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Autore: Dioni    05/01/2022    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il corpo debole,leggero,che ha sopportato decadi di esperienze differenti,passando da un incantesimo ad un altro come fossero pagine di un libro molto ampio e pieno di conoscenza. Lucilla pensava a questo mentre aiutava il mago a tornare a palazzo,come da lui chiesto così pacatamente e affettuosamente,come un maestro che chiede sostegno all'allievo,anche se i due operavano la magia in due maniere perfettamente diverse e la traevano da fonti differenti.

Come vi sentite adesso nobile Lucilla?”chiese il mago all'improvviso.

Come? Io sto bene,i dolori di ieri non sono così' forti è....”

Sapete bene che non mi riferivo a quello di dolore...siete ancora arrabbiata?”

Ecco,io....no e solo che....”

Non sapeva cosa dire,o meglio,sapeva cosa voleva dire,ma non era adatto ai modi e al verbo di un principessa. Non se la sentiva di dire che voleva bruciare quell'arpia dalle ali metalliche,invocare a se il potere di Apollo per scioglierla come un mucchietto di neve in una giornata di torrida afa.

Si,sono ancora arrabbiata.”,disse lei limitandosi a quello.

E comprensibile,d'altronde chi non si arrabbierebbe per aver udito parole tanto ingiuste sul proprio padre. Imperatore o meno che sia. Voleva provocarvi e ci stava riuscendo. Vi direi di essere più accorta,ma so per certo che non mi ascoltereste,in questo siete uguale a vostro padre.”

Ed è un bene?”

Senza dubbio.”

Già,suo padre,il precedente imperatore Flavio Equo IV,discendete della gens Flavia e l'uomo che governava Nova in una posizione per nulla facile. Ricordava quando diversi anni fa,nel tempo in cui la vita era tranquilla e pacifica suo padre,quando non era impegnato a fare il sovrano era un uomo come tanti altri,addirittura meglio. Lucilla lo ricordava alto,snello e con corpo agile e vigoroso,dato anche la sua carriera militare e il suo intervento personale in molte campagne:contro le selvagge tribù di orchi provenienti dalle steppe nord-occidentali,patria di popoli nomadi,che si spostavano in massa e tutte insieme sembravano così grandi da formare intere nazioni. Oppure contro l'impresa contro Meneo, un drago che devastava intere città sulle montagne della regione dei cinque cancelli,dove si diceva che conducevano verso gli inferi e che li aveva mobilitato un armata per porre fine a quel disastro. Lui stesso aveva prestato soccorso,le genti rimaste coinvolte nel terribile scempio e si diceva che lo stesso imperatore si mosse per primo per cercare tra le macerie gli sventurati colpiti da quella calamità alata. Ma nel quotidiano era un uomo colto e istruito,che preferiva la pace alla guerra,il dialogo alle armi. Ricordava di come quando era piccola era abituata a sfuggire alle grinfie della severa,ma buona balia e che subito,quando poteva andava alla ricerca del padre e lo trovava sempre intento a leggere qualcosa nella biblioteca,che in realtà consisteva in una stanza da lettura con un solo,ma grande scaffale di scuro ebano,colmo di pergamene,i cui argomenti spaziavano dalla storia,alla commedia,fino alla filosofia,di cui il padre sembrava un forte sostenitore. Non erano poche le volte che accorreva nella sala e gli correva incontro per stare con lui quando poteva,visto che spesso era lontano nella capitale,da dove teneva le redini dell'impero. Dalla luce della stanza ricordava dell'aspetto del genitore: i capelli erano neri con qualche ciuffo bianco dovuti al passare degli anni,aveva gli occhi marroni,un naso un po' grosso e una barba folta,ma ben curata che gli circondava la bocca,com'era di moda ad Argos. Lui non si spazientiva di quelle entrate a sorpresa nei suoi attimi di riposo ed era sempre pronto ad accoglierla quando veniva da lui,correndogli incontro,con le braccia spalancata e un sorriso caldo e radioso,proprio come la luce del sole. Già,era bei tempi quelli. Ma ora era del presente che doveva preoccuparsi e della sua missione per cercare il Demiurgo. Era giunta fino ad Aegis rischiando la propria incolumità per cercare sicurezza dalle uniche persone che appoggiavano apertamente la sua causa e la sua missione,ed ora che era al sicuro non sapeva più come procedere. Sentiva su di se tutto il peso della responsabilità di quell'intoppo sul loro viaggio e non sapeva più come procedere. Non aveva indizi su come fosse fatto questo demiurgo,su quale fosse la sua vera natura,su che aspetto si sarebbe dovuta aspettare di trovare. Niente,niente di niente. Ed era anche per questo che era giunta fino ad Aegis,oltre alla protezione avrebbe ottenuto la conoscenza e per acquisirla sapeva a chi rivolgersi.

Mago,so che state facendo di tutto per la mia salvaguardia e per questo vi sono molto grata. Ma....”

Senti il bisogno di proseguire il prima possibile vero?”

Devo sapere se i nostri nemici non siano in vantaggio su di noi e che non siano riusciti ad entrare in possesso di una qualunque cosa non li abbia avvicinati al Demiurgo,se non esserne entrati direttamente in possesso. Ho bisogno di lasciare questa città il prima possibile. Non oso immaginare se uomini come Silla riuscissero a mettere le mani sul Demiurgo prima del nostro arrivo. No non posso permetterlo,io...”

Calmatevi altezza. Sapevo che non vi sareste mai trattenuta a lungo nonostante la nostra proposta di ospitarvi in città,almeno fino a quando la situazione con Nova non sarebbe migliorata. Ma i nostri nemici sono più determinati che mai e Silla più di tutti. Proprio per questo non ho smesso con le mie ricerche riguardo alla locazione del Demiurgo. Abbiamo molto di cui parlare e pochissimo tempo per organizzarci.”

Di cosa state parlando?”

Ti spiegherò tutto,ma prima dobbiamo rivolgerci al consiglio.”

Impiegarono un po' di tempo per giungere di fronte alla porta del palazzo,dove le truppe in armi attendevano ansia celata,l'esito dello scontro,nella speranza che in quell'occasione si potesse risparmiare un bagno di sangue. Erano uomini fedeli alla patria,che per quanto piccola potesse essere ricambiava i suoi difensori con una vita libera e abbondante,nessuno era schiavo ad Aegis e nessuno avrebbe permesso che ciò accadesse,nemmeno alla nazione più potente del mondo,che di fatto geograficamente circondava l'intera città-stato,ma in quanto a realtà politica e potenza indipendente poteva contare come una nazione a parte. Passarono attraverso i soldati il più velocemente possibile,passando in mezzo alle file composte degli opliti in armatura pesante,senza neanche sfiorarle da come erano perfettamente posizionate. Lucilla teneva stretto a se il mago e passando tra i soldati tornò a sentirsi al sicuro,seppur solo in parte,perché loro non erano come i suoi compagni di viaggio,i suoi accompagnatori,come Gordlack e Nym,come Braxus,come Milziade...già,Milziade. Pensò a lui più di tutti gli altri e gli venne in mente di nuovo quell'immagine che aveva visto la scorsa notte. Una città in fiamme,urla di gente disperata e un aquila dorata. Sapeva benissimo cosa volesse dire e Nova in qualche modo c'entrasse con quel mercenario,ma perché una visione? Perché mai Apollo le aveva mandato una visione tanto orribile e chi era quell'uomo,che a quanto pare era stato in grado di tenere testa ad un intera legione e uscirne illeso? Più ci pensava e più considerava l'impresa degna di una leggenda,come quelle degli eroi del passato,quelle epiche figure senza tempo che narravano di uomini e donne dalla capacità straordinarie,che con le loro gesta esaltavano il meglio della loro natura imperfetta e la mettevano al servizio di un bene superiore. Guardò le armature oplitiche dei soldati e le venne in mente che quando era giunto dinnanzi a lei indossava vesti e protezioni simili,persino la spada aveva un aspetto simile a quelle di quei soldati che tenevano come arma di riserva e anche adesso,con la spada e l'armatura nuova,lo stile delle protezioni ricalcava il loro stile. Che fosse solo una coincidenza? Non aveva tempo per pensarci,altro occupava i suoi pensieri. Giunsero di fronte all'ingresso della torre e subito il grande portone si aprì alle due piccole figure,che la oltrepassarono,ritirandosi all'interno della sua fortissima struttura.

Bene,ora potete lasciarmi andare.”

Ma non stavate male?”

Per i nostri sgraditi ospiti si,ma questa messinscena e durata abbastanza.”

Lucilla non disse una parola e delicatamente lasciò la presa sul vecchio corpo dell'incantatore. Appena si staccò il mago tornò ad appoggiarsi al suo bastone con più forza,mantenendo comunque quell'aspetto pieno di mistero e di dignità che lo circondavano.

Seguitemi altezza,il consiglio ci sta aspettando.”

Per quale ragione?”

Lo vedrete presto.”

Si diressero alla pedana mobile e subito la pedana iniziò ad alzarsi. Piano dopo piano,sezione dopo sezione,sempre più in alto,sempre più vicino alla cima,si fermarono ad un piano prima dell'ultimo,dove risiedeva la sala del consiglio e del presidente di Aegis. Il piano presentava a prima vista come un luogo abbastanza stretto,c'era solo un piccolo corridoio,largo a malapena per farci stare quattro persone. Nell'angusto passaggio erano presenti i quattro membri del consiglio cittadino, ognuno era fermo di fronte a quello che sembrava uno spesso portone di pietra,molto simile a quello presente al pian terreno,tuttavia presenta una sola differenza. Questa non presentava nulla sulla superficie,nessuna incisione,nessuna runa,lettera o glifo di sorta era presente sulla pietra. Solo spoglia,naturale,roccia lavorata. Nulla più che questo. Tutti e quattro i membri del consiglio si voltarono verso i due arrivati e chinarono un rispettoso inchino verso la ragazza.

Nobile Lucilla.”,disse Kemuti con tono pacato, “Ci scusiamo per il disturbo,ma con il poco tempo che aveva a disposizione per la vostra presenza alla firma della tregua e il trambusto di ieri,oltre alla vostra convalescenza era necessario farvi venire qui il più presto possibile.”

Qui?Perché cosa c'è qui?”,chiese lei confusa.

Ci troviamo di fronte alla porta degli archivi principali del palazzo. Crediamo che qui sia celato un indizio per trovare la locazione del Demiurgo.”

La ragazza non riuscì a credere alle sue orecchie. Sapeva bene cosa aveva sentito,ma farselo dire così di punto in bianco aveva un che di inaspettato. Era giunta ad Aegis per un riparo e un luogo sicuro dove sostare e forse se ne sarebbe andata con qualcosa di più di un semplice aiuto da parte dei suoi sostenitori.

Bene signori,apriamo.”

Tutti e quattro i membri del consiglio si avvicinarono alla parete di fronte a loro,poggiarono la mano destra sulla pietra con il braccio ritto e immobile e infine recitarono tutti le medesime parole.


Nella libertà vivo,nella pace credo,nella giustizia confido,nella speranza persisto.”


Lucilla lo aveva sentito bene. Non riusciva a credere alle sue stesse orecchie,queste parole le aveva già udite,da un altra persona,una che aveva amato con tutta se stessa e che da lei era stata ricambiata. A stento riuscì a parlare,quelle stesse parole che da tanto tempo aveva dimenticato ora riecheggiavano dal profondo della sua mente,come il grido di un aquila che si propaga tra i monti.

Mago. queste parole erano....erano di....”

Di vostro padre....Il suo ricordo per la gente di questa città è ancora vivido nella loro memoria.”

La lastra di pietra si smosse,sprofondando nel pavimento e liberando così la strada per la meraviglia che giaceva dall'altra parte. Dal corridoio riusciva a vedere quello che sembrava uno scaffale pieno di pergamene e dietro di essa altri corridoio con altri scaffali.

Prego principessa,seguitemi.”

Il mago le fece strada ancora per pochi passi e la ragazza ancora muta nella sua incertezza lo seguì. Pochi metri da percorrere e quando entrò dall'altra parte vide ciò che aveva già osservato da quel piccolo spazio,ma stavolta più in grande e in tutta la sua gloria. Una gigantesca sala piena di scaffali di legno,dove vi erano adagiati in gran numero pergamene,libri,papiri,tavolette di cera lacca e persino di pietra e argilla,che non erano più in circolazione da migliaia di anni. La luce del sole entrava nella sala per mezzo di alte finestrelle ricavate dalla spessa roccia di cui la torre era fatta,donando un atmosfera simile a quelli che si percepiva all'interno di un tempio o di un sacrario di qualche genere. E li ,tra tutte le cose,mentre si dilungava ad osservare gli scaffali e i tavoli da lettura,tra le numerose targhe in bronzo che indicavano ogni argomento di un determinato scaffale e l'intonaco bianco e azzurro della gigantesca stanza,lo vide,li tra le tante cose da ammirare e contemplare,lei lo rivide li,non in carne e ossa,ma in marmo,in una posa calma e rilassata. Suo padre,Flavio Equo IV. Era stato ritratto in una statua a grandezza naturale posta in una nicchia sul muro. Era stato scolpito mentre vestiva una semplice toga,come amava fare quando era a casa sua in campagna e teneva stretto in una mano una pergamena aperta e nell'altra uno stilo,forse con l'intenzione di scrivere. Lucilla sapeva che suo padre era un uomo che a tempo perso scriveva i suoi pensieri sui rotoli o le pagine bianche,cosa che faceva appena ne aveva il tempo,insieme alla lettura dei sapienti del passato. Ritrovarlo li,così lontano da casa e anche se era soltanto una statua di pietra ,gli infondeva un calore nel cuore che era pari a quella del sole,se non più forte e più intensa. Sotto la scultura c'era un iscrizione in latino.

Agli uomini e alle donne,che hanno preferito convivere con i popoli che sottometterli,di amarli e rispettarli più che piegarli e conquistarli. Possa essere questa città un Egida per tutti gli abitanti del mondo.”

Lesse come rapita da quella frase. Si,quelle erano parole che sue padre avrebbe potuto pronunciare dato lo stile e la forma con quale erano state incise nella pietra.

Dunque mio padre è stato qui?”

Voi cosa sapete di Aegis?”,chiese il mago in maniera enigmatica.

So che prima del dominio di Silla era una città dell'impero e che nei tempi antichi e stata una città molto importante nella difesa dei territori di Nova quando ancora non aveva raggiunto lo status di impero,ma a parte questo so poco.”

Vedete nobile Lucilla,Aegis in argosiano si può tradurre con egida,che sarebbe lo scudo della dea Atena,o Minerva per il culto noviano,ma voi siete una sacerdotessa e queste cose le sapete meglio di me. Ufficialmente il nome Aegis è stato dato a questa città a testimonianza che tutti coloro che cercassero un luogo dove vivere felici,in una città nella quali tutti si sarebbero sentiti al sicuro. Ma questa è una storia che va bene per la maggior parte delle persone. No,la verità di questo luogo,di questo archivio,di tutta Aegis e della stessa democrazia che qui è nata a origine dalla parola stessa che fa da nome alla nostra città. Aegis.”

Non riesco a seguirvi.”

C'è una cosa che dovete sapere su questa città. Quando venne costruita,circa, sette secoli fa,prima di essere una metropoli era solo una piccola cittadina arroccata tra i monti. Non era un luogo importante e a malapena qualcuno si sarebbe degnato della sua esistenza. Poi,quando Nova era ancora una repubblica decise di espandersi,notando i vantaggi che questa zona di montagna possedeva,tra cui le miniere di quarzo,per la realizzazione di oggetti magici è le fertili valli sottostanti e le foreste,che sembravano distribuire legname a non finire decisero di costruire una città. Prima però dovevano occupare la zona,a quel tempo popolata da tribù di centauri,grifoni e numerose tribù barbare nella zona. Le spese militari e gli uomini inviati al fronte furono esorbitanti,ma alla fine riuscirono nella...colonizzazione,se così possiamo definirla. Una volta insediati,i soldati che scelsero di vivere qui portarono con se le loro famiglie e altri cittadini giunsero in questo luogo con la speranza di trovare nuova fortuna alla frontiera. Fin qui nulla di strano, una normale spedizione di conquista finita nella costruzione di una città. Ma quello che in pochi sanno e che tra i nuovi arrivati,si celavano tra di loro numerosi accoliti di una setta segreta di illuminati,rivolta allo studio e alla contemplazione di tutte le materie che avessero a che fare con la logica e la matematica,ma più di tutto al centro delle loro ricerche c'era un elemento che li ossessionava più di tutto il resto. Il Demiurgo. Non si sa molto su di loro,una delle cose che sappiamo e che costoro erano conosciuti come Pitagorici.”

Pitagorici?”,ripeté Lucilla come ad affermare che non li avesse mai sentiti nominare.

Si,il nome della setta deriva dal nome del loro maestro,Pitagora,un umano,un antico dotto e filosofo originario di Argos. Era convito che nella natura dell'universo,tutto fosse regolamentato dai numeri e che tutto nel creato esisteva proprio perché all'inizio della creazione erano presenti tutti gli elementi necessari alla creazione dell'universo e che gli dei fossero o primi scopritori di quegli elementi necessari,che avevano estrapolato dal caos primordiale dalla quale derivavano. Ma nel caos non poteva esserci ordine e così dalla materia primordiale e dalle idee degli esseri ancestrali,ovvero le divinità,nacque un essere,diverso da tutti gli altri poiché era l'unico a poter definire con precisione il posto esatto di ogni cosa. Egli era il demiurgo.”

Aspettate nobile mago,io ho sempre pensato che il Demiurgo fosse un oggetto,mentre invece è un essere vivente in tutto e per tutto,quindi anch'esso è un dio?”

Il mago si portò una mano sulla barba e iniziò a lisciarsela,come se fosse in preda ad un pensiero complicato da ragionare e difficoltoso da esporre.

Stando alle credenze di Pitagora si,ma da quello che sappiamo sul demiurgo non può affermare con precisione esso sia effettivamente un essere vivente,un oggetto,un dio o qualunque altra cosa che ci sfugge. Le poche informazioni in nostro possesso derivano da scritti,ricerche e riflessioni di altri sapienti e pochi accennano a questa setta e per lo più in maniera sporadica e senza certezza che queste informazioni siano vere,false o inesatte,la questione e molto complessa principessa.”

Etimandro si rivolse alla ragazza vestita di bianco con tono tenue e delicato

Egle,per favore recupera il libro e la mappa.”

La ragazza si mosse verso una sezione dell'archivio,sparendo dietro ad uno dei grandi scaffali della sala. Quando Egle si allontanò intervenne la ragazza dai capelli rossi.

Mago,sei certo che questa storia della setta possa essere vera? Se fosse così perché non abbiamo trovato prima tracce della loro esistenza? Poi qui ad Aegis la conoscenza della magia e molto ampia. Mi pare strano che non n'è sapessimo nulla.”

Se avessi la certezza che i Pitagorici siano il gruppo di cui quei pochi parlano allora non mi stupirei se la loro esistenza fosse nota a pochi e poi Rhufna, non credi che sia giusto provare?”

Non per questo dobbiamo credere ad una storia che sembra campata per aria. E poi sai che io preferisco l'azione,sono figlia di guerrieri del glaciale nord e credo più nella filo dell'ascia che s dell'inchiostro su della pergamena.”

Forse hai ragione,ma per ora facciamo così. Tagliare teste ora come ora potrebbe essere controproducente. Uno scontro a viso aperto con Nova non sarebbe visto di buon occhio dai nostri alleati,soprattutto se fossimo volenterosi a continuare le ostilità e sai bene che la tregua che ho appena firmato a nome di Midas ci garantisce un momento di pausa per contrastare le mire di Nova. Non sarà una pace duratura,ma ci darà il tempo necessario per garantirci un vantaggio in questo conflitto. Ti chiedo di avere pazienza.”

Lei non rispose alle parole del mago,ma sapeva che il vecchio arcanista aveva ragione. Anche se si vedeva che gli ribolliva il sangue per i legionari dentro la città,doveva mettere da parte la sua anima da guerriera e rispettare il suo ruolo come membro del consiglio cittadino. Il benessere degli abitanti,in particolar modo quelli del quartiere nordico credevano il lei e lei non avrebbe messo in gioco le loro vite per quella era una sua opinione personale. Dopotutto la loro era una democrazia. Rilassò il viso e lo sguardo battagliero si attenuò. Poco dopo comparve Egle,con in una mano un grande rotolo di pergamena e nell'altra un libro spesso,dall'aspetto vecchio e consunto dal tempo e dall'incuria. Li posò su di un tavolo e il mago si riunì alla ragazza dai capelli castani con sguardo rapace sulla pergamena ingiallita. Gli altri senza dire una parola si avvicinarono senza essere chiamati e anche i loro occhi furono catturati da quei due oggetti. Il piccolo Glomi dovette aiutarsi con una sedia per poter vedere anche lui il contenuto posto sul tavolo.

Bene,maestà osservate con attenzione...”, Etimandro aprì delicatamente la pergamena,srotolandola,mentre l'odore della pelle antica,misto ad una leggera sventolata di polvere investì tutti quelli attorno al tavolo,disturbando alcuni e intaccando per nulla gli altri. Quello che videro era una mappa,una mappa di Orbis,il loro mondo. Orbis, una parola in latino che voleva dire orbe,sfera,in sostanza la forma del mondo per com'era fisicamente. Lucilla sapeva bene che quello era il nome del mondo per come lo chiamava chi abitava nell'impero,altri popoli lo chiamavano con altri nomi,ma erano così tanti che generalmente si usava il nome Orbis,poiché il latino era la lingua più usata per estensione geografica e molti lo avevano additato addirittura come una lingua internazionale,cosa che era accaduta solo con poche altre civiltà nel resto della storia. La mappa era un autentico capolavoro di cartografia. Vi erano state riprodotte con esattezza tutti i dettagli fisici di tutte le terre allora conosciute. Nova che occupava una vasta porzione del foglio era particolarmente visibile,ma anche il regno di Amenosi,con le sue piramidi e il vastissimo deserto,segnato con nome di Mare Sabulum,il mare di sabbia. Più a nord,le fredde e sconosciute terre del nord,dove foreste,steppe e climi freddi facevano da casa a popoli altrettanto duri e brutali,alcuni ancora legati da costumi tribali,per non dire barbari. E più a est le misteriose terre dei popoli orientali,terre di mercanti,razziatori e imperi dimenticati,dove desideri di espansioni noviane attendevano ancora di essere esauditi. Qui,insieme alla scrittura nacquero le prime civiltà conosciute. E con le terre vi erano segnate anche le isole e le montagne,le strade principali e quelle secondarie,con nomi e dettagli che solo una mente minuziosa,quasi ossessiva aveva potuto documentare su una singola pergamena.

Guardate principessa...”,disse il mago mentre con la mano sfiorava il foglio in pelle di pecora,“Come ben sapete questo è il nostro mondo,tutto ciò che è segnato e stato riprodotto con grande minuzia affinché sei mai un membro della setta avesse avuto bisogno di spostarsi,per un motivo o per un altro,avrebbe saputo esattamente dove andare.”

Capisco,ma questo come può aiutarci nella nostra ricerca?”,chiese Lucilla perplessa.

Vedete nulla di particolarmente appariscente sulla mappa? Un punto diverso da tutti gli altri?”

La ragazza diede un occhiata generale alla mappa e non gli parve di vedere nulla in particolare. Certamente erano segnati punti più grandi e piccoli,come le città principali dell'impero e quelle più piccole per importanza,alcune catene montuose,laghi,fiumi,mari ma niente che fosse stato segnato in maniera particolarmente appariscente. Lei fece un cenno di negazione in direzione della mappa.

Bene,perché questa e solo una mappa...all'apparenza. Se una normale persona senza talento nella magia risulterà solo una normale mappa,ben fatta,ma comunque una mappa. Ma,se invece dovessi toccarla io,guardate...”

Etimandro poggiò delicatamente la mano sulla pergamena,con il palmo aperto e le dita ben estese.

Casa delle quattro verità.”

Disse il vecchio incantatore è il l'enorme libro si aprì da solo,sfogliando numerosissime pagine come se venissero spostate da un potente vento di tempesta,veloce e intangibile,poi smise immediatamente come era giunto e senza lasciare alcuna traccia della sua presenza. Il mago staccò la mano dalla e con il dito indice passò sulla parte lasciata aperta dal vento invisibile e si fermò quando la punta del suo dito vecchio e scarno,quasi sovrastato dalla manica della sua veste si fermò in un paragrafo specifico,segnata da un grande titolo a metà tra due spazi bianchi.

Eccola qua,trovata,la casa delle quattro verità....”,disse il mago dando una breve occhiata a tutti i presenti e soffermandosi un attimo sulla principessa,per poi tornare sulla pagina,avvicinando il viso al libro come se facesse fatica a vedere, “Nel luogo dove giace la nostra prima casa,la,dove il maestro è giunto per la prima volta,ha piantato i semi della curiosità e li ha fatti crescere nelle piante del nuovo sapere,mettendo radici nella vecchia conoscenza e incoraggiando a nutrircene per ramificare e crescere verso vette di infinite possibilità. Da questa consapevolezza nascono quattro verità,quattro elementi che sono la base del nostro mondo.”

Etimandro finì di parlare e giunto alla fine della frase indicò un immagine posta in uno spazio in bianco poco sotto le parole appena recitate. Vi era l'immagine di una strana creatura,con il corpo da uomo,la testa di leone e un serpente ad avvolgerne il corpo.

Che cos'è?”,chiese la principessa curiosa.

Questo mia signora è il Demiurgo,o meglio,la sua forma idealizzata. Non ho idea perché lo abbiano riprodotto in questa maniera,anche se deduco che ci sia una spiegazione simbolica dietro questa rappresentazione,anche se mi sfugge il significato. Tuttavia,la cosa importante e che sappiamo dove si trova il primo indizio per cercare il demiurgo.”

Dove?”

Dalle poche informazioni in mio possesso so che le prime lezioni impartite da Pitagora furono date in una città chiamata Samo,situata sull'isola di Patmos.”

Patmos? Ma è a leghe di distanza da qui e oltretutto il viaggio non è dei più semplici.”

Lo sappiamo. Ed è per questo che abbiamo già organizzato il viaggio. Normalmente una spedizione simile richiederebbe tempo,risorse e spese di viaggio a non finire. Fortunatamente non tutti vedono di buon occhio la salita al trono di Silla e non pochi sono disposti ad aiutarci,non tutti pubblicamente,ma confidiamo nel loro sostegno.”

Certo,capisco.”

Oltretutto ho fatto preparare tutto il necessario per la vostra partenza,pur mantenendovi leggeri e mobili,così da non rallentarvi. Ci sono vestiti puliti,accessori,provviste,medicinali e una scarsella da mille scudi d'argento per le spese di viaggio e imprevisti vari. Appena sarete pronti partite,ma non prima di esservi cambiata mia signora. Vorrei ricordarvi che anche se questa è un illusione di una nobile veste,voi state indossando delle vesti per la notte.”

Ah già...mi ero completamente dimenticata. Appena avrò tempo andrò a mettermi qualcosa di più consono.”

Tra i vostri effetti da viaggio gli abiti non mancano. Vi chiedo scusa se il vostro guardaroba non conterrà abiti degni del vostro lignaggio,ma ho preferito inserire solo abbigliamenti più consoni ad un viaggio che al vostro illustre lignaggio. Vogliate perdonarmi.”

Ma no anzi sono io che dovrei esservi riconoscente...”,Lucilla si rivolse anche ai membri del consiglio, “E riconoscente anche verso di voi,verso Midas e verso questa città. Grazie di tutto.”

I quattro membri del consigli si limitarono ad un ossequioso cenno del capo ricolmo di sincero rispetto e grati di quelle parole la guardarono con rinnovata stima.

Vostro padre era un amico di questa città e tutti noi possiamo dire che averlo conosciuto di persona e stato un onore è un privilegio,non di minor valore che esserci confrontati con la figlia. Vi auguriamo buona fortuna,per tutto quanto.”,disse Kemuti,che dei quattro era quello più incline alla diplomazia e per tanto il miglior oratore del gruppo.

Ora,perché non andate a riposare? E stata una mattina piena di emozioni e vi ho costretta a sforzarvi più del dovuto. Non c'è bisogno che vi spieghi come funziona la piattaforma,una parola è vi portare nelle vostre stanze in men che non si dica.”

Va bene,allora con permesso io andrei signori.”

Tutti i presenti chinarono leggermente il capo verso la sacerdotessa e lei contraccambiò,si girò e si diresse verso le sue stanze,ma non prima di aver dato un ultima occhiata alla statua di suo padre,che tanto dolorosamente dovette staccarsene,anche se era solo un immagine scolpita nella pietra . Ci impiegò pochi minuti per giungere nella stanza del mago,ora adibita per le sue necessità. Si coricò a letto e quando il suo corpo urtò contro il letto l'illusione della veste regale si dissolse e tornò a vedere la veste bianca usata durante la sua convalescenza. Con la testa poggiata sul cuscino guardò il soffitto e sentì la testa farsi più leggera,ora che era lontana da quella cerimonia,se così la si poteva definire,per la firma della tregua,un momento di pace forzata tra una potenza imperialista e una piccola città indipendente che voleva soltanto proclamare la sua libertà. Era scesa con gli altri solo perché doveva fare bella figura e perché il loro nemico,Lucio Cornelio Silla,l'imperatore, o meglio,l'usurpatore aveva ordinato che ci fosse anche lei durante la firma del trattato,chissà perché poi si chiedeva,che lei ci fosse o meno non faceva alcuna differenza. Ma le venne in mente anche un altro fatto curioso,alla quale solo adesso,non più al centro della piazza,dove lei era presente solo per fare bella presenza. Quella donna in armatura,l'aveva già vista in passato. Ricordi sbiaditi di un giorno catastrofico,caotico e violento. Ricordava ancora il giorno in cui Silla era giunto in città e l'aveva raggiunta,insieme a suo padre e al corpo delle guardie pretoriane,che aveva il compito di difenderli. E dietro il generale ribelle c'era lei,memoria sfumata dell'unica donna armata in mezza a tanti uomini,se si soffermava un attimo ricordava che anche a quei tempi impugnava due spade,ma indossava una lorica hamata,una semplice armatura di cuoio molto leggera,accompagnata da una mantellina rossa di riconoscimento e la sua espressione,gli pareva diversa,sembrava più nervosa e incerta,quasi come ogni altra ragazza in uno scenario di guerra. Invece quella mattina si era trovata una donna completamente diversa. L'armatura alata di puro acciaio,con alla cintola due lame scintillanti e il volto,ma questa volta era feroce e i suoi occhi erano colmi di una durezza e di una violenza tali che sembrava più un mastino da guerra che una donna. Ma quello che la sconvolse e la fece arrabbiare,ma forse anche raggelare era il modo in cui aveva parlato di Silla,descrivendolo come un eroe e non come un ambizioso guerrafondaio senza scrupoli. Quello che aveva sentito nella sua voce non era semplice lode,peggio,ma cieca devozione. Com'era possibile che un uomo simile potesse essere obbedito,lodato a tal punto,da spingere qualcuno a difenderlo,nonostante le sue azioni? Lucilla non avrebbe saputo darsi una risposta a quel dilemma,ma in fondo l'impero era grande e dentro ci viveva la gente più disparata. Comunque ora sapevano dove dovevano dirigersi e quale fosse la loro prossima destinazione. Forse non era la tappa finale,ma sempre meglio che vagare a vuoto senza direzione da seguire. Ora non doveva far altro che aspettare che quella farsa che si teneva nella piazza finisse e che Nym,Gordlack,Braxus e Milziade Tornasse a palazzo e discutessero sul da farsi. Per ora avrebbe riposato fino al loro ritorno,lontana da tutti,lontana da Nova,lontana dal male del mondo.

  
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