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Autore: crazy lion    05/02/2022    1 recensioni
[I pilastri della terra]
[I pilastri della terra][I pilastri della terra]Aliena è al nono mese di gravidanza e aspetta il suo secondo figlio. Andrà tutto bene durante il parto, o ci saranno complicazioni?
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Ken Follett. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA MADRE E LA SUA ROSA

 
Era luglio e a Kingsbridge faceva caldissimo. Di solito in Inghilterra pioveva spesso, mentre quel giorno il sole splendeva alto nel cielo. Aliena era sdraiata a letto, con Tommy che dormiva nel suo lettino in legno accanto a lei, quando un gemito di dolore svegliò Richard, suo fratello.
"Tutto bene, Allie?" le chiese.
"Sì, è solo una contrazione."
"Vado a chiamare Jack.”
"No, aspetta. Le ho da giorni, lo sai, ed è già passata."
"Ma sei al nono mese di gravidanza, potresti partorire in qualsiasi momento!" esclamò Richard, balzando in piedi.
"Aspettiamo la prossima contrazione e vediamo fra quanto viene" propose la ragazza.
Quindici minuti. Era un tempo considerevole, pensò Aliena, la nascita del bambino era ancora lontana.
"Che facciamo?" le chiese Richard.
"Vai a chiamare Jack, ma non la levatrice. Non è ancora ora."
Lui si alzò, si vestì in tutta fretta e uscì correndo.
"Mamma?"
Tommy si era svegliato. Aliena si mise a sedere e si alzò a fatica.
"Ciao, amore" gli sussurrò.
Lei e Jack stavano procedendo a togliergli il pannolino a poco a poco. Di solito restava senza la mattina e diceva alla mamma quando doveva andare in bagno, mentre di notte lo teneva su.
Dev'essere cambiato pensò la ragazza.
"Hai fatto cacchina?" gli chiese, con una vocina acuta che fece sorridere e poi ridere di cuore il bambino-
Aliena lo posò su un tavolino con una coperta sotto, che utilizzava affinché Tommy stesse sul morbido. Gli tolse le fasce e lo ripulì con un po' d'acqua e una salvietta, e lo rivestì, non rimettendogli il pannolino. Gli fece il solletico alla pancia e il bambino rise, poi guardò il proprio ventre gonfio e sorrise. Era diventata enorme. Eppure, Jack aveva continuato a dirle che era bellissima e lei ad arrossire ogni volta. Ricordava ancora quando avevano fatto il bagno nel lago, quell'estate, e lei aveva avuto paura che lui odiasse il suo corpo, ma non era stato così. Jack la amava davvero.
"Mi raccomando, di' alla mamma quando devi andare a fare cacca o pipì, d'accordo?" gli chiese, guardandolo seria.
"Sì" rispose il bambino e Aliena si augurò che fosse vero.
Era capitato più di una volta che si bagnasse o sporcasse le brache.
In quel momento. Jack e Richard entrarono.
"L'ho appena cambiato" disse la ragazza.
"Aliena, l'avrei fatto io. Tu devi riposare" disse jack.
"Ma non ho sonno!" protestò lei.
"Allora distenditi e basta. A che distanza sono le contrazioni l'una dall'altra?"
"Quindici minuti, per adesso."
Aliena lasciò il bambino a Richard, che si mise subito a giocare con lui, e si sdraiò di nuovo sul letto. Jack le si sedette accanto, nonostante il materasso fosse singolo. Quando una nuova contrazione la colpì, la ragazza si piegò in due dal dolore.
"Questa è arrivata prima" disse.
Ne ebbe un'altra dopo dieci minuti e Jack, che per il resto del tempo le teneva la mano, le asciugò la fronte imperlata di sudore.
Le faceva male tutto, ma soprattutto la schiena, che sentiva bloccata.
"Dimmi cosa posso fare" mormorò il suo fidanzato.
"Massaggiami la schiena, mi fa male."
Lei si girò a fatica su un fianco e lui fece quando gli era stato detto, con movimenti piccoli e circolari.
"Va meglio?"
"Sì, un po', grazie."
Dopo quattro ore di contrazioni e grida - nel frattempo Richard aveva portato Tommy a giocare con altri bambini -, i due erano esausti.
"Dicono che il secondo figlio nasca prima. Avevo contrazioni da giorni, l'altra volta, come ora ma più forti, solo che non potevo dirlo perché..."
Aliena si fermò. Un'altra contrazione la colpì con violenza.
"Perché eri assieme ad Alfred" concluse Jack per lei.
"Esatto" disse Aliena quando la contrazione fu passata.
"Vado a chiamare la levatrice" disse Jack. "Te la senti di stare da sola?"
"E se partorissi mentre non ci sei?"
Ora le contrazioni si erano fatte più ravvicinate, ogni due o tre minuti.
"Non voglio che tu partorisca da sola. Manderò qui una donna che venga a farti compagnia, d'accordo? Tornerò presto."
Uscì e poco dopo entrò Martha.
"Come ti senti?" le chiese questa.
"Malissimo, ma sono felice. Sto per avere un altro bambino!."
Tremava, aveva paura, ,ma cercava di non mostrarlo. Del resto, era stata terrorizzata nel partorire sotto le macerie. Stavolta il bambino sarebbe nato in un letto, in un posto pulito, perlomeno.
Un'altra contrazione la colpì più forte delle altre.
"Non sento di dover spingere" disse.
Perché? Non era normale. Stava succedendo qualcosa.
"Prova ad accucciarti" le disse Martha, che la aiutò a mettersi seduta e poi accovacciata. "Così il bambino dovrebbe nascere più in fretta."
"Dove l'hai sentito?"
"Me l'ha detto una donna, una volta."
Ma, ancora una volta, la ragazza non sentiva il bisogno di spingere, così tornò sul letto. Aveva il volto rigato di lacrime e arrossato.
"Andrà tutto bene" le mormorò Martha all'orecchio. "Jack e la levatrice saranno qui a momenti."
"L-lo spero" balbettò la ragazza.
Non ne poteva più, era esausta.
Jack rientrò seguito da una donna con i capelli bianchi e in carne.
"Sono la levatrice di Kingsbridge, o meglio una delle levatrici, mi chiamo Evelyn e puoi darmi del tu" disse, con voce dolce.
Aliena sorrise, nonostante il dolore.
"Grazie."
"Il bambino è a termine o in anticipo?"
"A termine" rispose Jack.
"Perfetto. Jack, vi chiedo di aspettare fuori. Questa è una cosa di sole donne."
Aliena vedeva che era riluttante, ma la consuetudine era quella, quindi uscì.
 
 
 
Jack camminava nervosamente avanti e indietro, non riuscendo a nascondere la sua ansia.
"Jack!" si sentì chiamare e si avvicinò al priore Philip.
"Sta per nascere mio figlio" gli disse. "E mi hanno mandato fuori. O meglio, la levatrice l'ha fatto."
"Ed è giusto cos'" disse il priore con un tono gentile.
"No!" gridò Jack, battendo un piede a terra. "Ho il diritto di stare accanto ad Aliena. Quello è anche mio figlio."
"Lo so, ragazzo, ma gli uomini non possono restare quando le donne partoriscono, ed è così da secoli. Devi solo aspettare. E poi, Aliena sa che le sei vicino anche se non ti trovi accanto a lei."
"Aspetteresti con me, Philip?"
Sperava gli dicesse di sì, perché non aveva la forza di restare solo in un momento del genere.
"Ma certo."
Si sedettero su un muretto e aspettarono. Ogni tanto Jack si alzava e faceva un giro, ma poi si rimetteva a sedere.
"Calma ragazzo, calma" gli diceva il priore.
"Se mi imponi un'altra volta di stare calmo, giuro che mi metto a urlare" gli rispose. "Non posso calmarmi. Ci sono mia moglie e mio figlio lì dentro."
Per fortuna, e con grande sollievo di Jack, Philip non disse che, anche se loro si consideravano marito e moglie, non lo erano agli occhi della Chiesa e della legge. Se l'avesse fatto, questo avrebbe innervosito Jack ancora di più.
La levatrice uscì, lasciando la porta aperta.
"Ci sono delle complicazioni" disse.
Jack sbiancò.
"Quali?" chiese, con un fil di voce.
"Il bambino è podalico. Vostra moglie continua ad avere le contrazioni, ma non riesce a spingere perché la testa del bambino è in alto, non nel canale del parto. Ha provato a spingere, ma le ho sconsigliato di farlo."
"Potete fare qualcosa?" chiese il priore Philip.
"C'è una manovra per girare il bambino. L'ho fatta altre volte. Ma se on funzionerà, dovrò praticare il cesareo."
"No!" si sentì gridare da dentro la stanza. "Niente cesareo!"
Era Aliena.
"Torno dentro" disse la levatrice.
"Sei pallido come un morto" disse Philip a Jack.
"Grazie per l'incoraggiamento" borbottò quest'ultimo.
"Scusa, ma sei davvero bianco come un cencio. Vado a prenderti un bicchier d'acqua."
Jack avrebbe voluto dirgli di no, di non lasciarlo solo in un momento del genere, ma poi si rese conto di avere molta sete. Quando Philip gli portò l'acqua. Jack la bevve in due sorsi.
"Grazie. Aliena ha avuto un parto difficile l'altra volta. Speravo che stavolta sarebbe stato più facile, per lei."
"Anch'io. Dobbiamo pregare, figliolo, non c'è altro che possiamo fare."
Si misero in ginocchio, giunsero le mani e iniziarono a pregare.
 
 
 
Aliena aveva sentito tutto, anche se Jack, il priore Philip ed Evelyn avevano parlato piano. Probabilmente la levatrice si era dimenticata di chiudere la porta.
Meno male, pensò la ragazza, almeno ho sentito.
Anche se, vista la situazione, immaginava che Evelyn gliel'avrebbe detto. Ma non voleva fare il cesareo. Di solito si faceva sulle madri morte per tentare di salvare il bambino, o se il piccolo non riusciva ad entrare nel canale del parto.
"Il bambino si muove!" esclamò la ragazza.
Evelyn corse dentro.
Non si era girato, solo mosso. La donna eseguì una manovra per girarlo esercitando una leggera pressione sulla pancia di Aliena.
"Il bambino farà una sorta di capriola" le disse, "e si girerà."
Così fu, perché poco dopo la levatrice disse che sentiva che la testolina era nella posizione giusta.
"Sei dilatata di cinque centimetri. Dovremo aspettare ancora un po', Aliena."
Le tre ore seguenti furono terribili. Le contrazioni erano sempre più forti e ravvicinate. Aliena stringeva convulsamente la mano di Martha.
"Me la stai stritolando, mi fai male!" esclamò quest'ultima a un certo punto.
"Scusami" mormorò Aliena, così stanca da non poterne davvero più.
"Ora sei dilatata di dieci centimetri, tesoro. Puoi iniziare a spingere."
E, se le grida per le contrazioni erano state forti, quelle della prima spinta lo furono ancora di più.
Una volta aveva letto un libro in cui una donna che abitava in nella casa di un amico di suo padre, dopo che lui e la moglie erano morti annegati nel viaggio dall'Italia al Brasile, alla fine del millecento. Lei aveva conosciuto un ragazzo, sulla nave, e i due si erano innamorati. Lei era rimasta incinta e, se il figlio dell'amico di suo padre e quest'ultimo erano stati felici, non era valso lo stesso per la moglie di Francesco, che si era occupata del parto quando era arrivato il termine della gravidanza.
"Vorrei gridare" aveva detto Giuliana, la donna, ma la moglie di Francesco le aveva detto che era pazza e chiesto se voleva farsi sentire da tutto il vicinato.
Il bambino era nato e la madre svenuta, poi, dopo averlo lavato, la donna l'aveva consegnato a una cameriera e le aveva detto di portarlo alla Casa della Misericordia, un luogo con la ruota degli esposti dove venivano abbandonati i bambini-
"Vorrei gridare" disse Aliena, quando la prima spinta fu passata senza un gemito-
"E allora grida, urla, butta fuori tutto" esclamò la levatrice.
Lei sì che è buona, non come quella megera pensò la ragazza, che spinse e gridò.
Jack doveva essere sicuramente lì fuori, e sentirla gridare. Chissà quant'era angosciato e quanto avrebbe voluto restarle accanto. Anche a lei sarebbe piaciuto che lui le tenesse la mano, ma on era possibile.
Alla seconda spinta urlò ancora più forte, non riconoscendo la propria voce. Poi emise una serie di suoni gutturali che provenivano dal profondo della sua gola e non riconobbe la propria voce.
"Si vede la testina. Ha i capelli scuri come i tuoi" disse Martha.
Aliena si fermò per un momento, poi riprese a spingere. Uscì una spalla e poco dopo l'altra, mentre il resto del corpo venne fuori più facilmente. La levatrice pulì il muco che il bambino aveva sulla bocca e sul naso e il piccolo vagì.
"È una bambina" disse Evelyn, che tagliò il cordone ombelicale.
"Jack, abbiamo una figlia!" gridò Aliena.
Lui entrò, pur non avendo ricevuto il permesso di farlo-
"Una bambina, proprio come speravamo" disse e baciò la moglie sulle labbra. "Come ti senti?"
"È stato doloroso, ma questo è il suono più bello del mondo."
La levatrice stava lavando la bambina in un catino di legno e la piccola piangeva forte. Poi la asciugò, chiese ad Aliena dove tenesse i vestitini per la piccola e la vestì, dopo averle messo le fasce. Poi la avvolse in un lenzuolo bianco e la portò ai genitori, appoggiandola sul petto di Aliena.
"Ehi! Ciao, amore mio" mormorò la ragazza.
La piccola si calmò dopo alcuni secondi.
"Ciao! Ciao tesoro" disse Jack. "È meravigliosa, Aliena."
"Sì, è perfetta."
"Come la chiamiamo?"
"Ti piace Sally? È un nome a cui pensavo da un po'."
"È bellissimo e va benissimo."
In quel momento rientrarono anche Tommy e Richard.
"Sei di nuovo zio, Richard" disse Aliena. "È nata una bella bimba."
Tommy si arrampicò sul letto della madre.
"No! disse Evelyn.
"È tutto a posto" la rassicurò Aliena. "Non le farà male, vuole solo vederla. È tua sorella, tesoro. Si chiama Sally."
"Sally" rispose il bambino. “B-bel nome.”
Nei mesi precedenti Aliena aveva cercato di spiegargli, in termini semplici e a lui comprensibili, che aspettava un bambino, e avevano messo insieme in ordine i vestitini e preparato la culla per la bambina, una in legno che Jack aveva costruito e che aveva messo dall'altra parte del letto di Aliena, perché a destra c'era il lettino di Tommy.
Il bambino accarezzò con la mano la manina della piccola, che gli prese un dito e lo fece ridere.
"Come tai?" chiese alla mamma.
"Si dice stai, tesoro, stai" lo corresse Jack.
"Come s-s-stai?"
"Bravo" mormorò Aliena. "Sono felice, ora che vi ho tutti qui con me."
La levatrice le disse di darle la bambina, che sonnecchiava, in modo che avrebbe potuto metterla nella culla.
"Per tre giorni bevete brodo di pollo con pane inzuppato. Vi aiuterà ad avere il latte più buono" le raccomandò. "Tornerò a vedere come va domani e nei prossimi giorni, anche se avendo già avuto un altro figlio non credo ci saranno particolari difficoltà. In ogni caso, chiamatemi se ci sono problemi."
Quando se ne andò, Richard e Martha si defilarono, dicendo che la famiglia avrebbe avuto bisogno di un po' di privacy.
Philip venne a congratularsi con Aliena, poi se ne andò.
I genitori si sorrisero. Lo fece anche Tommy, mentre la bambina dormiva. Ora erano una famiglia con un membro in più, e non avrebbero potuto essere più felici.
 
 
 
NOTA:
il libro che ha letto Aliena è inventato. La storia è, invece, tratta dalla serie tv Terra Nostra, ambientata alla fine dell’Ottocento.
   
 
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