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Autore: eddiefrancesco    08/01/2022    1 recensioni
Odyle Chagny aspirante artista, è costretta a lasciare la Francia per accontentarsi di fare l'istitutrice delle due figlie di Lord Moran.
Dalla sua posizione ai margini del bel mondo, la giovane si rende conto ben presto che in quell' ambiente dove tutto sembra perfetto, in realtà molti nascondono oscuri segreti.
Per esempio, Lord Tristan Brisbane, l'attraente e un po' impacciato gentiluomo la cui timida insicurezza mal si accorda con le voci inquietanti che circolano sul suo conto.
O dell'avvenenente Lady Moran, che pur circondata dal lusso conduce un esistenza triste e solitaria. Scoprendo a proprie spese che nell'Inghilterra puritana di fine Ottocento può bastare un sussurro per distruggere una vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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Odyle tornò sui propri passi, con uno sguardo interrogativo. «Avvicinati un po'... ecco. » L'anziana gentildonna le porse la busta che aveva tenuto in tasca per tutto il giorno. «Oh... grazie. Grazie, Lady Cartwridge.» Per un istante, le era tremata la voce, ma poi si era ripresa e, dopo essersi messa in tasca la lettera, si era chinata per baciare la mano della sua benefattrice. La donna però l'aveva attirata a sé e le aveva stampato due calorosi baci sulle guance. «Ora và, sono sicura che le mie nipoti avranno sentito la tua mancanza.» Odyle era rientrata in casa corroborata da una nuova energia. Si sarebbe presto dimenticata dello strano episodio con Lord Brisbane, si disse. Ora doveva soltanto trovare un po' di tempo da dedicare alle parole di Claude. Westley la accolse con la solita aria altezzosa. «Bentornata, Miss Chagny» la salutò, compito. «Grazie, Westley» rispose lei tentando di imitare la cantilena. Dopo avergli porto il mantello, che aveva insistito per togliersi da sola, passò davanti al maggiordomo con una smorfia di disapprovazione identica a quella che lui stava facendo mentre la osservava sparire lungo il corridoio. Forse si sarebbe potuta rifugiare per una mezz'ora in biblioteca con la scusa di cercare dei brani da leggere alle bambine, riflette' Odyle. Una volta lì era certa che nessuno l'avrebbe disturbata visto che era l'unica stanza della casa a rimanere invariabilmente deserta. Passando accanto al salottino cinese, notò che la porta era aperta e non seppe resistere all'impulso di sbirciare all'interno. Lady Moran era da sola e, come sempre, era in piedi accanto alla finestra che si affacciava sul giardino. Teneva in mano una tazza di tè e tremava visibilmente. Odyle si sentì sommergere da un'ondata di compassione per quella donna così fragile e tanto diversa da lei. Non poté resistere all'impulso di bussare. «Milady...» Lady Emma si voltò verso di lei. Aveva gli occhi pieni di lacrime e lo sguardo smarrito. «Si...?» «Scusate, forse non dovrei permettermi... ma mi domandavo se potevo chiedervi un consiglio.» La lettera di Claude avrebbe potuto aspettare un po', si disse, e le bambine erano al piano di sopra a giocare. E quella era un'ottima occasione per cercare di capire quella strana creatura. «Accomodatevi...» Lady Emma si limitò a farle un cenno del capo, poi prese posto sulla poltrona e rimase in silenzio. Odyle si schiari' la gola, cercando freneticamente qualcosa da dire. «Ebbene... non è molto che sono arrivata a Londra e ... mi chiedevo...» Lady Emma l'ascolto' in assoluto silenzio. «Insomma, vorrei farmi confezionare qualche vestito...» Come scusa poteva andare, sì. «Sapreste darmi dei consigli... o magari aiutarmi a trovare una sarta?» Sospirò, sperando di non aver infranto qualche regola dell'etichetta arrischiandosi a toccare quell'argomento con la sua padrona. Lady Emma non parve affatto turbata dalla sua richiesta. Rimase impassibile, come Odyle era ormai abituata a vederla. «Una sarta? Forse...» «Si?» «Forse potrei accompagnarvi dalla mia... anche se è molto tempo che non ci vado.» «La vostra?» Odyle non credeva che avrebbe potuto servirsi della stessa modista di Lady Moran, ma dal momento che la sua era solo una scusa, non si lasciò sfuggire l'opportunità. «Se è molto tempo che non andate a farvi confezionare un abito, allora potremmo andarci insieme. Che ve ne pare? Non fa ancora troppo freddo e al mattino il sole è caldo.» Lady Emma abbassò lo sguardo sulle proprie mani, indecisa. «Non saprei...» «Sono sicura che potreste sorprendere vostro marito con un bel abito nuovo. Aveva colpito nel segno. Emma alzò gli occhi e la fissò, impaurita. «Michael...?» Degluti'.«Non penso che lo noterebbe...» Scosse lievemente il capo. «E forse ne sarebbe infastidito.» Odyle la guardò aggrottando la fronte. Aveva notato il comportamento distante dei due coniugi e, fino a quel momento, l'aveva imputato alla vita ordinaria che conducevano, ma ora iniziava a pensare che ci fosse dell'altro. «Oh, io non credo...» Furono interrotte dal rumore prodotto da due paia di piedini che scalpitavano nel corridoio. «Miss Odyle! Miss Odyle!» Gridò Ernestine entrando e gettandosi in grembo all'istitutrice. Odyle notò che Lady Emma aveva sussultato. «Bon jour, Mademoiselle» la salutò compita Agnese, raggiungendola. «Oh, bon jour à vous, ma petite amie. Comment ca va?» «Tres bien. Avevate promesso che ci avreste raggiunte non appena foste tornata» aggiunse la bambina tornando all'inglese. «Avete ragione, Agnese, ma prima volevo passare in biblioteca a scegliere un libro su cui fare esercizio.» «Un libro? Ma sarà noioso!» si lamento' Ernestine sbattendo più volte la testa sulle sue ginocchia. «Oui, tres ennuyeux!» sentenzio' seria Agnese scuotendo il capo. «Anche se si trattasse di una bella storia? Sono sicura che riuscirò a trovare un romanzo abbastanza avventuroso da appassionarvi!» A quel punto fu Lady Emma a intervenire, benché con una certa timidezza. «Un romanzo? Miss Chagny, siete sicura che sia un genere di lettura che può far loro del bene?» «Altroché!» rispose Odyle scattando in piedi. «Avanti, piccole investigatrici, ora andiamo in biblioteca e cerchiamo di trovare qualcosa di adatto. Vediamo chi di voi due sarà più brava a trovare un titolo interessante. Volete venire con noi, milady?» Emma la guardò, spaesata. L'alternativa era rimanersene con le mani in mano a fissare la stanza o, tutt'al più, il giardino per il resto del pomeriggio. «Va bene» acconsentì. La biblioteca di casa Moran non era molto vasta. Occupava una piccola stanza e, come aveva considerato Odyle poco prima, era uno dei locali meno frequentati dell'abitazione, tanto che spesso la servitù si scordava di accendervi il fuoco. «Per fortuna oggi è una giornata di sole» commento' Odyle rabbrividendo mentre scostava le tende. «Se apriamo le finestre, forse riusciremo a scaldarci un po'.» «Io voglio andare a giocare di sopra!» si lamento' Ernestine. «Anche questo è un bel gioco, vedrete. Siamo degli esploratori che devono trovare dei tesori perduti.» «Ma i libri sono sempre stati qui...» protesto' Agnese arricciando il nasino. «È vero... però sono chiusi. Vedi, Agnese, ogni libro è... diciamo... magico.» «Davvero?» Ernestine le si era avvicinata con lo sguardo sognante. «Sì. Dentro ogni volume si nasconde un mondo intero, con personaggi e storie fantastiche. Basta solo aver voglia di ascoltarli e... puff... ci si trova immerso in un'altra realtà.» Le bambine, a quel punto, sembravano molto eccitate all'idea di tuffarsi in altri mondi grazie alla lettura e presero a frugare tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa che potesse fare al caso loro. Dopo mezz'ora di infruttuose ricerche, tuttavia, Odyle e le due bimbe si guardarono, rattristate. «Non ci sono mondi qui dentro, Miss Chagny!» si lamento' Ernestine mettendo il broncio. «Solo carta stampata e parole incompatibili.» In effetti, sugli scaffali di legno che rivestivano le pareti della stanza erano raccolti esclusivamente volumi che contenevano saggi di argomento legale ed economico che poco potevano interessare a quelle giovani lettrice. Odyle sbuffo' cercando di non perdersi d'animo e si tolse una ciocca di capelli dal viso. «Vorrà dire che chiederemo il permesso di comprarne qualcuno...» disse, risoluta. Lanciò un'occhiata a Emma, che aveva visto passeggiare su e giù per la stanza torcendosi le mani, senza toccare neppure un libro. «Che ne dite, milady, potremo permetterci una visita in qualche libreria?» le domandò. Emma era confusa. Un ricordo dolce e terribile l'aveva aggredita non appena era entrata in quella stanza e non voleva lasciarla in pace. Forse... Non rispose subito all'istitutrice ma, avvicinandosi a uno scaffale, alzò il braccio nel tentativo di afferrare un volume. Niente, il ripiano era troppo alto.
   
 
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