Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: kisspiece99    16/01/2022    6 recensioni
|| STORIA AD OC|| (Iscrizioni chiuse)
Di recente le scorte di agalmatolite di cui si serve la Marina sono diventate i bersagli dei furti di una banda di pirati. Il Governo, messo alle strette, è giunto ad un'unica soluzione: formare una squadra di cacciatori di taglie che catturi i colpevoli.
Dal Prologo:
"Quando Ryoko mise piede all’interno del Quartier Generale della Marina non potè negare di essere incuriosita dal motivo per il quale si trovasse lì. Ad essere del tutto sinceri, aveva cominciato ad essere curiosa una settimana addietro quando nella copia del giornale, che solitamente le veniva recapitata via gabbiano, aveva trovato una busta contrassegnata dallo stemma della Marina. Quando ne aveva letto il contenuto per poco non le era andato di traverso il caffè nel leggere che il grand’ammiraglio Sengoku richiedeva la sua presenza al Quartier Generale.,,
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Marine, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bounty Hunter Squad
Capitolo 3

 
Sollievo di sicuro non era la parola giusta per descrivere quello che Yuri stava provando. Finalmente, dopo due giorni in mare, la strampalata combriccola di cacciatori aveva messo piede sulla terraferma e la bionda finalmente poteva smettere di stare all’erta per qualsiasi movimento fatto dagli altri occupanti della nave. In vita sua la donna non credeva di aver mai conosciuto persone tanto pericolose quanto strampalate.
Per due giorni aveva dovuto costantemente ricordare ad Ash di abbassare il capo ogni qual volta dovesse scendere sottocoperta, l’uomo che per poco non raggiungeva il metro e novanta trovava difficoltoso adattarsi alle dimensioni della porta che raggiungeva a stento il metro e settanta di altezza. Per due giorni aveva dovuto costantemente riprendere Yara, non aveva fatto altro che proporre piccole modifiche per la sua nave ma Yuri era abbastanza sicura che si sarebbero trasformate in una totale rinnovazione della sua fidata Thorn. Per due giorni non era riuscita a chiudere occhio per colpa di Ryoko, la sua compagna di stanza provvisoria, per colpa del suo russare. In poche parole per lei quei due giorni erano stati un vero incubo.
Con un sorriso a stenderle le labbra tinte di rosso Yuri si ritrovò ad essere felice per l’imminente acquisto di una nave più spaziosa, e non credeva che un giorno del genere sarebbe mai arrivato.

“Allora, dubito che per acquistare la nave sia necessaria la presenza di tutti. Propongo che una parte di noi trovino un posto dove lasciare la Thorn mentre gli altri si occuperanno di comprare una nuova imbarcazione.”

Gli altri si ritrovarono ad annuire alle parole di Shinichi ad eccezione di Yara.

“Avete idea di quanto possa costare un veliero sufficientemente grande per otto persone, dotata di abbastanza comfort da poterci vivere a bordo e in condizioni abbastanza buone da non colare a picco  appena salpati?”

Shinichi alzò le spalle, non vedendo il problema

“Beh sarà una bella spesa ma ciò che ci ha dato la Marina dovrebbe coprire i costi, no? Solitamente per gli incarichi di questo genere forniscono una somma abbastanza grande per le spese come vitto e alloggio.”

Yara, un po’ goffamente per colpa del cappotto, incrociò le braccia al petto e con aria di chi sapeva qualcosa che non vedeva l’ora di condividere aggiunse

“E dimmi un po’, Cacciatore Schizzinoso, questo vale anche per coloro che stanno lavorando per la Marina senza rispettarne le regole?”

Fu allora che tutti capirono: in quel momento non avevano un Berry.

“Già, bella merda, non è vero? Però se insisti e vuoi pagare di tasca tua io non mi sento nessuno per rifiutare.”

Shinichi schioccò la lingua seccato e le scoccò un occhiataccia alla quale la rossa rispose con una scrollata di spalle.

“Non vedo dove sia il problema.”

La voce ferma di Nòel era udibile in mezzo a tutti gli schiamazzi dei marinai e ai garriti dei gabbiani.

“Ci basterà fare il nostro lavoro no?”

“Mi piace il tuo modo di pensare. Senza offesa però, vorrei aggiungere qualcosa per rendere le cose più interessanti.”

Ryoko passò la lingua sui denti, che diventavano più acuminati ogni qual volta le balenava in testa un’idea che riteneva divertente.

“Perché non fare una gara?”

 
§

Quando Nòel aveva proposto di dividersi per andare alla ricerca di qualche malvivente, pirata o bandito che fosse, Kei si era sentito sollevato. Nei due giorni precedenti aveva dovuto costantemente fare attenzione a qualsiasi suo gesto, preoccupato dalla prospettiva di ritrovarsi una lama puntata alla gola e di dover quindi ingaggiare uno scontro per far valere i suoi diritti di semplice essere umano. Poter ritornare per qualche attimo alla sua quotidianità lo rasserenò.

Con un sorrisetto beffardo si ritrovò a pensare alla fortuna che gli si era presentata al porto, nemmeno due minuti dopo l’inizio della sfida. Ancorata poco distante dalla Thorn, Kei aveva riconosciuto la bandiera a sfondo nero con dipinto l’emblema della ciurma di Goliard, meglio noto con il nome di Elmo Arrugginito. Kei ringraziò la sua memoria eidetica che gli permetteva di ricordare un cospicuo numero di avvisi di cattura e le relative somme. Se fosse riuscito a catturare il breccio destro di Goliard e qualche scagnozzo sarebbe riuscito a racimolare la modesta somma di 50.000.000 di Berry. Stando alle condizioni poste da Ryoko il primo a consegnare alla Marina le proprie catture si sarebbe potuto tenere il malloppo guadagnato e Kei già sentiva quella vittoria in tasca. Il suo frutto del diavolo gli dava un vantaggio che nessuno poteva immaginare. Se Byakko avesse saputo probabilmente non ci avrebbe nemmeno pensato a proporre la sfida.

Dalle voci che circolavano su Goliard probabilmente ora era in un qualche bordello a fare le due cose che sapeva fare meglio: spendere soldi e sbavare dietro ad un corpo formoso.
Fortunatamente l’isola non era molto grande e, chiedendo a qualche passante, aveva scoperto che sull’isola era presente un solo posto in cui Goliard avrebbe potuto andare: il Red Fox.
Il corvino riconosceva che chiedere informazioni del genere lo aveva imbarazzato non poco, e gli sguardi di disapprovazione che aveva ricevuto non lo avevano aiutato molto, ma quello era l’unico modo per riuscire a vincere la sfida. Aveva quindi ingoiato l’acido boccone di umiliazione, a cui ormai era abituato, e si era dato da fare.

Improvvisamente Kei si fermò di colpo sorpreso dallo spettacolo che gli si era parato davanti: Goliard era all’esterno del bordello, guance paonazze probabilmente per colpa degli alcolici consumati in precedenza, l’elmo di rame in bilico sul capo e il pennacchio verde era accarezzato dalle dita affusolate di una delle ragazze che lavorava nel bordello, a giudicare dalle vesti succinte e dal modo in cui la donna era spalmata sul corpo del pirata doveva pure essere stata pagata proficuamente.

Kei si tirò su il cappuccio e si avvicinò silenziosamente alle spalle di Goliard. Quando fu abbastanza vicino posò un dito sulle proprie labbra per far segno alla ragazza di non urlare e che ci avrebbe pensato lui. Ma proprio mentre stava per posare una mano sulla schiena dell’uomo la donna dai capelli castani tirò a sé l’uomo per il bavero, sottraendolo al tocco di Kei, e gli sussurrò qualcosa all’orecchiò, accompagnando il tutto con un seducente bacio sul collo. Kei fissò interdetto la scena con la mano ancora ferma a mezz’aria.

L’uomo ridacchiò, lanciò un’occhiata languida alla donna e rientrò. I due rimasero da soli e Kei fece per parlare ma fu colto alla sprovvista. La donna si abbassò velocemente, a gamba tesa gli colpi le caviglie facendolo cadere rovinosamente a terra, prima che potesse rialzarsi la castana lo fermò a terra con il proprio peso puntandogli una lama al collo e tenendo ferma per il polso la mano destra, precedentemente sospesa a mezz’aria.

“Cosa diamine stai facendo? Quello è il mio pirata.”

Quando Kei smise di vedere tra donne ondeggianti, per il colpo subito alla nuca, incontrò gli occhi cerulei della donna e in quel momento realizzò chi fosse realmente la donna davanti a lui

“Yuri?”

“In carne ed ossa. Ora, riunioni strappalacrime a parte, cosa diamine stavi facendo al mio obiettivo.”

Yuri strinse la presa intorno al polso e Kei cercò invano di liberarlo con qualche strattone.

“Solo di sbatterlo in prigione e vincere la sfida.”

Le iridi color ghiaccio di Yuri scrutarono il palmo del ragazzo non capendo in che modo il semplice tocco potesse permetterglielo.

“Cos’hai fatto al palmo? L’hai ricoperto di veleno? Di sedativo?”

Il ragazzo dal taglio a scodella avrebbe voluto scuotere la testa ma la lama glielo impediva.

“No, niente del genere.”

La finta castana premette maggiormente la lama contro la tenera carne del collo di Kei per spronarlo a spiegarsi.

“Dovremmo essere alleati, se te ne sei dimenticata, non dovresti cercare di uccidere me.”

“Lo so perfettamente, niente però mi impedisce di ferirti gravemente.”

Kei roteò gli occhi e scocciato acconsentì alla muta richiesta che implicava la minaccia: mostrarle cosa era in grado di fare grazie al frutto del diavolo Anken-Anken.

“Dammi un qualsiasi oggetto.”

La donna alzò un sopracciglio scettica.

“Lo vuoi scoprire o no?”

L’incitazione di Kei la convinsero e gli mise tra le dita uno dei suoi orecchini a cerchio. Il corvino lo soppesò brevemente e in pochi istanti scomparve. Lo sguardo sorpreso e confuso della Rosa Nera era impagabile e Kei non poté fare a meno di ridacchiare divertito dal suo stupore.

“Toccati l’orecchio.”

Yuri eseguì e, sentendo il cerchio appeso al lobo, si lasciò scappare un verso stupito. L’orecchino era ornato lì come se non lo avesse mai rimosso.

“Chi se lo aspettava che il ragazzino avesse qualche asso nella manica. Alla prossima hai intenzione di far uscire un coniglio dal cappello?”

Kei alzò le spalle

“Posso sempre provarci, ma non garantisco grandi risultati. Ora posso andare?”

Yuri si portò un dito al mento pensierosa e Kei intuì che qualcosa le frullava per la testa e il sorriso serafico che esibì pochi secondi dopo glielo confermò. La donna si sporse in avanti fino ad appoggiare i seni contro il petto del più giovane e iniziò ad arrotolarsi il laccio della felpa tra le dita perfettamente curate.

“Che ne diresti di vincere la sfida?”

Kei alzò un sopracciglio scettico ma rimase in silenzio permettendo alla donna di continuare.

“L’idea di tenersi il gruzzolo non è male. Da sola però riuscirei a consegnare solo il capitano e guadagnare la misera somma di 73.000.000 Berry. Se dovessimo collaborare quanto credi che riusciremo a intascare?”

“Solo se prendo il 50% della somma totale.”

Yuri sbuffò divertita e si alzò in piedi, sbattendo le mani contro la stoffa dei pantaloncini per eliminare la polvere e la terra.

“Dimostrami di non essere solo un mago da quattro soldi e ne riparliamo.”

Prima di aprire la porta del bordello Yuri, sistemandosi i boccoli della parrucca nel riflesso di una finestra,  aggiunse

“Quanto credi che sia il 50% della somma delle taglie di tutta la ciurma?”

 
§
 
Ash, aveva trovato la proposta di Ryoko decisamente stimolante e allettante. Fare un po’ di riscaldamento in vista del grande obiettivo non era una brutta idea e se inoltre univa il dovere al piacere rifiutare l’offerta era l’ultima cosa che si sarebbe sognato di fare.
Per esperienza Ash era consapevole che i pub e i bar fossero i luoghi più frequentati dai pirati, gli sarebbe bastato entrare nel primo che trovava, posizionarsi nel tavolo all’angolo, che solitamente offriva una buona visuale sulla sala, e aspettare. Solitamente i più stupidi non mantenevano mai un profilo basso e, sempre per esperienza, sapeva che ai più stupidi erano assegnate delle taglie niente male proprio perché erano stupidi. 

In lontananza scorse l’insegna in legno che raffigurava una forchetta infilzata nella raffigurazione di una succulenta bistecca e il rosso decise che quella sarebbe stata la sua meta. Arrivato davanti al locale fu sorpreso nel trovare all’ingresso, con la schiena ricurva e la testa infossata nelle spalle, niente di meno che Yara. L’uomo le si avvicinò

“Yara, anche tu a caccia in questa zona?”

La rossa si girò di scatto nella sua direzione, le iridi color rubino della sirena si puntarono in quelle celesti dell’uomo per verificare che fosse chi aveva pensato. Constatando che sì, si trattava di Ash, la donna si girò nuovamente nella direzione di prima e continuò a fare quello che stava facendo in precedenza: leggere il menù.

“No, avevo fame.”

Ash la guardò sbigottito. Se la donna si comportava in maniera così rilassata probabilmente aveva già ideato un piano, anzi, probabilmente lo aveva già portato a termine.

“E come sta andando la caccia?”

“Ah, non partecipo. Non ci credo, avranno pure un insalata in questo menu?”

Per la seconda volta nell’arco di poco tempo Ash rimase interdetto. Poi, come se la donna avesse percepito la sua confusione, aggiunse in tono piatto una breve spiegazione

“Se non catturo nessuno avrò sì perso, ma allo stesso tempo non dovrò sborsare nemmeno un Berry.”

“Non credo che funzioni così.”

Mormorò lo Shandia ancora più confuso di prima.

“Non ti interessa avere una imbarcazione decente, nel caso perdessi?”

A quelle parole la donna alzò lo sguardo dalla lavagnetta del menù. La manica della giacca le scivolò dalla spalla fino ad arrivare al gomito, lasciando intravedere ad Ash la spallina del top che la donna indossava. Yura rimase immobile per qualche istante e Ash credette che la donna avesse deciso di ignorarlo, ma poi, risistemandosi il capotto, riprese parola

“Ok, bell’imbusto, mi hai convinta. Qual è il piano?”

Ash sfoggiò un ghigno divertito, non era sicuro di cosa fosse appena successo, ma una mano non poteva fare male.

“Da quanto tempo sei qui?”

“Una ventina di minuti. Credo.”

“In questi venti minuti è entrato qualcuno che abbia catturato la tua attenzione?”

Yara si passò una mano tra le ciocche rosse corallo e gialle, chiuse gli occhi cercando di ricordare. Li riaprì all’improvviso e un accenno di sorriso le si dipinse sulle labbra leggermente screpolate.

“Uno che decanta di ordinare tutto quello che c’è sul menù di sicuro deve avere molti soldi guadagnati in modo poco legale.”

“Abbiamo il nostro uomo. Forza entriamo.”

Prima di poter varcare la soglia Yara afferrò Ash per un braccio fermandolo.

“Aspetta, prima voglio darti qualcosa che potrebbe aiutarci.”

Gli occhi celesti di Ash brillarono speranzosi, ben presto però il barlume di speranza si spense lasciando il posto ad un cipiglio confuso. Yara, si accovacciò a terra e, con il capo quasi completamente immerso nello zaino, iniziò ad estrarre di tutto e di più. Ben presto l’acciottolato che fungeva da marciapiede venne ricoperto da oggetti di diversa natura: chiavi inglesi di ogni dimensione, cartacce di gomme da masticare di diversi colori, chiodi e viti di varia lunghezza. In un angolino Ash notò la presenza di un torsolo di mela parecchio ossidato e preferì non chiedere da quanto tempo la donna se lo portasse dietro.

“Scusa bello, mi reggi questo per 5 secondi?”

Il rosso non fece in tempo a realizzare quello che Yara gli aveva chiesto che si ritrovò tra le mani una culatta. Notandone le dimensioni fin troppo grandi per appartenere ad un semplice fucile Ash si azzardò a chiedere

“Questo esattamente a cosa servirebbe?”

“Per il bazooka.”

Rispose Yara con tono piatto, come se la risposta fosse stata scontata. Ash sgranò gli occhi e si affrettò a mettere a terra, con enorme cautela, il pezzo di ferro e fece un passo indietro. Se quella donna aveva la culatta di un bazooka di sicuro nello zaino si nascondevano anche le altre parti e, da come Yara stava maneggiando quello zaino, aveva numerosi motivi per dubitare della sua sicurezza.
Dopo un minuto circa Yara ritornò in piedi vittoriosa con un paio di manette tra le mani.

“Trovate! Tieni, oggi mi sento buona.”

La rossa lanciò un paio di manette all’uomo che le afferrò con una mano sola.

“Quelli hai intenzioni di rimetterli a posto?”

Lo sguardo celeste di Ash era fisso sulla culatta ma era chiaro che facesse riferimento anche agli altri oggetti precedentemente contenuti nello zaino. Yara, come se se ne fosse appena resa conto, si riaccovacciò e, senza fare attenzione a dove gli oggetti potessero finire, recuperò tutti i suoi averi, torsolo e cartacce comprese. Per un breve istante Ash si ritrovò a domandarsi cosa altro potesse contenere quello zaino ma decise di accontentarsi del piccolo assaggio che aveva avuto.
Quando Yara si fu risistemata lo zaino sulle spalle disse

“Bene, che la nostra caccia cominci!”

E prendendo Ash sottobraccio i due entrarono nel locale.

 
§

Sebbene l’isola fosse relativamente piccola le strade della cittadella erano parecchio affollate. Probabilmente era giorno di mercato, oppure era in corso una qualche festività particolare. Restava però il fatto che le strade fossero affollate e questo stava mandando in bestia Ryoko, dal momento che sembrava che mezza popolazione dell’isola avesse deciso di mettersi d’accordo e urtarla mentre procedeva per le strade. O meglio, mentre saltellava per le strade.

Ryoko compì un altro balzello al fianco di Léandre per scorgere meglio quello che c’era scritto sull’avviso di cattura che teneva tra le mani. L’unica cosa che aveva letto, prima che il Corvo glielo soffiasse via da sotto il naso, era l’allettante cifra di 45.000.000 Berry che offrivano in cambio del bandito Duncan.

“Se smettessi di saltellare come un ossessa darei molto meno nell’occhio, sai?”

Ryoko soffiò contro il violetto sentendo il nervoso montarle in petto. Non solo l’uomo le aveva portato via l’obiettivo dalla bacheca degli annunci di cattura, ma si era pure messo in testa di voler vincere la sfida e la cosa non andava per niente a genio a Ryoko.

“Quella è la mia preda.”

“Non mi sembra sia tu quella con l’avviso di cattura. E, correggimi se sbaglio, se fosse la tua “preda”- con le dita guantate fece delle virgolette in aria riprendendo lo stesso termine usato dall’albina- non dovresti star seguendo lui invece che me?”

Ryoko ringhiò nella direzione del violetto che si limitò a rivolgerle un sorriso sghembo vittorioso.

“Hai il foglio che mi serve.”

“Questo sembra un bel problema. Ti auguro buona fortuna nel risolverlo”

Disse con tono di finta apprensione e, allungando il passo, si allontanò da Ryoko. La donna però non demorse e accelerò a sua volta.

“Léandre ridammi quell’avviso, me lo devi dopo Lipuort Island.”

I due svoltarono in una via secondaria meno affollata, lo scalpiccio degli stivali di Léandre e degli anfibi di Ryoko, ora che era più lontani dalla fiumana di persone, erano più udibili, così come il ringhio innervosito della donna.

“Lipuort Island?”

Il tono genuinamente confuso del violetto fece strabuzzare gli occhi alla donna.

“Sì, Lipourt Island! Mi hai mandato in aria la cattura della piratessa Fushimi!”

“È impossibile. Sono stato io a catturare Fushimi.”

“Appunto! È per questo che dovresti concedermi di catturare Duncan.”

Esclamò inviperita Ryoko. Provò per l’ennesima volta a sbirciare il foglio per vedere quale fosse il volto del ricercato ma l’uomo, stendendo il braccio verso l’alto, le impedì di riuscirci.

“Ti sei bevuta il cervello? Cosa stai blaterando?”

“Sto dicendo che quando stavo per dare il colpo di grazia a Fushimi tu sei piombato dall’alto, con alle calcagna non mi ricordo quale pirata, hai portato a termine il tuo lavoro e nel mentre ti è sembrata una buona idea soffiarmi l’obiettivo! Ecco cosa sto dicendo!”

Improvvisamente Léandre spalancò gli occhi come colpito da un’illuminazione. Ricordava bene ogni sua cattura, nonostante fossero parecchie,  e quella di Fushimi non faceva eccezione. Fu allora che ricordò lo scontro. In un angolo ricordò di aver intravisto una donna dai capelli candidi, arruffati per via del sudore e della battaglia da cui era reduce, il corpo ricoperto da un manto striato e candido, se non fosse stato per alcune ferite il cui sangue era andato ad imporporare e macchiare il pelo.

“Oh, eri tu? Non ti avevo riconosciuta.”

Il tono fintamente  rammaricato di Léandre fece innervosire ancora di più Ryoko che iniziò a pestare i piedi con più veemenza contro la strada sterrata.

“Per colpa tua mi sono dovuta mangiare pane raffermo per tutto il mese seguente!”

L’uomo alzò le spalle per nulla colpito.

“Ti ha fatto bene, ti trovo dimagrita dall’ultima volta.”

“Lèandre dammi il foglio di Duncan o giuro che ti sbrano!”

“Sicura che il foglio possa bastarti piccoletta?”

La terza voce sconosciuta fece arrestare i due cacciatori di taglie sui loro passi. Léandre abbassò il braccio che fino ad allora aveva tenuto sollevato a mezz’aria e Ryoko sbirciò. Poi incontrò il volto dell’uomo che aveva appena parlato, non c’erano dubbi: quello era il bandito Duncan.

 
§
 
 Shinichi, con le braccia incrociate dietro la testa e il passo flemmatico, passeggiava sul pontile. Tutti, appena avevano accettato la proposta di Nòel e Ryoko, si erano separati andando ognuno in una direzione diversa. Non si aspettava che le cose potessero andare diversamente ma la rapidità con cui tutti si erano dileguati lo avevano fatto sospirare esasperato. Non avevano esitato a lasciare gli altri. Questo atteggiamento gli preannunciava che la strada per diventare una vera e propria squadra era lunga. Molto lunga. Ma Shinichi aveva pazienza da vendere e avrebbe rispettato i tempi degli altri, in fondo lui stesso aveva sempre avuto bisogno di un po’ di tempo per abituarsi ai ritmi degli altri.

Lo sguardo corvino di Shinichi si posò sull’ennesimo stemma pirata: un teschio dal capo coperto da un elmo bronzeo e decorato con un pennacchio verde. L’uomo spostò le iridi scure sul prossimo stemma, quello appena visto non lo ispirava e non gli comunicava assolutamente nulla sul tipo di nemico che avrebbe potuto trovarsi di fronte.

L’imbarcazione successiva gli fece emettere un fischio di approvazione. Il veliero era senza dubbio in buone condizioni, nessun segno di cannonata, questo poteva dirla lunga sulla bravura della ciurma negli scontri in mare aperto. Le dimensioni notevoli indicavano una ciurma numerosa che potesse gestire vele e timone in caso di tempesta. In sintesi: una ciurma numerosa, abile e capace. Nel linguaggio di Shinichi questo significava una sola cosa: taglie alte per pirati di alto livello. Quello di cui Shinichi aveva bisogno in quel momento era uno scontro alla pari.
Facendosi più vicino all’imbarcazione notò un piccolo particolare che prima gli era sfuggito: sul ponte c’era qualcuno che stava andando da una parte all’altro di esso a passo deciso, come in cerca di qualcosa. Quel qualcuno per Shinichi era un volto noto: Nòel.

Il corvino, con un balzo, atterrò sul ponte alle spalle di Nòel. Il ragazzo, udendo il tonfo provocato dall’atterraggio di Shinichi, si girò di scatto e si diede lo slancio necessario per colpire il nuovo arrivato con un calcio all’altezza del collo, così da stenderlo. Quello che però Nòel colpì era più duro e sottile. Il suo sguardo color smeraldo passò dalla fodera, troppo larga per essere quella di una comune spada, al volto pallido di Shinichi. Nòel abbassò la gamba e piegò il capo in avanti in segno di scuse. Il più grande scosse la testa per dirgli che non c’era problema e poi si prese qualche istante per guardarsi intorno. Stesi sul pontile c’erano una decina di uomini tutti privi di sensi. Corrucciò le labbra deluso, forse aveva sovrastimato la ciurma di pirati che aveva scelto come obiettivo. Nòel, quasi leggendogli il pensiero, precisò

“Sono solo mozzi, non hanno mezzo Berry sulla loro testa.”

Il buon umore si rimpossessò di Shinichi, ancora speranzoso di poter avere quel combattimento che agognava. Poi tornò a guardare il biondo ricordandosi un particolare

“Cercavi qualcosa?”

Nòel sobbalzò sorpreso, non credeva che l’uomo lo avesse notato. Poi si affrettò a scuotere la testa in diniego

“Mi assicuravo che non ci fossero altri pirati in agguato.”

Il corvino annuì. Era chiaro che Nòel non avesse molto da dirgli e sembrava quasi implorarlo con lo sguardo di andarsene ma Shinichi si era messo in testa che quella sarebbe stata la ciurma che lo avrebbe portato alla vittoria e niente gli avrebbe fatto cambiare idea, nemmeno l’ostilità di Nòel.

Il biondo però non sembrava essere nemmeno lui uno di quelli che demorde facilmente. Sorpassò il corvino e andò a sedersi ai piedi dell’albero maestro, spostando con i piedi il braccio di uno dei mozzi che giaceva lì vicino. Shinichi lo guardò interrogativo

“Cosa stai facendo?”

“Semplice, aspetto che si faccia vivo uno dei pesci più grandi di questi.”

Shinichi aprì la bocca per ribattere ma fu interrotto dal tipico rumore delle assi di legno colpite dalle suole di scarpe. Shinichi e Nòel puntarono lo sguardo in direzione della passerella e incontrarono gli sguardi confusi di una decina di pirati che, spaesati, osservavano i corpi dei loro compagni di ciurma stesi a terra privi di sensi. Poi i neoarrivati si accorsero della presenza dei due responsabili e quello che i due cacciatori lessero sui loro volti era rabbia. Nòel era sicuro che parte di quella rabbia mascherasse anche un po’ di paura ma non ebbe molto tempo per pensarci: al momento aveva uno scontro a cui pensare.

 
§
 
Minuscolo spazio vitale di Kisspiece99:

Eccomi di ritorno in un tempo decisamente inferiore ai due mesi. Mi faccio i complimenti da sola. XD
In ogni caso questo è un piccolo capitoletto in cui continuo a lavorare sulle varie interazione tra i personaggi ma in particolare fa da “prologo” ad un grande avvenimento (forse lo avrete già capito): i combattimenti di squadra!
O meglio, di coppia, dal momento che ognuno ha preso un po’ la sua strada. Ma a piccoli passi andranno a formare una squadra più coesa, essendo ognuno abituato al proprio metodo e al proprio stile di combattimento farli lavorare tutti subito insieme mi sembrava troppo forzato (soprattutto considerato che ci sono un po’ di teste calde che non accetterebbero tanto facilmente di scendere a compromessi).
Si accettano scommesse su quale sarà la coppia che per prima riuscirà a riscattare la ricompensa e vincere quindi la sfida. XD

Anyway domandina del capitoletto facoltativa: il vostro OC ha qualche stile di combattimento particolare?

Bene o male nella sezione armi e frutto del diavolo (nel caso delle persone che hanno creato un personaggio che lo ha ingerito) mi avete spiegato come usano le armi e il frutto. La domanda è facoltativa per questo, un idea già ce l’ho, ma se volete aggiungere qualcosa non è mai troppo tardi.
Anyway per oggi è tutto

A presto
By
Kiss
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: kisspiece99