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Autore: fiorediloto40    15/01/2022    0 recensioni
...quasi risvegliandosi da un incubo, si chiese che cosa stesse facendo, e soprattutto perché…era un uomo riservato, mai sopra le righe, la sua vita era dedicata quasi completamente alla direzione della sua compagnia, e non si era mai preoccupato troppo della sua vita sentimentale. In poche parole non era di certo un uomo da colpi di testa…e ne aveva appena fatto uno!
***
In un universo alternativo Shaka, Milo, Aiolos e Deathmask incontrano quattro ragazze che cambieranno la loro vita per sempre.
In questa storia i personaggi di Mu, Camus, Shura e Aphrodite sono femminili.
I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gold Saints, Virgo Shaka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Shaka estrasse da una tasca della giacca il telefono che gli aveva consegnato Deathmask, porgendolo a Mu - Tieni, questo è tuo - disse vedendola sorpresa - Deathmask ne ha presi quattro, cosicché possiate comunicare tra di voi in questi giorni -.
 
- Deathmask è l’uomo che è andato via con Aphrodite? - domandò Mu curiosa prendendo il telefono. Nel fare ciò, le loro mani si sfiorarono leggermente. 
 
Shaka si limitò ad annuire.
 
- Credi...sì...beh... - forse non era saggio fare quella domanda, ma ricordava bene quell’uomo ed il fastidio che le aveva provocato la sua arroganza - credi che si stia comportando bene con lei? - le mani che si muovevano nervosamente tradivano il suo nervosismo.
 
Shaka sorrise leggermente comprendendo la preoccupazione di Mu - So che Deathmask può apparire prepotente, insolente e sfrontato...tuttavia, la tua amica non sarebbe potuta capitare in mani migliori - vedendo gli smeraldi spalancarsi sorpresi continuò - l’arroganza di Deathmask in alcuni casi, come questo, è solo apparente. Certo...a volte percorre delle strade, come dire, poco convenzionali...ma è stato lui a preoccuparsi di scoprire le intenzioni dei gemelli, e lo ha fatto solo per tenere la tua amica al sicuro, o meglio, il suo fiore, come la chiama lui...-.
 
Mu aprì un bellissimo sorriso - Sono contenta che sia così - poi, guardando il telefono che aveva tra le mani - questo vuol dire che non posso vederle, giusto? - non c’era rimprovero nel suo tono, solo una sincera confusione.
 
- Non è prudente - rispose Shaka - Saga e Kanon sono in circolazione - prese un respiro profondo prima di aggiungere quello che lui stesso temeva - e dubito che vi lasceranno andare così facilmente...quindi, è meglio essere prudenti -.
 
Mu annuì senza controbattere. Per quanto l’idea fosse agghiacciante, Shaka aveva ragione.
 
- E mi raccomando - Shaka ricordò ciò che Deathmask gli aveva velatamente fatto capire prima di andare via - portalo sempre con te, è importante -.
 
La donna si limitò ad annuire. Capì che doveva esserci una ragione se Shaka aveva parlato in quel modo, e pensò anche di avere capito quale.
 
- Credi che sia il caso di avvisare qualcuno Mu? Non so, a Jamir, o a Lhasa, o Shion...fargli almeno sapere che stai bene - malgrado quell’idea non gli piacesse per niente, Shaka decise di lasciare a Mu la libertà di scelta.
 
La donna scosse energicamente la testa, lasciando Shaka interdetto - Se i gemelli hanno scelto me, è proprio perché sapevano che nessuno mi avrebbe cercata - il tono tradiva la profonda amarezza - non ho nessuno da avvisare, neanche Shion...- lo sguardo interrogativo del biondo la costrinse a continuare - i nostri contatti sono limitati al minimo, ormai ci sentiamo solo quando è necessario -.
 
- Perché? - domandò Shaka confuso. Il giorno prima non aveva avuto l’impressione che ci fossero degli attriti tra di loro, anche se... qualcosa lo aveva lasciato perplesso. 
 
Dai racconti di Mu era emerso un elemento abbastanza evidente...lei e Shion avevano sempre vissuto vite parallele. Nonostante la stretta parentela che li legava, le loro vite non si erano mai effettivamente incrociate.
 
Mu prese un respiro profondo prima di parlare, perché quel ricordo la feriva ancora - È stato a causa della Rivoluzione Stellare - vide Shaka stringere gli occhi - mi disse che avrebbe dovuto essere lui a crearla, e non una “ragazzina” appena uscita dall’università...ovviamente, da quel momento, i nostri contatti sono limitati allo stretto necessario e solo per ciò che riguarda il lavoro - concluse tristemente.
 
Shaka rifletté sulle parole di Mu. Per un momento gli vennero in mente i giorni spesi in quella trattativa serrata...ricordava bene quanto Shion fosse determinato e appassionato nel suo ruolo di mediatore...tant’è che aveva logicamente dedotto che ne fosse lui stesso l'artefice. 
 
Ripensò a ciò che aveva detto Deathmask...
 
Approfittando dello spiraglio di confidenza che Mu sembrava aver aperto, si fece coraggio, chiedendo qualcosa che aveva in mente già da un po’.
 
- Mu, perdonami se ti faccio questa domanda, ma...ho bisogno di capire - vide la donna annuire, i bellissimi occhi fissi nei suoi - com’è possibile che tu sia sola? Ieri mi hai detto che, oltre a non avere parenti né amici, non hai mai avuto...sì...beh...insomma...un ragazzo, o anche solo un appuntamento... - vide il volto di Mu arrossire intensamente - voglio dire...com’è stato possibile...com’è possibile non notare una donna come te? -.
 
Era stato più forte di lui, e non si pentiva di averlo detto. D’altronde era quello che pensava. 
 
Quando vide gli smeraldi riempirsi di lacrime, si rimproverò mentalmente per essere stato così diretto, tuttavia, comprese che in quel momento avrebbe avuto la possibilità di saperne di più sul passato della giovane donna.
 
- Mi dispiace...perdonami per essere stato inopportuno, io... - ma non riuscì a finire.
 
- Non preoccuparti - le lacrime scorrevano sul suo volto, ma la voce suonò risoluta - è normale, anche io al posto tuo mi farei delle domande e, anche se non è piacevole per me parlare di certe cose, è giusto che tu le conosca - si asciugò il viso con le sue mani delicate prima di continuare - ricordi che ieri ti ho detto che i miei genitori sono morti quando ero poco più che una ragazzina? - Shaka annuì serio - Una bufera di neve li ha sorpresi mentre erano di ritorno da un viaggio a Lhasa e non sono più tornati...io ero rimasta a casa ad aspettarli, tuttavia, in seguito a quell’incidente, nel villaggio si sparse la voce che ero stata io a provocare la morte dei miei genitori... - gli zaffiri spalancati di Shaka la costrinsero a continuare - come ti ho detto, mio padre era un chimico e fin da bambina mi ha permesso di seguire le sue ricerche ed esperimenti...la gente del villaggio non ha mai capito che si trattasse di scienza, quanto piuttosto di stregoneria, ed in seguito all’incidente tutti, ad esclusione delle persone che mi hanno cresciuta e che ora non ci sono più, mi hanno sempre tenuta a distanza -.
 
- E questa voce è arrivata anche all’università vero? - Shaka portò le dita al ponte del naso stringendolo per l'irritazione che provava. Quante cose aveva dovuto sopportare Mu?
 
Mu annuì con un sorriso triste - Lì è stato peggio...perché almeno a Jamir nessuno aveva il coraggio di dirmelo in faccia, mentre all’università nessuno si prendeva il disturbo di essere delicato...e naturalmente la stregoneria non c’entrava nulla, per loro era solo folklore e scherno - per un attimo tacque riportando alla memoria quei momenti infelici - mi sarebbe piaciuto avere un’amica con cui parlare, condividere gli anni di studio...ma non è mai stato possibile -.
 
Senza essere visto, Shaka fece un sorriso cinico. Era ovvio che le ragazze fossero le più accanite...
 
- E i ragazzi? - domandò con finta noncuranza.
 
Mu alzò le spalle - Non saprei...nessuno di loro mi ha mai presa in giro, almeno non in mia presenza - vide Shaka alzare un sopracciglio - qualcuno mi ha anche invitata ad uscire qualche volta - gli occhi dell’indiano si strinsero leggermente - ma non ho mai accettato -.
 
- Perché? - domandò incuriosito.
 
- Perché la mia attenzione era concentrata sullo studio e poi...perché non mi interessava nessuno di loro... - disse le ultime parole con evidente imbarazzo.
 
Shaka cercò di mascherare il suo compiacimento, tuttavia non poté fare a meno di provare una certa amarezza per quello che Mu gli aveva raccontato.
 
Finalmente, comprese con chiarezza le parole di Deathmask.
 
- E poi... - la voce di Mu attirò la sua attenzione, facendolo uscire dai suoi pensieri - c’è un’altra ragione per la quale non credo che sia opportuno avvertire qualcuno...-.
 
- Qual è? - chiese il biondo aggrottando le sopracciglia.
 
Mu tacque per alcuni secondi, prima di dire quello che, per quanto vero fosse, la feriva terribilmente - Shaka, per me è assurdo anche solo pensare che qualcuno possa essere capace di tanto, però...se i gemelli mi hanno trovata in un remoto villaggio del Tibet e messa in questa situazione, è perché qualcuno li ha aiutati, probabilmente qualcuno che mi conosce -.
 
Per nulla sorpreso, ma molto turbato, Shaka annuì - Sì, l’ho pensato anch’io...qualcuno deve averti segnalata, altrimenti non si spiega come mai i gemelli siano arrivati così lontano - poi, prendendo con cura il viso di Mu tra le mani, la costrinse a guardarlo negli occhi - però ti prometto che nessuno ti farà più del male...-. 
 
Lo pensava davvero. Finché Mu gli avesse concesso di stare al suo fianco, non avrebbe permesso a nessuno di nuocerle. Si sorprese di scoprirsi tanto coinvolto con una persona che conosceva da così poco tempo, tuttavia, stare insieme a Mu gli dava una sensazione di calore, di conforto...quasi la conoscesse da sempre...quasi la cercasse da sempre.
 
Un’emozione più forte di lui lo trascinò fuori dalle sue abitudini e dalle sue certezze...non potendo resistere oltre, abbracciò Mu stringendola dolcemente a sé.
 
Per qualche secondo, Mu rimase sorpresa da quella vicinanza, tuttavia, quando quelle braccia forti e delicate allo stesso tempo la strinsero, le fecero provare una sensazione che, dopo molti anni, credeva di avere dimenticato...sentendosi al sicuro dopo tanto, troppo tempo, ricambiò il contatto avvolgendo le sue braccia delicate intorno al corpo forte di Shaka, nascondendo il viso contro il suo petto.
 
Temendo che sarebbe fuggita davanti a quel contatto così imprevisto e intimo, l’indiano si meravigliò quando, invece, sentì Mu ricambiare il suo abbraccio. In risposta, la strinse ancora di più a sé, accarezzandole dolcemente la testa e ponendovi sopra un leggero bacio.
 
Se qualcuno, non più di un giorno prima, gli avesse detto che da lì a breve si sarebbe perso tra le braccia di una donna, lo avrebbe certamente preso per pazzo. Tuttavia, in quel momento, rapito da quel contatto che aveva desiderato fin dalla prima volta che l’aveva vista, dovette ammettere con se stesso di sentirsi davvero perso...e non solo tra le braccia di Mu, ma anche nei suoi occhi, nella sua voce, in quel sorriso che illuminava tutto ciò che le stava intorno.
 
Shaka non era uno stupido, sapeva perfettamente che cosa stesse accadendo. Sebbene avesse più volte tentato di ricacciare quei pensieri nella sua mente, sapeva di non poter più ingannare se stesso. Si stava innamorando di Mu...e non stava avvenendo in modo lento e graduale...quanto piuttosto come un tornado che stava azzerando tutte le sue sicurezze.
 
Temendo di poter fare qualcosa di avventato, si forzò a rompere l’abbraccio, sollevando con un dito il mento della donna per guardarla negli occhi - Adesso devo andare Mu -.
 
Ancora rossa per la vergogna, e non solo, dato che il suo corpo le aveva inviato chiari segnali di aver gradito quel contatto, la tibetana riuscì a dire solo poche parole - Vai già via... - il tono tradì la sua delusione.
 
Shaka fece un piccolo sorriso - Sì, nei prossimi giorni lavorerò da casa, devo andare in ufficio per organizzare il tutto -.
 
- Davvero? - Mu sgranò gli occhi sorpresa, aprendo sul suo volto un sorriso discreto.
 
Shaka annuì, dopodiché la lasciò andare con cura, ponendo sulla sua fronte un leggero bacio - Ci vediamo più tardi...Mu - la salutò lanciandole un’ultima occhiata mentre infilava la porta.
 
Prima di uscire, passò in cucina dove informò brevemente Lita delle novità.
 
- Ho bisogno di una cortesia - la donna lo guardò attenta, reprimendo a fatica l’emozione di sapere che Mu sarebbe rimasta in quella casa - Mu ha solo gli abiti con cui è arrivata, sicuramente le occorre altro...accompagnala a prendere tutto ciò di cui ha bisogno - mentre lasciava sul tavolo una generosa quantità di banconote, rivolse alla donna uno sguardo carico di apprensione - e, per favore, non perderla mai di vista... - aggiunse senza dare ulteriori spiegazioni.
 
Quando lo vide andare via, la governante prese un profondo respiro. Nulla sarebbe stato più come prima in quella casa...
 
Per fortuna.
 
 
 
Mu seguì Shaka con lo sguardo, finché non lo vide scomparire all’interno della casa. Perché non riesco a smettere di guardarlo? Perché?
 
Chiuse gli occhi sperando di trattenere il più possibile le sensazioni che aveva appena provato. Per tutti gli dei dell’Olimpo, che cos’era quella scarica elettrica che l’aveva percorsa da cima a fondo quando si era trovata stretta tra le sue braccia? Poteva ancora sentire la sua pelle scaldarsi in risposta a quel contatto...
 
Un suono metallico la risvegliò nuovamente dai suoi pensieri.
 
Quando lesse sul display del telefono il nome di Aphrodite, un sorriso felice si allargò sul suo viso. La giovane svedese aveva chiesto alle altre tre ragazze di collegarsi contemporaneamente, così da potersi vedere mentre parlavano. Mu si ritirò nella sua stanza e, dopo aver seguito le istruzioni di Aphrodite, apparvero sullo schermo i volti delle quattro ragazze.
 
- Ah, Mu...finalmente! - Aphrodite alzò gli occhi al cielo - Per un attimo ho pensato che quel biondo ti avesse rapita... - disse divertita e strizzando un occhio.
 
- No - Mu scosse la testa mostando un timido sorriso - anzi...è molto gentile con me... - subito dopo si accorse di aver parlato troppo, a giudicare dalle smorfie ironiche che vide sui volti delle amiche.
 
Per prima cosa le ragazze affrontarono la questione che stava loro a cuore: uscire dai progetti di Saga e Kanon.
 
Dite, non riuscendo a mascherare l’orgoglio che provava, raccontò alle altre ragazze di come Deathmask si fosse mosso nel giro di pochissimo tempo; tramite i suoi uomini, era riuscito ad avere le informazioni che gli servivano quasi in tempo reale e, senza scendere in particolari dei quali neanche lei stessa era al corrente, ora era già sulle tracce di Saga e Kanon alla ricerca di qualcosa che potesse finalmente fermare quelle due carogne. Si rimproverava, però, di non avere conservato le e-mail del finto convegno al quale l’avevano invitata...Deathmask gliele aveva chieste, ma purtroppo aveva cancellato tutto prima di lasciare la Svezia.
 
Shura non disse nulla dell’affare nel quale Aiolos era coinvolto; era certa che Deathmask e tutti gli altri ne fossero al corrente, anzi, probabilmente la pista che stavano seguendo partiva proprio da quell’appalto. Tuttavia, non era necessario che le sue amiche lo sapessero...
 
Mu e Camus, grazie loro meticolosità, avevano conservato la corrispondenza avuta con la pseudo organizzazione del finto convegno, e, utilizzando il telefono stesso, inviarono il tutto direttamente all’indirizzo che Deathmask aveva indicato a Dite.
 
Dopo aver discusso a lungo di ciò che più di tutto le interessava, Aphrodite decise di smorzare l’atmosfera con argomenti più leggeri.
 
- Allora, come sta andando il vostro...il vostro...qualunque cosa sia? - un sorriso malizioso adornava il suo bel viso.
 
- Hmpf... - Cam si limitò a fare una smorfia incrociando le braccia - poteva andarmi meglio... -.
 
- Perché parli così Cam...Milo si è comportato male con te? - domandò Mu aggrottando la fronte.
 
- Non posso dire questo - Camille spaziava con lo sguardo senza fissare un punto preciso - è solo che...non so, lo trovo molto istintivo, diretto, a volte anche infantile! -.
 
- È un male? - domandò Mu curiosa. Nel frattempo si era sdraiata sul letto a pancia in giù. Le mani circondavano il suo viso, mentre i gomiti puntellavano il materasso.
 
Camille si limitò a scrollare le spalle, non chiarendo la sua posizione al riguardo.
 
- Beh...anche il mio Masky all’inizio non mi aveva fatto una bella impressione... - Aphrodite intervenne nella discussione. 
 
- Il tuo Masky? - Shura alzò un sopracciglio facendo un sorrisetto ironico.
 
Dite sventolò una mano per minimizzare - Dicevo...pensavo che fosse arrogante, cinico, villano, insolente, prepotente e maleducato... -.
 
- Tutti qui i complimenti? - la interruppe nuovamente Shura.
 
Dite le lanciò uno sguardo annoiato - Dicevo...e tu, Shura, smettila di interrompermi...che all’inizio avevo molte riserve, tuttavia...devo ammettere che si è rivelato essere un uomo davvero molto dolce - a dispetto della sua esuberanza, Dite abbassò il suo sguardo trasognato.
 
- Davvero??? - le tre ragazze parlarono all’unisono. Aphrodite annuì dolcemente.
 
- Non lo avrei mai immaginato, però...sono contenta per te! - disse Camille alzando le spalle e spostando poi l’attenzione sulla taciturna spagnola - E tu, Shura? -.
 
- Io...cosa? - l’interpellata fece finta di non aver capito.
 
Aphrodite sbuffò esasperata - Non fare la finta tonta Shura...tu ed il tuo bel cavaliere! -.
 
Sentendola etichettare Aiolos in quel modo, la spagnola rivolse all’amica uno sguardo tagliente, tuttavia decise di non darle soddisfazione, ignorandola e parlando con la sua solita voce piatta - Credo che Aiolos sia un brav’uomo...si è comportato da gentiluomo e non ho lamentele al momento -. 
 
- Tutto qui? - chiese Aphrodite delusa, ma Shura si limitò a scrollare le spalle con finta noncuranza.
 
- E tu Mu? - domandò Camille rivolgendosi alla tibetana che, sorridendo agli scambi di battute tra Shura e Aphrodite, spalancò gli occhi quando si sentì tirata dentro alla conversazione - non fare quella faccia...come va con il biondo? -.
 
Nel frattempo sia Shura che Dite si erano azzittite tendendo le orecchie, la seconda in maniera molto meno discreta della prima e sfoggiando un bel sorriso malizioso.
 
- Che intendi dire? - chiese Mu perplessa - Quando Shaka è a casa passiamo del tempo insieme, parliamo molto...lui è.…molto gentile con me - giocherellò con le dita per avere la scusa di guardare in basso, poi, come ricordando qualcosa all’improvviso - ah, e quando non è in casa passo il mio tempo con Lita, la governante! -.
 
Il sorriso di Aphrodite morì a poco a poco sulle sue labbra...quella storia sembrava piuttosto noiosa...tuttavia non si arrese e senza mezzi termini domandò quello che aveva sulla punta della lingua già da un po' - Sì...va bene...ma dicci...com’è stato? - chiese battendo le mani eccitata in attesa della risposta.
 
- Com’è stato...cosa? - Mu spalancò gli occhi sorpresa.
 
- Come cosa? Il bacio! Dicci com’è stato il bacio... - le rispose Dite con sguardo sognante.
 
- Quale bacio??? - Mu si alzò di scatto allarmata. Di che accidenti stava parlando?
 
- Il bacio che ti ha dato il principe azzurro Mu - spiegò Shura con il suo solito tono piatto - te lo chiedo come favore personale...diglielo, altrimenti Dite perseguiterà te e non solo te... -. 
 
Aphrodite guardò Shura rivolgendole una smorfia, mentre Mu batteva ripetutamente le palpebre nel tentativo di capire come uscire da quella situazione - Io...non so...non c’è stato nessun bacio... - ammise timidamente; sapeva che non era la risposta che le sue amiche si aspettavano, ma non aveva senso millantare con loro qualcosa che non era accaduto.
 
- Davvero? - domandò Aphrodite sorpresa - Ma...non è possibile...il mio Masky mi ha dato un bacio fantastico! - esclamò ripensando alla scena, degna di un’opera prima, che aveva vissuto la sera precedente.
 
- Sicura Mu? - domandò Shura con molta meno enfasi - Niente di niente? -.
 
- Vuoi dire che anche tu...Shura?! - Mu stentava a credere che Shura, l’irreprensibile spagnola, le stesse rivolgendo quella domanda con tanta naturalezza.
 
- Quindi solo io e Cam non abbiamo fatto niente? - domandò Mu alzando le spalle, ancora sorpresa da quella rivelazione.
 
- Beh...a dire il vero... - sentendosi chiamata in causa, Camille intervenne, ma non riuscì a continuare.
 
- No! Non ci credo! - Mu guardò Camille come se gli occhi potessero uscirle fuori dalle orbite da un momento all’altro - Ma se poco fa hai detto testuali parole poteva andarmi meglio! - disse scandendo ogni parola.
 
- Sì è vero, l’ho detto...tuttavia...poteva anche andarmi peggio! - Camille non dette altre spiegazioni, risultando abbastanza chiaro che tra lei e Milo fosse accaduto qualcosa.
 
A quel punto Mu si trovò completamente spiazzata. Tre su quattro non potevano di certo essere un caso. Evidentemente quella sbagliata era lei. Come al solito...
 
Lacrime di frustrazione salirono ai suoi bellissimi smeraldi...cosa le aveva dato l’illusione di pensare che Shaka fosse interessato a lei? Era gentile, attento, ma magari era solo dispiaciuto per la sua situazione. 
 
Vedendo le lacrime di Mu, Dite si sentì terribilmente in colpa, rendendosi conto di aver esagerato con la sua curiosità - Mu, tesoro, mi dispiace se ti abbiamo messo pressione...-.
 
- Non preoccuparti Dite, non avete nessuna colpa. Io...beh...non ho nulla da raccontare, mi dispiace...- Mu scosse dolcemente la testa da una parte all’altra - Shaka non ha provato a baciarmi...forse non gli piaccio... -.
 
- Non dire sciocchezze Mu! - la interruppe Shura - Io ero di fronte a lui...e se ti dico che, da quando ti ha vista non ti ha tolto gli occhi di dosso neanche per un istante, puoi solo credermi! - disse con un tono che non ammetteva repliche.
 
- Se a questo aggiungi che ti ha allontanata da Saga e ti ha portata fuori dall’appartamento alla velocità della luce... - confermò Dite.
 
- E che ha dissuaso l’idiota di Milo dal prenderci entrambe... - aggiunse Camille apparentemente annoiata; sotto sotto però, il suo tono tradiva una punta di fastidio...che solo una persona, tra quelle presenti, riuscì a notare.
 
- Coooosa??? - Dite e Shura parlarono all’unisono. Quello che aveva detto Camille era riuscito a sconvolgere persino l’impassibile spagnola!
 
Camille sospirò pesantemente prima di parlare - Sì, l’insetto non sa che ho un udito molto sensibile...e la sua “formidabile” - fece il segno delle virgolette con le dita - idea era di avere entrambe, me e Mu - poi, rivolgendosi direttamente a Mu - ma il tuo biondo gli ha fatto cambiare idea, tra l’altro facendogli credere di averlo fatto da solo...geniale! - concluse allargando le braccia.
 
In realtà questa era la ragione per la quale Camille, fin dall’inizio, aveva trattato Milo con palese sufficienza; pur non volendolo dare a vedere, le sue parole, dette con tanta leggerezza, l’avevano ferita. Tuttavia, aveva anche sentito ciò che aveva detto su di lei, e questo, in seguito, l’aveva portata ad essere meno rigida con lui...almeno un pochino...
 
Mu non disse nulla. Ad essere onesta, lei stessa, la sera precedente, aveva sentito i due uomini parlare. Ma se era tutto vero, ed era certa che lo fosse, perché non era successo niente? E soprattutto...perché accidenti le dava così fastidio che Shaka non avesse provato un contatto più ravvicinato?! Era vero che, pochi minuti prima si erano abbracciati ed era stato meraviglioso, però...
 
- Mu, posso farti una domanda? - sebbene non potesse vedere le mani di Mu tamburellare impazienti sul copriletto, Dite comprese la sua confusione - Quell’uomo...Shaka...ti piace? -.
 
A quella domanda Mu fermò ogni movimento, solo gli occhi si spostavano nervosamente da una parte all’altra alla ricerca di una possibile replica. Tuttavia, quando la risposta le affiorò alle labbra, provenendo direttamente dalla parte più intima della sua coscienza, un timido  fu l’unica cosa che riuscì a dire.
 
Dite, Cam e persino Shura le rivolsero un sorriso comprensivo, evitando di commentare quel dolce sfogo della sua coscienza.
 
Qualche istante dopo, quando si salutarono e cominciarono a scollegarsi sparendo dalla sua vista, Mu notò che Camille era rimasta collegata - Vuoi dirmi qualcosa Cam? - le chiese con un bel sorriso.
 
Camille annuì energicamente.
 
- Riguarda Milo vero? - chiese Mu con cautela. Nonostante il suo modo di fare disinteressato, aveva compreso che l’episodio raccontato pochi minuti prima avesse ferito la bella francese.
 
Camille annuì con più calma - Davvero ti piace Shaka? - domandò con un tono meno disinvolto di quello che usava normalmente.
 
Camille era così...poteva apparire fredda, distante, sprezzante, orgogliosa, ma il suo cuore era esattamente l’opposto. Solo Mu, tra le ragazze, era riuscita a capire quanto potesse essere facile ferire l’animo delicato di quel piccolo iceberg...infatti era questa la ragione per la quale la francese si sentiva a proprio agio più con lei che con le altre.
 
- Se per piacermi intendi che non riesco a pensare ad altro...e beh...sì...mi piace - ammise Mu con sorriso - davvero, Cam, è la prima volta che mi succede una cosa del genere...non capisco, lo conosco da così poco tempo eppure non riesco a pensare ad altro...stanotte non ho chiuso occhio pensando a lui - concluse scuotendo dolcemente la testa.
 
- Ma... - Camille si sentiva in imbarazzo nel dover affrontare quell’argomento, ma sapeva che nessuno meglio di Mu poteva capirla - quando pensi a lui...come...come lo pensi? - un lieve rossore si formò sulle sue guance - Sì...voglio dire...cosa...immagini? -.
 
Mu comprese perfettamente ciò che l’amica le stesse chiedendo - La risposta alla tua vera domanda Cam...è che è tutto normale...credo... - la rossa alzò le sopracciglia sorpresa - non fare quella faccia...i tuoi pensieri sono gli stessi che ho io, e che hanno anche Dite e Shura. Immaginiamo quelle cose perché abbiamo gli stessi desideri...con persone diverse naturalmente! - si affrettò ad aggiungere - Immagino che averne paura sarebbe come temere di vivere... - concluse con la sua voce dolce.
 
Cam le rivolse un piccolo sorriso, ancora imbarazzata per ciò che aveva chiesto, e prima di chiudere la telefonata, volle dirle un’ultima cosa - Mu... - la tibetana inclinò il capo in segno di ascolto - quello che ha detto Shura è vero, l’ho visto anch’io...e se Shaka non ha provato nulla è perché probabilmente non vuole spaventarti...però pensa bene a ciò che sto per dirti - Cam tornò di nuovo seria - ognuno di noi ha i suoi tempi e non forzare mai te stessa a fare nulla che tu non voglia davvero -.
 
- Come fai a capire quando...si beh...è il momento giusto? - domando Mu turbata.
 
Camille addolcì lo sguardo comprendendo la confusione nella quale Mu si stava perdendo. Lei stessa non era di certo un’esperta, tuttavia, ripensando a quel dolcissimo bacio che Milo le aveva quella mattina, si sentì di consigliarla per come lo aveva vissuto.
 
- Non lo capisci Mu...lo senti -.
 
Mu annuì riflettendo sulle ultime parole di Camille. 
 
Poteva saperne ben poco di relazioni e baci ma non era una stupida...ricordava bene l’abbraccio che lei e Shaka si erano scambiati poco prima, ed anche ciò che era accaduto la sera precedente, quando, per evitare la caduta, si era ritrovata tra le braccia dell’indiano...ricordava il suo respiro veloce, le mani che le stringevano la vita con delicatezza ed urgenza, lo sguardo felino che si alternava tra i suoi occhi e le sue labbra, insistendo su queste in modo particolare...e quella rigidità che le aveva appena sfiorato il fianco prima che lui la allontanasse da sé...
 
Poteva non essere un’esperta, ma sapeva bene che cosa significava!
 
   
 
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