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Autore: Lita_85    08/01/2022    4 recensioni
SEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE"
Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i preparativi per il loro matrimonio. Gli equivoci divertenti e i malintesi dettati dalla gelosia saranno all'ordine del giorno, e metteranno a dura prova i futuri sposi. Riusciranno Dario e Anita a lasciarsi tutto alle spalle e arrivare indenni alla tanto attesa data delle nozze?
* Opera registrata su Patamù*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Fin da piccola avevo avuto l'assurda convinzione che l'amore vero arrivasse solo una volta. Era una certezza inossidabile ben piazzata dentro al mio cuore. Ad alimentare questa mia "fissa" erano stati anche i film Disney dove tutti i principi si innamoravano perdutamente della principessa di turno. Così, quando ho incontrato Edoardo, dopo aver conosciuto prima solo casi umani, pensai che fosse tutto perfetto. 

L'uomo dei miei sogni.

Niente di più sbagliato, niente di più fioravante, niente di più diverso da quello che era davvero l'amore. 

Per mesi vagai senza una meta. Come una foglia trascinata dal vento. Inerme. Mi chiesi molte volte dove avevo sbagliato. Qual'era stata la scintilla che aveva fatto scoppiare quella bomba. 

Pur non conoscendone appieno le motivazioni, continuai a cercare quell'amore senza darmi per vinta, anche se inciampavo spesso nella crudeltà delle sue parole. Non ero quella che lui voleva. Non mi sopportava.

Se mi avessero detto che avrei incontrato l'amore della mia vita  dentro ad un bar e che mi sarei concessa a lui a primo sguardo, gli avrei riso in faccia, e magari mi sarei anche incazzata per la volgarità della situazione. Ma lui fin da subito era stato una sorpresa.

Una dolce sorpresa. Quella che noti a prima vista sotto l'albero di natale per la sua carta regalo scintillante e per quel fiocco rosso fuoco. Quella che vuoi scartare prima di tutti, perché sai che dentro ci sarà qualcosa di meraviglioso. Proprio come lui.

Quel giorno l'avevo notato subito.

Avevo passato la serata ad aspettare Alessandro e bere quei cocktail dai nomi strani quando lo vidi entrare. 
Era stato come un'apparizione

Ricordo ancora il suo sorriso beffardo e quei meravigliosi occhi azzurri che mi guardavano ammaliatori. Mi ero sciolta all'istante.

Anche quando subito dopo si sedette al bancone non credetti possibile che un ragazzo come lui potesse interessarsi a me. Ma lui, con la sua sfacciataggine aveva già fatto breccia nel mio cuore. Lo sentivo dentro pur non volendo. Pur sapendo che fosse sbagliato.

Lo desideravo. 

Aiutata dall'alcol e da quella serata mancata, mi decisi a fare l'ultima cosa che avrei fatto in una situazione normale: Concedermi a Lui. 

Mi chiusi in quel bagno tremando e ridendo come una stupida appoggiata a quel lavandino di marmo. Stavo superando me stessa.

Credevo che lui non sarebbe mai venuto. 

Invece quando poi lo vidi entrare e chiudere la porta a chiave mi mancò il respiro. 

Mi mancò il respiro per tutto il tempo.

Lui era così passionale e irruento da farmi mancare la terra sotto i piedi. 

La sua foga era la mia. 

Mi lasciai proprio andare. Mi lasciai trasportare da lui e dalle sue mani sapienti. 

Fino a quando, dopo essere esplosa insieme a lui, non mi sentii nuovamente uno schifo. 

Non era colpa sua, era colpa mia. 

Mi sentii inadeguata e di aver fatto il passo più lungo della gamba. 

Quanto mi sbagliavo. Mi sbagliavo su tutto.

Lui era tutto quello che il mio cuore cercava. 

Tra noi non fu facile. Un mese fatto di tira molla. Fatto di pianti e litigi. Fatto di stupide gelosie e grandi paure. 

Tutto sembra perso… 
Fino a quel giorno di Dicembre dove tutto finalmente era cambiato. Noi eravamo cambiati. 
Noi eravamo l'amore, l'amore vero.


« Certo che abbiamo dato spettacolo poco fa'... », sussurrai avvicinandomi al suo orecchio tenendo nella mano destra un flut di rosé fresco. 

« Beh, posso assicurarti che non hanno visto ancora nulla… », rispose sorridendomi seducente stringendo i miei fianchi a sé. 

Le sue labbra si appoggiarono sullo zigomo sinistro, per poi scendere accarezzando la guancia arrivando dolcemente nuovamente sulle mie labbra. 
Lo guardai accennando un sorriso prima di lasciarmi rapire da quel bacio.  
Rimasi con il bicchiere a mezz'aria mentre con la mano libera strinsi il suo colletto tirandolo verso di me. Quei piccoli baci che avevo imparato ad amare, si presentarono sulla mia bocca facendomi tremare le gambe. Il sapore dello spumante che aveva in bocca, scivolò dentro la mia come la sua lingua facendomi impazzire all'istante. Assecondai quei baci volendone di più. 


« Eccoli, Tesoro!!! », la voce di mia madre sembrò oltrepassare la barriera del suono facendoci staccare all'istante nell'imbarazzo generale. 

La piccola dépendance dove si stava svolgendo l'aperitivo, ebbe una scossa da assestamento al passaggio dell'uragano Elena e consorte. 

Cercai di sistemare il vestito dal corpetto in un gesto maldestro, e bevendo tutto il contenuto del bicchiere lanciai uno sguardo preoccupato verso Dario. Quest'ultimo si pulì gli angoli della bocca cosparsi di Lip gloss sorridendo come sempre e, passandosi  la mano destra tra i capelli aspettò tranquillo l'arrivo dei miei genitori.

« Anita, tesoro! », esclamò mia madre stritolandomi in uno dei suoi abbracci. Era al settimo cielo, come biasimarla. « Caro, ma che piacere! Finalmente ci conosciamo! », continuò lasciandomi e prendendo Dario tra le braccia.

Rimasi basita. Basita dal comportamento di mia madre, ma soprattutto da quello di Dario. Era completamente rilassato anche se gli si era attaccata praticamente al collo facendolo spostare in avanti.

« Mamma! », gridai cercando di farla calmare. 

« Signora Velletri, il piacere è tutto mio! », rispose Dario con ancora mia madre tra le braccia.

« Andiamo caro, dammi del tu! Puoi chiamarmi Elena! », affermò mia madre dando delle piccole pacche sul torace di Dario. 

« Ok, Elena… », replicò sorridendo  lanciandomi uno sguardo divertito.

Volevo sprofondare. 

« Elena, forse è meglio che dai un po' di tregua ai ragazzi… », disse imbarazzato mio padre grattandosi la testa. 
 
« Fabrizio, ma non sto dicendo nulla! Sono solo molto contenta per loro! E poi tu non hai niente da dire? »

« Ci sei tu che stai facendo gli onori di casa… »

« Ecco, finalmente qualcuno normale! », esclamai guardando mio padre con gratitudine.

« Anche se, vorrei fare un discorsetto con il tuo ragazzo per quanto riguarda la contraccezione in virtù dei vostri trascorsi… »

« Papà?! Ma cosa dici?! », sbiancai solo al pensiero di vederli insieme a discutere della mia vita sessuale. Afferrai di fretta e furia un calice di spumante portato da una cameriera che girava per la sala, buttandolo giù senza pensarci troppo. 

Volevo sprofondare 2.0

« Signor Velletri, capisco la sua apprensione, ma non deve preoccuparsi, sono molto sensibile su questo argomento… Ora, con il vostro permesso, e senza nessun imbarazzo, mi dedicherei a quegli stuzzichini che sembrano davvero deliziosi! », così dicendo prese la mia mano sorridendomi complice e, salutando i miei con un cenno del capo ci avviamo verso quel famigerato banchetto. 

Iniziai a ridere anche io mentre sparivamo tra gli invitati. Di certo non era una conversazione da primo incontro. Poggiai il bicchiere ormai vuoto sul primo tavolo disponibile e, seguendo il passo di Dario, mi accorsi che avevamo superato anche l'ultimo tavolo con i finger food. 

« Dario? Ma dove stiamo andando? », domandai cercando il suo sguardo.

« Ho un conto in sospeso con un posto! » 

« Cosa?! Che vuoi dire?! » 

« Lo vedrai… », rispose facendomi l'occhiolino.

Sorrisi come una scema. Non sapevo bene che intenzioni avesse, ma non stava cercando la tartare di gamberi.

Camminavamo a passo veloce tra una stanza all'altra con le nostre risate e il rumore di sottofondo delle nostre scarpe che sbattevano contro il marmo bianco. 
Strinsi il mio vestito ben saldo nella mano destra facendo volteggiare il tessuto tra i divani.

Ci ritrovammo nella zona salotto dopo aver oltrepassato un paio di porte, per poi ritrovarci di fronte ad una stanza che riconobbi subito: Lo sgabuzzino.

Lui aprì la porta velocemente e con la stessa velocità mi fece entrare insieme a lui. Non era cambiato nulla. C'era ancora quel mobiletto bianco che ricordavo e quegli scaffali con tutto l'occorrente per la pulizia della casa. 

Dopo aver dato un'occhiata veloce a quel posto così famigliare i miei occhi si posarono su di lui mentre si toglieva la giacca. 

Deglutii a fatica. 

Era tremendamente bello e il suo sguardo era carico di desiderio. 

Allentò la cravatta con dei colpi decisi per poi farla scivolare a terra non distogliendo mai lo sguardo da me. Stessa cosa fece con i polsini arrotolandoli goffamente, infilando i gemelli dentro la tasca dei pantaloni. Ero come ipnotizzata.

Le sue mani strinsero il mio corsetto sollvandomi di peso, per poi sistemarmi sopra quel piccolo mobiletto bianco. Ansimai sentendo il fresco del legno attraverso quello estratto di raso che faceva parte del mio vestito. Subito dopo cercai il suo sguardo interrogativa. 

« Dario… che cosa fai? »

« Metto in pratica quello che ho detto a tuo padre… »

« Ma tu sei pazzo… », dissi strisciando le mie mani sul suo gilet guardandolo estasiata.

« No, sono solo innamorato… », mormorò lui sollevando piano la mia gonna scoprendo completamente le gambe e il mio intimo. 

Tornò strisciando su di esse accentuando i movimenti con i pollici all'interno delle cosce, per poi fermarsi davanti al pube massaggiandomi. Il cuore mi esplose in petto.

Gemetti stringendolo tra le mie braccia 

Le sue mani ben salde all'estremità dell'inguine stringevano la mia carne mentre i pollici continuavano il loro lavoro sulla mia parte più sensibile. 

Le sue labbra, che nel frattempo si erano appoggiate sul mio collo, lasciavano su di esso dei baci caldi e bagnati tra i suoi gemiti. 

Sentivo il calore del suo respiro ogni qualvolta si fermava per riprendere fiato o gemere anche lui. 

Strinsi il suo collo a me mentre lo chiamavo in supplica tra gli spasmi del mio corpo. 
Seguitai a muovermi seguendo il suo ritmo quando finalmente lui tornò sulle labbra mangiandomi. Lo afferrai per le mascelle mangiandolo a mia volta. La sua lingua, impregnata del mio profumo, iniziò una battaglia senza impari con la mia lasciandomi senza fiato. Lo desideravo più di quanto potessi pensare.

I suoi movimenti diventarono sempre più veloci e decisi mandandomi all'altro mondo.
Stavo per arrendermi sotto il suo dominio quando sentimmo una voce da dietro la porta.
  
« Scusate?! »

Dario si fermò all'istante rimanendo fermo sulle mie labbra ansimando. Feci lo stesso nella speranza di non essere scoperti. Sicuramente qualcuno aveva sentito i miei gemiti incontrollati al di là della porta.

« Da, lo so che siete lì dentro… vi ho visto entrare… e poi la urla di Anita si sentono fino a Milano… quindi fate voi… », la voce di Saverio da dietro porta ci scosse e meravigliò allo stesso tempo. 

« Cazzo… » sibilò Dario poggiando i palmi delle mani ai lati del mio viso provocando una delle mie risatine.

« Ascoltate, per quanto io ami le scopate per cena, siete costretti a finirla qui… Sono già tutti seduti ai tavoli e Mirko ha già dato di matto… quindi fate un po' voi bis! » 

Lo guardai ancora con il sorriso tra le labbra. Per quanto Saverio ci avesse rotto le uova nel paniere, non la smettevo di ridere e baciare il suo viso incavolato. 

« Lo trovi divertente? », sussurrò stringendo il labbro inferiore tra gli incisivi. I suoi occhi brillavano.

« Lo trovo sexy… » 

« Sexy? Come minimo ho bisogno di una doccia gelata! Ho il pisello dritto come il palo della luce! Come posso uscire da qui? », esclamò sottovoce guardandosi verso i gioielli di famiglia. 

« Non so proprio come aiutarti… », continuai con tono divertito ridendo per quella situazione hot. 

« Io un'idea ce l'avrei… », affermò ritornando sul mio collo prendendolo a piccoli morsi.

Iniziai a ridere a squarciagola gola stringendolo nuovamente tra le mie braccia. Lo amavo da impazzire.

« Lo sapete che siete davvero divertenti?! Uscite immediatamente da lì! Io non me ne vado fino a quando non vi decidete! Oddio, sto diventando la versione maschile della signorina Rottermeier! », esclamò Saverio facendo ridere Dario sul mio collo.

Pur essendo una situazione tragicomica non la smettevo di ridere.

Uscimmo svariati minuti dopo tra le mie risate e quelle di Dario che cercava di rivestirsi pur avendo la mercanzia visibile ad occhio nudo.

Saverio, che nel frattempo era in comunicazione con Ginevra tramite cellulare, ci accolse con uno di quei sguardi alla ciclope degli X-Men.   

Lo guardammo in cerca di comprensione mentre facevamo strada, quando anche lui si accorse del pacco regalo di Dario.

« Da, guarda che non puoi venire armato a tavola! »,

« Lo sai che sei un bastardo?! », replicò Dario spintonandolo fermandosi davanti all'entrata della sala trattenuto da me.

« Ti aspetto dentro artificiere! », lo canzonò Saverio, prima di sparire dietro la porta rubandoci ancora una volta un sorriso.

Mi voltai verso di lui e, accarezzandogli i capelli cercai di farlo rilassare.

« Se continui così non so se arriverò integro a stasera… »

« Perché hai programmi per stasera? », chiesi con finta innocenza.

« Ne ho parecchi, e tu sei presente in ognuno di essi… », affermò  accentuando la fossetta di destra.

« Signor Mancini, lei è uno sfacciato! »

« E pretenzioso… Si è cacciata davvero in un bel guaio signorina Velletri… »

« Il vero guaio è che non posso più farne a meno… », risposi sussurrando con la sua stessa enfasi. Rimase di stucco.

Intrecciai le mie dita tra le sue e, avviandomi verso l'ingresso della sala, lo incoraggiai a fare lo stesso con un sorriso civettuolo. Lui, ebbe un attimo di esitazione dettata da quella mia affermazione e dal mio comportamento. Era piacevolmente colpito.

Scosse la testa divertito e, con quel sorriso malizioso che non lo aveva abbandonato, mi raggiunse senza dire nulla. 

Avevamo tutta la notte per cacciarci nei guai.
In milioni di guai. 
E io non vedevo l'ora. 



Note: Buongiorno carissimi/e! Ed eccoci qui in questo tanto atteso sequel! ❤️ Il capitolo inizia con i pensieri di Anita che ripercorre, tramite i ricordi, quello che è successo al Rencontre per poi ripartire dal matrimonio di Mirko e Claudia. Veniamo a conoscenza dei suoi sentimenti prima e dopo essersi innamorata di lui, e quello che è successo dopo il rito civile. Dario aveva un conto in sospeso con un posticino che tutti ricordate… 🤣❤️ Ma, la serata non è finita qui! Anita ci mostrerà cosa ha organizzato per lei Dario quella sera… e non si tratta solo dello sgabuzzino! ❤️🤣 E cosa ne dite della famiglia di Anita? Ne vedremo delle belle! 🤣❤️ Grazie sempre a chi mi segue❤️ Vi adoro! ❤️ Alla prossima ❤️
 
   
 
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