pelle di quella ragazza. << Sei vera? >> Si trovò a domandare quasi sussurrando.

Fece un passo in avanti e lei istintivamente uno indietro.

<< Non sparire... >> Sussurrò sempre piano, con il terrore che veramente fosse solo una visione.

Con calma apparente fece un altro passo verso la sconosciuta e lei, un altro indietro.

<< Ti prego... non ti farò nulla... >> Mormorò suadente, cercando di modulare la voce.

Tante piccole gocce di acqua cominciarono a scendere dal cielo, l'abito bianco ben presto si trovò ad essere più pesante che mai, ma Isabella in quel momento si sentiva indecisa... aveva fra le mani la sua libertà, eppure, davanti a lei, quel ragazzo sconosciuto l'attirava come una calamita.

Un tuono fece tremare l'aria attorno a loro e fu in quel preciso istante che lei gli sorrise come mai aveva fatto prima d'ora, lasciandolo perplesso e desideroso di poterla stringere fra le braccia.

Isabella gli fece un leggero inchino e poi, rapidamente, si voltò cominciando a correre via, lontano, lasciandolo sorpreso.

<< No... >> Sussurrò Edward, osservando la sua figura ammantata di bianco allontanarsi da quel posto, da lui. << Aspetta! >> Urlò finalmente, dando fiato alle sue corde vocali.

L'acqua scendeva fra i suoi capelli ramati, schiacciandoli e scurendoli, i suoi vestiti erano come una seconda pelle, ma nulla in quel momento gli importava. Cominciò a correre, in pochi istanti la raggiunse afferrandola saldamente per un braccio.

<< Ti prego, aspetta! >> La voltò verso di se. L'acqua scendeva sui loro visi, anche i capelli di lei erano appesantiti da quelle goccioline, ma Edward era sicuro di non aver mai visto niente di più perfetto in tutta la sua lunghissima vita.

Con la mano bagnata le sfiorò timorosamente una guancia. << Sei davvero reale. >> Sorrise sinceramente felice, mentre un tenue rossore comparve sul volto di Isabella.

Edward osservò rapito le sue labbra carnose dischiudersi, pronte per dire qualcosa, finalmente avrebbe sentito la sua voce...

Ma ciò non avvenne, delle urla di diverse persone spezzarono il loro magico momento, tutte quante urlavano continuamente un nome; Isabella.

Gli occhi nocciola lo guardarono tristi. << Mi dispiace... >> Sussurrò con voce dolce, prima di liberarsi dalla sua presa gentile. << Un giorno ci rivedremo. >> Si allontanò di qualche passo lentamente, dedicandogli un ultimo sorriso, prima di voltarsi completamente e rincominciare a correre.


FINE ?

   
 
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