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Autore: Currer Bell 1855    29/01/2022    0 recensioni
Questa è la nostra storia, anche se per molto tempo sono stata solo una comparsa ed anche se oggi sento di non averla vissuta come avrei dovuto, i ricordi e il tempo condiviso mi rendono viva e non lascerò che si perdano in quel buco nero della mia sempre più offuscata memoria …
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questa è la nostra storia, anche se per molto tempo sono stata solo una comparsa ed anche se oggi sento di non averla vissuta come avrei dovuto, i ricordi e il tempo condiviso mi rendono viva e non lascerò che si perdano in quel buco nero della mia sempre più offuscata memoria … Siamo nate in una città d’arte e lei in effetti era un artista, lo si percepiva da come affrontava il mondo, in modo totalmente folle. Cresciute da sempre insieme, abbiamo condiviso amori, gioie e dolori sempre insieme, sempre l’una la spalla dell’altra pronte a supportarci e posso dirlo con certezza sopportarci, le discussioni ci sono state e non poche, provate voi a non litigare mai con chi passate intere giornate, è oggettivamente impossibile! Per fortuna però le litigate così come venivano dopo poco finivano, diciamo che sono una persona che si scazza difficilmente, si datemi dell’arrogante ma è così, io arrivavo al limite e alzavo la voce con fare incisivo, silenzio per qualche secondo e poi si riprende con i soliti voli mentali. Due tipe di base estroverse, ma molto meno di quanto facessimo trasparire, io mi facevo mille problemi e ne parlavo con lei che per fare sempre la forte si girava e mi diceva :” ma che te ne fotte”, beh è quel “ma che te ne fotte” che l’ha messa nei guai, perchè in fondo lo sapevo benissimo che a lei "fotteva" . Eravamo studentesse universitarie al nostro ultimo anno e lo frequentavamo insieme, solito posto fisso con i soliti vecchi amici e Lucy aveva fatto una delle sue solite e poco sofisticate battute da ragazzaccia, la platea dei nostri amici era divisa come sempre, c’era ovviamente chi rideva con lei di gusto e chi la criticava perchè troppo sboccata per essere una ragazza ed io che le sorridevo perchè sapevo che quelle battute le davano forza, si sentiva come se le dessero il potere di non essere attaccata, perché se le avessero detto che era sboccata era la verità e lei preferiva essere attaccata su cose vere, su cose che non la potessero toccare nel profondo, su cose che non potessero ferirla, ovviamente solo io conoscevo la verità e le sorridevo per farle sentire il mio supporto e poi eccolo che esce dal gruppo, si avvicina mi bacia e appena andiamo al bar per il nostro rito del caffè prima della lezione noi tre soli, le dice che si deve far sempre riconoscere, lei si sente in soggezione ogni volta che la riprende e questo mi fa male. Maicol è il mio ragazzo e quando lei fa queste sparate non riesce a non metterla a posto, ha ragione nel dirle che passa un messaggio di lei che non è, ma nonostante io sappia quanto queste parole dette da lui le facciano male non dico nulla, cerco di giustificarla e poi la cosa scema da sola , la verità spero che lui riesca a far breccia in lei e le dia la forza per smetterla, credo nel fatto che se una persona esterna che ti vuole bene partecipa alla tua crescita questo può solo farti bene e loro sono i soggetti giusti per la mia tesi. Guardo l’ora, è tardi e mi alzo velocemente dal tavolino del bar do un bacio a Maicol al volo e corro in aula, Lucy è con me e ridacchia al pensiero della figuraccia che faremo entrando in aula con il professore che ha già cominciato la lezione, io le sorrido ma già mi sento a disagio, la porta è chiusa ed io la apro piano mi dirigo verso il mio posto, ma non posso non sbattere contro una sedia e fare le mie solite figuracce, un rumore non poco fastidioso si propaga per la stanza, giro la testa e accenno un sorriso di scuse al professore che mi guarda infastidito ma continua la lezione ed io cerco di prendere posto in religioso silenzio , ma sono su di giri per la vergogna e Lucy mi viene in soccorso sussurrandomi di fregarmene, non sono la prima e nemmeno l’ultima ad aver fatto una scena del genere e se anche qualcuno pensasse di me qualcosa di brutto è un idiota e a noi non deve fottercene, io sorrido tra me e me e cerco di fare silenzio per il resto della lezione mentre lei mi ripete come un mantra queste parole. La lezione finisce ed io ho un peso sullo stomaco ma sto meglio rispetto a prima, se non ci fosse Lucy forse non sarei qui, se non ci fosse lei probabilmente sarei una fontana di lacrime ogni secondo della mia vita. Ho passato un brutto periodo durante il liceo volevo dimagrire a tutti i costi e se non fosse stato per lei avrei toccato il fondo, ma lei come ha visto che stavo esagerando mi ha tartassato con le sue frasi da copione come il " che te ne fotte degli altri" e anche quella volta come tante è riuscita a far breccia nella mia testa, ancora oggi non mi sento bella non mi ci sono mai sentita, ma lei mi da il coraggio di accettarmi e come allora anche oggi mi continua ad aiutare in cose importanti, ma anche in cose come questa che per molti potrebbero sembrare banali. Questa è più o meno la mia vita, queste siamo noi, o meglio queste eravamo noi, perchè lei non tornerà mai più. Vedete la situazione è precipitata all’improvviso come spesso accadeva lei rispondeva per me, mi voleva difendere, sapeva come sono e sapeva che non reggo gli sbagli, perchè per me dovrei essere sempre perfetta , cosa impossibile e questo la faceva agire anche a mia insaputa , il problema agendo per me e a mia insaputa era che poi mi trovavo a rispondere delle sue parole e delle sue azioni senza conoscere la situazione e con tutti che ovviamente si aspettano che io le conoscessi. Quella volta il problema era sorto con Maicol, hanno discusso e lui si è arrabbiato con me dicendo che non era possibile che io non ricordassi nulla del fatto oggetto della discussione, come abbiamo finito di discutere sono salita sul motorino e al volante c’era Lucy la quale presa dal nervoso e dal cercare di tirarmi su il morale mentre mi ripeteva la sua solita frase, non l’ha visto passare, è stato un momento e l’abbiamo travolto, un incidente ad uno stramaledetto incrocio che ha causato la morte di un pedone e forse quella di Lucy. Quando mi sono svegliata ero in ospedale e vicino a me un ispettore della polizia pronto a riempirmi di domande, dopo poco dalla fine del mio racconto in cui spiegavo che non era stata colpa di Lucy, che non volevamo fare del male a nessuno, sono stata affiancata da una psichiatra e quando sono uscita dall’ospedale due giorni dopo, di Lucy nemmeno l'ombra e con nessuno che mi volesse dir nulla, ancora stordita dai farmaci e per i dolori, da subito sono stata quotidianamente obbligata a visitare lo studio della psichiatra con cui avevo parlato in ospedale, le chiesi dove fosse Lucy e la dottoressa mi fece accomodare sul lettino, mi sorrise con gli occhi pieni di pietà ed io già sapevo che qualcosa non andava, infatti i miei occhi si riempirono di lacrime e le sue parole mi arrivano confuse alle orecchie e faticarono a penetrarmi dentro. Mi disse che non avrei più potuto vedere Lucy, che dovevo pensare a me e avvicinandomi tre scatoli con delle pillole, mi disse che le avrei dovute prendere ogni giorno, erano farmaci che aiutano a stabilizzare l’umore, farmaci antipsicotici , Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, sgranai gli occhi e li alzai piano incrociandoli con quelli della dottoressa , ormai non riuscivo più a smettere di piangere. Ciao sono Lucia ho 27 anni e soffro di Disturbo dissociativo dell’identità, ho causato un incidente in cui è morta una persona e ora cerco di sedare la mia migliore amica che in realtà non è altro che frutto della mia immaginazione. << Ciao Lucia>> dicono i miei compagni nella seduta di gruppo dalla mia psichiatra che ormai vedo da un anno.
   
 
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