CAPITOLO
2
26
giugno, Congresso
Il
rumore che veniva prodotto dalla quantità di persone che si
trovavano
all’interno della sala costrinse Armin a chiudere gli occhi.
La sera prima, uno
dei Capifazione più esperti gli aveva comunicato
l’orario della Riunione di
Fazione, che si sarebbe tenuta alle prime luci dell’alba per
poi poter
procedere con la Scelta. In quel momento, la lancetta delle ore del suo
orologio superava a malapena il numero cinque.
Era troppo
presto, continuava a ripetersi mentre,
accanto a lui, Desiree osservava i fascicoli che erano stati consegnati
a tutti
i Capifazione qualche minuto prima. Notando il suo collega, la ragazza
gli
diede una gomitata, ottenendo solamente un grugnito infastidito.
-Mi spieghi qual
è il tuo problema? – le chiese il
biondo voltandosi verso di lei. Notando di averlo disturbato alla
grande,
Desiree sorrise.
- Ti conviene
guardare il fascicolo, piuttosto che
dormire. Dobbiamo essere preparati per oggi e tu più di
tutti devi essere
impeccabile. Non vorrai tornare a lavorare alla Centrale a tempo pieno
immagino, no? – rispose, sapendo di andare a toccare un tasto
dolente. Armin
fece per controbattere, ma una risata interruppe i suoi propositi. Si
voltò,
pronto a lanciare un incantesimo non verbale a chi aveva osato
disturbarlo.
Tuttavia, si bloccò non appena notò la persona di
fronte a lui: corporatura
minuta, lunghi capelli biondi e occhi acquamarina, coperta dai colori
della
Fazione di Grifondoro.
- Millie. Che
cazzo fai tu qui? – esclamò il
Capofazione dei Serpeverde dopo qualche attimo di silenzio e la ragazza
si aprì
in un sorriso smagliante. Accanto al biondo, Desiree guardava la scena
in
religioso silenzio, chiedendosi come facesse il suo collega a conoscere
una
Grifondoro.
- Sempre il
solito villano, mio caro Armin. Sono la
nuova Capofazione di Grifondoro, altrimenti perché sarei
qui? – rispose a tono
Mildred Abbott mentre si sedeva accanto a lui. Vide con la coda
dell’occhio
Desiree trasalire, - secondo le regole, ogni Capofazione doveva sedersi
nel suo
blocco d’appartenenza – ma fece finta di niente.
- Pensavo che il
Capofazione eletto per Grifondoro
fosse Lysander Rill, se non ricordo male. – si espresse la
Serpeverde,
ovviamente ricordandosi chi fosse stato scelto. D’altronde,
lei sapeva tutto.
- In
realtà lo era, ma lo hanno subito tolto, non so
per quale ragione. Così, ora hanno me. Almeno ho avuto
occasione di rivederti!
– esclamò Mildred ammiccando in direzione di
Armin. Il ragazzo fece per
risponderle, ma il suono della campana del Congresso fece capire a
tutti i
Capifazione che la riunione stava per cominciare. Salutandoli, Mildred
si recò
verso la sua Fazione.
-
Chissà cosa sarà successo per far arrivare i
Grifondoro al punto da cambiare un Capofazione appena scelto.
– sussurrò
Desiree mentre Olaf Kostner, Tassorosso e membro più anziano
del Governo, si
dirigeva al centro della sala. Armin sollevò le spalle,
anche lui curioso di
sapere che cosa fosse successo. Si guardò velocemente
intorno, cercando di
captare qualcosa dalla Fazione rossa. Riportò poi
l’attenzione di fronte a sé,
concentrandosi per ascoltare il vecchio Kostner che stava per iniziare
il suo
discorso.
Non si accorse,
però, che in fondo alla sala, lontano
da occhi indiscreti, qualcuno lo stava osservando. E quello sguardo non
prometteva nulla di buono.
Capanna
Plisensky, Fazione dei Tassorosso
Ivan
continuava a camminare avanti e indietro per la sua stanza mentre
Ingram stava
seduto sul letto dell’amico con gli occhi sbarrati.
-Sei sicuro di
quello che ho detto? – domandò l’albino
con voce flebile. Come uscito da una sorta di incantesimo, Ivan si
voltò di
scatto verso di lui.
- Gram, non me
lo sono sognato. Per tutte le patate,
sembravi posseduto! – esclamò il moro agitando le
braccia. Sospirando, Ingram
ricadde sul letto, stranamente senza nessuna voglia di muoversi. Quella
mattina, il biondo platino si era svegliato con l’amico che
lo scuoteva,
blaterando su di lui che si era messo a dire una specie di cantilena.
-
All’inizio pensavo stessi parlando nel sonno, ma poi
ho iniziato ad ascoltare attentamente e sembrava… una
filastrocca? – Ivan
cominciò ad elaborare ipotesi su ipotesi, ma alla parola
“filastrocca” il
cervello di Ingram aveva ricominciato ad andare alla
velocità della luce,
capendo finalmente cosa fosse successo.
- È
una profezia. – asserì, fermando il monologo
dell’amico. Il moro spalancò gli occhi stralunato
e se non si fossero ritrovati
in una situazione del genere, Ingram avrebbe riso di certo.
- Una profezia.
Come quelle delle storie? – chiese,
andando a sedersi anch’essi sul letto. Ignorò il
tremolio della gamba di
Ingram, - a quanto pare, l’albino stava riattivando al
massimo il suo cervello
e il suo dinamismo.
- L’ho
scoperto quando ero piccolo. Nella mia famiglia
c’è sempre stato il gene della Veggenza, ma era da
più di un secolo che ormai
non si vedeva. Almeno fino a quando non sono nato io. – a
quella confessione,
Ivan sussultò leggermente.
- E quando si
attiva? Nel senso, tocchi qualcosa,
avviene solo nel sonno… -
- Dipende. Per
la maggior parte sono sogni, ma non mi
è mai capitato di ripetere ad alta voce mentre
dormivo… -
- Attento a cosa
scegli. – nel sentire quelle parole, Ingram
sobbalzò, voltandosi poi verso l’altro.
- Cosa vorresti
dire? – domandò incuriosito, sorpreso
del tono dell’amico, e Ivan riprese a parlare.
- Ti sei forse
dimenticato quello che hai detto nel
sonno? Se qualcuno scoprisse la tua profezia, per te potrebbero esserci
guai
seri. Potrebbero farti sparire! – sbottò il moro,
rialzandosi dal letto per
riprendere a camminare per la stanza. Ingram fece per parlare, credendo
che
l’amico fosse troppo paranoico, quando dei rumori fuori dalla
stanza li
costrinsero a zittirsi.
- Avevi detto
che non sarebbe tornato a casa. – fece
l’albino e Ivan sospirò.
- A quanto pare
la fortuna ha girato dall’altra parte.
Ti conviene andare, tra un’ora dovremmo essere al treno. Non
ti dispiace uscire
dalla finestra, vero? – l’amico negò,
prendendo subito la sua roba per uscire
di soppiatto. Si voltò verso Ivan, sorridendogli e, senza
dire niente, uscì
dalla finestra. Tempo tre secondi, Ivan sentì un gemito di
dolore.
- Amico,
lì sotto c’è il cactus! –
- Lo potevi
dire! –
Unità
Mikaelson, Primo Piano, Centrale, Fazione dei Serpeverde
-Ti
sto facendo male? Hai una brutta faccia. – sentendosi
rivolgere quella domanda,
Evelyn alzò lo sguardo, osservando nello specchio un volto
uguale al suo, che
la osservava preoccupata: Everly, la sua gemella, era praticamente
identica a
lei, fatta eccezione per il volto, leggermente più magro del
suo. La sorella,
di due minuti più grande, le aveva proposto di farle una
bella acconciatura,
per prepararla alla Scelta, decisione che, di lì a poche
ore, avrebbero
sostenuto entrambe. Per rispondere a Everly, scosse la testa.
- No, tu non
c’entri. Stai facendo un lavoro molto
bello. – le disse, guardando sorridendo la treccia francese
che le fermava i
capelli. L’altra l’abbracciò, sedendosi
con lei sulla panca.
- Sono contenta
che ti piaccia! Fidati, con questa
farai un figurone! – esclamò ed Evelyn
scoppiò a ridere.
- Ever, non
dobbiamo andare a un ballo. Dobbiamo solo
salire sul palco e scegliere, fine. - commentò ed Everly la
guardò
scandalizzata.
- Signorina, non
eri tu che continuavi a dire di voler
essere perfetta in modo da farti notare? Un po’ frivola come
cosa. – a quella
frase le due scoppiarono a ridere, ma il rumore della porta che si
apriva le
interruppe, facendole alzare per mettersi all’attenti come
due perfetti
soldatini. Sulla soglia, bella ma severa, stava la figura di Evangeline
Mikaelson, uno dei membri del Consiglio dei Serpeverde e madre delle
due
ragazze.
- Non siete
ancora pronte? Eppure, mi sembra di avervi
dato il tempo necessario per prepararvi, o sbaglio? –
commentò duramente e le
due ragazze negarono velocemente.
- Ci dispiace
madre, ci siamo perse via parlando della
scelta… - cercò di spiegare Everly ma la donna la
interruppe.
- Cosa interessa
a voi della Scelta? Sciocchi sono
quelli che scappano dalla propria Fazione. E ora fuori, non possiamo
fare
tardi. E tu, togliti quella cosa dai capelli, non siamo in Sala Comune.
–
sobbalzando leggermente per le parole dure della madre, Evelyn
guardò la
sorella e, lanciandole poi uno sguardo di scuse, cominciò a
sciogliersi i
capelli. Successivamente, le due uscirono a testa bassa dalla loro
unità,
dirigendosi velocemente verso gli ascensori, che le avrebbero portate
in alto
per prendere il treno.
- Emilie
dov’è, madre? – chiese Everly,
speranzosa di
vedere la sorella minore.
- Già
di sopra con vostro padre. La vedrete più tardi.
– disse Evangeline continuando ad andare avanti.
- Dovresti
scappare da qui… - nel sentire quella frase
sussurrata, Evelyn si voltò verso la gemella.
- Anche tu
dovresti farlo. –
- E poi chi
terrà d’occhio Emilie? Non possiamo
lasciarla qui da sola con lei! – continuò Everly,
voltandosi ogni tanto per
controllare che la madre non le stesse ascoltando. Poi, si
voltò di nuovo verso
l’altra.
- Ascolta, o
rimani qui e finisci in un matrimonio
combinato, rimanendo sotto l’influenza di mamma, oppure
scappi. Tanto, peggio
di così non può andare… -
- Signori
Farley, buongiorno! – esclamò la madre e le
due ragazze si voltarono immediatamente, notando due figure che si
avvicinavano
a loro. Tuttavia, a loro non importava dei due perché,
accanto a loro, stava il
figlio, probabilmente l’ultima persona che Evelyn avrebbe
voluto incontrare
quel giorno.
- Buongiorno mie
care, come va la giornata? – chiese
sorridendo Asher. Tuttavia, il suo sorriso era tirato da tutte le parti
e gli
occhi mostravano disprezzo, contrastando con il resto del suo volto.
- Prima di
vederti tutto bene. Sfortunatamente, hai
rovinato tutto. – disse Everly, attenta a non farsi sentire
dagli adulti.
L’espressione sul volto di Asher mutò velocemente,
mostrando finalmente le sue
vere emozioni.
- Sinceramente,
è solo per un po’ di scena. Tua madre
sta cercando di organizzare un matrimonio e i miei ci stanno pensando,
anche se
cercherò in tutti i modi di farlo saltare. – disse
sprezzante il ragazzo e,
forse per la prima volta, Evelyn si ritrovò
d’accordo con lui.
- Chi cavolo
vorrebbe diventare tua moglie, razza di
imbecille? E ora scusaci, ma dobbiamo andare. Forza Evie, andiamo.
– dopo aver
parlato, Everly si diresse verso gli ascensori, cercando di porre
più distanza
possibile dal ragazzo.
- Sai, ancora mi
chiedo come io abbia fatto ad essere
tua amica da bambina. Probabilmente ero una stupida. – disse
Evelyn e, senza
neanche guardare Asher in faccia, se ne andò, raggiungendo
la sorella.
Congresso
Kaia
si portò le mani ai lati della testa, cominciando a
massaggiarsi le tempie per
cercare di limitare il mal di testa che le stava arrivando come una
martellata.
Trattenendo una smorfia di dolore, si guardò intorno,
ritrovandosi circondata
dai suoi colleghi che, insieme ai Capifazione di Tassorosso, di solito
i più
calmi, urlavano ogni tipo di insulto al Consiglio che, impassibili come
sempre,
osservavano la sala con aria annoiata.
Dall’altro
lato, ben lontano dai Corvonero, le Fazioni
di Grifondoro e Serpeverde erano tranquille, visto che il nuovo
provvedimento
non toccava minimamente i loro cadetti. Tuttavia, si notava benissimo
come
alcuni fossero rimasti colpiti da quella novità.
-È
un’assurdità! Introdurre delle prove di entrata
anche a Tassorosso e Corvonero è una pazzia! –
urlò qualcuno dalla parte di
Tassorosso e urla di assenso si levarono dalla Fazione gialla. Ci
vollero
diversi minuti per ripristinare l’ordine e, una volta
ottenuto il silenzio, il
rappresentante del Consiglio si alzò, dirigendosi al centro
della sala. Kaia
riconobbe subito Amelia Briscol, una dei Consiglieri più
importanti della
Fazione dei Serpeverde.
- La decisione
di inserire le prove di entrata anche
alle altre due Fazioni è stata una decisione presa
all’unanimità, sia dal
Consiglio che dal Governo. Questa scelta è stata presa per
evitare il
sovraffollamento delle due Fazioni a discapito di Grifondoro e
Serpeverde. In
questo modo, si eviteranno problemi di ogni tipo.
- E la
libertà della scelta che fine fa? Alcuni di
quei ragazzi cambiano perché sanno di non poter sostenere le
prove. – la voce
che pronunciò queste parole uscì dai Serpeverde e
Kaia si irrigidì,
riconoscendo subito chi aveva parlato. Immediatamente, si
alzò un leggero
brusio. “Lui parla, ma è la prima causa
della mancanza di cadetti” o “è
sempre stato così arrogante, fin da bambino”,
erano solo alcune delle frasi
che le erano giunte alle orecchie. Sentendo subito il tono di sfida, la
Consigliera Briscol portò la sua attenzione verso la sua
Fazione.
- Si
può dire che questa scelta sia stata fatta per
evitare che lei faccia scappare più cadetti del normale.
Dico bene, Capofazione
Stettner? – a quella domanda, Armin ampliò
leggermente il suo sorriso, ma
decise di non dire niente: sapeva di non risultare simpatico alla
maggior parte
del Consiglio, per questo voleva evitare altri casini. Con un piccolo
cenno del
capo fece capire alla Consigliera di non avere altro da aggiungere e
questa
poté andare avanti nel suo discorso.
- Capisco che
siate tutti sorpresi da questa
decisione, ma conoscete anche voi i rischi del lavorare come Auror o di
operare
alla Centrale. Tra due ore i nostri giovani cadetti affronteranno il
momento
più difficile della loro intera esistenza e verranno
avvertiti dei nuovi
cambiamenti. E ricordate: la Fazione prima di tutto. –
Con questa
frase, la Consigliera Briscol congedò i
Capifazione, che cominciarono a sparpagliarsi per la sala, continuando
a
discutere riguardo a quanto appena successo. Dalla parte dei
Tassorosso,
Adeline si mosse velocemente, ancora sconvolta da quello che aveva
sentito.
osservò ancora le persone intorno a lei, sentendo
improvvisamente una tensione
mai avuta prima. Qualcosa stava cambiando. In meglio o in peggio si
sarebbe
deciso in futuro.
Stazione,
Fazione dei Grifondoro
La
stazione dei Grifondoro stava cominciando a riempirsi,
nell’aria un sentore di
eccitazione e paura. Oyster osservava impassibile la massa di persone
che la
circondava, voltando ogni tanto lo sguardo per controllare che fosse
tutto in
ordine. Con la coda dell’occhio, vide il suo collega
saltellare in giro, quasi
contagiato da quel clima. La ragazza sbuffò, chiedendosi per
l’ennesima volta
come fosse stato possibile essere messa in coppia con un aspirante.
Insomma,
lei era un Capitano, aveva cose più importanti da fare!
-Amos, per
l’amor del cielo, vieni qui! E smettila di
fare il bambino, non siamo qui a giocare! – sbottò
la mora e il diciannovenne,
sentendosi richiamare, corse subito dal suo superiore.
- Ma Oys, non
sei eccitata?! Io ricordo la mia Scelta
come se fosse ieri! – disse lui continuando a guardarsi
intorno e Oyster alzò
gli occhi al cielo.
- Ti ricordo che
sei quasi un Auror, ergo comportati
da adulto. Ma mi spieghi che stai facendo? – la ragazza
osservò stranita Amos,
che sembrava cercare qualcosa, - o qualcuno, - tra la folla.
- Sto cercando
Aidan, volevo salutarlo prima della
partenza! – piagnucolò lui, sbuffando in quanto
non riusciva a trovare il suo
amico. A quel punto, fu turno della ragazza quello di sbuffare.
- Amos, saranno
già saliti nel loro vagone, lo sai che
i cadetti vengono mandati nei primi vagoni. Lo saluterai per bene dopo,
prima
della Scelta. – gli disse lei e finalmente riuscì
ad attirare l’attenzione del
moro.
- Anche tuo
fratello compie la sua Scelta oggi, o
sbaglio? – a quella domanda, Oyster si irrigidì:
sapeva che l’intenzione del
Grifondoro non era di offenderla o altro, ma quando si parlava della
sua
famiglia era sempre come ricevere una pugnalata al cuore.
- Sì.
Di sicuro non sceglierà Grifondoro, rimarrà tra
le Serpi a montare il suo ego. – sibilò lei e Amos
si mise a ridere.
- Lo ricordo,
non era particolarmente simpatico. Probabilmente
finirà seppellito sotto alle sue manie di protagonismo.
– replicò, sorridendo
non appena notò una piccola smorfia di divertimento sul viso
del suo superiore.
Il fischio del treno riportò la loro attenzione sulla
partenza.
- Forza,
sbrighiamoci a salire o ci perderemo la
Scelta. – Oyster si mosse velocemente tra la folla,
dirigendosi subito verso un
gruppo di persone che si stava accalcando vicino alle entrate dei
vagoni. A
quel punto, Amos si guardò indietro un’ultima
volta, per poi dirigersi verso il
vagone più vicino.
-
Chissà proprio cosa sceglierà Asher Farley!
–
Treno
dei Tassorosso
Nicholas
guardava distrattamente fuori dal finestrino, cercando di concentrarsi
sul
paesaggio che stavano attraversando. Tuttavia, le chiacchiere del suo
amico non
lo stavano aiutando nel suo intento.
-Insomma, non
pensavo facesse una cosa del genere, non
me lo sarei mai aspettato! Ma tu che faccia hai fatto, sembravi un
pesce dopo
esser stato bollito in una pentola! –
- La smettiamo
di parlare di questa cosa? Per favore.
– chiese ad un certo punto il rosso e questo causò
un altro attacco di risa da
parte di Apollo, che continuava a ripensare a quella mattina: Ingram
Sùilladh
si era piantato davanti ai due e aveva iniziato una dichiarazione
d’amore nei
confronti di Nicholas, che aveva ascoltato tutto in silenzio, troppo
scioccato
per riuscire a dire qualcosa. La situazione si era conclusa con Ingram
che se
ne andava blaterando cose del tipo “so che non
ricambi il mio amore, ma io
ti terrò per sempre nel mio cuore!”, il
che aveva portato delle grosse
risate ad Apollo.
-
D’accordo, adesso la smetto. Però dai,
è stato
adorabile e ha avuto tantissimo coraggio a dirtelo. Fossi stato in lui,
io non
avrei detto niente. – replicò il biondo e Nicholas
alzò gli occhi al cielo.
- Per fortuna
che sei a Tassorosso, mister Cuor di
Leone. – fece il rosso, allontanandosi leggermente per
evitare un pizzicotto
dall’amico. Rimasero poi in silenzio per qualche minuto,
ascoltando solamente i
rumori del treno.
- Chi gestisce
la scelta quest’anno? – chiese
all’improvviso
Nicholas, spostando lo sguardo dal paesaggio al suo amico.
- Penso che
tocchi ai Grifondoro. L’anno scorso il
discorso del rappresentante di Serpeverde aveva fatto scappare molti
ragazzi;
quindi, penso che vogliano evitare un altro danno. - rispose
Apollo, sorridendo amaramente al
ricordo dell’anno scorso: ogni anno, i Serpeverde si
lamentavano delle poche
scelte della loro Fazione, ma non facevano mai nulla per cambiare quel
dato.
- Speriamo che
vada tutto bene. Ti dirò, sono super
eccitato di vedere cosa sceglieranno i ragazzi della nostra Fazione!
– esclamò
il rosso, sorridendo come se dovesse essere lui a compiere la scelta. A
quelle
parole, Apollo sorrise amaramente, ripensando al suo giorno della
Scelta. Ma
ormai era acqua passata; ora, doveva solo guardare avanti.
Notò subito il
confine tra il Congresso e la Fazione di Tassorosso e fece cenno a
Nicholas.
- Forza, andiamo
ad ascoltare queste scelte. –
Sala
della Scelta, Congresso
La
sala aveva ormai raggiunto la massima capienza, segno che tutti i
membri della
società avevano trovato i propri posti. Se si guardava la
scena dal piccolo
palco, dove i cadetti dovevano salire per completare la loro Scelta, si
sarebbe
visto un tripudio di mille colori, che nel suo insieme sembrava
armonico. Nelle
prime tre file, erano stati disposti tutti i cadetti che, ansiosi,
osservavano
attentamente ciò che li circondava.
Quando tutte le
Fazioni si furono sistemate, sul palco
salì il rappresentante scelto di Grifondoro, posizionandosi
esattamente al
centro.
-Buongiorno a
tutti. Per chi non mi conoscesse, sono David
Cleremont, Capo Auror e Responsabile delle esplorazioni al di fuori
delle mura.
Oggi, sarà mio compito guidare voi cadetti in questo giorno
importante. Oggi,
voi inizierete il vostro percorso per diventare membri effettivi della
Società.
Ciò che sceglierete sarà la vostra casa e la
vostra famiglia e niente avrà più
importanza di questo. Ciò che sceglierete non potrete
cambiarlo; se lo farete,
sappiate che nessun’altra Fazione vi ospiterà e
per questo sarete direttamente
mandati tra gli Esclusi. – a quelle parole, un leggero brusio
si alzò dalle
prime file, per poi fermarsi al gesto della mano del Grifondoro.
L’uomo si
voltò e, prendendo la sua bacchetta, fece comparire al
centro del palco quattro
grandi coppe, che i cadetti riconobbero subito: erano le Coppe della
Scelta. Al
loro interno, si trovavano gli elementi di rappresentanza delle
Fazioni: acqua
per Serpeverde, carboni ardenti per Grifondoro, terra per Tassorosso e
frammenti di vetro per Corvonero.
- Quando verrete
chiamati, voi salirete su questo
palco e vi posizionerete esattamente di fronte alle Coppe. In seguito,
con la
vostra bacchetta prenderete una goccia del vostro sangue e la lascerete
cadere
all’interno della Coppa che avete scelto. Sappiate
però, che avete una sola
possibilità e che non potrete tornare indietro. –
Il Signor Cleremont guardò
ancora una volta i cadetti, cercando di tramettere calma e sicurezza.
Poi, fece
apparire dal nulla un rotolo di pergamena, dando così inizio
al Giorno della
Scelta.
Settore
Serpeverde
-Penso
di vomitare. –
Nel sentire
quelle parole, Venus si voltò orripilata
verso Aileen che, con espressione funerea, osservava il primo cadetto
salire
sul palco. Accanto a lei, Lenora le sorrise dolcemente.
-Stai
tranquilla, andrà tutto bene. Almeno, non sei
tra le prime a dover affrontare la scelta. – le disse,
guardando poi accanto a
Venus dove, in completa ansia, Ellen guardava per terra. A quel punto,
l’unica
bionda del gruppo sbuffò.
- Insomma, ormai
siamo qui, è inutile impanicarsi
adesso. Lo hanno fatto altri prima di noi, ce la possiamo fare.
– mormorò Venus
lisciandosi le pieghe del suo vestito verde, scelto con cura per quel
giorno
importante. Prima che Aileen potesse rispondere, un nome si
levò alto per la
sala.
- Ellen Oprah
Begum! – esclamò il Signor Cleremont,
voltando poi lo sguardo sulle schiere dei cadetti. Nel sentire il suo
nome,
Ellen si irrigidì immediatamente. Prese coraggio e si
alzò, dirigendosi verso
il palco sotto lo sguardo attento e confortante delle sue amiche. Sali
le scale
e incrociò gli occhi con il Signor Cleremont, che le sorrise
e lei ricambiò. Si
posizionò di fronte alle quattro Coppe e prese un respiro
profondo. Ovviamente,
Ellen aveva deciso già da tempo e per questo prese in mano
la sua bacchetta
puntandola contro il palmo della sua mano. Subito, un piccolo taglio le
si
formò sul palmo e raccolse una goccia di sangue con la punta
della bacchetta.
Prese un respiro profondo e portò la bacchetta sopra la
Coppa della Fazione che
aveva scelto. Osservò senza battere ciglio la piccola goccia
rossa che cadeva,
segnando così il suo destino. E, finalmente, sorrise.
- Tassorosso!
–
Settore
Grifondoro
-Scelta
scontata, anche se mi aspettavo venisse qui da noi. –
sussurrò Aidan
nell’orecchio della compagna e questa roteò gli
occhi al cielo. Flare aveva
fatto di tutto per sedersi lontana da lui, ma il castano era di altri
piani;
perciò, aveva letteralmente occupato il posto accanto a lei
e, da quando era
iniziata la Scelta, non faceva altro che commentare. Un boato si
alzò dalla
loro Fazione e i due videro Lenora Bishop dirigersi verso la prima fila
dei
Grifondoro.
-
Però, sarà divertente! – disse ancora
il ragazzo e
Flare sbuffò.
- Aidan, se non
chiudi subito quella bocca ti tiro un
pugno. Non vorrai mica far fare brutta figura a tuo padre, no?
– ribatté lei
seccata e, nel notare lo sguardo di lui, sapeva di aver colto nel
segno.
Infatti, il cadetto girò la testa verso il palco, dove suo
padre sorrideva
incoraggiante ad ogni recluta che saliva. Quella stessa mattina gli
aveva
promesso di non combinare guai e così avrebbe fatto.
- Flare Blight!
– urlò all’improvviso suo padre e la
ragazza si alzò velocemente. Tuttavia, mentre si dirigeva
verso le Coppe, gli
ingranaggi del suo cervello giravano velocemente e Flare si
ritrovò immersa tra
mille pensieri. Sapeva che la scelta giusta sarebbe stata Grifondoro,
ma mentre
compiva l’incantesimo la sua mente si annebbiò e
la ragazza avvertì come una
specie di nube che l’avvolgeva. Fu per questo motivo, che la
sua bacchetta si
allontanò dalla Coppa di Grifondoro, senza che se ne
rendesse nemmeno conto.
- Serpeverde!
– fu a sentire il nome della Fazione che
Flare tornò in sé e sgranò gli occhi.
Che cosa aveva appena fatto?
Si mosse quasi
di scatto, sovrastata dagli applausi
dei Serpeverde per aver ottenuto un nuovo cadetto, e si
voltò verso la sua, ormai,
ex-Fazione: subito notò Aidan che la guardava sorpreso,
evidentemente colto
alla sprovvista dalla decisione della ragazza e per questo interruppe
subito il
contatto visivo, sedendosi poi tra le fila dei Serpeverde. Lontano da
lei,
Aidan era ancora senza parole ma, sotto sotto, era anche divertito: chi
l’avrebbe mai detto che la cara Flare avrebbe scelto i
Serpeverde?
-Aidan
Cleremont! – immediatamente, il Grifondoro si
alzò con un sorriso, dirigendosi verso il palco sotto gli
occhi di tutti. Passò
vicino a suo padre e gli fece un cenno con la testa. Sapeva
già dove andare e
fu per questo che sorrise ancora di più quando suo padre
gridò “Grifondoro!”.
Leggeva negli occhi di suo padre l’orgoglio e
l’affetto che provava per lui e
quella fu l’unica, piccola cosa che gli fece provare un
po’ di tristezza.
Chissà se suo padre possedeva lo stesso sguardo alla Scelta
di Alistair.
Settore
Serpeverde
Dall’alto
del suo settore, Armin osservava attentamente i cadetti che, uno ad
uno, si
dirigevano sul palco per compiere la propria scelta. C’era
chi decideva di
rimanere, chi invece decideva di cambiare e chi, purtroppo, non compiva
alcuna
decisione.
-Asher Petrus
Farley! – nel sentire quel nome, tutta l’attenzione
del Capofazione si rivolse verso Asher che, superbo e arrogante come
sempre,
andava a scegliere la sua Fazione. O, semplicemente come diceva lui, a
confermare la origine. Francamente, ad Armin interessava poco: fin da
quando
era piccolo, Asher era stato destinato a grandi cose
all’interno dei
Serpeverde. Storse il naso al pensiero di doverlo addestrare, lo vedeva
sempre
trattare male gli altri, soprattutto Aileen e la sua cerchia, e lui non
andava
molto d’accordo con persone del genere.
- Aileen
Elisabeth McGideon! – disse il Signor Cleremont
e Armin ancorò il suo sguardo alla sua amica che, rigida
come un pezzo di
legno, si dirigeva verso il palco, di fronte alle quattro Coppe. Nel
vederla
così agitata, sorrise: sapeva che la ragazza avrebbe voluto
seguire i suoi amici,
ma Aileen sapeva anche di dover scegliere il proprio cuore, nonostante
questo
le costasse molto. Passarono alcuni minuti e, finalmente, la rossa si
mosse.
- Grifondoro!
– la Fazione chiamata esplose in un
fragoroso applauso, mentre Armin guardava Aileen raggiungere la sua
nuova
famiglia. Sospirò: non era più una bambina, non
aveva più bisogno della sua
protezione. Avrebbe volato da sola.
Settore
Serpeverde
Nel
momento in cui chiamarono il suo nome, Evelyn cominciò a
sentire tutta l’ansia
addosso. Lasciando la mano di sua sorella, che per tutto il tempo aveva
tenuto stretta,
si diresse verso le Coppe, grandi ed imponenti. Ormai l’acqua
di Serpeverde
aveva raggiunto un colore rosato, mentre i carboni di Grifondoro si
erano raffreddati.
Con la punta della sua bacchetta si prelevò una goccia di
sangue e prese un
respiro profondo. Non voleva lasciare le sue sorelle e suo padre da
soli nelle
grinfie della madre, ma Evelyn sapeva che non l’avrebbero mai
perdonata se
avesse deciso di rimanere lì. Così,
posizionò la mano sopra la Coppa che aveva
scelto, osservando la goccia di sangue cadere sui pezzi di vetro.
-Corvonero!
– sentì alle sue spalle e, in contemporanea,
udì l’urlo di sconcerto di sua madre, che
ovviamente non si aspettava una
decisione del genere. Corse velocemente verso i Corvonero, attendendo
con ansia
Everly. La vide salire le scale e avvicinarsi le coppe e, prima di far
cadere
il suo sangue sulla coppa di Serpeverde, si voltò verso di
lei e le sorrise
raggiante. A quel punto, Evelyn sentì gli occhi pizzicare,
rendendosi
finalmente conto della decisione che aveva appena preso. Chiuse gli
occhi, cercando
di evitare di piangere, ma una mano sulla sua spalla la costrinse a
riaprirli. Sgranò
gli occhi perché, seduta accanto a lei, ora stava Venus, che
la guardava con
dolcezza. Probabilmente, persa tra i suoi pensieri, non si era accorta
della
Scelta dell’amica che, a quanto pare, aveva scelto come lei.
- Pensavi
davvero che ti avrei lasciata da sola? E poi
chi mi racconta i fatti degli altri? – le chiese Venus e, a
quel punto, Evelyn
sorrise, lasciandosi ad un pianto liberatorio: finalmente, era libera.
Settore
Tassorosso
Adeline
guardò con fierezza Ivan che si dirigeva sul palco, talmente
agitato che per
poco non cadeva dalle scale, causando l’ilarità
nella maggior parte dei presenti.
Quella mattina, il ragazzo l’aveva tartassata di domande,
quasi causandole un
attacco isterico per il fiume di parole a cui la stava sottoponendo.
Tuttavia,
non aveva detto niente, perché sapeva quanto Ivan fosse
ansioso ed elettrizzato.
-Serpeverde!
– sentì urlare e, come molti altri
attorno a lei, rimase scioccata. Un enorme chiacchiericcio si
levò dalla sua
Fazione, mentre molti cercavano di capire il perché di
quella decisione. Ovviamente,
per quelle domande vi era un motivo, e la risposta la si poteva trovare
verso
il fondo della sala dove, attualmente con sguardo duro e sprezzante,
stava Igor
Plisensky, Capofazione, membro del Governo e padre del giovane. Adeline
osservò
lo sguardo di ghiaccio dell’uomo e rabbrividì,
tornando a concentrarsi su Ivan:
notò subito uno stato di ansia e agitazione su di lui, cosa
rara e che prima
non aveva notato. Di fronte a quella visione, Adeline
aggrottò le sopracciglia:
cosa cavolo gli era successo?
Settore
Corvonero
-Questa
Scelta diventa sempre più interessante ogni minuto che
passa. – commentò James
e, accanto a lui, Kaia annuì.
- Direi che
quest’anno c’è un buon equilibrio tra
Interni ed Esterni*. Tuttavia, sono quelli che scelgono di diventare
Esclusi a
preoccupare… - rispose lei, riferendosi alla decina di
ragazzi che,
contrariamente ai loro compagni, avevano scelto di non prendere parte a
nessuna
delle Fazioni.
- Io conosco
tutti questi ragazzi, erano miei allievi.
Vederli compiere un passo del genere… - James
sospirò, cercando di non pensarci,
ma non ci riusciva. Sapeva benissimo chi fossero quei ragazzi e sapeva
che
dovevano possedere molto coraggio, per decidere di non unirsi alla loro
Società.
Molto
più avanti, sulle prime file, Aine e Catalina
osservavano attentamente le varie Scelte.
-Aine, devo
dirti una cosa molto importante. – disse ad
un certo punto la mora e l’altra si voltò
incuriosita verso di lei.
- Sappi che io
ti voglio bene e te ne vorrò sempre. Sei
la mia migliore amica. – disse Catalina e la bionda non
capì subito il
significato di quelle parole. Fu solo nel momento in cui
sentì il suo nome che
comprese quello che le aveva comunicato la compagna. Si alzò
sentendo una morsa
allo stomaco e, nel suo tragitto, si ritrovò schiacciata da
mille tormenti. Mentre
si avvicinava alle Coppe sapeva di essere indecisa: seguire il cuore o
la
mente? Ripensò attentamente a tutto quello che le era
accaduto in tutta la sua
esistenza e, alla fine, scelse di seguire la mente. Così
com’era venuta, ritornò
tra le sue fila, dove sapeva che sarebbe dovuta rimanere. Il rimpianto
di non
aver cambiato le opprimeva il cuore, ma lei cercò di
scacciarlo, mentre
osservava Catalina salire sul palco dopo essere stata chiamata.
Ovviamente, la
castana sapeva già dove andare, per questo non
durò molto.
- Tassorosso!
– esclamò il responsabile di Grifondoro
e, mentre si fiondava verso la sua nuova Fazione, Catalina si
voltò verso di
lei, ed entrambe ebbero la forza di dirsi quello che non erano riuscite
a
comunicarsi a voce.
Mi mancherai.
Settore
Tassorosso
Ancora
sconvolto dalla scelta del suo migliore amico, Ingram cercò
di fare il più
veloce possibile, ansioso di raggiungere la sua nuova Fazione. Non
appena sentì
il Signor Cleremont urlare quel nome tanto atteso, Ingram si
fiondò dai Corvonero,
sorridendo a trentadue denti. Stava per cominciare la sua nuova
avventura e non
poteva essere più felice di così. Tuttavia, in un
angolino piccolo della sua
mente, continuava a ripetersi la profezia che Ivan gli aveva comunicato
quella
mattina. Magari, tra i Corvonero, ne avrebbe capito il
significato…
In
verità, vi dico che,
Si approssima il Tempo del Buio e del Dolore,
Il tempo della Gelida Tormenta
Che grandi discordie fomenta...
Sotto la Luna dove suoneranno gemelle le ore,
Sotto lo spicchio nascente del niveo satellite,
aprirà gli occhi sul tappeto di foglie
la Rossa Tempesta, che i morti coglie...
Fazioni sorelle verseranno il sangue
Tingendo di rosso le limpide acque...
Il Zaffirino Corvo la vista
sottrarrà al Leone d’Oro,
Il Tasso d’Ambra dilanierà la Serpe di Giada...
Le fauci luccicanti d’argenteo veleno
Soffocheranno il Re del terreno,
E il sovrano leonino dal rubino vello
Toglierà il volo al celeste fratello...
Fra le lacrime si annegherà
E la Morte altera passerà...
Ma nel sangue e nel pianto la Luce non soffocherà...
Eletti novelli saranno la guida,
Dono di pace all’Era Infida...
Si approssima il Tempo del Buio e del Dolore,
Il tempo della Gelida Tempesta...
ANGOLO AUTRICE
Ebbene
sì, miei cari lettori, sono finalmente tornata!
Mamma mia, è da aprile se non sbaglio che non ci vediamo, ma
finalmente sono
riuscita a finire questo dannato capitolo! Spero con i prossimi di non
tardare
così tanto, anche se dubito.
Prima delle cose
belle, sono costretta a cominciare
dalle cose brutte: l’autrice di Lysander e Jude purtroppo si
è ritirata dalla storia
e, per questo motivo, ho deciso di toglierli dalla storia. Ritrovandomi
così
senza un Capofazione Grifondoro (quello che mi era stato mandato
l’ho spedito
tra i Tassi, rip), ho chiesto ad un’autrice di crearmi un Oc
e io ancora adesso
la ringrazio per questo favore che mi ha fatto. Così, ecco a
voi il nuovo
membro:
MILDRED
ABBOTT
“Millie”
28
anni | Fazione
dei Grifondoro |
omosessuale
Capofazione |
Responsabile amministrativa e rappresentativa
Sure,
I’m a pretty girl up in a pretty world but no, I
won’t sit still, look pretty.
Mildred
è una Grifondoro atipica, visto il suo aspetto minuto.
Tuttavia, non si può dire
lo stesso del suo carattere: sebbene appaia graziosa, possiede una
grande
energia ed è molto testarda. È un capo molto
affidabile e ama incoraggiare chi
sembra più in difficoltà. È allegra e
ama scherzare e si caccia spesso nei guai.
Quando perde il controllo diventa estremamente pericolosa, in quanto si
lascia
andare all’istinto. Non le piace mostrarsi triste,
difficilmente si lascia
andare.
So che per il
momento è apparsa poco, ma spero vi
piaccia. Intanto, siamo finalmente arrivati alla Scelta! Avete
azzeccato tutti?
Qualcuno in dubbio? Sono curiosa! E ci sono anche i primi problemi!
A questo giro,
ho una domanda importante:
Quali
sono le impressioni dei cadetti
riguardo alla nuova Fazione? E che ne pensano i membri dei nuovi
cadetti?
Inoltre,
passiamo ad una cosa molto importante: i
capitoli dedicati. Per chi non lo sapesse, i capitoli dedicati
riguardano un
personaggio: alternati con i paragrafi della narrazione attuale, ci
saranno
quelli riguardanti il passato del personaggio, in modo da presentarlo
per bene
senza doverci impiegare anni (se volete capire meglio, guardate The
Umbrella
Academy, l’altra mia interattiva). Visto che i
Cadetti sono di più,
comincerò da loro (per questioni di trama, non saranno
presenti nella lista i
miei Oc, ma verranno inseriti molto più avanti):
Aidan
Aileen
Aine
Asher
Catalina
Ellen
Evelyn
Flare
Ingram
Ivan
Lenora
Venus
Detto questo, vi
saluto. Ci vediamo al prossimo
capitolo! Bacioni,
__Dreamer97