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Autore: BlueBell9    17/01/2022    3 recensioni
Ammettiamolo: da bambine quasi tutte abbiamo sognato di vivere un amore paragonabile a quello delle favole, con tanto di animali canterini annessi.
Crescendo c'è chi ha realizzato che il Principe Azzurro non esiste e chi lo ha trovato, anche se il regale indossatore della suddetta calzamaglia non sembra essere dello stesso avviso.
«Sarà difficile trovare uno come te» borbotta Dominique, gli occhi bassi, sentendo le guance arrossire per il rifiuto e il petto stringersi per l'amarezza.
«Non devi cercare uno come me. […] Solo qualcuno che ti faccia stare bene. Accadrà, vedrai» la incoraggia, sfiorandole la guancia con le punta della dita in una carezza dolce e amorevole.

E se quello che doveva essere il nostro Principe Azzurro – o forse in questo caso sarebbe meglio dire, Fata Madrina? - ci dice che prima o poi incontreremo il ragazzo ideale, succederà di sicuro.
L'universo ha grandi piani per ognuna di noi!
«Come il Principe Azzurro!» esclama lei, deliziata, stringendosi contro il suo maglione.
«Domi, un'altra parola e ti butto giù dalle scale» l'avverte lui, truce, rivolgendole un'occhiata nauseata.

Sì, okay, qualcosa deve essere decisamente andato storto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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VD




Attenzione: i personaggi di questa storia appartengono all'universo Someone you loved e Battlefield. Però, tranquilli, non è necessario aver letto queste storie per capire questa piccola one shot.








«Credevo stessi già dormendo».
Dominique solleva le iridi chiare dal libro che sta leggendo e le punta verso la porta, dove suo cugino è sulla soglia con un sorriso radioso che gli illumina il volto.
«Non ho molto sonno» risponde laconica, girando la pagina e tornando a concentrarsi sulla sua favola preferita. Torna a guardarlo, le sopracciglia inarcate per lo stupore, quando lo intravede con la coda dell'occhio avvicinarsi a lei. «Che fai?» domanda sconcertata mentre lui si sdraia accanto a lei, appoggiando la schiena sui cuscini.
«Ti faccio compagnia» risponde Etienne, benevolo, come se fosse qualcosa di ovvio. «Vuoi che te lo legga io?» si offre gentile, indicando con un cenno del capo il libro che lei tiene tra le mani.
Dominique aggrotta la fronte, esitante per qualche attimo, prima di allungarglielo con un sorriso che fa capolino sulle labbra.
Dopo essersi accomodata contro il torace dell'altro, le iridi azzurre deliziate per quella premura che le scalda il cuore e le fa arrossire per il piacere, non può fare a meno di seguire rapita la storia de
La sirenetta.
Almeno fino all'entrata in scena di Ursula in versione Vanessa.
«Eric è un tonto!» sentenzia lei, di cuore, scuotendo il capo e fissando con disapprovazione il disegno del principe sul foglio.
Lui sbatte le ciglia, perplesso.
«Beh, dai, la storia non poteva procedere senza qualche problema» sottolinea lui, pensieroso, grattandosi i capelli biondo chiaro. «Altrimenti sarebbe stata noiosa» commenta convinto, annuendo anche con il capo.
Dominique gonfia le guance, piccata.
«Sì, però lui è davvero stupido» stabilisce implacabile, risentita a morte, divincolandosi per la foga nell'abbraccio dell'altro.
«Non farti sentire da zia Fleur» le consiglia il cugino più grande, amabile, scoccandole un'occhiata eloquente. «Sai che non sopporta che usiamo certi termini» continua leggero.
Anche lei sorride, divertita.
«E comunque tu sei molto meglio di Eric o di qualsiasi principe» dichiara schietta, guardandolo dritto in faccia. «Quando sarò grande, ci metteremo insieme» stabilisce inflessibile, facendo chiaramente capire che non accetterà mai un no come risposta.
Lui piega le labbra, trattenendosi dal ridacchiare.
«Ma tu sei come una sorella per me» le fa notare delicato.
«Perché ora sono piccola» argomenta Dominique, determinata. «Ma non lo sarò ancora per molto» aggiunge sicura. «Io ti amerò per sempre» dichiara con quella testardaggine tipica dei bambini.
«Cambierai idea».
«Ne dubito» insiste lei, definitiva. «Nessuno sarà mai alla tua altezza».








Attenta a quello che infine 
desideri, principessa!










Hogwarts, Quarto Anno


Davvero è tutto qui?
Se l'è chiesta spesso nei giorni che ha trascorso accanto a lui, cercando di analizzare la situazione con occhio critico e mente lucida. Okay, il batticuore, l'eccitazione e il desiderio di scoprire cosa ci sia oltre i baci ma davvero non c'è altro?
Il primo amore doveva essere qualcosa di grandioso, almeno vagamente paragonabile a quelle storie che si divora di notte, al caldo sotto al piumone e al sicuro dalla vista delle compagne di Dormitorio. Non...
questo!
Forse non lo è perché so bene che non è il primo,
dice a se stessa, scornata, mentre sta pigramente aspettando che la pozione che ha preparato termini di cuocere, così da passare allo step successivo. Ne ero consapevole fin da bambina: contro Etienne non c'è guerra. Tutti sfigurano se paragonati a lui.
«Posso?»
Dominique, dopo essere sussultata sullo sgabello, si volta all'indietro. Sgrana gli occhi quando incontra quelli azzurri del cugino – di una sfumatura più chiara rispetto a suoi – che la osservano con quella rassicurante e nota caratteristica acuta che l'ha stregata fin dall'infanzia.
«Che ci fa qui?» domanda quando lo vede avanzare all'interno dell'aula di Pozioni e prendere posto accanto a lei, appoggiando un gomito sul tavolo così da reggersi la testa con una mano.
«Ho finito prima i compiti e avevo voglia di farmi un giro» spiega lui, lieve.
Lei rimane un attimo basita, prima di storcere le labbra in una smorfia indispettita.
«Fammi indovinare: problemi con Kara?» indaga aspra, tirando in ballo con una punta di fastidio la ragazza che l'altro frequenta.
Una Serpeverde, ricorda nella sua mente, stringendo la mandibola per il nervoso. Serpeverde e gallina, peggior accoppiata di questo mondo!
«Tanto per cambiare» commenta Etienne, distaccato, scrutando con un guizzo di attenzione il liquido verdastro che sta bollendo nel calderone di peltro. «Siamo arrivati al capolinea» aggiunge sovrappensiero. È orribile esserne contente? «Tu che mi racconti?» chiede, invece, puntando lo sguardo verso di lei.
Dominique lo sostiene per una manciata di attimi, guardinga.
«Hai saputo di Mason» deduce atona, facendo spuntare un sorriso divertito all'altro.
«Difficile esserne all'oscuro» conferma Etienne, leggero, scrollando il capo. «Viviamo in un Castello isolato. In più, veniamo costantemente tenuti d'occhio» considera arguto, alludendo al fardello che sono i loro cognomi.
A me non dispiace essere ammirata, riflette lei, concentrandosi per un momento sulla pagina del manuale. Ha intenzione di terminare la pozione senza sbavature, così da mostrarla a Lumacorno e guadagnarsi qualche lode.
Oltre alla possibilità di diventare Presidentessa del Club di Pozioni, l'anno prossimo.
«Ci stiamo frequentando» butta fuori, cercando di celare il disagio dietro un atteggiamento rilassato.
«Ma?» la sprona lui, perspicace. «Perché si sente chiaramente che c'è un ma» illustra certo, inarcando le sopracciglia con eloquenza.
«Non lo so» ammette Dominique, lo sguardo perso nel vuoto, come se cercasse di spiegare qualcosa che non è riuscita nemmeno lei a capire. «Credevo che mi piacesse ma ora penso di essermi sbagliata. Non è quello giusto» stabilisce irremovibile.
Etienne sorride gentile.
«Sono scettico sul concetto di
quello giusto» rivela amabile, drizzando la schiena e allontanando il busto dal banco. «Credo che molto dipenda dal tempismo. Potresti anche incontrare quello giusto ma se sei presa da altro o ti trovi in un momento della tua via in cui va tutto storto, non te ne accorgeresti nemmeno» sostiene con quella sicurezza che ha una punta di arroganza.
«O forse l'ho già incontrato ma lui non ha ancora capito che sarebbe perfetto se potessimo darci una possibilità» replica lei, inesorabile, inclinando il capo.
«Non è così e lo sai».
«Sarà difficile trovare uno come te» borbotta Dominique, gli occhi bassi, sentendo le guance arrossire per il rifiuto e il petto stringersi per l'amarezza.
«Non devi cercare uno come me» le fa notare Etienne, alzandole con gentilezza il mento così che i loro occhi si incrocino. Le tremano le gambe ogni volta che lo ha così vicino, anche se le provoca anche una sorta di dolore fisico la consapevolezza che non potrà mai ottenere quello che desidera. «Solo qualcuno che ti faccia stare bene. Accadrà, vedrai» la incoraggia, sfiorandole la guancia con le punta delle dita in una carezza dolce e amorevole.
«Non puoi esserne sicuro» ribatte lei, decisamente più docile, confortata e deliziata da quel contatto.
«Invece sì. Io non mi sbaglio mai, no?» ironizza Etienne, sfoderando un sorriso radioso.
Ma non sarà te, vorrebbe rispondergli Dominique. Invece si limita a ricambiare, tenendo a freno le lacrime e la tentazione di allontanarsi da quell'aula e da lui. Non vorrò mai nessun altro.



Hogwarts, Quinto Anno


«Ammettiamolo: sei un casino vivente!»
Lance la fissa con una punta di smarrimento che balugina negli occhi azzurri, prima di sbuffare con quella che pare genuina esasperazione.
«No, ti prego» geme tra i denti, scuotendo anche il capo. «Dimmi che non stai per partire con la sbornia filosofica» commenta al limite della sopportazione.
Dominique annuisce, scrutandolo con due iridi spiritate e appannate dall'alcol.
«Nessuna persona sana di mente perderebbe la testa per te» aggiunge, gesticolando convinta. Per fortuna è seduta sul pavimento, la schiena appoggiata alla nuda parete di pietra di uno dei tanti corridoi poco illuminati di Hogwarts, perché la testa le gira in maniera assurda e fa fatica a mettere a fuoco persino il volto dell'altro, lì accanto a lei. Tuttavia, sfidando il buon senso, si sporge verso di lui, un sorriso che non sfigurerebbe sulle labbra di uno pazzo. «Sei brutale, odioso, prepotente, dittatore, fissato con il sess-»
«Perfetto! Adesso mi becco pure del maniaco» mormora Lance, asciutto, mentre lei giocherella con la sua cravatta, rischiando pure di strozzarlo più volte e minacciando seriamente di fargli saltare i nervi. «Possiamo alzarci o vuoi campeggiare proprio in questo punto del corridoio?» domanda spazientito, irritato dal sorriso da oca che si ritrova a un palmo dal viso. «Se intravedo Gazza da lontano, ti mollo qui» l'avvisa spietato.
Dominique ridacchia come se fosse la cosa più divertente che abbia mai sentito.
«Però non sei affatto come Mason» sospira lieve, passando a torturargli i capelli corvini mentre le sopracciglia di lui si aggrottano perplesse. «E nemmeno come Etienne» continua sognante.
Probabilmente, se non si fosse scolata tutto quell'alcol, avrebbe già iniziato ad arrabbiarsi nel momento in cui lui ha iniziato a guardarla con pietà.
«E adesso cosa cazzo c'entrano questi?» sbotta esasperato, appoggiando il capo al muro.
Lei guarda con profonda concentrazione una ciocca di capelli scuri, le palpebre appena serrate.
«Mason non è stato niente» riprende, dopo un momento di pausa, il viso corrucciato in una smorfia profondamente raccolta. Stende di nuovo i lineamenti del viso che si erano fatti seri, sciogliendosi in un sorriso raggiante. «Era Etienne quello da battere. Forse ha ragione lui» pondera vaga.
«Ma lui chi?» domanda Lance, stremato. Probabilmente sta prendendo in considerazione l'idea di schiantarla e lasciarla lì. Almeno non rischia di essere beccato dopo il coprifuoco solo perché ha avuto la misericordia di tentare di portarla via dalla festa Lumacorno, in quanto chiaramente più di là che di qua. «Senti, non mi interessa. Se hai finito di blaterare cose a cas-»
«Ho sempre pensato che il primo dovesse essere quello giusto» lo interrompe Dominique, di colpo, guardandolo dritto in faccia con solennità. «Non è quello che dicono tutti i libri? Il primo non si dimentica mai e quelli che vengono dopo non sono manco paragonabili» continua sicura, sbarrando quasi gli occhi.
Lui chiude le palpebre, lasciandosi sfuggire un sospiro di sofferenza.
«Ma che ho fatto nella mia vita per meritarmi questo?» borbotta tra sé, sconvolto, prima di allontanarsi da quelle carezze continue che minacciano di strappargli i suoi poveri capelli e alzandosi in piedi. Le porge una mano, così da aiutarla a fare lo stesso. «Dai, muoviti, ho raggiunto il limite delle cazzate che posso tollerare in una serata» dichiara brutale, afferrandola per un braccio quando constata che lei non accenna minimamente a fare quanto le ha ordinato.
Appena si rende conto che Dominique non riesce ad avere un equilibrio che sia almeno lontanamente accettabile – e ignorando quella risatina irritante che gli fa venire voglia di metterle le mani al collo e liberare il mondo da una simile oca –, alza gli occhi al soffitto e, pregando Evan e tutta la schiera dei Rosier affinché gli diano la forza per non commettere un omicidio, decide che le opzioni sono solo due: lasciarla davvero in quel posto umido o accompagnarla a letto, chiudendo con un gesto di insolita pietà quella sera da dimenticare.
Le appoggia quindi una mano sulla schiena e l'altra, piegandosi in avanti, la fa passare sotto le ginocchia di lei, così da prenderla in braccio e incamminarsi con passo svelto verso il settimo piano.
«Come il Principe Azzurro!» esclama lei, deliziata, stringendosi contro il suo maglione.
«Domi, un'altra parola e ti butto giù dalle scale» l'avverte lui, truce, rivolgendole un'occhiata nauseata.
Dominique ridacchia, strofinando la guancia contro la lana scura della divisa dell'altro. Si abbandona in quella stretta, chiudendo gli occhi con assoluta fiducia, quella di chi sa che può farlo senza incorrere in nessun pericolo.
Lance abbassa appena il mento per controllare le sue condizioni molti passi dopo, sia mai che lei decida di passare a miglior vita proprio nel momento in cui si trova tra le sue braccia. Sbuffa pesantemente, scuotendo il capo e maledicendo tutti i Weasley del pianeta!
Taglia per scorciatoie dietro ai quadri, sopportato imprecazioni dei ritratti svegliati dalla luce delle torce che si sono accese al suo passaggio, ed evitato quel Magonò con il suo felino spelacchiato, finalmente giunge davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo.
Dopo aver camminato lì davanti per tre volte, una porta compare per magia alla parete. Varcata la soglia della Stanza delle Necessità – che per l'occasione ha assunto le fattezze della sua camera a Rosier Castle, il cui accesso scompare così che il Custode non lo sorprenda lì – appoggia quel
supplizio sul letto.
Dominique si desta da quella trance nella quale era caduta. Sbatte un paio di volte le palpebre, la fronte aggrottata, per cercare di mettere a fuoco dove si trovi.
«Vuoi scopare?» biascica con voce roca mentre lui le toglie scarpe e calzini.
«Così mi vomiti addosso» replica Lance, asciutto, rinunciando all'impresa di svolgere quel compito alla Babbana e tirando fuori dalla tasca del mantello la bacchetta, così da spogliarla rapidamente. «La prossima volta che sarai sobria, forse» aggiunge intrattabile, dicendosi che probabilmente, dopo questa sera, è già tanto se le rivolgerà il saluto la mattina successiva. «Certo che ridursi così per un paio di bicchieri è proprio da pezzenti» termina implacabile, appellando una maglietta dall'armadio e infilandogliela senza grazia.
«Non credo che tu abbia ragione» se ne esce all'improvviso lei, quando lui cerca di infilarla sotto le coperte. Lo guarda in volto con una tale serietà che per un attimo gli viene il dubbio che sia sobria. «La fugacità non è una caratteristica del primo, almeno per me non lo è stato» afferma sicura.
Lance si immobilizza, le sopracciglia corrugate, mentre tenta di capire a cosa
cazzo si riferisca.
Ci mette un attimo per rendersi conto che l'altra allude a quanto le ha detto nella stamberga di quel bifolco di Hagrid.



«Non ti crucciare, è il bello del primo amore. La fugacità».
«E la stupidità. Con il secondo va meglio?»
«Ah, non lo so. Quando arriva, te lo faccio sapere».



«Etienne mi è piaciuto per tanto tempo» rivela lei, quasi dispiaciuta.
Lance arcua un sopracciglio con compatimento.
«Lieto di saperlo» commenta sarcastico, cercando una buona volta di ficcarla sotto il piumone senza perdere il controllo e freddarla sul posto.
Anche perché, riflette distratto, un pensiero crudele che gli accarezza tentatore la mente, una volta trasfigurato il corpo, nessuno lo troverebbe mai nella Stanza delle Necessità. «Domi, o collabori o ti tramortisco» l'avvisa tagliente, al limite della sopportazione, quando vede che lei si aggrappa alla manica del suo mantello.
«Però non come te» ci tiene a precisare lei, appassionata. «Il primo ti insegna ad amare ma è il secondo che è davvero importante, no?» chiede concitata, guardandolo dritto negli occhi come in cerca di una conferma disperata.
Lui ricambio lo sguardo con due iridi gelide e azzurre.
«Lo sai che ti pentirai di quello che hai detto?» replica con un sorriso sadico che comincia a piegargli le labbra.
«Tu mi piaci molto più di mio cugino» continua a blaterale Dominique, completamente fuori controllo. «È una follia innamorarsi di te?» chiede vagamente preoccupata.
«Sì» riprende Lance, sghignazzando con gioia, malefico, scuotendo il capo per il divertimento che lo attenderà il giorno successivo. «Domani ti vorrai buttare nel lago quando ti ripeterò questa splendida dichiarazione» considera, pregustando già il momento in cui la vedrà arrossire per l'imbarazzo. «Ora dormi o ti uccido!» la fredda sanguinario, il volto di nuovo cupo, liberandosi senza troppe cerimonie dalla presa da polipo dell'altra.
Dominique lo fissa con l'aria corrucciata di una bambina viziata.
E lui odia i bambini.
«Resti con me?» pigola appena timorosa, sbattendo le ciglia.
«Nel caso tu non te ne sia accorta, questo è il
mio letto» sottolinea Lance, possessivo, alzandosi in piedi e spedendo con un colpo di bacchetta i vestiti di lei sul baule, in maniera tale che non siano sparpagliati per la stanza. Nel mentre si toglie anche il mantello e inizia a spogliarsi. «È già tanto se ti ospito, figurati se te lo lascio» mastica tra i denti, sciogliendo il nodo della cravatta e sbottonandosi poi la camicia.
Quando si infila a letto, dopo aver indossato il pigiama e spento le luci delle fiaccole alle pareti – le fiamme continuano indisturbate ad ardere, divorando i ceppi di legno e impedendo all'oscurità di inglobare la stanza da letto –, ha a malapena il tempo di godere della morbidezza confortevole del materasso e chiudere gli occhi, che Dominique lo placca con quell'urgenza selvaggia di chi ha estremamente bisogno di conforto. Gli infila anche una mano ghiacciata sotto la maglietta, alla ricerca di calore umano.
Lance, chiudendo i pugni lungo i fianchi, fa del suo meglio per non cedere alla tentazione di compiere quel sacrificio umano che il sangue dei Rosier esige da parecchi minuti.
«
Domi, ti giuro che se non ti stacchi, non arrivi a domani!»








"Dimentica il primo amore, è il secondo che conta,
perché ti insegna che si può amare di nuovo."
Antonia Gravina









Passare da Etienne a Lance è pura follia. Tanto è carino il primo – anche se leggermente manipolatore ma, come dice lui stesso, non è un difetto ma un stile di vita –, tanto è stronzo il secondo. Però sappiamo bene il fascino che esercitano i cattivi ragazzi...
È una storia senza tante pretese – giusto per cambiare! – che spera di avervi regalato un piccolo momento di serenità in questo orribile – almeno per la sottoscritta – lunedì.
Ho deciso di concentrarmi su Dominique e non mostrare lo scontro tra i due baldi giovanotti – che ci sarà, perché io nei momenti di tensione ci sguazzo – visto che questa non è la storia giusta.
So che è breve per i miei standard ma non posso aggiungere altro senza fare spoiler. Ergo, meglio evitare.
Le frasi in corsivo a destra derivano da Procedere per gradi, un'altra storia dove i protagonisti sono Dominique e Lance.
Vorrei ringraziare chi mi ha dato un parere su questa piccola pazzia, ovvero colei che mi ha trascinato sulla strada dei bovini e amante unica del signor Celestino. No, non scriverò il nome perché deciderà lei stessa se palesarsi o meno.
Vi mando un bacio e ci vediamo alla prossima storia,
Blue


Ps: spero che si capisca che il titolo è una presa in giro. Domi e io abbiamo un rapporto un po' complesso! ;)



   
 
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