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Autore: cin75    16/01/2022    3 recensioni
Dalla storia:
“Voglio stare con te!” trovò il coraggio di precisare.
Gli occhi verdi fissi in quelli ambrati di Jared che lo guardavano stupiti.
Jared annullò lo spazio tra lui e il bancone. Poggiò le mani sul piano di legno levigato e strinse appena un po’.
“Tu vuoi stare con me?!” chiese come se non avesse capito.
E allora Jensen, finalmente, si mosse e prese una posizione speculare a quella del ragazzo. Mani sul bancone e busto appena sporto verso l’altro.
“Sì!” rispose. “O per lo meno ci voglio provare!”
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Circa tre mesi dopo Jared e Jensen davano la festa per inaugurare la loro vita insieme. Avevano atteso il giusto tempo per permettere a Jensen di riaprire il bar, dopo i lavori di ristrutturazione e Jared di riprendere a pieno i suoi impegni lavorativi.
Quella sera , una bellissima sera autunnale, piacevolmente calda, la visuale del lago dava alla compagnia festante una ragione in più per godersi quel momento. C’era anche Jim e naturalmente il suo inseparabile Jay che scodinzolava festoso a chiunque gli procurava un po’ di cibo.
“Jared ...wow!!!..questo posto è fantastico!” esclamò Rich allargando le braccia al panorama che aveva di fronte.
“Già, lo puoi dire forte!” convenne Misha, sorseggiando la sua birra e poi guardandosi un attimo in giro. “Ma dov’è Jensen?” fece non vedendo l’amico.
Jared si rese conto di averlo perso di vista anche lui. “Forse è in casa a prendere altre birre!”
“Potevo andarci io!” fece Rich.
“Ehi, oggi, sei ospite! Ma se dopo vuoi fermarti per ripulire questo casino...” scherzò Jared.
“Ah no!! l’ospite è sacro e io oggi sono ospite!”
I tre risero e poi Jared si guardò di nuovo attorno per cercare Jensen. “Ma dov’è finito?!” chiese sorridendo ancora.
Misha, a quel punto, gli mise una mano sulla spalla. “Credo che tu debba guardare di là!” gli disse indicando l’interno della casa. Il soggiorno.
Un piccolo gruppo di persone si aprì come per mostrare quello che stava per accadere.
Jared boccheggiò sorpreso quando si rese conto di quello che stava vedendo: Jensen seduto sul bracciolo della poltrona centrale, con una chitarra e un sorriso radioso.
Il biondo con un lieve cenno della testa lo invitò ad entrare e il ragazzo come in trance obbedì, avvicinandosi al compagno.
“Ma cosa...” sussurrò appena , alludendo alla chitarra.
“Con una canzone ti ho conquistato!” disse Jensen. “O per lo più ti ho messo compassione dato che sono collassato subito dopo!” precisò facendo ridere tutti. “Con una ti ho confessato cosa ormai eri per me” alludendo alla canzone che aveva cantato per lui in ospedale. Misha, innocentemente se l’era lasciato scappare qualche tempo addietro. “Con una canzone spero di tenerti legato a me per sempre.” concluse dolcemente.
“Jensen!” fece Jared , emozionato, al ricordo di quelle fasi della loro storia.
Le dita di Jensen iniziarono ad accarezzare le corde tese della chitarra e un accompagnamento dolce e ritmato riempì la stanza , immediatamente silenziosa. Perfino Jay, incuriosito, si sdraiò ai piedi di Jensen , e rimase intento ad ascoltare. Poi la voce del biondo iniziò ad allietare i presenti.

“Non avevo programmi
Non avevo grandi progetti...
Ma questo non sono più io
Sto lasciandomi alle spalle quella vita

Sono tuo
Ora capisco a cosa serve l'amore
Mi ha colpito allo scoccare della mezzanotte
Tu mi dai una ragione
Non tornerò mai indietro
Non ora...
Andavo verso il nulla
Quando ho guardato nei tuoi occhi
Proprio quando meno me lo aspettavo
Hai illuminato la stanza
Ora sono tuo...”


Quando l’ultimo accordo scivolò tra le dita di Jensen e il silenzio rigoroso con cui tutti avevano ascoltato quella canzone e quelle parole così dolci, un applauso compiaciuto raggiunse il barista che sembrò quasi riprendere da quella sua dedica e arrossì abbassando appena lo sguardo come per ringraziare.
Poi alzò di nuovo lo sguardo e lo puntò sul compagno che nel frattempo era rimasto in silenzio, completamente perso e rapito da quella serenata inaspettata. Gli occhi lucidi, lo sguardo emozionato perennemente fisso su Jensen che passava la chitarra a Misha, al suo fianco, e si alzava per mettersi di fronte al giovane.
Gli sorrise di un sorriso dolcissimo.
“Beh...dì qualcosa!” suggerì il biondo.
Jared si guardò un attimo intorno, sentendo su di sé lo sguardo dei loro amici. Sembrò che stesse per dire qualcosa, ma al tempo stesso quel qualcosa gli restò bloccato in gola, come se avesse paura di farsi udire.
“Ehi...” fece Jensen posandogli una mano tra la guancia e il collo, in quella maniera calda e rassicurante come solo lui sapeva fare. “Che c’è?” chiese dolcemente.
Jared prese coraggio. Al diavolo tutto e tutti. Puntò lo sguardo negli occhi smeraldini di Jensen.
“Vorrei che non ci fosse nessuno così potrei chiudermi con te nella nostra camera da letto e provarti più e più volte quanto tu sia davvero mio e quanto io sia davvero tuo!” fece con convinzione e senza riprendere fiato.
Jensen strabuzzò gli occhi, deglutì sia di un certo imbarazzo che di una eccitante aspettativa.
Jared notò quell’espressione per lo più indecifrabile e anche lui si ritrovò a strabuzzare gli occhi.
“Dio!! l’ho detto ad alta voce!” si rese conto , arrossendo vistosamente.
Jensen annuì soltanto mentre le risatine dei loro ospiti cominciavano a farsi più presenti. “Mi dispiace ma….”
“Jared..” sussurrò Jensen senza smettere di guardarlo.
“..ma non mi rimangio niente!” ribadì.
“Ooookkeeeyyyy!” fece Rich, ironico e scherzoso. “Beh! Amici miei , credo che la festa sia finita. Lasciamo che questi colombelli facciano il nido!!” recuperando il suo giacchetto e passandone qualche altro agli altri amici che si avviavano all’uscita sogghignando ma per niente contrariati.
Misha passò accanto a Jared, posando la chitarra sul divano. “Desiderio esaudito. Fatti valere , Tigre!!” gli sussurrò discretamente nell’orecchio. Poi si girò verso Jensen e gli fece un semplice occhiolino.
“Ok! Ragazzi.” fece Rich , aggrappandosi alla maniglia della porta di ingresso. “Ospiti andati. Casa vuota.” li avvisò mentre sorrideva al fatto che quei due continuavano a fissarsi e non muoversi di un solo centimetro. “Non fate niente che io non farei!” scherzò ancora, mentre….
“Rich, vieni fuori da lì!!!” gridò la voce di Misha. “O ti lascio a piedi!!!” lo minacciò, l’amico.
E solo a quella minaccia, il barista si chiuse la porta alle spalle e raggiunse Misha in macchina.

Quando si fu seduto, Misha gli disse di mettersi la cintura e rimase basito quando Rich non protestò.
“Wow!!” esclamò sorpreso. “Mi aspettavo come minimo un dito medio alzato per aver osato dirti di metterti la cintura!” scherzò Misha mentre metteva in moto e quando si accorse che dal lato passeggero non arrivò nemmeno allora una risposta volgare o sagace, girò il viso e notò lo sguardo , forse, preoccupato dell’amico barista. “Ehi, Rich...amico? Tutto bene?”
Rich aveva lo sguardo fisso verso la casa dei due amici. Sembrava davvero pensieroso.
“Rich?!” lo richiamò ancora , l’altro.
“E’ che ne hanno passate tante quei due. Prima il collasso di Jensen, poi tutto il casino con Jared ..insomma...sembra quasi come se il destino non li volesse insieme quando invece loro l’unica cosa che vogliono è stare insieme. Se lo meritano, porca miseria. Sono due persone fantastiche! Perché cavolo il cazzo di fato deve accanirsi contro loro?” disse , decisamente irato e poi guardò Misha come se attendesse da lui una risposta.
Misha comprese il rammarico dell’amico e lo condivise in pieno. Aveva ragione. Aveva davvero ragione.
“Ascolta...hai ragione. Sul serio, ma...”
“Ma..?”
“Ma nonostante tutto, Jared e Jensen, sono insieme. Il destino o fato o come tu voglia chiamarlo, li ha messi alla prova, ma loro sono stati più forti e sono qui, stanno bene e sono ancora insieme. La sorte in questo anno e mezzo ha dichiarato loro battaglia , ma guardali Rich...” fece indicando i due ragazzi ancora visibili dalla finestra.
Jared e Jensen erano abbracciati stretti e si baciavano.
“...guardali. Hanno vinto, amico. Hanno vinto loro!”
Rich sorrise convinto osservando i due amici. Annuì grato a Misha per quella risposta , per quelle parole di cui aveva bisogno.
Poi si nascose il viso tra le mani e se lo strofinò con vigore come per portare via quel momento di scoramento.
Fece un sbuffò liberatorio e guardò Misha che guardava ancora la finestra.
“Che schifo!!” esclamò allora.
“Cosa?..che c’è?” fece basito Misha.
“Smettila di fare il guardone, metti in moto e portami a casa. Pervertito maniaco!” fece indicando l’immagine che proveniva dalla vetrata.
“Fottiti Speight. La prossima volta ti lascio marcire nella tua frustrazione!” rispose a tono il paramedico mentre metteva in moto e si immetteva sulla strada principale.
“No, non lo farai!” scherzò l’altro.
“Oh!! puoi giurarci che lo farò. Ti vedrò a terra , guarderò da un’altra parte, farò finta di niente e passerò oltre!” lo minacciò scherzoso.
“No, non lo farai!” ribadì con più convinzione Rich.
“Ne sei convinto?!”
“Sì, perché tu sei angelo misericordioso e andresti all’Inferno pur di salvare un amico!”
“Ma tu non sei un amico!”
“Si, che lo sono!”
“No, non lo sei!”
“Si, che lo sono...”
“No , non...” e così per gran parte del tragitto fin quando non scoppiarono a ridere.


Nel confortevole cottage , appena diventato casa di Jared e Jensen, i due ragazzi, stretti un dolcissimo abbraccio, continuavano a scambiarsi baci e carezze altrettanto dolci.
“Siamo soli!” sussurrò Jensen.
Jared si scostò appena da lui e si guardò attorno come a rendersi conto che davvero lo fossero. Lo fissò ammagliato.
“Se non ricordo male, c’era un...desiderio...in ballo!” maliziò il biondo allontanandosi appena da lui e accennando ad andare verso la loro camera.
Jared non disse niente ma lo seguì e quando il compagno varcò la soglia della stanza lo afferrò per il braccio e lo costrinse a voltarsi di nuovo verso di lui.
Jensen di fronte a Jared, lo guardò stranito.
“Cosa c’è?” chiese in un sussurro e poi fece per voltarsi e avvicinarsi al letto.
“No!” esclamò Jared. Nel suo tono una sorta di comando.
Jensen lo guardò confuso. “No?”
Jared gli mise una mano al centro del torace, quasi in direzione del cuore. “Non smettere mai di guardarmi.”
“Ma...” e tentò di voltarsi ancora per avvicinarsi al letto.
“Non smettere mai di guardarmi!” ribadì quasi predatorio Jared.
Jensen a quel punto deglutì. Ma la sua era una inaspettata eccitazione. Non aveva mai visto , nel compagno, questo aspetto...dominante.
“Io...”
“Sssh!” lo zittì chiudendogli la bocca con il dito indice. “Non togliermi mai gli occhi di dosso.” sibilò mentre le sopracciglia di Jensen si arcuavano in una chiara espressione di sorpresa.
“Ora come ora, non riuscirei a farlo nemmeno se volessi!” rispose il biondo, parlando mentre sfiorava con le labbra il dito di Jared e mentre ormai completamente rapito da quello che stava accadendo. Poi sentì una leggera pressione al centro del petto. Era Jared che lo stava spingendo piano, così che lui potesse camminare senza timore all’indietro. Passo dopo passo. Finché non sentì il tocco del materasso.
Fece per sedersi ma…
“No!” lo fermò Jared. Interruppe il contatto della sua mano sul corpo di Jensen e… “Spogliati!” fece. “Lentamente!” sibilò suadente mentre un brivido caldo corse lungo la schiena di Jensen. “Completamente!” precisò ammiccando.
Il biondo sentì il cuore iniziare a battere velocemente. Le mani gli tremavano appena. Così come le gambe. Eppure non riusciva a distogliere lo sguardo da quello del compagno. Deglutì.
Poi , ubbidiente, iniziò a sfilarsi la camicia che indossava lasciandola cadere dietro di sé. Dopo , fu la volta della maglietta che indossava sotto che raggiunse il pavimento vicino alla camicia.
“Bravissimo!” lo adulò Jared e quando vide che Jensen esitava… “Non sei ancora nudo come piace a me. Va’ avanti!” lo incoraggiò passandogli il dito indice lungo lo sterno, verso il basso, fino a raggiungere la cinta dei jeans e agendo appena per far scattare il bottone.
Il torace di Jensen sussultò appena e poi le sue mani continuarono quello che aveva iniziato Jared.
Si sbottonò completamente il jeans, abbassò la zip e si mosse appena per farsi scivolare sulle gambe il pantalone. Poi gli bastò scalciarlo via.
“Va’ bene così!?” disse mostrando il suo corpo all’altro.
“No! Affatto!” rispose Jared, quasi con tono deluso.
Jensen lo guardò stranito, forse in imbarazzo non aspettandosi un “No!” come risposta. “Ma..”
“Ho detto che ti voglio nudo!” disse squadrandolo dalla testa ai piedi. “Completamente nudo!” precisò , poi, restando con lo sguardo fissò sui boxer che Jensen ancora indossava.
Jensen sentì avvamparsi, ma non per la vergogna di spogliarsi completamente davanti a Jared. Non era certo la prima volta che lo faceva. Ma era il modo in cui questa volta , il tutto, stava accadendo. Jared sembrava un animale predatore, pronto a saltargli addosso e togliergli ogni possibilità di scampo.
Non che la cosa gli dispiacesse!!!
Così infilò due dita nell’elastico dell’intimo e lentamente lo fece abbassare, fino a farlo cadere sulle caviglie. I piedi fecero il resto.
Era completamente nudo, ma la sensazione che provava era di completa tranquillità. Nessun disagio.
“E ora?” fece con una sorta di sfida.
Jared sorrise a quell’espressione soddisfatto del compagno. E lo sorprese di nuovo.
“Ora spogli me. Completamente.” rivelò e quando vide una luce di entusiasmo accendersi sul volto del biondo, colpì di nuovo. “Ma i vestiti sono l’unica cosa che potrai toccare. Niente altro!”
Jensen strabuzzò gli occhi. “Stai….scherzando?”
“Mai stato così serio, amore mio!” rispose Jared. “Ma se non ti va...possiamo anche rimandare!” azzardò e mise un passo di distanza tra loro. Jensen agì d’istinto. Lo afferrò per la camicia, trattenendolo.
“Sei un gran figlio di...”
“Andiamo!!, non diventare volgare!!” lo ammonì ironico il giovane, fermandolo sul finale.
“Lo sai che te la farò pagare, prima o poi, vero?!” lo minacciò Jensen mentre le sue mani avevano già iniziato a liberare i bottoni dalle loro asole. Cavolo, gli tremavano le mani! Era talmente eccitato per quella situazione che detestava sé stesso per questa sua sorta di debolezza quando si trattava di Jared e odiava Jared che a volte aveva un tale ascendente su di lui.
Ma cavolo!! Cavolo!! Quanto lo amava. E ora aveva capito che amava anche questo nuovo aspetto del compagno. E amava il fatto che lui non era spaventato. Niente di Jared poteva spaventarlo. Specie se si trattava di amarlo o farsi amare da lui.
E mentre si perdeva in questi pensieri, nemmeno si rese conto di aver perfino già sfilato i pantaloni al compagno, ora rimasto solo in intimo.
“Anche quelli?!” fece il biondo ammiccando ai boxer neri. “O temi che possa toccare qualcosa che non devo toccare?!” lo provocò.
“Vediamo quanto sei bravo!” rispose in provocazione, Jared.
Allora Jensen, lo fissò. Gli occhi lucidi, i sensi in allerta, l’eccitazione a mille. Però qualcosa poi scattò nella sua mente.
Non voleva far divertire solo Jared. Ora si sarebbe divertito anche lui.
“Beh...ho le mani che mi tremano un po’, quindi...” fece con tono dispiaciuto.
“Quindi ti arrendi?”
“Affatto!” e così dicendo si mise in ginocchio e afferrò l’elastico dei boxer con la bocca e iniziò a manovrarlo così da poterlo tirare verso il basso.
Il respiro di Jared tremò , preso alla sprovvista. Il calore delle labbra di Jensen, anche se su piccoli lembi di pelle, era un piacere comunque ...piacevole. Jared abbassò la testa, incantato a guardare il compagno che si adoperava a sfilargli sensualmente l’intimo con la bocca. Barando , di tanto in tanto, poiché con discrezione mordicchiava la pelle dei fianchi, del basso ventre, delle cosce e così man mano che abbassava il tessuto di cotone.
E quando ebbe concluso, invitò il giovane ad alzare i piedi per eliminarlo completamente. Jared a quel punto si aspettava che Jensen si alzasse, invece il biondo fece il percorso al contrario , baciando altra pelle, mordendo appena a fior di labbra.
Jared poggiò le mani sulle spalle del compagno: “Non erano questi i patti!” sussurrò, comunque affannato.
“Puoi fermarmi allora!” gli suggerì Jensen, mentre, maliziosamente lasciava dei baci soffici sulla zona iliaca del compagno fino poi a raggiungere la sua eretta virilità. Jared inarcò la schiena a quel contatto così languido e umido.
“Ora come ora non ci riuscirei nemmeno se volessi!” lo parafrasò affannato Jared.
L’intraprendenza che aveva acquisito Jensen in quell’anno e oltre che ormai li vedeva insieme come coppia, lo stupiva ogni volta che facevano l’amore. Vedendolo ora, ammirandolo tra le sue braccia, sul suo corpo, mai e poi mai avrebbe potuto paragonarlo a quel ragazzo che tempo addietro gli aveva confessato che non era sicuro di ciò che era e di chi voleva al suo fianco.
Distratto da quei pensieri, Jared sussultò, ma lo fece anche perché Jensen aveva approfondito il suo tocco sul suo corpo. Le labbra del biondo avevano avvolto con più decisione, la sua lingua lo stava accarezzando con più voluttà e questo aveva portato entrambi ad affannare i proprio respiri e ad accelerare i battiti dei loro cuori.
Jared , allora, afferrò il compagno dalle spalle, strinse con decisione ma non con rudezza, lo costrinse ad allontanarsi dal suo corpo e poi con un gesto altrettanto deciso lo spinse letteralmente sul letto.
Jensen preso alla sprovvista si lasciò “maneggiare” ma sorridendo sghembo, ritrovandosi sul materasso, azzardò un’accattivante: “Cos’è? Ti arrendi?”
Jared strinse appena gli occhi come se lo stesse mettendo a fuoco.
“Va’ più su!” ordinò , dato che Jensen era quasi al centro del letto. “Braccia sopra la testa. Mani alla spalliera e sta’ zitto!” fece decisamente eccitato e predatorio.
“Cambiamo gioco , allora?!” lo provocò Jensen, mettendosi comunque nella posizione voluta dal compagno.
“Ho detto...zitto!” fece ancora, Jared mentre Jensen lo vide allontanarsi appena, aprire un cassetto e tirar fuori una delle sue sciarpe di lino.
“Ma cosa..” sussurrò un tantino più sorpreso.
“Chiudi la bocca!” continuò Jared, ritornando accanto a lui. Il giovane , al bordo del letto, salì piano, lentamente gli gattonò praticamente addosso. “A meno che non sia io a dirti di aprirla!” precisò malizioso.
Jensen sorrise, stette al gioco. Anche perché ormai erano entrambi ad un tale punto di eccitazione che nessuno dei due si sarebbe tirato indietro.
“Ok! Ma scordati che ti chiami “padrone” o “signore”!!”
“A me basta che chiami il mio nome!” rispose Jared mentre intrecciava la sciarpa leggera tra i polsi di Jensen e il legno del loro letto.
“E tu chiamerai il mio?!”
“Sempre!” sussurrò Jared baciandolo languidamente. “Ora...” fece sistemando meglio contro il corpo del compagno che sembrava tremare di eccitante aspettativa. “Mi hai detto che sei mio...” e lo baciò ancora. “...o meglio, me lo hai cantato..” e poi scese a baciarli quel lembo tra spalla e collo che sapeva far perdere una certa lucidità al compagno e infatti..
“Sei sleale!!” ansimò Jensen , tendendosi contro il corpo dell’amante in cerca di più contatto.
“In amore e in guerra, tutto è lecito amore mio!” fece disse con tono innocente mentre scendeva verso i capezzoli, pronto a torturarli. Iniziò, li vezzeggiò, li rese turgidi e godette di ogni spasmo di piacere che muoveva il corpo di Jensen.
“Jared!!” ansimò Jensen.
“Dillo ancora, Jensen. Dì il mio nome!” fu la richiesta decisamente affannata poiché anche per lui l’eccitazione e il desiderio di trovare un appagamento amoroso era a soglie quasi dolorose. “Dì ancora il mio nome!!”
“Jared...Jared...Jared...” continuava Jensen sentendo la presenza delle dita di Jared tra le sue gambe e mentre Jensen lo chiamava quasi fosse una nenia appassionata, Jared usò le sue dita affusolate per preparare quella strada che avrebbe portato piacere ad entrambi. Lavorò con attenzione, seguendo i gemiti compiaciuti del compagno, massaggiò e carezzò fin quando più nessuna tensione muscolare venne percepita.
“Sei mio...sei mio...sei solo mio!” iniziò a ripetere Jared mentre piano e con cautela iniziò a conquistare il corpo di Jensen, che lo accolse senza fare resistenza. Quando quell’unione fisica divenne finalmente reale, un respiro strozzato fuggì via dalle loro labbra.
Per un attimo, fermi. A godersi quel momento di pura estasi. Occhi negli occhi. I corpi vicini. Le mani di Jared che con delicatezza avevano liberato i polsi di Jensen così che le mani potessero stringersi.
E quando Jensen portò una sua mano sul viso, accaldato e stravolto quasi quanto il suo, di Jared, il giovane si cullò in quel semplice tocco.
“Fa’ l’amore con me Jared.” disse con una dolcissima intonazione Jensen, mentre si stringeva con le gambe intorno al corpo del compagno. “Voglio essere tuo come solo tu riesci a farmi sentire tuo.”
Gli occhi di Jared divennero lucidi, di passione, di emozione , di amore.
“Dio!! quando ti amo, Jensen.” rispose mentre piano iniziava a muoversi . A muovere i fianchi, a contrarre i muscoli così da poter conquistare tutto ciò che Jensen gli lasciava conquistare. Tutto!
Jensen, perso nel piacere che Jared gli stava donando, altro non poteva fare che assecondare quei movimenti d’amore. Jared gli aveva sconvolto la vita. Stravolto l’intera esistenza. E non in maniera negativa, no. Ma nella maniera più meravigliosa che ci potesse essere.
Il sentimento che i due ormai provavano l’uno per l’altro non lasciava spazio a dubbi di sorta.
Si amavano nella maniera più totalizzante possibile e non era solo una questione fisica. Era qualcosa che andava oltre la mera passione e la lussuria.
E il loro fare l’amore ne era l’esempio. Si appartenevano sempre di più ad ogni affondo di Jared. Si legavano indissolubilmente ad ogni concessione di Jensen. I loro baci erano l’espressione dell’amore che bruciava tra loro, che li faceva bruciare l’uno per l’altro.
Gli ansimi , i respiri affannati, i loro nomi sussurrati con tremori di piacere erano la colonna sonora a quel giuramento amoroso.
Fin quando tutto divenne troppo da tenere sotto controllo. Fin quando la mente iniziò a perdersi nel piacere. Fin quando i movimenti divennero più ritmici e appassionati, ma mai frenetici. Le bocche , baciandosi con passione, cercavano di darsi conforto, di portare aria quando quelle sottili scariche di godimento iniziavano a vibrare fin dalla base della spina dorsale, contraendo il ventre e più in basso.
Rotolarsi tra le lenzuola sembrò l’unico modo per ritardare l’inevitabile, pur di continuare a provare quella magia che stavano provando. Jensen spinse Jared dalle spalle, ritrovandosi cavalcioni su di lui, iniziando a muoversi sensualmente sopra il corpo del giovane e quando capirono che stavano per cadere in quel baratro estatico, Jared agì. E riprese il controllo, riportando Jensen sotto di lui. Riguadagnando la sua posizione, guidando le gambe del biondo di nuovo intorno ai suoi fianchi. Conquistando con un affondo deciso , ancora una volta, il corpo dell’amante.
“Fallo...fallo con me!!” ansimò Jared , chinandosi verso il volto accalorato di Jensen, baciandogli le labbra umide e gonfie per i tanti baci. “Fallo con me...ora!” sembrò quasi supplicare.
Jensen lo guardò, incerto. Video gli occhi lucidi , le iride ambrate completamente inghiottite dal desiderio e dal piacere che stava provando. Ma non riusciva a capire cosa Jared intendesse.
“Io ...io...” balbettò affannato, mentre accarezzava il volto amato.
“Tocca il Paradiso con me, Jensen. Ti prego...tocca il Paradiso con me...” ansimò Jared con nel tono tutto lo sforzo di uno che stava cercando con tutte le sue forze di trattenersi. “Il Paradiso...con me...”
Jensen capì. Mise una mano sulla nuca del compagno per tenerselo vicino mentre lo baciava e con una mano si afferrò alla spalliera del letto.
“Portami in Paradiso, amore. Portami in paradiso con te! Ora!!” gli sussurrò sulle labbra prima di spingersi contro di lui e stringendogli le gambe ai fianchi.
A Jared non servì altro. Pochi affondi. Ben mirati. Ben cadenzati.
I corpi che quasi nemmeno si staccavano tanto erano vicini. I respiri uniti davano fiato ad entrambi. Le voci spezzate dal piacere intenso che si riversò caldo e avvolgente. Il tremore più bello che gli solleticò l’intero essere fino a lasciarli sfiniti. Il terrore di muoversi per la paura di perdere una sola singola sensazione che stavano provando.
Poi, dolcemente, Jared abbandonò il corpo di Jensen, ma senza spostarsi più di tanto, restando quasi addosso al compagno che se lo strinse al petto.
Non importava l’affanno, il sudore, la spossatezza o altro.
L’importante era restare vicini.
“Ti amo!” sussurrò con un filo di voce Jared, mentre incrociava le sue dita con quelle con cui Jensen non teneva più il legno del letto.
“Ti amo anche io e poi...” fece respirando affondo.
Jared alzò la testa per guardarlo, stranito da quell’ “e poi..”
“E poi caro Dylan ecco come si bussa...anzi no, come si spalancano le porta del Paradiso!!” asserì compiaciuto Jensen.
Jared lo fissò prima basito e poi scoppiò a ridere e poco dopo gli fece eco anche Jensen.
Restarono lì a ridere, appagati, felici. In pace.
Nessuno dei due aveva mai pensato che per raggiungere una tale felicità avrebbero dovuto soffrire come loro, in maniera e momenti diversi, avevano dovuto soffrire, rischiando anche di perdersi.
Ma erano stati forti. Erano stati testardi. Avevano lottato per restare uniti, combattendo a testa bassa contro quel destino capriccioso che aveva tentato di separarli.
Si erano trovati mentre entrambi cercavano qualcuno da amare e ora...ora erano insieme.
Si amavamo.
Si appartenevano.
Erano davvero parte l’uno dell’altro.





N.d.A.: un immenso grazie a tutte le magnifiche e pazienti belle persone che hanno seguito la mia storia. E un grazie anche da Jay!!! 
Solo pochi curiosità se vi va di approfondire:
la prima canzone cantata da Jensen è : You're the reason di Calum Scott
la seconda che Jared ascolta in macchina è : Hold on di Chord Overstrett
la terza che Jensen sussurrà in ospedal a Jared è l'italianissima : Fai rumore di Diodato
l'ultima è la dolcissima: I'm your del mio amato Jack Savoretti.


Alla prossima storia, anime belle!!

 

   
 
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