Fame. La fame è uno dei bisogni fondamentali dell'uomo, se questo bisogno non viene soddisfatto si va incontro a condizioni di deperimento. Se protratto per un lungo periodo di tempo, si soccombe.
L'organismo necessita di riempire quel vuoto; necessita di energia per andare avanti.
Il mio corpo: un involucro che riveste la mia anima affamata, sofferente, a tratti falsamente vuota.
Ha così tanta fame: di esperienze non vissute, di esperienze future, di risate, di divertimento, di un sano struggimento, di crescita, di obiettivi, di sogni, di avventura, di racconti, di scoperte, di sicurezza, di sincerità, di dimostrazioni, di sentimenti, di calore, di affetto, di amore, di vita, di felicità.
Così tanta fame e così poca energia per potersi sfamare in un mondo pieno di ostacoli e insidie.
Più la fame aumenta, più gli ostacoli si fanno insidiosi. Piu gli ostacoli si fanno insidiosi, più scarseggiano le forze, più si allontana da me la luce e si avvicina il buio, dal quale mi lascio avvolgere, travolgere. Mi perseguita.
La mia mano, tesa nel buio alla ricerca di un'altra mano, alla ricerca di un interuttore, si è calata devastata quando nulla ha afferrato.
I miei occhi, stanchi, hanno smesso di cercare spiragli.
La mia bocca, che assaggia spesso il sale delle lacrime, si apre per riempire i polmoni poveri d'aria. Si apre per introdurre cibo. Grandi quantità di cibo. Un alimento dopo l'altro, per placare la fame, per sfuggire ai tormenti dell'anima. Alimenti di cui non ne godo più il sapore.
Lo stomaco si riempie fino a stare male, ma l'anima rimane affamata. Colma solo di urla che non possono essere emesse. Che non riescono ad essere emesse. Che non riescono ad essere comprese. Che non possono essere comprese. Che non vogliono essere comprese.
Così, in un loop distruggente, aumenta la fame, e l'inerzia, e il buio, e le urla silenziose, e lo stomaco pieno, e l'anima vuota.