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Autore: Severa Crouch    27/01/2022    4 recensioni
Tom Riddle è il CEO della Legilimens Inc., rinomata società di software, famosa per le sue attività di profilazione approfondita. Pare che il programma della Legilimens sia in grado di conoscere i segreti più oscuri degli ignari utenti del web. Tom Riddle, però, ha anche un lato oscuro, è un famoso hacker noto nel dark web come Lord Voldemort che non esita a utilizzare le proprie risorse per abbattere la concorrenza o per procurarsi nuovi affari.
Per lui sognano di lavorare molti talenti, protagonisti delle one-shot di questa raccolta.
La prima storia "Come to the dark web" partecipa al contest “Vorrei incontrarti tra Cent’anni” indetto da Nirvana_04 sul forum Feriscelapenna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Mangiamorte, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache babbane - Muggle!AU'
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NDA -Non Disclosure Agreement
Alexandra Turner / Rodolphus Lestrange


Essere la responsabile dell’ufficio compliance della Legilimens Inc. è un incarico piuttosto complicato. Non solo perché il mondo dei software è per sua natura insidioso, ma anche perché il business model che Tom Riddle, il capo di Alexandra Turner, persegue è al confine tra la legalità e l’illegalità. 

La Legilimens vende, infatti, programmi che permettono ai clienti della società di scandagliare il web alla ricerca di informazioni su clienti, competitor, dipendenti, anche a loro insaputa (soprattutto a loro insaputa!) e questo porta una serie di problemi che richiedono una giustificazione legale. Infatti, per Alexandra non esistono cose illegali, basta solo saper spiegare la prospettiva legale da adottare e lei è piuttosto brava a trovare una spiegazione che renda perfettamente legale, o plausibilmente legale, ciò che a prima vista potrebbe non sembrarlo.

Sono due giorni che Alexandra è rinchiusa in un ufficio con un ispettore inviato dall’Autorità di Controllo, un certo Bertie Higgs. Alexandra, come prevede il protocollo, lo ha accolto insieme a Rodolphus Lestrange, il responsabile dell’ufficio legale, insieme lo hanno condotto in una sala riunioni e gli hanno messo a disposizione tutta la documentazione che l’ispettore Higgs ha chiesto di esaminare. 

Durante l’ispezione è stata paziente, precisa e non troppo dettagliata (gli ispettori si insospettiscono se vengono fornite troppe spiegazioni). Inoltre, anche i referenti delle funzioni aziendali sono stati preparati per tempo e hanno risposto in modo eccellente alle domande.

“È quasi un peccato andar via, dottoressa Turner, è difficile trovare persone così competenti e preparate.”

“Le Legilimens ha a cuore la privacy degli interessati. Il nostro CEO viene dal mondo della sicurezza informatica e noi questi temi li abbiamo nel DNA dell’azienda. Siamo felici di sapere che le nostre procedure incontrano l’approvazione dell’Autorità. Siamo molto attenti a recepire ogni minima indicazione e offrire la nostra più completa collaborazione.”

“Lo apprezziamo molto.” 

L’ispettore Higgs deve essere poco più grande di lei, è un uomo di media statura, dal fisico atletico e asciutto, tipico di chi ha una carriera militare, ma passa la vita tra i civili. La osserva con due occhi azzurri piuttosto vivaci e deve credersi bello, o affascinante, a giudicare dalla cura con cui pettina i capelli castano chiari. 

“Spero di vederla a qualche convegno dell’Autorità. Sa, la prossima settimana sarò relatore a un incontro sul trasferimento internazionale di dati, potrebbe interessarle. Il dirigente del mio ufficio, il dott. Scrimgeour, si occuperà di quelle che saranno le prossime linee di indagine dell’Autorità.”

Alexandra lo accompagna fino all’uscita e mentre cammina asseconda l’ispettore Higgs che sta per uscire dalla sua sfera d'influenza e non vuole indispettirlo prima che si metta a scrivere il verbale. Così, gli concede: “Sembra molto interessante. Cercherò di liberarmi ed essere presente.”

“Allora a presto!”

Non appena l’ispettore Higgs scompare dalla sua vista, Alexandra si lascia andare a un sospiro di sollievo. Quei due giorni sono stati stancanti e le hanno bloccato l’intera operatività dell'ufficio. Con la coda dell’occhio, ha visto le notifiche sul telefono e sa che la sua email trabocca di richieste di pareri da parte dei colleghi. Fa dietrofront, pronta a tornare in ufficio e recuperare la montagna di arretrato quando si trova davanti il sorriso di Rodolphus Lestrange. 

“Sei stata incredibile, come fai a non perdere mai la pazienza?” Il responsabile dell’ufficio legale le ha appena fatto un complimento con il suo delizioso accento francese. Alexandra finge indifferenza e simula sicurezza per nascondere le capriole che il suo stomaco sta facendo. “È il mio lavoro non perdere la pazienza.” 

Rodolphus continua ad osservarla con un sorrisino che non promette nulla di buono. Alexandra alza un sopracciglio, pronta a entrare sulla difensiva: “Tu mi hai raggiunto per rifilarmi quale fregatura?” 

“Nessuna fregatura, ho un invito a cena.”

“Addirittura?” Alexandra ignora lo stomaco in subbuglio, si dice che Rodolphus è un legale, che è abituato ad alterare la realtà, e che si diverte a flirtare. Decisamente, non è assolutamente serio. Alexandra, poi, sente odore di fregatura lontano un miglio. I suoi sensi non sono così storditi da non lanciarle l’allarme rosso. Incrocia le braccia e scuote la testa mentre domanda diffidente: “E sentiamo, con chi?”

Il sorriso di Rodolphus si allarga. Alexandra realizza troppo tardi di averlo appena invitato a nozze. Non doveva stare al gioco, doveva fuggire e inventare una scusa. Invece, dannazione, lei non sa mai dire di no a Lestrange, vuole vedere il suo gioco, e lei perde ogni volta. La voce di Rodolphus si abbassa e si fa complice, le si avvicina “Ti sto proponendo una serata solo io, te… e il contratto che dobbiamo chiudere con gli americani.”

“Lo sapevo che era una fregatura,” mormora mentre il cervello è inebriato dal profumo del dopobarba di lui. Alza gli occhi al cielo per non sembrare ipnotizzata da quegli occhi scuri e quelle labbra. 

“Ti aspetto nel mio ufficio dopo le 19.00. Io finisco la bozza, tu pensa a ordinare il cibo,” continua a suggerirle complice.

“Pizza? Hamburger?” Alexandra vorrebbe darsi dell’idiota. Si sta affossando con le sue stesse mani. Non è fuggita e ora prende anche gli ordinativi da lui? Come se fosse un’app di delivery? Ma quanto può essere sottona? Si fa rabbia da sola.

“Non scherzare, lo sai che tengo alla salute!”

Alexandra trattiene una risatina. Sa benissimo che se fosse stato Regulus Black a trattenerla in amministrazione per chiudere il bilancio gli avrebbe risposto qualcosa del tipo che non è la sua segretaria, ne avrebbe tirato su un caso al punto da indurre Regulus a chiederle scusa, avrebbe persino invocato le Risorse Umane. Invece, con Rodolphus finisce per ridacchiare, come una cretina qualsiasi.

"Poké, o sushi, e birra giapponese. Ce la meritiamo!”

Alexandra ne prende nota mentalmente. Sta davvero prendendo gli ordinativi per Rodolphus Lestrange senza dire una parola? Le esce solo un patetico “Dove stai andando?”, mentre lui si allontana in direzione opposta alla sua.

“Dal CEO!” le esclama allegro.

Una volta in ufficio, Alexandra si guarda intorno perché le pareti trasparenti non danno nessuna tregua, controlla che non ci sia nessuno che possa guardarla e nasconde il viso tra le braccia mentre sbatte la fronte contro la scrivania. Sospira, mentre si dice di dover controllare quella stupida infatuazione, che non è professionale e lei non vuole passare per un’idiota. Non ha avuto problemi a rimettere a posto l’ispettore Higgs, perché non sa dire di no a Rodolphus?

Verso le 19.00, mentre l’ufficio si svuota, prenota la cena secondo i desideri del suo collega, raccoglie il suo portatile e i documenti che hanno stampato e si trasferisce nell’ufficio di Rodolphus. Il responsabile dell’ufficio legale ha l’altro ufficio all’angolo, dalla parte opposta rispetto al CEO, a sottolineare quanto in alto sia. L’ufficio di Rodolphus, al contrario del suo, ha anche un tavolo per le riunioni con uno schermo a cui collegare il computer e sul quale proiettare il contratto. 

Nelle ore precedenti è riuscita a recuperare un po’ di lavoro arretrato, è stanca e vorrebbe solo infilarsi sotto le coperte, ma quando Rodolphus le sorride, il suo stomaco sobbalza e sa che se fosse tornata a casa, sarebbe sprofondata sotto i sensi di colpa. 

“Allora, ho sistemato gran parte della struttura del contratto e ho impostato gli allegati, mi manca tutta la parte sulla privacy - e qui mi rimetto alla tua sapienza - e la parte sulla riservatezza. Insomma, loro vogliono accedere al sorgente, ma con il cazzo che glielo diamo!”

È incredibile quanto si diventi sboccati durante una negoziazione. Alexandra annuisce e inizia a sistemare le clausole sulla privacy, secondo quello che è il loro standard contrattuale. Fanno una rilettura complessiva del contratto, spostano qualche clausola, altre le modificano, alcune le semplificano, molte le riformulano.

Dopo un’ora l’ufficio è deserto e il fattorino della società di delivery porta loro la cena. Sistemano le vaschette di sushi accanto al pc e continuano a lavorare mentre mangiano. Ogni tanto, commentano masticando un raviolo grigliato. Man mano che il contratto prende forma, l’entusiasmo cresce e la stanchezza inizia a farsi sentire. Rodolphus allenta la cravatta, Alexandra sfila le decolté sotto il tavolo e inizia a camminare scalza per la stanza ripetendo le clausole, immaginando possibili obiezioni e smontandole tutte. È assorbita completamente dalla fine di quella giornata che si inizia a intravedere, che la motiva a finire il prima possibile per tornare a casa. Rodolphus la osserva camminare lungo il perimetro del tappeto, in equilibrio come se fosse un acrobata, annota le sue osservazioni, fa qualche considerazione prima che passino a revisionare gli allegati. 

Verso mezzanotte sono entrambi distrutti. Alexandra si stiracchia e sente le mani di Rodolphus che le massaggiano la cervicale. Un brivido le scende lungo la schiena e annuisce cercando di nascondere il rossore quando lui si china a sussurrarle nell’orecchio se va meglio. Non riesce a evitare di voltarsi verso di lui, i loro sguardi si incrociano per qualche secondo e poi sente le labbra di Rodolphus contro le sue. 

Risponde al bacio con uno slancio che non credeva di avere, Rodolphus fa roteare la sua sedia verso di lui e le rotelle scivolano fluide sul pavimento. La solleva in braccio e si ritrova sulla scrivania mentre le mani di Rodolphus le sollevano la gonna del tailleur. Il peso delle loro giacche finisce per chiudere il monitor del portatile. 

“Si salva automaticamente sul cloud.” Alexandra lo rassicura, quando nota lo sguardo di Rodolphus correre verso il monitor della sala riunioni non appena diventa nero perché il suo portatile è andato in stand-by. Rodolphus torna a baciarla, la sua mano si infila sotto la blusa di seta e le dita si stringono intorno al seno strappandole un sospiro di piacere. Si stringono mentre i vestiti cadono uno dopo l’altro ai piedi della scrivania e loro finiscono per incastrarsi.

Fare sesso in ufficio è contrario a non sa bene quante policy aziendali. Le conosce tutte, le ha anche riviste insieme a Rodolphus e alla Carrow. Rischierebbero un richiamo disciplinare se Alecto li vedesse. Forse, potrebbero sperare nel buon cuore di Tom, lui sembra non formalizzarsi molto. L’affondo di Rodolphus le strappa un gemito e tutti i pensieri sulle policy aziendali scompaiono e in quel momento c’è solo Rodolphus con i suoi affondi, con i denti che le segnano il collo e le mani che le accarezzano il corpo. 

“Guardami, Alex,” le intima e lei obbedisce, mandando all’aria la paura di inibirsi e il terrore dell’indomani, quando si rivedranno in ufficio e dovranno fare i conti con il dopo. Dopo. Dopo. Dopo. Il dopo non esiste nella Rete. C’è solo un eterno qui, e ora, che si ripropone in un loop infinito, come i processi della RAM che tengono in piedi un sistema operativo. 

Alexandra allunga le braccia intorno al collo di Rodolphus, infila le dita tra i capelli scuri di lui e si morde le labbra nel sentirli soffici e nel realizzare che ha trascorso ore a guardargli la testa e immaginare la sensazione di far scorrere le dita tra quelle chiome scure. La barba di Rodolphus le solletica il viso, ma il modo in cui lui le morde le labbra la eccita e quando i loro corpi si sfiorano e i pettorali di Rodolphus premono contro i suoi seni, si lascia andare all’orgasmo.

Non è sazio, Rodolphus, la prende in braccio, la sistema sul divano del suo ufficio, affonda di nuovo in lei ed entrambi scivolano per terra, sul tappeto, accanto al tavolo da riunione di design italiano. La vista periferica le mostra dei chicchi di riso caduti per terra, le dita di Rodolphus le riportano il mento in direzione del suo sguardo e lei geme mentre sente arrivare il secondo orgasmo. Questa volta, Rodolphus la segue a ruota e mentre lui si lascia andare, il telefono vibra con una notifica. Gli occhi di entrambi finiscono sullo schermo e sorridono quando leggono un messaggio di Tom Riddle: “Ho girato il contratto agli americani. Hanno firmato. Ottimo lavoro.”

“Oh, Turner, siamo una coppia imbattibile,” le sussurra Rodolphus. Alexandra sorride, gli accarezza ancora la nuca e sospira: “Lo so.” 

Se Rodolphus glielo chiedesse, lei andrebbe da Alecto, affronterebbe il colloquio con l’Ufficio Risorse Umane e renderebbe pubblica la loro relazione. Solo che Rodolphus le posa dei baci e le sussurra: “Sei fantastica, Turner. Ti dispiace se non ne facciamo parola con nessuno? Sai, prima che HR monti un caso, teniamolo un po’ per noi…”

“Sì, certo. Una clausola di riservatezza…” lo prende in giro.

Rodolphus le risponde: “Ecco, sapevo che avresti capito.” Le posa un bacio sulla fronte e le sussurra: “Non ti preoccupare, è solo per i primi tempi.” Dopo, la riaccompagna a casa, come un perfetto cavaliere e prima che lei scenda dall’auto, si scambiano un ultimo bacio. 

Il vero problema sarà sopravvivere ai primi tempi.
   
 
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