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Autore: 20maggio2013    06/02/2022    2 recensioni
In un mondo in cui le sirene e i tritoni vivono nascosti dagli umani, le vite di Kurt e Blaine si incrociano.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'fearlessly and forever'
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Mare e musica. Erano queste le due cose per cui il giovane principe, Blaine Devon Anderson, viveva. Ogni giorno, sin da quando era bambino, salpava sulla barca e faceva un giro in mare aperto. Amava andare in barca, sentire il vento scompigliare i suoi ricci. Quando era in barca era l'unico momento in cui poteva lasciarli liberi dal gel che i suoi genitori lo costringevano a mettere. Era pur sempre il principe e, anche se non era l'erede al trono essendo il secondo genito, doveva comunque avere un certo decoro, essere sempre al meglio, mai un capello fuori posto. Ed era così che passava le sue giornate: durante il giorno usciva in barca, addentrandosi nel mare aperto e andando alla ricerca di nuove insenature; durante la notte invece si sedeva al piano e suonava, suonava finché gli occhi non gli si chiudevano.
Quel giorno era nei pressi di una baia, quando la sua attenzione fu catturata da una voce dolce e melodiosa, quasi angelica. Ne fu subito catturato e volle scoprire chi era che si nascondeva dietro quella voce. Si guardò intorno, ma sulla spiaggia non c'era nessuno. Era completamente deserta. Anche perché era impossibile raggiungere quella baia a piedi. Era impossibile raggiungerla anche a nuoto. L'unico modo per raggiungerla era con una barca e lì, oltre alla sua di barca, non ce n'era nessuna. Ma quella voce era così forte, così chiara che Blaine era sicuro non se la stesse immaginando. Così continuò a guardarsi intorno, spostandosi con la piccola scialuppa. Gli piaceva spostarsi con quella, era più facile raggiungere quel tipo di insenature. Poco gli importava se dovesse remare, a lui piaceva. E poi quella voce smise si cantare.

Kurt amava nuotare, la vita in superficie lo aveva sempre affascinato e ogni volta che poteva approfittava per nuotare fino a respirare l'aria esterna. Era sempre una strana sensazione quella di respirare attraverso il naso e non tramite le branchie. Era una sensazione strana ma piacevole, piacevole come il vento tra i capelli e il sole che riscaldava la pelle. Respirò a pieni polmoni e nuotò fino ad una piccola baia dove sapeva non ci fosse mai nessuno. Si avventurò in una piccola grotta per esplorarla e senza rendersene conto si mise a cantare. E la sua voce veniva amplificata lì dentro e Kurt non si accorse che qualcuno lo aveva sentito, non se ne accorse finché uscendo dalla grotta vide una piccola barchetta. Così chiuse la bocca e si nascose dietro uno scoglio. Ma la sua curiosità era troppo grande per rimanere nascosto lì dietro, così sbirciò per capire di chi fosse quella piccola imbarcazione. Era la prima volta che vedeva qualcuno arrivare fino a quella baia. E poi lo vide, uno dei più bei ragazzi che avesse visto in vita sua. Non che ne avesse visto tanti, per lo più erano tritoni, ma quel ragazzo era davvero stupendo. Si nascose meglio dietro lo scoglio e continuò ad osservarlo, non riuscendo a farne a meno. 
«Merda» lo sentì dire poi. E sono allora Kurt si accorse che il sole non risplendeva più nel cielo e molto probabilmente una tempesta era in arrivo. Lo vide prendere in mano i remi della barca e remare via, lontano dal quella baia. E Kurt sapeva che non avrebbe dovuto farlo. Sapeva che sarebbe dovuto tornare giù, da suo padre. Ma qualcosa gli disse di seguirlo. E così fece. Lo osservò tornare verso il porto, ma la destinazione era ancora lontana e la tempesta era arrivata. E quella barca era troppo piccola per sopravvivere a quella tempesta.
E poi accadde. Kurt vide quella piccola barca ribaltarsi e il ragazzo venire trascinato giù dalle violente onde. Non ci pensò due volte prima di immergersi anche lui sott'acqua e nuotare verso di lui. Muoveva velocemente la coda e in poco tempo lo raggiunse, lo afferrò per la vita e lo trascinò fino a riva. Appena toccò terra, la sua lunga coda blu scuro si trasformò, lasciando spazio a due lunghe gambe maghe. Con qualche difficoltà trascinò il ragazzo lontano dalle onde e lo osservò. I suoi occhi erano chiusi e i ricci, ormai completamente bagnati, erano appiccicati alla fronte. Lo osservò, sperando di essere arrivato in tempo e quando lo sentì tossire, tornò a respirare. Non si era accorto di aver smesso di farlo fino a quel momento. Lo vide alzarsi leggermente e sputare via l'acqua che aveva bevuto. E Kurt sapeva che ora che il ragazzo era al sicuro sarebbe dovuto andare via, stava per farlo ma poi lo vide aprire gli occhi.  A primo impatto aveva pensato fossero verdi scuro. Ma ora che era vicino capì di essersi sbagliato. Non erano verdi. Erano un miscuglio indefinito di colori. Erano incantevoli. E quando il ragazzo misterioso li puntò su di lui mentre continuava a sputare acqua, Kurt si immobilizzò. Sembrava che avesse dimenticato come ci si muovesse.
«Blaine!» urlò una voce in lontananza, seguita subito da altre voci. Entrambi i ragazzi si voltarono. E Kurt vide diverse persone correre verso di loro. Si alzò e corse in acqua.
«Aspetta» sentì la voce rauca del ragazzo che si era voltato a guardalo, confuso. Ma Kurt era ormai sparito nel profondo dell'oceano.

Blaine era ancora confuso da quello che era successo. Continuava a tossire e respirare affannosamente quando suo fratello e alcune delle guardie lo raggiungevano. Come era arrivato lì sulla spiaggia? Chi lo aveva trascinato via dall'acqua? E chi era quel ragazzo che era accanto a lui al suo risveglio? Perché appena aveva sentito la voce di suo fratello era scappato via tuffandosi in acqua? E quella era per caso una coda? Aveva tante, troppe domande. E nessuna risposta. Continuava a fissare il punto in cui quel ragazzo era sparito, almeno finché non fu portato al castello da suo fratello. Rimase tutta la notte in infermeria, in modo che si potesse riprendere del tutto. E quando il mattino dopo fu libro di uscire, Blaine camminò fino a quella spiaggia, sperando magari di rivedere il ragazzo. Ma lui non c'era. Tornò anche il girono dopo e quello successivo ancora. Tornò su quella spiaggia per il successivo mese, ma non rivide mai più quel ragazzo. E più il tempo passava, più pensava di aver immaginato tutto.

Dopo che Kurt era scappato in mare, si era nascosto dietro uno scoglio, ma era rimasto lì. Era rimasto lì finché non aveva visto il ragazzo andare via con l'aiuto di altre due persone. E l'aveva seguito finché aveva potuto. E così aveva scoperto che il misterioso e bellissimo ragazzo che aveva salvato era il principe. E poi il girono dopo era tornato vicino alla riva, con la speranza di rivederlo. Ed era rimasto sorpreso di trovarlo nel punto in cui l'aveva portato in salvo. Stessa cosa il giorno successivo. E quello dopo ancora. Kurt avrebbe tanto voluto raggiungerlo, uscire dall'acqua e salutarlo. Ma aveva paura. E poi gli umani non dovevano venire a conoscenza del loro mondo. Così, forse per paura, si limitava ad osservarlo da lontano. Lo osservava raggiungere la spiaggia e sedersi per terra mentre guardava il mare. E poi vide che un girono smise di andare lì e tornò in barca. E Kurt lo seguiva sempre, da lontano e senza farsi vedere. Lo osservava andare alla scoperta di nuove insenature. E poi quello non gli bastò più, la sera incominciò a nuotare vicino al castello, con la speranza di vederlo affacciarsi alla finestra. Erano passati circa tre mesi da quando l'aveva salvato, quando lo vide. Era furori un balcone, doveva essere forse il secondo piano. Più che un balcone era una terrazza. Lo vide affacciarsi e osservare l'immensa distesa dell'oceano. Lo osservò illuminato dalla luna e lo trovò ancora più bello. E poi lo vide raggiungere qualcosa, non capiva cosa fosse, da lì non riusciva a vederlo. E poi una delle musiche più dolci gli arrivò alle orecchie. Capì che stava suonando. Poi a quella dolce melodia si unì una voce calda e profonda. E Kurt rimase in silenzio ad ascoltarlo per tutta la notte. E fece lo stesso il girono successivo. E quello successivo ancora. Kurt passava tutto il suo tempo ad osservare quel bellissimo ragazzo di cui non sapeva neanche il nome. E poi senza accorgersene, se ne innamorò. 

Passarono sei mesi da quando Blaine aveva rischiato di annegare. E ogni notte sognava due occhi azzurri e quella voce incantevole. Più il tempo passava, più Blaine si convinceva che avesse immaginato tutto. Che probabilmente era ancora stordito dal quasi annegamento per capire quello che succedeva intorno a lui. Eppure qualcuno doveva averlo portato in salvo, perché ricordava benissimo di essere lontano dalla riva quando la barca si era ribaltata. Quel girono si ritrovò nella stessa baia di sei mesi prima, dove la tempesta lo aveva sorpreso, la stessa baia dove aveva sentito quella voce che sognava ogni notte. Dopo quell'incidente i suoi genitori avevano pensato, quasi sperato, che il loro figlio minore perdesse quella passione per l'oceano. Invece nonostante quello, l'amore per l'oceano era diventato ancora più grande. E quando Blaine si ritrovò in quella stessa baia a distanza di sei mesi decise di fare una cosa che non aveva mai fatto prima. Aveva notato qualcosa muoversi in acqua, qualcosa di troppo grande per essere un pesce, qualcosa che in parte gli sembrò familiare. Accostò la barca vicino ad uno scoglio, uno leggermente più appuntito rispetto agli altri e la ancorò lì. Poi si tuffò in acqua e andò giù, sempre più giù. Sentì i polmoni quasi bruciargli, aveva bisogno di ossigeno. Ma invece di tornare in superficie continuò a scendere fino a quasi perdere i sensi. Fu allora che qualcuno lo afferrò per  i fianchi e lo riportò in superficie.
E quando fu di nuovo in superficie, Blaine prese un lungo respiro, riempiendo  i suoi polmoni di aria. E fu allora che lo vide, fu allora che riconobbe quegli occhi al centro dei suoi sogni per mesi e mesi.
«Sei pazzo per caso? -domandò Kurt lasciandolo andare e allontanandosi da lui.- Potevi morire»
Blaine si spostò i ricci indietro e iniziò a galleggiare mentre faceva lunghi respiri per recuperare l'aria.
«Sapevo che non sarei morto. -rispose soltanto abbassando lo sguardo e notando che il ragazzo davanti a lui non avesse le gambe, ma una lunga coda blu. Ma non si spaventò di quello, sentiva che poteva fidarsi di lui, che era al sicuro.- Sapevo che mi avresti salvato» aggiunse poi notando la sua espressione.
«Come fai a esserne sicuro?» domandò Kurt notando che Blaine aveva visto la sua coda, eppure non sembrava spaventato da lui.
«Lo hai già fatto, sei mesi fa -rispose sicuro Blaine. Perché ora che lui era lì, non aveva più alcun dubbio. Non aveva immaginato nulla.- E da quel giorno i tuoi occhi li sogno ogni notte» 
«E come facevi a sapere che ti avrei salvato anche questa volta?» chiese Kurt, cercando di nascondere lo stupore nel venire a conoscenza che il principe sognava ogni notte i suoi occhi.
«Ti ho visto -rispose anche Blaine- O almeno ho sperato che fossi tu» si strinse nelle spalle mentre continuava a galleggiare.
«Non hai paura di me?» chiese ancora Kurt.
«No -il tono di Blaine era tranquillo e Kurt riuscì a credergli senza problema, il fatto che il principe non avesse paura di lui lo rendeva felice- Mi hai salvato due volte, vorrei ringraziarti. Ma non so ancora il tuo nome» disse poi nuotando più vicino al tritone, Kurt non si allontanò.
«Sono Kurt»
«Piacere, io sono Blaine -sorrise allungando una mano verso di lui, mano che Kurt fissò confuso prima di capire che dovesse stringerla- e grazie per avermi salvato la vita sei mesi fa, Kurt» sorrise Blaine e Kurt adorò il modo in cui il principe pronunciò il suo nome.

«Pensavo che le sirene non esistessero davvero» Disse Blaine mentre nuotava verso la sua barchetta. Kurt restava in acqua ad osservarlo. 
«A dire la verità noi esistiamo da molto più tempo di voi -rispose Kurt mentre faceva uscire la punta della sua coda, non più spaventato di mostrarsi al principe- Solo che sono anni che ci nascondiamo. All'inizio gli umani come te erano a conoscenza della nostra esistenza. Finché non iniziarono a darci la caccia. Da allora venimmo decimati e trovammo rifugio su quest'isola. E quando gli umani giunsero anche qui, decidemmo di rimanere nascosti.» raccontò il tritone osservandolo arrampicarsi su uno scoglio, osservando i suoi muscoli contrarsi mentre si reggeva in equilibrio per risalire a bordo della sua barca.
«Se dovevate restare nascosti, perché ti sei mostrato a me?» chiese ancora curioso Blaine togliendosi la maglietta bagnata e lasciandola su uno scoglio ad asciugare. Kurt rimase ad osservarlo per qualche secondo prima di ritrovare l'uso della parola.
«Stavi annegando, non potevo lasciarti morire» Blaine annuì mentre Kurt osservava il sole risplendere sulla sua pelle e asciugare le goccioline che gli cadevano dai ricci scendendo lungo il collo e poi sul petto. Rimasero in silenzio ad osservarsi per qualche minuto. Fu Blaine a rompere il silenzio.
«Kurt -lo richiamò e il tritone alzò lo sguardo su di lui- Voglio che tu sappia che il tuo segreto è al sicuro con me» disse poi, sincero. E Kurt gli sorrise.

Dopo quel girono, Kurt e Blaine iniziarono a vedersi più spesso. Ogni volta che Blaine si allontanava dal porto, Kurt lo raggiungeva e lo salutava. Non aveva più paura di mostrarsi a lui. Kurt spesso lo portava in nuovi posti, gli faceva ancorare la barca da qualche parte e poi a nuoto raggiungevano delle insenature impossibili da raggiugnere in altri modi. E passavano così le loro giornate, a nuotare e conoscersi meglio.
«Credo sia in arrivo una tempesta» disse Blaine alzando lo sguardo in cielo e vedendolo farsi sempre più scuro.
«Si, penso che tu abbia ragione» confermò Kurt prima di immergersi un attimo in acqua e notare che anche i pesci andavano a cercare un riparo.
«Forse è meglio se rientro» disse ancora Blaine prendendo i remi in mano ma Kurt gli si mise davanti, impedendogli il passaggio.
«Credo sia meglio trovare un riparo. Non riusciresti a tornare in tempo al porto -spiegò il tritone e Blaine si ritrovò ad annuire. Poi si guardò introno in cerca di un posto dove andare a ripararsi, ma lì nelle vicinanze non c'era nessuna insenatura. Era tutta alta scogliera.- Per quanto a lungo riesci a trattenere il respiro? -Kurt richiamò l'attenzione su di lui e Blaine lo guardò confuso.- Conosco un posto. Ma bisogna passare sotto una grotta per raggiungerlo» spiegò Kurt. 
«Okay, portami lì» disse Blaine dando completa fiducia al tritone. Accostò la barca in un'angolo più riparato e poi si tuffò in acqua.
«Dobbiamo entrare in quella grotta lì e poi c'è un passaggio sott'acqua. È un po' lungo però» disse ancora il tritone nuotando in quella direzione. Blaine lo seguì senza esitazione e quando Kurt gli fece segno prese un lungo respiro prima di andare sott'acqua. Continuò a seguirlo, m quel tratto era più lungo di quanto immaginava. E più continuava ad andare avanti più sentiva il respiro mancargli. Kurt ogni tanto si voltava verso di lui e quando vide che era rimasto più indietro, capì che aveva bisogno di ossigeno. Mancava ancora un po' alla fine del tunnel, così nuotò fino a lui, era sempre più pallido e debole. Non ci pensò due volte prima di afferrare il suo volto, premere le labbra su quelle di Blaine, due labbra incredibilmente morbide, e aiutarlo a respirare sott'acqua. Poco dopo sembrò riprendersi e Blaine gli sorrise dolcemente.
«Grazie» gli disse mentre alcune bollicine lasciavano la sua bocca e salivano in superficie. Poi insieme ripresero a nuotare e poco dopo erano dentro una piccola grotta. Blaine riemerse in superficie e respirò a pieni polmoni l'aria.
Una volta che si fu ripreso, raggiunse la riva e si stese sulla piccola spiaggietta che c'era in quella grotta. Poco dopo vide Kurt raggiungerlo e stendersi accanto a lui.
«Dov'è la tua coda?» gli chiese Blaine osservando le lunghe gambe magre del tritone steso accanto a lui.
«Non abbiamo la coda fuori dall'acqua» rispose alla sua domanda. Blaine annuì e continuò ad osservarlo, spostò lo sguardo dai suoi suoi occhi e ammirò il suo corpo, il suo corpo nudo. 
Kurt non era solito uscire sulla terra ferma e quelle poche volte che lo faceva, non c'era mai nessuno con lui. Per questo motivo, se non fosse stato per il modo in cui Blaine lo stava osservando si sarebbe dimenticato di essere completamente nudo. E quando lo realizzò le sue guance diventarono di un rosso acceso e subito si alzò per andare a tuffarsi in acqua. Ma Blaine, che con un solo sguardo riuscì a comprenderlo si alzò con lui e lo bloccò per un polso.
«Non ti vergognare. -gli disse impedendosi di tuffarsi in acqua- Sei bellissimo» aggiunse guardandolo di nuovo, dall'alto verso il basso. E improvvisamente il suo corpo fu pervaso dal desiderio. Si leccò le labbra improvvisamente secche, poi gli si avvicinò, sempre di più.
Kurt rimase immobile, le guance ancora rosse, ma non era in imbarazzo sotto lo sguardo di Blaine.
«Tu lo sei» disse poi Kurt, osservandolo anche lui. Blaine gli sorrise dolcemente, avvicinandosi sempre di più.
«Voglio fare una cosa» disse e poi, senza dare la possibilità a Kurt di dire o fare nulla, azzerò la distanza e lo baciò. Sin da quando prima aveva sentito le labbra di Kurt sulle sue, aveva voluto farlo. Kurt esitò un attimo, incredulo che Blaine lo stesse baciando davvero. Poi si lasciò andare, posò una mano sulla sua guancia e dischiuse le labbra dando così il permesso di approfondire quel bacio.

Kurt e Blaine rimasero in quella grotta a lungo, anche quando capirono che la tempesta si era calmata, rimasero lì a baciarsi. E poi ci tornarono il girono dopo. Blaine portò con se un costume in più, un costume da prestare a Kurt così che non rimanesse nudo tutto il tempo. E si baciarono di nuovo, non riuscivano a smettere di farlo. Stavano vivendo la loro piccola favola.
«Ogni tanto, la notte vengo a sentirti suonare e cantare» confessò Kurt.
«Davvero?» domandò Blaine, era stupito. Pensava che nessuno lo ascoltasse. Si alzò sui gomiti e lo osservò, lo sguardo completamente innamorato.
«Amo sentirti suonare, amo sentirti cantare -rispose Kurt, alzandosi anche lui sui gomiti e ricambiando con lo stesso sguardo- Sai, mi piace pensare che lo fai per me, che canti per me» ammise ancora. Blaine gli sorrise. Poi si allungò e lo baciò dolcemente.
E da quel girono lo fece. Cantò e suonò per lui ogni notte, iniziò a portare in giro la chitarra e, stando attento a non bagnarla, la suonava per Kurt. E Kurt lo ascoltava, lo ascoltava e lo ammirava. 
E poi un giorno, mentre Blaine era seduto su uno scoglio e suonava la chitarra per Kurt, il tritone iniziò a cantare. Blaine riconobbe subito quella voce e sorrise, restò ad ascoltarlo per un po' prima di unirsi a lui.
«Eri tu, sei sempre stato tu -disse poi lasciando la chitarra sullo scoglio dove era seduto, per poi tuffarsi e raggiungere Kurt. Poi lo baciò.- Ti amo Kurt, ti ho sempre amato» disse poi. Kurt sentì il suo cuore battere velocemente nel petto.
«Ti amo» gli disse prima di baciarlo.

Dopo quel giorno iniziarono a vedersi sempre di più. Ogni mattina, alle nove, Blaine usciva con la sua barca e raggiungeva l'insenatura dove Kurt si era mostrato per la prima volta a lui e al tramonto tornava al castello. Passava un po' di tempo con la sua famiglia e poi dopo cena si chiudeva in camera, si affacciava al balcone e sorrideva a Kurt per poi suonare per lui. Ma un giorno Blaine non si presentò. Kurt rimase ad aspettarlo per diverse ore e quando capì che non sarebbe arrivato, si preoccupò. Nuotò fino alla spiaggia, stando attento a rimanere nascosto ma lì Blaine non c'era. Poi andò al porto e notò che la sua barca era ferma nello stesso posto dove l'aveva lasciata il girono prima. Così nuotò fino alla sua finestra, ma Blaine non era neanche sul balcone e le finestre erano chiuse. Iniziò davvero a preoccuparsi, non era da Blaine sparire in quel modo. Così fece una cosa che pensava che non avrebbe mai fatto. Uscì sulla terra ferma, in mezzo a tutto il paese. Si nascose e rubò dei vestiti da mettere, poi provò a mimetizzarsi tra la gente. Infondo senza coda poteva essere scambiato per un qualsiasi umano. Camminò fino al castello e poi si intrufolò all'interno, sperando che nessuno lo notasse. Per sua fortuna erano tutti impegnati con l'imminente matrimonio del principe Cooper, l'erede al trono, e nessuno si accorse di lui. Vagò per un po' nel castello, non ci era mai stato prima di allora e da fuori la camera di Blaine non sembrava poi così grande. Si stava quasi per arrendere quando vide una testa riccia uscire da una stanza e guardarsi intorno come per accertarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi.
«Kurt -esclamò rimanendo sorpreso, non si aspettava di trovarlo lì, al castello. Quella mattina non si era svegliato come suo solito, aveva dormito a lungo ed era stata sua madre a svegliarlo scoprendo così che aveva la febbre. Quando Blaine si era reso conto dell'orario aveva provato ad uscire, doveva andare dal suo Kurt, ma sua madre glielo aveva impedito. Non sarebbe uscito finché non si sarebbe ripreso. Aveva provato più volte ad uscire di nascosto, doveva almeno provare ad avvertire Kurt, non aveva altri modi per farlo. Ma ogni volta che ci aveva provato aveva sempre trovato qualcuno fuori la sua porta.- Cosa ci fai qui?» domandò prendendolo per una mano e tirandolo in camera sua.
«Non sei venuto e mi sono preoccupato» spiegò Kurt guardandosi intorno, quella stanza era immensa. Blaine sorrise e avrebbe tanto voluto baciarlo in quel momento, ma rimase a distanza.
«Mi è venuta la febbre dopo il nostro bagno sotto la pioggia di ieri -spiegò sorridendo al ricordo del giorno prima. Erano talmente presi l'uno dall'altro che non si erano accorti delle nuvole che avevano coperto il cielo finché non aveva iniziato a piovere. Così si erano ritrovati sotto la pioggia, avevano provato a cercare un riparo senza però trovarlo e alla fine Blaine aveva affermato di voler fare un bagno sotto la pioggia. Di certo non si immaginava che si sarebbe ammalato.- Mia madre mi ha impedito di uscire, ma stavo provando a sgattaiolare per venire ad avvisarti» aggiunse e Kurt si mise a ridere. Poi si avvicinò per baciarlo, ma Blaine si allontanò perché non voleva contagiarlo. Si lasciò convincere solo quando Kurt gli spiegò che in quanto tritone, lui non si ammalava. O almeno non come gli umani, non si prendevano le loro malattie. Avevano un sistema immunitario diverso, più resistente. E così rimasero tutto il resto del girono insieme. Nessuno entrò mai a disturbargli. E poi quando si fece tardi, Blaine mostrò a Kurt una via segreta per raggiungere direttamente la spiaggia passando inosservato. Non si aspettava che il girono dopo Kurt si sarebbe presentato di nuovo da lui. 
«Voglio stare con te e voglio prendermi cura di te» gli disse Kurt quando Blaine gli chiese il perché fosse di nuovo lì. E Blaine provò ad obiettare perché non voleva che rischiasse di venire scoperto per casa sua, ma Kurt gli fece notare che fuori dall'acqua poteva essere scambiato per un umano qualche. E alla fine Blaine cedette, ma rimasero comunque attenti a non farsi notare. Nei gironi successivi, prima di migliorare, Blaine peggiorò e Kurt gli rimase sempre accanto, anche quando si addormentava a causa della febbre troppo alta. Restava steso accanto a lui e lo osservava in silenzio giocherellando con i suoi ricci.

Quando Blaine si svegliò quella mattina, stava finalmente meglio. La febbre non gli saliva dal pomeriggio prima e si sentiva finalmente meglio. Finalmente stava bene e aveva solo voglia di uscire da quella stanza dove era rimasto bloccato per un'intera settimana, ma sapeva anche che Kurt aveva preso l'abitudine di presentarsi da lui in quei giorni. Così invece di uscire dall'ingresso principale da dove era solito uscire, andò verso l'ingresso segreto che gli aveva mostrato qualche giorno prima e lo attese lì. E quando Kurt lo vide, quasi lo rimproverò ma Blaine lo zittì con un bacio.
«Sono guarito -gli disse sincero- Non voglio stare anche oggi chiuso in camera. Portami da qualche parte» gli disse e solo dopo un po' Kurt si lasciò convincere, presero insieme la barca di Blaine. Kurt ci salì con qualche difficoltà, stando attento a non bagnarsi, almeno non davanti ad altre persone. Solo una volta lontano da occhi indiscreti, Kurt si spogliò sotto lo sguardo di Blaine e poi si tuffò in acqua trasformandosi. Blaine si accorse solo in quel momento di quanto gli fosse mancato tutto quello. Il sole che risaldava la sua pelle, l'odore di mare a riempirgli i polmoni, il rumore dei remi in acqua. Ma più di tutto gli era mancato osservare Kurt nuotare. Così dopo aver ancorato la barca in un punto nascosto, si tuffò anche lui e nuotò con il suo bellissimo tritone. Nuotarono insieme a lungo come non facevano da un po' ormai. Kurt lo portò a vedere alcune barriere coralline. E quando si addentravano più in fondo nell'oceano, Kurt aiutava Blaine a respirare. Passarono così l'intera mattinata. Loro due insieme e il mare.
E poi il cielo si scurì e Kurt capì che a breve sarebbe scoppiato un nuovo temporale.
«Vieni con me, c'è una grotta qui vicino. Non voglio che ti ammali di nuovo» disse Kurt prendendo il suo principe per un polso. Nuotarono insieme fino a trovare riparo in una grotta, non troppo lontano a dove avevano lasciato la barca. Blaine tolse i suoi vestiti bagnati, restando così solo con i boxer, poi andò alla ricerca di qualcosa per fare un piccolo fuoco mentre Kurt tornava ad avere le sembianze umane. Riuscì a trovare della legna poco fuori la grotta in poco tempo e fece appena in tempo a tornare al riparo che fuori iniziò a piovere. Accese il fuoco e in poco tempo si asciugò. Blaine rimane in silenzio ad osservare Kurt, illuminato dalla luce tremolante del fuoco era ancora più bello. Così si avvicinò a lui e lo baciò. Lo baciò come non aveva mai fatto. E Kurt si lasciò baciare. Si stesero accanto al fuoco, Blaine sopra Kurt e continuarono a baciarsi, senza mai smettere. E non si limitarono a quello, iniziarono a toccarsi, a esplorare il corpo dell'altro.
«Fa l'amore con me, Kurt» sussurrò Blaine in un orecchio del tritone. Kurt gemette in risposta, poi lo attirò in un nuovo bacio. Kurt non aveva mai pensato che avrebbe trovato qualcuno da amare e che ricambiasse, figuriamoci un umano. Eppure era successo e quando Blaine gli chiese di fare l'amore con lui, sentì una scarica di brividi lungo tutto il corpo. E non ebbe alcun dubbio che volesse la stessa cosa pure lui. E così quel giorno fecero l'amore per la prima volta. Quel girono divennero un'unica cosa. Le loro anime si fusero in un'unica. Quel giorno capirono che non avrebbero più potuto fare l'uno a meno dell'altro.

E dopo che fecero l'amore quella prima volta, resistersi divenne sempre più difficile.

«Voglio vivere con te -disse Kurt steso tra le sue braccia dopo aver fatto l'amore- Voglio svegliarmi accanto a te la mattina, addormentarmi accanto a te la notte. Non voglio più doverti salutare la sera» disse ancora, ormai era un po' che ci pensava e non era più riuscito a tenere quei pensieri per sé.
«Lo vorrei anche io -disse subito Blaine passando un dito lungo la spina dorsale del suo ragazzo- ma è impossibile» aggiunse tristemente mentre infilava l'altra mano tra i capelli del suo ragazzo. 
«Non esattamente. -disse Kurt e Blaine lo guardò confuso.- Io posso vivere sulla terra ferma.» spiegò alzando la testa dal petto del suo ragazzo per poterlo guardare negli occhi.
«Non potrei mai chiederti di lasciare il mare» rispose Blaine, perché sapeva che Kurt apparteneva a questo.
«Non me lo stai chiedendo -disse Kurt con tono sicuro.- E poi non lo abbandonerei. Ci potrò tornare quando vorrò e tu potrai venire con me -gli fece notare Kurt. Blaine continuò a rimanere in silenzio. Voleva poter condividere tutto con Kurt. Voleva andare a letto al suo fianco. Voleva svegliarsi e vederlo ancora dormire. Voleva tutte le stesse cose che voleva Kurt. Ma non voleva che Kurt rinunciasse al mare per lui.- Dì qualcosa Blaine» lo supplicò Kurt vedendo che il ragazzo restava in silenzio.
«Kurt io.. -si morse il labbro perdendosi nello sguardo del so ragazzo- Anche io voglio tutto questo. Ma non..» Kurt lo interruppe con un bacio. Gli bastò sapere che anche Blaine voleva lo stesso per prendere la sua decisione.
«È l'unico modo. Tu non puoi venire negli abissi con me, ma io posso venire da te. Voglio farlo, voglio te» E Blaine annuì. Lo baciò di nuovo per poi fare ancora l'amore con lui.
E così Kurt iniziò la sua vita sulla terra ferma. Blaine lo portò al castello e gli fece conoscere la sua famiglia. Kurt imparò a vivere al castello, sempre facendo attenzione all'acqua e presto iniziò ad amare la vita con lui. Ogni girono tornava sempre a trovare la sua famiglia, Blaine lo accompagnava. Faceva lunghe nuotate con lui e poi insieme tornavano al castello. Iniziarono a vivere la loro vita insieme e Kurt non si pentì mai della sua scelta, di aver seguito Blaine sulla terra ferma. Perché alla fine lui non apparteneva al mare come aveva sempre creduto. Kurt apparteneva a Blaine e Blaine apparteneva a Kurt.

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Salveee
Buona domenica.. eccomi tornata con una nuova storia, questa volta è solo una One Shot. Vedevo diverse fan art con uno dei due tritone e nulla, quelle fan art e La sirenetta mi hanno ispirato questa piccola storia un po' fiabesca. Non so voi, ma io la trovo molto molto dolce.. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.. 
Come sempre ringrazio AileaDreamer che continua a sopportarmi e aiutarmi con tutte le storie..
ps. la copertina non l'ho fatta io, è una fan art che ho trovato su pinterest
  
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