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Autore: Fiorentinasara    25/01/2022    2 recensioni
Hilary una ragazza di 25 anni scrittrice eredita alla morte della nonna Camille la casa dove abitava a Wako in Texas. Lei non ci è più voluta tornare in Texas a Wako da quando era morta la nonna ma con le insistenze della madre decide di tornarci e lo farà a pochi giorni dal Natale perché aveva sempre amato Wako sotto le feste ed era un modo per sentire la nonna più vicina visto che adorava il Natale a Wako Hilary farà nuove amicizie tra cui conoscerà Zac un bel professore della Baylor univerity e suo figlio Tommy di quattro anni che si affezionerà a lei cosa accadrà tra i due se ve lo state chiedendo leggete questa storia
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Frustrata, Hilary chiuse il computer e lo rimise dentro la borsa. Si alzò dalla sedia e andò a curiosare tra gli scaffali pieni di libri, ne prese in mano uno e lo annusò. Adorava quell’odore di carta e inchiostro, la rilassava. D’altronde, era vissuta tra quei libri, ci aveva mosso i suoi primi passi in quella libreria, e lì si sentiva a casa. Fu riscossa da quei pensieri da sua madre.  
“Hilary dove sei? Vieni a darmi una mano a sistemare i libri che sono appena arrivati.” Le urlò la madre per farsi sentire. 
“Arrivo, arrivo. Mamma non c’è bisogno di urlare così.” Rispose Hilary. 
Anche quel giorno non avrebbe combinato nulla con lo scrivere, così si rassegnò e andò ad aiutare sua madre. Doveva fare qualcosa per questo problema, e ci avrebbe pensato poi. A sera, le due donne si poterono ritenere soddisfatte per come era andata la giornata, anche se non erano venuti molti clienti.  
“Hilary, non posso andare avanti così. Vedi bene che non sono venuti molti clienti?” Disse la madre dispiaciuta. 
“Mamma non ti preoccupare. Anche se pochi, di clienti ne abbiamo avuti. Escogiterò qualcosa per attirare i clienti, e fare riprendere a loro a leggere.” Hilary ce la stava mettendo tutta per tirare su di morale sua madre, ma secondo lei non aveva sortito l’effetto sperato. 
La madre fece tanto di spallucce, uscì da dietro il bancone e si diresse all’attaccapanni, dove prese il cappotto, la borsa e la sciarpa, la passó alla figlia e indossò il suo, prendendo anche lei la borsa e la sciarpa.   
“Per oggi possiamo pure tornare a casa a riposarci. Poi penseremo a come risollevare le sorti della libreria.” Disse la madre.  
Hilary fu contenta di ritornare a casa, ed uscirono dalla libreria. Anche quel giorno la neve era scesa copiosa su Laurel, infatti per le vie si vedevano gli spazzaneve che cercavano di ripulire la strada da essa. Non era un’impresa facile, visto che era anche ghiacciata. Una folata di vento fece rabbrividire Hilary, che si strinse ancora di più il cappotto al suo corpo per trarne un po’ di calore. Mentre tornavano a casa, Hilary vide che alcuni negozi stavano già incominciando a sistemare le decorazioni natalizie; a quella vista le si scaldò il cuore. Adorava il natale, soprattutto gli addobbi, e sul suo volto apparve un sorriso. Le due donne arrivarono finalmente a casa, dove la madre di Hilary prese la legna per accedere il camino, mentre la figlia andò al piano di sopra per farsi una doccia calda per riscaldarsi.  
“Hilary dove stai andando?” Le disse la madre vedendola salire le scale. 
“Mamma, vado a farmi una doccia e vengo subito.” Rispose Hilary continuando a salire le scale.  
Arrivata in camera, si avvicinò all’armadio e prese i vestiti un paio di leggings neri e una maxi maglia a collo alto verde scuro, frugò nel cassetto della biancheria tirando fuori un completo nero. Si diresse in bagno, aprì l’acqua della doccia per farla scaldare intanto si spogliò, e vi ci si infilò dentro. 
Sotto il getto dell’acqua calda il suo cervello incominciò a pensare alla giornata appena trascorsa. Mon poteva farcela, presto o tardi sarebbe finita sotto stress: la sua madre che voleva un aiuto in libreria ed il fatto che non riusciva a scrivere nemmeno una parola del suo nuovo libro, non l’aiutavano di certo. Poi ci si metteva anche Angie, la sua menager, con le insistenze sul primo capitolo del romanzo nuovo. Proprio non poteva reggere ancora per molto, e di andare a Wako non se ne parlava minimamente. Anche se lì avrebbe avuto tutta la tranquillità di cui aveva bisogno.
Si riscosse dai suoi pensieri.  
“Dannazione!! Così non va.” Disse Hilary frustrata.  
Iniziò ad insaponarsi il corpo con il suo bagnoschiuma preferito al gelsomino, si risciaquò e si insaponò i capelli con lo shampoo alla rosa e risciaquò anche i capelli. Una volta finito chiuse l’acqua e uscì dalla doccia, indossando il suo morbido accappatoio giallo di spugna, e si posizionò davanti al lavandino per lavarsi la faccia con il latte detergente, ed infine mettersi la crema.
Quella doccia calda l’aveva  rimessa a nuovo. Una volta finito il tutto, indossò la biancheria tornando, e in camera si sedette sul letto e squillò il suo cellulare. Hilary lo prese, videndo che era la sua amica Tanya.
“Ciao Tanya, come mai mi chiami a quest’ora?!” chiese Hilary. 
“Ciao Hilary. Ti chiamavo per sapere se dopo cena saresti uscita con me a fare una passeggiata. Potremo andare al molo o in piazza.” Rispose molto allegra Tanya. 
“Certo! Mi ci vuole proprio un po’ di svago da tutto questo pensare. Sei stata molto gentile a chiedermelo.” Rispose Hilary. 
Si salutarono, ed Hilary si vestí con i leggins neri il maglioncino a collo alto verde scuro, e ai piedi mise i suoi stivali da neve. UIna volta pronta, tornò in bagno per asciugarsi i capelli e scese in cucina dalla madre, che era intenta a tagliare le verdure sul ripiano di marmo della grande isola posta al centro.
La madre alzò il viso verso la figlia.  
“Bene, Hilary ora che sei qui potresti darmi una mano ad apparecchiare la tavola mentre io finisco di preparare la cena.” Disse gentilmente la madre.  
“Certo mamma.” Rispose Hilary. 
Hilary si diresse alla credenza, aprì l’antae  prese i piatti e bicchieri. Sotto l’anta aprì un cassetto e prese le posate, poi si girò e da sotto il piano dell’isola prese due tovagliette all’americana rotonde di paglia, ed andò ad apparecchiare. Intanto, la madre prese le verdure appena tagliate, si girò e le buttò in una padella, dove dentro c’erano già le alette di pollo piccanti, e mescolò il tutto per farlo cuocere senza attaccarsi. Hilary si sedette su uno sgabello davanti all’isola.  
“Mamma, stasera dopo cena uscirò con Tania. Mi ha chiamato prima mentre ero in camera. Non ti dispiace vero?” disse Hilary. 
“No, niente affatto, vai pure. E' giusto che una giovane ragazza come te si diverta. Non pensare a me, ma divertiti con Tanya.” Rispose la madre.  
Quando la cena fu pronta, si misero a tavola e mangiarono, poi Hilary aiutò la madre a riordinare. Dopo un po’ sentirono suonare il campanello, e la madre andò ad aprire. Era Tania.  
“Ciao Tania, sei venuta a prendere Hilary per uscire?” chiese la madre.  
“Si signora Word. Non so ancora dove andremo, però.” Rispose Tanya.  
La madre si spostò di lato per farla entrare. Tanya entrò e vide Hilary seduta sul divano.  
“Ciao Hilary, andiamo forza. Lla cittadina aspetta noi.” Disse Tanya sorridendo. 
“Certo Tanya. Sono pronta.” Rispose Hilary. 
Si alzò dal divano e indossò il cappotto con la sciarpa che erano sull’attaccapanni. 
“Ciao mamma, noi andiamo. Non stare alzata ad aspettarmi, vai a dormire tranquilla.” Disse Hilary dandole un bacio sulla guancia. 
“Non ti preoccupare Hilary, va e divertiti con Tanya. Ciao.” Rispose la madre.  
Hilary e Tanya uscirono di casa e si incamminarono per la strada illuminata da alcune lampade e dalla leggere luce della luna.  
“Hilary dove vogliamo andare?” chiese Tanya. 
“Non saprei Tanya. Possiamo andare al molo a fare una passeggiata, ti va?” rispose Hilary. 
“Certo che mi va, così potremo parlare un po’. E' da tanto che non ci vediamo.” Rispose Tanya.
Si incamminarono verso il molo, dove si misero a sedere su una panchina a parlare. 
“Hilary, raccontami un po’ di te.” Chiese Tanya.
“Vediam,o da dove inizio... Mi sono trasferita in California due anni fa dopo la morte di mio padre. Non avrei retto alla morte di un’altra persona cara, se fossi rimasta qui sarei impazzita, non potevo proprio permettermelo. Arrivata in California, non sapendo che faree e non avevo un lavoro, mi sono messa a scrivere e vinto il mio timore di far vedere il mio scritto a qualcuno. Una volta finito di scrivere, ho iniziato a mandare il mio libro a varie case editrici, fino a che una mi ha risposto dicendo che avevo stoffa, e che avrebbe puntato su di me, visto che stava cercando nuovi scrittori emergenti. Mi sono presentata e mi hanno dato la possibilità di pubblicare il mio romanzo, e mi hanno assegnato una manager, Angie. E ora sono in giro a promuovere il mio romanzo. E' andata talmente bene che mi hanno chiesto di scrivere un secondo libro, ma ancora non sono riuscita a buttare giù una parola, e la mia menager mi sta facendo pressione. Ma qui a Laurel  è impossibile scrivere, con tutte le distrazioni che ho.” Finì di raccontare Hilary.
Tanya era affascinata dal racconto di Hilary. 
“Hilary, tu hai sicuramente fatto più di me nella vita. Io sono sempre stata in questo paesino, e l’unica cosa che ho fatto di eclatante è stato lasciare Tom, il figlio del sindaco, dopo che mi aveva tradito con quell’oca ossigenata di Melody. E poi mettermi con Marcus il meccanico.” Rispose amareggiata Tanya. 
Hilary, per tirare su di morale Tanya, ma anche perché cominciava davvero a non sentire più le dita delle mani da quanto erano gelate, propose all'amica di andare al bar che c’era in fondo al molo per bere qualcosa e riscaldarsi un po’.  
“Tanya, perché non andiamo a bere qualcosa e rincaldarci al bar in fondo al molo? Staremo meglio e al caldo.” Propose Hilary  
“Certo Hilary, buona idea. Ci vuole proprio con questo freddo.” Rispose Tanya. 
Si alzarono dalla panchina congelate e ai avviarono al bar, ed Hilary si strinse nella sua calda sciarpa per provare ad avere un po’ di sollievo dal freddo. Entrarono nel bar e furono avvolte da un tepore caldo che fece sciogliere i muscoli irrigiditi dal freddo pungente che c’era fuori. Si sedettero al bancone, e mentre aspettavano il barista continuarono a parlare.  
“Hilary, mi ha detto tua madre che alla morte di tua nonna Camille hai ereditato la sua casa a Wako. Se qua hai troppe distrazioni per scrivere, potresti andare là. Lì tra la tranquillità della cittadina potresti riuscire a fare qualcosa.” Disse Tanya. 
Prima che Hilary potesse rispondere, arrivò il barista.  
“Cosa vorreste ordinare belle signorine?” chiese ammiccando il barista. 
Tanya ordinò per lei e Hilary una cioccolata calda per riscaldarsi.  
“Arrivano subito.” rispose il barista. 
Finalmente Hilary poté rispondere a Tanya.  
“Sì, ho ereditato la casa di mia nonna, ma non ci vado da quando lei è morta. Tutto in quella citadina mi ricorda lei, e non voglio soffire di nuovo. Mi manca terribilmente.” Rispose Hilary.
Ritornò il barista con le cioccolate calde e provò ad attaccare bottone con le due, che lo fulminarono all’istante.
“Ho capito, ho capito. Me ne vado... e che modi però.” Rispose infastidito il barista.  
Mentre sorseggiavano la cioccolata calda, Hilary ripensò alle parole della sua amica. Aveva ragione: in fondo, non poteva chiudersi così, e non andare più a Wako solo perché le ricordava sua nonna. Doveva tornarci anche per lei, e sua nonna sarebbe stata felice di sapere che c’era andata.
Tanya e Hilary continuarono a parlare, finendo la cioccolata calda. Alla fine videro che si era fatto tardi, pagarono e tornarono a casa. Sulla via del ritorno incominciò di nuovo a nevicare, ed Hilary tirò fuori il suo ombrello, facendo cenno a Tanya di ripararsi sotto.
Arrivate davanti casa di Hilary si salutarono.  
“Hilary è stata una piacevole serata. Promettimi che ci penserai a quello che ti ho detto, di andare a Wako. Tua nonna sarebbe felice, e non vorrebbe vederti così stressata.” Disse Tanya.
“Anche per me è stata una piacevole serata. Ti prometto che ci penserò a quello che mi hai detto. Tanya, a proposito, prendi il mio ombrello che ha iniziato a nevicare più forte. Me lo ridarai la prossima volta.” rispose Hilary. 
Tanya accettò l’ombrello si salutarono. Hilary entrò in casa, e vedendo la madre addormentata sul divano scosse la testa e si tolse il cappotto.  
“Non cambierai mai mamma. Che io ne abbia 25 oppure 16 anni, starai sempre lì ad aspettarmi.” Pensò Hilary mentre le sue labbra si incurvarono in un piccolo sorriso, si avvicinò al divano e posò una mano sulla spalla della madre per svegliarla. La donna aprì gli occhi.  
“Hilary sei tornata meno mal,e sana e salva.” Disse la madre. 
Hilary ridendo: “Oh mamma, sei sempre la solita. Ancora mi aspetti alzata quando esco, anche se ho venticinque anni. Andiamo a letto, che è tardi e dormirai meglio.” 
La madre, aiutata da Hilary, si alzò dal divano e insieme salirono le scale per andare a dormire nelle rispettive camere.
   
 
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