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Autore: ONLYKORINE    07/01/2022    2 recensioni
Diversi tipi di esercizi di scrittura:
-Dialogo fra due persone con punti di vista differenti
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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esercizi-2

Raccontate di una ragazza che a va fare shopping con la sua migliore amica. Scrivete quattro versioni diverse di questa narrazione, ognuna ambientata in paesi, culture, epoche storiche, condizioni sociali etc diverse tra di loro. (max. battute)

Nutrimento dell’anima

-

Napoli, 1944

Anna e Maria percorsero con passo svelto e misurato il tragitto lastricato fino alla chiesa.

“Ci ammazzeranno” piagnucolò Maria, senza per questo fermarsi.

“Non lo saprà nessuno”. Anna prese la mano dell’amica e la strinse per darle forza.

Arrivate alla chiesa, s’intrufolarono all’interno tramite un ingresso secondario. Entrambe le ragazze rabbrividirono nei loro cappotti e nei cappucci calati sulle teste: era quasi inverno e il gelo era nell’aria come la guerra negli animi e nei cuori.

Si avvicinarono a un uomo alto e dinoccolato, vestito di scuro.

“Lo avete trovato?”

Lui le scrutò e annuì con il capo. “Mi hanno quasi fermato. Sto correndo un rischio enorme…”

Anna respirò forte e si morse un labbro per non rispondere malamente. Si slacciò un bottone e infilò la mano dentro ai vestiti, tirando fuori due sacchettini marroni.

“Ho farina e caffè” mormorò.

“Voglio di più.”

Il suono che uscì dalle labbra di Maria era angosciante. “Anna, andiamo via…”

“Non si può nutrire solo il corpo, Maria” disse l’amica, intuendo quello che voleva dire la ragazza.

“Non possiamo morire di fame!”

“Non vedo che differenza faccia. Anche l’anima va nutrita, altrimenti muore tutto” spiegò Anna. Maria scosse la testa.

“Almeno facciamo presto.”

Guardando la faccia sconsolata di Maria, Anna propose: “Posso avere una manciata di zucchero. Nient’altro”.

L’uomo annuì e le passò un sacchetto marrone in cambio della sua mercanzia; Anna lo nascose nel cappotto e poi le ragazze uscirono per tornare a casa.

“Salteremo il pasto per due giorni” piagnucolò Maria, entrando nel soggiorno.

“Ma questo ti rimarrà nel cuore per tutta la vita” disse Anna, mostrando l’acquisto: un piccolo libro privo della copertina. La prima pagina intitolava: “Poesie di E.A.Poe”.

(1766 battute compreso il titolo)

***

Il mondo non gira intorno a te

-

New York, 1984

“Che palle, mio padre ha detto: ‘Solo cinque vestiti questa volta, Marie’. Che cazzo vuol dire solo cinque? Io me ne compro quanti voglio!” Marie si sedette in poltrona, dando a Philippe, il commesso, il cappotto e ordinando champagne. “Non posso venire a una sfilata esclusiva e poi contare i vestiti che voglio comprare! Non si rende conto?” Marie, sempre più sbigottita, si sedette vicino all’amica Anne, che le sorrise.

Philippe portò un vassoio con due flûte e il carnet dove le ragazze avrebbero segnato i capi della sfilata autunno/inverno 84/85.

“Oh, guarda chi c’è, Anne! Mrs.Brook.” Marie appoggiò il bicchiere. “Sai che ho sentito che sta divorziando dal marito? Dicono che lui si sia trovato una ragazza più giovane!”

Anne guardò verso la donna indicata dalla sua migliore amica, che fece un cenno del capo a tutte e due, e poi guardò Marie. “Chi te lo ha detto?”

Nel frattempo i vestiti sfilarono sulla passerella, ma nessuna delle clienti li osservò.

“L’ho sentito al circolo. Sembra che lei sia una di qua. Devo assolutamente scoprire chi è. Oh, guarda che bella quella gonna!” Marie, che sapeva concentrarsi su più fronti, indicò un indumento.

Quando scrisse sul carnet il numero del vestito che stava sfilando, per comprarlo alla fine dell’incontro, vide Mrs.Brook scrivere ed esclamò verso Anne: “Ha segnato anche lei! Vuole il mio vestito!”

“Ma no, Marie, vedrai che…”

“No, no. Sai cosa faccio? Ora scrivo tutti i vestiti che segna lei.”

“No, Marie…”

Ma Marie non l’ascoltò e scrisse tutti i numeri dei capi che sfilavano quando Mrs.Brook scriveva sul foglio.

Philippe, a fine sfilata, venne a ritirare i carnet, ma quando andò da Mrs.Brook tornò indietro verso di loro invece di uscire.

Quando diede il foglietto piegato a Anne, Marie la guardò incuriosita.

“Sai, Marie, non esisti solo tu. E non è Mr.Brook ad aver trovato un’amante” spiegò lei, mostrandole il contenuto del foglietto.

(1938 battute titolo compreso)

*

Zuppa di cipolle

-

Londra, 1843

“Mary!” Annie corse incontro all’amica. “Ce l’hai fatta!”

“Stasera Mr.Blank si fermerà a cena e la cuoca preparerà arrosto al forno con patate. Devo comprare le patate. Ci toccherà mangiare la zuppa di bucce, a noi della servitù. Io speravo zuppa di cipolle…”

Mary parlottava da sola, mentre con l’amica passeggiava fra i banchi del mercato.

“Mary, devo dirti…”

“Lady Root vuole far colpo su Mr.Blank perché così corteggerà Miss Prudence: ha paura che resti zitella.”

“Mary, ascolta…”

“Secondo te, se Miss Prudence sposasse Mr.BlanK, io potrei diventare la sua cameriera personale? Potrei trasferirmi…” Mary continuava a parlare e si interruppe solo per chiedere informazioni al mercante. “Ma queste patate sono tutte germogliate!”

“Non troverai patate più buone” l’assicurò lui. Mary trattò sul prezzo e mise cinque patate nella rete.

“Mary… Ma tu vuoi fare la cameriera per sempre? Non vorresti, un giorno, avere casa tua o decidere il menù?”

“Potrei avere casa mia solo se sposassi un duca!” scherzò Mary. “Sai che è impossibile non ha senso neanche pensarci”.

“C’è un posto dove non esistono conti e lord. Dove le persone sono tutte uguali, dove puoi diventare ciò che vuoi.”

“Non esiste un posto così, noi siamo nate nei sobborghi, Annie. Puoi sperare di sposare un brav’uomo, ma il resto, sono solo sogni a occhi aperti.”

 “Mary, io voglio decidere di cosa sarà la mia zuppa” le disse ancora l’amica, pagando una cipolla e, consegnandogliela, continuò: “Non starò qua a farmi dire come devo vivere. Fra tre giorni parto per il Nuovo Mondo. Vieni con me, mangeremo zuppa insieme”.

Mary prese la cipolla e la guardò. “Le ex colonie?”

“Sì! Lì tutti hanno gli stessi diritti, non importa da dove vieni, ma quello che fai!” Mary, però, continuava a spostare lo sguardo dalla cipolla ad Annie. “Vieni con me”.

“E se va male?”

“E se va bene?”

Mary guardò le patate e poi la cipolla. Poi alzò la testa. “Zuppa di cipolle!”

Annie annuì, rise e Mary la imitò.

(1966 battute compreso il titolo)

*

La felicità non è in vendita da Zara

 

“Entriamo da Zara!” Anna spinse la pesante porta a vetri e le due ragazze entrarono in quel mondo di profumi, tessuti e magia che molte adolescenti bevono con il latte materno.

 “Guarda com’è bello questo!” Secondo Maria, l’abito che le mostrava Anna era poco più di uno scampolo di stoffa: un tubino, probabilmente, senza spalline, con un corpetto di pizzo per lo più trasparente e una gonnellina stretta arricciata in fondo.

Si diressero al camerino ed entrarono insieme.

“Voglio metterlo per la festa della scuola. Sai che invidia per quelle stronze della 4E?” bagolò Anna, mentre si slacciava il reggiseno.

Maria lo prese al volo quando lei glielo lanciò, si alzò dallo sgabello e aiutò l’amica a indossare l’abito, tirando poi la zip del vestito dell’amica. “Sembri una prostituta di lusso…” disse, osservandola dallo specchio.

“Di lusso? Allora una escort!” Anna rise e tirò fuori il cellulare per fotografarsi e mettere la foto su Instragam. “Così quello stronzo di Luca si pentirà di non avermi invitato!”

“È sempre una prostituta, anche se la chiami escort.”

Anna alzò le spalle e guardò lo schermo del telefono. “Dai andiamo via…”

Si rivestì e, camminando verso la cassa, prese al volo un completino intimo senza neanche controllare la taglia. “Prendo anche questo!”

Alla cassa Maria prese un piccolo libricino con il disegno di un gattino e pagò subito dopo Anna.

“Hai preso solo quello, Maria?”

“Sì, ho comprato qualcosa che volessi davvero” rispose, sfogliando le pagine ancora bianche e immaginando già di riempirle di disegni.

“Io non sono felice se compro poche cose.”

“E cosa ti rende felice?”

Anna rise di una risata vuota, mostrando un paio di orecchini che non erano passati dalla cassa.

Maria spalancò gli occhi e, quando si voltò, Anna la guardò con invidia.

(1.803 battute compreso il titolo)



Tengo tantitissmo a queste 'tracce' perchè mi piace lavorare su traccia e perché mi dà sempre una mano a spaziare, pensare a nuove scene, nuovi itinerari e quant'altro.
Questo era il compito per il corso di giallo indetto ha HorrorThings e ringrazio l'insegnante per aver permesso di pubblicare (a fine corso) il mio lavoro, anche se ho abbandonato.
Spero vi siano piaciute :-)

   
 
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