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Autore: sg199885    16/01/2022    6 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IN THE PREVIOUS CHAPTER:

Matteo ha scoperto la vera identità della Miracle Squad, ma non ha ancora potuto sfruttare questa informazione essendosi ammalato. Nel frattempo il potere del Serpente corrompe il cuore di Astreo facendone emergere il lato oscuro, solo grazie all’intervento di White Dove e Silver Claw e di una misteriosa veggente, si salva e viene accolto nella squadra; mentre Kyros e Edenn cospirano contro la Dama Nera, Vaen parte per ritrovare se stessa verso una destinazione ignota.

 
CAPITOLO 14:

THE GOLDEN TICKETS

 
“Inizia da qualsiasi punto ti trovi
E con qualsiasi cosa tu abbia.”

Jim Rohn
 
Riunitisi di buon mattino al Camilla’s Store, Diego, Davide e Luna (che era sgusciata via da casa abbondantemente prima dell’orario a cui usciva di solito per andare a scuola) si ritrovarono davanti un Astreo imbarazzato e confuso, Fiore, Andrea ed una storia molto confusa da ascoltare.
Dopo aver ascoltato la loro avventura notturna, e aver compreso meglio la pericolosità del potere del Serpente, i sei eroi osservarono con attenzione e curiosità lo specchio deposto al centro del tavolo.
- Cos’hai detto che puoi fare con questo affare? – chiese confuso Davide.
- Non lo so neanche io… ma credo… credo di poter guardare nell’anima delle persone… - spiegò alquanto confusa la rossa, mentre cercava di ricomporre nella sua mente l’immagine che aveva visto. – Non era proprio come una visione vera e propria, era più come una suggestione, ma guardando intensamente nello specchio ho come avuta la certezza che ci fosse bisogno del mio aiuto, ho percepito la presenza di un’anima in tempesta.
- Tipo come… un’antenna per i tuoi poteri empatici? – cercò di chiarire il cervo grattandosi la nuca.
- Tipo… - si convinse la stilista.
- Ma ehi, qui nessuno sta notando il punto fondamentale! – sbuffò eccitata la mora. - Dobbiamo dare il benvenuto al nuovo arrivato! – propose indicando Astreo che, imbarazzatissimo, si era fatto più piccolo di quanto non fosse.
Vedendo il biondino così in imbarazzo, i ragazzi si sciolsero in una risata collettiva e liberatoria.
- Preparati ad un vortice infinito di stranezze, corse, domande senza risposta e panico. Molto, molto panico! – lo avvisò scherzosamente l’Argentino.
- Evviva… - sospirò rassegnato Astreo, mentre veniva stritolato da un abbraccio collettivo delle ragazze.
- Ehi… - Diego tirò una gomitata al più piccolo, - Gliel’hai detto? – chiese circospetto.
- No, non mettermi ansia! – gli rispose tra i denti Davide ostentando un finto sorriso.
- Dovrai dirglielo ragionevolmente prima della partenza, idiota! – gli ricordò.
- Lo so, ma… - provò a giustificarsi.
- Ehi! Che confabulate voi due?! – si intromise curiosa Luna.
- Ehm… cose da maschi! – risposero in coro, mentre un brivido scorreva lungo le loro schiene.
- Ufff, che noia! Chi mi accompagna a scuola?! – tagliò corto la più piccola, e Davide benedisse mentalmente la volubilità degli adolescenti.


***
 
Kenny stava varcando la soglia del portone del suo palazzo, dirigendosi in università, quando inaspettatamente si trovò davanti Maya che, in tenuta sportiva, quasi gli era venuta addosso mentre correva.
- Oh… scusa! – si affrettò a dire la ragazza visibilmente tesa. L’altro allora assottigliò gli occhi osservandola, per poi sibilare un “che ci fai tu qui?”.
- Stavo correndo, ovvio. Che altro pensavi che stessi facendo? – rispose mettendosi sulla difensiva la ragazza, con le braccia incrociate al petto.
- Maya, ci conosciamo da anni, e non ti ho mai vista cambiare un solo giorno il tuo percorso di running, quindi te lo richiederò augurandomi che tu sia sincera. Che cosa facevi sotto casa mia facendo finta di esserci arrivata per caso? – la incalzò l’italo-americano.
- Ok! – vuotò il sacco esasperata la viola. - Volevo vederti ma ero arrabbiata, così ho pensato ti capitare qui per caso. – confessò sentendosi immediatamente un’idiota.
- Da quanto sei sotto il portone? – domandò divertito Kenny.
- Quaranta minuti, ritardatario del cazzo! Mi sono precipitata qui davanti almeno dieci volte ogni volta che sentivo scattare la serratura, facendo finta di finire addosso a tutti i tuoi condomini prima che scendessi… - spiegò sbuffando, e scoppiarono entrambi in una sonora risata.
- Che cosa volevi dirmi? – le chiese il ragazzo asciugandosi una lacrima d’allegria.
- Ecco… non mi piace litigare con te. E sai anche quanto non sia nel mio carattere chiedere scusa a qualcuno per qualsiasi cosa, quindi… possiamo fare pace e basta? – sputò tutto d’un fiato.
- Immagino di non poter pretendere di meglio. Quindi, pace fatta. – la rassicurò avvolgendola in un abbraccio colmo d’affetto.
- Eei e resterai per sempre il mio migliore amico! – sussurrò Maya nell’incavo del suo collo. – Ora vado a correre sul serio. Ci vediamo al bar, ok? Oggi offre la casa! – propose gioiosa, stampandogli un veloce bacio sulla guancia prima di allontanarsi spedita.
Sei e resterai per sempre il mio migliore amico.
Una frase che, come ogni cosa che riguardava Maya, non ammetteva repliche o compromessi.
- Non mi guarderà mai come io guardo lei, vero Crystall? – chiese sconsolato al Kwami che aveva nella borsa insieme ai libri.
- Mai. – sentenziò noncurante quello, - Ma come si dice... morto un papa… -
Kenny sospirò, rassegnatosi ormai all’idea che dovesse fare di tutto per levarsela dalla testa.
- Beh, - annunciò al compagno – le ragazze di Roma farebbero meglio ad iniziare a tremare. Kenny Reyes è di nuovo su piazza! -


***
 
Il vento soffiava tra i capelli di Vaen, scompigliandoli e portandoli davanti al viso della giovane, che cercava di soffocare il solletico agitando la punta del naso pur di non interrompere la sua meditazione. Scocciata,  aprì gli occhi sbuffando e si riscoprì davanti ad una vista meravigliosa, su cui aveva chiuso gli occhi per raccogliere la concentrazione parecchie ore prima.
La tailandese si alzò in piedi e si sporse verso il limitare della grande trave su cui si trovava, e si perse in quel panorama mozzafiato che le trasmetteva vibrazioni estremamente positive, di pace, serenità, armonia… Esattamente ciò che le serviva per recuperare il suo centro e dimenticare tutta quella storia di supereroi, poteri, cattivi da sconfiggere e cazzate annesse e connesse.
Improvvisamente, però, un affare rosso a pallini neri le volò davanti alla faccia, portando con se un lungo filo e, alla sua estremità, una ragazza, vestita con lo stesso motivo rosso e nero, che le passò davanti a pochi millimetri rischiando di farla cadere di sotto per il poderoso spostamento d’aria che il suo curioso modo di scalare la Tour Eiffel provocava.
Pace, serenità, armonia un cazzo.
- Scusaaaaaa – le urlò dall’altitudine a cui era arrivata quella strana ragazzina.
- Milady, non ci dovremmo chiedere che ci fa un civile a quest’altezza? – suggerì un altro ragazzo, vestito di pelle nera, che scalava la struttura con grandi movimenti felini.
- Lo faremo quando avremo sconfitto, per la settantesima volta, questo idiota! – ordinò la ragazzina in rosso mentre, sulle loro teste, si addensava una nuvola scura e rumorosa.
- Piccioni?! – realizzò sconcertata l’intrusa.
- Allora che aspetti, usa il tuo potere e risolviamo questa storia in fretta. Ho degli impegni io! – si lamentò il ragazzo-gatto annoiato, mentre da quella nuvola di colombi emergeva un tizio allucinante in calzamaglia che berciava un monologo senza senso che nessuno ascoltò.
Ma che cos’era quella, una persecuzione? Dove doveva scappare da quel delirio, in Tibet?!*
- Relax, gattino, adesso ci pensiamo io e il mio Lucky… - lo rassicurò la compagna, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Mr Piccione con un sonoro “ahia” cadde a cavallo del suo stormo e si scatafrattò su una trave, con un vistoso bernoccolo sul capo. Tra le mani dell’eroina rimbalzò una scarpa che la lasciò a dir poco interdetta.
- Non aveva mai funzionato così il Lucky Charm… - si interrogò il collega grattandosi un orecchio.
- La mia scarpa, per favore. – sbuffò Vaen, che con pochi, agili salti, li aveva raggiunti… anche con una scarpa sola.
I due supereroi la guardavano sorpresi, mentre la ragazza ancora era concentrata a fissare schifata quella caccola che si definiva “super cattivo”… magari fossero stati così anche quelli che aveva affrontato lei!
- Ma tu chi sei?! – indagò diffidente la ragazza a pois.
- Vaen Sanjuan, non sono di qui, non sono un’eroina ma non ho bisogno di essere difesa da nessuno. Non mi fido degli eroi. – tagliò corto, lapidaria, allontanandosi innervosita… la sua meditazione di quasi 22 ore andata decisamente a puttane.
- Mylady… - intervenne interdetto Chat Noir.
- Si, micetto? – rispose ancora confusa Lady Bug.
- Ma… la scarpa?

***
 
Astreo viveva a Roma da quasi due anni, studiava Astronomia all’università, aveva pochi amici sinceri e una gatta bianca di nome Nuvola.
Era un ragazzo normale, ed era un eroe.
Un eroe.
Ancora non ci poteva credere, mentre un pesciolino volante gli svolazzava davanti al viso dandogli istruzioni su come allestire il suo acquario, dove poteva comprare il cibo che preferiva e cosa comportava il possedere un Miraculous.
Dal canto suo, il greco ogni tanto si tastava il lobo dell’orecchio per essere sicuro che non fosse tutto uno strano sogno.
E no, non lo era. Ma come avrebbe fatto? Insomma, lui aveva una vita, una borsa di studio da confermare, dei coinquilini a cui nascondere quel segreto… che casino!
Improvvisamente qualcuno suonò alla porta facendolo sobbalzare, mentre Tiffany sfrecciava da un angolo all’altro della stanza, presa dal panico non sapendo dove nascondersi.
- Ehi, sei tu che devi calmare la mia ansia, non il contrario! – la rimproverò il ragazzo afferrandola al volo. Si diresse verso il bagno pensando di lasciarla nella vasca, ma si bloccò immaginando cosa sarebbe successo se uno dei coinquilini ci fosse entrato, poi si diresse di nuovo verso la sua stanza, guardandosi freneticamente attorno, ma niente. Nessun posto adatto gli veniva ad occhio, e intanto il citofono squillava sempre più forte.
“Merda. Non sono eroe manco da un giorno e già sto impazzendo” sospirò Astreo decidendosi ad aprire, ficcando la pesciolina in una tasca della felpa.
- Prima mi prometti un pomeriggio di videogames e poi mi chiudi fuori dalla porta? Cos’è, hai paura di essere stracciato? – lo prese in giro il suo amico Michele entrando in casa. Era un ragazzo molto alto, tonico e allenato dalla carnagione chiara, gli occhi castani e i capelli biondo miele lunghi quasi fino ai fianchi, raccolti in una coda bassa, che sciolse non appena si fiondò sul divano per collegare la propria console al televisore del greco. 
- Perché mi guardi così? – chiese poi candidamente, - Sembra che ti abbia rovinato la scopata del secolo. Nascondi qualcuno nell’armadio? – rincarò la dose.
- Smettila di fare lo stupido! – sbuffò scocciato Astreo… che cavolo, era solo un pomeriggio di giochi tra amici no? Poteva gestirlo senza impazzire! O almeno credeva…. – adesso vedremo chi è che straccia chi! –


***
 
Kyros sedeva annoiato al tavolino del bar, sorseggiando pigramente il suo gin tonic… aveva provato ad ammiccare alla cameriera carina con quegli strani capelli tinti di viola e il fisico perfetto, ma era stato bellamente ignorato, ed il suo appuntamento ritardava facendoli innervosire non poco.
- Mi hai mandata a chiamare? – chiese la voce sprezzante della donna con la veletta che lo aveva reclutato nel salotto di casa sua, sedendosi aggraziatamente accanto a lui, tradendo tuttavia una certa irritazione nella voce. Chi l’avrebbe biasimata d’altronde? Sette secoli ad aspettare un gioiello inutile, che le era stato oltretutto soffiato sotto il naso… e ora ci si metteva anche quel ragazzino che la disturbava con quella diavoleria moderna chiamata “cellulare”.
- Ho novità importanti per te, Mylady. – le disse mellifluo il più giovane sfiorandole la mano e guadandola di sottecchi… era esattamente come gli aveva detto Edenn. Nonostante si nascondesse dietro quel pesante velo, il corpo della donna che ospitava lo spirito della Dama Nera era visibilmente invecchiato, di almeno dieci anni, segno che la sua occupante stava consumando celermente l’energia vitale dell’ospite.
- Hai trovato il libro? – chiese acida la donna.
- No. – rispose tranquillamente il ragazzo sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi d’ordinanza.
- E allora non mi interessa ciò che hai da dirmi! – sputò quella velenosa facendo per alzarsi e andar via, ma Kyros la bloccò.
- Ferma! – le disse, - Non l’ho trovato, ma l’ho sentito… - mentì.
- Spiegati. – ordinò lapidaria quella restando in piedi.
- Non so dove sia il libro, ma deve essere vicino… sento un legame con lui, posso vedere alcune delle sue pagine, come dei flash improvvisi e… -
- In che modo questo potrebbe aiutarmi? – indagò la Dama Velata scettica incrociando le braccia al petto.
- Non comando io le visioni che ho, sono ancora inesperto, non posso decidere cosa vedere e quando vederlo. Però, se mi allenassi, se avessi tempo… - provò a spiegare ma venne brutalmente interrotto:
- IO NON HO TEMPO! – urlò la donna sbattendo il pugno sul tavolo e attirando gli sguardi degli altri clienti su di se.
- Siediti… - le consigliò il greco mellifluo, - Le visioni che ho avuto del libro riguardano il mio Miraculous, quello del serpente, e tutti i poteri che esso può sprigionare… -
 - E allora?
- E allora posso darti tutto il tempo che voglio. – le spiegò arricciando le labbra in un sorriso felino.
- Illuminami. – ordinò la Dama Nera, visibilmente interessata, tornando a sedersi al suo fianco.
Edenn aveva ragione, dovette ammetterlo, aveva abboccato perfettamente.


***
 
Quella sera Michele si era autoinvitato a restare, con sommo disappunto del padrone di casa, a mangiare lì ordinando pizza per entrambi.
- Hai intenzione di continuare a farlo squillare? – chiese il più grande sistemandosi meglio la coda tra un boccone e l’altro, mentre l’amico non faceva altro che fissare in stato catatonico lo schermo del suo cellulare, su cui campeggiava la scritta peggiore del mondo.
“Mason”
Non ricordava un bel niente di ciò che gli era successo da quando il potere di Idra lo aveva colpito. Ma da ciò che gli avevano raccontato, non poteva far altro che morire dall’imbarazzo.
- Anche se non gli rispondi, prima o poi dovrai incontrarlo… quindi, se io fossi in te, toglierei il dente ed il dolore. – consigliò l’amico – Oltretutto, non era quel ragazzo che ti piace di cui blateravi di continuo fino a ieri? – indagò poi curioso.
- Ehi! Io non blatero. – sbuffò Astreo mettendo su il broncio, poi si maledisse quando, spazientito dal suono insistente della vibrazione e dallo sguardo inquisitore di Michele, afferrò il telefono e disse un timido “pronto”.
- Ehi… come va? – chiese un altrettanto timido Mason.
- Oh… ehm… tutto ok, direi… non sono stato molto in me, ultimamente… - cercò di giustificarsi il greco.
-Ssarei un bugiardo se dicessi che non me ne sono accorto… - ironizzò il moro dall’altro capo della cornetta leccandosi inconsciamente le labbra.
- Ecco si… io non so che mi sia preso e… mi dispiace. - si scusò il biondo torturandosi un’unghia coi denti, fino a che l’amico non dovette allontanargli la mano dalla bocca con uno schiaffetto.
- Beh, a me un po’ meno! – rispose di getto Mason, poi si fermò, quasi potesse immaginare il rossore che stava tingendo teneramente le guance dell’altro. – Però… -
- Però? – indagò curioso il biondo.
- Però preferisco l’originale. – confidò dolcemente il moro.
Ecco, era la fine. Il cuore gli sarebbe scoppiato nel petto e sarebbe morto, Astreo ne era certo, e Michele sarebbe morto dalle risate alla vista del muto e scoordinato balletto che l’amico stava improvvisando.
- Ehi… sei ancora lì? – continuò Mason, non sentendo altro che suoni sconnessi e rumori di fondo che sembravano risate soffocate.
- Ehm… sisisisisisisi, certo! – rispose prontamente il più piccolo continuando a saltellare sul posto.
- Ecco… ho bisogno di te, puoi salvarmi solo tu!
- Di che si tratta? – chiese preoccupato il biondo.
- Raggiungimi domani mattina al locale. Spero tu stessi cercando un lavoro, perché sei ufficialmente assunto!


***
 
Il giorno seguente a quella riunione di fortuna, Fiore stava cercando da più di un’ora di puntare su un manichino un drappo di stoffa con qualche spillo, con scarsissimi risultati, tanto che dovette arrendersi con una sonora imprecazione.
- Troppi pensieri per la testa? – cinguettò dolce Leevy appollaiata dentro un cesto pieno di rocchetti di filo.
- Sei appena tornata e già mi fai il terzo grado? – rispose acida la rossa, rendendosi subito conto di essere stata sgarbata, quindi si diresse dalla creaturina prendendola tra le mani, - Scusa… non è un momento facile per me questo… lo sai. – si giustificò. – E quel coso non aiuta! – sbuffò indicando lo specchio.
- Cosa ti turba di quel manufatto magico? – chiese la colombina.
- Non lo so… sento come una strana energia provenire da quell’affare. E poi non sono sicura di saper gestire questo nuovo potere. – si confidò la stilista.
- Quello che non conosciamo ci fa sempre paura. Devi solo imparare a conoscere ed usare questo strumento! - la incoraggiò gioiosa la creaturina, così Fiore si avvicinò diffidente al manufatto, lo rigirò un po’ di volte tra le mani, percependone quasi un tepore come se fosse vivo. Quindi iniziò a fissare intensamente il proprio riflesso farsi sempre più trasparente, e gradualmente un fiume di emozioni la avvolse… senti gioia ed eccitazione miste a paura, insicurezza ed un profondo e pesante senso di inadeguatezza appesantirgli le viscere.
- Beh? – indagò curiosa ed eccitata Leevy e la portatrice, senza dire nulla, afferrò il cellulare e compose un numero di telefono;
- Pronto? – rispose la voce di Davide dall’altro capo della cornetta.
- Che cosa stai nascondendo, cerbiatto? – domandò lapidaria.
- Io? Niente! Come ti viene in mente una cosa del genere… e poi tu e Diego non vi eravate mollati? Dovresti smettere di dare soprannomi come fa lui. – si mise subito sulla difensiva il ragazzo.
- Non fare il furbetto con me, ti ho visto nello specchio. Quindi adesso mi dici che problema hai senza fare storie, perché io sono già abbastanza stressata così! – sbottò spazientita.
- Ok… ma non fare la pazza… - sospirò il moro raccontando per filo e per segno come si era messo nel casino in cui si trovava; poi, alla fine del monologo, aspettò per alcuni istanti una risposta che non arrivava, - Ehi… ci sei ancora? – chiese preoccupato.
- Si, stavo solo pensando ad una cosa. – lo rassicurò Fiore.
- Cosa? – chiese curioso.
- Stasera ci vediamo tutti al RistòBand. Tu preoccupati solo di vestirti decentemente, che al resto ci pensa Zia Fiore. – annunciò mentre già si immaginava tutta la scena.
- Sei unica, non so come farei senza di te! – la ringraziò su di giri Davide.
- Modestamente, sono la migliore! -


***
 
La febbre passò così come era arrivata, lasciando Matteo indietro rispetto al mondo, ancora stanco, spossato e con la testa che scoppiava.
Un solo pensiero lo martellava peggio della palla da demolizione di Miley Cyrus, ovvero il segreto che custodiva, tra i tanti, nel profondo di se stesso.
La strada tra casa e il lavoro non era lunga, ed aveva poco tempo per decidere che diavolo fare…  “Ciao Mason, sei stato carino con me, mi dispiace che molto probabilmente tua sorella verrà fatta a pezzi quando dirò ad una strega pazza, maniaca assassina la sua vera identità” non gli sembrava il saluto più appropriato con cui tornare in servizio e ringraziarlo per essersi preso cura di lui.
Che cosa doveva fare? Quanto stava rischiando? Dov’era Edenn quando gli serviva? Da un lato sapeva cosa sarebbe successo se avrebbe vuotato il sacco: morte, distruzione, rovina per il mondo intero, ed erano cose che di certo non desiderava… insomma, era un adorabile bastardo lui, non un pazzo bastardo! D’altro canto sapeva che non ci sarebbe stato Miraculous della Protezione abbastanza potente da proteggerlo dall’ira della Dama Nera qualora avesse scoperto che le aveva mentito.
Pieno di dubbi e con la testa che scoppiava, Matteo arrivò al RistòBand e lo trovò pieno di ragazzini che si apprestavano a fare colazione prima di andare a scuola, che venivano prontamente serviti da un sorridente ed affabile Mason. Il moretto allora fece vagare lo sguardo per il locale, lungo il bancone e lo vide occupato da una figura esile, fasciata in un gilet blu oltremare, con una caterva di riccioli biondi inconfondibili.
- Non ci sto credendo… - commentò sconvolto il moretto.
- Ehi! Ti si rimesso allora. – lo accolse il capo stritolandolo in un abbraccio affettuoso.
- E pensavo di trovare il mio lavoro una volta guarito! – lo allontanò Matteo in stizzito. – Mi hai rimpiazzato per… quello lì! – sbottò.
- Ehi, “quello lì” ha un nome! – si difese Astreo incrociando le braccia al petto.
- Credi che ti abbia sostituito? – si rese conto stupito il moro, - Non potrei mai… - lo rassicurò accarezzandogli una mano.
- E allora mi spieghi che succede? – lo incalzò il più piccolo.
- Semplicemente io sono molto più bravo come performer che come cameriere, barista o anche solo lavapiatti… Non puoi continuare a fare tutto da solo, ti ho procurato un aiuto. Organizzatevi tra di voi, io ho un’esibizione da preparare per stasera! -  spiegò il proprietario del locale fiondandosi sul retro e lasciando i due rivali a fronteggiarsi.
- Che cosa ne sai tu di come si lavora in un locale? – latrò rivolgendosi al Biondo.
- Tesoro, io sono greco, cosa credi che facessi tutte le estati da quando ne ho memoria quando il mio paese veniva invaso dai turisti? I miei avevano un chiosco. – spiegò con naturalezza Astreo continuando a sistemare il bancone.
- Da dove l’hai uscita tutta questa grinta, tu che fino a ieri te la facevi nei pantaloni ogni qual volta che io o lo spilungone canterino eravamo nei paraggi?! – indagò curioso il moretto.
- Vedi… ho vissuto una specie di… esperienza… e ho deciso, invece di piangermi addosso, di trarne una lezione educativa e di tirare fuori le unghie. – svelò con naturalezza.
- Ma che bello, gattino… - sbuffò l’altro andandosi a cambiare, - Se non altro adesso qui dentro ci sarà da divertirsi! -


***
 
Andrea varcò, trafelata, la porta del RistòBand con ancora il tubo pieno di disegni in spalla, la tracolla stracolma di libri e la trecca scarmigliata;
- Ciao a tu… dove sono tutti? – chiese confusa vedendo il locale totalmente vuoto, semibuio, con solo Davide al centro della sala, vestito di tutto punto.
- Sono qui, tutti qui… solo per te.  – gli spiegò il ragazzo, che per l’occasione aveva tirato indietro i capelli con il gel per mostrare entrambi gli occhi, luccicanti e colmi di emozione. La prese per mano e la condusse ad una sedia davanti al palco, aspettando che il sipario si aprisse.
- E’ arrivata! – bisbigliò eccitata Fiore sbirciando dal tendone, pronta ad entrare in scena.
- Ma è proprio necessario uscire conciati così? – si lamentò Diego che non riusciva a camminare ingolfato da tutte quelle piume e dagli svolazzi dei pantaloni.
- Ci ho messo tutto il giorno e per poco non sono impazzita per confezionare questi costumi. Userò il culo del primo che si lamenta come puntaspilli! – replicò acida la rossa.
- Potete non litigare almeno ora?! – sbuffo infastidita Luna mentre tentata di non annegare, mentre già le prime note della base avevano iniziato a suonare.
Il sipario lentamente si aprì svelando quattro figure di spalle, vestite di paillettes e balze dalla testa ai piedi, che ondeggiavano a ritmo di musica.

Friday night and the lights are low
Looking out for a place to go


Intonò la stilista voltandosi, sorridendo alla sua amica che scoppiò in una risata vedendola afferrare saldamente un microfono pieno di lustrini.

Where they play the right music
Getting in the swing
You come to look for a king


Si unì a lei nel canto Mason facendo ondeggiare le frange che pendevano dalle sue maniche.

Anybody could be that guy
Night is young and the music's high


Prese la parola la piccola Luna, rivelando una voce melodiosa e, soprattutto, una grande presenza scenica mentre avvolgeva con una piroetta il boa di piume addosso all’amica.

With a bit of rock music
Everything is fine
You're in the mood for a dance
And when you get the chance!


Cantarono insieme le ragazze, e poi tutti e quattro avanzarono nel proscenio per il ritornello:
You are the dancing queen
Young and sweet
Only seventeen
Dancing queen
Feel the beat from the tambourine, oh yeah
You can dance
You can jive
Having the time of your life
Ooh, see that girl
Watch that scene
Digging the dancing queen


Intonarono in coro indicandola.

You're a teaser, you turn 'em on
Leave 'em burning and then you're gone


Cantò Diego scendendo con un salto dal palco, per poi porgere elegantemente le mani ad entrambe le dame di quello strambo quartello

Looking out for another
Anyone will do
You're in the mood for a dance
And when you get the chance


Cantarono le ragazze mentre la adornavano con un cappello di lustrini ed una sgargiante stola di piume di struzzo.

You are the dancing queen
Young and sweet
Only seventeen
Dancing queen
Feel the beat from the tambourine, oh yeah
You can dance
You can jive
Having the time of your life
Ooh, see that girl
Watch that scene
Digging the dancing queen
Digging the dancing queen


Alla fine, tutti si scatenarono in un travolgente ballo mentre su Andrea, divertita ed emozionata al centro di quel cerchio magico, piovevano coriandoli e stelle filanti.
- A cosa devo tutto questo, ragazzi? È il mio compleanno e me ne sono dimenticata? – chiese poi quando le ultime note suonarono sempre più piano.
- Chiedilo a lui. – le rispose ammiccante l’argentino indicando Davide.
- Questo è per te, Dancing Queen… - le disse timidamente porgendole una busta di carta, quelle che si usavano per spedire le lettere; la mora ci frugò all’interno e ci trovò dentro dei biglietti dorati, un po’ simili a quelli che aveva visto da bambina ne “la Fabbrica di Cioccolato”.
- Che significa? – chiese confusa.
- Significa che ho rubato alcuni tuoi disegni, li ho spediti per un concorso d’arte e sei tra i finalisti. Parti per Parigi! – le annunciò emozionato e, mentre si levavano grida ed applausi, venne stritolato in un abbraccio.
- Grazie! – gli disse Andrea con le lacrime agli occhi.
- Non ho fatto niente se non compilare un form su Google e scattare delle foto… è lavoro tuo, merito tuo. – rispose il ragazzo stringendosi nelle spalle.
- Grazie per aver creduto in me… - precisò la mora carezzandogli una guancia.
- Se i piccioncini hanno finito, qui c’è da festeggiare! – li prese in giro Diego facendo arrossire entrambi, aprendo col botto una bottiglia di spumante che, per la maggior parte, non fece altro che annaffiare i presenti.


***
 
Seduta con le gambe incrociate sulla cima dell’altare della patria, Tengu osservava il crepuscolo pensierosa.
- Domani avrà inizio l’ultimo atto di questa tragedia. – annunciò tetra, avendo avvertito una presenza alle sue spalle.
- Non serve a niente che io non sia d’accordo con questa idea folle, vero? – la punzecchio Simba avvicinandosi.
- Ovviamente no. – tagliò corto la donna, - Domani notte andrai a prelevare il Miraculous della civetta da quella ragazzina. Lo useremo ed entreremo con le nostre proiezioni astrali nella Cattedrale Oscura, ed elimineremo per sempre quei due mostri. – sentenziò fiduciosa, alzandosi in piedi per fronteggiare il proprio partner.
- E se non ce la facessimo, noi due soli? – domandò l’uomo.
- Ce l’abbiamo sempre fatta, io e te insieme. I nostri poteri sono i più forti tra le tredici stelle. – lo rassicurò Ayaka. – Ma sarà molto, molto pericoloso.
- Non vuoi tenerli in disparte perché non ti fidi di loro, li stai solo proteggendo, vero? – replicò il Leone con un tono che tutto sembrava fuorché una domanda.
- Non pretendo che tu capisca tutte le mie ragioni, ma se durante questa battaglia non saremo insieme, uniti, non avremo possibilità. Ho bisogno di te al 100% - lo avvisò la ragazza, sciogliendo la propria trasformazione per guardarlo negli occhi. Simba osservò la carnagione chiara ed il viso delicato, i lunghi capelli neri con le punte biondo scuro e gli occhi neri e decisi, coronati da un neo sotto a quello destro, che lo trafiggevano come braci.
- Ho rinunciato a capirti molto tempo fa… - sghignazzò ironico il leone, - Ma non ti abbandonerei mai. Insieme, fino alla fine. – la rassicurò porgendole una mano grande e forte.
- Insieme, fino alla fine. – annuì la ragazza stringendo la zampa.
Era il tempo dell’ultima battaglia.

***
 
Ecco, la musica è finita
Gli amici se ne vanno
Che inutile serata
Amore mio
Ho aspettato tanto per vederti
Ma non è servito a niente
Niente, neanche una parola
L'accenno di un saluto
Ti dico arrivederci
Amore mio
Nascondendo la malinconia
Sotto l'ombra di un sorriso
Cosa non darei 
Per stringerti a me 
Cosa non darei 
Perché questo amore
Diventi per te
Più forte che mai


Canticchiava Fiore, stretta nel suo cappotto candido, che inutilmente tentava di coprire il suo appariscente outfit che aveva fatto voltare più di qualcuno che passava davanti al RIstòBand.
- Che bicchiere è quello? – le chiese la voce della sua migliore amica alle sue spalle.
- Quinto. – rispose con naturalezza scolando l’ultimo sorso.
- Non sei proprio al top, eh? – indagò preoccupata la Mora facendolesi vicina.
- Diciamo che l’euforia della nostra “serata tra ragazze” di qualche giorno fa è scemato piano piano… ma non dovresti stare qui fuori con me, la festa la dentro è per te! – le ricordò la rossa.
- L’argomento principale della serata è un totoscommesse tra chi dei due baristi, il biondo e il moro, entrerà per primo nei pantaloni di tuo fratello… Io ovviamente tifo per il biondo, ma sono di parte! – scherzò l’artista provando a tirarla su di morale, ma, constatando che il suo tentativo fosse fallito miseramente, tirò fuori dalla tasca i biglietti dorati e li osservò per alcuni istanti.
Erano tre… uno per lei e due per suoi “accompagnatori”…
Non appena Davide glielo aveva spiegato gli propose, senza aspettare un secondo, di andare a Parigi con lei e quello, dopo essere arrossito come un peperone ed aver balbettato per un po’, aveva accettato, e ne rimaneva ancora uno… osservò Fiore mentre guardava un imprecisato punto nel vuoto, pensierosa e triste, e decise che quella era la cosa giusta da fare.
- Spero tu abbia abbastanza soldi per pagare la stiva. Perché dubito, conoscendoti, che ti farai bastare un bagaglio a mano! – le disse improvvisamente.
- Come scusa? – chiese confusa la rossa, poi però focalizzò l’attenzione al foglietto d’oro luccicante che le veniva posto e capì.
- Io… non so che dire… - provò ad articolare una frase di senso compiuto, ma le parole le morirono in gola mentre le lacrime iniziavano a pizzicare negli occhi.
- Sei la mia migliore amica, chi ci dovrei portare se non te? – spiegò Andrea ma non poté dire altro, ritrovandosi stretta in un abbraccio, silenzioso e vigoroso.
Da dove ripartire da zero quando hai il cuore spezzato se non dalla capitale dell’amore?
 
NOTE D’AUTORE
Bentornati cuccioli di foca, sono riemerso, portato un po’ in ritardo dalla Befana.
Allora, partiamo subito augurando a tutti voi un augusto 2022, che sia prospero e pieno di nuovi inizi.
Beh, che ne dite di questo capitolo nuovo nuovo? Ve lo aspettavate? Come da voi votato nel decimo capitolo, ci aspetta un cambio di scenario e voleremo a Parigi!  Ma state tranquilli, resteremo anche a Roma, insomma avremo un occhio al di là ed un al di qua delle Alpi, vedremo comparire alcuni personaggi Canon (oltre che la nostra amata coppia di supereroi) e ci sarà –spoiler- un akumatizzato talmente potente da far impallidire tutti gli altri affrontati in quattro stagioni di MIRACULOUS LADYBUG
  1. MOMENTO EASTER EGG:  Vi avviso che in questo capitolo, per mancanza di ispirazione, non è presente nessun Easter Egg, un applauso a chi ha indovinato il verso della Divina Commedia di Dante, “volsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”  pronunciato da Virgilio per placare le anime infernali.
  2. MOMENTO INTERATTIVITA’: allora bella gente, è giunto il momento di far girare un po’ la ruota del caso, di sparigliare un po’ le carte, quindi vi chiedo, dato che le due fazioni di eroi rivali non conoscono le rispettive identità, che le stelle malefiche non conoscono quelle dei propri compagni e che Aurora e Vaen ancora non sanno chi siano gli altri “miracolati” quale “incontro al buio” immaginate per i vostri oc? Mi spiego meglio, ognuno degli autori dovrà descrivermi almeno una scena in cui un suo oc incontra almeno un altro (che può appartenere allo stesso autore o ad un altro) in abiti “civili” e ipotizzare un ipotetico rapporto all’oscuro dei poteri l’uno dell’altro.
  3. MOMENTO SONDAGGI: come già detto in precedenza da questo momento in poi i sondaggi saranno due, uno per la storia principale uno per la serie di os collegata, che, per la cronaca, vi invito a leggere. Quindi vi domando: quale Miraculous dello zodiaco cinese vorreste che compaia in questa storia? E poi, abbiamo avuto una backstory di un eroe, lo special di natale e una os, rossa… ora sta a voi scegliere la prossima tra una storia sui kwami, una storia sui nostri villain e un missing moment.
  4. FANART E MUSICA: questo capitolo ha suonato con “dancing Queen” degli ABBA e “La musica è finita” di Ornella Vanoni e Umberto Bindi
  5. VARIE ED EVENTUALI: ringrazio innanzitutto la mia nuovissima e bravissima Beta-reader SUMMERLOVER, tutti gli iscritti fedeli ed assidui che non mi fanno mai mancare il loro affetto, chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate e chi si ferma anche solo a leggere. Ricordo a tutti gli iscritti che a questo punto della storia non potete abbandonarmi… a tutti gli autori fanno piacere commenti e recensioni, ma se proprio non avete tempo non fa assolutamente niente, basta ritagliare quei 5 minuti per rispondere alle domande… se doveste “sparire” per molto tempo, ahimè, dovrò far uscire i vostri oc di scena e mi dispiacerebbe tantissimo! Detto questo, che dire ancora, ci vediamo alla prossima,
baci
SG



IN THE NEXT CHAPTER:
Fiore era ferma dinanzi alla famosissima Maison Agreste, con il suo book di bozzetti sotto il braccio, più determinata che mai: non importava quanto ci avrebbe messo o chi avrebbe dovuto superare, lei sarebbe entrata lì dentro e avrebbe fatto vedere il frutto del suo lavoro a Gabriel Agreste, qualunque cosa fosse costato. 
   
 
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