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Autore: Hikari_1997    16/01/2022    0 recensioni
Mori invia il Duo Nero in una missione, ma a volte anche il due più micidiale della Port Mafia può affrontare problemi che portano Dazai a mostrare parti di sé che vorrebbe dimenticare.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara, Nuovo personaggio, Osamu Dazai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Russia, Krai di Krasnojarsk, 19 febbraio, ore 11.02

Nevicava.

Una spessa coltre di neve ricopriva il suolo, rendendo difficili i movimenti, il paesaggio era contraddistinto dalla sola presenza del colore bianco.
Tra i cristalli ghiacciati al suolo, tuttavia, vi erano delle tracce scarlatte, il ferroso liquido che colava dal braccio di un giovane sedicenne.
Chuuya stava camminando lentamente nella neve, Dazai caricato in spalla, il respiro corto, la pelle del viso e delle mani erano arrossate a causa delle gelide temperature.
In quella zona, in quel mese dell’anno, il termometro toccava anche i 30 gradi centigradi sotto zero; Chuuya espirava con la bocca aperta, gli occhi azzurri fermi nello scrutare l’immensa distesa di bianco di fronte a lui, la condensa fuoriusciva copiosa dalla sua bocca aperta.
Si inumidì le tremanti e screpolate labbra, sussurrando –Non mollare Dazai, ci siamo quasi-

Una settimana prima, Mori li aveva convocati nel suo ufficio assegnandogli una nuova missione nell’entroterra russo.
Alcuni membri della Port Mafia avevano tradito l’organizzazione, vendendo ad una celebre gang russa delle informazioni riservate e al quanto delicate.
Grazie alle predizioni di Dazai erano riusciti a scovare i componenti della banda in una vecchia cascina abbandonata dell’entroterra siberiano proprio nel bel mezzo della trattativa finale.
Tuttavia, il capo dell’organizzazione era una donna ben conosciuta nel mondo della malavita; Nina Nikolaevna Berberova, una pericolosa dotata di poteri sovrannaturali.
Occhi grigi, capelli nerissimi, li aveva squadrati con un gelido sguardo prima di increspare le labbra rosse e –con un gesto della mano- rilasciare la sua abilita “La Felicità”.

Una nuvola grigiastra _simile a della condensa_ si era innalzata nel capanno, ovviamente Dazai non ne era rimasto minimamente affetto, in quanto “Lo Squalificato” aveva annullato il suo potere non appena aveva toccato la sua pelle, ma per Chuuya la situazione era differente.
Ricordava vagamente cosa era successo, d’un tratto aveva iniziato a vederci male, l’equilibrio era instabile, e avvertiva forti capogiri.
Sembrava quasi sbronzo.
Era completamente in trance.
Era tornato in sé dopo aver percepito il ferroso odore del sangue, sgranando incredulo gli occhi nello scoprire che –per proteggerlo- Dazai si era parato di fronte a lui beccandosi un proiettile nell’avanbraccio sinistro.
Vedere il ragazzo in ginocchio con il braccio ferito fu abbastanza per far riprendere definitivamente i sensi a Chuuya, manipolando la gravità per disperdere la nebbia lontano da lui e finire con pochi colpi i presenti, Berberova inclusa.

Ora, quindi, stava avanzando verso un cottage della Port Mafia che sapeva essere nei dintorni, per poter prestare le cure mediche a Dazai.
Aprì l’uscio di legno, avanzando spedito verso l’unico letto per appoggiarvi il partner.

Dazai odiava sentire dolore, da quando lo aveva conosciuto gli aveva fatto una testa quadra sul suo sogno di andarsene in un modo indolore.
Niente dolore.
Niente sofferenza.
Eppure ora era straziato dalle lancinanti fitte che provava al braccio.
Avrebbe dovuto operarlo per estrarre il proiettile e medicare la ferita, senza anestetici.
Chuuya afferrò la sacca che Mori gli aveva dato prima della partenza; aveva piena fiducia nell’abilità del Duo più distruttivo di Yokohama, ma sapeva che il loro avversario non era debole.

Chuuya accese in fretta il caminetto poco distante, aveva bisogno di luce e concentrazione.
Tolse il cappotto e la camicia di Dazai, coprendogli il resto del corpo come meglio poteva con una coperta di pelliccia.
Constatò la situazione sul braccio del partner, premendo leggermente la ferita per riuscire a scorgere il proiettile.
Un grido di dolore fuoriuscì dalle labbra del giovane esecutivo.
-Scusa- sussurrò Chuuya, prendendo una forbice per iniziare a tagliare le bende che Dazai avvolgeva intorno al braccio.

Fu in quel momento che scorse una cicatrice sul gomito, a forma di mezzaluna, mentre all’interno del braccio vi erano due profondi segni, vecchi di qualche anno.
Chuuya sapeva che Dazai ricopriva il proprio corpo per nascondere le cicatrici, solo … ne aveva tre solamente sul braccio sinistro.

D’un tratto avvertì la ferrea morsa della mano di Dazai sulla coscia.
-Non guardare! –
-Come? –
-Quel cappello ti impedisce di sentire per caso? Ti ho detto di non guardare, non toccarmi, non togliermi le bende.
Sono in un dolore allucinante a causa di quei traditori, e il tuo cervellino non riesce neanche a capire che quello che stai facendo è totalmente inutile? –
-Dazai, cos? –
-FA SILENZIO! L’essere stato promosso ad esecutivo non ti dà il permesso di darmi degli ordini lumaca, non sei il Boss, non sei niente; non osare guardare oltre, dovrei cavarti gli occhi, che ne dici eh? – esplose Dazai, alzando di scatto la mano graffiando la cute sotto l’occhio destro di Chuuya.
-Toglierti questi perforanti occhi azzurri e non far-AH! –
Chuuya gli aveva assestato un pugno allo stomaco, afferrando con veemenza il collo di Dazai per farlo stendere nuovamente sul letto.
Gli salì a cavalcioni, bloccandogli il bacino e le braccia con la morsa delle proprie allenate gambe.
Mosse la mano destra dal collo ai capelli, spingendo il ragazzo a guardarlo negli occhi.

-Ascoltami bene, credi che mi piaccia stare qui a farti da infermiere mentre ho il fondoschiena che si è congelato nel tentativo di trarti in salvo?
Ho fatto chilometri di strada a piedi con tuo dannato peso sulle spalle per toglierti questo proiettile dalla spalla, e tu cosa fai?
Reagisci peggio di un moccioso delle elementari perché per una volta in tutta la tua vita qualcuno ha visto cosa nascondi sotto le bende?
Bene-

Chuuya avvicinò il proprio viso a quello di Dazai, scostando le ciocche rosse dall’orecchio destro, dicendo –Lo vedi questo? Quando ero ancora nelle “Pecore” una gang rivale mi ha rotto una bottiglia in testa, lasciandomi questo regalino, e qua- continuò lui togliendosi la felpa e indicando il suo avanbraccio sinistro, mi sono ferito di striscio durante un allenamento con Hirotsu.
Sul palmo della mano destra invece ho questa cicatrice, mi è stato piantato un pugnale, per mesi non sono riuscito a impugnare una penna-

Dazai aggrottò le sopracciglia confuso, quelli erano tutti punti deboli per Chuuya, perché glieli stava mostrando?
-Vuoi che continui? – Alzò il tessuto dei pantaloni, rivelando una rossa cicatrice che spiccava sulla pelle candida della gamba destra –Questo dovresti ricordartelo, la nostra prima missione insieme, Rimbaud l’aveva intrappolata nel suo sub-spazio nel carino tentativo di uccidermi per usare Arahabaki come schiavetto personale, e questa sul torso è la ferita che mi fa più male, perché è il resto del coltello di Shirase, il segno del tradimento di quelli che credevo essere miei amici- disse lui alzando il tessuto della maglietta mostrando il taglio sul lato sinistro del tuo torso, per poi abbassare il tessuto del calzino destro e spintonare il piede in faccia a Dazai –Quel segno invece me lo hanno lasciato i denti di un cane randagio quando avevo 10 anni-

Dazai mosse di scatto il volto, togliendo il piede del ragazzo dalla sua guancia, appena in tempo per vedere la seguente cicatrice sulla nuca di Chuuya –Questa, me l’ha lasciata il coltello di un tizio che ho fatto fuori tre mesi fa, e per finire in bellezza- continuò lui, tornando a sedersi a cavalcioni sul suo partner, abbassando il collo della maglia per permettere a Dazai di vedere il segno rosso all’altezza della clavicola destra –Questa è colpa tua, perché per distrarre i tizi che volevano ucciderci ad Osaka hai avuto la brillante idea di confonderli mordendo ME! –

Le guance del ragazzo erano ora rosse per lo sforzo, le sopracciglia aggrottate e Dazai sapeva che Chuuya era molto arrabbiato in quel momento.
-Quindi- disse –Tutti hanno delle cicatrici Dazai, le hai tu come le ho io, ne avremo sicuramente altre perché DIAMINE, lavoriamo nella Port Mafia.
Quindi non fare il piagnucolone, non venire a lamentarti perché ho visto le tue cicatrici, ora anche tu hai visto le mie.
Io non le nascondo come fai tu, io accetto di averle, che a te dia fastidio mostrarle lo posso capire, ma siamo partner.
Mettiamo le nostre vite nelle mani dell’altro Dazai, compiamo le missioni insieme, se affondi tu, affondo anche io, dunque-

Estrasse dalla cintura il suo coltello, tagliando il resto delle bende che avvolgevano il braccio sinistro di Dazai, scaturendogli un sussulto.
Gli occhi di Chuuya si posarono su nuovi tagli, uno sfregio sul polso, mentre altri due poco più sopra.
-Non guardar-
Chuuya spinse tra i denti del ragazzo la custodia di cuoio del suo coltello –Mi dispiace Dazai, come ti ho già detto, se affondi tu affondo anche io; e per evitare di farti affondare sono disposto a fare tutto-
Lo sguardo di Dazai era fermo su di lui, dubbioso.
Tremò nel vedere gli strumenti medici che Chuuya aveva in mano.
-Non posso prometterti che non ti farò male, anzi, probabilmente farà un male cane, ma lo sto facendo per salvarti-

Le ore seguenti furono interminabili, le urla di dolore di Dazai riempivano il capanno, Chuuya notò copiose lacrime scendere dai suoi occhi, bagnando le bende intorno al suo occhio destro.
Chuuya finì di medicare la ferita, avvolgendola con delle bende pulite, asciugando poi il sudore dalla pelle del ragazzo, avvicinò la mano alla sua bocca, togliendogli delicatamente il cuoio serrato tra i suoi denti e buttandolo sul pavimento, ormai inutilizzabile a causa della pressione esercitata da Dazai.

Tolse delle ciocche castane dalla fronte sciogliendo delicatamente le bende sull’occhio destro per asciugarli le ultime lacrime.
-Sciocco di un chibi- sussurrò Dazai –Era meglio se non mi salvavi affatto-
-Ho forse parlato a vuoto poche ore fa? Inoltre non posso tornare da Mori con il tuo cadavere-
Dazai rise sarcastico –Ti odio-
-Dimmi qualcosa che non so- rispose di rimando Chuuya.
-Non riesco a capire cosa c’è in quel tuo cervellino Chuuya, tutti mi temono, tremano non appena mi vedono … ma tu no, fin dal nostro primo incontro-
-Te l’ho già detto, siamo partner, e tra partner ci si aiuta.
Inoltre perché dovrei aver paura di te? Sei solo un bambino troppo cresciuto, pignolo e schizzinoso-
-Ohi-

Chuuya scese dal letto, prendendo una sacca ed estraendovi degli abiti, aiutando il ragazzo ad indossarli.
-Sta ancora nevicando fuori- disse poi –Non posso contattare Hirotsu per comunicargli la buona riuscita della missione, temo resteremo bloccati qui per un po’.
Riposati pure, io mi arrangio sul pav-
Chuuya stava per incamminarsi verso un angolo del pavimento, ma Dazai lo bloccò, afferrandogli la mano.
-Dormi qui-
-AH?! –

Il ragazzo lo strattonò, facendolo cadere dritto, dritto sul letto; venendo poi coperto dalla spessa pelliccia.
Era ora schiacciato, avvolto dalle braccia doloranti del partner, la punta del suo naso toccava la pelle del collo del giovane dirigente.
-Resta calmo, resta calmo, non agitarti, non agitarti- Chuuya continuava a ripetersi quelle parole come un mantra quando percepì Dazai dire.
-Una tagliola-
-Eh? –
-Quella cicatrice a forma di mezzaluna che hai visto sul gomito, me l’ha causata una tagliola.
Ero in missione in una foresta fuori Kyoto quando sono inciampato e sono caduto in una trappola piazzata da alcuni bracconieri per cacciare illegalmente dei cervi- spiegò Dazai.
-Le altre due all’interno del braccio sono i segni lasciati dalle catene nella zona torture della Mafia, avevo disubbidito ad un ordine del precedente Boss e mi ha lasciato senza cibo né acqua per due giorni legato in quel modo, ne ho due esattamente identiche sul braccio destro-
Chuuya deglutì, Dazai stava forse … condividendo con lui le origini delle cicatrici che aveva visto?
-Dazai non devi, non-
-Le due sul braccio me le ha fatte Mori-
Chuuya gelò.
-Mentre quella sul polso … è a causa del mio primo tentativo di togliermi la vita- concluse Dazai.
-Non so perché te lo sto dicendo, ma dopo tutto quello che mi hai sbraitato in faccia poco fa, mi sembrava il minimo-
Chuuya alzò timidamente il volto verso di lui, restando di sasso quando Dazai appoggiò la fronte contro la sua.

-Grazie, partner-

Chuuya sgranò gli occhi, trattenendo un sussulto di sorpresa, mordicchiò il labbro, sorridendo teneramente alla visione del prodigio demoniaco della mafia, ora addormentato.
Ricambiò il suo abbraccio, attento a non toccare la sua ferita appena medicata, sussurrando –Idiota-
Si accoccolò meglio tra le braccia di Dazai, chiudendo gli occhi.
Sapeva che aveva ormai smesso di nevicare, avrebbe dovuto avvisare Hirotsu per la missione di recupero … eppure, in quel momento, non voleva separarsi da quel caldo abbraccio.
   
 
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