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Autore: Nina Ninetta    25/01/2022    2 recensioni
Raccolta di flashfic e/o one shot dedicata al mondo di Final Fantasy. La challenge prevede di scrivere una storia per ogni mese dell'anno, e io ho pensato di dedicarla ai titoli di Final Fantasy a cui ho giocato, seguendo l'ordine cronologico di uscita.
[Storia Partecipante alla Challenge "To Be Writing 2022" indetta da Bellaluna sul forum Ferisce più la penna]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo partecipa alla Challenge “To Be Writing Challenge 2022” indetta da Bellaluna sul forum “Ferisce più la penna”.
La sfida del mese di gennaio prevedeva di scrivere una song-fic e io ho scelto la canzone "Sally"  di Vasco Rossi (o Fiorella Mannoia, bellissime entrambe le versioni).
I fatti narrati si svolgono alla fine dell'intero capitolo di Final Fantasy VII, la protagonista è appunto Tifa.

(1212 parole)



 
 
Tifa Lockheart



 
Sally cammina per la strada senza nemmeno
Guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
Di fare la guerra



 
Tifa cammina per il Settore 7 di Midgar, è diretta al 7th Heaven.
Alza lo sguardo, dopo l’attacco una parte della piattaforma sovrastante è crollata, adesso si può notare uno squarcio di cielo color arancio: ricorda vagamente la sfumatura dei capelli di Aerith sfiorati dal sole.
Ritorna con gli occhi scuri sulla strada davanti a sé, prova una fitta alla bocca dello stomaco.
Non passa giorno che non pensi all’amica… avrebbe potuto fare di più?
Sicuramente.
Si può sempre fare di più.
Aerith, con il suo sorriso dolce.
Aerith, con i suoi modi gentili.
Aerith, bella e spiritosa.
 
Il Settore è stato quasi completamente ricostruito, ma il fetore dei bassifondi permane all’infinito. Alcuni topi bevono da una pozzanghera; dei bambini vestiti di stracci si ricorrono con delle spade di legno urlando di essere i nuovi SOLDIER.
Qualcuno la saluta, lei ricambia senza espressione, forse le ha chiesto qualcosa in particolare, perché in lontananza gli sente urlare indispettito che avrebbe almeno potuto rispondere.
 

 
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
Ti può crollare addosso
Sally è già stata punita


 
 
È cambiata Tifa, non è più la ragazza che era prima di tutto quello che ha patito. Come se la vita non fosse già stata abbastanza ingrata con lei.
Abituata a combattere, a non dipendere da nessuno, a contare solo sulle sue forze, ma sempre pronta ad aiutare chiunque glielo avesse chiesto.
Adesso vuole solo una vita tranquilla, niente più mostri da sconfiggere o amici da sotterrare.
Finalmente raggiunge il bar che ha riaperto dopo la grande battaglia. Ancora una volta si è dovuta rimboccare le maniche e ricominciare, di nuovo, come dopo la morte di suo padre.
Una volta la vita era più facile.
Da bambina, nel suo villaggio natale, giocare e fare colpo sui compagni sembrava la cosa più importante del mondo. Perfino Cloud faceva di tutto per mettersi in mostra. Non ci aveva mai fatto caso, ma il suo vecchio amico d’infanzia ricercava sempre e solo le sue attenzioni, e se lei lo guardava le sorrideva felice e soddisfatto.
Poi era andato via e tutto era cambiato, in peggio. Non si era resa conto di quanto le fosse affezionata, di quanto dipendesse dalla sua amicizia, fino a che non era stata costretta a vivere senza di lui.
 
Entra nel bar. Tutto è perfettamente identico a come lo aveva lasciato la sera precedente: le sedie capovolte sui tavoli, il jukebox spento, le freccette raccolte sul davanzale della finestra. Non accende le luci, non ancora, quindi si sposta dietro al bancone, dove comincia a prepararsi un tè caldo, senza pensarci su troppo a lungo. Mette il bollitore sul fuoco e aspetta il classico fischio, mentre fuori comincia a piovere, prima lentamente, poi con maggiore insistenza. Immagina la gente del Settore 7 correre al riparo, se aprisse adesso la maggior parte di loro si riverserebbe all’interno. Ma non è ancora giunto il momento di aprire al pubblico, prima deve essere certa che la missione sia andata a buon fine e che tutti – tutti! – siano al sicuro.
 
 

 
Perché la vita è un brivido che vola via
È tutto un equilibrio sopra la follia
Sopra la follia


Senti che fuori piove
Senti che bel rumore
 

 
Posa una sedia sul pavimento tirato a lucido e si siede, il calore del tè nella tazza le distende i nervi. Socchiude gli occhi. Il brusio cullante della pioggia è rilassante.
Cloud è in missione con Barret, dovrebbero tornare a momenti, ammesso che non ci siano stati intoppi.
Il Settore 4 aveva chiesto a quelli dell’Avalanche di mandargli qualcuno per sterminare una colonia di ratti giganti che si era annidata nelle fognature. Un lavoretto di routine, insomma. Eppure, ogni volta, teme il peggio. È abituata ad aspettarsi sempre il peggio dalle situazioni, complicazioni insomma, anche dove non dovrebbero essercene.
Si dice che è cambiata, che non è più la ragazza di prima, che ormai tutto quello che accade intorno a sé non la riguarda, non le importa. Ma non è così.
Continua a mentire a se stessa, perché?
Ogni volta che Cloud va in missione teme per la sua vita, ha paura che non torni sano e salvo, che guardandolo possa rivedere quello sguardo glaciale, senza sentimenti e che smetta di amarla.
Cosa le resterebbe?
Teme per la piccola Marlene, che un giorno possa essere vittima di bullismo a scuola, che possano prenderla di mira perché è la figlia di Barret.
Teme per la vita di quest’ultimo. È una testa calda, sa che si butta a capofitto in ogni situazione, senza pensare alle conseguenze.
Semmai dovesse succedergli qualcosa, cosa ne sarebbe di Marlene?
 
La porta del bar si apre all’improvviso e il fruscio della pioggia si espande tutt’intorno, poi si attutisce quando l’uscio si richiude. Tifa apre gli occhi e si volta in quella direzione. La sala è in penombra, ma non ha bisogno di accendere le luci per sapere che si tratta di Cloud.
È tornato, per fortuna.
«Tutto bene?» gli chiede.
«Tutto bene» le risponde, avanzando verso di lei. Lo spadone che ha dietro la schiena quasi sfiora il pavimento, i capelli chiari sono spettinati, il viso è incrostato da macchie scure. Forse sangue di ratto gigante. Gocce di pioggia si posano sul pavimento, lasciando impronte profonde.
«Hai bisogno di una doccia, hai una faccia! I ratti sono stati più tosti del previsto?» Tifa ridacchia, più che altro per allentare la tensione che aveva provato fino a un attimo prima. «Non sei più il guerriero imbattibile di un tempo». Scherza.
«Tu resti qui?» gli domanda Cloud e lei annuisce. Il bar è il suo lavoro adesso, non può chiuderlo. «Io, allora, vado» conclude lui, dandole le spalle per andare via.
«Cloud, non chiudere la porta quando esci».
Lui fa un cenno con il capo e sparisce.
 


 
Sally cammina per la strada, leggera
Ormai è sera
Si accendono le luci dei lampioni
Tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni


 
I lampioni si stanno accendendo con una lentezza incredibile, le botteghe cominciano a chiudere i battenti e le persone tornano a casa, stanche e ingrigite dalla pioggia.
O forse è solo la vita?
Tifa si alza, versa il tè nel lavabo e rimane qualche minuto così. Stringe le mani sul banco da lavoro, abbassa le palpebre e si ripete un mantra che va avanti da troppo tempo.
È tornato. Sta bene. Io sto bene. Stiamo tutti bene.
Riapre gli occhi e lo sguardo si posa su un fiore bianco posato in un bicchiere di vetro con dell’acqua. Sorride. Aerith avrebbe saputo usare le parole giuste per confortarla. Ma adesso è tempo di lavorare, non dei rimorsi.
 
Quando il 7th Heaven chiude i battenti è notte inoltrata.
Ha smesso di piovere, ciò nonostante l’aria è permeata di umidità, la strada è puntellata da diverse pozzanghere, mentre in lontananza si ode ancora l’eco di qualche tuono che si è attardato.
Tifa scende i pochi scalini che la separano dalla via principale e lo vede: è di spalle, le mani infilate nelle tasche del giubbotto. Si volta verso di lei. Non ha più il viso sporco, né lo spadone sulla schiena. Lo raggiunge e Cloud le lascia un bacio sulla fronte, passandole un braccio intorno alla schiena. Le chiede se per caso ha freddo.
«No» mente, ma l’ex SOLDIER le posa comunque il suo giubbotto sulle spalle.
«Com’è andata la serata? Problemi?»
«Per niente, tutto bene.»
«Andiamo a casa?»
Tifa alza gli occhi per guardarlo dritto nei suoi, quegli occhi innaturali, di un verde brillante. Annuisce con la testa, provando un profondo senso di sollievo intanto che Cloud le sorride, con una dolcezza infinita.
Poi, insieme, si incamminano per le vie deserte del Settore 7 di Midgar.
 


 
Ed un pensiero le passa per la testa
Forse la vita non è stata tutta persa
Forse qualcosa s'è salvato
Forse davvero non è stato poi tutto sbagliato
Forse era giusto così

Forse, ma forse, ma sì!



 
Fine 
 
 
  
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