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Autore: itachiforever    01/02/2022    1 recensioni
[Venerdì 13]
Una ragazza, i suoi genitori, il suo cane e una nuova casa.
Un lago, una foresta e un campeggio sventurato.
Giovani ragazzi, una piccola vacanza e uno spietato serial killer immortale.
Differenze, similarità e qualche salvataggio.
Crystal Lake troverà la pace?
Genere: Horror, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 21 – Decisioni


 

Il killer di Crystal Lake era coperto di sangue dalla testa ai piedi. Non c’erano parole per descrivere quello che aveva fatto alla falsa guida, e lui ne andava estremamente fiero. La voce di sua madre nella sua testa continuava a complimentarsi con lui per l’ottimo lavoro che aveva fatto, dolce e allegra come la ricordava lui. Si sentiva decisamente contento, e il pensiero dei muffin che a casa lo stavano aspettando gli migliorava ulteriormente l’umore.

Fu proprio quel languorino che molto raramente percepiva a fargli decidere di andare prima a casa sua, a festeggiare, e solo dopo a casa della ragazza. Sicuramente stava dormendo, era ancora presto, e lui non sapeva ancora se la volesse effettivamente incontrare o se invece fosse meglio lasciarle la collana, magari osservarla senza farsi notare, e poi andarsene. Del resto ormai si era trasferita lì, quindi ci sarebbero state molte altre occasioni per vederla.

Nonostante lei avesse scritto nel biglietto che avrebbe cercato di “mantenere la calma” al loro prossimo incontro, nessuno dei due poteva avere assoluta certezza che l’altro avrebbe fatto altrettanto, quindi probabilmente osservarla da lontano senza farsi notare era la scelta migliore per imparare di più su di lei. O magari spiarla mentre dormiva, anche quella era un’opzione valida.

A dirla tutta, Jason si chiedeva che cosa avrebbero fatto nel caso si fossero ritrovati faccia a faccia, quindi ad una distanza avvicinata, non come quando aveva ucciso le due ragazze al lago. Cosa avrebbe fatto Jasmine, se non scappare? E cosa avrebbe fatto lui, se lei non fosse fuggita? Un’amichevole chiacchierata era da escludere. Quelle poche volte che qualcuno gli aveva rivolto la parola era o per insultarlo, o per ingannarlo, o per implorarlo di lasciarli stare. In tutti i casi non era finita bene per una delle due parti.

Non aveva poi molti precedenti su cui basarsi quindi, nel caso di un incontro con qualcuno che lui non aveva bisogno di - o non voleva – uccidere e che non scappasse a gambe levate non appena lo avesse visto. E dubitava che la ragazza avesse avuto molti incontri con serial killer del suo calibro, quindi magari neanche lei avrebbe davvero saputo come comportarsi.

Mentre tutti questi pensieri gli passavano per la mente, lui era tornato a casa. Non aveva preso souvenir di alcun genere questa volta, lasciando tutto alla polizia. Appoggiò ascia, machete e coltelli sul tavolinetto del salotto, magari li avrebbe puliti dopo. Poi si diresse in cucina, mangiandosi con gusto tutti i 12 muffin che gli erano stati dati, senza preoccuparsi di lavarsi le mani. Era da davvero tanto che non mangiava dolci fatti in casa, e i germi non lo spaventavano di certo.

Quando li ebbe finiti si ritrovò una spolverata di zucchero a velo sulla maglietta, ed essendo il sangue ancora abbastanza fresco, non ci fu modo di liberarsene. Non era sua abitudine lavare i vestiti che sporcava, così come non sapeva rammendare quelli che strappava, quindi avrebbe dovuto trovarsi un cambio pulito.

Prima di ciò però aveva altro da fare, più urgentemente, dato che era quasi l’alba e lui aveva deciso di voler osservare la ragazza mentre ancora dormiva.

Recuperò solo l’ascia, si assicurò di avere ancora la collana tastandosi la tasca, e si avviò a passo svelto verso casa di Jasmine, arrivando poco dopo le 6.

Con facilità e silenziosamente si arrampicò sulla ringhiera del portico e sulla tettoia, incurante delle impronte rosso scuro che lasciava sul legno, e si posizionò davanti alla finestra della giovane, che era stata dimenticata, o forse lasciata, un po’ aperta.

La aprì del tutto, lentamente per non fare rumori, ma i sensi del cane della ragazza erano sviluppati quanto e più dei suoi, quindi non si sorprese del basso ringhio che sentì. Osservando bene la stanza, notò la ragazza addormentata, stesa sul letto con le spalle alla finestra, e la testa del cane che spuntava da sotto di esso. Fissava Jason e gli mostrava i denti, cercando di intimidirlo, ma Jason non era di questo mondo e bastò che fissasse il cane e sbuffasse per spaventarlo e farlo guaire. L’animale tornò a nascondersi sotto al letto, silenzioso, ma lui poteva vedere che continuava ad osservarlo. Finchè non faceva rumore, a lui andava bene.

Sarebbe potuto entrare nella stanza, ma si accontentò di osservarla anche da quella distanza. Avrebbe preferito fosse girata verso di lui, ma si accontentò. Lasciò che il suo sguardo vagasse nella stanza, cercando di cogliere qualche dettaglio per capire meglio la mora. Si stupì non poco quando, grazie alla luce della luna, notò sulla cassettiera due piccole figurine che lo rappresentavano: una statuetta e un pupazzetto. Jason inclinò la testa, curioso. Non c’era dubbio, era lui. Non c’era poi così tanto da essere sorpresi, però. Aveva sospettato che Jasmine fosse una “fan” quando aveva trovato la collana con la sua maschera, questa era solo una conferma. A riprova di tutto, c’era anche un disegno appeso alla parete e, nonostante la penombra, riuscì a riconoscere la sua figura e quella della ragazza. Non era certo su chi fossero gli altri, era troppo lontano e c’era troppo buio per capire bene.

Non aveva idea che Jasmine aveva tutto un fascicolo su di lui, un enorme poster, vari altri disegni che lo rappresentavano, la collezione completa dei film, il videogioco e mezza dozzina di magliette. Se lo avesse saputo, sarebbe stato molto più che sorpreso.

Rimase parecchio lì fermo ad osservarle, immaginando vari scenari su come avrebbe reagito la ragazza nel caso di un non tanto ipotetico prossimo incontro. E, ancora più importante, come avrebbe dovuto reagire lui. Le stava dando molta più importanza di quanto avesse fatto con chiunque altro, ma del resto lei si stava dimostrando molto diversa dalla maggior parte di loro, per non dire da tutti.

L’alba intanto era arrivata, quindi era il momento per lui di andarsene. Indugiò ancora un po’ quando la ragazza si rigirò, senza svegliarsi, mostrandogli finalmente il suo volto: era serena. Se solo avesse saputo!

Prese la collana dalla tasca e la lasciò sul davanzale.: un piccolo gesto per ringraziarla del regalo, si era decisamente divertito.

Saltò giù dalla tettoia senza problemi, prendendo una decisione mentre tornava verso casa. Avrebbe colto Jasmine di sorpresa, assolutamente certo che sarebbe stato divertente – ed utile a capire davvero le sue intenzioni – spaventarla un po’.



 

Angolo Autrice:

Come promesso, eccomi qui!
Che ne pensate di questo capitolo? È più corto degli altri, ma scrivere dal punto di vista di Jason, per quanto interessante e divertente, è più difficile che scrivere per Jasmine.
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!

  
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