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Autore: IloveMarauders    22/01/2022    0 recensioni
Ho sempre pensato che nella saga di Harry Potter mancasse un grande amore per Sirius Black, nato ai tempi della scuola e ritrovato dopo la sua fuga da Azkaban.
Come sarebbe cambiato il suo destino, e anche quello di altri personaggi della saga, se nella sua vita ci fosse stato questo grande amore?
Non si tratta delle solite Wolfstar o Blackinnon, ma di una storia con un personaggio completamente nuovo che racconterà tutto dal suo punto di vista, dalla sua adolescenza a Hogwarts tra amicizie e amori, al suo ritorno come insegnante nel 1993 e alle vicende successive, fino al famoso "diciannove anni dopo".
La storia si svolgerà in parte nell'epoca dei Malandrini, dove verrà raccontata non solo dal punto di vista della protagonista ma anche di altri personaggi, e in parte nell'era del Golden Trio, dove sarà sempre narrata solo dal punto di vista della protagonista.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Sirius Black, Vari personaggi | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO 16 - UN GUFO INASPETTATO
 

Come previsto, passo il sabato chiusa in biblioteca, sommersa da libri di Pozioni. Sono venuta stamattina presto, dato che non sono riuscita a dormire molto bene stanotte. Ho fatto colazione da sola piuttosto velocemente e poi sono corsa subito qui, non ho nemmeno visto le mie amiche uscire per andare a Hogsmeade.

Gia mi immagino i discorsi estasiati di Marlene su Black, e già provo quella ormai familiare sensazione di fastidio che, non posso negarlo, non è altro che gelosia. È da stamattina che mille domande mi tormentano. E se succedesse qualcosa tra di loro oggi? Se lui la trovasse simpatica, divertente e si rendesse conto che è anche molto bella? Se capisse di essere innamorato di lei? Ma ora penso rassegnata che, se succederà, non potrò farci nulla. Non sono in condizione di modificare in alcun modo quello che potrebbe o non potrebbe essere successo oggi, semplicemente perché sono qui, intrappolata in mezzo a libri noiosi e polverosi. Ma non avrei potuto farci nulla comunque, anche se non avessi avuto il compito supplementare di Pozioni, no? Perché l'idea dell'uscita a quattro è stata di Marlene, non mia. E, particolare non trascurabile, se anche fosse stata mia, Marlene mi avrebbe semplicemente uccisa se me ne fossi uscita con l'idea che fossimo io e Black ad andare a Hogsmeade con Lily e James. E comunque una simile idea non mi sarebbe mai passata neanche per l'anticamera del cervello, dato che non avrei mai pensato prima di ieri di avere la benché minima possibilità di piacere a Black. Quindi, è inutile tormentarsi con questi pensieri.

Ma ora che questa giornata volge alla fine, ora che si avvicina il momento in cui rivedrò le mie amiche tornate da Hogsmeade, faccio sempre più fatica a tenere a bada i miei pensieri. Ormai con la ricerca di Pozioni sono a buon punto, ho raccolto un bel po' di materiale e ho scritto già tre fogli di pergamena. Non mi resta che farlo leggere a Lily domani e vedere cosa ne pensa, e casomai dargli una sistemata finale. Decido di ritornare alla torre di Grifondoro, ormai le mie amiche staranno per tornare.

Quando entro in Sala Comune, passando dal buco del ritratto, non vedo nessuno. Tanto meglio, aspetterò le mie amiche nel nostro dormitorio. In camera trovo già Sarah, che con Paul è tornata un po' prima perché non si sentiva molto bene, ed ora è sdraiata sul letto a riposare. Poco dopo, entra Mary, entusiasta per il suo appuntamento con il ragazzo di Tassorosso, David Thomas. Mi racconta con aria sognante la loro giornata insieme, e sono davvero felice per lei perché si meritava davvero di incontrare un ragazzo che la apprezzasse per quello che è e non si fermasse solo alle apparenze. E poi, finalmente, arrivano Lily e Marlene.

Trattengo il fiato mentre il cuore mi batte furioso nel petto, mi rendo conto di avere paura di quello che potrei sentir dire loro.
"Allora, come è andata?" mormoro con aria apparentemente disinteressata. Lily sorride, Marlene invece sembra furiosa.

"Black è un maledetto idiota!" sbotta inviperita. La guardo a bocca aperta, senza capire, poi lei continua: "è un cafone, si vedeva che non aveva la minima voglia di uscire con me! Qualunque cosa dicessi, qualunque argomento affrontassi, lui non faceva che criticare tutto quello che dicevo! Lo credevo diverso davvero, è tanto bello quanto privo di cervello, che delusione! È molto più simpatico James Potter, e pensare che l'ho sempre considerato un imbecille...".

Guardo Lily che cerca di restare seria ma in realtà si vede lontano un chilometro che le scappa da ridere.
"E tu Lily, che ci dici di Potter?" interviene Mary.
"Non è male davvero, non si è mai comportato da arrogante pieno di sé come l'ho sempre considerato, anzi, è stato divertente, gentile, simpatico" dice sorridendo. E vedo una luce nei suoi occhi verdi, che mi fa capire che è stata davvero bene oggi, a differenza di Marlene.
"Quindi ci uscirai ancora?" continua incalzante Mary. "Credo di si" risponde Lily "tu piuttosto? Racconta!" dice rivolta a Mary, che le ripete esattamente per filo e per segno quello che ha raccontato poco prima a me. E intanto io non posso fare a meno di pensare a Marlene, e se da una parte sono sollevata che tra lei e Black non sia successo nulla, dall'altro sono preoccupata per come potrebbe reagire se Black dovesse davvero chiedermi di uscire con lui.

 

È passata già quasi una settimana da quel bacio in biblioteca, e ormai sono sempre più convinta che non succederà nulla di ciò che avevo quasi osato sperare. Black non si è più fatto vivo. Certo, lo incrocio continuamente alle lezioni, nella Sala Comune di Grifondoro e in Sala Grande a pranzo e a cena, ed ogni volta il mio cuore si dimentica di battere qualche colpo, ma lui non mi ha più rivolto la parola, né mi si è mai avvicinato. Mi prenderei a pugni da sola per averci sperato, non dovevo farmi illusioni, lo sapevo che tra di noi non sarebbe mai potuto succedere niente. Mi odio per quanto sono stata stupida.

Lily e James invece dopo l'uscita a Hogsmeade di sabato, hanno passato insieme anche la domenica pomeriggio, e non solo: lui la aspetta sempre prima di uscire dall'aula alla fine delle lezioni, e ogni tanto si siede vicino a lei - e quindi a noi - a pranzo o a cena. Passano insieme ogni momento che hanno libero, e ieri pomeriggio nel parco li ho visti camminare tenendosi per mano; mi sembrano molto complici, e sono davvero felice per loro. Marlene, invece, è rimasta di pessimo umore per tutto il tempo, dopo sabato, e mi domando se le passerà mai prima di Natale, quando finalmente rivedrà Michael, che non ha la minima idea di quello che sta succedendo qui.

La lezione di Incantesimi è finita, e ci avviamo verso la Sala Grande per andare a pranzo. James raggiunge subito Lily, mentre vedo Black andare in direzione opposta rispetto a quella in cui siamo diretti tutti noi. Ci sediamo ai soliti posti, ho Marlene alla mia destra e Sarah alla mia sinistra. James oggi pranza con noi, ed e seduto di fronte a noi con Lily e Mary.

Non appena ho finito di mangiare la mia porzione di pollo con patate, vedo un gufo arrivare nella nostra direzione, anzi direi che sta puntando proprio verso di me. E non è un gufo qualunque, è Theo.

Sono un po' stupita: le uniche lettere via gufo che ricevo, a parte quelle dei miei genitori, sono quelle dei miei cugini che vivono in Italia, ma ne ho ricevuta una due giorni fa da loro e non ho ancora risposto, mi sembra strano che mi abbiano scritto ancora. Guardo la busta e c'è scritto proprio il mio nome, ma è una calligrafia che non riconosco. La apro con gli occhi di tutti puntati addosso, estraggo il foglio di pergamena che è contenuto al suo interno e, prima ancora che io possa leggerla, sento la voce di Marlene che legge ad alta voce da sopra la mia spalla:

Cara Amy,
come ti ho detto venerdì scorso, non voglio aspettare la prossima volta a Hogsmeade per invitarti a uscire con me, e quale occasione migliore di questa? Oggi è il mio compleanno e il regalo più bello che potrei ricevere è trovarti domani sera alle undici nella nostra Sala Comune per passare la serata insieme. Non sono Jugson e certamente non intendo forzarti in nessun modo se non vorrai, ma spero che accetterai il mio invito. E se verrai, ricordati di portare con te un mantello o una giacca pesante. Qualunque sarà la tua risposta, sappi che mi farebbe piacere riceverla via gufo, dato che non mi capita spesso, ultimamente. Theo non è veloce ma dentro la scuola va alla grande.
A presto.
Sirius

"Che cosa?" strilla Marlene indignata "adesso ho capito perché si è comportato in quel modo con me sabato! È colpa tua!".
La guardo allibita. "Mia? Ma come puoi pensare una cosa del genere?".
"L'ha scritto lui, vi siete parlati venerdì scorso, il giorno prima che venisse a Hogsmeade con me, è vero o no?" strilla lei ancora più forte.
"Marlene, non urlare per favore. È vero, lui è venuto in biblioteca venerdì scorso mentre facevo il compito di Pozioni, ma non so nemmeno come facesse a sapere che ero lì. Mi ha detto che il sabato sarebbe venuto a Hogsmeade con te, ma voleva invitare me a uscire con lui e lo avrebbe fatto. Ma ha fatto tutto da solo, credimi, io non gli ho chiesto proprio nulla!"

"Amy sta dicendo la verità, te lo posso confermare io" interviene James con voce calma rivolto a Marlene "Sirius ha accettato l'uscita a quattro solo per fare un favore a me. Ed Amy gli piace..." fa una pausa poi aggiunge "da un po' di tempo".
Oh Godric, per poco non cado dalla sedia: quindi davvero gli piaccio? E da un po' di tempo? Non posso credere alle mie orecchie.

Marlene incassa il colpo, poi si rivolge di nuovo a me "e tu pensi di accettare il suo invito?"
Non mi piace affatto il tono stizzito con cui mi fa questa domanda; Black mi piace, questa è un'occasione che non posso e non voglio perdere, e non sarà certo Marlene a farmi cambiare idea. E poi quella lettera, il tono con cui è stata scritta, mi ha smosso qualcosa dentro, come quella volta in guferia e quel bacio rubato in biblioteca, e in verità non vedo davvero l'ora che arrivi domani sera e che quelle labbra si posino nuovamente sulle mie. Il solo pensiero mi strappa un brivido.

"Sì, accetterò. Non ho nessuna intenzione di rifiutare un appuntamento con un ragazzo che mi piace e che mi ha scritto questa lettera così dolce, solo perché tu - che tra l'altro, a differenza mia, sei felicemente fidanzata - sei convinta dal primo anno di avere un qualche diritto di prelazione su di lui. L'appuntamento con lui ce l'hai avuto ma è andata male e sai già che non è colpa mia. Se fossi stata libera anche tu, probabilmente mi sarei fatta molti più scrupoli e forse non avrei accettato, ma non perderò questa occasione solo per un tuo capriccio, mi dispiace". Così dicendo, infilo nella borsa la pergamena scritta da Black, prendo un nuovo rotolo di pergamena e ci scrivo in fretta la risposta.

Caro Sirius, ti auguro buon compleanno e ti ringrazio molto per l'invito. Ci sarò.
A domani,
Amy

Affido la pergamena a Theo, che mi stava zampettando intorno impaziente, e gli dico piano "Vai da lui, da Sirius Black". Il gufo si alza subito in volo, e io resto lì a guardarlo per un attimo mentre James mi rivolge un sorriso trionfante. A quel punto Marlene, che non aveva replicato alle mie parole, si alza e si allontana, non prima di aver sibilato, rivolta a me "spera solo di non farti troppo male".

La guardo andare via sentendomi un po' in colpa. "Le passerà vedrai" mormora Lily venendo a sedersi accanto a me nel posto lasciato libero da Marlene e circondandomi le spalle con un braccio. Poi continua rivolta a James "Non mi sarei mai aspettata un gesto così carino da parte del tuo amico Black, sai?"
"Si vede che non lo conoscete affatto" risponde pronto James "Sirius è un tipo orgoglioso, non ama mostrare i suoi sentimenti, ma per le persone a cui tiene davvero sarebbe pronto a tutto, anche a dare la propria vita. E a te tiene molto, Amy, te lo posso garantire!". Sono sconvolta: mi sarei potuta aspettare qualunque cosa, tranne questa. E mi sento in colpa per averlo considerato, molto spesso in passato, un perfetto idiota. Come James, del resto. Ma le persone crescono, e cambiano, e loro due ne sono due esempi molto evidenti.

 

Ed è finalmente la sera del 4 novembre, la sera del mio primo appuntamento con Black. La giornata è stata eterna, ne ho vissuto ogni singolo istante aspettando questo momento, senza riuscire minimamente a pensare ad altro. Marlene continua a non parlarmi: anche adesso che siamo tutte insieme nel dormitorio e io mi sto preparando per uscire, lei resta ostinatamente sdraiata sul letto con la testa affondata in un libro. Sono sicura che mi stia odiando, e mi dispiace, ma prima o poi le passerà, come ha detto Lily. Sono pronta, ho preso un cappotto come ha suggerito lui, abbraccio Lily che non fa altro che ripetermi che poi dovrò raccontarle tutto, ed esco dal dormitorio.

La Sala Comune di Grifondoro è immersa nel buio e nel silenzio, sento solo il battito furioso del mio cuore

La Sala Comune di Grifondoro è immersa nel buio e nel silenzio, sento solo il battito furioso del mio cuore. Agito la bacchetta pensando all'incantesimo Lumos, e una luce fioca esce dalla mia bacchetta; ma la Sala Comune sembra essere deserta.
Improvvisamente sento un fruscio provenire da una poltrona accanto al camino spento, e subito dopo vedo Sirius spuntare dal nulla.
"Eccoti finalmente" dice sorridendo mentre avanza verso di me.

Trattengo il respiro, indossa dei jeans e un giubbotto di pelle che esalta ancora di più il suo portamento elegante, ed è bello da svenire, con quel sorriso che mi fa tremare le gambe, quella deliziosa fossetta sul mento e gli occhi grigi che scintillano nel buio. Noto che ha in mano qualcosa di color argento, ma con questa poca luce non riesco a capire che cosa sia.

"Ciao" riesco solamente a mormorare, vergognandomi un po' di quello che probabilmente potrebbe leggere nei miei occhi.
"Stai bene?" mi chiede fermandosi proprio davanti a me e facendosi ammirare in tutta la sua bellezza.
Vorrei rispondere "no finché non mi avrai baciata" e invece mi sforzo di pronunciare un "sì, grazie" che mi sembra quasi più uno squittio, ma davvero io non ho più fiato in gola e parlare è l'ultima cosa che riesco a fare adesso.

"Ti va di uscire nel parco?" mi chiede. Annuisco, forse un po' di aria fresca calmerà i miei bollenti spiriti... Lui si volta a prendere una grossa borsa che ha lasciato sulla poltrona, poi lo vedo aprire un foglio di pergamena, puntarci la bacchetta sopra e pronunciare le parole "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni".

Mi avvicino e guardo la pergamena che ha in mano: dal nulla è comparsa quella che sembra una mappa del castello, con tanti puntini, alcuni dei quali si muovono

Mi avvicino e guardo la pergamena che ha in mano: dal nulla è comparsa quella che sembra una mappa del castello, con tanti puntini, alcuni dei quali si muovono. Noto che sotto ogni puntino c'è scritto un nome, è pazzesco!
La curiosità mi fa tornare la voce: "Ma che cos'è?" gli chiedo.
"La mappa del Malandrino" risponde Sirius come se fosse ovvio. Poi aggiunge, con una punta di orgoglio nella voce "l'abbiamo creata noi. Io, James, Peter e Remus. È una mappa del castello che ti mostra quello che stanno facendo tutte le persone che lo popolano: studenti, insegnanti, tutti. Vedi, c'è il nome sotto ogni puntino. Gazza in questo momento è vicino all'ingresso della torre di Corvonero e Mrs. Purr è nei sotterranei. Via libera!" dice mostrandomi i relativi puntini che si muovono, segno che entrambi stanno camminando. Butto lì un'occhiata tanto per farmi gli affari degli altri, e vedo che molti puntini sono fermi, evidentemente studenti che stanno dormendo, mentre ad esempio il puntino di Silente continua a girare in tondo nel suo ufficio, e la stessa cosa succede al puntino della McGranitt nel suo. "Ma è pazzesco!" esclamo senza riuscire a staccare gli occhi dalla mappa. Sono davvero impressionata, mi piacerebbe tanto sapere come hanno fatto a creare una mappa del genere, ma non c'è molto tempo adesso per le spiegazioni. "Sì ma ora sarà meglio andare prima che arrivi qualcuno" dice Sirius. "Fatto il misfatto" mormora poi puntando la bacchetta sulla mappa, e immediatamente i puntini e la pianta del castello svaniscono e la pergamena torna completamente bianca.

Sirius ripone la bacchetta, prende la borsa e srotola l'oggetto argenteo che teneva in mano.
"Vieni vicino a me" sussurra mettendomi un braccio intorno alla vita. Sussulto leggermente, inebriata dal suo profumo e devo sforzarmi di respirare normalmente. Se da una parte non aspettavo altro che questo, dall'altro il mio cuore esplode con una violenza tale che ne sento il battito rimbombarmi nelle orecchie.

La stoffa argentea cala sopra le nostre teste e allora capisco. "Un mantello dell'invisibilità?!?" esclamo cercando di tenere la voce bassa.
"È di James e lui ne è molto geloso. Ha accettato di prestarmelo solo perché io ho accettato l'uscita a quattro con la McKinnon". Rimango colpita da questa confessione, avevo immaginato che Sirius non avesse alcuna voglia di uscire con Marlene sabato scorso visto il modo in cui l'ha trattata, ma sentirlo dire direttamente da lui e sapere che già allora stava progettando questo appuntamento con me, fa tutto un altro effetto.

Intanto, nascosti dal mantello, ci avviciniamo al ritratto della Signora Grassa e Sirius pronuncia la parola d'ordine.
Lei sbadiglia e borbotta "vi sembra il caso di uscire a quest'ora?"
"Ah Black sei tu" aggiunge subito dopo con tono più dolce, e ci lascia passare.

Ci dirigiamo velocemente verso la Sala d'ingresso, fermandoci ogni tanto lungo il percorso per verificare dove siano esattamente Gazza e Mrs. Purr.
"Siamo invisibili ma non voglio farti rischiare nulla" sussurra Sirius.

Finalmente attraversiamo l'ingresso ed usciamo nel parco: Sirius mi conduce in riva al lago, nel punto dove spesso ci fermiamo io e le mie amiche nei pomeriggi di sole. Non ci sono mai stata di notte: l'aria è fredda e umida ma il cielo è sereno: uno spicchio di luna sembra sorriderci dall'alto, proiettando riflessi di luce nell'acqua ferma del lago. Il cielo è straordinariamente limpido e le stelle, con il buio che ci circonda, eccetto per la debole luce delle nostre bacchette e di quel poco che resta della luna, sembrano vicinissime, tanto da poterle quasi toccare.

Ci sediamo vicini nell'erba umida, sempre nascosti sotto il mantello, e dalla borsa Sirius estrae ogni genere di meraviglie: bottiglie di burrobirra, cioccorane, calderotti di cioccolato, vari tipi di piccole torte...
"Hai svaligiato Mielandia, o le cucine, o entrambi?" gli chiedo ridendo.
"Non ho svaligiato nulla!" risponde lui, fintamente indignato "ho regolarmente comprato da Mielandia sabato scorso tutto il cioccolato che vedi qui, so che ti piace molto. Quanto alle torte, beh, gli elfi domestici che lavorano nelle cucine conoscono piuttosto bene me, James, Remus e soprattutto Peter. Ho chiesto semplicemente loro un favore e me l'hanno fatto" dice come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Mi dispiace solo di non essere riuscito a procurarmi della birra babbana, ma sarà per la prossima volta" aggiunge con un sorrisetto malizioso, ed il cuore mi fa un triplo salto mortale nel petto.

Stappa due birrobirre e me ne porge una. "A noi due" dice serio, guardandomi negli occhi e prendendo una cioccorana. Ne mangio una anch'io, faccio un lungo sorso di burrobirra e poi mi mordo istintivamente il labbro perché davvero non ce la faccio più, voglio baciarlo, subito. Siamo vicinissimi, sento il suo profumo inebriante e avverto una forza, come una calamita, che mi attira a lui. Appoggio la bottiglia a terra accanto a me con cura per evitare che si rovesci, prendo un profondo respiro, rialzo lo sguardo e appoggio le mie labbra sulle sue. Lui risponde prontamente al bacio mettendo a terra la sua bottiglia e affondando una mano tra i miei capelli per tirarmi ancora di più verso di lui. È un bacio intenso e appassionato, sa di burrobirra e cioccolato, le sue labbra sono calde e morbide sulle mie esattamente come le ricordavo, e vorrei che questo momento non finisse mai.

Quando ci stacchiamo, dopo un tempo probabilmente piuttosto lungo ma che a me sembra durato solo pochi secondi, abbiamo entrambi il fiatone, come se avessimo corso una maratona. E mi rendo conto con un po' d'imbarazzo che nemmeno questo mi basta, vorrei andare oltre con lui, vorrei fare molto altro, ma ovviamente qui non è possibile. Non ho mai provato nulla di simile per qualcuno in vita mia, nemmeno per Justin, e improvvisamente sono terrorizzata perché di lui potrei innamorarmi davvero. Anzi, forse ne sono già innamorata. E potrei soffrire, molto più di quanto abbia mai sofferto per Justin, se tutto questo dovesse finire. Mi sento estremamente vulnerabile, e lui forse intuisce qualcosa di questo mio tormento interiore perché subito si affretta a domandarmi "Amy stai bene? Ho fatto qualcosa di sbagliato?".

"No, assolutamente" rispondo sorridendo "ma è tutto così perfetto che... beh, temo potrebbe sparire da un momento all'altro, come un incantesimo" confesso abbassando lo sguardo.
"Non succederà. È da un po' che mi piaci, Amy, anche se per molto tempo non ho voluto ammetterlo neanche a me stesso. Ti ho sempre considerata una ragazza attraente, ancora prima che ti mettessi con Moore. E quella sera, quando ci siamo incontrati in guferia al quinto anno, ho capito che non sei come le altre ragazze che frequentavo, hai iniziato a incuriosirmi davvero, ma in quel periodo ero ancora troppo idiota e pieno di problemi, poi lo scorso anno per un po' tu hai frequentato Parker, e io altre ragazze. So benissimo di essere considerato il più bello della scuola, eppure non ero sicuro che tu avresti accettato di uscire con me stasera, ho sempre avuto l'impressione che mi considerassi un idiota".

Credo di essere diventata paonazza, sento le guance in fiamme. Nemmeno nei miei sogni più belli e inconfessabili avrei mai potuto pensare che un ragazzo come lui potesse dire queste cose a me, e magari anche pensarle davvero.
"Sì, c'è stato un periodo in cui effettivamente ti consideravo un idiota. Bello ma pur sempre un idiota, e anzi questa combinazione, l'essere bello e idiota, ti rendeva ancora più pericoloso ai miei occhi. Ma quella sera in guferia ho iniziato a vederti con occhi un po' diversi, mi sei sembrato sensibile, vulnerabile, mentre fino ad allora ti avevo sempre considerato un tipo superbo e arrogante" confesso abbassando leggermente la testa e alzando gli occhi. "Ma di certo mai avrei pensato che uno come te, che ha sempre potuto avere tutte le ragazze della scuola, avrebbe potuto accorgersi di me".

Lui mi guarda negli occhi e sorride. "E perché? Mi piace tutto di te... quando abbassi leggermente la testa e alzi lo sguardo se c'è qualcosa che ti imbarazza o ti infastidisce, come hai appena fatto adesso... quando ti butti i capelli dietro le spalle prima di iniziare qualcosa su cui ti devi concentrare... la sensibilità che hai avuto in guferia, quando era evidente che pensavi cose che hai preferito non dirmi per non ferirmi ma hai trovato comunque il modo di farmele capire... la tua intraprendenza nell'affrontare quell'imbecille di Jugson... anche se ho cercato il più possibile di proteggerti da lui".

"In che senso scusa? A parte l'episodio dell'anno scorso intendi?" gli chiedo confusa.
"Sì, non sopportavo che ti desse fastidio da quando al quarto anno era venuto al campo di Quidditch prima di Natale per invitarti ad andare al ballo con lui. Ha sempre avuto quel modo di guardarti, come se fossi una sua proprietà, non lo sopportavo e si vedeva che nemmeno tu lo sopportavi. Quando poi al quinto anno tu e Moore avete rotto e lui ha ricominciato a darti fastidio, ho pensato fosse il caso di intervenire a darti una mano per levartelo di torno" confessa lui senza staccare da me i suoi occhi grigi che scintillano alla luce delle nostre bacchette.

"Vuoi dire che... la neve che gli è caduta addosso, il libro nella schiena...?" mormoro con gli occhi sgranati, fissi nei suoi.
"Eravamo io e James, sotto questo mantello, sì. Quando ti vedevo da sola sulla mappa, sapevo che lui sarebbe arrivato, e quindi facevamo in modo di trovarci nei paraggi, nascosti sotto il mantello" dice con aria soddisfatta. "Anche quella sera in guferia, in effetti non sarei voluto scendere, ma l'ho fatto per non lasciarti fare da sola la strada dalla guferia alla Sala Grande".
"E io che pensavo di avere addosso una specie di maledizione!" Anche se sono molto colpita da questa sua rivelazione, mi sorprendo a sghignazzare, ma poi torno seria. "È molto bello quello che hai fatto per me, grazie. E invece quella volta che sei intervenuto quando lui mi ha intrappolata con la corda?"

"Peter non aveva pranzato quel giorno perché era in punizione, e James lo aveva accompagnato nelle cucine col mantello per fargli mangiare qualcosa. Non hai idea di quanto sia fastidioso Peter quando non mangia! Sapevo che eri da sola in biblioteca, e sulla mappa avevo già visto Jugson appostato lì fuori. Sono rimasto lì e ho aspettato. So che sai difenderti da sola, ma Jugson è davvero pericoloso, è diventato un mangiamorte lo scorso anno, lo sapevi? É stato lui a convincere mio fratello, Regulus, a fare la stessa cosa. Non ho potuto salvare Regulus, ci siamo allontanati troppo negli ultimi anni, e poi è stato lui a volerlo" spiega in tono un po' amareggiato "ma potevo, anzi dovevo, salvare te. Tu non volevi affatto fare ciò che Jugson avrebbe voluto fare con te. Non mi sarei mai perdonato se ti avesse fatto del male, e so che lo avrebbe fatto. Ha una specie di ossessione per te".

"Avevo sentito delle voci a scuola su di lui ma non sapevo quanto fossero vere. Comunque, mangiamorte o no, Jugson è davvero un bastardo schifoso; ma dopo quello che è successo l'anno scorso ha smesso di darmi fastidio, e quest'anno a scuola non c'è più" mormoro ripensando a quanto Jugson mi facesse orrore, poi proseguo. "Mi dispiace, non sapevo di tuo fratello. Voglio dire, so chi frequenta, ma non sapevo che si fosse unito a... insomma, a Tu-sai-chi. E..." esito un attimo "i tuoi genitori? Sono anche loro dei mangiamorte?"

"No, almeno non che io sappia, dato che non li vedo né ho loro notizie da più di un anno. Ma alcuni degli ideali di Voldemort sono anche gli ideali dei miei genitori, la purezza del sangue magico, la repulsione verso i babbani e tutto ciò che li riguarda. E senza dubbio saranno fieri del fatto che il loro figlio minore persegua questi ideali al punto da diventare un seguace di Voldemort, dopo che invece il loro primogenito si è rivelato un tale disonore per la nobile casata dei Black". Sorride, ma questa volta è un sorriso amaro.

Mi avvicino a lui e gli circondo le spalle con un braccio, accarezzandogli i morbidi capelli scuri.
"Mi dispiace per i problemi con la tua famiglia. Dovevi essere davvero esasperato per scappare di casa" mormoro.
"Sono sempre stato attratto dagli oggetti babbani fin da piccolo, e mia madre mi ha sempre rimproverato duramente per questo, per non parlare delle punizioni che mi è toccato subire. E man mano che crescevo, cresceva sempre di più in me l'istinto di ribellione verso quelle regole e quegli ideali che io disprezzavo. Col tempo, da quando sono entrato a Hogwarts, ho reso la mia stanza quanto più detestabile potevo a mia madre: ho appeso foto di motociclette e di ragazze babbane, e striscioni di Grifondoro ovunque. Ogni volta che tornavo a casa, provavo a fare incantesimi di adesione permanente, ma poi quando tornavo a scuola, lei riusciva sempre a trovare il controincantesimo giusto, e ogni volta la mia stanza ritornava immacolata e asettica come le stanze del San Mungo. Finché, nell'estate tra il quarto e il quinto anno, sono riuscito finalmente a fare un incantesimo di adesione permanente potentissimo. Mi ero esercitato tutto l'anno ad appendere cose nel nostro dormitorio, e alla fine ce l'ho fatta, c'è un poster da noi che nessuno è mai riuscito a staccare dalla parete. Mia madre si è accorta di quello che ero riuscito a fare non appena è entrata nella mia stanza, una sera in cui ero uscito per stare un po' da solo. Quando sono tornato era furiosa: mi ha lanciato ogni genere di oggetto le capitasse a tiro urlandomi insulti irripetibili. Pensavo volesse uccidermi. È stato allora che ho deciso di andarmene, ma prima che potessi farlo, lei mi ha urlato che non mi avrebbe più considerato suo figlio e che per lei ero morto, e con la bacchetta ha dato fuoco alla mia immagine in un grande arazzo che occupa un'intera parete in una stanza a casa dei miei e che raffigura l'albero genealogico della famiglia Black".

Sono veramente senza parole, ho sempre provato ad immaginare quanto possa aver sofferto Sirius per questa storia, ma adesso sentirlo raccontare da lui mi colpisce ancora di più. Lo stringo ancora più forte a me mentre sento le lacrime che cominciano a bruciarmi gli occhi. Lui se ne accorge. "Oh no, non volevo turbarti con questa storia".

"Ma no" lo interrompo con dolcezza "sono felice che tu abbia voluto parlarmene, è solo che non pensavo che tua madre fosse stata capace di arrivare a tanto. Quello che hai subito è terribile, nessuno dovrebbe essere trattato in questo modo dai propri genitori. Mi dispiace così tanto, davvero".

"Sei molto dolce Amy, ma non preoccuparti, è tutto passato per me. James e i suoi genitori sono stati fantastici, mi hanno accolto come se fossi un membro della loro famiglia, e mi hanno aiutato tantissimo perché ero senza nemmeno un galeone quando sono arrivato da loro. Mi hanno persino comprato i libri per il quinto anno, e mi hanno permesso di passare da loro l'estate e le successive vacanze di Natale e Pasqua. Poi l'anno scorso ho perso uno zio a cui ero molto legato, il fratello di mia madre, mio zio Alphard. Lui non aveva figli e ha lasciato tutti i suoi averi a me, parecchi galeoni e parecchio oro. Così ho potuto comprarmi un appartamento mio, dove sono andato a vivere quest'estate. Mi piacerebbe portartici un giorno, se vorrai" dice con un sorriso malizioso.

Gli rispondo prima con un bacio, poi, con voce un po' roca e il suo stesso sorrisetto malizioso, mormoro "Sì che voglio, anzi non vedo l'ora!"

"Bene!" esclama lui rallegrandosi "e ti piacciono le moto? Vorrei comprarmene una".
"Oh sì moltissimo! Mio padre ne aveva una quando vivevamo in Spagna, vicino al mare, e qualche volta mi portava a fare un giro nelle vicinanze. Ero molto piccola ma me lo ricordo ancora bene! Era divertentissimo!"
"Tu hai viaggiato molto con la tua famiglia, vero?" mi chiede incuriosito, e così comincio a raccontargli dei luoghi in cui ho vissuto, mentre riprendiamo a mangiare dolci e bere burrobirra. Lui mi racconta che gli piacerebbe moltissimo viaggiare e vedere i posti in cui ho vissuto io, e gli prometto che appena la situazione là fuori si sarà sistemata, ci andremo insieme.

Guardando il cielo, dopo un tempo che mi è sembrato brevissimo, mi rendo conto che abbiamo passato qui tutta la notte, a parlare, mangiare, bere e baciarci, e mi rammarico che questa notte stupenda stia quasi per finire. Si vedono le prime luci dell'alba, ma non sono affatto stanca, anzi potrei restare qui altre mille ore.
"È quasi l'alba" sussurro con tono triste.
"L'avevi mai vista?" mi chiede lui.
"No, ed è bellissima, però significa che questa notte stupenda sta per finire e dovremo rientrare al castello. E meno male che oggi è sabato e non abbiamo lezione!"
"Sì, l'ho scelta apposta questa notte, altrimenti saresti scappata dopo un'ora dicendo che il giorno dopo ti saresti addormentata sul banco!" esclama Sirius ridacchiando "ma comunque, potranno esserci altre notti come questa, se vorrai".
"Sì ma non voglio che tu esca con un'altra per avere di nuovo il mantello di James!" gli rispondo con aria fintamente arrabbiata.
Sirius scoppia in quella sua risata che assomiglia a un latrato "non preoccuparti, troverò altri modi per convincerlo! Oppure puoi chiederglielo tu, gli sei simpatica, sai?" esclama sorridendo.
"Ok, meglio che glielo chieda io allora!" rispondo sorridendo e avvicinandomi a Sirius per rubare un ultimo bacio a questa notte magica, che rimarrà impressa per sempre nel mio cuore.

 

  
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