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Autore: EcateC    05/01/2022    1 recensioni
✒︎ TEEN FIC (Teen!Jessica/Kilgrave)
Una what if che vede Jessica e Kevin coetanei incontrarsi per la prima volta tra i banchi di scuola, dopo l'incidente d'auto dei genitori della nostra eroina...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Luana.

(No, non è un regalo di Natale 😜)







Trish aveva tentato di rassicurarla, ma la sua nuova sorella adottiva avrebbe preferito morire piuttosto che entrare in una nuova classe ad anno iniziato. Esisteva forse qualcosa di peggio che l'essere la ragazza nuova in un liceo?

Jessica iniziava a chiedersi perché non fosse morta anche lei in quell’incidente stradale.

“Vedrai, ti piacerà” continuava a rassicurarla Trish, diva del piccolo schermo “I prof sono sopportabili e i compagni sono decenti. Alcuni anche simpatici… Ti integrerai bene.”

Ma Jessica aveva qualche dubbio a riguardo. Lei, dopotutto, non voleva integrarsi a prescindere.

E infatti, come varcò la fatidica aula in quel fatidico primo giorno di scuola, le bastò un’occhiata per capire che genere di gente aveva davanti. La fauna era variegata ma usuale. C'erano, rispettivamente: il tossicodipendente, il biondone fissato con la palestra, l'afroamericano fissato con la palestra, la Cheerleader, i gemelli psicopatici e… Figurarsi, c’era anche il ragazzo figo, ovviamente in banco con la Cheerleader. Tutto regolare. 

“Ciao, io sono Hope” cinguettò quest’ultima “Benvenuta alla New York’s High.”

“Grazie” esclamò Jessica, cupa, senza disturbarsi di presentarsi. Lanciò un rapido sguardo al ragazzo e poi si voltò subito. Le aveva sorriso o se l’era sognato?


***


Una cosa positiva c’era: poteva comprare da bare dal pakistano nella strada affianco. Si prese per pochi spicci una lattina di birra e del vino in cartone, il sapore di entrambi era mediocre ma almeno poteva pranzare nel modo che preferiva: bevendo. Da quando la sua famiglia era morta, darsi all’alcool era stata forse la migliore decisione che aveva preso fino a quel momento.

Si sedette per terra, in un angolino ben nascosto tra il muro annerito e il cancello. Nessuno l’avrebbe trovata lì, Jessica ci avrebbe scommesso sopra qualsiasi…

“Lo sai che è vietato bere nel cortile della scuola?”

Jessica trasalì dalla sorpresa e si voltò di scatto. In piedi dietro di lei c’era il ragazzo belloccio che aveva visto vicino a Hope, snob e vestito all’ultima moda.

“Saresti espulsa se i professori lo venissero a sapere. Ma sei stata fortunata” le disse con aria ganza, Jessica lo guardò con una smorfia “Non sono uno di quelli che fa la spia. Anzi, se me ne dai un sorso” le indicò con la scarpa la bottiglia di cartone “Ti coprirò fino alla fine dell’anno.”

Jessica allargò gli occhi: cosa?

“Ma vai a farti fottere” gli disse col cuore, alzandosi agilmente per andare via.

“Ehi! Ehi, aspetta!” la fermò con urgenza, incredulo “Insomma, ti ho appena detto che non vado a fare la spia, perché ti sei arrabbiata?”

“Perché, cosa ti aspettavi?” gli rispose Jessica, basita “Che ti ringraziassi per non esserti comportato da stronzo?”

Il ragazzo distolse un attimo lo sguardo, preso in contropiede. In effetti, per lui la risposta era sì. 

“No, non intendevo questo…” mentì “Ma mi sa che abbiamo iniziato col piede sbagliato. Io sono Kevin” le porse la mano.

“Jessica” gli rispose lei, prendendogli la mano con riluttanza.

“Jessica” ripetè lui, accennando un sorriso “Ti ho visto oggi, Jessica. Eri in macchina con la Walker, è tua amica?”

Jessica sbuffò internamente, voleva solo stare da sola, possibile che questo scocciatore non lo capisse?

“È mia sorella adottiva.”

“Tua sorella adottiva?” esclamò, stupito “Ma in che senso?”

“In questo senso” tagliò corto lei “Ora se non ti spiace, io devo andare.”

“Aspetta” le ordinò Kevin, afferrandole poi il braccio nudo. Jessica guardò minacciosamente la sua mano e poi guardò lui, ma stranamente non riusciva a muoversi, avrebbe potuto storcerglielo e mandarlo a quel paese, ma era come bloccata.

Quell’idiota intanto continuava a guardarla.

“Ti piacciono i Nirvana” constatò, indicandole con un cenno la sua maglietta rock “Anche a me piacciono. Sono un grande fan.”

Jessica alzò le sopracciglia “Ah, sì? E allora dimmi almeno tre canzoni che hanno fatto” lo sfidò bonariamente, certa che quel damerino non sapesse nemmeno cosa fosse il punk. A Kevin infatti venne da sorridere.

“Sì, certo. Ehm… C’è quella canzone con la chitarra elettrica..." si inventò su due piedi "Ora non mi viene il nome, ma è molto famosa…”

“Sì, come no” ridacchiò lei “Senti, sfigato, mi lasci andare? Ti stai rendendo ridicolo.”

Kevin però non la lasciò “Ti andrebbe di uscire con me qualche volta?”

“No!” rispose subito Jessica, con un’espressione fin troppo incredula.

“Conosco un ristorante italiano buonissimo” insistette.

“Ma non conosci me! Perché mi stai chiedendo di uscire?”

“Perché sei… Sei una visione” l’adulò con sincerità, guardandola dritto negli occhi “Sei davvero bellissima.”

La giovanissima Jessica rimase colpita, nessun ragazzo le aveva mai detto che era bellissima, prima. Lui le si avvicinò, così tanto che ormai lei poteva vedergli tutte le efelidi che aveva sul naso.

Chiudere gli occhi a quel punto le venne quasi istintivo e fu questione di pochi istanti prima che sentisse le sue labbra premere contro le proprie. La sensazione fu elettrizzante, Jessica gli afferrò il soprabito e lui dischiuse avidamente le labbra.

Complimenti, Jessica!” pensò lei, ricambiandolo con la stessa passione “Possibile che ti devi limonare tutti i coglioni che incontri?”

Ma come Kevin tentò di metterle le mani nel sedere, lei lo fermò.

“Ehi, vacci piano!”

“Scusa” le disse subito, era molto rosso, sembrava fuori di sé “Ti andrebbe di…”

Jessica alzò entrambe le sopracciglia con aria indisponente. “Cosa?” gli chiese, anche se aveva già intuito.

Lui esitò prima di risponderle, forse chiederle di fare sesso nel cortile della scuola non era una grande idea.

“Di uscire con me?” tentò, tenendo le mani ancorate ai suoi fianchi ossuti.

“Ti ho già detto di no” rispose Jessica, con un sorriso perfido. Sembrava quasi che ci provasse gusto nel dirgli di no. Stronza. 

Kevin la baciò di nuovo. 

“Hai mai marinato la scuola?” le chiese sulle labbra.

“Sono cazzi miei” gli rispose lei, indisponente.

“Io sì” le disse, nella speranza di impressionarla “Un sacco di volte.”

Jessica lo guardò col suo occhio scrutatore “Tante come le canzoni dei Nirvana che conosci, immagino.”

“Sei proprio stronza nell’anima.”

“E tu Killy sei una spina nel culo.”

Kevin.

“Quello che è” gli disse, scrollandosi le sue mani di dosso con uno slancio di forza che lo sorprese “Stai lontano da me, Kevin.”

 

 

Dieci anni dopo

 

 

 

La sveglia suonò alle sei e trenta precise, ma loro come sempre erano già svegli.

Kevin spingeva dentro di lei con la stessa smania di quando aveva diciassette anni e questo era piuttosto insolito, calcolando che erano ormai dieci anni che stavano insieme.

“Devi… Devi trovarti un nome da supereroe.”

“Dici stronzate anche mentre scopi” esclamò Jessica, ribaltando con la sua forza disumana le loro posizioni. Kevin si ritrovò atterrato sul letto, lei gli fece un sorriso da dominatrice.

“Ferma!” le ordinò allora lui, cosa che costrinse Jessica a fermarsi sopra al suo bacino. Costei lo guardò malissimo.

“Kevin, ne abbiamo già parlato.”

Lui la baciò, accarezzandole la schiena con entrambe le mani “Tu hai usato la tua forza, amore, io mi sono difeso con la mia” le sussurrò nell’orecchio “E tornando al discorso di prima” le disse, accompagnandola sul materasso “Io ho deciso il mio nome da supereroe.”

“Vuoi mandare il curriculum a Tony Stark?”

“Potremmo fare la pubblicità della Nike” le rispose, facendola ridere e guadagnandosi un bel bacio.

D’accordo, quello forse non era il momento giusto… 

Kevin aveva già provato altre volte a dirle qual era il nome da supereroe che si era scelto, ma qualcosa dentro di lui lo frenava.

Forse era meglio essere Kevin e basta, Jessica tanto non si sarebbe mai scelta un altro nome...

Potevano essere semplicemente Jessica e Kevin, con i loro difetti e i loro poteri strabilianti, soli a New York a fare i detective. Sì, sorrise Kevin, la vita suonava bene così.

“D’accordo, Jess. Non ti svelerò mai il mio nome da supereroe, morirai nell’ignoranza e nella curiosità di saperlo…”

"Ma fottiti.” gli rispose Jessica.

“Conosciuto anche come: ti amo” le disse Kevin, che ormai aveva imparato la sua lingua.

Jessica gli sorrise “Esatto.”






 



Note
Non ho molte cose da dire se non che questa piccola storia è dedicata a Luana, sia perché è stata lei a farmela venire in mente (leggete la sua KidFic!) sia perché l'ho scritta proprio per lei. È poco, ma spero ti piaccia! <3 
Ci vediamo presto,
Ecate



 

   
 
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