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Autore: NyxTNeko    23/01/2022    1 recensioni
Napoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola.
C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato.
Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui, il più grande dei vincitori, perse la sua battaglia più importante.
Dietro la figura del generale vittorioso e dell'imperatore glorioso si nasconde un solitario, estremamente complesso, incompreso che ha condotto la sua lotta personale contro un mondo che opprime sogni, speranze e ambizioni.
Un uomo che, nonostante le calunnie, le accuse, vere e presunte, affascina tutt'ora per la sua mente brillante, per le straordinarie doti tattiche, strategiche e di pensiero.
Una figura storica la cui esistenza è stata un breve passaggio per la creazione di un'era completamente nuova in cui nulla sarebbe stato più lo stesso.
"Sono nato quando il paese stava morendo, trentamila francesi vomitati sulle nostre coste, ad affogare i troni della libertà in mari di sangue, tale fu l'odioso spettacolo che colse per primo il mio occhio. Le grida dei morenti, i brontolii degli oppressi, le lacrime di disperazione circondarono la mia culla sin dalla nascita".
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore, Periodo Napoleonico
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Capitolo 129 - Nessun limite oltre il cielo -

2 marzo (12 ventoso anno IV)

Il direttore Barras a quattro giorni dell'azione repentina compiuta dal generale Buonaparte, lo fece convocare immediatamente. Aveva seguito i suoi ordini alla lettera, senza minimamente opporsi, come aveva fatto precedentemente - Ha compreso il suo ruolo all'interno della società francese e soprattutto parigina - diceva ad alta voce.

Era davvero soddisfatto di quel giovane ufficiale, ciò che lo inorgogliva era che aveva compreso il suo grande talento prima dei rivali e colleghi, in modo che potesse averlo a completa disposizione e, quindi, usarlo a proprio piacimento "Soltanto lui poteva far arrestare Babeuf e la sua banda con rapidità e rigore, proprio come avevo in mente" ridacchiò, dandosi un'aria di superiorità. Tuttavia sottovalutava ancora i reali intenti e le qualità del comandante dell'armata dell'interno, il quale si mostrava abile nel tenerli celati, aspettando il momento opportuno.

- Mi avete fatto chiamare, cittadino? - esordì freddamente Napoleone non appena ebbe il permesso per entrare nella sua stanza - Spero sia una notizia realmente importante - ci tenne a precisare. Stringeva forte il cappello che teneva sottobraccio e gli aveva rivolto un veloce inchino, nonostante sopportasse poco tali formalità.

- Sono convinto che ti piacerà moltissimo, generale! - esclamò entusiasta Barras. Pareva fremere dalla testa ai piedi, guardandolo con immensa gioia, come se fosse realmente interessato alla sua persona. Si avvicinò al suo pupillo e gli diede l'ennesima pacca amichevole, Napoleone era abituato ai suoi modi di fare, per cui non ci dava nemmeno più peso - Ti conosco bene, per questo sono sicuro di quanto affermo!

- Sono tutto orecchi, cittadino - emise il generale lanciando il cappello, si accomodò scompostamente sul divano e attese che gli rivelasse in fretta ciò che aveva da dire e ritornare al lavoro. "Da quando ho fatto chiudere quella società del Pantheon, il clima di agitazione e ribellione in città è aumentato, non è stata una mossa intelligente, così come quella di stabilire un maximum sui prezzi, quando gli stipendi e le paghe perdono valore ogni secondo che passa, anche eliminando gli assegnati" rifletteva in quegli istanti, decisamente allarmato dalla situazione. Barras e i suoi non si stavano mostrando all'altezza, eppure non c'erano alternative valide oltre a loro, in quel momento. Non poteva permettere che i vari schieramenti politici si rafforzassero a discapito di altri, alternativamente "Solo che quel pavone non lo ha ancora compreso, d'altronde perde tempo in futilità".

Nel frattempo il direttore aveva fatto preparare un tavolino con due meravigliose tazzine, impreziosite da eleganti decorazioni del tardo rococò, di fumante e delizioso caffè e un vassoio colmo di zollette di zucchero, servite in maniera impeccabile da uno dei servi più educati - Pensieroso come al tuo solito, generale? - domandò sorridendo Barras, al suo fianco, nel mentre sorsegggiava.

Napoleone quasi ridestato, notò la propria sul tavolo e la afferrò lentamente, in quanto bollente - No, niente zucchero - rispose gentilmente al servo che gli stava porgendo il vassoio - Grazie lo stesso... - vi soffiò sopra.

- Puoi andare, adesso - gli ordinò poi il direttore, scuotendo la mano grassoccia, subito dopo aver appoggiato la tazzina sul piattino - Così possiamo parlare soltanto noi due

- Riguardo alla domanda di prima - sottolineò Napoleone senza minimamente scomporsi, pur mostrandosi naturale, ignorando ogni tipo di etichetta su come restare seduto mentre si degustava un qualsiasi tipo di alimento o bevanda. Infatti si era messo ritto, rigido - Sapete meglio di me, così come i vostri colleghi direttori, essendo voi al comando della nazione, quali siano i problemi che affliggono la capitale, cittadino, specialmente dopo la chiusura di quel circolo e l'arresto dei suoi vertici... - sorseggiava quasi avidamente quel caffè. Era veramente squisito, e non soltanto perché adorava quella bevanda, che lo teneva sveglio ed energico, ma anche perché proveniva sicuramente da uno dei posti più lontani del mondo, aveva un gusto molto forte, intenso e aveva fatto più che bene a non rovinarne il gusto aggiungendo lo zucchero.

Un sorrisino, quasi impercettibile, si formò sulle labbra del quarantunenne - Non sarà più un tuo problema, generale Buonaparte - disse soltanto, con naturalezza, tranquillità.

Napoleone aggrottò le sopracciglia e spalancò gli occhi, posando di colpo la tazzina - Cosa? Non mi dite che avete già risolto?! - era sbiancato, ingoiò rumorosamente la saliva. Probabilmente i suoi uomini non gli avevano riferito nulla, proprio per obbedire alla volontà del Direttorio e avevano agito di propria iniziativa - Se è una condanna a morte, sarebbe meglio emetterla con un regolare processo e...

Barras gli toccò le larghe spalle e gli disse, sempre con la medesima espressione pacata - Calmati generale, non farti prendere dalla voglia di lavorare come al tuo solito e lasciami proseguire...

A quel punto il generale non poté fare altro che obbedire ed annuì impaziente. Le domande che avrebbe voluto rivolgergli, dovette tenerle per sé e ciò lo rendeva estremamente agitato. Intanto Barras prese una lettera e, prima di porgerla al generale, disse - Qui c'è scritto il motivo per cui ti ho voluto convocare di persona - dopodiché gliela diede e si alzò, in attesa della sua reazione.

Napoleone la aprì immediatamente e lesse le righe con foga, la calligrafia era chiaramente di Barras, ma vi erano i nomi di tutti i cinque Direttori, con le loro firme più in basso e accanto al suo nome, cognome e grado, vi era la dicitura - Comandante dell'Armata d'Italia! - esclamò incredulo il giovane, voltandosi nella sua direzione.

Barras annuì - È stata una mia idea - rispose cominciando a camminare lungo la sua scrivania, colma di scartoffie ed oggetti di ogni tipo, da candelabri di dubbio gusto a una tabacchiera nuova di zecca, usata come fermacarte - Avevo in mente di affidarti l'incarico già da mesi, addirittura da Vendemmiaio, ma tenendomi aggiornato sulle vicende lungo il confine italiano...

- La battaglia di Loano - s'intromise Napoleone alzandosi a sua volta - L'ultima grande vittoria del comandante Schérer

Barras non era nemmeno più stupito dalle sue interruzioni, anzi, confermavano la sua scelta, il giovane generale sapeva di cosa stava parlando, però ci tenne a precisare il resto - Ma è stata una vittoria quasi inutile, perché non ne ha approfittato per rincorrere il nemico e annientarlo - spostò la sedia e si sedette elegante - E dato che la situazione è tornata ad essere di totale stallo, ho pensato di licenziarlo qualche giorno fa e farlo sostituire da te - gli sorrise - Conosci quei luoghi meglio di chiunque altro a Parigi e sono sicuro che darai una svegliata a quei poltroni - Non era stato facile convincere gli altri suoi colleghi Jean-François Reubell, Louis de La Révellière-Lépeaux, Lazare Carnot ed Étienne-François Le Tourneur alla nomina di quel giovane.

Lo ritenevano troppo giovane e inesperto per una simile impresa nelle Alpi Liguri, aveva ampie conoscenze militari, senza ombra di dubbio, ma ristrette al campo dell'artiglieria "Lo state sottovalutando cari cittadini, d'altronde è un montanaro corso, è abituato a scalare gli aspri monti della sua isola natìa" pur sapendo che Ajaccio si trovasse a livello del mare "E soprattutto sarà in grado di risvegliare la grinta in quegli uomini, ricordo ancora ciò che ha compiuto a Tolone" lì aveva compiuto un autentico miracolo, salvando la Rivoluzione. Era sicuro che lo avrebbe fatto ancora, per la gloria e la patria, quel ragazzo, avrebbe dato la vita. Tanto bastò per dargli fiducia e a cofirmare la nomina.

Buonaparte rimase in silenzio, richiudendo la lettera cercando di dare l'impressione di possedere l'autocontrollo, in realtà era scosso fin nelle viscere; gli tremavano le mani, il foglio si accartocciò molte volte prima di ripiegarlo correttamente. Non credeva alle sue orecchie, quell'incarico lo desiderava da anni, finalmente era affidato a lui. E aveva ottenuto persino una rivincita da Schérer, il quale lo aveva rifiutato, allontanato anni prima da Nizza, e si era permesso di giudicarlo in base ad una sua opinione, senza nemmeno dargli il tempo di metterlo alla prova - Non vi deluderò cittadino - fu ciò che riuscì a dire.

Paul Barras lo aveva osservato in silenzio ed aveva scorto il suo sentimento, ma era naturale, anche per una persona come lui una simile notizia era capace di colpire nel profondo - Inoltre è stata anche la prontezza che ti ha sempre caratterizzato e, che hai confermato ancora qualche giorno fa nei confronti di quel circolo, ad avermi convinto - aggiunse infine, poggiando il doppio mento sui palmi delle mani "Ma anche la tua unione con Rose" rifletté poi tra sé "In modo che adesso possa convincersi a sposarti e, di conseguenza, a liberarmi completamente di lei e delle sue folli spese" trattenne una risata "Anche se un po' mi spiace che se ne debba prendere carico uno squattrinato, però è la donna giusta per lui, che gli permetterà di adeguarsi un po' alla società; in quanto ad educazione, il generale è rimasto a quella che aveva ricevuto nella selvaggia Corsica, inasprita da quella militare".

Il generale si alzò e gli rivolse un inchino sincero stavolta ed uscì - Vi ringrazio ancora cittadino - Barras gli aveva offerto l'occasione che stava aspettando da tempo per attuare i propri scopi "Per anni ho dovuto mettere a tacere questo mio desiderio, ora non più, so che è un fronte secondario quello italiano, rispetto all'altro in cui si sta combattendo nel cuore dell'Europa, ma a me non importa, perché è da lì che partirà la mia effettiva carriera" i suoi occhi brillarono intensamente e sinistramente.

Una volta salito in carrozza, non esitò un secondo nel riferire ogni singolo dettaglio, ci fu enorme stupore da parte dei suoi aiutanti e sottoposti - Finalmente combatteremo davvero! - esultò Junot - Non ne potevo più di questa vita in cui le uniche soddisfazioni erano gli agguati di notte

- E le donne! - aggiunse ridendo Muiron - O sbaglio?

- A proposito di donne! - esclamò Napoleone, interrompendo quel momento di goliardia - Dobbiamo andare da Joséphine immediatamente! - ordinò rapidamente e informò il corriere della via che avrebbe dovuto prendere per raggiungerla - E riferirlo anche a lei! Prima di organizzare la partenza ho intenzione di sistemarmi, non mi è mai piaciuto lasciare le cose a metà!

- Giusto comandante - affermarono all'unisono i due, entusiasti al pari di lui, sinceramente desideravano che la loro vita fosse un po' movimentata e gloriosa. Quei mesi di routine erano stati anche troppo per tutti loro ed erano convinti che il loro generale li avrebbe stupiti in qualche modo.
 

- Joséphine! - gridò tutto ansimante, spettinato e affannato, Napoleone - Mia adorata - e la abbracciò dolcemente, travolgendola con la sua incredibile forza. Ispirò il suo profumo che li ridiede vigore, energia e soprattutto fiato - Finalmente...Barras mi ha assegnato il comando dell'Armata d'Italia...non puoi immaginare da quanto stessi aspettando questa opportunità - proseguiva, colto dall'euforia e dalla passione. Sapeva che non c'erano filtri o limiti, imposizione, poteva dirle tutto quello che pensava, senza timore, niente sarebbe uscito da quella casa.

La donna comprese che era arrivato il momento che il generale attendeva ansiosamente; a dire il vero qualche settimana prima Barras le aveva riferito che ci sarebbe una sorpresa per entrambi e soprattutto per Napoleone "Non rimarrai delusa, vedrai che quell'uomo arriverà in alto" aveva garantito il suo ex amante, con cui rimaneva in buoni rapporti, pur non avendolo mai amato "Mi sono mai sbagliato sul suo conto da quando l'ho conosciuto?" chiese retoricamente. E pensandoci bene, dal giorno in cui i due si sono incontrati, la vita di entrambi era cambiata notevolmente ed avevano accresciuto la loro fama. Barras aveva ottenuto il potere e adesso Buonaparte il comando di un'armata, abbastanza lontana da Parigi, così da potersi dedicare ancora alla vita mondana e di lusso - Quindi hai pensato che ora siamo nella condizione di poterci unire in matrimonio

- Mi leggi nella mente, amore - emise commosso Napoleone. Oltre a Barras, anche lei lo stava rendendo l'uomo più felice del mondo, quel giorno - Quindi è un sì? Mi vuoi sposare Joséphine?

- Certamente, generale Buonaparte - rispose lei sorridendo. Anche se non provava per lui quel sentimento di passione e amore, apprezzava le sue premure, il suo affetto, le sue attenzioni. Si era legato ai suoi figli senza nemmeno averglielo chiesto e li considerava come se fossero i propri; era convinta che quell'uomo avrebbe fatto carriera e di conseguenza avrebbe reso la sua posizione stabile, anche economicamente, "E poi ha coraggio da vendere nel voler sposare una donna più grande di lui di ben 6 anni". Lo accarezzò sul volto sbarbato e liscio - Voglio diventare tua moglie e aiutarti attraverso la mia influenza e le mie conoscenze, Buonaparte

Al culmine della gioia, Napoleone la afferrò per i fianchi, la sollevò e la fece roteare assieme a lui, il quale sorrideva e rideva al pari di un bambino, come raramente gli accadeva - Ah, il mio cuore sta esplodendo di felicità, questa notizia è ancora più emozionante di quella di Barras, amore mio - poi si fermò e la poggiò a terra, cercando di non perdere l'equilibrio e cadere.

- Quando hai intenzione di prepararlo? - domandò lei, aspettando che riacquistasse la calma, voleva che ragionasse in modo lucido e concreto - Immagino prima di partire

- Esattamente - rispose lui, mettendosi a braccia conserte, sul bordo dell'ampia poltrona, posizionata nel salotto - Ma non immediatamente, dobbiamo comunque organizzare il tutto senza intoppi, non voglio seccature burocratiche - si sistemò il ciuffo spettinato sulla fronte - Quindi ho intenzione di mettermi in viaggio il 21 ventoso - ovvero l'11 marzo - cosicché non arrivi tardi a destinazione - si massaggiò il mento, scuotendo leggermente la gamba sinistra sul ginocchio destro - Il 19 dovrebbe andare bene, sempre se sei d'accordo anche tu, s'intende, seppur non...

- Per me va più che bene - lo zittì, con la mano sulla bocca, si mise accanto a lui, ma il generale voleva sedersi sopra di lei per poterla abbracciare e sentirsi amato dalla donna più bella del mondo, dalla sua dea. Lei lo fece, intuendo che dietro quella strana richiesta ci fosse qualcosa di celato ed istintivo, ricambiando quella stretta, nonostante il vestito le stesse quasi scivolando giù, rivelando le sue grazie e lo baciò sulla fronte spaziosa - Ma a dare la notizia ai miei piccoli ci penso io, va bene?

- Non mi permetterei mai di oltrepassare il limite con loro, anche se li amo, non sono ancora miei figli, ma lo diventeranno a pieno titolo - si slanciò, palpando quel corpo perfetto e si tuffò nelle sue labbra per assaporarle in tutta la loro soavità - Ed entrerete nella mia famiglia, non vi mancherà più nulla, te lo prometto














 

 

   
 
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