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Autore: ineffable    31/01/2022    0 recensioni
Quando venne accompagnato nella sua stanza si stupì di vedere quanto sembrasse piccolo e indifeso, era solo un ragazzo e già doveva sopportare sulle sue spalle un peso così enorme, aveva diciotto anni e nessuno doveva soffrire così a quella tenera età, la vita non aveva il diritto di prendersela con una creatura così giovane, eppure lui era lì pallido come le lenzuola su cui riposava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro e la storia è inventata.




Chiaccherata al chiar di luna



Quando venne accompagnato nella sua stanza si stupì di vedere quanto sembrasse piccolo e indifeso, era solo un ragazzo e già doveva sopportare sulle sue spalle un peso così enorme, aveva diciotto anni e nessuno doveva soffrire così a quella tenera età, la vita non aveva il diritto di prendersela con una creatura così giovane, eppure lui era lì pallido come le lenzuola su cui riposava.
I dottori avevano detto che si trattava di semplice influenza, sarebbe passata in una settimana con tanto riposo e invece non fu così, le medicine non facevano effetto, il riposo neppure e le settimane trascorrevano senza che ci fosse un reale miglioramento, l'ultimo medico consultato aveva detto che era sotto a una reazione del corpo al troppo stress ma di solito questi tipi di malattie se ne andavano come erano venute, e invece in questo caso i sintomi persistevano.
Si avvicinò lentamente al giaciglio facendo attenzione a dove metteva i piedi, non voleva in alcun modo svegliarlo e rischiare di alterare le sue condizioni, anche un semplice scricchiolio del pavimento di legno avrebbe potuto peggiorare le cose, una volta di fronte al letto si tolse il cappello e il cappotto posando entrambi sulla sedia posta lì a fianco, rimase qualche istante in piedi ad osservare quel viso emaciato e madido di sudore e il cuore gli si strinse.
Stava per mettersi a sedere quando un paio di occhi castani si dischiusero rivelando quelle pozze scure e lucide, per quanto fossero sofferenti per lo meno non erano spenti e opachi e questo lo rincuorava ogni volta, sorrise posandogli una mano sulla spalla con una delicatezza di cui non credeva d'essere capace.
<< Hey... >>
L’Altro tentò di aprire le labbra per dire qualcosa ma la fatica era troppa, chiuse gli occhi probabilmente rimproverandosi e poi li riaprì scusandosi con lo sguardo anche se sapeva non ce n'era bisogno, si sentiva comunque in difetto lui era venuto a trovarlo e non aveva da offrirgli niente che una semplice occhiata, gli occhi gli si riempirono di lacrime diventando ancora più languidi di quanto già non fossero, spostò lo sguardo verso il soffitto e cominciò a sudare, sapeva che lo avrebbe fatto preoccupare e per questo si sentì ancora più in colpa.
<< Robbie non devi agitarti, lo sai che non devi, ti prego non ce n'è bisogno >> disse sedendosi sul materasso accanto a lui.
In quel momento non gli importava della distanza, delle apparenze, non gli importava di niente che non fosse quel ragazzo steso sul letto, gli accarezzò una spalla dolcemente e sorrise di nuovo, voleva rassicurarlo e sentirsi così impotente lo annientava ogni volta, avrebbe dato o fatto qualsiasi cosa per farlo stare meglio.
<< Non c'è bisogno che parli, posso farlo io per entrambi e sai bene che le parole non mi mancano mai. Sono un chiacchierone, ho la fama di non stare mai zitto e perciò tu non devi dire niente, ho la lingua abbastanza lunga per tutti e due >> rise.
Quella risata era stata breve e veloce, era da tempo che non se ne concedeva una come si deve, voleva sdrammatizzare e sperava di esserci riuscito, quando vide allargarsi un minuscolo sorriso sulle labbra dell'altro, il petto scuotersi per un istante fu il suo di cuore a perdere un battito, lo aveva fatto ridere anche se di vera e propria risata non si poteva parlare, ma non importava gli aveva fatto provare un'emozione positiva ed era tutto ciò che contava.
<< Non-non voglio tu mi veda così >> riuscì a dire debolmente.
<< Non hai niente che non va Robbie >> dalle sue labbra uscì un sussurro e si chiese se lo avesse udito.
<< Bugiardo >> rispose.
<< Dico davvero, hai gli occhi così lucidi e profondi che mi fanno venire voglia di tuffarmici dentro, la tua pelle è candida, bianca come un prato innevato..- >>
<< Tu odi la neve >> tossì << e il freddo. >>
<< Se la neve assomigliasse a te passerei i giorni a tesserne le lodi. >>
Robbie sorrise spostando lo sguardo di lato, un vago rossore gli imporporò per un attimo le guance.
<< Non devi dirmi cose carine solo per farmi stare meglio. >>
<< Le dico perché le penso. >>
Il ragazzo più giovane voltò il viso verso di lui incastrando gli occhi nei suoi, sollevò con fatica il braccio e sfiorò le labbra di Oscar con un dito, lui gli prese la mano e gliela strinse tra le sue, era magra e fredda, in netto contrasto con la fronte che da settimane ormai bruciava.
<< Sei paragonabile a una creatura mistica, fuoco e gelo vivono in te, magari stai per trasformarti in un meraviglioso angelo dalle ali infuocate, accorreranno da tutto il mondo per vederti, i pittori dipingeranno quadri su tdi te, i poeti tesseranno le tue lodi ma nessuno potrà mai eguagliare la tua bellezza e il tuo splendore. >>
Qualcuno bussò alla porta in quel momento, sarebbe stato saggio allontanarsi da lui o almeno allontanare le mani ma sapeva che se lo avesse fatto per Robbie sarebbe stato un duro colpo da sopportare, e in fondo non stavano facendo niente di scandaloso, stava solo tenendo la mano di un amico molto malato, nessuno avrebbe potuto accusarli di niente.
La governante entrò con un biglietto per lui, lo prese e prima di leggerlo congedò la donna, il suo sguardo si incupì per un momento ma presto si riprese, si alzò e gettò quel pezzo di carta nel camino, si avvicinò di nuovo per riaccomodarsi sul materasso, era quello il suo posto per adesso e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
<< Che cosa c'era scritto? >> domandò Robbie preoccupato.
<< Nulla di importante, sono tutto per te contento? >>
Di nuovo lo sguardo del ragazzo venne bagnato, le lacrime questa volta scesero lunghe le guance << non voglio tu vada via. >>
<< Non vado da nessuna parte, te l'ho detto >> lo rassicurò.
<< N-no io...i-io intendo che non voglio tu parta. >>
Il petto di Oscar si strinse, lo stomaco sembrava essere appena stato colpito da un pugno così forte che si stupì di non sentire il sapore metallico del sangue in bocca, non avevano più toccato quell'argomento e ora non sapeva cosa rispondergli, qualsiasi cosa avesse detto avrebbe potuto farlo agitare e per questo aveva messo una pietra sopra a quel discorso tanto spigoloso.
Sospirò.
<< Robbie per adesso ho rimandato tutto, l'unica cosa che voglio e che tu stia bene. >>
<< Ma dopo te ne andrai, e comunque non mi aspetterai per sempre, non aspetterai in eterno che guarisca. >>
<< Vorrei che parlassimo di qualcosa di più piacevole. >>
<< E di cosa? >> domandò con la voce spezzata.
Perché in fondo Robbie faceva sempre ciò che gli diceva Oscar, pendeva dalle sue labbra, ogni parola era come linfa vitale per lui, lo ascoltava attentamente e mai avrebbe potuto fare qualcosa che lo avrebbe messo in difficoltà, sentiva di aver sbagliato prima ad avergli chiesto di non partire, a mente lucida non lo avrebbe mai fatto, non ne aveva il diritto, diede la colpa di quella debolezza alla sua condizione fisica e mentale provata e cercò di non pensarci troppo, altrimenti sapeva che quella sensazione avrebbe finito per consumarlo sempre più in fretta.
Oscar dal canto suo aveva il cuore sanguinante stretto in una mano, sapeva quanto Robbie soffriva ma non poteva fare niente di diverso da quello che stava già facendo, non avrebbero mai potuto essere felici insieme, c'era una voragine tra loro che minacciava di spaccarsi e franare sotto i loro piedi da un momento all'altro.
<< Potrei leggerti qualcosa. >>
<< No, raccontami qualcosa tu, i tuoi racconti sono mille volte meglio di qualsiasi  altro libro. >>
Oscar rise e arrossì, di solito i complimenti gli facevano piacere ma quelli di Robbie gli scaldavano il cuore, lo facevano sentire un ragazzino e per qualche momento poteva dimenticarsi di essere un adulto con delle responsabilità, Robbie era sempre stato capace di farlo volare in alto ma anche di tenerlo con i piedi per terra quando ce n'era bisogno, e questo era uno dei motivi per cui lo apprezzava così tanto.
Così assecondò il suo desiderio, si mise a raccontare aneddoti che gli erano capitati, inventò una breve storiella per lui e qualche volta erano anche riusciti a ridere insieme, tutte queste emozioni però erano troppo per il corpo debole del giovane, infatti si addormentò cullato dalle parole fiabesche che Oscar stava narrando per lui.
Il giorno dopo quando Robbie si svegliò l'ora di pranzo era passata da un bel pezzo, la sera prima si era affaticato parecchio per questo aveva dormito così a lungo, si dispiacque nel vedere che Oscar era andato via, certo non si aspettava di trovarlo al suo capezzale ogni volta che apriva gli occhi, aveva una vita e del lavoro da sbrigare, faceva già troppo per lui. Prima di chiamare la cameriera per farsi servire qualcosa da mangiare e le medicine gli venne in mente del biglietto che era stato gettato nel camino, si alzò con lentezza e si avvicinò un passo alla volta barcollando, l'aria nella stanza era tiepida qualcuno doveva aver ravvivato le fiamme e infatti del biglietto non vi era traccia, non cera nemmeno la cenere depositata dalla sera prima.
Affranto fece qualche passo per tornare sotto le coperte ma le gambe non gli ressero e cadde in avanti, fortuna volle che in quel momento Oscar entrò in camera proprio in tempo per afferrarlo tra le braccia e impedire che si facesse male colpendo il pavimento, Robbie aveva chiuso gli occhi preparandosi all'impatto ma invece del duro legno sentì qualcosa di morbido e tiepido, un rimbombo nelle sue orecchie, per un attimo credette di essere passato a miglior vita ma poi un profumo familiare invase le sue narici e capì.
Quello che sentiva galoppare era il cuore di Oscar e lui era appoggiato con la testa sul suo petto, le braccia forti del più grande lo tenevano stretto ma senza stringere troppo, si sentì trascinare verso il letto, mettere seduto e poi sdraiato, lui non aveva ancora aperto gli occhi ma le sue mani non volevano lasciare andare i bicipiti del suo salvatore.
<< Robbie...devi coprirti o peggiorerai. >>
Lui scosse la testa, la chioma corvina si sparpagliava sul cuscino spettinandolo, Oscar gli prese la mano e piano allentò la sua presa, lo coprì e gli accarezzò la fronte e poi i capelli, quel tocco era la cosa più bella che gli fosse capitata in giorni e giorni di malattia, sapeva che non era un tentativo di sentirgli la temperatura ma una vera e propria carezza, avrebbe voluto lo facesse in eterno.
<< Perché ti sei alzato? >>
<< Scusa >> sussurrò tenendo gli occhi chiusi, le lacrime bollenti solcarono le sue guance magre e scavate, le sentiva ardere sulla pelle e non sapeva nemmeno il perché stesse piangendo, forse era tutto dovuto ai deliri della febbre o forse era troppo tempo che tratteneva la voglia di piangere.
<< Stai tranquillo, va tutto bene >> lo accarezzò spostandogli le ciocche dei capelli dal viso.
<< Scotti da morire, mi faccio portare dell'acqua e una pezza bagnata. >>
Fu quello che fece, per mezz'ora si prese cura di lui bagnandogli la fronte con il fazzoletto umido e freddo, i brividi lo scuotevano ogni volta che la pezza toccava la sua fronte, fortunatamente la febbre scese in fretta, il respiro si calmò e Robbie riacquisì un colorito leggermente più sano, riuscì ad aprire gli occhi e fu felice di trovare Oscar vicino a lui.
<< Ho fatto un bellissimo sogno >> disse con la voce impastata, bevve un piccolo sorso d'acqua anche se non ne aveva gran voglia.
<< Davvero? Che cosa hai sognato? >>
<< Noi due, eravamo...noi avevamo una bella casa in un giardino, era tutto così colorato e noi eravamo insieme ed eravamo felici >> tossì portandosi una mano al petto.
<< Lo credo bene, vorrei tanto farlo anche io un sogno così bello. >>
<< Tu cosa sogni ? >> chiese Robbie voltandosi verso di lui.
Oscar sospirò grattandosi la fronte.
<< Ultimamente niente, oppure sogno ma non ricordo alcuna immagine, ma a volte sogno di perderti, ti cerco e non ti trovo e quando mi sveglio sento una sensazione tremenda di panico. >>
<< Mi dispiace, è colpa mia. >>
<< Oh Robbie non dire sciocchezze per l'amor del cielo! Mi capitava anche prima che ti ammalassi, a dire il vero da quando ti ho conosciuto...se te lo dico prometti di non ridere? >>
<< Promesso >> rispose incuriosito.
<< Temevo ti saresti stancato presto di me. >>
Il ragazzo però non mantenne la parola, si lasciò andare ad una risatina che lo affaticò ma che lo sollevò anche, Oscar si accigliò lanciandogli un'occhiataccia, non era veramente arrabbiato o offeso anzi era felice, sentirlo ridere era diventato così raro che non si sarebbe mai sognato di sprecare una tale occasione per il suo orgoglio ferito.
<< Scusa, scusa la smetto ma è assurdo tu abbia potuto pensare una cosa del genere, al massimo poteva essere il contrario ma che io mi stanchi di te è impossibile. >>
<< La tua giovinezza oltre che affascinarmi mi spaventava, voi giovani siete così volubili  e avresti potuto incontrare qualcuno più giovane e interessante di me. >>
<< Da quando sei così insicuro? >>
<< Da quando i nostri occhi si sono incrociati >> rispose Oscar con un fil di voce, l'emozione palpabile sul suo volto.
<< Non dirmi queste cose o finirò per crederci, e sarà molto più difficile lasciarti andare. >>
<< Robbie voglio tu sia sincero con me, la mia presenza ti far star male? >>
<< Perché dovrebbe? >>
<< Rispondi e basta. >>
<< No, ma la tua assenza mi distrugge e il pensiero di dover vivere senza di te mi uccide. >>
<< Ma noi potremmo vederci comunque, non ti sto abbandonando. Io mi sarei solo trasferito, ma questo non significa che ti avrei dimenticato. >>
Il ragazzo si sfregò gli occhi stancamente.
<< Non è la stessa cosa, non puoi pensare che lo sia. >>
<< Senti io non voglio impedirti di partire, ti sto solo dicendo che per me non sarà facile. >>
<< Nemmeno per me Robbie. >>
Il resto della giornata lo passarono tra silenzi e parole, nessuno dei due toccò più l'argomento anche perché non vi era soluzione, non avrebbe portato a nulla parlarne e riparlarne, Oscar non avrebbe mai rinunciato al suo viaggio e Robbie non avrebbe mai accettato la sua partenza.
Il giorno dopo la giornata era bella, il sole spiccava alto nel cielo e scaldava ogni cosa su cui si posava, era un tempo perfetto per una passeggiata e sotto consiglio del dottore il ragazzo aveva potuto godere di una quindicina di minuti all'aria aperta, aveva dimenticato come fosse sentire il calore sul viso, socchiudere gli occhi per evitare che la luce li ferisse, sentire la terra morbida sotto le scarpe,accarezzare le foglie degli alberi e gli steli delle margherite.
<< E' tutto così semplice e bello, è una cosa a cui non pensi quando la puoi vivere tutti i giorni e io non avrei mai creduto che mi sarebbe mancata così tanto una tranquilla passeggiata in giardino. >>
<< Le piccole cose sono quelle a cui prestiamo meno attenzione mio giovane amico. >>
Robbie si girò a guardarlo con quei suoi due occhioni scuri, le ciglia folte che gli fornivano uno sguardo ancora più tenero e genuino << credi che se mai guarirò mi dimenticherò di tutto questo. Tornerò ad essere superficiale come prima? >>
<< Non sei mai stato superficiale. >>
<< Rispetto a queste cose sì, non mi è mai importato granché delle passeggiate in natura, ho sempre preferito di gran lunga i club e i posti con tante persone con cui parlare, oppure le biblioteche dove poter leggere. >>
<< Ma sono tutti luoghi chiusi comunque. >>
Oscar lo guardò con tenerezza.
<< Può essere che questa esperienza ti cambierà, ma anche se non lo facesse tornerai ad essere la persona bella che eri e che sei, non devi preoccuparti di questo. >>
Robbie tossì, le spalle incurvate che si scuotevano, Oscar lo afferrò dolcemente per le braccia tirandolo verso di sé.
<< Andiamo dentro, per oggi basta natura e uccellini >> ridacchiò.
Una volta tornato sotto le coperte decise che voleva stare con la schiena sollevata, così misero due cuscini dietro la schiena e una coperta sopra le spalle, il giovane si voltò verso il più grande con un sorriso strano sulle labbra, Oscar sollevò appena un sopracciglio in una tacita domanda.
<< Sai che siamo soli oggi >> sussurrò Robbie come se avesse paura che quelle parole suonassero troppo pesanti.
<< E questo dovrebbe significare? >>
Erano seduti vicini, le loro spalle si sfioravano e i loro visi erano a pochi centimetri di distanza, il ragazzo sorrise e avvicinò il volto fino a far combaciare la punta dei loro nasi, il suo cuore batteva forte aveva una dannata paura di essere rifiutato, ma le labbra dell'altro erano come una calamita alla cui attrazione non poteva resistere. Si avvicinò ulteriormente notando che Oscar stava trattenendo il fiato, le labbra dischiuse che stavano solo aspettando la sua mossa, non si fece attendere e chiuse la distanza con le sue, un calore scoppiò nel petto di entrambi mentre i loro cuori battevano nello stesso identico modo, le bocche si mossero dolcemente accogliendosi, accarezzandosi e donandosi finalmente quello che avevano a spettato da tempi immemori.
Fu un bacio delicato, leggero e senza pretese di andare oltre, le loro mani si cercarono e si unirono intrecciando le dita come se con quel gesto anche i loro cuori potessero intrecciarsi e unirsi per sempre, durò poco troppo poco per chi aveva aspettato una vita intera, quando si separarono rimasero con i visi vicini per un po' di tempo, nessuno dei due aveva il coraggio o la voglia di allontanarsi.
Non avevano la forza di dire niente per paura di rovinare quel momento magico che si era creato, Oscar gli accarezzò delicatamente il mento sfiorandolo con le dita, stava a lui fare la prima mossa, era lui il più grande quello con più esperienza, ma in quel momento si sentiva solo un ragazzino elettrizzato e spaventato.
Sapeva bene quello che sarebbe venuto dopo, conosceva a memoria ciò che andava fatto, dopo un bacio ne sarebbe susseguito un altro o forse tanti altri, probabilmente ci sarebbe stato un seguito o forse dopo i baci sarebbero venuti solo sorrisi e parole, ma in quel momento era diverso, lui non era con uno dei tanti suoi amanti era con il ragazzo che gli aveva rubato il cuore, non poteva permettersi sbagli o errori di alcun genere.
Lui era speciale e così andava trattato, non si sarebbe mai sognato di collocarlo alla pari degli altri, era il suo diamante, la sua perla rara e preziosa che voleva tenere solo per sé ma che mai avrebbe imprigionato per puro egoismo personale, Robbie era libero di fare ciò che più desiderava, poteva andare con chiunque volesse ma nonostante questo aveva sempre scelto lui, ed era questo uno dei motivi per cui lo amava così tanto.
<< Sembri stare meglio. >>
Che cosa stupida da dire pensò, davvero non gli era venuto in mente di meglio si chiese, si erano appena baciati e l'unica cosa che aveva saputo dire era una costatazione sulla sua salute, si sentì uno sciocco e anche parecchio insensibile, ma quel ragazzo trovò di nuovo il modo per stupirlo e lasciarlo senza parole.
<< Quando sono insieme a te sto sempre bene, anche i dolori più lancinanti si acquietano, sei il mio balsamo per le ferite, sei la medicina più dolce del mondo ed io non sarò bravo con le parole come te ma...- >>
Non lo lasciò finire, gli prese il volto tra le mani e lo baciò più profondamente questa volta, affondò le dita tra le ciocche scure dei suoi capelli e per un intero minuto non staccò quasi per nulla le labbra e le mani da lui, voleva sentirlo vivo e pulsante sotto di sé, le parole non servivano in quel momento, tutto era così futile e senza importanza, contavano solo loro due e se avesse potuto avrebbe fatto in modo che fosse così per sempre.
Robbie appoggiò la testa sulla spalla di Oscar cercando di riprendere fiato.
<< Noi due non abbiamo futuro vero? >> domandò il ragazzo mordendosi il labbro arrossato dai baci.
<< Non pensiamoci ora >> rispose Oscar.
<< Io ho bisogno di saperlo, voglio sentirmelo dire da te, solo così potrei farmene una ragione. >>
<< Non potrei mai offrirti la vita che meriti Robbie. >>
<< E se a me non importasse? Mi va bene qualsiasi cosa, qualsiasi modo ci è concesso purché sia con te. >>
<< Hai tutta la vita davanti, presto...- >>
<< Non dirmi che mi passerà, non osare iniziare quell'orribile discorso. Ne ho abbastanza di sentirmi dire che sono nel fiore dell'età e che quello che provo lascerà spazio a nuovi sentimenti. >>
<< Quello che volevo dire era che potresti arrivare a comprendere davvero il mio punto di vista e capirlo, potresti incontrare qualcuno e innamorarti, una persona con cui essere felice. >>
Robbie strinse i pugni attorno a un lembo di lenzuola.
<< Un'altra persona dici, e chi un altro uomo? Perché se non l'hai notato io sono questo, è questo ciò che voglio, è questo che amo e che desidero! >>
<< Un uomo con cui vivere la vita come l'hai sempre sognata, un uomo che può darti il futuro che cerchi a discapito di tutto. Io non sono quella persona nonostante sia stato con degli uomini, ma non posso impegnarmi con qualcuno e vivere come se fossimo una coppia. Sono un adulto, ho dei doveri e un'immagine da rispettare e ho paura. Vivere nel costante timore di essere scoperti, avere paura non solo per me ma anche per te mi ucciderebbe e non riuscirei più a scrivere niente, non riuscirei più a lavorare. >>
<< Ho già rischiato tanto con quello che ho fatto fino ad ora. >>
Il giovane lo tirò a sé stringendolo in un debole abbraccio, lo capiva e non lo odiava per non aver scelto lui, faceva solo dannatamente male ma un giorno forse quel dolore sarebbe passato o almeno diminuito, forse avrebbero potuto vivere da amici e ricordare questi momenti come un gioioso ricordo, ma ora tutto questo gli sembrava impossibile, sentiva solo il dolore crescere dentro di lui, un dolore per una perdita che ancora non aveva avuto.
<< Mi mancherai terribilmente Oscar. >>
<< Anche tu, anche tu credimi. >>
I giorni passarono in fretta, Robbie iniziava a sentirsi meglio e con la guarigione si avvicinava anche il momento della partenza del suo più grande amore, sapeva che sarebbe rimasto con lui finché non sarebbe stato meglio, ed ora quel momento era arrivato, avrebbe dovuto essere felice di sentirsi finalmente in forze, di poter uscire e tornare a fare pian piano una vita normale e invece sentiva solo un enorme pesantezza sul petto.
Il fulcro dei suoi pensieri entrò nella stanza proprio mentre stava finendo di vestirsi, avrebbero dovuto incontrarsi in città e salutarsi senza troppe commozioni o lacrime, lo avevano scelto una notte in cui entrambi non erano riusciti a prendere sonno, troppo turbati dalla separazione imminente, ma Oscar non ce l'aveva fatta ad attendere, sì era stato egoista ma non gli importava, voleva un momento da solo con la persona più importante della sua vita che stava per lasciare.
Robbie lo guardò spalancando gli occhi, non si aspettava una sua visita, allontanò le mani dal colletto della camicia che stava sistemando e per un istante rimase fermo senza fare nulla, fu un attimo preceduto dal tremolio del labbro, il magone che gli attanagliò senza preavviso la gola, corse tra le braccia di Oscar che lo avvolsero tenendolo stretto senza esitare neanche un attimo.
Scoppiò a piangere senza sforzarsi di nascondere i singhiozzi, le spalle venivano scosse dai tremiti, la gola bruciava e ardeva mentre le lacrime scendevano copiose come un fiume in piena, non riusciva proprio a smettere o calmarsi e la cosa che più lo stava facendo impazzire era che l'uomo che lo teneva stretto non lo stava forzando a smettere, stava rispettando il suo dolore, lo stava lasciando sfogare e questo lo distruggeva perché capiva quanto anche l'altro lo amasse.
<< Possiamo rimanere qui se vuoi, ho detto alla governante che dovevamo parlare di una cosa importante, le ho chiesto di lasciarci soli. Non mi importa degli altri, non mi importa di nessuno, voglio vivere gli ultimi momenti da solo con te. >>
<< Oh Oscar...non avrei osato chiedere di meglio. >>
Tra baci, carezze, abbracci e parole sussurrate all’orecchio il tempo passò in fretta, non si promisero nulla che non avrebbero potuto mantenere, non sigillarono patti di amore eterno ma solo il desiderio di ritrovarsi presto, per un bacio rubato in una stanza chiusa, per un bicchiere di liquore che li avrebbe scaldati nelle giornate più fredde, si sarebbero rivisti, questa era l'unica cosa a cui mai avrebbero rinunciato.
Trascorsero tre lunghi anni dove sì si erano visti, ma il tempo insieme era sempre poco e di quegli attimi rubati alla vita restava solo il dolore di dirsi ancora arrivederci, entrambi erano cresciuti e maturati, il più grande aveva messo in scena nuovi atti di teatro, scritto libri di racconti e poesie mentre Robbie era diventato avvocato anche se il suo hobby era sempre rimasto la scrittura.
Si era dilettato a scrivere novelle e qualsiasi cosa gli venisse in mente la buttava giù, era uno sfogo per lui, l'unico libro che aveva scritto ed era stato pubblicato era in uscita proprio in quel periodo, era dedicato al suo amore segreto quella persona che aveva sempre amato di nascosto, tra quelle righe vi erano incise parole e dichiarazioni d'amore che solo il diretto interessato avrebbe potuto cogliere e infatti fu ciò che accadde.
Oscar teneva quel libro tra le mani mentre se ne stava seduto sul divano nel salotto della sua casa a Parigi, era aperto alla prima pagina e da lì non era riuscito ancora da andare avanti, leggeva e rileggeva quelle stesse parole come se potessero modificarsi o prendere un altro senso a forza di osservarle.
"Ero in bilico su un filo troppo sottile per essere visto da chiunque ma tu hai saputo coglierlo, mi hai strappato via dalla monotonia che mi teneva prigioniero per travolgermi con la tua spensierata
 voglia di vita.
 E' solo grazie a te che ho imparato ad amare ogni più piccolo dono che l'esistenza ci offre, i sentimenti li ho scoperti solo grazie a te.
 Mi hai insegnato cos'è la sofferenza, cos'è la gioia, la felicità, la tristezza e la rabbia, prima erano solo ombre vuote ma dopo aver conosciuto te sono diventate emozioni piene, concrete, pulsavano
 di una linfa nuova che aveva il sapore della libertà. Non mi dimenticherò mai di tutto ciò che ho vissuto grazie a te, non dimenticherò di come mi hai sollevato e portato nel palmo di una mano
 impedendomi di cadere e ferirmi, se sto scrivendo questo è solo perché voglio che tu sappia che il mio cuore ti appartiene ancora e sarà sempre così.
 Non ti ho mai detto quello che provavo, sono stato un codardo e chissà forse ora tu sarai con qualcun altro, mi avrai dimenticato e starai vivendo la tua vita felicemente senza me tra i piedi.
 Sto scrivendo queste righe con la speranza che tu possa leggerle un giorno, saprai che questo libro l'ho scritto per te, pensando a te ma anche in questo caso sono stato in silenzio, spero
 nel destino che sia buono con me e te lo porti ovunque tu sei.
 Vorrei tanto poter di nuovo chiacchierare al chiar di luna, osservare i raggi chiari che illuminavano i tuoi capelli e il tuo viso, vorrei tante cose ma quella che mi renderebbe più felice è
 saperti con questo libro tra le mani.
 Ora ti lascio, tuo per sempre. Robbie."
Aveva usato quella parola, la loro parola speciale quella che avevano deciso di usare per dirsi ti amo in pubblico senza essere scoperti, "Chiacchierata al chiar di luna" era il libro che stavano leggendo insieme quando si erano dichiarati i loro sentimenti e così quel titolo, quella frase era diventata il simbolo della loro unione, del loro amore e ogni tanto per avere una parvenza di normalità la usavano quando erano in mezzo alle altre persone e questo li faceva sentire parte di qualcosa.
Era moltissimo tempo che non la utilizzavano più, forse perché loro stessi erano cambiato, o forse perché quella l'idillio provato nei primi tempi aveva lasciato il posto all'amarezza di una realtà che non li avrebbe visti uniti, credeva che Robbie se ne fosse persino dimenticato e invece era l'esatto contrario, nonostante tutto quel ragazzo aveva continuato ad amarlo.
Non si era dimenticato di tutte le cose che avevano passato insieme, ricordava i momenti proprio come lui, erano impressi nella loro anima e mai sarebbero stati cancellati, la verità era che lo amava così tanto che il cuore gli faceva male quando si soffermava a pensarlo, credeva che allontanarsi da lui si sarebbe rivelata una decisione saggia, che avrebbe aiutato entrambi ad andare avanti ma era bastata una semplice frase a far cadere il muro di menzogne che aveva costruito.
Cosa avrebbe dovuto fare ora? Certo desiderava vederlo ma avrebbe davvero mandato all'aria tutti quegli anni in cui aveva incatenato i suoi sentimenti per un solo istante di debolezza? Non poteva permetterselo, aveva conquistato pezze per pezzo una parvenza di serenità, viveva bene ed era tranquillo almeno in apparenza, certo alcuni giorni erano più duri di altri da superare ma niente che non potesse affrontare.
Si era promesso che non avrebbe mai più fatto del male a quel ragazzo dagli occhi così buoni, non lo avrebbe più messo a rischio, per questo aveva deciso di stargli lontano, perché il suo amore per quanto forte e immenso era pericoloso e lui sarebbe morto se fosse successo qualcosa all'altro.
Lesse il libro finendolo in un giorno, era bello anzi meraviglioso, ma questo non lo stupì perché conosceva il talento di Robbie e quelle dolci parole non potevano provenire da nessun altro se non da lui, decise poi di prendere un biglietto per il giorno dopo senza dire niente a nessuno, non si sarebbe fatto annunciare, aveva deciso di fargli una sorpresa.
Quando rimise piede a Londra gli sembrò di tornare a respirare dopo tanto tempo, non perché gli piacesse particolarmente quella città ma perché era lì che aveva conosciuto l'amore della sua vita, colui che gli aveva fatto battere il cuore in un modo che non aveva mai conosciuto, non si era mai innamorato prima di lui e mai avrebbe pensato di farlo in una maniera così travolgente.
Senza perdere tempo si diresse a casa del ragazzo sperando di trovarlo lì ma niente da fare, così provò sul posto di lavoro, attese fuori per quasi un'ora e finalmente scorse in mezzo alla folla di gente che usciva dall'edificio una chioma di capelli corvini, sorrise nel notare che per alcune cose non era cambiato affatto, attendeva sempre che le persone intorno a sé si fossero sparpagliate prima di incamminarsi a passo spedito verso il luogo che doveva raggiungere.
Fu come in uno di quei romanzi d'amore le acque si aprono e i due innamorati finalmente vedono mostrasi di fronte a loro la strada che li congiungerà dopo tante pene, si osservarono per un breve istante ai lati opposti della strada, a Robbie scivolò la cartellina che aveva in mano, sembrava non essersene nemmeno reso conto perché non la raccolse.
Oscar si avvicinò a lui con un ampio sorriso sulle labbra, notò che l'espressione dell'altro era esterrefatta, scioccata, come se avesse appena visto un fantasma e in effetti una sua visita proprio non se l'aspettava, per questo era rimasto impalato come uno sciocco a fissarlo, non poteva credere ai suoi occhi.
<< Ciao >> disse solo il più grande.
<< S-sei davvero tu? >> gli domandò il giovane combattendo l'istinto di allungare una mano verso di lui e toccarlo.
<< Sembra tu abbia appena visto Dio >> ridacchiò.
<< N-no è che io, io non posso credere di averti davanti a me. >>
<< Lo so Robbie, non ti ho avvisato ma volevo farti una sorpresa, pensavo ti avrebbe fatto piacere. >>
Ora Oscar si sentiva insicuro, non sapeva se quella reazione da parte del suo amico lo dovesse lusingare o mettere in allarme.
<< Certo che mi ha fatto piacere, come puoi metterlo in dubbio! >> finalmente stava cominciando a dare segni di vita.
<< Vorrei parlare con te se non sei troppo impegnato. >>
Il ragazzo scosse la testa.
<< No ho finito >> in realtà aveva un impegno, ma non gliene poteva importare di meno, avrebbe spiegato tutto il giorno dopo, trovato una scusa plausibile, ma ora contava solo l'uomo che aveva davanti.
Andarono in un posto isolato dove potevano parlare liberamente senza che nessuno li disturbasse, c'erano stati molte volte in quell'angolo di felicità che era diventato tutto loro, era un po' cambiato perché la natura stava facendo il suo corso, l'erba cresceva, le radici invadevano tutto e il muschio cresceva sui tronchi degli alberi, ma era sempre bello.
Si sedettero su una panchina di legno sgangherata e quasi marcia pregando che li reggesse, Oscar decise di andare subito al punto senza girarci troppo intorno.
<< Ho letto il tuo libro. >>
Robbie sentì un tuffo al cuore, sentimenti contrastanti si appropriarono del suo animo, panico, paura, orgoglio, imbarazzo e tanti di quegli altri che non poteva più contarli o sarebbe impazzito, non sapeva cosa dire né se fosse giusto parlare ma optò per la cosa più banale.
<< Ah sì? >> deglutì << ti è piaciuto? >>
Il più grande sorrise.
<< Moltissimo, te l'ho sempre detto tu hai un talento per la scrittura, quelle parole erano così piene di emozioni e...non trovo nemmeno le parole per dirti quanto io lo abbia apprezzato. >>
Il giovane arrossì e iniziò a fissarsi le scarpe, non sapeva se si stesse riferendo all'intero libro o a quella dedica che aveva lasciato all'inizio, per quanto ne sapeva avrebbe potuto anche farlo arrabbiare o infastidirlo, ma dalla sua voce, dal suo sorriso non sembrava affatto così.
<< Tu che non trovi le parole, è bizzarro >> ridacchiò nervosamente.
<< Già e sai quando mi succede? >>
Robbie alzò finalmente lo sguardo da terra, incastrò gli occhi in quelli nocciola dell'altro, scosse la testa.
<< Solo quando sono con te, il che è assurdo perché quando siamo innamorato dovremmo trovare tutte le parole di questo mondo e invece io, penso che nessuna parola sia adatta a...- >>
M il ragazzo non lo stava più ascoltando, la sua mente si era fermata a "quando siamo innamorati" e il suo cuore ora era fermo, immobile come se aspettasse solo il momento giusto per scoppiare, Oscar non si accorse subito del silenzio che si era creato, ma quando si rese conto che l'amico era entrato in uno stato catatonico dovette più volte cercare di attirare la sua attenzione.
<< Che cosa..che cosa hai detto prima? >> balbettò nervosamente.
<< Non hai ascoltato una parola Robbie? Non è da te mio caro. >>
<< Comunque ti stavo dicendo che non riesco mai a trovare le parole giuste...- >>
Robbie agitò le mani.
<< No, no non quella parte. >>
L'uomo sollevò un sopracciglio confuso non capendo davvero a cosa si riferisse, il ragazzo si chiese se fosse veramente possibile che non ricordasse quello che aveva appena detto un attimo prima, e si domandò anche se in questo caso lui avrebbe dovuto dargli tutta l'importanza che gli stava dando.
<< Hai detto quando siamo innamorati...che cosa intendevi? >>
Fu il turno di Oscar di cadere in uno stato catatonico, non se ne era reso conto, davvero aveva pronunciato quella frase? Era così perso in quello che stava dicendo che gli era uscita così senza che desse il permesso alla sua bocca di pronunciarla, la sua mente aveva agito al posto suo facendo ciò che lui non aveva il coraggio di fare. Quel silenzio però mandò in panico Robbie che iniziava a pensare di essersi sbagliato, di avere frainteso e cominciava ad avere paura di aver rovinato tutto.
<< Senti lascia perdere, forse ho solo capito male oppure tu intendevi altro e...davvero possiamo dimenticarcene e andare avanti. Fa finta che non ti abbia detto nulla ti prego. >>
<< E' la verità >> sussurrò guardando davanti a se come fosse perso in una visione.
Robbie piegò la testa di lato, non stava davvero capendo niente.
<< Che cosa? >>
<< Sono innamorato >> disse Oscar.
<< Oh >> rispose tristemente Robbie fraintendendo tutto quanto.
<< Beh, sono...sono felice per te. Io non sapevo avessi conosciuto qualcuno. >>
La sua espressione era triste e avvilita, guardava verso il basso con gli occhi pieni di cristalli liquidi, la voce era spezzata e non aveva più il coraggio di usarla, fu in quell'attimo che Oscar si riscosse voltandosi verso di lui, quando vide in che condizioni era capì che aveva frainteso le sue parole, lo guardò prima con tenerezza ma poi non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
Il ragazzo ovviamente alzò il volto di scatto, la rabbia stava prendendo il posto della tristezza, stava soffrendo e lui cosa faceva lo scherniva?
<< Perché ridi adesso!? Ti sembra...- >>
<< Sei il solito sciocchino >> disse ridendo e mordendosi le labbra, il ragazzo lo guardava con occhi sgranati e feriti, << è di te che parlavo Robbie. >>
<< C-cosa? >> balbettò.
<< Santo cielo di chi altro dovrei essere innamorato? >> lo canzonò Oscar.
<< M-ma...ma non ha senso. Io, tu, credevo che... >> le sue labbra si curvarono in una smorfia, si portò entrambe le mani al volto e scoppiò a piangere.
<< Oh no vieni qui >> Oscar lo prese tra le braccia stringendolo al petto come quella volta che si erano detti addio.
<< Shh...scusa non volevo farti piangere, però mi sembrava così assurdo che tu potessi pensare che io amassi qualcun altro. >>
<< Era possibile invece >> disse tra le lacrime << io non sono così speciale. >>
Oscar gli accarezzò la testa con delicatezza.
<< Sei speciale eccome e in particolar modo lo sei per me. >>
Robbie alzò finalmente il viso dal rifugio sicuro che era il petto dell'uomo, i suoi occhioni brillavano con le gocce delle lacrime incastrate tra le ciglia, le guance arrossate lo facevano assomigliare a un tenero bambino, e invece era un uomo adulto, un ragazzo che aveva trattenuto i suoi sentimenti per così tanto tempo che gli erano esplosi nel petto senza preavviso.
<< Ma tu avevi detto che per noi...- >>
<< Lo so...e credimi non sono venuto qui per farti sottostare ai miei cambi di idee, volevo parlarti e dirti che mi sono reso conto che il tempo non ha cancellato un bel niente, sono sempre stato innamorato di te e la distanza mi stava logorando dentro. Credevo in modo sciocco che ci sarebbe passata, pensavo che il nostro amore fosse un fuocherello e sono stato egoista perché ho deciso anche per te, ammetto che è stato ciò che hai scritto nel libro a darmi coraggio, ma questo non significa che non lo avrei mai fatto...sono solo stato tanto sciocco. Forse non sarei nemmeno dovuto venire qui a parlarti come se niente fosse successo, però sentivo di doverlo fare, sentivo che la verità la meritavi. Io ti amo Robbie e sarà così per l'eternità, anche se tu mi vorrai lontano da te io continuerò ad amarti. >>
<< Vorrei darti un pugno in questo momento. >>
<< Credo di meritarmelo >> ridacchiò Oscar.
Robbie strinse i pugni, era così arrabbiato, furioso, tutto quel tempo sprecato per poi rendersi conto che il loro destino era insieme, strinse la mascella e guardò dritto negli occhi l'uomo di cui era innamorato, voleva veramente picchiarlo ma lo prese solo per i lembi della giacca, lo tirò verso di sé e lo baciò.
Quando si staccarono rimasero labbra contro labbra.
<< Questo non è un pugno >> soffiò sulle sue labbra Oscar con un sorrisino.
<< Non provocarmi, sono perfettamente in grado di usare le mani. >>
<< Oh lo so bene >> rise Oscar, certo che gliele serviva proprio su un piatto d'argento.
Il giovane arrossì vistosamente.
<< La vuoi piantare! >>
Risero entrambi di gusto, si abbracciarono, si baciarono e in quel momento erano sicuri che niente e nessuno avrebbe potuto portargli via ciò che avevano, sarebbe stata dura? Certo che sì, ma non gli importava, non più. Avrebbero affrontato tutti gli scalini che la vita gli avrebbe posto davanti, quelli in salita si sarebbero portati in braccio a vicenda, quelli in discesa invece li avrebbero affrontati tenendosi per mano. Erano insieme, si amavano e l'amore per loro era tutto ciò che contava per ora e per sempre.
 Fine.























   
 
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