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Autore: gio194    23/01/2022    1 recensioni
Il protagonista è Sean, un personaggio, un uomo, una coscienza immerso/a in un viaggio “interiore” alla ricerca di risposte su sé stesso/a e sulle persone che ruotano intorno alla sua vita. Sospeso sulla soglia tra sogno e realtà, sanità e follia, Sean si trova ad interagire con il ‘mondo’ circostante… e lo fa in un modo tutto suo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diciottesima parte

-“Sei arrivato al capolinea piccolo Sean?”

Udii qualcuno bisbigliare da dietro un cespuglio più o meno queste parole. Era una voce un po’ stridula, ma non così tanto da arrecarmi disturbo. Mi sentii come se mi stessero dando consolazione e forse anche dei gesti di affetto… una sorta di regressione infantile insomma. Eppure quella voce sembrava così vera e percettibile, la potevo quasi toccare con mano… Che stupido… si sarebbe mai potuto trattare di… Anne Marie!?

-“Nonna sei tu?!

-“Non so, tu lo credi?”

No, in effetti non potevo crederci. E poi come sarebbe stata in grado di riconoscermi? Erano dieci anni che viveva in un mondo tutto suo. La cosa incredibile era il modo in cui il suo fisico si era preservato, quasi intatto, come se i segni del tempo l’avessero risparmiata dai settanta agli ottant’anni. Forse era una sorta di compensazione per la sua… infermità mentale… demenza… obnubilamento mentale… 

-“Non ci pensare nemmeno ad attribuirmi tutti quei termini per qualificare la mia inattività mentale”, disse stizzita la signora mentre pian piano si faceva strada tra gli arbusti.

-“No di certo, mi scusi!”

-“E non essere così formulaico! 

 

A un certo punto lo sguardo di lei si fece più cupo ed era in tinta con il cielo uggioso. Dopo una serie di occhiate da cui trapelava una certa preoccupazione, la signora Bones esordì nuovamente: 

-“Non mi aspettavo di trovarti adesso. Devi aver sofferto tanto… lo leggo nei tuoi occhi ragazzo mio. Non ti meriti di stare qui; ci saranno tante cose utili che vorrai fare.”

-“Proprio come ti ricordavo… incredibile! Sei esattamente tu! Ma che giro ho fatto per incontrarti?! Ma credi davvero che io posso cambiare il corso delle cose?”

-“Se lo desideri, perché no?” 

I due iniziarono a ridere fragorosamente è il cielo cominciò a schiarirsi in modo simil-prodigioso. 

-“Devi correre! Perché sei ancora qui?”

-“Ma non riesco ad uscirne.”

-“Quante volte ti ripetevo ‘io credo in te Sean’… e tu correvi; anzi sfrecciavi! E poi dentro di te c’è così tanta intraprendenza… fai per quattro persone!” 

-“Ma lei non torna più?”

-“Io no di certo! Ne sono più che sicura! Aspetta ma chi è ‘lei’? Iris?”

-“Ehm, sì proprio lei…”

-“Se non ti muovi non la rivedi più!”

-“Allora vado!”

-“Aspetta, un’ultima parola!”

 

Non fu pronunciata alcuna parola; ci fu solamente un lungo caloroso abbraccio. Forse era il gesto di cui Sean aveva più bisogno in quel momento; o forse no. Da piccolo era solito trascorrere le sue giornate in compagnia del suo supereroe. Quest’ultimo era l’unica persona sulla faccia della terra ad avere il potere di riuscire a consolarlo in qualsiasi situazione. Il tempo trascorso insieme ebbe per entrambi un valore incommensurabile, considerando che in una tempestosa giornata invernale il supereroe aveva deciso (più o meno intenzionalmente) di andare in occultamento per un lasso di tempo indeterminato. La scomparsa di una figura così importante e protettiva avrebbe avuto delle serie ripercussioni sulla vita di qualsiasi essere umano. D’altronde si sa che un supereroe è pur sempre un supereroe. Sean si chiuse a riccio, si ripiegò su stesso, non ne volle sapere di accettare una tale catastrofe. Gli mancava il suo fidato scudo protettivo; da lì innanzi si sarebbe trovato esposto alle intemperie e non avrebbe saputo come difendersi, come trovare riparo, perché il supereroe non glielo aveva insegnato nei quasi dieci anni vissuti insieme. Le ansie, le insicurezze e le paure presero il sopravvento. Si sarebbe portato quel fardello per il resto della sua vita; lo avrebbe trascinato a fatica e ogniqualvolta avrebbe tentato di dimenticarsene (e di disfarsene) ci sarebbe stata una spina nel fianco a rammentarglielo. Come avrebbe sopperito all’assenza di una presenza insostituibile? 

 

-“Sean is willing to wake up! There’s one step missing!!!”

Erano giorni che Polly ripeteva incessantemente queste parole. Così Dizzy, molto stanca e provata dalla situazione, prese una decisone molto sofferta: spezzare il legame tra il volatile e Sean. Ella desiderava una nuova vita, una nuova esistenza per Polly; ciò si sarebbe reso necessario solo nel caso in cui ci fosse stato un radicale cambiamento, un mutamento inevitabile. Infatti, Sean non sarebbe più tornato di qua e Polly non era più in grado di passare attraverso il velo del mondo dei sogni di Sean. Riusciva sporadicamente a percepirne una flebile presenza. Nulla di più. 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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