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Autore: Khailea    07/01/2022    0 recensioni
La fiction si basa sul gioco Pokémon Ranger Tracce di Luce, riguarderà una mia partita nel gioco ed io descriverò ogni battuta, ogni passaggio e descriverò tutto ciò che vedrò. Potranno venir aggiunte alcune battute o addirittura alcune scene e tutta la serie racconterà anche delle sensazioni dei personaggi.
E' già presente anche la fiction del gioco Pokémon Ranger: Ombre su Almia
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Martino fu il primo a uscire, seguito a ruota da Alessandra e Pichu ukulele, ma quest’ultimo una volta fuori sembrò notare qualcosa e corse verso il centro della piazza.
-Pichu? Cosa c’è?-
Non li avevano notati, ma davanti alla fontana tre persone stavano facendo un picnic, con tanto di tavolo e tazzine da thè. Tra di loro c’erano la signora che avevano conosciuto poco prima, Vanessa , Ascanio e il mago Magoss.
-Sei tu il Pichu di Dolcegoccia?- chiese Ascanio accarezzandogli la testolina, riconoscendo poi Alessandra.
-Oh, quindi era il tuo Pichu! Grazie mille per l’altra volta alla Grotta Lima.-
-È stato un piacere.- rispose Alessandra.
-Alessandra, conosci quella persona?- chiese Martino.
-Sì, vive a Cocona. Mi ha aiutato con un problema con i Bricconieri.-
-Ehi! Alessandra! Trucco e trucchetto, buongiorno!- la salutò Magoss.
-Buongiorno anche a lei.-
-Che strano modo di salutare…- commentò Martino. -Alessandra, conosci anche lui?-
-Sì, è un mago molto popolare a Diagonalia.-
-Ranger! Siete riusciti a incontrare il maestro dei tappeti?- chiese Vanessa.
-Ehmmm… Va… va…-
Martino sembrò dimenticare il nome della donna, e questo notandolo lo urlò spazientita.
-Vanessa! Ma non state lì in piedi, prego venite a sedervi qui al tavolo. Lasciate che vi inviti a unirvi a noi per un sorso di thè.-
Dopo la figura che aveva fatto era difficile rifiutare, e in ogni caso non mangiavano da ore.
Una pausa non avrebbe fatto sicuramente male.
-Che coincidenza incontrarvi tutti qui.- disse la Ranger sedendosi tenendo Pichu ukulele sulle ginocchia.
-Siamo un gruppo di amici, ci conosciamo da una vita.- cominciò Vanessa.
-Ci siamo riuniti tutti oggi perché dopo tanto tempo Vanessa è venuta a trovarci a Solfonia.- disse Ascanio.
-Da giovani noi quattro abbiamo girato il mondo in lungo e in largo!- esclamò la donna con fare sognante, perdendosi nei ricordi.
-In tutto siete… quattro?- chiese Martino contandoli.
Al momento erano solo in tre.
-Oh, in effetti manca qualcuno… il dottore è in ritardo.- commentò Magoss.
-Ultimamente è davvero richiestissimo. A Oblivia lo cercano tutti!- continuò Vanessa.
Ascanio distolse un istante gli occhi dalla conversazione, sorridendo guardando in fondo alla strada. -Oh, eccolo che arriva!-
Un uomo in camice bianco con dei simpatici baffi arricciati stava correndo verso il trio muovendo la mano, riprendendo fiato solo arrivato accanto alla sedia.
-Scusate! Scusate! Uno dei miei pazienti non la smetteva di parlare!... ma guarda chi c’è! Ciao Alessandra! Ti trovo proprio in forma, e che bella abbronzatura!-
-Grazie dottor Edo, viene direttamente dal vulcano di Solfonia.- sorrise la ragazza.
-Dott. Edo… pare che vi conosciate molto bene. non sarà mica qualcuno di famiglia?- azzardò Vanessa.
-Se fosse parte della mia famiglia, ogni giorno ci sarebbe davvero da divertirsi. Ma purtroppo non è così. È un simpatico Ranger che si dà da fare per risolvere i problemi di Oblivia. A proposito, come procede il vostro incarico?-
-Stiamo per andare sul Monte Sorbetto a proteggere Articuno da dei farabutti.- spiegò Martino.
-Capisco. Allora immagino che non abbiate tempo da perdere per sorseggiare un thè con noi vecchietti.-
-Grazie per l’invito, ma purtroppo non possiamo. Sarà per un’altra volta.- si scusò il ragazzo.
Il dottore lo guardò comprensivo. -Non dev’essere facile fare il Ranger. Vorremmo davvero potervi aiutare, ma nessuno di noi è originario di qui. siamo vecchi, ma dei fatti antichi di Oblivia non sappiamo nulla.-
-Riguardo alla storia di Oblivia ci sta aiutando molto Lucia, la moglie di Raimondo. Ne sa davvero moltissimo, quindi per quello ci affidiamo a lei. È un’archeologa bravissima.- la lodò il ragazzo.
-Martino, attento a quello che dici…- lo avvertì Alessandra.
Di per sé non la preoccupavano i quattro, ma erano comunque in mezzo a una strada e i Bricconieri erano sull’isola. Se l’avessero sentito Lucia avrebbe potuto essere in pericolo.
-Oh oh oh, un’archeologa? Perfetto!- esclamò il dottor Edo.
-Scusate se vi abbiamo disturbati.- disse Martino alzandosi da tavola.
-Scusateci voi per avervi trattenuto con le nostre chiacchiere. Con degli ospiti così giovani mi sembra di essere ringiovanito anch’io di dieci anni!- rise Magoss assieme a Vanessa.
-Come per magia! Ahahah!-
-Pichu!-
-Se otterremo qualche informazione vi contatteremo subito!- disse Ascanio guardandoli.
-E nello sfortunato caso che dobbiate farvi male, venite da me, ci penserò io! Mi raccomando però, cercate di fare attenzione!- aggiunse gentilmente Edo.
Alessandra annuì grata.
-Forza, andiamo al Monte Sorbetto!-
Nuovamente Martino era già partito alla carica, con Alessandra e Pichu ukulele che dovettero correre per stargli dietro.
Conoscevano già l’ingresso del monte, l’avevano intravisto prima della ricerca di Suicune, arrivati tuttavia notarono ci fosse qualcosa che non andava.
Il signore che prima li aveva fermati dal proseguire era a terra, massaggiandosi la testa.
-Va tutto bene?- chiese Alessandra inginocchiandosi ad aiutarlo.
-Quei tipi di poco fa! Hanno deciso di proseguire nonostante li avessi avvertiti del pericolo! E pensare che non sono nemmeno dei Pokémon Ranger!-
-Erano turisti?- chiese lei corrugando la fronte.
-Sicuramente. Erano vestiti tutti di verde, come se fossero in gita scolastica, ma erano tutti adulti, ne sono sicuro.-
C’era solo qualcuno che poteva andare verso il monte nonostante il pericolo, i Bricconieri.
-Signore, lei rimanga qui. Andremo noi a controllare.-
-Picchu pichu!-
-Oh, grazie! Non potrei sopportare di sapere che c’è qualcuno intrappolato lassù. Fate attenzione!-
Annuendo i due Ranger attivarono le torce nei propri Styler, avventurandosi nella grotta, avvertendo sulla pelle un vento gelido.
Le lisce pareti in roccia erano prive di torce o appigli, e alla loro destra con grande sorpresa i tre videro una lastra di ghiaccio che ricopriva la superficie. Un Pokémon alto la metà di Alessandra, simile a un pinguino dalla testa gialla ed il corpo blu, camminava sereno lì vicino, guardandoli senza timore.
Siccome erano in una zona che non conoscevano la ragazza preferì catturarlo in caso avessero avuto bisogno di Pokémon simili. Nonostante il comportamento pacifico il Pokémon si rivelò piuttosto contrario a riguardo, attaccandola creando delle bolle e delle sfere d’acqua che produssero delle ampie pozzanghere a terra, muovendosi senza mai distogliere lo sguardo in segno di sfida.
Il suo nome era Prinplup, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Taglio 2”, “Soffia bolle contro l’avversario rendendolo lento.”.





Il sentiero almeno per il momento era molto stretto, e così non poté evitare di imbattersi in un altro Pokémon, decisamente più piccolo, dal corpo viola e con quello che sembrava un casco in testa, catturarlo però non richiese alcuna fatica visto si limitò a muoversi lungo il perimetro di cattura per tutto il tempo.
Il suo nome era Bagon, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Azione 1”, “Lancia enormi palle di fuoco in direzione dell’avversario.”.





Trovarono un altro Prinplup e un Bagon poco più avanti, dove il sentiero si apriva al centro di quello che sembrava un laghetto sotterraneo, ghiacciato dalla bassa temperatura.
La strada proseguiva tutta in salita, e la temperatura scese vertiginosamente quando arrivarono all’uscita, dove vennero accolti da un’immensa distesa innevata.
La luce del sole contro la neve per poco non li accecò.
-Eee… eee… etciù!- lo starnuto di Martino echeggiò per l’intera montagna. -La nostra sarà anche un’uniforme a tenuta termica, ma fa freddo su questa montagna innevata.-
-Come stai Pichu?- chiese Alessandra preoccupata.
-P-p-picchu!-
-Eee… eee…- prima di starnutire ancora il ragazzo si coprì il naso con entrambe le mani. -Sbrighiamoci a salire fino alla vetta!-
Non sarebbe stata un’impresa facile, la neve era piuttosto alta, tanto che copriva per metà un cartello su cui era scritto “Qui inizia Monte Sorbetto. Prendete le vostre precauzioni contro il freddo!”, per non parlare poi del fatto che, nonostante fossero solo all’inizio, alla loro destra si apriva già uno strapiombo dall’altezza vertiginosa, dal quale si potevano vedere facilmente tutte le case del Residence Acqua.
C’erano alcuni Pokémon simili a dei coniglietti che saltellavano nei dintorni, e vedendone uno che si spingeva pericolosamente vicino al bordo Alessandra non resistette all’ansia, avvicinandosi per catturarlo prima saltasse giù.
Perfino nel perimetro di cattura il piccoletto non rimase fermo un attimo, e le uniche volte che lo fece era per preparare un salto più alto degli altri, tramite il quale generava attorno a sé un’onda d’urto per ferire la ragazza.
Il suo nome era Buneary, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Distruzione 1”, “Lancia una serie di cuori che rendono stanco l’avversario.”, per portarlo però liberò tutti gli altri Pokémon con sé, temendo il clima fosse troppo rigido per loro.




L’unica strada per proseguire era una ripidissima salita ghiacciata, senza appoggi o altro per aiutarsi, e i due Ranger scivolarono più volte dovendo appoggiare le mani sulla neve gelida. Le mani erano già diventate rosse.
-Potevamo prendere un rampino almeno!- sbuffò Martino negli ultimi sforzi per arrivare dove il terreno tornava pianeggiante, facendosi aiutare da Alessandra già in cima.
Pichu ukulele era al sicuro nel suo giubbotto.
-Coraggio Martino, stiamo andando bene.-
-Se lo dici tu…-
La salita riprese dopo neanche una decina di metri, anche se almeno era molto meno ripida, e li condusse in un gigantesco spiazzo che avrebbe potuto benissimo essere usato per le gare di scii, se non fosse stato per alcune colonne di roccia che rendevano la discesa più pericolosa.
Ce n’erano un paio già all’inizio del percorso, e proprio lì accanto trovarono due Bricconieri dai volti affaticati.
-Bricconieri?! Che ci fate voi qui?!- esclamò Martino.
-Ehi, Ranger.- cominciò uno dei due, prendendosi una pausa di un paio di secondi prima di riprendere a parlare. -Non vi conviene alzare tanto la voce qui. Non vorrete mica provocare una valanga?-
-Non dovreste sottovalutare un monte innevato come questo!-
Muovendo la mano per intimare il compagno a fare silenzio il Bricconiere si rivolse poi al Pokémon accanto a loro.
-Dai, Tyrogue. Insegna a questi sbruffoni a temere la forza della natura!-
Il Pokémon caricò un pugno con tutta la sua forza, ma invece che colpire loro mirò direttamente alla colonna di roccia vicina, lasciando un bel segno.
-Ma che fai, Tyrogue! È loro che devi colpire! Guarda che anche la minima distrazione può costare cara in montagna!- lo rimproverò uno dei due, alzando un po’ troppo la voce.
-Su, non essere così severo. Sta a guardare!- rispose l’altro con un sorrisetto sulla faccia, e la montagna cominciò a tremare. -Ecco, ora vedrete! Sapete cosa significa quando la terra trema così, vero? L’incubo bianco che tutto travolge! Preparatevi a provare sulla vostra pelle il terrore della valanga!-
Ormai sbraitava senza più controllo, ma il sorriso svanì quando si resero conto di un minuscolo, insignificante dettaglio: erano senza copertura, mentre i Ranger erano dietro alla colonna, e a giudicare dal mucchio di neve alle sue spalle non era la prima volta affrontava una valanga.
-Ah! Accidenti!-
-Levatevi subito di lì, quello è il nostro posto!-
-Non ho idea di cosa stiate parlando, ma noi da qui non ci spostiamo!- rispose imperterrito Martino.
Con la valanga se si avvicinava sempre di più e il tremore che aumentava i due uomini si lanciarono contro di loro, ma nonostante le apparenze i due Ranger, grazie all’addestramento alla Federazione, erano piuttosto forti, e riuscirono a spingerli via.
-Svelti, levatevi subito di lì!-
-Andate a cercare un altro posto!- urlò loro Alessandra, per niente intenzionata a farsi travolgere.
-Aaaaaaarrgh!!!-
-Cosa urliii?! Così peggiori solo la situazione!-
Ormai la situazione non poteva peggiorare più di così.
La valanga arrivò travolgendo ogni cosa fosse sul loro cammino, Alessandra fece appena in tempo a tirare a sé Tyrogue, prima che una coltre di neve oscurasse ogni cosa.
Trascorsero una manciata di secondi, ma sembrarono un’eternità, poi il cielo tornò a splendere sopra di loro, e il freddo non sembrava più un gran problema di fronte al resto.
Dei Bricconieri non c’era traccia.
-Tyrogue? Per fortuna tu stai bene.- disse Martino sollevato.
Il Pokémon fuggì senza provare ad attaccarli.
-Quei due proprio non li ho capiti. Da veri imbranati! Ma almeno grazie a loro noi siamo salvi.- sbuffò il ragazzo. -E abbiamo anche capito quanto siano pericolose le valanghe. Inoltre ora sappiamo che stando al riparo dietro queste rocce siamo al sicuro. Se sentiamo la terra tremare corriamo subito al riparo dietro una roccia!-
-Sì. La scalata è ancora lunga.-
Annuì Alessandra osservando la cima.
La scenetta dei Bricconieri non aveva lasciato la montagna senza problemi, nemmeno un minuto dopo la prima valanga sentirono un altro scossone, e una seconda arrivò nascondendoli nuovamente sotto di sé.
Quando riemersero dalla neve i due Ranger intuirono non sarebbe stata certo l’ultima, e si affrettarono per raggiungere la colonna alla loro sinistra.
A causa delle valanghe la neve aumentava e i loro passi rallentarono, ma riuscirono comunque a mettersi al riparo prima dell’arrivo della terza.
Lo stacco che li separava dalle altre colonne era decisamente preoccupante, però non avevano scelta e appena la valanga cessò corsero verso la più vicina, con il cuore che batteva rapido dalla paura.
Non erano ancora arrivati ma la quarta valanga era già in arrivo, lo capivano dal tremore e dai cumuli di neve che scendevano a una velocità folle.
-Coraggio!-
Alessandra dovette dar fondo a tutte le energie rimaste nelle gambe per arrivare alla colonna prima di venire travolta, e Martino si lanciò letteralmente sulla neve riuscendo ad arrivare nella zona sicura.
Prima di proseguire permisero ai loro corpi di riprendersi, superando finalmente le ultime colonne e arrivando in una nuova zona della montagna, dove solo un sentiero li separava da una terrificante caduta.
-Quassù non dovrebbero più esserci valanghe.- osservò Martino guardando verso il basso. -Sarà meglio fare attenzione però. Siamo molto in alto.-
-Tu come stai Pichu?- chiese la ragazza accarezzandogli la testa, togliendoli la neve dalle orecchie.
-P-picchu…-
-Già, anche io ho avuto paura. Ora però siamo in un punto più sicuro. Vedrai che andrà tutto bene.-
-Pichu…-
   
 
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