Attenzione: i personaggi di questa storia appartengono all'universo Someone you loved e Battlefield. Però, tranquilli, non è necessario aver letto queste storie per capire questa piccola one shot.
«Credevo
stessi già dormendo».
Dominique solleva le iridi chiare dal
libro che sta leggendo e le punta verso la porta, dove suo cugino è
sulla soglia con un sorriso radioso che gli illumina il volto.
«Non
ho molto sonno» risponde laconica, girando la pagina e tornando a
concentrarsi sulla sua favola preferita. Torna a guardarlo, le
sopracciglia inarcate per lo stupore, quando lo intravede con la coda
dell'occhio avvicinarsi a lei. «Che fai?» domanda sconcertata
mentre lui si sdraia accanto a lei, appoggiando la schiena sui
cuscini.
«Ti faccio compagnia» risponde Etienne, benevolo, come
se fosse qualcosa di ovvio. «Vuoi che te lo legga io?» si offre
gentile, indicando con un cenno del capo il libro che lei tiene tra
le mani.
Dominique aggrotta la fronte, esitante per qualche
attimo, prima di allungarglielo con un sorriso che fa capolino sulle
labbra.
Dopo essersi accomodata contro il torace dell'altro, le
iridi azzurre deliziate per quella premura che le scalda il cuore e
le fa arrossire per il piacere, non può fare a meno di seguire
rapita la storia de La
sirenetta.
Almeno fino
all'entrata in scena di Ursula in versione Vanessa.
«Eric è un
tonto!» sentenzia lei, di cuore, scuotendo il capo e fissando con
disapprovazione il disegno del principe sul foglio.
Lui sbatte le
ciglia, perplesso.
«Beh, dai, la storia non poteva procedere
senza qualche problema» sottolinea lui, pensieroso, grattandosi i
capelli biondo chiaro. «Altrimenti sarebbe stata noiosa» commenta
convinto, annuendo anche con il capo.
Dominique gonfia le guance,
piccata.
«Sì, però lui è davvero stupido» stabilisce
implacabile, risentita a morte, divincolandosi per la foga
nell'abbraccio dell'altro.
«Non farti sentire da zia Fleur» le
consiglia il cugino più grande, amabile, scoccandole un'occhiata
eloquente. «Sai che non sopporta che usiamo certi termini» continua
leggero.
Anche lei sorride, divertita.
«E comunque tu sei
molto meglio di Eric o di qualsiasi principe» dichiara schietta,
guardandolo dritto in faccia. «Quando sarò grande, ci metteremo
insieme» stabilisce inflessibile, facendo chiaramente capire che non
accetterà mai un no come risposta.
Lui piega le labbra,
trattenendosi dal ridacchiare.
«Ma tu sei come una sorella per
me» le fa notare delicato.
«Perché ora sono piccola» argomenta
Dominique, determinata. «Ma non lo sarò ancora per molto» aggiunge
sicura. «Io ti amerò per sempre» dichiara con quella testardaggine
tipica dei bambini.
«Cambierai idea».
«Ne dubito» insiste
lei, definitiva. «Nessuno sarà mai alla tua altezza».
Attenta
a quello che infine
desideri, principessa!
Hogwarts, Quarto Anno
Davvero
è tutto qui?
Se l'è chiesta
spesso nei giorni che ha trascorso accanto a lui, cercando di
analizzare la situazione con occhio critico e mente lucida. Okay, il
batticuore, l'eccitazione e il desiderio di scoprire cosa ci sia
oltre i baci ma davvero non c'è altro?
Il primo amore doveva
essere qualcosa di grandioso, almeno vagamente paragonabile a quelle
storie che si divora di notte, al caldo sotto al piumone e al sicuro
dalla vista delle compagne di Dormitorio. Non... questo!
Forse
non lo è perché so bene che non è il primo, dice
a se stessa, scornata, mentre sta pigramente aspettando che la
pozione che ha preparato termini di cuocere, così da passare allo
step successivo. Ne ero consapevole
fin da bambina: contro Etienne non c'è guerra. Tutti sfigurano se
paragonati a lui.
«Posso?»
Dominique,
dopo essere sussultata sullo sgabello, si volta all'indietro. Sgrana
gli occhi quando incontra quelli azzurri del cugino – di una
sfumatura più chiara rispetto a suoi – che la osservano con quella
rassicurante e nota caratteristica acuta che l'ha stregata fin
dall'infanzia.
«Che ci fa qui?» domanda quando lo vede avanzare
all'interno dell'aula di Pozioni e prendere posto accanto a lei,
appoggiando un gomito sul tavolo così da reggersi la testa con una
mano.
«Ho finito prima i compiti e avevo voglia di farmi un giro»
spiega lui, lieve.
Lei rimane un attimo basita, prima di storcere
le labbra in una smorfia indispettita.
«Fammi indovinare:
problemi con Kara?» indaga aspra, tirando in ballo con una punta di
fastidio la ragazza che l'altro frequenta.
Una
Serpeverde, ricorda nella sua mente,
stringendo la mandibola per il nervoso. Serpeverde
e gallina, peggior accoppiata di questo mondo!
«Tanto
per cambiare» commenta Etienne, distaccato, scrutando con un guizzo
di attenzione il liquido verdastro che sta bollendo nel calderone di
peltro. «Siamo arrivati al capolinea» aggiunge sovrappensiero. È
orribile esserne contente? «Tu che mi racconti?» chiede, invece,
puntando lo sguardo verso di lei.
Dominique lo sostiene per una
manciata di attimi, guardinga.
«Hai saputo di Mason» deduce
atona, facendo spuntare un sorriso divertito all'altro.
«Difficile
esserne all'oscuro» conferma Etienne, leggero, scrollando il capo.
«Viviamo in un Castello isolato. In più, veniamo costantemente
tenuti d'occhio» considera arguto, alludendo al fardello che sono i
loro cognomi.
A me non dispiace
essere ammirata, riflette lei,
concentrandosi per un momento sulla pagina del manuale. Ha intenzione
di terminare la pozione senza sbavature, così da mostrarla a
Lumacorno e guadagnarsi qualche lode.
Oltre alla possibilità di
diventare Presidentessa del Club di Pozioni, l'anno prossimo.
«Ci
stiamo frequentando» butta fuori, cercando di celare il disagio
dietro un atteggiamento rilassato.
«Ma?» la sprona lui,
perspicace. «Perché si sente chiaramente che c'è un ma» illustra
certo, inarcando le sopracciglia con eloquenza.
«Non lo so»
ammette Dominique, lo sguardo perso nel vuoto, come se cercasse di
spiegare qualcosa che non è riuscita nemmeno lei a capire. «Credevo
che mi piacesse ma ora penso di essermi sbagliata. Non è quello
giusto» stabilisce irremovibile.
Etienne sorride gentile.
«Sono
scettico sul concetto di quello
giusto» rivela amabile, drizzando
la schiena e allontanando il busto dal banco. «Credo che molto
dipenda dal tempismo. Potresti anche incontrare quello giusto ma se
sei presa da altro o ti trovi in un momento della tua via in cui va
tutto storto, non te ne accorgeresti nemmeno» sostiene con quella
sicurezza che ha una punta di arroganza.
«O forse l'ho già
incontrato ma lui non ha ancora capito che sarebbe perfetto se
potessimo darci una possibilità» replica lei, inesorabile,
inclinando il capo.
«Non è così e lo sai».
«Sarà
difficile trovare uno come te» borbotta Dominique, gli occhi bassi,
sentendo le guance arrossire per il rifiuto e il petto stringersi per
l'amarezza.
«Non devi cercare uno come me» le fa notare Etienne,
alzandole con gentilezza il mento così che i loro occhi si
incrocino. Le tremano le gambe ogni volta che lo ha così vicino,
anche se le provoca anche una sorta di dolore fisico la
consapevolezza che non potrà mai ottenere quello che desidera. «Solo
qualcuno che ti faccia stare bene. Accadrà, vedrai» la incoraggia,
sfiorandole la guancia con le punta delle dita in una carezza dolce e
amorevole.
«Non puoi esserne sicuro» ribatte lei, decisamente
più docile, confortata e deliziata da quel contatto.
«Invece sì.
Io non mi sbaglio mai, no?» ironizza Etienne, sfoderando un sorriso
radioso.
Ma non sarà te,
vorrebbe rispondergli Dominique. Invece si limita a ricambiare,
tenendo a freno le lacrime e la tentazione di allontanarsi da
quell'aula e da lui. Non vorrò mai
nessun altro.
Hogwarts, Quinto Anno
«Ammettiamolo:
sei un casino vivente!»
Lance la fissa con una punta di
smarrimento che balugina negli occhi azzurri, prima di sbuffare con
quella che pare genuina esasperazione.
«No, ti prego» geme tra i
denti, scuotendo anche il capo. «Dimmi che non stai per partire con
la sbornia filosofica» commenta al limite della
sopportazione.
Dominique annuisce, scrutandolo con due iridi
spiritate e appannate dall'alcol.
«Nessuna persona sana di mente
perderebbe la testa per te» aggiunge, gesticolando convinta. Per
fortuna è seduta sul pavimento, la schiena appoggiata alla nuda
parete di pietra di uno dei tanti corridoi poco illuminati di
Hogwarts, perché la testa le gira in maniera assurda e fa fatica a
mettere a fuoco persino il volto dell'altro, lì accanto a lei.
Tuttavia, sfidando il buon senso, si sporge verso di lui, un sorriso
che non sfigurerebbe sulle labbra di uno pazzo. «Sei brutale,
odioso, prepotente, dittatore, fissato con il sess-»
«Perfetto!
Adesso mi becco pure del maniaco» mormora Lance, asciutto, mentre
lei giocherella con la sua cravatta, rischiando pure di strozzarlo
più volte e minacciando seriamente di fargli saltare i nervi.
«Possiamo alzarci o vuoi campeggiare proprio in questo punto del
corridoio?» domanda spazientito, irritato dal sorriso da oca che si
ritrova a un palmo dal viso. «Se intravedo Gazza da lontano, ti mollo
qui» l'avvisa spietato.
Dominique ridacchia come se fosse la cosa
più divertente che abbia mai sentito.
«Però non sei affatto
come Mason» sospira lieve, passando a torturargli i capelli corvini
mentre le sopracciglia di lui si aggrottano perplesse. «E nemmeno
come Etienne» continua sognante.
Probabilmente, se non si fosse
scolata tutto quell'alcol, avrebbe già iniziato ad arrabbiarsi nel
momento in cui lui ha iniziato a guardarla con pietà.
«E adesso
cosa cazzo c'entrano questi?» sbotta esasperato, appoggiando il capo
al muro.
Lei guarda con profonda concentrazione una ciocca di
capelli scuri, le palpebre appena serrate.
«Mason non è stato
niente» riprende, dopo un momento di pausa, il viso corrucciato in
una smorfia profondamente raccolta. Stende di nuovo i lineamenti del
viso che si erano fatti seri, sciogliendosi in un sorriso raggiante.
«Era Etienne quello da battere. Forse ha ragione lui» pondera
vaga.
«Ma lui chi?» domanda Lance, stremato. Probabilmente sta
prendendo in considerazione l'idea di schiantarla e lasciarla lì.
Almeno non rischia di essere beccato dopo il coprifuoco solo perché
ha avuto la misericordia di tentare di portarla via dalla festa
Lumacorno, in quanto chiaramente più di là che di qua. «Senti, non
mi interessa. Se hai finito di blaterare cose a cas-»
«Ho sempre
pensato che il primo dovesse essere quello giusto» lo interrompe
Dominique, di colpo, guardandolo dritto in faccia con solennità.
«Non è quello che dicono tutti i libri? Il primo non si dimentica
mai e quelli che vengono dopo non sono manco paragonabili» continua
sicura, sbarrando quasi gli occhi.
Lui chiude le palpebre,
lasciandosi sfuggire un sospiro di sofferenza.
«Ma che ho fatto
nella mia vita per meritarmi questo?» borbotta tra sé, sconvolto,
prima di allontanarsi da quelle carezze continue che minacciano di
strappargli i suoi poveri capelli e alzandosi in piedi. Le porge una
mano, così da aiutarla a fare lo stesso. «Dai, muoviti, ho
raggiunto il limite delle cazzate che posso tollerare in una serata»
dichiara brutale, afferrandola per un braccio quando constata che lei
non accenna minimamente a fare quanto le ha ordinato.
Appena si
rende conto che Dominique non riesce ad avere un equilibrio che sia
almeno lontanamente accettabile – e ignorando quella risatina
irritante che gli fa venire voglia di metterle le mani al collo e
liberare il mondo da una simile oca –, alza gli occhi al soffitto
e, pregando Evan e tutta la schiera dei Rosier affinché gli diano la
forza per non commettere un omicidio, decide che le opzioni sono solo
due: lasciarla davvero in quel posto umido o accompagnarla a letto,
chiudendo con un gesto di insolita pietà quella sera da
dimenticare.
Le appoggia quindi una mano sulla schiena e l'altra,
piegandosi in avanti, la fa passare sotto le ginocchia di lei, così
da prenderla in braccio e incamminarsi con passo svelto verso il
settimo piano.
«Come il Principe Azzurro!» esclama lei,
deliziata, stringendosi contro il suo maglione.
«Domi, un'altra
parola e ti butto giù dalle scale» l'avverte lui, truce,
rivolgendole un'occhiata nauseata.
Dominique ridacchia,
strofinando la guancia contro la lana scura della divisa dell'altro.
Si abbandona in quella stretta, chiudendo gli occhi con assoluta
fiducia, quella di chi sa che può farlo senza incorrere in nessun
pericolo.
Lance abbassa appena il mento per controllare le sue
condizioni molti passi dopo, sia mai che lei decida di passare a
miglior vita proprio nel momento in cui si trova tra le sue braccia.
Sbuffa pesantemente, scuotendo il capo e maledicendo tutti i Weasley
del pianeta!
Taglia per scorciatoie dietro ai quadri,
sopportato imprecazioni dei ritratti svegliati dalla luce delle torce
che si sono accese al suo passaggio, ed evitato quel Magonò con il
suo felino spelacchiato, finalmente giunge davanti all'arazzo di
Barnaba il Babbeo.
Dopo aver camminato lì davanti per tre volte,
una porta compare per magia alla parete. Varcata la soglia della
Stanza delle Necessità – che per l'occasione ha assunto le
fattezze della sua camera a Rosier Castle, il cui accesso scompare
così che il Custode non lo sorprenda lì – appoggia quel supplizio
sul letto.
Dominique si desta da quella trance nella quale era
caduta. Sbatte un paio di volte le palpebre, la fronte aggrottata,
per cercare di mettere a fuoco dove si trovi.
«Vuoi scopare?»
biascica con voce roca mentre lui le toglie scarpe e calzini.
«Così
mi vomiti addosso» replica Lance, asciutto, rinunciando
all'impresa di svolgere quel compito alla Babbana e tirando fuori
dalla tasca del mantello la bacchetta, così da spogliarla
rapidamente. «La prossima volta che sarai sobria, forse» aggiunge
intrattabile, dicendosi che probabilmente, dopo questa sera, è già
tanto se le rivolgerà il saluto la mattina successiva. «Certo che
ridursi così per un paio di bicchieri è proprio da pezzenti»
termina implacabile, appellando una maglietta dall'armadio e
infilandogliela senza grazia.
«Non credo che tu abbia ragione»
se ne esce all'improvviso lei, quando lui cerca di infilarla sotto le
coperte. Lo guarda in volto con una tale serietà che per un attimo
gli viene il dubbio che sia sobria. «La fugacità non è una
caratteristica del primo, almeno per me non lo è stato» afferma
sicura.
Lance si immobilizza, le sopracciglia corrugate, mentre
tenta di capire a cosa cazzo
si riferisca.
Ci mette un attimo per rendersi conto che l'altra
allude a quanto le ha detto nella stamberga di quel bifolco di
Hagrid.
«Non
ti crucciare, è il bello del primo amore. La fugacità».
«E
la stupidità. Con il secondo va meglio?»
«Ah,
non lo so. Quando arriva, te lo faccio sapere».
«Etienne
mi è piaciuto per tanto tempo» rivela lei, quasi dispiaciuta.
Lance
arcua un sopracciglio con compatimento.
«Lieto di saperlo»
commenta sarcastico, cercando una buona volta di ficcarla sotto il
piumone senza perdere il controllo e freddarla sul posto. Anche
perché, riflette distratto, un
pensiero crudele che gli accarezza tentatore la mente, una
volta trasfigurato il corpo, nessuno lo troverebbe mai nella Stanza
delle Necessità. «Domi, o
collabori o ti tramortisco» l'avvisa tagliente, al limite della
sopportazione, quando vede che lei si aggrappa alla manica del suo
mantello.
«Però non come te» ci tiene a precisare lei,
appassionata. «Il primo ti insegna ad amare ma è il secondo che è
davvero importante, no?» chiede concitata, guardandolo dritto negli
occhi come in cerca di una conferma disperata.
Lui ricambio lo
sguardo con due iridi gelide e azzurre.
«Lo sai che ti
pentirai di quello che hai detto?» replica con un sorriso sadico che
comincia a piegargli le labbra.
«Tu mi piaci molto più di mio
cugino» continua a blaterale Dominique, completamente fuori
controllo. «È una follia innamorarsi di te?» chiede vagamente
preoccupata.
«Sì» riprende Lance, sghignazzando con gioia,
malefico, scuotendo il capo per il divertimento che lo attenderà il
giorno successivo. «Domani ti vorrai buttare nel lago quando ti
ripeterò questa splendida dichiarazione» considera, pregustando già
il momento in cui la vedrà arrossire per l'imbarazzo. «Ora dormi o
ti uccido!» la fredda sanguinario, il volto di nuovo cupo,
liberandosi senza troppe cerimonie dalla presa da polipo
dell'altra.
Dominique lo fissa con l'aria corrucciata di una
bambina viziata.
E lui odia i bambini.
«Resti con me?» pigola
appena timorosa, sbattendo le ciglia.
«Nel caso tu non te ne sia
accorta, questo è il mio
letto» sottolinea Lance, possessivo, alzandosi in piedi e spedendo
con un colpo di bacchetta i vestiti di lei sul baule, in maniera tale
che non siano sparpagliati per la stanza. Nel mentre si toglie anche
il mantello e inizia a spogliarsi. «È già tanto se ti ospito,
figurati se te lo lascio» mastica tra i denti, sciogliendo il nodo
della cravatta e sbottonandosi poi la camicia.
Quando si infila a
letto, dopo aver indossato il pigiama e spento le luci delle fiaccole
alle pareti – le fiamme continuano indisturbate ad ardere,
divorando i ceppi di legno e impedendo all'oscurità di inglobare la
stanza da letto –, ha a malapena il tempo di godere della
morbidezza confortevole del materasso e chiudere gli occhi, che
Dominique lo placca con quell'urgenza selvaggia di chi ha
estremamente bisogno di conforto. Gli infila anche una mano
ghiacciata sotto la maglietta, alla ricerca di calore umano.
Lance,
chiudendo i pugni lungo i fianchi, fa del suo meglio per non cedere
alla tentazione di compiere quel sacrificio umano che il sangue dei
Rosier esige da parecchi minuti.
«Domi,
ti giuro che se non ti stacchi, non arrivi a domani!»
"Dimentica
il primo amore, è il secondo che conta,
perché ti insegna che si
può amare di nuovo."
Antonia Gravina
Passare
da Etienne a Lance è pura follia. Tanto è carino il primo – anche
se leggermente manipolatore ma, come dice lui stesso, non è un
difetto ma un stile di vita –, tanto è stronzo il secondo. Però
sappiamo bene il fascino che esercitano i cattivi ragazzi...
È
una storia senza tante pretese – giusto per cambiare! – che spera
di avervi regalato un piccolo momento di serenità in questo orribile
– almeno per la sottoscritta – lunedì.
Ho deciso di
concentrarmi su Dominique e non mostrare lo scontro tra i due baldi
giovanotti – che ci sarà, perché io nei momenti di tensione ci
sguazzo – visto che questa non è la storia giusta.
So che è
breve per i miei standard ma non posso aggiungere altro senza fare
spoiler. Ergo, meglio evitare.
Le frasi in corsivo a destra
derivano da Procedere per gradi, un'altra storia dove i protagonisti
sono Dominique e Lance.
Vorrei ringraziare chi mi ha dato un
parere su questa piccola pazzia, ovvero colei che mi ha trascinato
sulla strada dei bovini e amante unica del signor Celestino. No, non
scriverò il nome perché deciderà lei stessa se palesarsi o
meno.
Vi mando un bacio e ci vediamo alla prossima storia,
Blue
Ps: spero che si capisca che il titolo è una presa in giro. Domi e io abbiamo un rapporto un po' complesso! ;)