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Autore: Shomer    04/09/2009    3 recensioni
Non c’è. Non si sa. Nessuno potrebbe mai risalire all’inizio. Neanche tu. Ci pensi e ci ripensi, non dormi cercando di visualizzare il momento in cui la bussola del tuo cervello si è rotta e la freccia ha smesso di puntare il nord cominciando a puntare l'Inferno. E tu ti sei fidata.
Ti guardi allo specchio e vedi carne.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io, la fossa e le ossa: un mucchio penoso sui vecchi guai.

Seduto qua per chi mi vuole qua, su cento guai.

Offendo la carta con sgorbi ritorti. E’ un cuore!

Arrendi o ribellati.

Ape Regina – Marlene Kuntz

Unhealthy.

Ti sembra così facile e naturale che non riesci neanche lontanamente ad immaginare una vita senza. Perché, infondo, ti piace.

Dopo un po’ hai il tuo rituale: ognuna di noi ha il suo. Il tuo è semplice e nessun’altra ce l’avrà mai uguale. Comincia con il semplice atto dello specchiarti e stare lì, ferma, a guardarti per un tempo quasi infinito. Ti chiedi se magari staresti meglio con un taglio di capelli diverso. Ti rispondi che i capelli sono forse l’unica cosa buona che hai. Poi apri il cassetto e prendi un elastico e, quei maledetti capelli, li leghi. Ti accendi una sigaretta che butterai a metà, sei quasi impaziente. Quello che accade dopo lo sai solo tu.

E’ come se uscissi fuori dal tuo corpo e ti guardassi pensando “ecco”. Non ti ricordi neanche più come tutto è cominciato. Potrebbe essere stata colpa del tempo, o della televisione, o della professoressa con le sopracciglia aggrottate, o addirittura di quel ragazzo con la pelle troppo chiara che ti toccava i fianchi o, perché no?, di quegli occhi che vibravano troppo e tu volevi disperatamente che smettessero di vibrare, ma hai scelto la via sbagliata.

Non c’è. Non si sa. Nessuno potrebbe mai risalire all’inizio. Neanche tu. Ci pensi e ci ripensi, non dormi cercando di visualizzare il momento in cui la bussola del tuo cervello si è rotta e la freccia ha smesso di puntare il nord.. al contrario, ha cominciato a puntare verso l’Inferno. E tu ti sei fidata.

Ti guardi allo specchio e vedi carne. Cumuli e cumuli di carne, pezzi di carne, granelli di carne, ritagli di carne, frammenti di carne, brandelli di carne.

Carne strappata, insanguinata, marcia, secca, viva, macellata, rattrappita, raggrinzita, morta.

Cerchi di mettere insieme i pezzi per comporre la tua faccia e non ci riesci. Gli occhi non ci sono. Dove sono? Non lo sai.

Sei la regina del tuo angolo di Inferno e pensi di avere tutto sotto controllo. Sei la marionetta nelle mani di te stessa e piangi pregandoti di trovare una soluzione. Ti sembra un controsenso ma, pensaci, non lo è. Sei da sola e sei nella posizione più prestigiosa alla quale potresti mai aspirare. Tu comandi e tu esegui. Ogni tanto ti chiedi se sei veramente tu a dettare legge. Ti rispondi di sì.

Hai scelto la via più facile e lo sai. Ricordi il giorno in cui hai capito. Ricordi il giorno in cui hai buttato via definitivamente te stessa. Ti sembra ieri ma sono passati anni. « Non si può. E’ così e basta », dicesti. « Sarei veramente un mostro, sarei così disumana e schifosa, se per una volta decidessi di percorrere la via più facile? Sarebbe così grave se questa volta prendessi l’ascensore? »

Non hai mai pensato ad un perché. Piuttosto ti sei chiesta “perché no?”.

Fa male. Fa male e lo sai. Ti brucia dentro, ti scava le ossa e ti percorre le vene con un trapano.

Non sei pazza. Non sei illusa. Non sei stupida. Non sei malata. Sei solo tu, e sei troppo a tuo agio, sei troppo fottutamente dipendente, troppo maledettamente debole, troppo.. troppo e basta. E’ una parte di te. Sei tu. E sei troppo logora e stanca, per dire di no.

 

   
 
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