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Autore: ClostridiumDiff2020    23/01/2022    0 recensioni
Una chiave come lascito dal defunto padre, misteriosamente scomparso.
La ricerca della verità sul suo passato e sull'origine delle cicatrici del suo volto che lo hanno segnato sin da piccolo.
Il viaggio di Nathaniel per svelare i segreti di un famoso ladro, che fu noto come il Re delle Ombre.
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
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5. Time Crash



Jules si sollevò per rimirare il corpo di Nathaniel. “Sei consapevole che non ti permetterò mai più di rivestirti?” gli sussurrò all’orecchio sfiorandogli il fianco ferito.

Edith aveva dato di matto quando lo aveva visto sporco di sangue, ancora di più quando in un secondo momento gli aveva confessato che la persona che lo aveva ferito era la stessa con cui poco dopo aveva fatto sesso.
E continuava a esserlo.
“Dovresti fargli il terzo grado ma ogni volta che lo vedi finisce che passate tutto il tempo nudi nel letto”
Nathaniel avrebbe voluto ribattere ma, forse non aveva tanto torto l’amica quando lo accusava di perdere ogni capacità di pensiero perché gli defluiva ogni goccia di sangue dal cervello. Ma quando provava a fargli delle domande sul loro passato o sui loro genitori, oppure su cosa cercasse nel covo di suo padre Jules lo trascinava a letto.
Voleva che dimenticasse tutto, la causa del loro incontro, il loro passato ma Nathaniel proprio non ci riusciva. Anche se Jules riusciva a distrarlo maledettamente bene.
La cosa che più si era avvinata a un discorso di senso compiuto tra loro era stato quando gli aveva gemuto in orecchio che tutto sommato quelle cicatrici lo rendevano ancora più sexy.

“Dovrei alzarmi… e cercare di non farmi cacciare di casa…” bofonchiò Nathaniel con poca convinzione.
Jules gli carezzò la gamba “Cosa ti fa pensare che ti lascerò andare?”
Nathaniel sorrise, era incredibile come pur sapendo così poco di lui non riusciva a desiderare altro che lui. Eppure, del loro passato non restava che qualche spazzo di ricordo al sapore di fragole.
“Quando mi guardi così mi viene voglia di mangiarti…” aggiunse Jules sdraiandosi sul compagno.



Edith salì le scale sbuffando, perché doveva andare a chiamare Nathaniel, non era mica la sua segretaria. La porta della sua stanza era chiusa, ma di certo la porta del magazzino che comunicava con la sua non doveva esserlo.
Edith avanzava nello stanzino al buio quando sentì un rumore provenire dalla stanza accanto. La porta non era chiusa come previsto e quando la spinse i rumori che sentì le fecero intuire subito che l’altro non fosse solo.
Edith sapeva che sarebbe dovuta andare via, ma invece si sporse, strinse il pugno conficcandosi le unghie nel palmo della mano. Detestava quel che sentiva crescere dentro di lei. Non riusciva a smettere di guardare Nathaniel e desiderare che Jules morisse all’istante.


___________


 
 
Nathaniel si strinse e rabbrividì, voleva schiarirsi la mente, il cuore gli rullava nel petto all’impazzata, per quanto ci provasse non riusciva a calmarsi.
“Si tratta di uno stupido sogno, nulla di più…” borbottò chiudendo gli occhi.
Sperava che tornare davanti a quel rudere, la sua vecchia casa potesse aiutarlo a comprendere. Ma la roccia non gli portava nessuna risposta.
“Pensavo che non saresti più uscito di camera”
La voce di Edithlo raggiunse ma il sorriso della ragazza si spense quando lui si voltò verso di lei. Lei gli si affiancò e gli poggiò una mano sulla spalla “Cosa ti turba?”
I suoi grandi occhi scuri erano pieni di domande e dubbi.
“Ho fatto un sogno” sussurrò Nathaniel chiudendo gli occhi e appoggiandosi alla quercia che si ergeva davanti alla grande casa abbandonata. “Ho sognato noi, in questa casa… Tu eri andata da mia madre perché lamentarti del fatto che ti avevo rubato il nastro dei capelli e io mi ero nascosto su questo albero. Ma non ero solo, Julian era assieme a me. Non avevo mai ricordato dei momenti passati con lui prima… Ma ricordo di aver mangiato delle fragole rubate dalla cucina assieme a lui su questo ramo, e ricordo la prima volta che mi ha baciato e… Ricordo quella sera, quando mio padre è morto… Io ero con Julian noi eravamo a letto assieme stavamo…”
Nathaniel fece una pausa imbarazzato.
“Già immagino cosa possano fare due adolescenti arrapati che esplorano i propri corpi… Ho visto che fanno due adulti arrapati…”
Le orecchie di Nathaniel avvamparono “Tu hai…”
Edithscrollò le spalle “Vi ho visto, mi madre mi aveva mandato a cercarti e io…Ti ho visto dallo stanzino che mette in comunione le nostre stanze…”
“Tu mi hai…” ripeté Nathaniel incredulo, per un attimo aveva scordato persino il sogno che tanto lo aveva turbato.
“Non mi piace quel ragazzo, credo che ti stia manipolando, strumentalizzando l’attrazione che provate l’uno per l’altro. Tu non lo ricordi eppure ti sei gettato tra le sue braccia…Tu…”
“Hai ragione, credo che mi stia mentendo su qualcosa di molto importante…”
“Davvero?”

Jules era alle loro spalle e li osservava in silenzio.
Nathaniel deglutì mentre l’altro si avvicinava. Sfiorò l’albero e i suoi occhi si piantarono su Edithche arrossì scivolando dietro Nathaniel, un conto era ammettere di averli spiati mentre facevano sesso al suo migliore amico, un conto era con Jules, un perfetto estraneo che accusava di ingannare l’amato.
“Quindi ricordi il nostro primo bacio su questo albero?”
Nathaniel annuì “E ricordo che tu eri con me, la notte in cui in casa esplose l’incendio che distrusse la mia famiglia… La notte in cui mi è successo questo tu…”
“Si ero con te quando ti sei ferito al volto, perché sono stato io”
Edithafferrò la mano di Nathaniel, lo vide oscillare come colpito da uno schiaffo.
“Tu mi hai… Sei stato tu a sfregiarmi il volto?”
“I nostri padri stavano discutendo e tu volevi intervenire… Non volevo farti del male lo giuro all’epoca non ero consapevole dei miei poteri e quando ho pensato di fermarti io… ti ho spinto e tu sei andato a sbattere contro lo specchio che ti è crollato addosso… Il pavimento è crollato sotto i nostri piedi e quando ti ho trovato eri in un lago di sangue, Credevo che fossi morto Nat… Tua madre mi ha scacciato ma speravo che poi tu mi avresti cercato, ma non è mai successo… E poi ho capito. Avevi rimosso tutto. I miei poteri telecinetici, me…”
Edith gemette quando sentì la stretta di Nathaniel serrarsi “Hai ucciso mio padre?”
Jules rise e alzò gli occhi al cielo “No, Nat io ero con te, non volevo che ti mettessi in mezzo tra i nostri padri ma non volevo certo che qualcuno morisse…”
Nathaniel lasciò la mano dell’amica e si indicò il volto “Tu mi hai fatto questo? Mi hai distrutto la vita perché non volevi che mi mettessi in mezzo negli affari di tuo padre? Per questo motivo eri con me quella notte? Dovevi distrarmi?” urlò Nathaniel avanzando.
Jules scosse la testa ma poi rise di nuovo “Ok è vero, mio padre mi ha chiesto di tenerti lontano, ma io volevo… Io desideravo stare assieme a te!”
La rabbia di Nathaniel esplose e Jules sentì il suo potere reagire di conseguenza.
Il tempo si congelò e tutto si bloccò attorno a lui.
Era come quella sera, quando aveva lasciato che il suo potere prendesse il controllo.
Osservò Nathaniel, i suoi grandi occhi scuri colmi di rabbia e dolore.
“Se solo potessi tornare indietro io cambierei ogni cosa…” sussurrò Jules allungando la mano per carezzargli il volto.
“E cosa faresti se ti dessi la possibilità di vivere la vostra esistenza in un'altra realtà? Un altro universo?”

Jules sobbalzò la madre di Nathaniel era apparsa all’ingresso della casa diroccata.
La donna gli sorrise “Perché l’agenzia che rappresento potrebbe dare ad entrambi una nuova opportunità!”

 

   
 
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