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Autore: Lion1997    09/01/2022    1 recensioni
Nami si è appena laureata in Economia & Business e, dato che è riuscita a conseguire il massimo del punteggio con distinzione di lode, ha subito ottenuto un colloquio di lavoro presso la One Piece Inc., una delle più importanti aziende multinazionali di piattaforme online. Riuscirà a realizzare le proprie ambizioni e lavorare nella ditta dei suoi sogni?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò piano dalla sedia con un’espressione in volto che faceva trasparire tutta il suo sconforto. Sempre con movimenti lenti prese la propria borsa, si girò e si diresse verso la porta. Afferrò la maniglia e, prima di uscire, disse:
- Grazie per l’opportunità e scusate se vi ho fatto perdere tempo.
 
- Sei assunta.
 
Nami, la cui mente stava ancora ripercorrendo ogni singolo istante di quel terribile colloquio, si voltò verso colui che aveva pronunciato quella frase, Marco, e, sempre tenendo lo sguardo basso, rispose:
- Lo so, mi dispiace. Un attimo… cosa?
 
Marco, a quel punto, si alzò in piedi e, con un sorriso stampato sulle labbra, ripeté:
- Trovo che tu sia proprio l’elemento che cerchiamo per la posizione che abbiamo in mente. E credo che anche i miei qui presenti colleghi siano dello stesso avviso.
Gli altri capireparto annuirono all’unisono, tutti fuorché il ritardatario che era entrato per ultimo all’interno della sala, il cui viso lasciava trasparire quanto anch’egli fosse rimasto confuso dalla decisione degli altri uomini seduti attorno al tavolo. Il ragazzo decise dunque di esprimere anche a parole le proprie perplessità; tuttavia, prima che egli potesse anche solo aprire bocca, Marco lo precedette:
- Ace, non credi anche tu che sia la persona ideale per affiancare il tuo fratellino e tenere sotto controllo i suoi progressi?
Dopo qualche attimo di silenzio, il ragazzo, il cui nome, come Nami aveva potuto capire, era Ace, sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori e, rivolgendosi a Marco ma tenendo lo sguardo fisso su di lei, esclamò:
- Hai proprio ragione! Con quel caratterino potrebbe davvero riuscire a tenere a bada quella peste di mio fratello!
 
Nami era sempre più confusa. Il colloquio era andato oggettivamente male, era forse il peggior colloquio nella storia di tutti i colloqui, a sua detta; aveva persino perso la pazienza e inveito contro coloro che sarebbero dovuti diventare i suoi superiori, eppure loro avevano deciso all’unanimità che lei venisse assunta? Anzi, dalla loro conversazione, sembrava che volessero che lei si occupasse di un bambino, il fratellino a cui Marco e Ace avevano accennato. Quindi, dato che più ci rifletteva e più brancolava nel buio, domandò:
- Non riesco a capire. Non che io non sia entusiasta di essere stata assunta, al contrario. Però non riesco veramente a capirne la ragione.
 
Questa volta, a intervenire con l’intenzione di chiarirle meglio la situazione fu un uomo con un aspetto ancora più eccentrico di quello di Marco. Egli, infatti, portava dei capelli di tonalità rossiccia acconciati in una capigliatura anni ’80 , un pizzetto nero e, attorcigliato largo intorno al collo, un foulard giallo. Dopo una grossa risata, dunque, lo stravagante individuo prese la parola:
- Vedi, il fratello minore di Ace, quel ragazzo con lo strano cappello da cowboy - disse indicandolo - ha iniziato poco tempo fa a lavorare qui. È molto promettente, dato che ha già ideato e realizzato dei progetti molto interessanti e per nulla scontati, tuttavia ha bisogno di un team, che, come lui stesso ha espressamente richiesto, deve essere composto da 10 membri. Se fosse per lui, assumerebbe chiunque si presentasse, come ha già fatto in precedenza con il tipo con cui lavora, quindi abbiamo deciso di occuparci noi dei colloqui per i futuri membri della sua équipe.
 
Finalmente la situazione iniziava a essere più chiara, ma per niente rassicurante: secondo ciò che le avevano riferito, dunque, Nami avrebbe dovuto diventare la babysitter di un ragazzino alle prime esperienze lavorative che, come da descrizione, non aveva proprio un intelletto sviluppato e di un altro individuo che il suo futuro capo in persona aveva assunto senza alcun giudizio critico. Perché tutte le sventure capitavano sempre a lei?
 
Per tutto il tempo della spiegazione Nami era rimasta davanti alla porta, immobile e con un’espressione indecifrabile sul volto, mentre i capireparto si alzavano a uno a uno per tornare ai rispettivi piani. Quando essi si avvicinarono all’uscita, Nami fece un breve passo di lato, mantenendo sempre la medesima faccia criptica. Uno alla volta, gli uomini uscirono dalla stanza; Marco fu l’ultimo e, passandole di fianco, le mise una mano sulla schiena per invitarla a seguirlo. Mentre si stavano incamminando insieme lungo il corridoio, lui le disse con tutta la tranquillità del mondo:
- Vieni, ti presento il tuo nuovo capo!
   
 
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