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Autore: marple92    07/01/2022    1 recensioni
[Imma Tataranni]
Una soffiata arrivata in procura cambierà la vita di Imma....e non solo la sua.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 
 
Per Imma era stata una giornata tranquilla prima che il procuratore Vitali e Calogiuri entrassero nel suo ufficio, il primo sedendosi davanti alla sua scrivania e il secondo rimanendo in piedi, teso, vicino al muro.
Le basta guardare la posa rigida di Calogiuri per capire che quella visita inaspettata del procuratore in persona non è dovuta a nulla di buono.
“Procuratore, a cosa devo l’onore…?” Al tono ironico della dottoressa seguì una espressione dell’uomo per niente confortante. 
“Dottoressa, è difficile per me dirle quello che sto per dirle”
“Avete fatto tanta strada per venire fino a qui…dite”
“E’ arrivata una segnalazione da un informatore. Stanno per preparare un agguato e la vittima sarebbe lei dottoressa”
“Ah!” Istintivamente si rivolge verso Calogiuri che le lancia una timido sguardo rassicurante.
“So quanto si fida del Maresciallo Calogiuri e prima di venire qui è proprio con lui che mi sono confrontato e abbiamo convenuto di metterla sotto scorta”
“Procuratore non credo…”
“Non accetto repliche Dottoressa. Lei è uno dei miei migliori magistrati e non la lascerò sotto il tiro di un cecchino. Non ho intenzione di correre rischi! Da oggi il Maresciallo Calogiuri sarà la sua ombra e predisporrò il suo trasferimento in una struttura sicura fino a quando non avremo espletato gli opportuni accertamenti.”
Raramente aveva visto il procuratore Vitali cosi fermo sulle sue decisioni e non ci volle molto per capire che la situazione fosse sicuramente più preoccupante di quello che le stavano dicendo. 
“Procuratore Vitali, io ho una famiglia, un marito e una figlia. Non ho intenzione di abbandonarli per le parole di un informatore che non sono neppure state verificate…So il rischio che corro, l’ho sempre saputo io e l’hanno sempre saputo i miei familiari” ma non finisce di parlare perché viene interrotta di nuovo.
“Pensi a loro Dottoressa, lei è un bersaglio che cammina e averla di fianco potrebbe essere molto pericoloso…e in ogni caso non si tratta di una segnalazione senza importanza, è una fonte attendibile e verificata e, come le ho già detto non intendo, rischiare.”
“Verificata da chi? Se non le dispiace vorrei verificarle da sola le informazioni che mi riguardano! Ed in ogni caso se è pericoloso come dice, potrebbe esserlo pure per Calogiuri. Voglio che sia tenuto fuori da questa situazione” esclama subito Imma lanciandogli una rapida occhiata non vuole assolutamente che lui pensi ad una mancanza di fiducia.
“Io sono addestrato Dottoressa” per la prima volta la sua voce risuona nella stanza
“Io non voglio che corri questo rischio per me…..” I loro occhi si incontrano di nuovo e questa volta Imma palesa tutta la sua preoccupazione anche per lui. 
E’ Vitali a interrompere il loro gioco di sguardi: “Dottoressa hanno assoldato un cecchino americano arrivato a Matera con il solo scopo di farla fuori. Abbiamo predisposto posti di blocco e allertato tutta l’arma sul territorio, compresa l’unità cinofila. Chiamerò anche l’esercito se sarà necessario!”.
“Si…e il papa per darmi l’estrema unzione!“ Imma inizia a mostrare tutta la sua insofferenza alla situazione. Non lei piace che qualcuno decida della sua vita e la metta di fronte al fatto compiuto. 
“Noto che non perde il suo sarcasmo neanche nelle situazioni più gravi. Ma questa volta non le servirà per convincermi. Ha già fatto una volta di testa sua ignorando le parole di Lombardi e si sono visti i risultati, questa volta si fa come dico io, Sostituto procuratore Tataranni. E’ un ordine.”
“Posso almeno avvisare la mia famiglia?” Chiede in tono di sfida.
“Ha poco tempo. Il maresciallo la accompagnerà a casa dove potrà parlare con i suoi familiari e preparare una borsa. Poi vi trasferirete in una località segreta di cui solo noi tre saremo a conoscenza.”
“Vi trasferirete?” È la domanda di Imma a cui il plurale non piace per niente.
“Adesso il Maresciallo le spiegherà tutto. Io vado a dare ordine affinché portino un auto con i vetri antiproiettile per lo spostamento”.
Il procuratore si alza e lascia l’ufficio. Imma si mette le mani tra i capelli e Calogiuri si siede davanti la scrivania.
“Che sta succedendo Calogiù? Chi è questo informatore?”
“Il compagno di cella di Romaniello! Nonostante sia in carcere, Romaniello ha molto agganci dentro e fuori e fargliela pagare è diventato il suo unico obiettivo.”
“Non gli è bastato incendiare il locale di mio marito…sapevo che avrebbe alzato il tiro per fermarmi”
“No Dottoressa, il suo intento non è più solo fermavi. Si vuole vendicare. Da quello che dice la Dia è entrato in conflitto anche con i Mazzocca ed è ormai una scheggia impazzita. E’ una mina vagante e questo lo rende ancora più pericoloso. L’informatore dice che dall’America è arrivato un vecchio componente del clan, imparentato con i Romaniello, noto agli uffici con il soprannome di “Cecchino”. Dobbiamo trovarlo prima che sia lui a trovare voi. ”
“Che cos’è questa storia che ci dobbiamo trasferire?”
“I miei nonni avevano una piccola casa a Cirigliano. E’ un pò isolata rispetto al paese ed è ormai chiusa da quando i miei nonni sono morti. Con il procuratore Vitali abbiamo pensato che potrebbe essere un posto sicuro dove stare fino a quando non si risolverà questa situazione. E’ una casetta modesta e non darà nell’occhio. Proprio per questo molto sicura.”
“E ci andremo io e te…?” 
“Si Dottoressa, meno persone coinvolgiamo e meglio è. Saremo solo noi due.”
Le guance di Calogiuri assumono un colorito rossastro che non preannuncia nulla di buono. Smaltita l’agitazione per la notizia del pericolo, entrambi realizzano che saranno costretti a dividere la stessa casa e gli stessi spazi. 
“Dottoressa non vi dovete preoccupare. La casa non è grandissima ma ci sono due stanze e io non … non…” Calogiuri abbassa lo sguardo imbarazzato e Imma alza gli occhi al cielo perché se può mettere le mani sul fuoco sulla correttezza di Calogiuri non può dire lo stesso per sè stessa. Già una volta ha perso la testa e l’ha baciato nel suo ufficio. Ma da soli, in una casa sperduta tra i sassi è un’altra cosa. 
“Non ti preoccupare Calogiuri, mi fido di te – è di me che non mi fido pensa tra se e se-. Spero che non avrai problemi con la Matarazzo”
“Io e Jessica ci siamo presi una pausa” sgancia la bomba Calogiuri guardandola dritta negli occhi in quello che è un chiaro messaggio. 
Imma ha la forte tentazione di chiedergli se sia stato lui a chiederle quella pausa e se in questa decisione c’entra anche la confessione che le ha fatto qualche sera prima in macchina. 
“Ah… bene!” anche lei si trova in difficoltà ma la porta dell’ufficio che si apre e l’entrata del Dottore Vitali mettono fine al loro scambio di sguardi e li lasciano carichi di interrogativi. 
“Spero non c’entri questa storia della scorta”
“No avevo preso questa scelta già da un po' di tempo e poi è giusto essere onesti nelle questioni di cuore. Con tutti…”
Prima che possano conquistare quel discorso, la porta dell’ufficio che si apre li interrompe. 
“Dottoressa la macchina è pronta” li informa Vitali 
Calogiuri, rientrando nel suo ruolo, la scorta fuori dall’ufficio con la mano appoggiata alla sua schiena in modo tanto impercettibile che lei neanche se ne rende conto. 
“Adesso mi aspetta la parte più difficile” sussurra Imma quando Calogiuri accosta l’auto sotto casa sua e lei lo prega di aspettare fuori. 
Calogiuri rimane in allerta, guardandosi intorno con fare circospetto e attento ad ogni minimo rumore e movimento. Riesce a sentire forti e chiare le urla di Valentina che la accusano di essere una madre egoista e irresponsabile, sente la voce concitata di Imma e il rumore di un piatto rotto. Poi il silenzio e ancora voci che fatica a distinguere, ma gli sembrano maschili e quindi immagina che siano quelle del marito di Imma.
Prova una strana empatia nei confronti di quell’uomo. Si chiede cosa proverebbe se fosse costretto a lasciar andare da sola la donna che ama. Tira un sospiro di sollievo al pensiero che l’unica donna che ama, pur se in pericolo, sarà sotto la sua protezione.
Passano decine di minuti prima che la porta di quella casa si spalanchi di nuovo. La donna esce con un bagaglio leopardato tra le mani e gli occhi lucidi, ha l’espressione provata di chi sta per fare un salto nel vuoto.
“Andiamo!” si limita a dire senza guardarsi indietro. La voce roca e la tristezza nel cuore.
Ancora una volta la mano di Calogiuri si sofferma sulla sua schiena. Questa volta il contatto è meno leggero del precedente. Le lascia una lieve carezza mentre la scorta verso l’auto di servizio, è il suo modo di dirle: “Andrà tutto bene!”.


ANGOLETTO. 

Ho sempre evitare di scrivere storie composte da più capitoli ma mentre scrivevo quella che doveva essere una one shot le idee sono affiorate tutte insieme.
E quindi eccoci qui. Questa volta con una long. 
Una soffiata arrivata in procura costringerà la nostra Imma lontana da Matera sotto lo sguardo attento e vigile di Calogiuri. 
Si ritroverà in una casetta antica sperduta tra i sassi in compagnia della sua scorta e tanto tempo a disposizione che la costringerà a fare i conti con se stessa, anche a costo di sacrificare i suoi principi.
E se la "nuova vita" le piacesse più della precedente?! 
Lo scopriremo insieme se vi va ... Vi aspetto nel prossimo capitolo. 

PS. RAITING ARANCIONE in previsione dei prossimi capitoli. 
 
  
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