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Autore: kanejvibes    21/01/2022    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 29

James fulminò Josh con lo sguardo, ma poi rimosse velocemente l'arma dalla sua spalla e la andò a piantare con molta più violenza dell'altro nel suo addome.
"Avete barato. Ho vinto io", commentò, mentre Josh cadeva a terra.
James raccolse la sua spada e fece per dargli il colpo di grazia, ma Nina si frappose fra loro due.
"No! No!", esclamò, allargando le braccia per proteggere Joshua.
"Avete perso quindi ucciderò Joshua e voi due verrete con me senza opporre resistenza. O volete forse dirmi che non avete intenzione di mantenere la vostra parte dell'accordo?", sbottò James, lanciando un'occhiata anche a Dean, che era ancora a terra, prima di tornare a guardare Nina.
"Verremo con te, ma soltanto se non ucciderai Josh...sono sicura che Lucien lo preferisca vivo".
"Lucien lo vuole morto, mi ha detto di ucciderlo", ribatté James, mentre puliva la sua lama.
"L'avrà detto in un momento di rabbia, se tu...".
"Ok, va bene, glielo porterò vivo, contenta? Lo ucciderà con le sue mani una volta che se lo troverà davanti", ribatté James, freddo.
Nina si alzò e lui la afferrò per un braccio.
"Adesso prendi un cavallo e ce ne andiamo", soffiò sul suo viso, assottigliando gli occhi. Nina cercò di divincolarsi, ma la teneva troppo stretta.
"Aspetta...no...hai promesso di non ucciderlo, se lo fai viaggiare adesso su un cavallo, con quella ferita, morirà di sicuro", blaterò Nina, lanciando un'occhiata a Josh, che si teneva il taglio con la mano.
"Per favore", riprovò, tornando a guardare James.
Il ragazzo sbuffò.
"Stai contorcendo le mie parole...".
"Ti prego, ti giuro che poi verremo senza opporre resistenza e non ti creeremo alcun problema...".
James si guardò intorno.
"E immagino che tu non voglia che sia fatto alcun male ai tuoi amici...", disse, osservando le Ombre con attenzione.
"Lucien mi ha detto di ucciderli, ma alla fine credo che non gliene importi molto, quindi suppongo dipenderà da come si comporteranno...", aggiunse.
"Siete tutti miei prigionieri. Gettate le armi e mettetevi in ginocchio o perderete la vita", disse James, sotto gli sguardi confusi delle Ombre. Nonostante avessero assistito al combattimento tra lui e Dean, molti ancora non riuscivano a capire come mai il loro leader si comportasse in quel modo.
"Per favore, tu non puoi...", iniziò una ragazza, facendo un passo in avanti, ma non riuscì a continuare perché un un ragazzo si mise a correre per scappare.
James, in un lampo, prese il coltello con cui aveva ferito Josh e glielo tirò addosso, colpendolo nella schiena.
Il ragazzo gemette, bloccandosi di colpo, poi cadde a terra in avanti, senza più muoversi.
A quel punto, altri due ragazzi provarono a fuggire e vennero fucilati dai soldati con James.
"No! James, ti prego, non fare del male a nessun altro!", esclamò Nina.
"Non puoi dire che non li abbia avvertiti", ribatté James, stringendo la presa su di lei.
"Non mi ripeterò un'altra volta: se non volete fare la fine dei vostri amici, in ginocchio, ora, e via le armi, voglio vedere le mani libere dietro la testa".
Nessuno si mosse e Nina temette il peggio, ma poi Nick si inginocchiò e allontanò le sue armi.
"State calmi e fate ciò che vi dice".
Le Ombre indugiarono, ma poi, piano piano, lo seguirono tutti.
"Ottima decisione", commentò James, prima di ordinare ai suoi uomini di incatenare tutte le Ombre e di curare Josh.
Poi si fece consegnare una borsa da uno dei suoi sottoposti e si allontanò, trascinando Nina con sé, sotto le proteste della ragazza e di Dean.
La fece entrare in una tenda, lasciandola andare con una spinta.
Nina si toccò il braccio e quando si voltò, vide che James si era tolto la casacca della divisa.
Indietreggiò, sbarrando gli occhi.
"Che...che vuoi fare?", chiese, mentre sentiva il cuore battere all'impazzata.
James le lanciò un'occhiata mentre gettava via anche la sua camicia e restava a petto nudo.
Le cicatrici erano aumentate dall'ultima volta che l'aveva visto così e quel taglio sulla spalla stava ancora colando sangue.
"Rilassati, non sei il mio tipo", disse, atono, cercando qualcosa nella borsa che si era portato dietro.
Tirò fuori un filo da sutura e un ago e glieli porse.
"Ricucimi la ferita", le ordinò, con lo stesso tono, sedendosi per terra.
Nina aggrottò la fronte.
"Perché io? Sono sicura che il medico con te possa fare un lavoro migliore. Tu stesso potresti fare un lavoro migliore", mormorò, confusa, incrociando le braccia.
James non si mosse.
"Avanti, pensi che me ne importi qualcosa se mi resterà una cicatrice?".
Nina non rispose, si limitò a guardarlo con indecisione, poi però si avvicinò e afferrò ago e filo. 
"Dovrei disinfettare tutto prima...", mormorò, inginocchiandosi per vedere meglio la ferita.
James non disse niente, si limitò a tirare fuori dalla borsa una boccetta di antisettico e a porgergliela.
Quando Nina iniziò a medicare la ferita, James la osservò attentamente. Poi lei prese ago e filo e li avvicinò al taglio.
"Farà male...", sussurrò, deglutendo a fatica.
James rise divertito.
"Ti ho torturata per giorni e tu ti preoccupi se farà male?", disse, scrutandola ancora a fondo, poi tornò serio quando la vide arrossire.
Nina fece una smorfia e affondò con rabbia l'ago nella pelle del castano, che sussultò appena per la sorpresa e mugolò. Avrebbe preferito una reazione peggiore, ma si accontentò di averlo fatto gemere almeno un pochino.
"Ops, è meglio che tu stia zitto e fermo se non vuoi che ti faccia più male del necessario", sibilò Nina, prendendosi quella soddisfazione.
James sorrise.
"Sei un bel tipetto, eh?", commentò, ridacchiando.
Nina non rispose, ma lo perforò di nuovo con l'ago, sempre con poca gentilezza.
James trattenne il fiato per un attimo, ma poi tornò a guardarla.
"Mi conosci davvero. Ci siamo incontrati prima dei deeta?", chiese, incuriosito, mentre Nina infilava ancora l'ago nella sua pelle.
"No, te l'ho già detto, non ti ricordi più chi sei e non ti ricordi più di me, ma fino a che Lucien non ti ha fatto il lavaggio del cervello eri il lupo, il leader delle Ombre e noi eravamo...amici", disse, senza guardarlo e arrossendo di nuovo, questa volta non per la rabbia.
James assottigliò gli occhi e si passò una mano tra i capelli, rimuovendo la fascia che li tirava indietro per poi scompigliarli. Nonostante tutto, era comunque bellissimo, anzi, forse lo era anche più di prima. Nina odiava il fatto che Lucien gli avesse tagliato i capelli e avesse rimosso l'argento dai suoi boccoli, ma non poteva negare che così stesse davvero bene. L'impulso di sfiorare le sue dita e toccargli i capelli fu così forte che per poco non si dimenticò di quale fosse la realtà.
Si schiarì la voce, arrossendo ulteriormente.
"Ti rendi conto di quanto suoni poco credibile, vero?", commentò il ragazzo, che ancora non aveva smesso di perforarla con quegli occhi color smeraldo.
"Poco credibile come un chip che cura ogni malattia e poi ti porta via la volontà o come qualcuno che non può morire a meno che anche il suo gemello non venga ucciso? Così poco credibile, intendi?", sbottò Nina, irritata, dandogli l'ultimo punto.
"Lo giudichi per questo", mormorò lui, piegando la testa di lato. 
Nonostante Nina avesse finito di ricucirlo, James era ancora vicinissimo e lei non sapeva se sarebbe riuscita ad allontanarsi.
"Certo che sì!", sibilò la ragazza, stringendo i pugni.
"Ciò che ha fatto, l'ha fatto solo per cambiare il mondo e renderlo migliore".
Dopo quelle parole, non fu più difficile per lei allontanarsi.
Schizzò in piedi e lo guardò male.
"L'unica cosa che vuole è il potere!".
James sorrise e si alzò a sua volta, sovrastandola di nuovo.
Le scostò con delicatezza una ciocca che aveva appiccicata in mezzo alla fronte, facendola congelare.
"Non mi farai cambiare idea, così come io non farò cambiare idea a te", commentò, mentre il dito che aveva usato per toglierle i capelli dal volto le sfiorava appena una guancia.
Nina perse un battito.
Era così vicino. Era così bello, attraente come una calamita. E odorava di lavanda, anche se un po' quel profumo era coperto dall'odore del sangue.
Avrebbe voluto baciarlo, ma non così.
"Davvero non ti ricordi?", chiese, quasi supplicò.
James le sfiorò di nuovo la guancia, quel movimento sembrava quasi meccanico, ma Nina era certa che lui lo stesse facendo di proposito.
Si avvicinò ancora di più, osservandola attentamente.
Per un attimo, Nina pensò che si fosse ricordato.
"Non capisco se tu sia pazza o se tu abbia semplicemente una cotta per me. Ma, beh, posso vedere che ti piaccio", disse.
Nina divenne di nuovo rossa e fece una smorfia.
"Tu non mi piaci!", esclamò, ma James la avvicinò a sé, prendendola per i fianchi fino a che i loro corpi non si scontrarono.
La ragazza schiuse le labbra e lo fissò con un'espressione confusa, mentre lui si avvicinava al suo orecchio per sussurrare qualcosa.
"Bugiarda", soffiò, con tono provocante.
Indietreggiò con il volto, stando attento a sfiorarle attentamente prima l'orecchio, poi la guancia e, infine, le labbra con le sue.
Nina non riusciva più a muovere un muscolo.
Poi, James annullò definitivamente la distanza e la baciò, con una lentezza estenuante.
Nina raccolse tutte le energie che aveva per provare a divincolarsi, ma alla fine si lasciò andare e lo lasciò approfondire.
In tutta la sua vita, non era mai stata baciata a quel modo. Nemmeno da lui la prima volta. Era completamente andata, in uno stato di piacevole e passionale trance in cui non era mai caduta, ma a cui si stava abbandonando volentieri.
Se in quel momento, le avesse chiesto di andare fuori e finire Joshua, probabilmente lei lo avrebbe fatto. Quindi fu un bene che lui non avesse capito che genere di potere stesse avendo su di lei.
Quando, finalmente, si allontanarono, Nina era accaldata e in preda ad un respiro irregolare, ma James la guardò con la solita espressione calma. E sorrise, anzi, fu più un ghigno.
Nina schiuse le labbra, rendendosi conto solo in quel momento di essere stata presa in giro.
"Perché?", chiese, ferita, con più delusione nella voce di quanto avrebbe voluto fargli capire. James alzò le spalle e mise le mani in tasca.
"Ero annoiato e devo pur passare il tempo, in qualche modo", disse, senza togliersi dalla faccia quel sorrisetto.
"Quindi ti sei solo preso gioco di me. Non hai provato niente? Non hai ricordato niente?". Nina non sapeva come fosse stato possibile. Nell'attimo in cui le sue labbra l'avevano toccata, aveva ripercorso ogni attimo da quando si erano incontrati.
James si chinò per raccogliere la sua camicia e iniziò a rivestirsi.
"No", disse, di nuovo atono. Non la stava guardando.
Si abbottonò la camicia in silenzio, ignorandola come se lei non fosse lì, e fece lo stesso quando si rimise la giacca.
Poi si voltò per uscire dalla tenda, ma sembrò ripensarci.
"Voglio che tu sappia che le torture non sono state niente di personale", disse, ancora senza guardarla.
"Beh, è stato personale per me", sbottò lei, incrociando le braccia.
Nina vide appena le sue labbra incurvarsi di nuovo anche se lui le stava dando le spalle.
"Forza, andiamo", disse, facendole cenno di uscire dalla tenda.
"Posso uscire anche io?", chiese lei, confusa.
"Non vedo perché no. Non hai alcuna ragione per scappare. Se lo farai, ucciderò i tuoi amici dal primo all'ultimo", ribatté lui, lanciandole un'occhiata.
Nina deglutì e uscì dalla tenda.
"Non scapperò", mormorò, mordendosi l'interno della guancia.
"No, non lo farai".

Uscirono dalla tenda e Nina dovette assottigliare gli occhi per la troppa luce accecante.
Quando si fu abituata, vide che le Ombre erano state legate e imbavagliate per tutto il campo.
Deglutì a fatica quando incontrò lo sguardo di Nick e poi sospirò, raggiungendo James che già se ne stava andando.
"Posso...posso vedere Josh?", chiese, torturandosi le dita quando lo ebbe affiancato.
James non rispose, ma la invitò ad avanzare ed entrarono in una tenda dove Joshua era stato portato.
Era sdraiato, privo di sensi, con una fascia sul petto. Due ragazze si voltarono verso di loro quando entrarono.
"Beh? Qual è la situazione?", chiese James, impaziente, dato che nessuno aveva parlato.
"La ferita non è profonda come credevo e il coltello non ha danneggiato organi vitali...".
James sbuffò. Questo già lo sapeva.
"Può viaggiare?", sbottò.
Nina sbiancò. Viaggiare? Di già? No, non era un'opzione, doveva guadagnare tempo.
La ragazza che aveva parlato poco prima annuì con la testa senza aprire di nuovo bocca.
"Bene, preparatelo. Ce ne andiamo il prima possibile".
"No!".
Nina si tappò la bocca nel momento in cui realizzò di aver urlato, ma ormai tutti la stavano guardando. Deglutì a fatica e cercò di ricomporsi.
"Non sopravviverà così, è troppo rischioso", blaterò, sperando di risultare convincente.
"Dana è un medico da molto più tempo di te", ribatté James con una nota di sarcasmo ma senza sorridere.
"Se dice che può viaggiare, allora può viaggiare", continuò, facendole cenno con gli occhi di uscire, ma lei gli bloccò l'uscita con il suo corpo.
"Ti prego, per favore, aspettiamo almeno che si sia svegliato...", mormorò Nina, poggiando una mano sul suo petto. Lo fece impulsivamente, senza pensare, e quando se ne rese conto arrossì e indietreggiò appena.
"No. Esci dalla tenda se non vuoi che ti trascini fuori. Ricordati che sei mia prigioniera, non sei tu a dare gli ordini qui", sibilò lui, con calma, ma con un tono che la fece trasalire. Non potè far altro che abbassare la testa e uscire. 

Nina sospirò, stava cercando di scervellarsi in tutti i modi per guadagnare tempo, ma non le stava venendo niente in mente.
Quando James la raggiunse, lo fece con un piccolo gruppo di uomini, tra cui anche Dean.
Anche lui era legato e imbavagliato e per ottime ragioni: sembrava che non volesse stare fermo e si dimenava e spingeva e mugolava cose senza senso da sotto il bavaglio.
C'erano anche dei cavalli, già sellati e pronti a partire.
Quando Nina riuscì a distogliere lo sguardo dal suo gemello, si guardò intorno e realizzò che le Ombre non sarebbero potute venire con loro.
"Che ne sarà di loro? Hai promesso di non ucciderli", mormorò, stringendosi nelle spalle.
"E non lo farò, infatti", rispose James, dando la sua attenzione ad un cavallo bianco, che doveva essere suo. Gli sfiorò il muso con un dito un paio di volte.
"Li lascerai così? Legati? Alla mercè di animali e banditi?".
"Adesso non fare la drammatica. Sono Ombre, sono sicuro che staranno alla grande".
Nina guardò Dean e si morse il labbro. 
Se non avesse trovato alla svelta una scusa per rimandare la partenza, lei e suo fratello sarebbero diventati cavie di Lucien, James sarebbe stato senza speranza di salvezza e le Ombre? Probabilmente se Anderson fosse arrivato li avrebbe liberati, ma cosa le garantiva che, una volta allontanati, James non li avrebbe fatti uccidere per evitare sconvenienti?
Strinse i pugni, ma poi li rilassò e si lasciò cadere in ginocchio. Quando James se ne accorse si voltò verso di lei, aggrottando la fronte.
"Farò qualsiasi cosa. Ti supplico, non lasciarli così", disse, mentre una lacrima le solcava la guancia. Evitò di scacciarla e lasciò che le scorresse lungo il collo.
James schiuse appena le labbra, sorpreso da quella reazione, poi le si avvicinò e le tirò su il mento con il viso, chinandosi verso di lei così che i loro occhi potessero incontrarsi.
Quelle iridi meravigliose le avevano fatto provare un'infinità di cose, spesso anche contrastanti e, in quel momento, anche se solo per un breve istante, la fecero rilassare.
"Staranno bene, sali sul cavallo", fece lui, duro.
La lasciò andare e si rimise in piedi, lanciandole un'occhiata di avvertimento.
Nina si strinse nelle spalle e si morse il labbro.
"Non provocarmi, Nina, perché non sai di cosa sia capace. Non mi conosci".
La ragazza alzò la testa e lo guardò all'improvviso, facendo una smorfia.
"No, hai ragione, non ti conosco", disse, alzandosi lentamente.
Non aveva modo di ritardare ancora la partenza senza farlo irritare. E chissà cosa avrebbe fatto allora.
James non rispose e le dette le spalle, tornando a guardare il suo cavallo.
"Nina viaggerà con me. Tu prendi il suo gemello", disse ad una ragazza.
Lei annuì senza dire una parola.
"Ma stai attenta...", continuò, avvicinandosi a Dean, che si agitò e cercò di andargli addosso.
"Morde", aggiunse James, ghignando.
"La cosa non mi dispiace affatto", ribatté la ragazza, ridacchiando.
"Sali e stai calmo se non vuoi che ti leghiamo al cavallo e ti lasciamo trascinare. Visto che non puoi morire, questa è un'opzione che mi tenta particolarmente", sibilò il ragazzo verso Dean, spingendolo verso il cavallo dell'altro soldato.
Dean guardò sua sorella con gli occhi che gridavano terrore, poi sospirò e salì a cavallo.
Nina ricordava benissimo ciò che le aveva detto poco tempo prima: che non si sarebbe fatto catturare vivo. Ma come poteva mantenere quella promessa se anche lei non si fosse uccisa?
Cosa avrebbe fatto? Si sarebbe lanciato da cavallo sperando che lei lo avrebbe seguito?
Le vennero i brividi al solo pensiero.
Non voleva morire. 
"È il tuo turno, principessa", fece James, avvicinandosi e indicandole il cavallo bianco.
Nina schiuse le labbra e lo guardò con occhi spalancati.
"Come mi hai chiamato?", mormorò, aggrottando la fronte. James l'aveva già chiamata in quel modo. Più volte.
James sbuffò e la mise sul cavallo con facilità.
"Hai da ridire anche su un soprannome?".
"No...io...". Nina non seppe cosa dire e dette un'ultima occhiata alle Ombre.
James se ne accorse e sospirò, voltandosi verso uno dei suoi uomini.
"Quando saremo abbastanza lontani, libera i progionieri", disse.
Nina si voltò a guardarlo con sorpresa e James ricambiò lo sguardo fino a che il soldato a cui si era rivolto non gli rispose.
"Liberarli? Ma Lucien vuole...".
"Tu non pensare a Lucien. Al momento, gli ordini di cui devi preoccuparti sono i miei. E se ti do un ordine, lo esegui senza discutere. Sono stato chiaro?", ribatté James, assotigliando gli occhi e fulminandolo con lo sguardo.
Lui deglutì con fatica e annuì.
"Sissignore!", mormorò, andandosene a testa basta.

  
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