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Autore: OrnyWinchester    15/01/2022    3 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Dopo un paio d’ore di cammino, il gruppo raggiunse la destinazione designata e Merlino si apprestò a scoprire la grande botola, nascosta da rami e sterpi. La stella dell’Acquario, simbolo degli Uomini di Lettere, era ben visibile, incisa al centro dell’apertura in ferro. Merlino estrasse la chiave di Geoffrey dalla tasca e la inserì nella serratura, girò per due mandate, poi la porta si aprì, mostrando dinanzi a loro un varco, a metà strada tra un corridoio e una discesa interrata. I quattro imboccarono il passaggio e, in pochi passi, si trovarono davanti una scalinata di marmo che conduceva ad un piano sotterraneo. La gradinata era accompagnata da due corrimano in massiccio legno lavorato. Il piano inferiore era nettamente in contrasto con il luogo in cui si ergeva il rifugio. Nel mezzo della foresta era allestito un vero e proprio salone nobiliare, adornato di decorazioni preziose e raffinate, non troppo diverse da quelle che era possibile ammirare nel castello di Camelot. Al centro della sala c’era un lungo tavolo di legno rettangolare attorno a cui erano collocate dieci sedie; le tre pareti della sala adiacenti alla scalinata e all’entrata erano ricoperte di librerie, stracolme di volumi e tomi spessi. Sul tavolo c’erano tre libri impilati e un calamaio con diverse piume per scrivere. Dopo essersi guardati intorno stupiti, i quattro si avvicinarono e iniziarono a scrutare con attenzione ogni dettaglio nella sala. L’attenzione di Sam fu rapita dai tre volumi sul tavolo: due avevano la copertina blu, uno verde. Il giovane Winchester li prese tra le mani e li sfogliò, restando di sasso nell’apprenderne il contenuto.
“Guardate qua!” esclamò sbigottito, con un filo di voce.
Dean, Merlino e Gaius gli andarono vicino e tutti poterono osservare quello che lo aveva lasciato così sconcertato: la prima pagina del libro che aveva in mano riportava il titolo, scritto a mano, “Prophetiae Merlini” (“Le profezie di Merlino”). Sam lasciò il libro aperto sul tavolo, poi aprì il secondo che recava anch’esso un titolo in latino: “Vita Merlini” (“Vita di Merlino”); poi sfogliò anche il terzo, mostrando agli altri la scritta: “Historia Regum Britanniae” (“Storia dei Re di Britannia”).
“Questi libri parlano di te, Merlino, e della storia del regno di Albione, che tu e Artù state costruendo giorno dopo giorno.” “Sono redatti a mano e questo indica che vengono scritti contemporaneamente agli accadimenti che caratterizzano la storia tua e di Camelot.” disse, indicando la compilazione a mano, in alcuni casi molto recente. “E tutti e tre riportano Geoffrey of Monmouth come autore.”
“Ma come faceva a sapere tutte queste cose sulla mia magia?! E’ impossibile! Non mi ha mai dato l’impressione di conoscere il mio segreto!” esclamò il mago.
“Evidentemente dietro i silenzi di Geoffrey si nascondeva una consapevolezza ben più profonda.” rifletté Gaius.
“Ma allora perché non ha mai detto niente ad Uther o ad Artù?”
“Perché era un tuo alleato, Merlino. Anche se non ne eri a conoscenza.” osservò il medico.
“E’ assurdo che sapesse così tante cose di me e dei miei poteri al punto da riempire tutti questi libri! Non so davvero cosa dire!”
“Inoltre, Merlino, devi considerare il fatto che anche gli altri Uomini di Lettere che si riuniscono, o si riunivano, in questa sala sono al corrente del tuo segreto.” gli fece notare Dean. “Ma non dovresti avere nulla da temere: se vengono qui per tramandare le loro conoscenze, è perché non vogliono che sia rivelato.” lo tranquillizzò il giovane. “Per giunta, Sammy, sembra proprio che tu avessi ragione!” continuò, rivolto al fratello, sventolando un foglio di pergamena. “Questo è un documento che attesta la costituzione dell’associazione segreta nota come “Rappresentanti dei Letterati”. Ne vengono enunciati il fine e un breve regolamento e il suo fondatore risulta essere Geoffrey of Monmouth, come indica la firma.” “In pratica, è da qui che prenderà vita la futura organizzazione degli Uomini di Lettere. Avranno modificato qualcosa con il passare del tempo, ma di certo la sua nascita risale a questo momento storico, senza contare che gli scopi sono identici a quelli del nostro tempo.”
“E quella pergamena, dove l’hai trovata, Dean?” chiese Sam, incuriosito.
“Ben nascosta in uno di quegli scaffali. Vedi, Sam, non sei l’unico che si è dato da fare per controllare gli archivi del bunker. Settimane fa ho trovato degli scomparti segreti, dove venivano custoditi i documenti più importanti; così ho pensato che, se avessi avuto ragione con la tua teoria strampalata, forse poteva esserci nascosto qualcosa anche in questo posto.” spiegò, continuando a mostrare la pergamena.
“Beh, tanto strampalata non direi!” esclamò Sam di fronte all’evidenza.
“Quindi, sappiamo che questi Uomini di Lettere del vostro tempo sono i discendenti della congregazione fondata da Geoffrey in quest’epoca e che si prefiggono di tramandare conoscenza e sapere per combattere le forze del male, giusto?” ricapitolò Gaius.
“Esatto.” rispose Dean, mostrando il foglio al medico.
“In questo tempo la minaccia più grande è rappresentata indubbiamente da Morgana, anche se non sono da sottovalutare altre creature e stregoni oscuri. E, probabilmente, gli studiosi che hanno firmato questa pergamena sono anch’essi in grado di formulare qualche incantesimo o di attingere all’Antica Religione, pur non possedendo poteri magici propri.” continuò ad analizzare il medico.
“Già, proprio come avviene nel futuro. Abbiamo trovato molti incantesimi e pozioni negli archivi e ognuno ha uno scopo ben preciso. Ma vi posso garantire, Gaius, che nessuno di quelli che li hanno usati nell’ultimo secolo possedeva il benché minimo potere.” confermò Dean.
“Anche questo coincide, quindi. Ma da quello che posso vedere da questo scritto, gli uomini uccisi facevano tutti parte di questo circolo: ne saranno rimasti in vita tre o quattro. Se dovessero morire tutti, nessuno potrebbe tramandare più niente e il circolo stesso verrebbe meno prima di conseguire il suo fine ultimo, come mi sembra di aver capito che sia successo nel vostro tempo, non è così?” chiese Gaius.
“Ma certo! Gaius, siete un genio!” esclamò Dean, a cui l’anziano sorrise, soddisfatto. “Qualcuno deve essere tornato indietro nel tempo per eliminare i primi Uomini di Lettere ed impedire che l’associazione crescesse d’importanza nei secoli fino a raggiungere la rilevanza che ha assunto ai nostri giorni!”
“Già, Dean. E chi ti viene in mente se parliamo di viaggi nel tempo, completo sterminio degli Uomini di Lettere e poteri incontrastati? Il marchio che hai sul braccio dovrebbe dartene un’idea!” convenne Sam.
“Non posso crederci! Tutto questo è opera di quella puttana! Sa che siamo ad un passo dall’eliminarla e così torna nel passato per cambiare le carte in tavola a suo favore.” disse Dean, molto concitato. “Ah, scusate il mio linguaggio, Gaius! Mi sono fatto prendere troppo dall’impeto!” aggiunse, notando che il medico era trasalito nell’ascoltare la sua imprecazione, mentre Merlino lo guardava fisso, un po' a disagio, ma in fin dei conti quasi divertito.
“Non preoccuparti, ragazzo…”
“Vedete, nel nostro tempo stiamo combattendo un nemico molto forte. Si chiama Abaddon, è una di quelle forze del male di cui parlavamo prima e, come dire…, ha assunto le sembianze di una donna impossessandosi del suo corpo. Sono decenni che gli Uomini di Lettere cercano di ucciderla, ma il risultato è stato il loro completo annientamento, fino a quando non siamo venuti a conoscenza di ogni cosa e del nostro status di membri e abbiamo deciso di eliminarla una volta per tutte.” spiegò pacatamente Sam. “Sapere che eravamo vicini a sconfiggerla deve averle fatto cambiare i suoi piani, così ha deciso di distruggere gli Uomini di Lettere non nel nostro tempo, ma al momento della loro nascita, quando non avevano idea di quale potente minaccia fosse.”
“Ma voi per quale motivo vi trovate qui, allora? Di certo, non poteva essere sua intenzione trascinare anche voi nel passato, sapendo che siete gli unici che possono sconfiggerla!” chiese Gaius.
“Beh, potrebbe essere stato un effetto indiretto dell’incantesimo che ha usato per viaggiare nel tempo o, più probabilmente, qualcuno ci ha inviato a Camelot per fermare Abaddon e ripristinare il giusto svolgersi degli eventi.” confermò Sam, seppure con un velo di scetticismo.
“No, Sam, sai benissimo che non può essere così! Lo abbiamo visto morire, non può essere stato lui a spedirci nel passato!” esclamò Dean.
“Potrebbe trattarsi di qualcun altro, anche se è vero che ogni volta c’era lui di mezzo!” disse Sam.
“Di chi stiamo parlando?” chiese garbatamente Merlino.
“Oh, di Gabe, voglio dire, dell’arcangelo Gabriele. Di solito è lui che si occupa di spedirci nei posti più disparati per farci compiere qualche missione o anche solo per divertimento.” rispose Dean, distratto.
“L’arcangelo Gabriele?!”
“In persona! Beh, non proprio in persona. Era un’entità celeste, ma è morto qualche anno fa davanti ai nostri occhi e non penso che in questo caso c’entri lui!”
“Vivete in un periodo storico davvero rovinoso!” esclamò Gaius, allibito.
“Già. Potete dirlo forte!” annuì Sam.
In quel preciso momento si udì un rumore metallico provenire dalla botola d’ingresso e, in pochi istanti, un uomo sulla cinquantina scese rapidamente le scale, rimanendo pietrificato alla vista dei quattro che discutevano nella sala. In men che non si dica, cercò di risalire in fretta le scale, pallido in volto.
“Aspetta, fermati!” disse Dean.
Sam, invece, lo inseguì e lo raggiunse proprio prima che l’uomo sparisse dall’altra parte della botola. Poi, lo ricondusse al piano di sotto per interrogarlo.
“Per favore, non fatemi del male! Io non so cosa vogliate da noi, ma vi hanno dato informazioni sbagliate sul nostro conto. A noi non interessano le guerre politiche o la messa al bando della magia: siamo soltanto degli studiosi che si riuniscono in questo posto per condividere il sapere, nient’altro.” disse l’uomo, tremante.
“Sta’ zitto! E inizia a dirci chi sei!” tuonò Dean in tono minaccioso.
“Mi chiamo John, John of Bissery!”
“E’ uno dei firmatari della pergamena!” sostenne Gaius, ricontrollando il foglio.
“E dicci, John, chi vi sta uccidendo uno ad uno?”
“Voi non volete uccidermi?!”
“Certo che no. In quel caso saresti già morto! Su, rispondi!” lo incalzò Dean.
“Io non so chi si sia accanito con il nostro circolo, ma hanno iniziato a darci la caccia così, all’improvviso. Non riesco a capire chi mai abbiamo potuto danneggiare con i nostri studi. Noi siamo soltanto persone colte, non siamo guerrieri o mercenari!” spiegò l’uomo.
“E da chi hai avuto le informazioni che avete trascritto su questi libri?” chiese Merlino, recando in mano i tre volumi.
“Oh, ma voi siete Emrys! Quale onore è potervi accogliere in questo luogo! Siete la nostra più vivida speranza di sconfiggere Morgana e i suoi seguaci e di condurre il regno di Albione ad un periodo di pace e di prosperità. Solo voi potete ricucire lo strappo che si è creato tra Camelot e la magia durante il governo di re Uther.” disse, notando la presenza di Merlino e rivolgendogli un inchino.
“Ti ringrazio per la tua lealtà, ma ti prego, rispondi alla mia domanda! E’ molto importante sapere come siete venuti a conoscenza della mia missione! E soprattutto chi altro ne è al corrente!”
“Solo noi “Rappresentanti dei letterati” conosciamo il vostro segreto perché abbiamo studiato le profezie che vi riguardano e che si tramandano da tempo immemore. Alcuni di noi hanno avuto accesso a delle informazioni in possesso dei druidi e non abbiamo impiegato molto a capire che si riferivano a voi, Emrys.” “Ma non dovete avere alcun timore! Non è mai stata nostra intenzione divulgare niente al di fuori di queste mura. Abbiamo iniziato a redigere questi libri per far conoscere alle generazioni future il vostro straordinario operato, ma mai ci permetteremmo di mettervi in pericolo. A parte noi, solo i druidi conoscono la vostra vera identità. Non riveleremmo mai ad anima viva ciò che sappiamo: è per questo che ci riuniamo in segreto.”
“Sei sicuro di quello che dici?” tornò a chiedere Dean in tono intimidatorio.
“Ma certo! Ve l’ho detto, dalla nostra bocca non è uscita, né mai uscirà una sola parola!”
“E gli uomini uccisi? Nemmeno loro hanno parlato?” domandò Sam.
“No. Mio malgrado, ho assistito alle uccisioni di due dei miei amici, avvenute non lontano da qui e, oltre a non aver detto una parola, nessuno ha nemmeno chiesto nulla!”
“Che vuoi dire?” lo interruppe Sam.
“Io ero nascosto quando sono stati uccisi e ho visto l’uomo che li ha assassinati con l’uso della magia. Ma questo si è semplicemente avvicinato loro e li ha eliminati, senza proferire parola.”
“Un uomo, dici?!”
“Sì. Non sembrava uno stregone, almeno uno di quelli che mi è capitato di vedere finora, ma, evidentemente, possedeva dei poteri molto forti. Dopo averli uccisi, si è addentrato nella foresta e l’ho seguito, credendo che fosse diretto qui, ma ha semplicemente scritto un messaggio su un pezzo di pergamena e lo ha affidato ad un corvo. Poi è sparito nel nulla.”
“Nel senso che si è allontanato dalla tua vista?” approfondì Dean.
“No, nel senso esatto della parola. Un attimo era lì e l’istante dopo non c’era più niente, come se si fosse volatilizzato.”
“Deve trattarsi di un demone o qualcosa di simile!” disse Dean, rivolto al fratello. “Quindi, quest’uomo vuole solo uccidervi, ma non mostra interesse per i vostri studi o per questo rifugio, giusto?” chiese nuovamente a John.
“No, infatti. Questo posto è l’unica cosa che legava noi dieci, perché al di fuori da qui ognuno svolge la propria vita indipendentemente dagli altri, limitando perfino i contatti. Ma quell’uomo ha come unico scopo manifesto la nostra morte!”
“Beh, se ha inviato un messaggio tramite un corvo, di certo Morgana è sua complice. Ora dovremo capire fino a che punto è coinvolta e cosa ci guadagna lei dalle vostre morti.” sentenziò Merlino. “Tu, John, non potresti restare nascosto qui insieme agli altri sopravvissuti? Almeno fino a quando questa storia sarà finita!”
“Ma la nostra assenza darebbe troppo nell’occhio. Inoltre abbiamo paura che possano fare del male alle nostre famiglie, se non riusciranno ad arrivare a noi.”
“E non potreste condurre qui anche le vostre famiglie? Tanto siete rimasti in pochi ormai!” suggerì Dean, con scarso tatto.
“No, questo mai. Questo posto deve rimanere ignoto anche ai nostri familiari. Non possiamo permettere che siano in molti a sapere! Assolutamente no. Quando sarà ora, forse i nostri figli, se si mostreranno meritevoli di sapere, potranno prendere il nostro posto, ma per adesso non se ne parla proprio!” esclamò John con profonda convinzione.
“Allora cercate di rimanere in vita perché altrimenti i vostri figli non avranno più alcun posto da prendere!” si arrabbiò Dean, non condividendo la posizione ferma e irreprensibile dell’uomo.
“Non preoccuparti, Dean, mi è venuta in mente un’idea per risolvere questo problema.” disse Gaius. “Comunicherò al re che i quattro rimasti sono risultati affetti da una qualche pericolosa allergia alimentare, dovuta a qualcosa che hanno mangiato, e che per questo devo tenere loro e le rispettive famiglie in isolamento per studiare meglio l’evolversi della malattia. Così guadagneremo il tempo di cui abbiamo bisogno.”
“Buona idea, Gaius. Io, intanto, devo informarmi meglio di quest’uomo che collabora con Morgana e devo fare due chiacchiere con un vecchio amico per questo. Se volete venire con me, sarò felice di presentarvelo, ma dovremo attendere che cali la notte.” disse Merlino, rivolto a Sam e Dean.
“Perché no?!” rispose Dean.
“Bene, allora adesso torneremo a Camelot e diremo ad Artù che abbiamo saputo che i ladri potrebbero aver nascosto la refurtiva nella foresta e che stanotte torneremo a controllare, mentre Gaius radunerà queste persone e, poi, farà ritorno al castello con loro per mettere in atto la sua parte del piano. In questo modo non dovrebbero esserci problemi.” concluse Merlino.
   
 
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