Oggi nevica!,
Nevicava così tanto quella notte, vent’anni fa. Ero così piccina e Miss Pony mi ha accolto nel suo abbraccio con tanto amore e calore da scaldarmi il cuore.
Suor Maria mi ha raccontato spesso quel momento. 
Piangevo così forte da coprire il debole pianto di Annie.

Urlavo per la fame. 
Avevo ingurgitato il biberon così velocemente che mi aveva fatto venire il singhiozzo.

Urlavo per rabbia. 
Come hanno potuto i miei genitori abbandonarmi in quella notte gelida. 
Come hanno potuto abbandonarmi! 
Ancora oggi, dopo molti anni, me lo chiedo senza trovare una risposta.

Urlavo fino a rimanere senza fiato. 

Oggi nevica! 
Nevicava così tanto quel giorno, due anni fa. 
Ho corso fino a perdere il fiato per arrivare sopra la collina di Pony.  

<< Terence. >>

Ho urlato disperata il tuo nome. Lo sento ancora  rimbombare nelle mie orecchie a distanza di tempo.

<< Terence. >>

Urlo disperata ogni notte, quando rivivo quel momento nei miei sogni.

<< Terence. >>

Mi sveglio sentendo la mia voce roca e le lacrime che ha flotte rigano il mio volto.

<< Terence. >>

Ti cerco con la mano nel letto ma trovo solo il tuo tiepido calore. 
Me lo avevi detto che stare al tuo fianco non sarebbe stato facile. 
Mi avevi avvisato che essere attore significava tornare la sera tardi e uscire il mattino presto.

Oggi nevica!
E solo ieri mi avevi giurato che ci saresti stato. 
Il giorno in cui sarebbe nata nostra figlia, ci saresti stato.

La pancia si indurisce ho un’altra contrazione. 
Fuori nevica e tu non sei qui accanto a me!

<< Terence. >>

Urlo il tuo nome con sofferenza.

<< Candy?! >>

La voce di Annie trema, ha avuto gemelli solo pochi mesi fa, dovrebbe essere pronta e preparata per questo evento. Eppure trema come una foglia alla sola idea di dover far nascere nostra figlia.

<< Dov’è? >>

Dico con fatica nel momento culminante della contrazione.

Annie non riesce a rispondere ed è improvvisamente impallidita. 

<< Annie si sono solo rotte le acque. >>

Le dico avvicinandomi a lei, rassicurandola mentre dentro di me ho paura.

Ho assistito a molti parti nella mia carriera di infermiera, persino a quello di Annie. 
Dovrei essere abituata e pronta a questo, ma non lo sono.

<< V..vado a cercarlo. >>

Mi dice abbandonandomi nel momento del bisogno. 

<< A… >>

Una fitta mi ferma. Le contrazioni sono sempre più vicine e forti.

<< Candy! >>

Albert, il mio angelo custode, l’uomo che mi ha salvato la vita più di una volta e non solo quella, mi aiuta ad alzarmi e mi porta in bagno.
Mi immerge in una vasca d’acqua calda.

<< Dov’è? >>

Lo guardo con occhi supplichevoli.

<< Dov’è Terence?! >>

Lo guardo e quasi gli stritolo la mano per il dolore.

<< Me lo aveva promesso… >>

Lo guardo tremante e dolorante con occhi deludenti.

<< Calmati Candy. >>

Mi dice affettuosamente passandomi un panno imbevuto di acqua calda sul viso.

<< E’ andato a prendere Patty. >>

<< Patty?! >>

Non nevicava quel giorno, quando le ho chiesto di assistermi al parto alcuni mesi fa. Qualche minuto dopo averle annunciato di essere in dolce attesa.

<< Ma… >>

Un'altra fitta mi impedisce di concludere la frase.

<< Stavi dormendo. Terence ti stava abbracciando… >>

Come fa ogni notte, mii avvolge con lo stesso amore e affetto che ha avuto per me Miss Pony quella notte.

<< ...ha subito capito che era arrivato il momento. E’ saltato giù dal letto all’alba ed è corso fuori senza fare nemmeno colazione.>>

“Albert è il momento! Vado a prendere Patty. Vai da lei ha bisogno di te.”

Mi ha urlato senza nemmeno scendere da cavallo. >>

Mentre lo dice sto affannando per il dolore, non manca molto, lo intuisco più per natura che per professione.

Ho l’esigenza di spingere

<< Tutti fuori… >>

Sento Patty a malapena quando con tono autoritario fa uscire Albert e te. 

<< Candy… >>

Sento la tua voce preoccupata sei arrivato in tempo. Hai mantenuto la tua promessa.

Sorrido con sofferenza e dolori atroci ma sorrido mentre spingo per far nascere nostra figlia.

Oggi Nevica!
E come vent’anni fa urlo mentre Patty mi intima a spingere.

<< AAAAAHHH! >>

Oggi nevica!


<< Terence!  >>

Urlo il tuo nome 

<< Candy! >>

Ti sento rispondere con l’urlo che due anni fa avrei sperato di sentire.

Oggi nevica!
E un altro urlo disperato si unisce.
E’ il pianto di nostra figlia.