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Autore: piccola_Calliope    07/02/2022    1 recensioni
Questa storia, racconta della vita e delle vicende amorose di tre sorelle Arya, Aurora e Rosalia.
Non vi anticipo nulla, sarete voi a voler entrare nel loro mondo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Capitolo primo
POV. ARYA

Sono stata probabilmente troppo dura con Michele, scagliare per terra con quella violenza la torta non è stato assolutamente carino, eppure vedere quella torta, ricordarmi del mio compleanno e del fatto che i miei genitori non ci siano più, mi ha devastata, io purtroppo non riesco a mostrare emozioni diverse da quelle negative…Sono cresciuta troppo in fretta e chi è costretto a farlo, impara a diventare freddo ed insensibile, le emozioni creano confusione e io non posso permettermi nessun errore.
Michele mi ha fatto perdere la pazienza, in realtà voleva essere gentile con il suo capo, ne sono sicurissima, lui non aveva cattive intenzioni, però mi ha inconsapevolmente ferita e deve imparare che non può assolutamente permettersi una cosa del genere.
Faccio un bel sospiro e lo chiamo nel mio ufficio.
-Cosa desidera?-domanda astioso, nemmeno mi guarda, deve esserci rimasto male.
-Invece che annoiarti in ufficio, ti mando a fare una bella passeggiata, vai a ritirare la mia biancheria nella lavanderia qui vicino e poi valla a consegnare a casa mia, al mio maggiordomo-dico ciò non staccando lo sguardo dal pc, come se davanti a me non avessi nessuno, lui mi deve temere e basta…Non deve provare ad essere gentile, non deve provare a compiacermi, deve essere solo un fedele  lavoratore che si impegna e ha paura del suo capo, solo la paura gli permetterà di essere un ottimo dipendente e imparare tanto, io credo tanto in lui, sono convinta che abbia tante potenzialità, non deve sprecarle appresso alle emozioni e sentimenti.
-Non è una mia mansione-risponde.
In quel momento lo osservo, lui ha i suoi occhini neri fissi su di me e pieni di astio.
-Io ti pago, io sono il tuo capo e tu Michele fai quello che ti dico, sempre a qualsiasi ora e se io adesso voglio che tu vada  a ritirare la mia biancheria, tu ti spezzi le gambe e lo fai, senza obiettare-affermo serissima.
Lui stringe i pugni, vorrebbe mandarmi al diavolo, lo so, lo sento e me lo merito, ma se c’è una cosa che apprezzo di Michele è l’amore per il suo lavoro, non mi manderà al diavolo con il rischio d’essere licenziato.
-Ok mia signora-sospira e va via.
Io sorrido, nonostante tutto, mi fa piacere d’essere riuscita in questo anno e mezzo a plasmarlo cosi, la prossima volta che vorrà posare una torta sulla mia scrivania ci penserà due volte.
Un’ora dopo fa di nuovo il suo ingresso nel  mio ufficio.
-Fatto tutto?-domando sarcastica.
Lui annuisce.
-Devo fare altro o posso dedicarmi alla pratica del signor Calcaterra?-domanda.
Io vedo che è quasi ora di pranzo.
-In realtà ho fame, esci e trovami un’insalata ai cinque cereali, salmone e avocado, ti do massimo trenta minuti-dico.
-Scusi non può chiamare il solito locale?-chiede.
-Ti ho già detto come la penso, io pago, io ordino tu fai, sparisci Michele-riprendo a fissare il monitor del pc.
Venti minuti dopo e con il fiatone Michele compare con l’insalata che ho chiesto, io la apro e lo fisso.
-Qualcosa non va?-si allarma.
-Manca la salsa di soia-dico come se fosse ovvio, mentre in precedenza volutamente non l’ho avvisato.
-Immagino che lei adesso mi ordini di andarla a prendere-dice.
-Bravo sei perspicace, sbrigati-lo fulmino.
Osservo la foto dei miei genitori sulla mia scrivania, quando mi comporto cosi a volte ho paura di deluderli, loro sono sempre stati gentili con tutti, però io sono una donna, una donna che lavora circondata da leoni pronti a mangiarla, purtroppo essere donna in una società che ancora oggi è prettamente maschilista non  è facile, io devo fare di tutto per mantenere il prestigio del mio ruolo, devo assolutamente farmi portare rispetto e questo comporta anche l’essere detestata dai miei dipendenti.
-Mi dispiace papà, mi dispiace deluderti-carezzo il suo viso.
Michele dieci minuti dopo fa ritorno con la salsa di soia.
-Spero che adesso sia tutto perfetto-mi consegna la bottiglietta.
-Ottimo lavoro, adesso puoi dedicarti alla pratica Calcaterra-gli regalo un sorriso fintissimo.
-E la mia pausa pranzo?-domanda.
-Chi vuole essere qualcuno in questo mondo, non si concede una pausa, va via adesso-gli indico la porta.
Lui mi odia lo so, ma un giorno mi ringrazierà lo sto formando per far in modo che nessuno e dico nessuno gli manchi di rispetto.
-Lo sto facendo per te alla fine, mio caro Michele-affermo tra me e me.

POV. MICHELE
-Il suo obiettivo è quello di farmi esaurire, quella donna mi sta rovinando la vita-mi allento il nodo della cravatta mentre mi lamento con una mia collega.
-Shhh potrebbe sentirti-lei è terrorizzata.
-E’ un dannato robot privo di sentimenti, io la odio, la odio con tutto il mio cuore-nervoso do un pugno alla scrivania.
Mi ha fatto pagare la cosa della torta facendomi esasperare, mandami qua e là a fare di tutto, ho studiato cinque anni per andare a prendere una dannatissima bottiglietta di salsa di soia? Ma poi perché diavolo se l’è presa cosi tanto per una dannata fetta di torta? Era un gesto carino per il suo compleanno, ok lei non mangia zuccheri e carboidrati, ma è il suo compleanno, io sono il suo assistente personale, poteva essere visto come un gesto carino, perché punirmi cosi? Perché non è normale, perché è cattiva e sadica, gode nel fare male.
-Dannata strega-sbuffo.
Proprio nel momento in cui apro la pratica del signor Calcaterra, il mio cliente più importante, la strega mi richiama nel suo ufficio.
-Cosa desidera ancora mia signora?-domando esasperato.
-Tieni-mi passa un foglietto.
Io leggo…
‘’06……. Estetista, appuntamento per depilazione integrale giorno 24\10 alle ore 11:00
06……Parrucchiere, appuntamento per piega giorno 25\10 alle ore 9:30’’

-Cosa dovrei fare?-domando interdetto.
Lei se la ride, ma la sua risata non è una risata melodiosa, piuttosto un gracchiare.
-Chiamare e prenotare-afferma come se fosse ovvio.
-Dovrei chiamare la sua estetista?-chiedo ancora incredulo.
-E non dimenticare il parrucchiere, è importante-mi dice.
Io stringo i pugni e poi non reggo più, io e i miei genitori abbiamo da sempre fatto sacrifici per farmi studiare, sono stati felicissimi nel sapere che io fossi riuscito ad ottenere questo lavoro, ma tutto ha un limite.
-Mi hai rotto le scatole-dico.
Lei solleva lo sguardo dal pc e mi fissa incredula.
-Michele voglio far finto di non aver sentito nulla, esci dal mio ufficio e fa’ ciò che ti ho detto subito-il suo tono è durissimo.
-No mi hai rotto le scatole, sei un robot privo di sentimenti che si diverte nel distruggere la dignità dei suoi dipendenti, io non ho intenzione di sottostare ancora a questo, sono un uomo che ha una dignità e tu la calpesti continuamente, io sono stanco, mi hai rotto le scatole!-stringo i pugni.
Lei mi osserva in silenzio.
-Sei sicuro?-domanda.
-Assolutamente si!-rispondo, basta sono davvero stanco.
-Sei licenziato con effetto immediato, domani vieni a prendere la tua buona uscita, addio-afferma.
-Ho lavorato con te per un anno e mezzo, ti sono stato fedele, mi sono sempre impegnato e tu mi stai licenziando cosi…Con freddezza, come se non ti importasse nulla-dico amareggiato.
-A me non importa nulla, domani ci sarà un sostituto, addio-mi indica con lo sguardo la porta.
Sono furioso…
-Fottiti-le dico prima di uscire.
Quella sera appena rientro sono stravolto, non so se piangere, se strapparmi i capelli, se buttarmi da un ponte…
-Oggi è il compleanno del tuo capo-mi accoglie sorridendo mio fratello.
Io mi giro verso il televisore e vedo Arya Martino in tutta la sua bellezza e crudeltà…
‘’Ricorre oggi inoltre il ventesimo anniversario dalla morte dei genitori dell’imprenditrice, questi sono infatti morti il giorno del suo dodicesimo compleanno in un tragico incidente.’’
Ecco perché odia il suo compleanno…Ecco perché si è arrabbiata per la torta, ecco perché mi ha trattato male, non perché è un robot privo di sentimenti, ma perché io le ho fatto male, le ho ricordato che la sua mamma e il suo papà da 20 anni non le regalano una torta al cioccolato…
Allora non è cosi una strega cattiva…E io ho perso il mio lavoro, si adesso mi viene da piangere.

POV. AURORA
Sono stesa sul letto quando suona il mio telefono, è Mia.
-Hei Mia-in realtà non vorrei proprio parlare al telefono con lei.
-Non puoi capire Edoardo che ragazzo fantastico è, abbiamo passato un pomeriggio meraviglioso, è davvero uno spasso, ci siamo divertiti tantissimo-è entusiasta.
-Mi fa piacere per voi-che stronza, sa che mi piace da una vita eppure lei ci sta provando spudoratamente.
-Hei non è che ti da fastidio che io esco con lui? Dai obiettivamente tu non potevi avere assolutamente nessuna chance con lui, sono io la migliore.-mi dice.
-No Mia, nessun problema, scusa ho da fare-riattacco e non le do la possibilità di rispondere.
Mi copro il viso con un cuscino, sono stanca d’essere quella invisibile, nessuno mi considera, sono anonima, Mia è sempre la protagonista, io sto sempre in disparte, io sono sempre quella in secondo piano…Edoardo ha scelto lei da subito, io sono solo quella che gli ha rovesciato il cappuccino sul maglione, non sono nessuno…Pensare che un giorno per lui ero stata qualcuno…
Mi metto un completino sportivo e vado a correre, sono troppo nervosa ho bisogno di sfogarmi, la corsa mi è sempre stata d’aiuto.
Arrivo al solito parchetto e mi fermo per fare stretching.
-Immaginavo non fossero cambiate le tue abitudini-sento la voce di Edoardo e il mio cuore perde mille battiti, mi giro lentamente e lo trovo seduto su una panchina che mi fissa. -Non mi parli folletto?-chiede.
Io roteo gli occhi e riprendo a fare esercizi, è qui solo per prendermi in giro, ha scelto Mia, andrà presto a letto con lei, probabilmente si metteranno insieme e saranno la coppia più bella dell’intera facoltà di giurisprudenza.
-Lo facevi già a 13 anni, venivi a correre fin qui e poi facevi gli esercizi-mi dice.
-Ottima memoria-dico.
-Te la ricordi questa panchina?-mi domanda.
-Cosa vuoi Edoardo?-gli domando, è arrivato il momento di crescere cara Aurora, smettila di avere paura…Decido di affrontarlo, non gli permetterò di prendermi in giro.
-Ricordare i vecchi tempi-sorride.
-A me non interessano, va’ da Mia e lasciami stare, non hai bisogno del mio intervento per ottenere le sue grazie, è cotta-gli comunico e spero sparisca sono davvero nervosa e voglio stare sola.
-Lo so che le piaccio-mi dice.
-Benissimo allora possiamo chiudere questa discussione qui, vorrei rilassarmi-dico.
-A te non piaccio più?-mi domanda fissandomi, Dio quanto è bello, i suoi occhi e il suo sorriso sono sempre stati il mio punto debole.
-A me non sei mai piaciuto-dico.
Lui mi osserva in silenzio e poi senza dire nulla va via…
-Che diavolo-sbuffo…
Cosa pretendeva? Che gli confessassi tutto? Cosi lui e quella strega della mia migliore amica potevano divertirsi a prendermi in giro.

POV. EDOARDO
Non capisco perché ho voluto raggiungere Aurora al parchetto, in realtà nemmeno credevo di trovarla lì, eppure il fato ha fatto in modo che ci incontrassimo…Io Aurora la conosco bene, e lei conosce i miei segreti più intimi…
Sorrido, lei è stata il mio primo bacio, 12 anni fa…
‘’-Perché mi hai portato in questo parchetto?-chiedo ad Aurora mentre mi accomodo accanto a lei sulla panchina.
-E’ il mio posto questo, ci vengo per rilassarmi, per dimenticare le cose che mi rendono triste, quando sei triste puoi venirci anche tu-mi sorride dolcemente.
Aurora è la mia migliore amica e io mi sento fortunatissimo ad averla nella mia vita.
-Quando tuo papà ti rimprovera perché vuole farti diventare avvocato, ma tu vorrai fare il cuoco, vieni qui e dimenticherai la tristezza-continua a sorridermi.
-In realtà anche parlare al telefono con te mi fa dimenticare la tristezza-ricambio il suo sorriso.
-Edo, promettimi che non farai vincere tuo papà, tu vuoi essere un cuoco, impegnati per diventarlo -mi stringe la mano.
-Folletto posso chiederti una cosa?-le domando.
-Se la smetti di chiamarmi folletto magari si-ride.
-Non ho mai baciato una ragazza, sono curioso, posso baciarti?-le domando e spero dica si, voglio darlo a lei il mio primo bacio.
Le sue guance diventano rosse.
-Posso?-le carezzo una guancia.
Lei timidamente annuisce e io poso le mie labbra sulle sue.’’

Dopo quel bacio le ragazze e il sesso sono diventate il centro del mio mondo, ho smesso di frequentare Aurora…E poi ho permesso a mio padre di vincere, sto per laurearmi in giurisprudenza…Quel Edoardo dolce e speranzoso è rimasto seduto accanto ad Aurora, invece lei è rimasta uguale, pura e gentile, sorrido è bello sapere che almeno lei non sia cambiata.
In questi anni spesso avrei voluto cercarla, avrei voluto ricontattarla…Ma siamo troppo diversi, è meglio che lei continui la sua vita senza di me, oggi l’ho rivista e mi sono perso nei ricordi, in quello che poteva essere, ma non è…

POV. ROSALIA
-Che ci fai ancora al pc?-Aurora entra in camera mia.
-Studio-sbuffo, la osservo ha un completino sportivo, immagino sia andata a correre. -Sei nervosa? Sei andata a correre-dico.
-Ho incontrato Edoardo oggi, esce con Mia-mi dice.
-Auri Edoardo è uno stronzo, abbiamo appurato anni fa quanto sia disgustoso, lascialo a Mia, sono sicura che presto incontrerai un ragazzo che si renderà conto di quanto tu sia meravigliosa-le stringo la mano.
-Sono stanca di aspettare, mi va bene cosi, posso stare da sola-dice, povera la mia dolce sorellina ha sempre sognato il principe azzurro…Peccato che sia sempre stata innamorata di uno dei peggiori Edoardo Fiore. -Tu come mai studi? Non lo fai mai- mi prende in giro.
-Casali ha un assistente e mi  odia, mi ha lasciato una ricerca-sbuffo se ripenso a quel professoressino.
-Casali ha un assistente?-chiede sorpresa.
-Si il fantastico dottor Kerem Toccafondo un italo turco-dico.
-E perché ti odia?-chiede ancora.
-Mi sono addormentata durante la lezione-dico.
Aurora scoppia a ridere.
-Perché ridete piccole pesti?-in quel momento entra Arya.
-Lia ha presa sonno durante la lezione dell’assistente di Casali-spiega Aurora ridendo.
-Lia-Arya mi ammonisce.
-Lei va ancora appresso al signor Fiore-dico io.
-Siete davvero delle piccole pesti-anche Arya si viene a sedere sul letto con noi.
-Buon compleanno Arietta-Aurora l’abbraccia.
-Buon compleanno sorellona-le bacio la guancia.
-Voi siete le uniche a cui concedo di farmi gli auguri-ci sorride e ci stringe.
-Vabbè adesso lasciamo la signorinella studiare-Aurora trascina Arya fuori dalla stanza.
Io alle due di notte finalmente finisco questa dannata tesina, il mattino dopo prima di entrare a lezione dico a Matilde quanto sia soddisfatta del mio lavoro.
-Brava piccola, farai ricredere il prof-mi sorride.
-Si andrà tutto bene-sorrido speranzosa anche io, sono stata brava, non potrà dire il contrario.
Appena entriamo il dottor Toccafondo è seduto alla scrivania e legge qualcosa al pc, ci nota immediatamente.
-Signorina Martino-mi chiama.
-In bocca al lupo piccola-Matilde incrocia le dita.
Io mi avvicino sorridendo, dobbiamo ricominciare con il piede giusto, lui è l’assistente del temibile Casali.
-Salve dottor Toccafondo, ecco la tesina che mi ha chiesto, mi è venuta due pagine in più, spero non sia un problema-fiera gli consegno il mio lavoro.
-Brava signorina Martino-si mette a leggere.
Io sono felice, sta andando tutto bene, mi perdonerà, io seguirò attentamente ogni sua lezione e riuscirò a farmi mettere un bel voto al esame.
-Come va?-chiedo.
Arrivato a metà seconda pagina lui chiude il fascicoletto.
-Preferisce leggerla più tardi?-domando.
Lui mi sorride e un secondo dopo strappa il mio lavoro.
-E’ un lavoro pessimo, voglio un'altra tesina sullo stesso argomento di 100 pagine lunedì prossimo-mi dice.
-Ma…-io non so proprio che dire, vorrei tanto insultarlo, è un fottuto bastardo.
-Non voglio sentire obiezioni, vada-mi scaccia via come si fa con le mosche.
-Non finisce qui dannato Toccafondo-sussurro.
-Signorina Martino, ho un buon udito, le consiglierei di smetterla di sussurrare in mia presenza, ah e si metta al primo banco, ci conto che segua per bene-afferma.
Io stringo i pugni e sospiro, no non finisce qui.

POV. KEREM
In realtà era un’ottima tesina, ma la sua insolenza mi ha spinto a strapparla, qualcuno deve insegnarle la disciplina, si vede che è una ribelle.
Durante la lezione non si distrae, la vedo prendere appunti, rimane abbastanza attenta.
Un’ora dopo la trovo di fronte all’ufficio di Casali.
-Cosa desidera signorina Martino?-domando.
Lei si volta e si morde il labbro, sono per un istante distratto da questo movimento…
-Allora?-insisto.
-Vorrei parlare con lei, vorrei capire che errori ho commesso nella tesina-mi dice.
-Semplice, era una tesina superficiale-le dico.
-Se lei non l’avesse strappata mi avrebbe potuto correggere e invece no lei ha voluto fare il fenomeno e strappare la tesina per mettermi paura-dice.
Io la guardo scioccato, come si permette ad essere cosi insolente.
-Non se la può permettere questa insolenza signorina Martino-le dico.
-Nemmeno lei, non può abusare del suo potere, la mia tesina era ottima ne sono sicura e lei solo perché non le faccio simpatia, ha deciso di punirmi-mi dice, è abbastanza furba, lo ammetto, l’avevo sottovalutata.
-Kerem-il professor Casali mi richiama.
-Professor Casali-lo saluta la signorina Rosalia.
-Signorina Martino può inviarmi via mail una copia della sua tesina? La valuterò io stesso-dice Casali serissimo e io mi sento morire, non posso aver commesso un errore al mio primo giorno.
-Con moltissimo piacere-Rosalia è soddisfatta.
-Dico due parole al professor Kerem e poi lo lascio a lei per le delucidazioni-Casali le sorride, Casali non sorride mai agli studenti, lei stessa è sorpresa.
-Ho sbagliato qualcosa?-gli chiedo appena siamo soli.
-Ho molta fiducia in te Kerem, credo che tu sia un ottimo medico e sarai un bene per i miei alunni, ma sei giovane, e probabilmente subisci il fascino femminile, la signorina Martino, è molto graziosa, insolente al punto giusto…Ma so che è un’ottima studentessa, vedi sono convinto che la sua tesina sarà impeccabile-mi dice.
Io mi sento morire…Mi sta licenziando.
-Sono sollevato dall’incarico?-chiedo con voce tremante.
-No Kerem, però stai attento, dirò alla signorina Martino che la tesi può essere migliorata, non le dirò che è perfetta come credo sia, ti sto aiutando, non sbagliare ancora- mi dà una pacca sulla spalla ed esce.
Rosalia è ancora davanti alla porta.
-Ha bisogno di delucidazioni signorina Martino?-domando cortese.
-Ognuno di noi ha un tallone d’Achille, il suo caro professor Toccafondo è il professor Casali, buono a sapersi, buona giornata-mi fa l’occhiolino e sparisce.
Rosalia Martino è un bel problema.
Angolo autrice
Salveeeee, si un anno dopo un nuovo capitolo, ma altri due sono pronti, che mi dite?? Quale delle tre sorelle preferite??Sono curiosa suuuu ditemi.
Bacioni belle mie 
  
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