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Autore: TheMagician    23/01/2022    0 recensioni
“Una vacanza alla ricerca di se stessi, per confrontarsi con altre persone e rispondere ai propri dubbi interiori”.
Tre mesi di vacanza, tre persone, una malga.
Durante questo soggiorno una ragazza senza lavoro e senza sogni, un aspirante musicista e un prete, dovranno convivere insieme ed imparare a conoscersi, in modo da fare pace con i propri demoni interiori.
Ed è proprio uno di questi demoni che tormenta Gabriel, giovane prete in preda ad una crisi esistenziale sulla propria fede, ritrovandosi inaspettatamente e per la prima volta, attratto da qualcuno.
***STARRING: HAMISH LINKLATER***
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La sera calava dolcemente, con i suoi colori freddi e scuri, intenti a prendere il posto del calore del tramonto che pian piano scompariva dietro le montagne.
 

<< Ma gli altri tre si sono persi? >>

Vanessa si decise a prendere le redini della situazione, visto che nessuno si azzardava a parlare per primo.
<< Non te l'hanno detto? >> chiese Michael, presentatosi pochi minuti prima con una semplice stretta della mano.
Era seduto comodamente sul divano con una chitarra in mano, intento ad accordare le corde.

<< Detto cosa? >> chiese guardandosi intorno domandandosi se fosse l'unica scema ad essere all'oscuro di tutto.

<< Siamo divisi in due settori. Tre ospiti in un piano e tre ospiti un altro. Noi siamo qui e gli altri tre a quello superiore. Non possiamo scambiarci le stanze o fare loro visita. >>
Vanessa rimase in ascolto incredula, non capendo bene la situazione.


Emise un lungo sospiro per mantenere il controllo, cercando di non dare di matto.
Si rassegnò all'assurdità delle circostanze. Le sembrava l'inizio di una barzelletta: Lei, per nulla credente, un prete e come terzo coinquilino un ragazzo dall'aspetto tipico di un surfista australiano, abbronzato e massiccio.

<< D'accordo. C'è altro che dovrei, anzi, dovremmo sapere? >>

Si girò verso l'uomo in camicia, ma sembrava non essere attento o comunque per niente interessato alle spiegazioni generali.
<< Due stanze da letto, una per noi maschietti e una per te, con due bagni divisi ovviamente. Questa è la sala principale e non c'è altro. Ah, possiamo uscire quando volgiamo entro i limiti, e utilizzare tutto quello che c'è qua dentro. Se necessitiamo di altro, ci rivolgiamo alle telecamere. >>
Concluse abbastanza soddisfatto puntando l'indice verso dei rettangoli con una lente al centro posizionate ai quattro angoli della stanza.
Come se le avesse detto di aver vinto alla lotteria, Vanessa scese dal tavolo con un balzo e si diresse verso i fornelli.

<< Preparo una tisana, qualcuno gradisce? >>

Di risposta Michael annuì e Gabriel fece il classico cenno di testa.


Una volta acceso il fuoco e appoggiata sopra la teiera, tornò da Gabriel per sedersi di fianco a lui questa volta, cercando di ripartire da zero.

Non vedeva di buon viso né la Chiesa né i preti, ma volente o nolente, doveva per forza sforzarsi di conviverci.
Prese posto sotto le note di Johnny Cash che Michael stava suonando, senza badare loro di sguardi, come se fosse estraneo alla situazione.
<< Allora Gabriel, ricominciamo, che ne dici? Ah, giusto per mettere in chiaro. Non aspettarti che ti chiami “Padre” o cose simili. >> Gabriel sorrise alla sua premessa, senza aggiungere niente.

A suo modo quella ragazza sapeva essere spiritosa e divertente; era nata per stare in mezzo la gente, per chiacchierare e raccontare storie.

Sapeva amalgamarsi a qualsiasi persona e qualsiasi carattere, attaccava bottone con chiunque senza limiti o timidezza.


<< Che cos'è che ti turba? >> chiese mantenendo una certa serietà.
<< I miei pensieri mi turbano. Come demoni nel buio pronti a tendere un agguato appena volto loro le spalle. >>

Gabriel parlava lentamente, fissando il tavolo e gesticolando leggermente per enfatizzare la spiegazione fantasiosa.
<< Beh, tutti abbiamo dei demoni nascosti e molte volte non sono esattamente dietro l'angolo o nell'armadio. Se non li puoi cacciare, accetta la loro presenza. >> Fece spallucce con semplicità.

Gabriel sbuffò abbassando lo sguardo, non sapendo se continuare oltre la conversazione.

<< Non è così semplice >> disse sottovoce, più a se stesso che a lei.

<< Non lo è, ma la consapevolezza ci rende più forti. E' normale porsi delle domande e mettere in discussione le proprie decisioni. Siamo essere umani, non robot. Non era Dio ad aver dato il libero arbitrio? >>
Si avvicinò maggiormente, inclinando la testa di lato per rendersi più amichevole e cercando di catturare lo sguardo dell'uomo che non ne voleva sapere di guardarla negli occhi.


Vanessa percepì che c'era qualcosa di più, di semplici demoni nella testa.
Qualcosa nella sua vita lo aveva traumatizzato e sconvolto a tal punto di scegliere di intraprendere un viaggio come quello.
<< Gabriel >> insistette Vanessa e finalmente lui alzò il viso.

<< Prima di essere figlio di Dio o di essere un prete, sei un essere umano. Ricordatelo. >>

Un piccolo sorriso emerse dalla triste piega che aveva preso il suo viso.

Ad interromperli fu il fischiare della teiera e con uno scatto veloce, Vanessa andò a preparare un vassoio con tazze fumanti e biscotti da portare a tavola, richiamando anche Michael, che per tutto il tempo non li aveva presi in considerazione.

 

Bevvero la bevanda bollente in silenzio, fissando punti ciechi della stanza, con il cielo ormai completamente buio oltre di loro.
Nessuno necessitava di andarsi a cambiare o andare a disfare le valige e nessuno si convinceva ad intraprendere un discorso.

Il ragazzo biondo sembrava assorto nei suoi pensieri e nel suo mondo, come se niente e nessuno potesse disturbarlo dal suo stato di rilassamento.

Vanessa era incerta se lavorare su l'approccio con Gabriel e quando si decise, alzando la chioma di capelli ondulati, vide che due occhi color caffè la stavano scrutando con un certo interesse.
Si mise dritta e composta, assecondando la competizione, aspettando di vederlo cedere e dopo poco, lui tornò a guardarsi le mani sorridendo.


<< Cos'è che ti fa ridere? >> chiese lei, non capendo la sua reazione.
<< Niente, mi ricordi tanto una persona. >> Prese a torturarsi le mani e i suoi occhi scorrevano frenetici come se stessero vedendo le immagini dei suoi ricordi.
Vanessa rimase in silenzio, aspettando una risposta che non tardò ad arrivare.
<< Assomigli molto alla persona che ho amato di più nella mia vita. >>

Ci fu una lieve pausa e un lungo sospiro. Anche Michael alzò la testa dal suo strumento per ascoltare.
<< Mia sorella Mary >>.
Il dolore si appropriò della sua espressione e del suo viso, facendogli comparire diverse rughe di dispiacere.
<< Hai amato? >> sottolineò Vanessa con una certa tensione in gola.

Nonostante la spavalderia e l'audacia che caratterizzavano quella ragazza dagli occhi di miele, aveva una sensibilità inaudita. Riusciva sempre a leggere dentro le anime e capire l'umore nonostante il tentativo degli altri di camuffarlo.
Sapeva gioire della felicità altrui e al contempo, soffrire del loro dolore.
Come una spugna assorbiva le energie e le emozioni, rendendole proprie.
<< E' morta cinque anni fa, era gravemente malata >> la voce gli si spezzò in gola e gli occhi gli divennero lucidi.

 

Vanessa capì che non era il caso di andare oltre e che per quel giorno, poteva bastare.

Gli si avvicinò appoggiandogli una mano sulla spalla e lui di scattò alzò la testa per guardarla con gli occhi arrossati.
<< Immagino che, come dite voi, ora sta bene ed è nella casa di Dio. >>
Non aggiunse altro e Gabriel annuì, non del tutto convinto.
Vanessa pensò che fosse quella, la causa della sua presenza e del suo malessere; probabilmente non era certo che lei fosse in Paradiso o forse, non condivideva i piani di Dio.
<< Ragazzi, direi che per oggi basta. Che ne dite se andiamo a letto? >>

   
 
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