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Autore: piratatommy    30/01/2022    1 recensioni
La città dell’immaginazione è un luogo famoso eppure nascosto. C’è chi ci abita e c’è chi non c’è mai entrato, ma sono pochi quelli che una volta fuori conoscono la strada per ritrovarla.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Splende un sole perenne nel lontanissimo Porto d’Estate, una luce calda e vitale che si staglia nel cielo azzurro e cristallino. Una nave, una delle rare che giungevano da oltre l’Oceano stava ora attraccata al molo: prima e unica tappa intermedia prima di ripartire il giorno successivo alla volta della Baia della Città dell’Immaginazione.

D’altra parte nessuno in genere giungeva lì per restare: pochissimi fortunati arrivavano via terra, qualcuno dal mare, ma in genere se passavi per il Porto d’Estate significava che la tua meta era un’altra, o che ti eri spinto troppo lontano e potevi tornare indietro. I pochissimi autoctoni erano cordiali, dal cuore sempre aperto: accogliere chi viene, lasciare andare chi se ne va.

La ragazzina dai capelli scuri, che era sulla nave, girovagava per le strade deserte e silenziose nel primo pomeriggio. La danza del vento fresco mescolava circonvoluzioni di profumi provenienti dalle abitazioni con il sentore penetrante dei pini marittimi e lei continuando a camminare giunse infine sulla spiaggia, lontano dal molo.

Scorse sulla riva una piccola locanda coperta da palme: lì nell’ombra gruppi delle più varie persone stavano a sorseggiare da recipienti colorati di varie forme.

Incuriosita si avvicinò, e mentre i più la ignoravano, venne notata subito da un uomo che sedeva in disparte con una donna in un angolo, quello più esterno del porticato.

Buongiorno ragazzina”, la apostrofò lui con un sorriso gentile, “che ci fai da queste parti?”.

A ben guardarlo l’interpellata si accorse che era il più strano di tutti. Non riusciva a capire di dove fosse: portava al collo una kefiah come gli abitanti del deserto, aveva una camicia chiara e stivali da marinaio, eppure i pantaloni stretti e pratici erano color bosco e sulla sedia stava un grosso mantello, come se avesse viaggiato per le montagne.

Portava qualche anello e al braccio un fazzoletto colorato, il volto era abbronzato e gli occhi scuri, attenti e vigili nascondevano molto più della serenità che ora lasciavano trasparire.

La donna al suo fianco era invece decisamente più vecchia, anche se i suoi lineamenti suggerivano che in passato doveva essere stata molto bella. Quelli che colpivano erano però i suoi occhi: verde scuro, profondi ed estremamente svegli, dovevano averne viste parecchie.

Già che aveva interrotto la conversazione la ragazzina rispose: “Abbiamo fatto una sosta con la nave prima di ripartire per la Città dell’Immaginazione, così passeggiavo e sono arrivata qui”.

Dimmi”, riprese l’uomo “ti piace qui?”.

Sì, mi piace” rispose lei dopo averci pensato un po’ “anche se è un posto strano. Dicono che non si ferma mai nessuno, e che ci sono soltanto viaggiatori come voi. Tu per esempio da dove vieni?”

L’uomo e la donna si guardarono per una frazione di secondo, poi lui disse sorridendo sotto i baffi “vuoi conoscere la mia storia?”.

Sì, per favore!” Disse lei con gli occhi brillanti di curiosità.

Lui prese un bicchiere e ci versò dentro una bevanda fumante, poi glielo porse. Era caldo e aveva un gusto forte, ma dissetante. “Toh, beviti un po’ di questo mentre ti racconto”.

Il mare cantava, il profumo del salso che sapeva di complicità si mescolava frizzante all’aroma della sabbia calda bruciata dal sole. Gli occhi fissi sull’orizzonte, l’uomo cominciò a raccontare.

  
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