Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: cassiana    16/01/2022    5 recensioni
Becky, algida e severa manager è a Miami per concludere un affare importante. Il suo collega la convince a seguirlo sullo yacht del carismatico Raul potente, ma ambiguo uomo d'affari. Ma le cose non vanno come previsto e Becky incontra Richard, appassionato attivista ambientale, nonché fratello della sua migliore amica Brenda. Nel tentativo di salvarsi i due finiscono nella foresta del Belize tra mille pericoli che li faranno avvicinare e riavvicinare in maniera pericolosa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La situazione precipita








Richard era seduto davanti al pc nell'ufficio di Angie e batteva con frustrazione crescente i tasti in cerca della password. Si tirò indietro i capelli e accartocciò il mozzicone della sigaretta nel mezzo guscio di cocco che fungeva da posacenere. Quello che Becky gli aveva detto su Angie aveva assunto contorni sempre più sinistri man mano che ci pensava. Il comportamento erratico della ex, che lui aveva attribuito allo stress, poteva in effetti essere dettato dall'assunzione di sostanze invece. Angie era diventata quasi isterica quando la settimana precedente era stata trattenuta e aveva scoperto che non sarebbe potuta andare al Great Blue Hole. Un appuntamento fisso ogni due settimane a cui lei si atteneva con scrupolosa maniacalità. Richard aprì uno dei cassetti in cerca di un'agendina o un foglietto su cui fosse segnata la password, senza risultato. Cercò di aprire anche l'altro, ma questo era serrato e non aveva la chiave. Ripensandoci, Angie sembrava stare sempre peggio prima di ogni sortita: più volte l'aveva vista mentre si grattava una guancia o un braccio o che le tremolava una palpebra. Ma non aveva prestato davvero attenzione, preso com'era dalle sue ricerche: su questo Becky avrebbe avuto molto da dire. In effetti, ora Richard se ne rendeva conto, aveva sempre messo in primo piano le grandi questioni planetarie e si era poco curato di abbassare lo sguardo su chi gli stava accanto. Forse si stava perdendo molto in quel modo: di sicuro aveva perso tempo con Becky. Si alzò e diede una scorsa ai faldoni impilati nella libreria.

- Cosa stai facendo?

La voce di Angie lo interruppe. Si voltò con un sorriso:

- Stavo cercando le risultanze del Blue Hole. Sai, ho perso i miei campioni e volevo fare un confronto con le ricerche pregresse.

Angie incrociò le braccia.

- Perchè? Il Blue Hole è la mia area di competenza.
- Ero curioso. Consegniamo le relazioni ogni mese, ma le tue ancora non le ho lette: volevo vedere come sta reagendo la barriera corallina rispetto a quella di Glover.

Angie si avvicinò di un passo, socchiudendo gli occhi:

- Già, sei sempre stato anche fin troppo curioso.
- E' la caratteristica di noi scienziati.

Richard girò intorno alla scrivania, mentre Angie si avvicinava al pc:

- Hai cercato di forzare il computer!

I suoi occhi si erano allargati e la sua voce era diventata tagliente. Richard di rado l'aveva vista in quello stato: una volta dopo aver fatto un brutto viaggio con lsd o quando aveva la sbronza cattiva.

- Hai preso qualcosa, Angie?
- Vaffanculo Rick. Che cosa vuoi?
- Mi sembra solo strano che non hai i risultati di ricerche che stai facendo da più di un anno, che c'è una password che non c’è mai stata in un computer nuovissimo, come il motoscafo, tra l'altro sostituito subito.
- Di cosa mi stai accusando esattamente? Scommetto che queste cose te le ha messe in testa quella stronza.
- Hey, modera i termini.
- La tipa dei girasoli. E' lei, vero? Non rispondi?
- Non stiamo parlando di questo. Voglio sapere che cosa sta succedendo, perché sono stato incastrato e...
- Vuoi sapere se centro qualcosa?
- E' così?

Angie si era avvicinata a lui. Con una mano cercò di accarezzargli il volto, ma Richard si scansò di scatto.

- La droga, l’hai nascosta tu? Angie da quanto va avanti questa storia, sei nel traffico di droga? E' per questo che andavi al Blue Hole?

Allargò gli occhi, sferzato dalla comprensione della verità: ecco perché Barrera era stato così nervoso e voleva toglierselo di mezzo e poi gli ha sparato addosso.

- Sai cosa c'è? Sono stufa di vivere in questo schifo, come una zingara. Ho accumulato un bel gruzzoletto alle Cayman.
- Sei impazzita?
- Oh, non fare l'ipocrita! Sai come ti chiamano? Richard il Santo o l'Integerrimo Rick. Te ne vai in giro chiuso nella tua corazza di integrità morale, come se fossi sempre superiore a tutti. Però poi ti scopi la ricca londinese bella, pulita e profumata.
- Non sai niente di lei.

Richard aggrottò la fronte investito dalla tirata di quella che credeva essere un’amica.

- Perché non scappiamo insieme, Ricks? Lo sappiamo che tanto hanno vinto loro con i loro lussi e il loro menefreghismo. Mentre noi ci sbattiamo per le briciole, qualcosa di cui non frega niente a nessuno. E allora fottiamo il sistema. Lascia perdere quella puttana e vieni con me.

Si avvinghiò a lui cercando di baciarlo, ma Richard la spinse via con rabbia.

- Non mi vuoi? Perchè sono una sporca drogata eh, Santo Richard? Beh, tanto ormai a quest'ora sarà tutto finito per lei.
- Che cosa le hai fatto? Se le hai fatto del male giuro che io...

Fu interrotto dalla risata stridula della donna che nel frattempo aveva raccolto uno dei coltelli da sub che erano sulla libreria e gli si era avventata contro. Richard fece appena in tempo a schivare il colpo, ma Angie si lanciò di nuovo su di lui, tentando di colpirlo con un altro fendente.

- Ferma!

La voce femminile per un momento bloccò la furia di Angie. Una donna ferma sulla porta dell’ufficio puntava una pistola verso la coppia. Intimò:

- Lascia il coltello o sparo.
- Chi cazzo saresti tu?
- Ti conviene darmi retta.

Richard aveva riconosciuto la donna, era la pazza che li aveva aggrediti nella foresta. Ora aveva un look più sobrio, una tuta di pelle e stivali con un grosso giubbotto da moto neri e i capelli legati in una stretta coda bassa.
Una radio portatile gracchiò da qualche parte parole incomprensibili. Angie aveva ancora il coltello puntato alla gola di Richard, ma si lasciò distrarre quel tanto che bastò all'uomo per divincolarsi e allontanarsi da lei. Marcela si buttò su Angie, presa alla sprovvista e calò il calcio della pistola sul polso dell'altra disarmandola. Angie con un grido di dolore si lasciò cadere sulle ginocchia. Richard era rimasto come impietrito a guardare la scena. Quando Angie gridò si riscosse e corse da lei, ma Marcela le era già sopra.

- Dove è Barrera!
- Becky, dov'è lei, dimmelo!

Angie si teneva il polso, le labbra serrate mentre le urlavano contro. Marcela la prese per i capelli tirandole la testa all'indietro:

- Rispondi alla domanda o verdad ti faccio un buco in fronte. Sbrigati!

Angie balbettò l'ubicazione del magazzino. Marcela la sollevò per le braccia di malagrazia e la buttò su una sedia, ammanettando le mani ai montanti.

- Hey, è proprio necessario?

Protestò Richard, ma Marcela non diede cenno di averlo sentito. Si sfilò la radio da dietro la schiena:

- Una presa. Ci vediamo al magazzino 5 del molo 13.

E si gettò fuori dalla sede dei Green Fighters. Richard non si era reso conto che durante il conflitto con Angie altri uomini in divisa erano penetrati nell’Associazione ed erano impegnati a andare su e giù per la sede. Avrebbe voluto restare per capire cosa stesse accadendo, ma ebbe solo il tempo di rassicurare frettolosamente Joanna che balbettando gli chiedeva spiegazioni e seguire Marcela fuori. Marcela stava per salire su una moto di grossa cilindrata nera e per un momento Richard si chiese dove il canadese avesse trovato il coraggio per instaurare una relazione con quella donna. Sempre che fosse veramente sua moglie, cosa di cui cominciava a dubitare. Ma quello non era il momento di elucubrare, si gettò verso di lei:

- Aspetta, voglio venire anche io!
- Non se ne parla.
- Non c’è tempo per discutere: Becky è in pericolo e tu sei il modo più veloce per arrivare da lei!

Marcela ragionò per un momento:

- Vale, salta su.

Richard si arrampicò sulla moto, in fretta per paura che lei cambiasse idea. Marcela partì con un rombo urlandogli:

- Reggiti forte, ma bada a dove metti le mani!


Becky tirava le corde che le stringevano le braccia cercando di slacciarle. Era stata buttata senza grazia sull'impiantito di cemento grezzo e nonostante si contorcesse e tirasse calci erano riusciti ad immobilizzarla. Il magazzino era illuminato da una cruda luce al neon, un paio di uomini si muovevano con calma e impilavano grossi sacchi senza badare a lei. Un terzo uomo la controllava a vista tenendole una pistola di grosso calibro puntata contro. Becky aveva paura, grosse gocce di sudore le imperlavano la fronte e aveva le labbra secche, la vescica le si era gonfiata e premeva per un rilascio, così lei doveva tenere le gambe serrate per evitare un'umiliazione peggiore. Da un gabbiotto posto al fondo del magazzino uscì un altro uomo, vestito con un elegante abito bianco e quando le si avvicinò Becky lo riconobbe:

- Tu! Vigliacco, verme!
- Anche per me è un piacere rivederti querida.
- Cosa hai fatto a Nelson? Maledetto!
- Nelson, sarebbe?- Rispose con voce annoiata Raul - Sai pensavo di portarti a fare un viaggetto con me.

Si chinò ad accarezzare con un sorriso viscido il viso della ragazza:

- E magari finire quello che abbiamo iniziato.

L'uomo con la pistola ansimò una risata sgradevole.

- Fottiti!

Urlò Becky lanciando uno bolo di saliva nella sua direzione. Raul la schiaffeggiò così forte che la sua testa si spostò di lato.

- Rispetto mia cara, è la prima regola. Siamo pronti a caricare?

Rivolse un cenno ai due uomini che annuirono.

- Non la passerai liscia.
- Io credo di si. Il tuo amichetto sarà morto a quest'ora. E ora zitta, mi hai stancato. Imbavagliatela.

Si voltò per dirigere le operazioni di carico e si disinteressò delle sorti di Becky. Con orrore della ragazza uno degli uomini addetti al carico le si avvicinò con un grosso rotolo di nastro isolante. Lei si divincolò ancora strisciando lungo il pavimento e l'uomo con la pistola le diede un colpo alla testa con il calcio. Becky rimase intontita e inerte quando l'altro uomo le avvolse il nastro intorno alla testa e sulla bocca.

C'era un taxi con le portiere lasciate aperte quando la moto si fermò davanti al magazzino, poco discosto c'era un corpo disteso a terra. Richard si precipitò accanto all'uomo per verificate le sue condizioni. Non si vedeva sangue, ma aveva gli occhi chiusi e il respiro gli usciva a malapena in un rantolo affrettato.

- È Nelson! Presto bisogna soccorrerlo!

Marcela gli fece cenno di abbassare la voce, estrasse la radio diede una serie di codici e avvertì che c'era almeno un ferito.

- C'è bisogno di un'ambulanza e di rinforzi. Fate presto!
- Che facciamo adesso?
- Aspettiamo.
- Cosa? Becky è sicuramente là dentro, ferita o...

Richard non riuscì nemmeno a terminare la frase, si tirò indietro i capelli. Marcela lo guardò con simpatia.

- Non posso mettere in pericolo un civile. Aspetta qui, vado a vedere.
- Muoviti. Per favore, io…

Richard si masticò le pellicine delle labbra screpolate, impotente.

Becky fu sollevata senza grazia da Raul, aveva le gambe anchilosate per la posizione scomoda sul pavimento e le facevano male le braccia. Aveva pianto di paura e rabbia, ma ora gli occhi erano asciutti e la bocca secca. Un sordo terrore le pulsava nelle viscere. Non doveva essere stata prigioniera per molto, forse un paio di ore, ma quei minuti le erano sembrati interminabili. Temeva per le sorti di Nelson, si sentì in colpa per averlo trascinato senza volerlo in quella situazione. Ed era terrorizzata dalle parole crudeli di Raul, se davvero aveva fatto del male a Richard… Raul la spinse rude verso l'apertura del magazzino.
Il portellone a saracinesca si sollevò e Richard e Marcela si nascosero dietro al taxi. Due uomini stavano spostando dei manufatti fuori dal magazzino per impilarli su un camioncino parcheggiato là accanto. Becky era tenuta malamente per un braccio da Raul che la sospinse verso il veicolo.

- Becky! Quello è quel tipo dello yacht....figlio di puttana!
- Sta giù!

Marcela lo tirò giù per la maglietta.

- Che ne facciamo di quello?

Chiese uno degli uomini indicando Nelson.

- Uccidetelo.

Rispose Raul con voce tranquilla, mentre e si accendeva una sigaretta.

- Noooo!

Esplose Becky in lacrime. Raul le diede un ceffone intimandole di stare zitta. Quello fu troppo per Richard. Si sollevò urlando mentre Marcela imprecava in spagnolo e spianò la pistola. Gli uomini di Raul furono colti di sorpresa, ma in un momento si ripresero dallo stupore e risposero al fuoco. Becky urlò, cercò di farsi piccola strisciando dietro al camioncino. Richard imprecò e mentre Marcela lo copriva come poteva con entrambe le pistole, corse a zigzag verso il punto in cui aveva visto sparire Becky.
Una sirena e il rumore di diverse macchine che si fermavano sgommando si unirono al frastuono dei colpi esplosi dalle pistole. Ne scesero diversi poliziotti in assetto da guerra che spianarono le armi. Alvarez intimò ai criminali di arrendersi, ma Raul agguantò Becky e le puntò la pistola alla testa, la sua compostezza perduta.

- Fate un altro passo e vi giuro che le faccio un buco in testa!
- Arrenditi, lascia la ragazza!

Urlò Alvarez l'arma puntata verso il malvivente che esplose in una risata:

- Che cos'ho da perdere? L'ammazzo giuro!

Non riuscì a terminare la frase che qualcosa lo colpì al ginocchio, sbilanciandolo verso il basso. Non vista Marcela si era portata alle sue spalle, mentre Alvarez lo distraeva. Aveva colpito il retro del ginocchio e mentre lui si piegava urlando di dolore, lo aveva disarmato.

- Vai, vai!

Aveva urlato a una Becky terrorizzata che si era divincolata dalla presa di Barrera ed era corsa tra le braccia di Richard che la stava chiamando a sé.
I paramedici, dopo averlo stabilizzato, caricarono Nelson dell'ambulanza che partì a sirene spiegate. Barrera e i suoi uomini furono spinti nelle auto della polizia.

- Stai bene, amore? Vuoi andare in ospedale?

Richard teneva tra le mani il viso rigato di lacrime di Becky, la stringeva al petto.

- Sto bene, ma Nelson...
- Lo stanno portando in ospedale, è ferito ma stabile.
- Mi dispiace, mi dispiace…

Becky piangeva, Richard cercava di consolarla riempiendole il viso di piccoli baci.

- Shhh, va tutto bene adesso. Mi hai fatto prendere una paura del diavolo, zucchina.
- Oh Rick, ha detto che eri morto. Ho avuto tanta paura.

Bisbigliò Becky stringendosi di più all'uomo. Intanto Alvarez stava parlottando con Marcela, perfettamente a suo agio e Richard che li aveva osservati si avvicinò un poco per captare cosa stessero dicendosi:

- Ve lo consegneremo appena finite sbrigate le formalità di rito.
- Va bene, collega. Aspetteremo per la consegna.

Marcela si voltò verso Richard, gli fece l'occhiolino e montò sulla moto, schizzando via.

- Avanti, voi due. Vi porto in centrale per la deposizione.
- Aspetta un momento, lei è la moglie di quel canadese, aveva detto che era figlia di un narcos...

Alvarez sorrise:

- Se lei ha detto così.
- Forse sono sotto copertura?

Chiese Becky che si stava riprendendo poco a poco.

- Forse. Chi può dirlo con tutte le agenzie governative sparse per il mondo. Allora, salite?

Le rispose Alvarez mettendosi al posto di guida.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: cassiana