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Autore: Fayheena    10/01/2022    0 recensioni
A volte la mia testa inizia a viaggiare e immaginare mondi, personaggi e storie troppo deboli per diventare un vero libro, ma troppo forti per lasciarli andare.
Ci sono personaggi che si aggrappano alla mia mente e non mi lasciano in pace fino a quando non li metto per iscritto. Solo che poi occupano solo poche pagine, quindi diventano più brevi racconti, che storie complete.
E per non farli perdere, ho deciso di racchiuderli in questa raccolta.
Non so ancora cosa troverete all'interno, forse fiabe o thriller. Oppure semplici storie d'amore, anche se poi semplici non lo sono mai.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Sorrido a mio fratello, Brandon, che mi guarda dall'estremità del tavolo.
Ha appena accettato il lavoro dei suoi sogni e ha organizzato una cena a casa nostra con gli amici stetti e la famiglia.
Sono fiera di lui, per questo quando alza il calice in un brindisi a distanza, lo imito regalandogli il sorriso più grande che riesco a fare.
Ti voglio bene, mi mima con le labbra. 
Io di più, gli rispondo.
Poi si gira, lascia un bacio sulla guancia a mia madre e uno sulle labbra al suo ragazzo, Nate.
Chloe, mia cugina, fa un sospiro guardandoli. 
«Sono bellissimi, vero?»
«Si. Sono felice per Brandon, sta realizzando tutti i suoi sogni.»
Annuisco, poi riporto l'attenzione sul piatto di fronte a me. Abbiamo mangiato un sacco, ma sembra che mia madre non sia dello stesso avviso dato che corre in cucina come una matta urlandomi di recuperare tutti i piatti.
Mi alzo, liscio la gonna a tubino sulle gambe e passo tra i posti a sedere per recuperare e poi buttare i piatti sporchi. Nonostante sia inverno, dentro casa fa abbastanza caldo da avermi permesso di vestirmi un po' più scoperta.
Io e Chloe la aiutiamo a distribuire la nuova portata e poi torniamo a sederci. 
Giro la forchetta nel piatto, mangiando lentamente e cercando di non annoiarmi. 
Sono fiera di mio fratello, ma non mi piacciono le cene che si prolungano per ore.
Non fare nulla non è tra le mie attività preferite.
Questo è il mio primo pensiero.
Il secondo è che mi sento osservata, e non mi piace.
Non mi piace per niente. Mi sento a disagio. E quando mi sento a disagio mi agito.
Mi muovo sulla sedia e passo una mano sul collo.
«Tutto bene, Tarya?» 
«Si, Chloe. È solo che mi sento osservata.» 
«È Tristan, è da prima che ti guarda.»
Mi giro verso l'amico di mio fratello, che siede al fianco di Nate, e trovo i suoi occhi azzurri su di me.
Torno con lo sguardo su mia cugina, che mi osserva con le sopracciglia alzate.
«Smettila!»
«Perché? È carino, e sembra interessato a te»
«Ha l'età di Brandon» Mi guarda scettica «26 anni. Sette in più di me!»
Fa un gesto con la mano, per minimizzare la situazione.
«L'età è solo un numero!» Sorride sfacciata, prendendo il suo bicchiere di vino e bevendo un gran sorso. 
«Di quale età parlate?» La voce dolce di Dona interrompe la mia risata.
Mi fiondo ad abbracciarla, felice che sia arrivata.
«Finalmente! Ti stavamo aspettando» 
Dona è la migliore amica di Brandon e una gran ritardataria. 
«Scusate, non mi ero accorta dell'orario.»
«Beh, l'importante è che ora tu sia qui. Ti abbiamo tenuto un posto»
Mia madre la prende per mano e la accompagna accanto a Brandon, che la aspetta per l'ennesimo brindisi della serata.
Dona mi guarda e poi fa il saluto militare a mia madre, facendomi ridere.
È la ragazza più dolce del mondo e ammetto che da piccola speravo si sarebbe fidanzata con mio fratello. Ma ora capisco che sono solamente amici e che tra di loro non potrà mai esserci nulla.
Dona saluta anche Nate e mio padre, prima di passare a Tristan. 
Lui si alza e la avvolge in un abbraccio sicuro.
Poi porta gli occhi su di me, ci guardiamo per qualche secondo prima che io sposti lo sguardo.
Raggiugo la cucina, portando il mio piatto ancora pieno di roba.
«Hey bambina. Cè confusione di là, vero?» mi giro verso mio padre, annuendo «Tua nonna mi ha ordinato di prendere la torta, e sai com'è fatta: dobbiamo tutti stare ai suoi ordini!»
Mi scappa una risata. Adoro mia nonna, ma a volte sembra un generale fuori controllo!
«Tranquillo, papà! Faccio io.»
«Grazie, mi stai salvando.» Inizia a camminare verso la sala, poi però torna indietro «Comunque stanotte staremo un po' stretti. Tristan e Nate rimangono a dormire qui»
Faccio un cenno di assenso, non è la prima volta.
Rimango sola e mi affretto a prendere la torta dal frigo e portarla davanti a mio fratello.
Mi fermo accanto a lui, venendo raggiunta da tutti.
Un braccio sfiora il mio, irradiandomi di elettricità.
Mi chiedo se anche Tristan avverta questa tensione tra noi o se sono l'unica. 
Allunga il braccio dietro di me per prendere il piattino con il suo pezzo di dolce e, nel farlo, mi sfiora la spalla. 
Mi sposto accanto a Dona e Chloe, che mi prendono per mano e mi portano in giardino.
Ci sediamo sulla panchina, porto le ginocchia al petto e poso la testa sulla spalla di mia cugina.
«Sei stanca?» Dona avvolge tutte e tre in una calda coperta e io annuisco in risposta «Tranquilla, tra un po' andremo tutti via»
Scuoto la testa.
«In realtà no, Tristan e Nate rimangono qui.»
«Sì! Ora potrai conoscere il bello e dannato!» 
Chloe mi da un colpetto sul fianco, mentre Dona mi guarda e si porta le mie gambe sulle sue, facendomi stendere.
Mi ha sempre trattato come una sorellina e io la adoro per questo, si prende cura di me.
«Chi?»
«Nessuno, Chloe parla troppo»
«È da tutta la sera che Tristan la guarda. Lei dice che è troppo grande, ma questa per me è solo una scusa!»
«Una scusa per cosa?»
«Per non affezionarti. È da quando siamo piccole che non permetti a nessuno di starti accanto.»
«È vero, non ti ho mai visto con un ragazzo»
«Perché non ne ho mai voluto uno.»
«Tristan può sembrare un idiota, e la maggior parte delle volte lo è, però è un bravo ragazzo. Ed ha un cuore grande»
«Non dire sempre di no Tarya, potresti perdere le occasioni più belle.»
Lascio cadere il discorso e sbadiglio, portandomi la coperta sotto il viso per ripararmi il più possibile dal freddo.
Chloe e Dona continuano a parlare per un po'. Io, invece, chiudo gli occhi e mi rilasso.
«Hey ragazze, che fate?» Sussulto, quando sento la voce di Brandon.
«Noi parliamo della festa che ci sarà sabato, per Capodanno, la principessa invece dorme» Mostro il dito medio a Dona e lei ride.
«Forse è meglio andare a dormire» Nate mi posa una mano sulla spalla e io gli sorrido, poi sposto lo sguardo e vedo Tristan. 
Perché con lui mi sento così in soggezione?
«Hai ragione. Per noi è ora di andare.»
«Vi do un passaggio, almeno non dovete andare a piedi.»
«Prendi le chiavi, noi andiamo a dormire.» Tristan annuisce, prendendo al volo il mazzo che mio fratello gli ha lanciato e Dona inizia a spostare la coperta.
«Aspetta! La gonna» La sistemo da sotto la coperta e poi mi alzo, lasciando libere Dona e Chloe.
Non mi sfugge lo sguardo che Tristan lancia alle mie gambe nude, prima di girarsi e uscire di casa con le mie amiche.
«Noi andiamo, sorellina. Buonanotte»
«Notte, ragazzi» do un bacio sulla guancia a entrambi, e vado in camera.
Tolgo le scarpe e mi strucco.
Prima di indossare il pigiama e mettermi a letto, però, scendo in cucina.
In giardino mi sono raffreddata troppo, la mia pelle è congelata. Ho bisogno di qualcosa di caldo.
Prendo il bollitore e lo riempio d'acqua, poi recupero la tazza.
Sento il rumore della porta che si apre, Tristan è tornato.
Lo ignoro e cerco di recuperare le bustine di the, che però sono troppo in alto e la luce fioca della luna non mi aiuta.
Mi alzo in punta di piedi e la gonna si alza sulle gambe, mi allungo e riesco a prendere lo scatolo.
Prima che io possa girarmi, però, due mani afferrano l'orlo della gonna e lo tirano verso il basso.
«Attenta, bambolina, questa gonna ti scopre un po' troppo» Il suo fiato caldo incontra il freddo del mio orecchio e a me vengono i brividi.
E la sua voce, poi... Quanto è sexy.
Bassa e roca, meglio di come l'avevo immaginata.
Le sue mani mantengono il contatto con le mie cosce, anche dopo aver aggiustato il tessuto della mia gonna. Nonostante i collant, riesco comunque a sentire il suo calore.
Mi giro, pentendomene subito dopo. 
Nel buio della stanza, i suoi occhi brillano di una luce particolare e io mi rendo conto di quanto è pericolosamente vicino.
«Che fai?» Più che una domanda, sembra un debole sospiro che va a scontrarsi con le sue labbra.
«È da tutta la sera che non riesco a toglierti gli occhi di dosso.» Punta gli occhi sulle mie labbra, che sono socchiuse mentre tento di respirare.
Mi sembra che tutto l'ossigeno sia stato risucchiato fuori dalla stanza.
«Tristan»
Passa il naso sul mio collo, strappandomi un leggero mugolio.
«Che gattina» Mi mordicchia la mascella, prima di fiondarsi sulle mie labbra.
Le morde, le bacia e le succhia. Mi fa provare cose che non ho mai sentito prima, poi interrompe tutto.
Si stacca dal bacio, ma non si allontana.
«Quanto cazzo sei bella» Riprende l'assalto e io non ho mai desiderato baciare qualcuno quanto sto desiderando lui.
«Tristan» Continua ad aggredirmi le labbra, sembra non sentirmi. «Tristan»
«Mh?» Sembra non essere interessato più a nient'altro che alle mie labbra.
«Il bollitore» È difficile parlare tra i suoi baci «L'acqua per il the è pronta»
«Non mi importa» Si porta le mie gambe attorno alla vita, poggiandomi sul tavolo.
«Si, in realtà non importa nemmeno a me» Porto le braccia attorno al suo collo, avvicinandolo a me.
«Bambolina» Si allontana di poco, giusto lo spazio che serve ad entrambi per riprendere a respirare. «Forse dovremmo andare a dormire.»
Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi lascia un altro bacio, questa volta più dolce, sulle labbra. Poi mi prende in braccio, avviandosi verso le scale.
Mi lascia di fronte alla porta della mia camera e mi posa una mano sul volto, baciandomi ancora una volta.
«Ci vediamo domani mattina» 
Annuisco e lui si avvia verso la stanza degli ospiti, preparata apposta per lui.
Poi però cambia idea, e torna indietro di corsa, rubandomi un ultimo bacio e una risata.
E poi se ne va per davvero.
***
Quando la mattina dopo scendo in cucina, sono già tutti attorno al tavolo per fare colazione.
«Oh tesoro, finalmente ti sei svegliata!» 
Do un bacio sulla guancia a mia madre e mi siedo accanto a Brandon, accorgendomi solo una volta seduta di ritrovarmi di fronte a Tristan. 
All'improvviso i nostri baci mi ritornano alla mente, ma quando alzo gli occhi verso di lui, Tristan non mi guarda nemmeno. Sembra evitarmi.
«Tarya, sei stata tu a lasciare tutto in disordine ieri sera?» Mamma mi guarda severa «Il bollitore pieno d'acqua, la tazza e le bustine di the fuori posto! Perché non hai rimesso tutto al suo posto?»
Inizio a sentire caldo, sicuramente sono diventata tutta rossa. 
Mica posso dirle che i baci di Tristan mi hanno fatto dimenticare il mondo intero?!
«Oh... Si, li ho lasciati io. Scusa mamma.»
«Non capisco perché tu abbia creato questo disordine. E poi il bollitore era ancora pieno d'acqua e la tazza pulita. Non hai nemmeno bevuto il the.»
«Scusi Mariana, ma è colpa mia» Alzo gli occhi sul ragazzo di fronte a me, preoccupata per quello che sta per dire visto che ha un sorrisetto stampato sulle labbra «Ieri sera ho accompagnato Dona e Chloe a casa loro e quando sono tornato Tarya era l'unica sveglia, le ho chiesto una coperta in più ed era molto tardi. Quando sono andato nella stanza degli ospiti, lei è andata in camera sua. Le ho fatto perdere tempo, scusatemi»
«Oh Tristan, non preoccuparti. Può capitare. Tu hai avuto molto freddo?»
«No, Mariana. Anzi, grazie a sua figlia posso dire di non aver mai sentito così caldo.» Per la prima volta, mi guarda negli occhi. L'allusione è ovvia, ma pare che siamo gli unici a capirla.
«Ne sono felice. Noi andiamo dai nonni. Voi, quando finite, togliete tutto.»
Annuisco, mordendo un biscotto e concentrandomi sulla mia tazza.
Quando escono dalla cucina, un silenzio surreale riempie la cucina. Fino a quando Brandon non lo interrompe.
«Quindi, ieri sera...» Non continua la frase, ma nella mia testa si accendono campanellini di allarme.
«Cosa?» Forse la voce mi esce più acuta del solito, perché tutti e tre mi guardano trattenendo una risata.
«Voi due, che è successo?» Nate indica me e Tristan, che sta per rispondere ma lo precedo.
«Nulla! Gli ho solo dato una coperta, come ha detto lui. Cosa deve essere successo?» Mi alzo, poso la mia tazza nel lavandino, e me ne scappo in camera mia.
Sto per chiudere la porta, quando Tristan la apre ed entra con me, facendola poi sbattere.
«Che stai facendo?»
«Nulla? Sul serio?» Incrocia le braccia al petto e mi guarda arrabbiato. «Ieri ti ho baciato. Credi che mi diverta ad andare in giro e baciare ragazze? Per me non è stato nulla. Ma per te si, come sempre» 
«Che vuoi dire?»
«Che per te è sempre nulla, ogni cosa che succede. Non ti lasci toccare.»
«Non sai quello che dici» Assottiglio gli occhi, non mi piace questo attacco. Non mi piace perché ha ragione.
«No?! Sei sempre stata così. Ogni volta che provavo ad avvicinarmi, che provavo a parlarti, tu sminuivi tutto. Perché hai paura delle persone, hai paura di legarti a qualcuno, quindi preferisci non rischiare. Resti nella tua bolla di sicurezza perdendoti tutte le cose della vita. C'è mai stata un'occasione in cui ti sei buttata? In cui hai pensato 'fanculo alle conseguenze' e hai fatto ciò che davvero volevi?»
«Cosa dovevo dire a mio fratello? Che ieri mi hai baciato? Che probabilmente sei il primo che mi fa sentire questa cosa al petto, anche se è una cosa del tutto illogica? Hai sette anni in più di me! Brandon ci avrebbe uccisi!»
«Tuo fratello sa che ho una cotta per te! Da quando ti ho vista al suo compleanno, l'anno scorso. E non ha fatto altro che dirmi di provarci. Ma forse ho sbagliato ad ascoltarlo»
Io gli piaccio?!
«Non capisco»
«Mi stai trattando come tutti gli altri! Come quel Mason, che poverino non hai nemmeno avuto il coraggio di dirgli in faccia che non ti piaceva. O come Sean, che aspettava solo una tua mossa per farsi avanti, ma tu non gli hai mai detto nemmeno ciao.»
«Tu come lo sai?» La risposta ce l'ha scritta in faccia «Mi spiavi!»
«Cosa? No! Tuo fratello mi ha sempre detto tutto»
«E tu cosa ti aspetti?! Vieni qui, mi baci e poi la mattina dopo nemmeno mi guardi in faccia!»
«Sei tu che hai detto a Brandon che non è stato nulla. Per me è stato tutto, cazzo! Sono mesi che cerco il coraggio di farlo e quando finalmente lo trovo, tu sminuisci in questo modo ciò che è successo! Ed ora vorrei incazzarmi con te, ma ti guardo e non riesco a pensare ad altro che a quello che mi fai sentire. E che anche un pigiama con le ciambelle è sexy se indossato da te.»
Rimane a guardarmi per un po', guardandomi con i suoi occhi azzurri. 
Mi lancio su di lui e lo bacio, prendendogli il viso con entrambe le mani.
«Hai davvero una cotta per me?»
«Da quando ti ho vista con quel vestito lilla alla festa di tuo fratello.» Mi risponde e io lo bacio ancora. «E questo che significa?»
Guardo il suo viso, poso gli occhi su ogni lineamento e forma, cercando di imprimerli nella mia mente.
«Non voglio più dire no»
Si fionda sulle mie labbra e continua a baciarci fino a che Nate ci interrompe.
«Nulla, eh?» Lancia uno sguardo a mio fratello, che ride. Mi nascondo schiacciando il viso contro il petto di Tristan, che mi circonda la vita con le braccia e mi lascia un bacio sulla testa, ridendo.
«Noi usciamo, dobbiamo comprare qualcosa per sabato. Voi... Cercate di non combinare casini.» Ci lasciano soli e Tristan mi libera dalla sua presa.
«Per quanto riguarda sabato, alla festa Ti andrebbe di venirci come me?»
«Come coppia?» Lui non mi guarda e io sorrido. Ha un aspetto sontuoso, pieno di muscoli, ma è timidissimo. E vorrei essermene accorta prima. «Mi piacerebbe, tantissimo.»
Mi posa un bacio dolce sulle labbra e sorride con me.
***
Sabato arriva subito. E mi manda nel panico.
Tristan non vuole solo che vada alla festa con lui, ma anche che resti a dormire a casa sua.
"I miei non ci sono, saremo soli." Ha detto, non accorgendosi di quanto le sue parole mi abbiano mandato nel panico.
Dona e Chloe sono qui, aiutandomi a scegliere cosa indossare e dandomi consigli.
Ho diciannove anni ma non ho mai avuto un ragazzo. È normale andare nel panico, giusto?
«Calmati Tarya, sembri impazzita»
«È che non so come comportarmi. Mi ha chiesto di dormire da lui, non so cosa si aspetta!»
«Qual è il problema, piccolina?»
«Non so gestirla. Non ho idea di cosa fare»
«Non hai mai...?» Dona mi accarezza i capelli e io scuoto la testa. Mi sorride dolcemente e io la abbraccio. «Non devi fare nulla che possa crearti disagio, okay? Per certe cose devi essere pronta, non fare nulla che non vuoi» Annuisco, anche se non sono ancora tranquilla.
«Questo!» Chloe tira fuori dallarmadio un vestito rosso che non ho mai messo. È corto, il corpetto attillato, tenuto insieme da lacci che stringono sul petto e la gonna scende morbida.
«Non sarà troppo corto?» Faccio una smorfia, ma loro mi hanno già messo il vestito in mano.
«E sotto metti questo!» Dona mi passa un sacchetto, chiuso con un fiocco. «È il mio regalo di Natale» 
Fa un sorriso innocente che mi fa sospettare. Quando apro il pacchetto, rimango a bocca aperta. È un completino intimo, di pizzo bianco.
«Ho pensato che per la tua prima serata con un ragazzo, dovessi avere il meglio. Ti ho già detto che non devi fare nulla che tu non voglia, ma ecco... Se per caso volessi fare un passo in più, questo ti potrà aiutare.» La abbraccio di slancio «L'ho scelto bianco perché mi sembrava più da te, rispetto al nero.»
«Vi voglio bene» Sussurro, ma loro mi sentono bene.
Chloe si unisce all'abbraccio e ci stringiamo tutte e tre.
«Dai ora vestiamoci»
Mi faccio una doccia veloce, infilo il vestito e i tacchi e aspetto che anche loro siano pronte per scendere al piano di sotto, dove Tristan, Brandon e Nate ci stanno aspettando.
Appena ci chiudiamo la porta della mia camera alle spalle, Dona e Chloe mi prendono per mano.
«Pronta per il tuo primo appuntamento?» Annuisco e inizio a scendere le scale.
Tristan è bellissimo. Indossa un paio di pantaloni neri e sopra una camicia bianca che gli dona un'aria elegante che mai gli avevo visto prima.
Brandon e Nate sono al suo fianco che lo richiamano appena mi vedono. Quando i suoi occhi scendono su di me, mi sembra di fluttuare nell'aria. Sotto il suo sguardo mi sento bella. Bella per davvero.
Allunga una mano e io la afferro, poi mi tira accanto a lui.
«Sei splendida» Mi bacia una guancia e mi sorride e io non riesco a far uscire una sola parola dalla mia bocca.
«Come siete carini!» Mia madre batte le mani, quando le ho detto di Tristan l'ha presa meglio di quanto mi aspettassi. Quindi l'unica che si preoccupava ero io.
«Andiamo!» Brandon sale sulla sua macchina con gli altri. 
Io, invece, salgo sull'auto di Tristan.
Porto le mani sulle cosce, cercando di tirarmi giù la gonna. Mi sento esposta e a disagio. E non capisco perché.
«Cos'hai?» Lui mi afferra una mano e se la porta alle labbra. Lascia un bacio delicato, poi intreccia le nostre dita e le porta sul cambio, sempre tenendo gli occhi fissi sulla strada.
Ogni suo gesto mi riempie il cuore, ogni suo gesto mi dimostra quanto tiene a me.
Però lui è comunque un uomo, rispetto a me. Ho solo diciannove anni, non potrò mai bastargli.
«Nulla, sono emozionata» Non penso abbia creduto alla mia bugia, ma non mi dice nulla e rimaniamo in silenzio.
«Entriamo, vieni» Una volta dentro, i miei occhi vengono accecati dalle luci del locale.
«Eccovi!» Nate mette un braccio sulle mie spalle e ci trascina al tavolo che Brandon ha prenotato per noi.
Passare le feste e uscire con il proprio fratello a molti sembrerà strano, ma per me è Brandon non lo è. Abbiamo sempre fatto tutto insieme. 
«Cosa vuoi da bere?» Tristan si avvicina al mio orecchio, per farsi sentire nonostante la musica.
«Un margarita» Annuisce e si allontana con i ragazzi.
Dona porta me e Chloe a ballare e ci ritroviamo tra tanti corpi sudati ed eccitati dall'arrivo del nuovo anno.
«Cosa vorreste per il nuovo anno? Io vorrei finalmente riuscire a trovare qualcuno con cui poter sentirmi finalmente a casa» Guardo Dona, è sempre stata la più romantica. Sono sicura che non faticherà nemmeno a realizzare il suo sogno, è bellissima e molti ragazzi spesso le chiedono di uscire.
«Io vorrei riuscire a trovare la mia strada. Non so ancora cosa mi piacerebbe fare nella vita e spero tanto di scoprirlo quest'anno.»
Io ci penso su, invece. Non ho mai pensato ai propositi per il nuovo anno, ma forse oggi qualcosa mi viene in mente.
«Vorrei sciogliermi un po', non farmi impaurire da questa cosa con Tristan»
«Che intendi?»
«Lui è più grande, sicuramente ha già avuto molte ragazze. Mi sembra troppo, per me. È che è una cosa del tutto nuova. Non sono brava a gestire queste cose»
«Basta che tu sia sincera con lui, Tristan vuole solo questo. Se hai paura di qualcosa, diglielo.»
«Sei ancora preoccupata per il discorso 'sesso'?» Chloe mi prende la mano, cercando di rassicurarmi.
Io annuisco, ma non faccio in tempo a spiegare che i ragazzi arrivano e il braccio di Tristan mi circonda la vita, tirandomi a lui.
«Abbiamo ordinato, dovrebbero arrivare al nostro tavolo tra poco» Mi lascia un bacio dietro l'orecchio e poi continua «Vieni, andiamo a sederci»
Lo seguo al tavolo, facendo scivolare la mia mano nella sua. 
«Sei strana, stasera» Si siede accanto a me, ma mantiene lo sguardo fisso sulla folla davanti a noi.
Io invece mi giro e mi incanto a guardarlo. Le luci della discoteca lo rendono ancora più bello e io ho sempre avuto un debole per le camicie. 
Scuoto la testa alle sue parole, non voglio che pensi che non sto bene con lui.
Mi avvicino e gli giro il viso con una mano, poi lo bacio. 
Cerco di trasmettergli tutto ciò che provo per lui, che si avvicina pericolosamente a ciò che mi spaventa.
Quando mi stacco, gli sorrido.
«Non sono brava con le parole, riesco a esprimermi meglio con i fatti» Lui sorride di rimando e mi tiene stretta, portandomi un braccio alla vita.
«Ecco i vostri drink» Un ragazzo posa un vassoio sul tavolino e sparisce tra la folla.
«Ecco a te, bambolina» Tristan mi passa il bicchiere con il margarita e prende la sua coca-cola. Preferisce non bere, visto che è venuto con la sua auto, un altro esempio di quanto sia responsabile.
«Tristan! Che bello vederti!» Lui si gira verso la ragazza con i capelli rossi che lo chiama. Ha un vestito verde bottiglia che mette in risalto le sue forme generose e una coroncina sulla testa. È bellissima.
Lo abbraccia con molta enfasi e gli da un bacio sulla guancia.
«Ciao, Sarah. È da un po' che non ci vediamo» 
Continuano a parlare, fino a quando Tristan non mi fa segno di avvicinarmi.
«Lei è Tarya.» Sarah mi guarda per un secondo, forse chiedendosi come faccia Tristan a stare con una come me. 
«Tarya. La sorella di Brandon, giusto? Mi fa piacere conoscerti!» Mi tende una mano, che io stringo con scetticismo. 
È gentile, ma io non posso fare altro che sentirmi minacciata.
Poi sposta lo sguardo su Tristan.
«Dovremmo prenderci un caffè insieme un giorno di questi. Ci sono tante novità che devi raccontarmi!» Gli fa l'occhiolino e lui scoppia a ridere, poi accetta. E io sento un tonfo al cuore.
Gli altri ci raggiungono, io mi avvicino a Chloe, mentre gli altri tre salutano Sarah.
«Chi è quella?» 
«Un'amica» Mi esce come un insulto e subito scuoto la testa e torno al divanetto, aspettando che Tristan saluti quella ragazza.
Passiamo il resto della serata a divertirci, cerco di scordare Sarah e tutte le mie preoccupazioni e mi godo invece le attenzioni che Tristan mi dedica.
«Dai usciamo. È quasi mezzanotte!» Dona recupera me e Chloe e ci trascina fuori dal locale, con i ragazzi al nostro seguito.
Guardo il piccolo gruppo di amici che si è formato intorno a me e sorrido.
Chloe e Dona urlano il conto alla rovescia, Nate e Brandon si baciano più innamorati che mai. Tristan mi abbraccia da dietro, riparandomi dal vento freddo della serata.
«3... 2... 1» Mi sussurra nellorecchio, poi si sporge e mi bacia.
«Buon anno, bambolina»
«Buon anno, Tristan»
Poi ci giriamo verso i nostri amici, Chloe ha il telefono in mano, nella nostra direzione. Ci ha fatto una foto.
Allargo le braccia e ci abbracciamo tutti. Questa è la mia famiglia.
«Va bene ragazzi, ora basta. Io e Brandon andiamo via.»
«Si, andiamo a continuare la festa a casa. Una sorta di party privato» Mio fratello mi fa l'occhiolino e io scoppio a ridere.
«Cretino» Nate gli sa uno schiaffetto sulla nuca, prima di prenderlo per mano e allontanarsi.
«Andiamo anche noi?» Annuisco verso Tristan e poi saluto le mie amiche.
«Ricorda ciò che ti ho detto: solo se sei pronta.» Do un bacio sulla guancia di Dona e poi abbraccio Chloe.
«Prego, bambolina» Tristan mi apre la portiera della macchina e mi fa salire. 
Mi tratta come una principessa. Non voglio rovinare tutto, quindi mi mostro serena.
Quando accende le luci di casa, mi prende la mano e mi porta in camera sua.
Si siede sul letto, mentre io rimango in piedi, vicino alla porta.
«Hai paura?» fa un sorriso beffardi che prenderei a schiaffi. Mi avvicino di qualche passo, ma lui mi prende la mano e mi tira su di lui.
Rimango a cavalcioni su di lui, che avvolge le braccia attorno alla mia vita e mi stringe.
Inizia a baciarmi dolcemente, poi mi mordicchia il labbro inferiore e inizia ad essere più passionale.
Seguo il suo ritmo, fino a quando si alza e mi stende sul letto, sdraiandosi sopra di me.
Il mio cuore inizia a battere molto più forte. Le sue intenzioni sono chiare, ma le mie...
Lui deve percepire il mio malessere, perché si ferma e mi guarda. 
Rimane sopra di me, ma non mi bacia più.
«Okay, Tarya. Ora mi dici che hai?»
«Niente» Sposto lo sguardo e lui sospira, si sposta e si siede sul bordo del letto.
«Ascolta, se non vuoi stare con me, basta che tu lo dica. Ma non sopporto di vederti così»
«Cosa?»
«Voglio solo che tu sia felice! E se stare con me non ti rende tale, forse è meglio finirla qui» Si alza e scompare dietro una porta, chiudendosela alle spalle.
Mi siedo, tolgo i tacchi e incrocio le gambe sul letto, portando un cuscino sul grembo per nascondere ciò che la gonna scopre.
Rimango per un tempo indeterminato a fissare la porta chiusa, fino a quando non si apre e Tristan esce fuori, con solo un pantalone di tuta addosso.
Mi guarda, sospira e si avvicina, sedendosi accanto a me.
«E ora perché piangi?» Porta una mano sul mio viso, asciugando una lacrima che nemmeno mi ero accorta di aver versato.
I suoi occhi mi scrutano nel profondo, voglio dirgli tutto ciò che penso.
«Tu mi piaci Tristan, veramente tanto. E non riesco a capire perché io piaccia a te. Quella ragazza, Sarah, sembrava interessata a te. E io mi sono sentita male, perché per la prima volta mi sentivo come se mi stessero portando via qualcosa di mio. Ma tu non sei mio, non ne abbiamo mai parlato. E io...»
«Hey! Calmati, Tarya.» Ormai sto singhiozzando, quindi lui mi prende e mi porta sulle sue gambe. «Sei gelosa?» 
Passa il naso sulla mia guancia umida. Mordo con forza il labbro inferiore e sposto lo sguardo.
«Lei ha la tua età, è simpatica. E poi è così bella» 
Mi prende il mento, girandomi il viso in modo da guardarmi in faccia.
«Io voglio te»
«Ti ha invitato ad uscire» Abbasso gli occhi. «E tu hai accettato, davanti a me»
«È un semplice caffè, se ti da fastidio disdico tutto»
«No! Non voglio che tu rinunci alla tua vita per le mie stupide insicurezze da ragazzina»
«Non mi importa di nulla. Ti ho già detto che voglio solo che tu sia felice e se l'idea che incontri Sarah ti da fastidio, non ci vado.»
«Non voglio questo»
«Ascoltami, per me Sarah è solo un'amica. Quando ci siamo incontrati, abbiamo parlato di tutto. Anche di una bambolina che mi ha fottuto il cervello da più di un anno. Sono perso di te, Tarya, e lei lo sa.»
«Riesci sempre a trovare le parole giuste.»
«Forse è troppo presto, o forse no, ma io ti amo Tarya»
«Io...»
Lui scuote la testa.
«Non te l'ho detto perché volessi sentirmi dire lo stesso. Te l'ho detto perché è quello che sento e volevo che tu lo sapessi.»
Porto le labbra sulle sue, i nostri sapori si mescolano con il salato delle lacrime. Sembra perfetto, ma non è ancora finita.
«Aspetta, Tristan»
«Dimmi»
Faccio un respiro profondo, prima di portare la fronte contro la sua.
Inizio a baciarlo di nuovo, lui mi stringe la coscia e porta l'altra mano sulla mia schiena bassa.
Deve sentire che mi sto trattenendo, perché interrompe il nostro bacio ma rimaniamo nella stessa posizione. Fronte contro fronte.
«Non dobbiamo fare nulla, se non lo vuoi.»
Il problema però non è questo.
«Io lo voglio Tristan, però...»
«Però cosa?» La pazienza che questo ragazzo ha nei miei confronti mi scalda il cuore.
«E se non ti piacessi? Sotto quell'aspetto, dico.» Sposto lo sguardo, mi vergogno troppo.
«Cosa?» La sua voce è incredula e ciò non fa altro che farmi sentire ridicola.
«Non ho mai avuto un ragazzo, quindi non ho mai... Hai capito» 
Riporta il mio sguardo nel suo.
«E questo è un problema?»
«Sì! Perché tu avrai avuto un mucchio di ragazze. Quindi sarai perfetto in tutto e hai i loro ricordi, e anche loro saranno state perfette. Ma io non so... Uff, non so che fare, da dove cominciare. Non so come comportarmi. E se facessi qualcosa che non ti piace?» Scoppia in una risata. Mi indispettisco e incrocio le braccia al petto. «Prendimi in giro, bravo»
«No, bambolina. Non voglio prenderti in giro. Però queste cose non devi nemmeno pensarle. Ho avuto delle ragazze, è vero. Ma non ho mai provato ciò che provo per te. Sono loro a non essere alla tua altezza.» 
Mi metto a cavalcioni su di lui, sorprendendolo. 
«Ti voglio, Tristan. In tutti i modi possibili.»
Lui cambia espressione, diventa serio.
Il suo sguardo mi eccita. Ho acceso qualcosa dentro di lui e non vedo l'ora di scoprire cosa.
Mi bacia con passione, come se questo gli servisse per respirare.
Passo la mano sul suo petto caldo, sento i muscoli sotto la pelle. 
La mia gonna ormai è salita e questo facilita Tristan che scioglie i lacci del corpetto e me lo sfila dalla testa. 
Mi sdraio sul letto, poi lo tiro a me.
Slaccio i lacci dei suoi pantaloni e li tiro giù, aiutata da Tristan. Mi lascia dolci baci sul collo e raggiunge il petto. 
Si ferma nello spazio lasciato scoperto dal reggiseno bianco e si prende del tempo per ammirarmi. 
«Sei una visione, bambolina» l'intensità del suo sguardo mi fa tremare. «Il mio dannato sogno erotico.»
Torna alle mie labbra, che prende a baciare prima di liberarsi del reggiseno.
Con il ginocchio mi apre le gambe, posizionandosi nel mezzo. La sua mano mi accarezza il ventre, poi inizia a scendere e raggiunge l'orlo di pizzo.
«Sicura?» Chiede ansimante.
«Più che mai» 
Mi ruba un altro bacio e sposta le mie mutande con un dito, prima di infilarlo dentro di me.
Mi scappa un sospiro, e lui mordicchia la mia guancia sorridendo.
«È dalla sera a casa tua che volevo farti ripetere quel gemito che hai fatto in cucina. Quel suono non vuole uscire dalla mia mente.» Aggiunge un secondo dito, facendomi mugolare. «Puoi urlare quanto vuoi, bambolina. Non cè nessuno in questa casa, solo io e te»
«Tristan, ti prego»
«Ti prego, cosa?» Apro gli occhi, fissandoli nei suoi. Non ho dubbi sul fatto che sia eccitato quanto me, i suoi occhi sono lo specchio dei miei e, inoltre, i suoi boxer non nascondono la sua erezione.
«Ti voglio» 
«Mi hai, bambolina. Sono tuo.»
Si libera degli ultimi indumenti che separano la mia pelle dalla sua e si allunga verso il comodino, prendendo un preservativo.
Lo infila in fretta, poi si posiziona sopra di me.
«Sei pronta?»
«Si» esce più come un gemito, che come una vera e propria parola, ma lui capisce.
«Se ti faccio male, fermami» poi si abbassa su di me e mi riempie. Completamente.
Lo sento, sento il suo amore e spero che lui senta il mio. 
Entra ed esce da me, facendomi provare un piacere che mai avevo provato prima. 
«Tristan»
«Dimmi, amore mio» Sembra in estasi, come me.
«Io» Non servono parole, perché con un gemito raggiungo il culmine, e lui al mio seguito.
Rimaniamo per qualche istante nella stessa posizione, poi esce da me e inizio a sentire freddo.
Tristan si alza dal letto, butta il preservativo nella pattumiera e poi scompare dietro la porta, tornando qualche minuto dopo con un paio di boxer addosso.
Si stende sul letto, accanto a me e mi abbraccia, coprendoci poi con le lenzuola.
«Hai freddo?» Mi accoccolo contro il suo petto e lui lascia un bacio sulla mia tempia. Raccoglie una sua maglia e me la infila.
«È tutto perfetto»
***
Quando mi sveglio, Tristan è al mio franco con gli occhi aperti e un sorriso sulle labbra.
«Buongiorno, bambolina»
«Buongiorno.» Sbadiglio e sorrido «Da quanto tempo mi guardi?» 
Scuote la testa.
«Non lo so. Sei bellissima»
Si avvicina per darmi un bacio, ma io giro la testa.
«Non ho ancora lavato i denti»
Lui mi guarda scettico.
«Dici sul serio?»
Annuisco seriamente e a lui scappa una risata.
«Okay, allora andiamo» Si alza dal letto, scoprendomi. Mi carica sulla spalla e mi porta oltre la porta nella sua stanza, nel bagno.
Rido e, quando mi posa sul pavimento, mi aggrappo alle sue spalle per cercare stabilità.
Apre un mobiletto e tira fuori uno spazzolino.
«Tieni. È nuovo, da oggi è tuo.» Scarto lo spazzolino e ci laviamo i denti. Prima di chiudere lacqua, ne raccoglie un po' e me la lancia addosso.
Spalanco la bocca, ricambiando il favore.
Sto per rifarlo, quando Tristan mi afferra dalla vita e mi tira verso di lui.
«Ora posso baciarti?» In tutta risposta sorrido, posando le mie labbra sulle sue.
Poi mi giro verso il lavandino, cercando di aggiustarmi i capelli. 
Tristan prende l'elastico al mio polso e mi raccoglie i capelli in una coda, lasciando poi un bacio dietro lorecchio.
«Come dovrei dirti che ti amo?» Lui si blocca e io mi giro per guardarlo negli occhi. «Cioè, implicitamente te l'ho detto ora. Solo che non sapevo se dovessi dirtelo con un discorso, oppure bastava un semplice 'Ti amo, Tristan', oppure» 
Non riesco a finire di parlare che lui mi afferra il viso e mi bacia.
«Ti amo, Tarya» 
Poi mi toglie la maglia, si libera dei suoi boxer e mi porta nella doccia, aprendo l'acqua.
Poi i vetri della doccia si appannano, ma a nessuno dei due interessa.
   
 
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