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Autore: La_vera_Blackrose    15/01/2022    0 recensioni
La tua schiena
calma
come se avesse appena smesso di piangere
e il dolore che pensi di nascondere bene
io lo conosco tutto.

Una breve one-shot che parla della difficoltà di comunicare i nostri sentimenti a una persona che soffre e che vorremmo aiutare. [circa 700 parole]
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tua schiena calma

 
La tua schiena
calma
come se avesse appena smesso di piangere
e il dolore che pensi di nascondere bene
io lo conosco tutto.

 
La sera proietta l'ombra di una gabbia sulle guance salate, mentre reclini la testa in quel modo che so bene, verso sinistra, e con lo sguardo duro fuggi la compassione e nascondi il tuo essere fragile. Mi volti le spalle, ma il tuo silenzio riempie tutto il mio spazio. Non ti accorgi della mia presenza e del mio cuore palpitante. Eppure, io ti vedo, chiara e luminosa sotto la luna, opprimente come se mille frammenti della tua immagine si rifrangessero nei recessi della mia mente.
La schiena diritta, stai leggendo. Quei gesti che fai inconsapevoli – la carezza che scorre morbida sulla pagina, per poi stenderla con un gesto deciso, un sospiro che non sai trattenere – tu certo non sai che sono oggetto delle mie cure e della mia passione; potrei dirti quanto bene conosco le tue mani sottili e le unghie sempre curate, rosa pallido, e l'insicurezza che trapela solo a momenti, i buchi neri del tuo carattere e i tuoi pensieri più turbinosi, e tu, di fronte a te stessa, non mi crederesti. Solo un'ombra leggera ti scorrerebbe sul viso, nel petto lo spillo del mio affetto, e con gli occhi fuggiresti la nudità della mia anima.
Conosco bene la tua esitazione. Quante volte mi hai osservata e ho finto di non vederti? Come quella volta in macchina – ricordi? All’improvviso l’oscurità si è presa la mia anima. In quell’istante tu hai afferrato la mia mano. Di notte, tra le stelle riflesse sulle mie pupille (pozzi scuri scavati da un sentimento terribile) non ti ho guardata; avvertivamo il pericolo, e parlavamo di altro. Il tuo pensiero mi accarezzava di lato. Anche io ti ho sostenuta con lo sguardo diverse volte, come un'ancella fedele: al di là di una soglia che non posso varcare.
Ma il mio cuore – mi trascina verso di te!
Corre verso di te e infrange i vuoti involucri delle parole.
A volte mi sembra di scorgere in te un'anima affine ma poi la solitudine prende il sopravvento. Come ora: l'oscurità si gonfia nella stanza, ma tu ti ostini a non mettere da parte il libro; con il corpo ostenti concentrazione, ma il tuo sguardo è buio pesto e la mente è inaccessibile. Che pensi? Ho immagazzinato milioni di dettagli e di ricordi; la sera, le tue parole sono un eco che mi accarezza: eppure sono qui fuori, con il dubbio terribile di non conoscerti affatto, e ho paura di confonderti tra le mie fantasie.
Ma se penso alle fragili coincidenze che ci hanno fatte incontrare, so che da allora fai parte del mio destino; ancora non lo sapevo, ma in quel momento tutte le strade per me si sono decise. Ti proteggerò da qualsiasi dolore, per quel poco che posso, invisibile. Non ho bisogno che tu veda le mie lacrime. Le terrò per me; lasciami percorrere con te la via della leggerezza, affinché io possa essere lo scudo per la tua tristezza.
Il tuo dolore non mi spaventa!
I tuoi occhi sono un filtro per tutto ciò che vedo. Alzo lo sguardo e ricordo quando ancora mi chiedevi come fosse possibile non trovare significato in così tanta bellezza, come fosse possibile che non sia stata fatta apposta per noi. Ti parla ancora il cielo, o anche per te è diventato silente…? Tra le nuvole non vedo niente. La bellezza che è sfiorita dentro di me non si riverbera più nelle luci del paesaggio. Sento la testa leggera, come se mi stessi dissolvendo. L’immenso vuoto del cielo mi attira a sé. È solo la tua presenza nascosta che mi impedisce di volare via. Il tuo sguardo mi ancora a terra, anche quando non lo so sostenere.
Mi chiedo quali sarebbero i tuoi pensieri se tutto questo vuoto infine ci crollasse addosso, cielo, terra, colori in un caos primordiale, e noi immobili al centro del vortice. Se tutto ciò che abbiamo costruito rivelasse la sua inutilità sgretolandosi sotto i nostri occhi. Anche allora mi basterà il tuo silenzio, il tuo tacito volermi bene, la speranza di poter ricominciare ancora una volta. E che non sarà l’ultima: ancora e ancora finché abbiamo forze, finché siamo insieme, finché possiamo darci coraggio, combatteremo per ritrovare la bellezza del cielo.
E ti prometto che per te saprò trovarla.





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Nota: avevo già in precedenza pubblicato questa one-shot sul mio vecchio profilo che al momento non uso più. Si tratta di un testo che pur essendo breve mi è costato molta fatica, pertanto ho piacere a ripubblicarlo. Rispetto alla prima versione mi sono limitata ad aggiustare qualche frase.
La parte in corsivo trae spunto da una canzone di Keiji Fujiwara.
   
 
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