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Autore: eddiefrancesco    13/01/2022    1 recensioni
Odyle Chagny aspirante artista, è costretta a lasciare la Francia per accontentarsi di fare l'istitutrice delle due figlie di Lord Moran.
Dalla sua posizione ai margini del bel mondo, la giovane si rende conto ben presto che in quell' ambiente dove tutto sembra perfetto, in realtà molti nascondono oscuri segreti.
Per esempio, Lord Tristan Brisbane, l'attraente e un po' impacciato gentiluomo la cui timida insicurezza mal si accorda con le voci inquietanti che circolano sul suo conto.
O dell'avvenenente Lady Moran, che pur circondata dal lusso conduce un esistenza triste e solitaria. Scoprendo a proprie spese che nell'Inghilterra puritana di fine Ottocento può bastare un sussurro per distruggere una vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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«Ogni volta che ci incontriamo state studiando qualche marchingegno, Lord Brisbane. Ammettetelo, siete un inventore!» volle lodarlo Odyle. «Non posso fregiarmi di un tale titolo, anche se mi piacerebbe. Vedete, Miss Chagny, studio molto le scoperte altrui... ma non ho mai inventato qualcosa di mio. Diciamo che mi piace sperimentare.» Sembrava di nuovo a suo agio e dai gesti si capiva che era padrone di quella tecnica. «Posso...» Odyle si sporse un po' verso di lui, quasi con timidezza. La fotografia l'aveva sempre affascinata, anche se non riusciva a capire come con un semplice gesto si potesse catturare la realtà. Aveva sbirciato diverse volte i fotografi intenti a preparare quella specie di magia che si consumava in un lampo e un po' di fumo, quasi fosse un effetto da palcoscenico, e sapeva che le lenti riproducevano, capovolta, la porzione di realtà idealmente inghiottita dalla macchina. «Volete vedere, Miss Odyle?» Lord Brisbane valuto' per un istante la giovane istitutrice, poi probabilmente decise che era animata dalla curiosità più sincera, perché le porse l'apparecchio. «Coraggio, guardate.» Timorosa, Odyle gli si avvicinò e Lord Brisbane la circondo' con le braccia mettendole il mirino della macchina fotografica davanti agli occhi. La sensazione che Tristan aveva era quella di essere tornato bambino, la notte della vigilia di Natale, quando attendeva con trepidazione di scartare i regali. Un'emozione calda e galvanizzante gli scaldava il petto e lo faceva sentire euforico come gli era accaduto ben poche volte nella sua vita. In quello stato sarebbe potuto partire alla conquista del mondo senza alcun timore... Invece, doveva imporsi di tenere i piedi ben saldi per terra. Quella giovane donna, di qualunque genere fosse l'attrazione che provava per lei, era praticamente una sconosciuta e quelle due bambine che gli avevano chiesto di essere fotografate, erano le figlie di Michael, con il quale aveva cercato di non avere più contatti fino a quando il destino, una settimana prima, non glielo aveva posto di nuovo di fronte. «Ma è dritta!» Odyle si voltò di scatto, ritrovandosi a meno di una spanna da lui. Tristan, richiamato bruscamente alla realtà, la guardò con aria interrogativa. «Che cosa?» Trovandosi così vicina a lui, e avvolta dalle sue braccia, Odyle gli rispose con un certo imbarazzo. «L'immagine che si vede qui dentro... È dritta. Come avete fatto?» «Ah, quello...» Tristan, per il quale quella prossimità era più eccitante che imbarazzante, si sentì lusingato dall'osservazione. Considerava l'accorgimento che aveva apportato all'apparecchio una banalità squisitamente funzionale. «Non ho mai visto una macchina fotografica che mostrasse l'immagine dritta nel mirino, milord. So che è per via del modo in cui la luce penetra nell'obiettivo e colpisce la lastra, che la si vede capovolta.» Lo sguardo di Tristan era a dir poco trionfante. Era sbalordito dalle conoscenze di quella giovane e, allo stesso tempo, si sentiva scaldare il cuore all'idea di aver trovato qualcuno che si interessasse, con qualche cognizione, di quella che era la sua passione. «Avete ragione, Miss Chagny, ma vedete, secondo me vedere l'immagine capovolta era piuttosto scomodo, cosi, per motivi di studio, ho introdotto nell'apparecchio un piccolo specchio che la capovolge e che si alza quando scatto la fotografia, per consentire alla luce di impressionare la pellicola. Tutto qui.» «È geniale!» esclamò lei tornando a fissare i volti delle due bambine che le apparivano nel riquadro del mirino. «Voi dite? Non saprei...» Tristan si gratto' dietro l'orecchio, abbozzando un timido sorriso. «E ora che cosa state sperimentando, Lord Brisbane?» «Io... be', mi sono chiesto se non fosse possibile arrivare a creare fotografica che riproducessero fedelmente i colori. Ci stiamo provando in molti, sapete? È un po' come una gara.» «Sono certa che vincerete voi. Siete un genio!» Odyle fece un passo indietro e lo invitò a riprendere il controllo del suo strumento. «Sarò orgogliosa di avere un ritratto fatto da voi.» Qualche minuto più tardi trasali', ricordando di aver lasciato il suo blocco da disegno sulla panchina. «Oh, santo cielo, i miei disegni!» esclamò premendosi le mani sulle guance. Tristan, che aveva appena terminato di fare il ritratto fotografico e stava richiudendo lo sportellino della macchina, la guardò stralunato. «Disegni?» Ma lei stava già correndo verso il boschetto, tenendosi una mano sul cappellino per evitare che volasse via. «Vi prego, state con le bambine fino al mio ritorno!» Gli gridò prima di sparire tra gli alberi. Tristan si voltò verso Agnese ed Ernestine, per le quali tutto quel trambusto non sembrava significare nulla di particolare. La paffuta Ernestine si strinse nelle spalle. «Fa sempre così» disse, come per rincuorarlo. La sorella maggiore, allora, la prese per mano e si avvicinò a Tristan con aria risoluta. «Potete aiutarci a raggiungerla, signore?» A disagio, soprattutto per l'enorme dislivello tra le loro altezze, Tristan porse una mano alla piccola Agnese. Ma lei lo rimprovero', piccata: «Sono troppo grande per essere presa per mano quando passeggio, signore» Anziché sentirsi punto sul vivo dalle sue parole, Tristan si ritrovò a sorridere, pensando che nel giro di qualche anno quella ragazzina avrebbe invece agognato di essere presa per mano da un innamorato. Ma ci sarebbe voluto ancora un po' di tempo! Il sentiero cui giunsero dopo aver attraversato il boschetto era deserto. Di Mademoiselle Odyle Chagny non sembrava esserci alcuna traccia. Possibile che ogni volta che si incontravano quella ragazza sentisse il bisogno di scappare via da lui come se fosse portatore di qualche terribile malattia?, si domando' Tristan. Tuttavia non poteva aver abbandonato le bambine, anche se conosceva la persona cui le aveva affidate, pensò stringendo al petto la pesante macchina fotografica e facendo ancora qualche passo in avanti. Davanti a lui c'era solo una panchina, sulla quale era ancora appoggiato un blocco da disegno che la brezza stava scompaginando; per terra c'erano due matite e un pezzo di carboncino, e alcuni fogli svolazzavano nell'erba trasportati dal vento. Tristan corse a prenderli. Miss Chagny sembrava avere una buona mano ed era stata piuttosto brava nel cogliere, con pochi tratti di carboncino, l'espressione imbronciata della piccola Agnese, ma di chi erano gli occhi e le sopracciglia scure dell'altro disegno, che sembrava essere stato lasciato a metà? All'improvviso Tristan sentì un tuffo al cuore. Non poteva essere... Michael? Una fitta di gelosia gli si insinuo' nel petto, tormentandolo per qualche istante. Era uno sciocco. Non poteva sapere con certezza se quello era il ritratto di Michael Moran, ma se anche lo fosse stato, non avrebbe significato nulla. Probabilmente Odyle si stava esercitando nel disegno prendendo spunto dalle persone che frequentava ogni giorno. I Moran, per l'appunto. «Guardate, signore.» Agnese stava puntando il dito alla loro sinistra, verso il Serpentine, il lago artificiale di Hyde Park. Una figuretta vestita di scuro sembrava saltellare verso l'acqua in precario equilibrio su alcuni massi. Un folto gruppetto di persone la osservava esterrefatto. Odyle! «Odyle!» Il grido gli sfuggì dalle labbra mentre correva verso di lei, dimentico delle bambine e dell'attrezzatura fotografica che portava appesa al collo. Miss Chagny, però, non sembrava essersi accorta di lui, concentrata com'era a tenere sollevate le gonne e a non perdere l'equilibrio. Ma che cosa diavolo stava facendo? A una prima occhiata gli parve che stesse affogando, ma poi vide qualcosa che annaspava nell'acqua. Tristan cercò ancora una volta di attirare la sua attenzione chiamandola per nome. Niente. Odyle si era tolta il mantello e armeggiava con i bottoni del vestito. Cosa intendeva fare? Nella mente di Tristan, fu come se qualcuno avesse fatto scattare una serratura.
   
 
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