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Autore: Delsin98    06/01/2022    1 recensioni
Un'antica minaccia risalente agli albori del mondo, sta per tornare e questa volta è più forte e dirompente di quanto non lo fosse mai stata.
Shiyuki, un promettente duellante, dovrà dar fondo a tutte le sue energie per fermarla, cercando al tempo stesso di far luce sul mistero che la circonda.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 – Leggende Infauste  

 

«Si narra che all’alba dei tempi, quando l’universo era ancora nel suo stato embrionale, la terra fosse pervasa interamente dalle tenebre, divenendo un luogo arido e privo di vita. Gli dei tentarono in tutti i modi di dissiparla, poiché essa impediva che il loro progetto della creazione potesse ultimarsi, senza tuttavia avere successo. Ma un nefasto giorno, qualcosa inspiegabilmente cambiò, da quell’enorme abisso lugubre emerse una figura che avrebbe minacciato per sempre gli equilibri dell’universo stesso, qualora non fosse stata fermata: un enorme drago dall’aspetto sinistro e demoniaco, le cui scaglie nerastre irradiavano la stessa aura tetra di cui era composto il baratro senza vita dal quale proveniva, potremmo quasi suppore che fosse un’emanazione dell’abisso stesso, evolutosi in circostanze a noi sconosciute.  

La creatura cominciò a devastare ogni cosa, spinta solo dalla sete insaziabile di distruzione e annientamento, e vani furono i numerosi tentativi di arrestare la sua avanzata, poiché essa traeva forza anche dalle energie negative, rafforzandosi sempre di più ed ottenendo un potere tale da rivaleggiare con le divinità stesse, se non addirittura superiore. La terra diventò così teatro di orrori inimmaginabili. A questo punto vi sarete senz’altro chiesti come avrebbero potuto fronteggiare una catastrofe simile e come l’umanità sia riuscita a prosperare fino ad oggi, nonostante si sia trovata faccia a faccia con l’apocalisse. Ebbene, la spiegazione è presto detta: Per quanto la situazione potesse essere disastrosa e senza alcuna via di scampo, c’era ancora chi nutriva un forte senso di speranza, colui che era considerato come il meno dotato tra i suoi simili, ma malgrado questo, era sicuramente il più saggio tra loro. Fu lui ad ideare quella che potremmo definire come la soluzione più disperata possibile, che richiedeva uno sforzo immane e la cooperazione di tutti, affinché funzionasse correttamente. Avevano un solo tentativo, dopodiché il mondo sarebbe sprofondato nell’oblio.  

Utilizzando anche la più piccola goccia del loro potere, crearono qualcosa che potesse quantomeno eguagliare la spaventosa potenza del distruttore. Fu così che nacque un secondo drago: un essere niveo ed iridescente, che sprigionava un'energia pura e cristallina capace di scacciare le ombre che li attanagliavano. I due si diedero battaglia, contrattaccando colpo dopo colpo, il loro potere era tale da scuotere le fondamenta stesse della realtà. Nessuno riusciva ad avere la meglio, sembrava quasi che lo scontro fosse destinato a durare in eterno, finché il drago divino non riuscì a sconfiggerlo definitivamente, ma poiché il potere negativo che aveva accumulato era troppo grande da permettergli di sfuggire al proprio triste destino, capì che l’unico modo per impedire che un tale male potesse nuocere ancora fosse quello di sigillarlo all’interno di un apposito contenitore, dividendo al contempo la sua anima in quattro parti ed esiliandole negli angoli più remoti del globo, in modo che non potesse mai più risorgere e completare così l’opera iniziata.  

Oramai stanco e ferito e avendo compiuto la missione per la quale era stato creato, il restante drago decise di riposarsi, dividendosi anch’esso in quattro parti, decidendo però di ritornare qualora il mondo avesse avuto ancora bisogno di lui, o nella peggiore delle ipotesi, se mai il suo mortale nemico avesse trovato il modo di risorgere, ma non prima di aver nominato dei custodi, uomini dal cuore puro e giusto distintisi tra gli umani, l’ultima delle superbe creazioni degli dei, affinché potessero vegliare sui frammenti e tenerli lontani dai malvagi, uomini empi che l’avrebbero usati per scopi a dir poco onorevoli. Io sono uno dei discendenti di quei valorosi, guardiano di una delle quattro parti del drago divino
»   

Nel sentire quella leggenda, tutti rimasero a bocca aperta. Non si sarebbero mai aspettati una simile storia, nemmeno il buon Kite, nonostante avesse ormai constatato quanto a volte il mito potesse corrispondere a realtà.  

«Quindi perché io sarei importante e per quale motivo hai deciso di raccontarci questo?» chiese Shiyuki utilizzando un tono quasi incredulo. Sebbene avesse a disposizione abilità quasi sovrannaturali, non gli era per niente facile credere ad una simile storia. E anche se corrispondesse a realtà, quale avrebbe dovuto essere il nesso tra lui e i protagonisti di quella leggenda? In che guaio sarebbero andati a ficcarsi? 

«Ebbene, giovane Shiyuki...» continuò il vecchio «Esiste da tempo immemorabile un'organizzazione segreta il cui scopo principale è il dominio assoluto di questo mondo e oltre, servendosi di metodi che la gente normale potrebbe definire poco convenzionali, ovvero attraverso l’uso di artefatti e simili capaci di conferire un incredibile potere a chi ne entra in possesso. E sembra proprio che ora abbiano messo gli occhi sulle quattro parti di quel terribile cataclisma, soprannominato come “Il Caduto”»   

«Come sono entrati in possesso di una conoscenza del genere, visto che si tratta di un evento accaduto agli albori, quando l’umanità non era in grado di comprendere né trascrivere quello che si poneva dinanzi ai loro occhi?» chiese il proprietario dei mostri “Cipher  

«Immagino che tutte le leggende e i miti abbiano sempre un fondo di verità, signor Kite» ipotizzò Isabel «Magari hanno messo insieme i pezzi che coincidevano e hanno ricavato qualcosa di non molto distante dalla leggenda appena raccontataci»  

«Devo dire che è più sveglia di quanto pensassi, signorina Hoshiko» replicò il guardiano rivolgendole un piccolo sorrisetto  

«Lo prenderò come un complimento» ribatté sarcastica lei   

«In effetti» continuò a spiegare Shugo «Tra le loro fila si annoverano anche discendenti di un’antica setta che adorava divinità distruttrici e maligne, ed uno di loro aveva molto in comune con il “Caduto”, sospettiamo che molte delle loro conoscenze provengano da lì. Per quanto riguarda me invece, la storia di questa antica battaglia viene tramandata da secoli e di generazione in generazione all’interno del mio ordine, così come agli altri incaricati di proteggere le restanti parti»   

«Stento davvero a crederci» commentò serio Shiyuki incrociando le braccia al petto  

«E non ho ancora terminato» rispose il guardiano e a quelle parole il giovane inarcò un sopracciglio, intimandogli al contempo di continuare la propria spiegazione 

«Come ogni istituzione di questo genere che si rispetti, anche loro possiedono una sorta di esercito privato, composto da duellanti d’élite, potremmo definirlo come una sorta di braccio armato dell’organizzazione, il cui compito è essenzialmente “sporcarsi le mani”, liberandosi di tutti coloro che si oppongono alla stessa o fungere da segugi nel ricercare, trovare o in alcuni casi eliminare, gli obiettivi ordinati. Sono loro i responsabili del massacro perpetrato ai danni del mio ordine, fortunatamente sono riuscito a fuggire insieme ad alcuni dei miei alleati, e dopo un lungo vagare siamo giunti qui a Limit City, ma non avremmo mai immaginato che i nostri più acerrimi nemici avessero già affondato i loro sudici artigli su questa splendida e meravigliosa metropoli»  

Shiyuki si picchiettò il mento con la punta dell'indice, assumendo un’espressione pensierosa, annuendo lentamente «Questo spiega un po’ di cose, o almeno credo»  

«Dovrebbe» replicò ironico il guardiano «Inoltre, vorrei chiedervi umilmente scusa per il disagio e i problemi che vi hanno causato, poiché i tipi che vi hanno attaccato sono i miei compagni di sventura, ai quali ho chiesto di mettervi alla prova per testare le vostre capacità e capire se foste in grado di imbarcarvi in quest’impresa»   

«In altre occasioni ti avrei preso a calci per una cosa simile» ribatté quasi stizzito il ragazzo dei mostri “Spaziali” «Ma...proverò a comprendere le tue ragioni, così come credo che lo faranno anche gli altri...»  

«E io vi ringrazio infinitamente per questo, e chiedo nuovamente il vostro perdono» rispose il vecchio facendo un piccolo inchino, ricevendo un cenno di assenso da parte del gruppo  

«C’è altro, signor Tatsuhiko?» domandò serio Kite  

«Si. Sfortunatamente le informazioni ottenute indicano come essi siano entrati in possesso di uno dei frammenti, se non addirittura due» 

«Ma è terribile!» proruppe Ren, 

«Già...» annuì lui «Questo spiega il motivo del mio operato, poiché il tempo stringe e abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile per fermare questo pericolo incombente»  

«D’accordo« replicò il giovane «Tuttavia, c’è ancora qualcosa che non hai rivelato, ovvero il motivo per il quale io sarei tanto importante» continuò Shiyuki «In fondo, sono solo un ragazzo di sedici anni con una passione smisurata per il gioco più popolare dell’universo. Non un salvatore del mondo»  

«Non sottovalutarti, sei più speciale di quanto tu non creda, e poi sei riuscito a sconfiggermi, il che è tutto dire e lo hai fatto anche grazie alla forza dei legami che uniscono te e i tuoi mostri, un altro fattore che afferma quanto ho detto prima. E poi è stata proprio lei a guidarmi da te» replicò il guardiano tirando fuori dalla tasca quella che sembrava a tutti gli effetti una carta di Duel Monsters, anche se si trattava di qualcosa davvero fuori dal comune: lo sfondo era completamente bianco, privo di qualsiasi immagine o testo. Non poteva nemmeno essere utilizzata per giocarci. Com’era possibile che quell’affare l’abbia condotto verso di lui? E poi cosa significava? 

«Si tratta di qualcosa per cui varrebbe la pena di uccidere, qualcosa per la quale i miei compagni hanno dato la loro stessa vita pur di difenderla, cosa che farei anch’io se non avessi altra scelta» affermò il proprietario dei mostri “Dracustode” attirando le attenzioni di tutti, curiosi di scoprire di che diavoleria potesse mai trattarsi «Questa amici miei, racchiude lo spirito di una delle quattro parti di quel drago celestiale, custodita e protetta per secoli nel “Santuario del Drago”, luogo dal quale provengo»  

Nell’udire quelle parole. tutti spalancarono ancor di più le proprie pupille. Era veramente uno di quegli oggetti leggendari che si mostrava dinanzi ai loro occhi?   

«Questo è un altro dei motivi per il quale ci hanno attaccati» continuò il guardiano «Poiché lo scopo principale che li guida oltre a quello di far rivivere quel mostro, è soprattutto di impedire che il drago benevolo possa ritornare e così fermarlo, e sono pronti ad utilizzare ogni mezzo pur di raggiungere questo obiettivo, compreso lo sterminio»   

«Non sopporto chi è disposto ad utilizzare la violenza come espediente per raggiungere i propri obiettivi» proruppe infuriato Ren «E sono pronto a fargliela pagare se dovessi trovarmeli di fronte, anzi, se sapessi dove si nascondono, ci andrei in questo stesso istante» concluse lui stringendo i pugni, mentre Shiyuki rimaneva impassibile, come suo solito del resto.  

«Calmati Ren, o rischi di andare in escandescenza» lo punzecchiò la ragazza   

«Tornando a noi» disse l’azzurrino rivolgendosi al vecchio e ignorando bellamente il commento dell’amica «Questa cosa non dovrebbe stare in un posto più sicuro, che ne so all’interno di qualche caveau super segreto ed inaccessibile? Oltretutto, la porta in giro come se niente fosse, rischiando di attirare attenzioni indesiderate»   

«Credimi, lo è di più qui con me e con i cavalieri del mio ordine» ribatté il guardiano  

«Beh, visto il livello di quei duellanti, non mi capacito di come sia ancora nelle vostre mani» rispose sfacciato il proprietario degli “Orrore Ardente” alludendo agli avversari incontrati poc’anzi, ricevendo in cambio un’occhiataccia da parte di Shiyuki, ammutolendosi immediatamente 

«Li avete battuti solo perché siete in gamba» affermò con un sorrisetto il duellante dei “Dracustode”«E poi se vogliamo essere sinceri, il mio terzo comandante è stato battuto solo perché a sfidarlo è stata nientemeno che una leggenda vivente, mi riferisco a Kite, quindi, siete a solo a due vittorie su tre, poiché vi siete fatti aiutare, tuttavia, quello che ho visto è stato sufficiente per potermi fidare di voi e affidarvi una missione del genere» continuò lui osservando poi il ragazzo dai capelli color carbone che continuava perplesso a tenere quel manufatto stretto tra le sue mani «E come ti ho accennato prima, è stata proprio lei a condurmi da te, abbiamo scoperto successivamente che qui vi albergava il male assoluto, sembra quasi un segno del destino» concluse il vecchio ironizzando 

«Non sarà perché essa percepisce la presenza delle altre sue parti o peggio ancora di quelle del suo simile?» chiese Isabel. La curiosità di far luce su quell’intrigato mistero cominciava a farsi molto evidente 

«Anche questa potrebbe essere una spiegazione plausibile» replicò secco Shugo  

«Com’è possibile che ti abbia indicato proprio me?» sbottò Shiyuki 

«Beh...non saprei proprio come definirla, chiamala sensazione o fato, o ancora sesto senso, quello che preferisci. Fatto sta, che è come se avesse ti avesse scelto come suo protettore, avendo riconosciuto il tuo animo valoroso, affine a coloro che hanno tentato di proteggere con la vita questa carta» 

«Per una volta nella tua vita, puoi renderti davvero utile» commentò il possessore degli “Orrore Ardente” «Anche se mi piacerebbe sapere come riuscirai a sbloccare il suo vero potenziale o quello che è, visto che adesso appare come una semplice e inutile carta vuota»  

«Questo spetta solo a lui scoprirlo» ribattè il guardiano «Il mio compito era solo quello di custodirla fino a quando non fosse arrivato qualcun’altro più degno per riceverla e scongiurare così questo immane cataclisma»  

«Però semmai dovessimo aver bisogno del suo aiuto sarebbe necessario che tutte e quattro le parti siano riunite» aggiunse Kite «Quindi, dove sono le restanti tre?»  

«Vedi...per ragioni di assoluta segretezza, ci è sempre stato proibito avere contatti con gli altri “Santuari”, in modo da impedire che eventuali invasori potessero scoprirne l’ubicazione esatta. E posso scorgere nei vostri occhi che ve lo stiate sicuramente chiedendo, quindi risponderò anche a questa domanda: No, non so di preciso come abbiano avuto accesso al nostro tempio, né come ne siano venuti a conoscenza. Ma questo è soltanto un mio personale dilemma, che non deve interferire con il nostro obiettivo principale» spiegò Tatsuhiko «Ciononostante, confido che ne sentiremo presto parlare. In conclusione ti affido ufficialmente questa carta, Shiyuki Tenjo, insieme all’ardua missione di salvare il mondo e impedire che quel drago si risvegli e getti il mondo nuovamente nel caos» 

«Nel frattempo, potrei aiutarvi nel cercare di reperire qualche dato relativo al nostro comune problema, ad esempio la posizione dei restanti “Santuari”, per scoprire se anche lì siano stati attaccati» propose Kite.  

Fin da giovane era sempre stato un genio quando si trattava di scovare i propri obiettivi, niente era impossibile per uno come lui.  

«In effetti, avere qualcuno della tua caratura ad aiutarci ridurrebbe notevolmente i nostri sforzi» replicò il guardiano «D'accordo! Accetterò volentieri la tua offerta»  

«Questo fa di me una sorta di prescelto o roba simile?» domandò il ragazzo, rimasto fermo ed immobile per qualche minuto, come se fosse impegnato in una sorta di meditazione profonda, magari proprio sulle responsabilità derivanti da un tale compito. Dopotutto, il destino del mondo dipendeva anche da lui. Ne sarebbe stato all’altezza? 

«Molto probabile» ribatté Tatsuhiko accennando un piccolo sorrisetto.... 

 

 

**** 

 

Qualche giorno dopo, in un luogo non molto distante dal centro della grande metropoli, otto figure erano sedute intorno ad un tavolo dalla tipica forma ad U, posto all’interno di una grande sala in penombra dallo stile futuristico, solcata da strani simboli e rischiarata soltanto da una sottile e fioca luce verdognola, che metteva in risalto gli abiti formali in cui quegli individui erano avvolti. Il silenzio sembrava regnare sovrano.  

«Sembra che ci sia stata una piccola deviazione nel nostro programma» proruppe uno di essi, incrociando le mani bianche e affusolate davanti al mento e squarciando quella quiete che vi dimorava 

«Nulla che non si possa risolvere» rispose un altro rivolgendogli un sorrisetto alquanto sinistro. Le lenti degli occhiali luccicarono al riflesso del chiarore emanato nella stanza, contribuendo a rendere il suo aspetto ancor più inquietante  

«Che mi dite di Shadow?» domandò una figura dalla corporatura massiccia sulla cui fronte svettava qualcosa di simile ad una vistosa cicatrice, estendendosi fin sotto l’occhio sinistro. 

«Indisponibile» ribatté il primo «Gli abbiamo affidato una missione della massima priorità» 

Il suo interlocutore gli rivolse un cenno col capo, soffermando poi lo sguardo felino sulla scena che gli si parava dinanzi e che aveva attirato la sua attenzione: la porta che si affacciava sulla camera venne spalancata di netto, come se fosse stata costretta da un forte vento e qualcosa di vagamente simile a degli ululati cominciò ad echeggiarvi intorno.  

Quattro sagome indistinte fecero il loro ingresso, avanzando con aria circospetta verso il centro, arrestandosi proprio davanti alla piccola scalinata che li separava da quei tizi. Un uomo di alta statura e dal fisico slanciato si sollevò dalla propria postazione e come se stesse andando ad accoglierli, si posizionò di fronte ad essi. I quattro si inchinarono al suo cospetto, inginocchiandosi e chinando il capo, simbolo che quell’individuo godesse di un notevole grado di importanza. 

«Obiettivo completato, vostra eminenza. Siamo in attesa di nuove istruzioni» proruppe colui che aveva tutta l’aria di essere il più esperto di quel manipolo.  

Nel recepire quel tipo di informazioni, un ghigno particolarmente esteso gli si dipinse in volto. 

 

 

 **** 

 

«AAAAAAHHHH!!!!»   

Non molte ore più tardi, un ragazzo dai folti riccioli scuri e dal duel disk nero cadde a terra immobile, incapace di reagire a causa di quel terribile attacco scagliatoli contro. Dinanzi ad esso, una figura mascherata e avvolta in un mantello, affiancata ad una creatura dalla fisionomia indecifrabile ma che assimilava tratti accomunabili a quelle dei volatili, disattivò il proprio marchingegno, responsabile dei danni vistosi all’interno della stanza, segno che il combattimento fosse finito, dirigendosi verso una possibile via di fuga.  

La sua piccola scaramuccia aveva inconsapevolmente causato un po' di rumore, e di lì a poco sarebbe arrivata la sicurezza per accettarsi che tutto fosse al proprio posto. Non poteva certo farsi prendere da smidollati del genere o ne sarebbe andato della sua reputazione e non l’avrebbe permesso in alcun modo.  

Il suo sguardo saettava da un lato all’altro, setacciando ogni angolo di quella maledetta abitazione, mentre i passi sulle scale cominciarono a farsi sempre più numerosi e prossimi. Sembrava quasi che ad accoglierlo fosse stata mandata l’intera cavalleria, un onore non di poco conto per uno come lui.  

I suoi occhi si posarono su l’unico accesso disponibile in quel momento: una finestra che dava sulla strada adiacente, proprio fuori il giardino. Se non si fosse trattato di un tipo così spericolato, lanciarsi da una finestra al quarto piano sarebbe stata un’impresa da folli, se non addirittura da suicidi.  

Una manciata di guardie irruppe nella stanza, costringendolo a lanciarsi contro di essa ed infrangerla, ma non prima di averli salutati con un gesto provocatorio. Una pioggia fitta di schegge di vetro cadde sull’asfalto, ma di quel misterioso individuo non vi era alcuna traccia, o almeno era quello che pensarono quei nerboruti soggetti. Era come se fosse sgattaiolato tra le ombre, al pari di uno spettro. 

Quello che non avrebbero certo immaginato, era che quel furfante fosse ad un paio di metri da loro, appollaiato su uno dei cornicioni di una struttura posta proprio nelle vicinanze. Era stata un’ottima idea portarsi dietro quella specie di rampino, giusto per far fronte a situazioni del genere. Oramai fuori pericolo, l’incappucciato si aggirò rapido e furtivo nell’intricato dedalo di tetti che costeggiavano la via che portava ad un altro dei quartieri di Limit City, decisamente più tranquillo del precedente. Una volta fuori, sarebbe stato al sicuro e la sua missione conclusa, almeno per il momento. 

La fresca e mossa brezza che spirava in quel particolare sobborgo, contribuiva ad ondeggiargli il manto bluaceo, mentre con grazia ed eleganza balzava tra un palazzo e l’altro. Non aveva una meta precisa, gli bastava solo raggiungere un buon punto di osservazione, quanto più alto possibile, lì avrebbe potuto decidere sul da farsi. 

Dopo una quantità di tempo a lui indefinita, si ritrovò davanti ad uno dei grattacieli più suggestivi della metropoli ad osservare con attenzione le splendide vetrate della struttura che iniziavano a tingersi di varie tonalità che andavano dal giallo al carminio. Si ritrovò d’accordo con chiunque definisse quella vista qualcosa di magico, poiché lo era davvero.  

Diede un lieve colpetto agli stivali color grigio scuro e ai guanti del medesimo colore, era arrivato il momento di mettere alla prova la nuova attrezzatura datagli in dotazione. Spiccando un abile salto, si aggrappò ad una delle lastre, aderendo perfetta alla sua superficie e cominciando a scalarlo. Un passo dopo l’altro arrivò finalmente sulla sua sommità, sedendosi su uno dei bordi, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Lentamente si tolse la maschera, rivelando un paio di ciocche color magenta che spuntavano dal cappuccio, ricadendogli sul volto. Con la mano sinistra premette il ricetrasmettitore posto sul suo orecchio. 

«Qui Miyazaki» una voce quasi robotica e metallica ne fuoriuscì «Agente 04, quali sono le sue condizioni?» 

«Missione compiuta» Il suono che ne uscì appariva decisamente più acuto di quello alterato dal modulatore installato sul suo travestimento  

«Roger» ribatté l’altro «Ti conviene rientrare alla base in attesa di nuove istruzioni. Lì discuteremo sul da farsi»  

«Ricevuto, Saito»   

«Quante volte ti ho detto di non chiamarmi per nome, qualcuno potrebbe ascoltarci» l’ammonì lui. Si poteva percepire come il suo tono trasmettesse frustrazione e anche un pizzico di rassegnazione, nonché una voglia matta di imprecare 

«Rilassati. Dovresti ormai saperlo che le nostre comunicazioni sono criptate. Pur essendo nuovo, non stai facendo di certo una buona impressione»  

La comunicazione si interruppe bruscamente, costringendolo a rivolgere un ulteriore sguardo su quell’affascinante tramonto che si stagliava sullo sfondo  

«Non so se stai cercando di dirmi qualcosa... »  disse quell'individuo fissando il piccolo oggetto bruno e dalla familiare forma rettangolare che impugnava nella sua mano destra «...Ma ho la netta sensazione che qualcosa di terribile e oscuro stia per abbattersi su questa città. Dobbiamo diventare molto più forti se vogliamo impedire che si ripeta nuovamente ciò che è accaduto sedici anni fa»

 

 

 **** 

 

Nel frattempo.... 

Da tutt’altra parte, in uno dei numerosi parchi di cui disponeva la grande Limit City, un giovane dai capelli color carbone era disteso su un morbido letto d’erba smeraldo, cullato da un leggero venticello. Egli era intento ad osservare pensieroso il cielo limpido e terso di nuvole che cominciava a ricevere le prime tonalità color albicocca, le stesse riflesse su alcune sue ciocche. Quel ragazzo non era altri che Shiyuki.  

Ogni qualvolta avesse bisogno di pensare o stare da solo, era qui che vi si recava, lo rilassava molto e avrebbe dovuto farlo anche stavolta, almeno dopo gli eventi accaduti giorni or sono.  

Tra le mani stringeva la carta ricevuta da Tatsuhiko, rimasta ancora bianca. Si chiedeva quale fosse il significato delle sue parole e come avesse potuto sbloccarne il potenziale, a conti fatti, si trattava pur sempre di un oggetto quasi leggendario, quindi il modo per farlo sarebbe potuto essere piuttosto tedioso e complicato. 

«Qualcosa ti preoccupa?»  

Le figura di Pistolero Spaziale apparve accanto a lui sotto forma di spirito, seguito a ruota da Cacciatore di Taglie, Pinguino, Osservatore di Stelle Astrale, Cipher Dragone e Lunarsegugio, quest’ultimo si accoccolò proprio sulle sue ginocchia.  

Sebbene si considerasse un tipo quasi solitario e amasse i momenti di solitudine, egli non lo era mai veramente, i suoi mostri erano sempre al suo fianco, pronti a sostenerlo ed aiutarlo, non lo avrebbero lasciato per nulla al mondo, e la cosa non poteva che fargli piacere.  

«Sai che puoi dirci tutto» dichiarò il piccolo wyrm dalle ali semitrasparenti  

«Sto bene, ragazzi» ribatté lui riponendo il manufatto nella sua tasca «È solo che sono un po' intimorito da ciò che mi riserverà il futuro, visto che ci attendono sfide sempre più ardue, tra cui quella di impedire che una bestia primordiale e sanguinaria possa risvegliarsi da un momento all’altro, e non so se ne sarò all’altezza» 

«Il grande Shiyuki Tenjo che si lascia sopraffare da pensieri del genere? Ora posso dire di averle viste tutte» questa volta a parlare fu il dragone dalle scaglie candide come la neve  

«Chiudi il becco tu» lo ammonì il canide dal manto bluastro  

«Qualunque cosa sia, la affronteremo insieme» Il suo immancabile Occhi Stellari fece la sua trionfale apparizione, emettendo un poderoso ruggito  

«Ben detto, spilungone» rispose il pennuto che indossava una simil tuta da astronauta  

«Che si tratti di salvare il mondo o aiutarti in un semplice duello, noi saremo sempre al tuo fianco e potrai sempre contare su di noi» affermò il guerriero dal casco futuristico sollevando il pollice verso il ragazzo «Tranne quando finalmente ti dichiarerai ad Isabel, lì te la dovrai cavare da solo»  Tutti gli spettri presenti esplosero in una fragorosa risata, cosa che fece leggermente irritare ma allo stesso tempo sorridere il giovane   

«Ma piantatela» replicò lui mettendo quasi il broncio «Comunque, grazie! Non saprei cosa farei senza di voi»   

«Puoi dirlo forte, amico» ribatté il pistolero, apprestandosi insieme ai suoi compagni e a quello che poteva definire come uno dei suoi migliori amici e maestro, ad ammirare quello spettacolo naturalistico così pieno di significato e magia.  

Ignari della piega che avrebbero preso le loro avventure, oramai che gli eventi avevano già cominciato il loro moto ....... 

 



Salve gente, eccoci finalmente giunti al capitolo 10 di questa fanfiction che spero stiate apprezzando, colgo l'occasione per augurarvi anche se in notevole ritardo un Nuon Natale e felice anno nuovo, nonchè buona festa della Befana, visto che il capitolo verrà pubblicato proprio in questo giorno.
Comunque, si è concluso finalmente questo piccolo mini-arco che fungeva da introduzione per la storia vera e propria, quindi io vi rngrazio per essere giunti sino a qui e per averla seguita con quella che spero sia trepidazione e curiosità. Vi aspetto al prossimo capitolo. Ne succederanno delle belle ;)
Bye!

   
 
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