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Autore: paiton    15/01/2022    1 recensioni
In una valle pacifica, Illigar è una città gestita da un governo di Nani e Stregoni. Re Garring, detto anche il Nobile, è benvoluto dai cittadini in quanto è sempre riuscito a mantenere la pace. La città sorge in una valle: a sud abbiamo il Mar Cristallo mentre a nord si ergono le montagne di Drekoik. Urum Voldran è un altra città della valle, famosa per il suo palio, governata da uno dei tanti cugini del Nobile Garring mentre Fordan è più lontana e separate dagli altri centri abitati da una foresta insidiosa e pericolosa. Tale foresta ha reso gli scambi commerciali fra le città sempre più difficoltosi tanto che negli ultimi anni i mercanti si sono limitati a scambiare solo beni molto rari e introvabili, quali erbe medicinali, oggetti magici e pietre preziose. L'avanzata della foresta e delle bestie selvatiche rende rischioso avventurarsi fino a Fordan e i cittadini, preferiscono di gran lunga vivere al sicuro nel proprio regno.
Il racconto continua nella sezione Fantasy "Il ritorno di Dhaitus parte II" e nella sezione Fantascienza "Alla ricerca di Dhaitus"
Benvenuta lettrice e benvenuto lettore!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Mentre si allontanano dal sentiero cercano una zona protetta da sguardi indiscreti, i capelli lunghi e biondi di Darean ondeggiano mossi dalla fresca brezza notturna e brillano al chiaro degli astri.
 
“Da quello che so l’isola è parecchio lontana dalla costa, si vede solamente nei giorni in cui il cielo è terso. Ci vorranno una decina di ore per arrivare in salvo, sempre se il tempo lo permetterà.” Constata Bran davanti alla cartina che tutti stanno studiando.
 
“Io direi di muoversi per la via secondaria” consiglia Draco indicando sulla mappa il percorso tratteggiato che porta dall’altro lato dell’isola “Se seguiamo la via principale rischiamo di essere scovati con maggior facilità.”
 
“Solo per questa volta sono d’accordo con lui” risponde Darean “Meglio prendere la via secondaria, sarà più lunga ma è più sicura”
 
“Forse voi conoscete chi abita l’isola oltre agli scagnozzi del Re!? Bran tu hai altre informazioni da condividere?” Chiede Frittun
 
“Entrambe le vie sono rischiose a quest’ora della notte, non sappiamo cosa ci aspetta…” dopo un sospiro Bran si accarezza la barba “Sicuramente passando per la via sul mare evitiamo le guardie”
 
I quattro si incamminano scegliendo la via costiera all’unanimità mentre le loro impronte rimangono impresse sulla fine e pura sabbia del bagnasciuga: la luce del satellite si riflette sulla superficie del mare e la grande sfera lucente dona sfumature dorate alle onde e alle increspature dell’acqua.
 
Dopo due ore di cammino…
 
“Vedete anche voi due donne nel mare?” Chiede Darean che avanza in prima linea
 
“Si certo, quindi? Lasciale là. Finché non si avvicinano io non le vado di certo incontro…” risponde Draco “sembrano figure femminili, bello specchio per le allodole, vuoi andare a ballare con loro?”
 
Le due figure sono intente a danzare nel chiaro di luna, si lanciano l’acqua e fanno piroette come le pattinatrici. Piano piano si avvicinano ondeggiando ai quattro viandanti che si sono fermati ad osservarle più per controllare le loro intenzioni che per un effettivo interesse malevolo nei loro confronti.
 
Draco è più sospettoso di tutti gli altri e una goccia di sudore freddo gli cola dalla fronte, Bran sta già impugnando la spada ma quegli esseri danzanti sono trasparenti, inconsistenti, come se fossero formati dall’acqua stessa, non parlano nessuna lingua, anche se interpellati ma indicano Frittun e gli fanno il gesto di estrarre l’oggetto che tiene in tasca.
 
Lui ormai si è memorizzato la cartina e fa agli altri “Attenti a quello che succede mi raccomando… io mi avvicino, sembrano inoffensive” estrae la mappa dalla tasca, e loro indicano con una X, che rimane impressa sulla carta, una zona di mare compresa fra l’isola e la terraferma, verso ovest, come ad indicare di evitare quella parte di pelago. Sulla cartina sono indicate le correnti e si può constatare che la forza del mare spinge verso la zona indicata da loro.
 
“Grazie spirito del mare” prega Frittun facendo un inchino e congiungendo le mani sulla fronte “Possiamo continuare per la nostra strada, dobbiamo solo far attenzione alle correnti. Grazie a Hula, protettrice degli elementi naturali”
 
Passate altre due ore si sono avvicinati al porticciolo dell’isola, da cui è difficile proseguire a piedi perché la costa è disseminata di grossi e alti scogli, più impervi da attraversare rispetto alla comoda e pianeggiante sabbia su cui hanno camminato fino ad un secondo prima.
 
“La prossima volta andiamo per la direttissima” impreca Draco.
 
“Ahia!” Urla Bran “Qualcosa mi ha colpito” tutti si guardano attorno senza vedere nulla. Il guerriero appoggia la mano nel suo organo dolorante e si accorge di essere stato trafitto da un unghione oppure da una spada; mostra a Frittun le sue dita bagnate di sangue rosso vivo, il taglio è profondo.
 
“Luce!” Frittun fa brillare la spada di Bran e si nota un’ombra allontanarsi nel cielo e tornare nella notte, verso la foresta interna.
 
“Sarà uno spiritello, niente di cui preoccuparsi” lo rassicura il monaco.
 
“Non parleresti così se ti avesse ficcato un artiglio nel culo! Io continuo di corsa, voi fate come credete… quanto dista il porto?”
 
“Un paio di chilometri al massimo secondo i rapporti della nostra mappa. Saremo partiti quattro ore fa e adesso ci troviamo molto vicini alla nostra scialuppa di salvataggio, solo che è segnalata una parte impervia dalla nostra posizione in poi… non c’è problema, puoi continuare da solo!”
 
Il guerriero impavido continua a muoversi veloce, in avanscoperta.
Gli altri tre invece stanno uniti e avanzano lentamente, senza rischiare di spezzarsi le caviglie.
 
Darean si sente osservata, in direzione della foresta nota due scintille rosse che si muovono ad alta velocità nell’oscurità.
 
“La cosa che ci ha attaccato prima è ancora in agguato fra le fronde, e ci sta seguendo!” il suo sguardo rimane fisso nel buio e incocca una freccia.
Frittun fa un respiro profondo per poi sospirare.
 
“Luce!” Grida appoggiando la mano sul suo arco; anche la freccia di Darean si illumina “Se lo vedi ancora colpiscilo con quella freccia” sbuffa il monaco con aria stanca e annoiata.
 
Bran nel frattempo è scivolato un paio di volte sulle umide alghe che ricoprono gli scogli aguzzi, tuttavia ci vogliono botte ben più forti per rompere i suoi gambali. È arrivato al porto e con sua grande delusione ha trovato la barchetta da pesca che dovrebbe portarli in salvo. La sua situazione non è ottimale ma ha visto di peggio. Rovista tra le reti abbandonate e trova due pagaie oltre al remo da bratto già presente nello scafo.
 
Cerca il sentiero, che attraversando la foresta arriva fino al castello, poi resta percettivo ad ascoltare. Ha l'impressione di essere osservato da qualche presenza vivente. Vede anche una piccola torretta di legno, potrebbe servire per gli avvistamenti.
 
Dopo una decina di minuti nota una mezzaluna luminosa sulla spiaggia, è in avvicinamento: “Saranno loro” pensa tra sé.
Una sensazione di puro terrore gli passa come un fulmine per tutto il corpo e di colpo inizia a correre urlando nella direzione opposta a quella dei suoi amici.
 
“Quello sembrava proprio un verso di Bran” constata Darean
 
“Eggià, deve essere la sua tattica per passare inosservato. Spero vivamente che non ci siano altre guardie rimaste libere sull’isola” risponde Draco appoggiandosi la mano sulla fronte e facendo di no con il capo.
 
I tre iniziano a correre cercando di raggiungerlo il prima possibile, anche Frittun adesso è preoccupato, chissà quale sorpresa li aspetta.
 
Darean, molto più veloce, leggera ed agile avanza per prima ma il rumore dei suoi passi copre tutti gli altri suoni circostanti; sale sopra uno scoglio più alto degli altri e rimane in ascolto. Poi continua a perlustrare la zona furtiva, passa di fianco ad una barchetta e nota tre remi in bellavista ma nessuna traccia di Bran.
Anche il draconide e il monaco arrivano poco dopo.
 
“Ecco la nostra bagnarola!” Draco si sfrega le mani
 
“Tieni il tuo alito infuocato lontano dal nostro traghetto, ti prego” lo implora Frittun congiungendo le mani.
 
Nel frattempo Darean sta cercando tracce lasciate dal compagno di bevute e le segue come un segugio.
 
Bran si ritrova sulla costa rocciosa, prono a terra e rimane sconcertato “come ci sono arrivato fin qui?” si chiede. Mentre si risolleva cerca di orientarsi.
“Ahia!” Quella cosa l’ha colpito ancora.
Estrae in velocità il suo pugnale dalla fondina e cerca di colpire nella direzione in cui è arrivato l’attacco; è buio pesto e non vede anima viva. Colpisce a vuoto tutto attorno a sé.
 
“Braaan”! Sente chiamare da lontano una voce di donna, la segue.
 
“E lascialo in pace, starà cagando!” sbraita Draco mentre controlla lo stato di conservazione della barchetta e dei remi assieme al monaco.
 
Provano a spingerla in mare e vedono che non imbarca acqua: “l’hanno sicuramente usata da poco, fa un tanfo che neanche una pescheria…”
 
Non esiste nessun molo e nessun punto d’attracco per grandi navi su questo lato dell’isola.
 
Darean sente i passi sempre più vicini, qualcuno sta correndo nella sua direzione, senza dubbio è Bran che si sta orienta usando l’arco brillante come punto di riferimento, è pronta a tirare.
Lo individua e subito scocca il dardo illuminato un paio di metri al di sopra della testa del guerriero, punta proprio in mezzo alle due pupille sferiche, rosse come la brace dipinte nella buia notte; un verso animalesco si diffonde nell’aria notturna e i due occhi scompaiono.
 
“Grazie! Ho un debito con te, ricongiungiamoci agli altri!” Consiglia Bran senza fermare la sua folle corsa.
 
In un battibaleno sono arrivati “Ancora quel maledetto demone invisibile! Mi ha colpito anche al braccio!”
 
“Volevi tornare fin sulla terra ferma a cagare? Potevi farla anche dietro quegli arbusti, non c’è nessuno in giro a quest’ora della notte su questa maledetta isola abbandonata dagli Dei” gli fa Draco
 
“Non so cosa sia successo prima… sono stato pervaso dalla paura e ho anche un buco nella memoria… mi sono ritrovato a terra molto lontano da qui.”
 
Frittun: “Una sola dimenticanza? Beato te! Sarà un’altra diavoleria del demonietto, prima lasciamo in pace la sua terra meglio è. Salite”  
 
“Ho trovato quei due remi fra le reti, ma cos’è questa puzza di piscio?” Bran si sta tappando il naso con pollice e indice mentre indica i due pezzi di legno per pagaiare.
“Avanti salpiamo, dobbiamo arrivare il prima possibile. Finché il mar di Cristallo è calmo sfruttiamo l’opportunità che ci viene elargita.”
 
Darean e Bran sono già saltati dentro alla bagnarola, Draco e Frittun vogano mantenendo la traiettoria descritta sulla mappa.
 
“Facciamo a turno? Prima dormiamo noi e poi vi riposate voi?” Chiede Darean saggiamente “Dobbiamo conservare le energie che ci restano”
 
“Arriveremo sulla terraferma dopo l’alba, non sappiamo cosa ci aspetta… ho provato a concentrarmi per ricordare i fatti accaduti alla locanda ma non è affiorato nessuna rimembranza, dobbiamo scoprire cosa sta succedendo e ci servono le forze… tra quattro ore ci diamo il cambio, adesso dormite” Frittun cura le lievi ferite di Bran poi continua a pagaiare assieme a Draco, l’isola si allontana piano piano alle loro spalle mentre un’ampia e calma distesa di acqua riappacifica gli animi affaticati. Il mare aperto è davanti a loro e si respira un forte odore di libertà.
   
 
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