Libri > L'Attraversaspecchi
Ricorda la storia  |      
Autore: cilea    30/01/2022    1 recensioni
Odin vorrebbe solo essere lasciato in pace.
Non gli va di mangiare. Non gli va di bere. Non gli va di giocare, leggere, correre o disegnare.
Non sente nulla, non prova nulla quando lo fa, e il suo palato non ricava alcuna piacevole sensazione da ciò che di più appetitoso gli viene offerto. Persino le caramelle alla frutta di cui Gaia è molto gelosa, e che poco prima gli ha spinto in bocca con la forza, non hanno sapore; Odin le ha sputate tutte e non si è più mosso dal letto.(...)
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eulalia Diyoh, Faruk, Spiriti di famiglia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-LA RIGA-



“Avanti, mangia qualcosa.”
“Almeno bevi un po' d’acqua.”
Odin non reagisce alle insistenze dei fratelli e delle sorelle radunati intorno al suo letto.
Le loro voci lontane e ovattate lo raggiungono come se le stesse ascoltando da dietro un vetro molto spesso.
Vorrebbe solo essere lasciato in pace.
Non gli va di mangiare. Non gli va di bere. Non gli va di giocare, leggere, correre o disegnare.
Non sente nulla, non prova nulla quando lo fa, e il suo palato non ricava alcuna piacevole sensazione da ciò che di più appetitoso gli viene offerto. Persino le caramelle alla frutta di cui Gaia è molto gelosa, e che poco prima gli ha spinto in bocca con la forza, non hanno sapore; Odin le ha sputate tutte e non si è più mosso dal letto.
Sente la mano di sua sorella Artémis carezzargli i capelli, ma non trae alcun conforto da quel gesto, proprio come non ne ricava occupandosi di attività che di solito gli offrono diletto.
Nonostante intorno a lui vi siano la vitalità e i colori di una nuova estate nel pieno del suo splendore ed il brusio delle voci dei fratelli, Odin si sente in balia dell’inverno, prigioniero di un limbo grigio, schermato da ogni stimolo esterno.
Odin è lì con loro come sempre, ma sembra da tutt’altra parte. Versa in quelle condizioni da più di una settimana, oramai.
“Così non va bene, frangin!” sospira Fama “E’ da giorni che non tocchi cibo! Ti indebolirai sempre di più.”
“Siamo pur sempre immortali.” le ricorda Zeus, scrollando le spalle “Forse per Odin mangiare o no non fa più alcuna differenza.”
“Già. Al contrario di te che mangi per tutti noi.” commenta Lucifer, aggrottando la fronte e rivolgendo un’occhiata di traverso al fratello.
Sospeso per aria sopra le loro teste, Olympe assume un cipiglio pensoso.
“Forse il suo Libro prevedeva che di punto in bianco gli passasse l’appetito.”
Il Libro...
Odin trasale nell'udire quella parola, gli occhi traslucidi si spalancano a dismisura ed Artémis sobbalza quando, ad una velocità sorprendente quanto inaspettata, il fratello solleva il capo dalle sue ginocchia, estrae il Libro dalla tasca interna della propria tunica e, con un terrore e una rabbia che gli esplodono nel petto e gli deformano i tratti del volto, lo scaraventa lontano da sé.
Viracocha muta in stato gassoso ed il volume lo attraversa; Persephone, Venus e Ouranos si abbassano, anche loro schivandolo per un soffio; Hélène e Pollux si coprono le orecchie, storditi dal tonfo del Libro quando questo sbatte contro la parete opposta della stanza e cade a terra.
Tutti restano pietrificati.
Re si avvicina al Libro di Odin, e con cura lo solleva da terra.
Nel frattempo, il suo proprietario è tornato ad adagiare mollemente la testa sulle ginocchia della sorella.
In seguito a quell'inspiegabile gesto, Ouranos si schiarisce la voce e con discrezione domanda: “Mettiamo che sia così. Mettiamo che sul suo Libro sia riportata quell’istruzione. Quale sarebbe l’utilità di non nutrirsi più?”
“Beh, lui è destinato all’arca di Polo.” interviene prontamente Belisama; è così tesa e a disagio che il comodino di legno sopra al quale siede non smette più di germogliare ed oramai assomiglia ad un tronco grezzo coperto di foglie e boccioli, piuttosto che a un austero suppellettile “Ho letto che su quell’arca procurarsi cibo non è semplice.”
“Non è da escludere. Inoltre lui non vuole andare al Polo.” ricorda a tutti Hélène, seduta composta ai piedi del letto, le lunghe dita ragnesche intrecciate sul grembo “Gliel’ho sentito ripetere spesso.< Forse questo non è altro che un suo capricc-”
“No, non si tratta di un capriccio.” la interrompe Artémis, continuando a carezzare i capelli chiari del fratello con gesti meccanici “Non è un’inappetenza normale, e non è qualcosa di esclusivamente legato al cibo. Tutto ciò che amava fare: leggere, disegnare, correre sulla spiaggia, è come se non lo divertissero più...”
“Artémis ha ragione. Odin stesso sembra soffrire parecchio per questa sua condizione.” osserva Re.
“Sarebbe molto più facile se quest'asino ce ne parlasse.” brontola Horus, inclinando la testa riccioluta verso il fratello e arricciando il naso in una smorfia “Perché non ci dice cosa diamine gli è successo?”
“Forse non può...?”
“O forse cerca attenzioni e basta.”
“Piantala, Horus.”
A poca distanza, Janus è rimasto in silenzio, steso sul proprio letto ad osservare il soffitto della camerata, un orecchio teso verso la conversazione.
“E allora... Di cosa si tratta, secondo te, hermana?” chiede, assorto, ad Artémis.
I volti e le attenzioni di tutti si volgono verso di lui, mentre lui infila dita, mano, avambraccio e infine braccio dentro una tasca della sua camicia colorata, che pare più profonda di quel che sembra, e ne riemerge con un appetitoso frutto tondo e arancione.
Janus manipola già alla perfezione lo spazio come fosse gomma fra le sue dita.
Artémis studia il frutto che il fratello ha iniziato a far girare fra le mani; non è un frutto originario di Babel; sa che proviene dalla futura arca di Janus: Terra D’Arco. Lui ci è già stato molte volte.
A differenza di Odin, che non ha mai provato alcun interesse per l’arca al quale è stato destinato, Janus non vede l’ora di diventare il regnante della propria.
“So solo che andava tutto bene...” comincia a raccontare Artémis “Poi è tornato dalla spiaggia ed era molto strano. Mida, tu e Ouranos eravate lì con me quella mattina. Potete confermare.”
Mida si passa una mano sulla testa rasata e poco dopo annuisce.
“E’ vero, me lo ricordo! Quel giorno hai mozzato la testa della statua del soldato un paio di volte e l’hai risistemata, e Ouranos stava facendo levitare per aria il portinaio perché ti aveva sgridata, quando Odin ci ha superati, diretto alla spiaggia. Sembrava molto compiaciuto di sé.”
“E come mai era così entusiasta?” domanda Yin.
“Era riuscito a rendere corporea un’illusione.” risponde Artémis, sempre rivolta verso Janus.
“E poi?” la incoraggia a proseguire quest’ultimo.
“Gli avevo consigliato di allenarsi un po', e poi di mostrare i risultati a Dilleux. Gli ho detto che lei sarebbe stata contenta di vedere i suoi progressi.”
Hélène digrigna i denti aguzzi e irregolari.
“Ti spiacerebbe sfogliare quel Libro più piano, Re? Il voltare delle pagine mi sta facendo venire il mal di testa.” sibila, rivolta al fratello empatico chino sul volume, al suo fianco.
Nonostante non fosse un rumore così assordante e fastidioso per gli altri, Re annuisce con condiscendenza e torna a sfogliare con cautela il libro di Odin; quasi ricorda un soldato nell'atto di disinnescare una bomba inesplosa.
Incoraggiata dagli sguardi dei fratelli, Artémis riprende.
“Sapevo che correva a cercare Dilleux. È tornato poco dopo così. Pensavo che per la tensione non fosse riuscito nell’esperimento di fronte a lei, e ne fosse amareggiato, ma ora…”
“Era andato a cercare Dilleux, e deve averla decisamente trovata, hermana.”
Tutti trasalgono all’affermazione di Janus.
“Aspetta un attimo, fratello.” interviene Morphèe, aggrottando la fronte “Perché quel tono di accusa?”
“Quello che sto cercando di dire è che quando a Dilleux prende l’ispirazione può fare grandi cose. Ma per quanto grandi non sempre positive nei nostri confronti, a mio parere. In particolare nell’ultimo anno.”
“Janus!” esclama Gaia, sconvolta “Janus, hai detto una cosa orribile!”
“Ma Dilleux ci ama tutti!” Yin scuote il capo, incredula.
“Ora che ci penso... Anche col portinaio si comporta in maniera distaccata. Non erano grandi amici?” interviene Zeus.
“E il modo strano in cui parla da qualche mese a questa parte... Ve ne siete accorti?”
“Qualcosa è cambiato in lei.”
“Sciocchezze!”
“E se fosse...?”
Il cicaleccio di voci sta per trasformarsi in un battibecco, ma viene stroncato sul nascere da Pollux. I suoi occhi sanguigni come i tramonti di Babel hanno individuato un’anomalia nel Libro di Odin.
“Guardate!” dice, impedendo a Re di voltare altre pagine e tendendo il Libro di Odin aperto di fronte a tutti.
Gli occhi di Artémis vengono attraversati da una scintilla. La sua fronte ha una contrazione.
Non sa interpretare e tradurre quell’alfabeto, nessuno di loro sa farlo, ma di una cosa è sicura: sul suo Libro quella brutta riga, tirata sopra alcune lettere con l’inchiostro di una comune penna, proprio non c’è.
“Sul mio Libro non trovo nessuna riga di quel tipo, in effetti.” conferma Persephone, controllando il proprio volume, e così anche tutti gli altri sfogliando i propri.
“E’ vero. Nemmeno sul mio.” ripetono uno dopo l'altro.
“Perciò credi che possa dipendere da questo?” domanda Horus, incrociando le braccia al petto.
Le labbra tatuate di Viracocha si muovono, e nonostante non ne esca alcun suono, Venus scuote la testa in risposta.
“No, fratello, a questo punto non credo sia un’istruzione legata solo all’appetito.”
“Già, sembra essere stata operata una censura in piena regola!” ne deduce Lucifer.
“Una censura legata alla sfera del piacere, direi.” riassume Mida.
“Vuoi dire che non può più trarre piacere da nulla?”
“Che cosa ne pensi, Hélène?”
“Non lo so… ma io ho fiducia in Dilleux. Odin non è riuscito a materializzare nulla e lei l’ha punito, tutto qua. Non è certo un allievo modello, lo sappiamo tutti. Si è sempre mostrato piuttosto ostile e pigro nel voler imparare a padroneggiare il proprio potere.”
“E va bene, sorella, in altri casi potresti anche avere ragione, ma questa non è una punizione.” le fa notare Djinn “Se quello che dicono Janus, Lucifer e Mida è vero, sarebbe una vera e propria cattiveria! Sono stato punito da Dilleux diverse volte sino a qualche anno fa, ma lei non ha mai imbrattato in questo modo il mio Libro con quel brutto inchiostro.”
“Djinn ha ragione. Se metteva mano ai nostri Libri era solo per apportare delle migliorie permanenti ai nostri poteri, e con quel suo inchiostro speciale, non certo per… questo.”
“Neanche Lucifer, Gaia e Djinn sono stati vittime di questo trattamento quando hanno fatto danni al vecchio faro.”
“Non so cosa abbia fatto Odin per meritarsi questo, ma state certi che non resterò qui ancora abbastanza per permettere a Dilleux di mettere mano al mio Libro.” afferma Janus, balzando in piedi.
“Hai intenzione di andartene?” gli domanda Lucifer.
“I prossimi potremmo essere noi, hermano. Ora che sappiamo a cosa rischiamo di andare incontro, al minimo segnale di pericolo partirò subito per Terra D’Arco. E farò in modo di metterla al sicuro.”
“Quindi presto ci abbandonerai.” ne deduce Artémis.
Janus sostiene il suo sguardo e dopo qualche istante, sotto le occhiate stupite dei fratelli, annuisce. “Ognuno per sé, d’ora in poi.” afferma “Siamo fratelli, è vero, ma siamo anche regnanti che presto governeranno interi popoli. E io non intendo farlo ridotto come Odin. Voglio essere un buon padre per la mia discendenza, e un padre protegge i propri figli dai pericoli.”
Le ciglia bianche di Odin vibrano impercettibilmente.
Janus torna a infilare il braccio nella tasca della tunica, rivolge ai fratelli un pomposo cenno di saluto e in un vortice di tessuti, ossa, pelle e capelli svanisce davanti ai loro occhi.
Negli sguardi degli spiriti, per la prima volta, si fa strada un sentimento di paura come mai prima si era manifestato.
Dilleux non sembra più Dilleux, gli indizi che lo confermano aumentano di minuto in minuto, bisbiglio dopo bisbiglio, testimonianza dopo testimonianza.
Potevano davvero essere tutti in pericolo come affermato da Janus?
“Janus potrà andarsene da Babel a proprio piacimento quando sarà il momento, ma cosa ne sarà di noi?” domanda Yin, stringendosi nelle spalle.
Artémis torna a guardare Odin. Djinn ha ragione. Il fratello non ha fatto nulla di male per potersi meritare una punizione tanto crudele, e una parte di lei concorda con Janus; ciononostante risponde alla domanda di sua sorella nella maniera più ovvia che conosce.
“Ascoltate. Non date a Dilleux motivo di punirvi. Non fate nulla che possa indispettirla o contrariarla. Ubbidiremo.” sussurra, estraendo il proprio Libro dalla folta chioma “Così è scritto.”
Sente i muscoli del collo e delle spalle di Odin tendersi sopra le sue ginocchia. Il futuro signore delle menti trema. Non gli è mai andata giù quella risposta. Artémis lo sa, e non può fare altro che limitarsi a stringergli la mano pallida e madida di sudore in un gesto di conforto.
La porta della stanza si apre e tutti trasalgono.
“Janus, già di ritorn-?” Djinn si azzittisce subito, portandosi le mani palmate sulla bocca.
Una figura minuta, con un groviglio di capelli che sembra più che mai impossibile domare o districare, si fa avanti fermandosi davanti a loro. Ha un sorriso che cerca di trasmettere tranquillità, ma il suo sguardo di sbieco dietro le lenti mette improvvisamente i brividi a tutti.
“Eccovi qui. Cominciate a stare fin troppo stretti in questa camerata, figli miei. Ho deciso che d'ora in poi ognuno farà la storpia danza... avrà la propria stanza. Resterete divisi sino al momento della partenza. Sfruttate questo periodo di isolamento per dedicarvi anima e corpo ai vostri doveri... poteri. Seguite il portinaio. È già tutto porto... pronto.”
“Divisi?! Ma...!” Olympe viene azzittito dalle occhiate di fratelli e sorelle, e immediatamente soffoca le proprie rimostranze tra le labbra.
“Oh, e... portinaio, ricordami che prima della loro partenza mi occorreranno i nostri lidi... i loro Libri. Ci sono alcune migliorie che vorrei apportare in pista della loro clemenza... in vista della loro partenza.”
Scorgendo i volti impauriti dei ragazzi, il portinaio serra le labbra e ricambia i loro sguardi con aria impotente; immobile sulla soglia, a fatica annuisce a quell'ordine e si limita ad un cenno delle spalle ossute.
“Come vuoi. Spero tu sappia quel che stai facendo.” brontola “Avanti, ragazzini, avete sentito? Ognuno nella propria stanza da stasera.”
Timorosi e incerti, gli spiriti si scambiano veloci occhiate di sottecchi.
Artèmis intreccia le sue mani a quelle di Odin e lo aiuta a mettersi in piedi.
Disponendosi diligentemente in fila, gli spiriti si lasciano alle spalle la camerata che li ha sempre tenuti uniti dal giorno della loro nascita, e fanno come Artémis ha suggerito loro poco prima.
Non hanno altra scelta.
Ubbidiscono, perché così è scritto.

Fine.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > L'Attraversaspecchi / Vai alla pagina dell'autore: cilea