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Autore: LaTuM    01/02/2022    1 recensioni
“Ti trovo bene...”
“Non dire fesserie...”
“Non sono mai stato così sincero...”
“Sono bassa, grassa e mi stanno venendo i capelli bianchi…”
“Io cosa dovrei dire? Sono diventato un vecchietto rachitico che deve essere protetto dai suoi stessi studenti...”
[InkoMight | What if (Todoroki was right)?]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Inko Midoriya
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Past and a Future Secret

Disclaimer: Boku no Hero Academia non mi appartiene e non scrivo a scopo di lucro.


A Past and a Future Secret

We could steal time, just for one day


Inko alzò la testa di scatto quando sentì suonare il campanello verso le cinque di sabato pomeriggio. Non era di certo Izuku, che era rimasto a scuola per allenarsi, e non era nemmeno Mitsuki che - a differenza del figlio - per quanto rumorosa, era maestra delle buone maniere e non passava mai da lei sempre prima avvisarla.

Temeva potesse trattarsi di un venditore porta a porta, così finse di non essere in casa ma la persona oltre la soglia suonò nuovamente.

Si alzò lentamente dirigendosi in silenzio verso la porta, prima di sentire la persona dall’altra parte bussare. Una volta raggiunto lo spioncino sentì il cuore e lo stomaco fare un salto per poi sprofondare fin sotto i piedi. Come poteva essere lì?

“Inko...” si sentì chiamare da una voce gentile e leggermente rauca, ben diversa da come la ricordava ma identica a come l’aveva sentita l’ultima volta.

Inko fece un profondo respiro e, aggiustandosi i capelli nella speranza di non sembrare troppo scarmigliata, aprì la porta trovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe mai pensato di vedere oltre la soglia.

“Buonasera...” salutò lei cercando di sembrare il più distaccata possibile, come se quella fosse una normalissima visita di cortesia, com'era già accaduto.

“Lo so, ne è passato di tempo...” disse l’uomo davanti a lei sorridendo leggermente “…ma sono io.”

Inko strinse le labbra e dopo aver fatto un respiro profondo di scostò, aprendo la porta permettendo così all’uomo di entrare. Si sentì ancora più piccola nel vederlo rialzarsi dopo essersi tolto le scarpe. Nonostante non fosse più l’uomo che aveva conosciuto anni fa, rumoroso, esuberante e assolutamente fuori dal comune, incapace di passare inosservato, la sua altezza era sempre vertiginosa e i suoi modi gentili. Se la sua sconfitta non fosse stata ripresa dalla televisione nazionale, il suo aspetto avrebbe continuato a farlo apparire come un normalissimo signor nessuno tra i tanti.

“Posso offrirti una tazza di tè, Toshinori?”

L’uomo sorrise dolcemente felice di sentire che quanto meno non lo stava trattando come uno sconosciuto o un semplice professore in visita di cortesia.

“Mi farebbe davvero piacere” rispose seguendola nella piccola cucina a vista dove era già stato non molto tempo prima quando aveva cercato di convincere la donna ad affidare il giovane Midoriya alla UA e farlo rimanere nei dormitori. Erano stati bravi a fingere di essersi mai visti, in fondo nessuno dei due era lontanamente la persona che avevano conosciuto sedici anni prima e Izuku era un buon elemento di distrazione, ma Toshinori non avrebbe mai potuto dimenticarsi gli occhi verdi di Inko e, improvvisamente, tutto aveva iniziato ad avere un senso.

“Ti trovo bene...” iniziò a dire Yagi sedendosi su lato più lungo del tavolo dove la donna aveva già appoggiato una tazza vuota, pronta per essere riempita con del profumato tè bollente.

“Non dire fesserie...” lo riprese lei bonariamente portando anche un piattino con dei biscotti fatti in casa. Le piaceva molto cucinare, ma ora che Izuku viveva lontano, lo faceva meno volentieri, per quanto ogni tanto si divertisse, anche solo per passare il tempo.

“Non sono mai stato così sincero...”

Lei lo guardò di sbieco.

“Sono bassa, grassa e mi stanno venendo i capelli bianchi…”

Yagi indicò tutto se stesso con un sorriso sghembo.

“Io cosa dovrei dire? Sono diventato un vecchietto rachitico che deve essere protetto dai suoi stessi studenti...” mormorò lui ripensando a quando Izuku aveva distrutto con un Full Cowl il masso che stava per cadergli addosso in palestra.

Inko sorrise rendendosi conto che il cambiamento per lui era stato ben più traumatico che il suo naturale evolversi in una donna di mezza età.

“Diciamo che non siamo gli stessi di vent'anni anni fa, quando durante un incendio un eroe ha salvato centinaia di persone… Izuku andava pazzo per quel video, ma io non riuscivo mai a guardarlo. Evocava troppi ricordi.”

“Belli o brutti?”

“Entrambi… ero una ragazza spaventata che si era infatuata dell’eroe che l’aveva salvata.”

“E l’eroe che l’aveva salvata aveva completamente perso la testa per lei” ammise Yagi facendola arrossire lievemente.

“L’ammirazione che avevo per te credo di averla trasmessa a Izuku geneticamente.”

All Might sorrise prendendo un biscotto e assaporandolo lentamente, a piccoli morsi.

“Sei sempre bravissima a cucinare” commentò lui.

“Beh, Izuku mi ha dato un bel da fare, sopratutto quando è arrivato a casa con quel folle piano di allenamento e quella dieta…”

“Era un piano stilato apposta per lui per...”

“...per gestire un Quirk che non aveva mai avuto?”

“Già… a proposito. Potrei aver giocato un piccolo ruolo a riguardo.”

“Il mio povero Izuku” mormorò Inko triste “So che è felice di questo Quirk inaspettato, ma vederlo tornare a casa ogni volta con le ossa rotte mi ha messo a dura prova. Non capivo come fosse possibile che improvvisamente avesse sviluppato un Quirk così in ritardo...”

“Te l’ha detto lui?”

Inko scosse la testa.

“No, ma quando ho saputo che avrei iniziato a insegnare alla UA mi sono ricordata di quando mi avevi raccontato il quel miracolo che ti aveva trasformato da Quirkless a Eroe Numero Uno. Tranquillo, non l’ho mai detto a nessuno.”

“Lo so… Grazie per aver mantenuto il segreto” disse All Might abbassando lo sguardo.

“Ancora non ho ben capito come sia stato possibile, ma sei un professore e ora sei qui. Per tua stessa ammissione ne sei in parte responsabile...” disse lei portando in tavola la teiera e sedendosi davanti a lui dopo aver riempito le tazze di entrambi.

“Giuro che non avevo idea di chi fosse prima di quel giorno che sono venuto qui per ottenere il permesso di farlo trasferire nei dormitori. Era un ragazzo che era stato attaccato da un Villain e che mi si era incollato addosso. Un fan come tanti, ma che voleva sapere se avesse potuto diventare un eroe pur non avendo un Quirk. Gli avevo risposto di no, ma poi, quando il suo amico è stato attaccato, lui, un semplice ragazzino senza alcuna unicità, è stato l’unico a correre in suo soccorso. Lì ho capito che davanti a me c’era un altro natural born hero. E’ il cuore a fare l’eroe, non il suo Quirk. Come a me era stato donato, in quel momento capii che avrei dovuto fare lo stesso con lui.”

Inko sospirò… Izuku era felice, ma lei si sentiva morire ogni volta che lo vedeva tornare a casa con lividi graffi e cicatrici sempre più marcate.

“Eri da sola ma hai cresciuto un ragazzo incredibile” disse Yagi prendendo un sorso di tè.

“Suo padre ci ha lasciati per andare a lavorare all’estero ed è sparito...” mormorò la donna guardandolo di traverso e Yagi si sentì mancare la terra da sotto i piedi.

“Come-?”

Inko alzò le spalle.

“Suo padre è Hisashi Midoriya, disperso in un incidente. Non aveva famiglia o parenti prossimi, così ho detto di essere sua moglie, ho preso il suo cognome e ho dato un padre a Izuku, raccontandogli che era all’estero per lavoro. E in fondo, era la verità.”

Yagi abbassò lo sguardo.

“Mi dispiace. Non sapevo fosse tuo figlio quando l’ho conosciuto. Mi ha colpito perché non aveva le carte per essere un eroe, eppure...”

“...è sempre stato un eroe. Il mio Small Might. O All Might Junior. Mi faceva tenerezza, ma non potevo dirgli quanto fossero veritieri quei nomi da eroe che stava scegliendo. Ti ha sempre ammirato così tanto.”

“Mi dispiace che per colpa mia sia nato senza Quirk. L’ho costretto a un’infanzia difficile.”

“Lui non si è mai arreso. E’ sempre stato più forte di tutti e anche se non aveva un Quirk ha sempre cercato di coltivare la sua passione e non ha mai creduto di non poter diventare un eroe, anche se tutti gli dicevano il contrario. Io per prima.”

“Hai sempre cercato di proteggerlo...”

“Invano. La sua ammirazione per te non aveva e credo non abbia ancora confini. Hai visto la bozza del suo costume da Hero?”

Yagi sorrise.

“Ancora meglio, ho visto il costume che gli hai cucito tu. L’ha subito distrutto, ma anche quello attuale è fedele a quello che gli hai fatto. Gli è stato proposto di modificarlo, ma lui non ne vuole sentir parlare.”

Inko sorrise al pensiero.

“Il mio Izuku….” disse con un tono dolce e pieno di orgoglio.

“E’ davvero un eroe.”

“Anche questa è genetica...” ammise la donna, sorridendogli.

“Posso continuare a essere il suo insegnate?”

“Non è una questione di potere. Devi continuare a esserlo. Ha bisogno di te per controllare il suo potere, e tu hai bisogno di lui.”

All Might annuì prima di alzarsi. Si era fatto tardi e non poteva abusare dell’ospitalità della donna.

“Solo una cosa...” iniziò a dire Inko mentre lo accompagnava alla porta “Non dirgli chi sei. Non ancora. Ha bisogno del suo mito. Sei diventato improvvisamente raggiungibile, credo che scoprire all’improvviso di essere il figlio di All Might possa essere troppo per lui. E possa esporlo a più pericoli di quanto vorrei.”

Toshinori annuì comprensivo. La cattura di All for One era oramai nota, ma l’implicazione del suo Quirk che era stata la causa della sua sconfitta poteva essere una notizia troppo difficile per Inko da digerire.

Avrebbe fato di tutto per proteggere Izuku, ora più che mai.

Non l’aveva saputo per anni, non poteva sconvolgere completamente la sua vita, quella di Inko e quella del giovane Midoriya. Avrebbe continuato a essere il suo mentore.

Per il momento poteva bastare.



Note dell’autrice:

Non era il mio intento, ma alla fine Todoroki aveva ragione XD

Non lo so, mi piace questa ship, mi piace questa idea che non è niente di nuovo, ma ho adorato ricamarci un po’ su.

Il titolo è una canzone dei Blind Guardian dedicata a Re Artù e il sottotitolo è un verso di Heros di David Bowie perché… non potrebbe essere altrimenti XD


   
 
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