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Autore: Boringgirl    08/02/2022    0 recensioni
La cittadina di Lenili viene scomobussolata dall'arrivo di un gruppo di forestieri sopravvissuti alla caduta del loro mondo.
Il loro popolo è stato spazzato via da una forza misteriosa e imbattibile, e ora sono alla ricerca di un nuovo posto in cui iniziare a vivere.
Ma sono tante le domande che i cittadini di Lenili si pongono.
Come hanno fatto a sopravvivere? Chi era questa forza misteriosa? Sono una minaccia?
I ragazzi sopravvissuti oltre ad imparare a vivere in un mondo completamente diverso dal loro, si troveranno in mezzo ad una faida che dura da secoli, e che purtroppo sembra peggiorare sempre di più.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Così mi sono ritrovato a battermi contro una banda di briganti da solo, uno di loro era addirittura capace di fare incantesimi oscuri, ma io ho usato le mie doti da Illusionista per catturarli tutti. Per questo poi il Duca mi ha assegnato ben due Stemmi per l’ottimo lavoro concluso, ovviamente ora mi aspetto…”.

“Ma guarda un po’ chi si vede in giro! Elias! È sempre un piacere incontrarti caro ragazzo!”.

Elias si girò vero quella voce con fare seccato. Insomma, stava raccontando le sue gesta eroiche ad una bellissima signorina nobile, che lo guardava con occhi affascinati, quando qualcuno ha deciso di interromperlo, rovinando il momento. Giratosi però verso la voce non poté che congelarsi alla vista di quei occhi castani gentili su quel viso squadrato così famigliare.

“Capo è un onore incontrarti qui!” esclamò inchinandosi profondamente.

“Suvvia non è necessario inchinarsi, alla fine ci conosciamo abbastanza bene noi due, no? Mi dispiace di aver interrotto la tua conversazione con questa amabile signorina, ma per motivi di causa maggiore devo parlarti in privato, se non ti dispiace”.

“Nessun problema signore! Ci mancherebbe!”.

“Benissimo ragazzo, allora seguimi”.

Afferrata la mano della fanciulla, che non faceva più caso a lui, troppo incantata dall’uomo dagli occhi castani, le fece un baciamano.

“Devi scusarmi, ma il dovere chiama. Come ti stavo dicendo prima, grazie alle mie immense missioni, sono riconosciuto nei più alti ranghi del Regno. Sono sicuro che non ti dimenticherai di me, e io verrò a cercarti tra una missione e l’altra”.

“Si certo, come no” rispose la ragazza, senza aver ascoltato il discorso d’addio del giovane, e rivolgendo tutta la sua attenzione verso il bell’uomo, che aspettava con un sorriso dolce sulle labbra.

“Ehi tu! Dovresti ascoltarmi…”

“Forza Casanova! Andiamo, un’eroica missione ti attende” esclamò l’uomo, afferrando il giovane dal colletto della giacca e strattonandolo via dalla giovane ragazza.

“Fermati! Non mi ha ancora dato il suo numero!”.

“Tranquillo, non penso te l’avrebbe dato comunque” disse ridendo.

Oltrepassata tutta la folla intenta a consumare il banchetto, i due abbandonarono la zona pubblica, in cui era avvenuta la cerimonia, e si diressero nella parte privata del palazzo, in particolare dopo numerose scale e corridori, giunsero in uno studio.

La stanza era grande, e l’enorme finestra dietro alla scrivania si affacciava su tutta la città in festa. Librerie stracolme di libri ricoprivano le altre pareti, mentre sulla scrivania si trovavano diverse pile di documenti. Tutto era perfettamente in ordine.

“Siediti pure Elias”.

Il ragazzo, zittitosi improvvisamente, si accomodò su una delle poltrone posizionate davanti alla scrivania.

“Immagino tu sappia perché siamo qui”.

“Mi dispiace, ma non ho idea di dove si trovi”.

Gli occhi castani lo scrutarono lentamente, ma nonostante l’enorme pressione che Elias sentiva, rimase impassibile. L’uomo sospirò pesantemente.

“Ho bisogno di sapere dove si trova. Non si è più presentata alle riunioni, e non ho più avuto sue notizie da diverso tempo. Come ben saprai, Elias, negli ultimi tempi le tensioni con il regno orientale si fanno sempre più forti, e non sappiamo come si evolverà la situazione. Nel caso peggiore, è necessario che i più forti possano essere reperibili il prima possibile”.

“Se i nobili smettessero di provocarsi a vicenda, non ci sarebbe il pericolo di una nuova guerra!” esclamò con ferocia Elias.

“Mi trovi pienamente d’accordo, ragazzo. Tuttavia, la famiglia reale appoggia questo comportamento, e fino a quando non si troverà un accordo, queste provocazioni continueranno”. 

“E a rimetterci siamo sempre noi del popolo”.

“Per questo è necessario che io trovi tua sorella, per evitare che tutto questo possa accadere. Non posso rivelarti troppi dettagli, ma tra non molto i vertici del paese si riuniranno, e a dipendenza dell’accordo che nascerà da questo incontro il nostro destino potrebbe cambiare” rispose l’uomo, alzandosi con grazia dalla sedia.

Osservando il paesaggio fuori dalla finestra, aggiunse.

“Tua sorella è un elemento chiave in questo enorme meccanismo. È di vitale importanza ritrovarla per tutto il mondo occidentale”.

Elias sospirò.

“Mi fido di lei Capo, e mi piacerebbe aiutarla, ma non ho la minima idea di dove si trovi mia sorella. L’ultima volta che l’ho sentita si trovava nei pressi del Monte Sen a fare delle ricerche, ma sono passati dei mesi da quel giorno”.

“Capisco. Ti ringrazio per l’aiuto. Magari proverò a cercarla sempre in quella zona. Nel caso dovessi sentirla, mi raccomando di fargli sapere che la sto cercando”.

“Certo Capo, e se ora non le dispiace tornerei alla festa, le fanciulle mi attendono!” esclamò Elias con entusiasmo, alzandosi e dirigendosi verso la porta.

“Appena ti vedranno arrivare, scapperanno Elias!”.

Sempre sorridendo il giovane uscì dallo studio e chiuse la porta, sulla quale era affissata una targhetta con il nome Finnal inciso.

Scese le scale e torno alla sala, dove ancora una numerosa folla di gente banchettava e chiacchierava.

Nel frattempo, l’uomo rimasto da solo prese un fascicolo e cominciò a leggerlo.

“Devo seguirlo?”.

Lentamente si alzò dalla sedia, e si diresse verso la finestra. Due occhi gialli lo fissavano attraverso il vetro.

“Si. Ci porterà da Erica”.

Con un frullo d’ali prese il volo, perdendosi subito nell’oscurità.

***

Era notte inoltrata, i balli e i canti erano finalmente terminati, e anche gli ultimi festaioli avevano finalmente deciso di tornarsene a casa.

Elias camminava tra le stradine della cittadina, fischiettando allegro. Le belle dame e il vino presente alla festa gli avevano leggermente annebbiato il cervello, rendendolo spensierato e leggero.

Appoggiandosi qua e là ai muri, riuscì finalmente a tornare a casa. Giunto nel suo piccolo appartamento, si spogliò velocemente e senza pensarci due volte si buttò sotto alle coperte, addormentandosi subito.

Come sempre la notte non fu tranquilla per il giovane. Sogni agitati e incubi lo perseguitavano ormai da molto tempo, e niente riusciva a calmarli. Infatti, Elias non poté che grugnire scontento la mattina dopo, quando dei raggi di sole, entrati dagli infissi, lo svegliarono.

Con due occhiaie da far spavento e i capelli totalmente ingarbugliati, si alzò e si diresse in cucina alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

Oggi il lavoro poteva anche aspettare. Visto che ieri era il giorno della Cerimonia e quindi un giorno di grande festa, nessuno era formalmente obbligato ad andare al lavoro. Nessuno avrebbe detto niente.

Rilassandosi bevendo una tazza di caffè, Elias chiuse gli occhi, ascoltando il silenzio che regnava nel suo appartamento.

“MA BUONGIORNO” urlò una voce a due centimetri dal suo orecchio.

Lo spavento lo fece quasi cadere dalla sedia, facendo cadere il caffè ovunque.

“Maledizione! Ma sei diventata scema?” esclamò accendendosi in un attimo.

“Wow wow calmati principino, ti sembrano i modi di rivolgerti ad una signora?”.

“Non mi sembra che i tuoi modi siano quelli di una signora; quindi, dimmi perché mai dovrei comportarmi a modo con te?” sbuffò il ragazzo acciuffando uno straccio dal lavandino e iniziando ad asciugare il caffè finito sul tavolo.

Offesa la giovane, gli girò le spalle e presa un po’ di carta dal bagno iniziò ad asciugare per terra.

Una volta finito con lo straccio, Elias si girò verso la ragazza chinata verso terra.

Delta gli faceva sempre venire i cinque minuti. Da quando erano diventati colleghi, finivano sempre per litigare, e tutti i giorni tornava a casa sfinito. All’inizio era stato contento, era una bella ragazza dai capelli scuri corti e ricci, con un bel fisico allenato. Ma una volta che aveva iniziato a parlare, aveva capito subito che avrebbero faticato ad andare d’accordo. Era troppo spumeggiante per i suoi gusti. Da quando lavoravano insieme avevano rischiato grosso in diverse occasioni, e questo per colpa dei loro caratteri troppo simili. Entrambi allegri, sempre pronti allo scherzo, e quasi mai con la testa sulle spalle. Elias era sempre stato abituato ad avere compagni più seri, responsabili, che uniti al suo essere spensierato, rendevano la coppia perfettamente equilibrata. In questo caso però nessuno dei due ricopriva la parte seria della coppia, e troppo spesso toccava a Elias avere la testa sulle spalle, cosa che non gli riusciva benissimo, ma a cui era obbligato a causa del suo essere più esperto.

“Cosa ci fai qui Delta?”.

La ragazza terminò di pulire per terra, e poi rispose.

“Sono venuta a chiamarti. C’è una missione urgente per noi. Guendaline non mi ha dato molte informazioni, so solo che dobbiamo sbrigarci”.

“Una missione?”.

“Ha sorpreso anche me questa chiamata, però sembrava una cosa seria…”

Elias sbuffò.

“Dammi due minuti”.

Delta annuì mentre Elias tornava nella sua stanza per cambiarsi. Spinta dalla curiosità, la giovane iniziò a guardarsi intorno. Era stata poche volte nell’appartamento del collega, solitamente si fermava sempre all’ingresso. L’arredamento era molto semplice, e pochi oggetti personali erano in vista. Sul tavolo della cucina erano appoggiate una gran quantità di lettere, giornali e fascicoli del lavoro, e per terra vicino al frigo erano appoggiate delle buste, probabilmente la spesa che il collega non aveva ancora fatto in tempo a mettere via. Nel lavandino, con sua sorpresa, non vi era nessuna stoviglia sporca, ma tutto era riposto negli scaffali in ordine. Su uno sportello vi era stata incollata con del nastro adesivo una foto di famiglia. Un Elias di pochi anni sorrideva, tre dei suoi cinque fratelli maggiori erano vicini a lui, mentre gli altri due erano in braccio al padre che proprio nel momento dello scatto stava ridendo. La madre era vicino al marito e teneva in braccio un piccolo fagottino. Probabilmente quella foto era stata scattata poco dopo la nascita della sorella minore di Elias.

Non parlava spesso della sua famiglia. Delta aveva scoperto dopo mesi e mesi di quanto fosse numerosa, e non grazie a lui. Le era stato detto da un ex collega di Elias, passato per caso in ufficio. Visto la scarsa volontà del giovane di parlarne, la ragazza aveva sempre pensato che non fossero in buoni rapporti, ma la presenza di quella foto diceva il contrario.

“Eccomi sono pronto”

Delta saltò in aria. La voce di Elias l’aveva sorpresa, e per un attimo gli aveva fatto perdere l’equilibrio.

“Che stai facendo? Ti vuoi muovere!” esclamò frustrato il giovane, nervoso per la notte insonne.

“Datti una calmata. Sono io che ho dovuto aspettarti!”.

Il ragazzo sbuffò, poi afferrate le chiavi di casa, invitò con lo sguardo la giovane alla porta.

Alzando gli occhi al cielo per la scarsa cavalleria del collega, Delta uscì dall’appartamento sbattendo i piedi. Scese le numerose scale, fino a quando non raggiunse il pian terreno. Dove si accorse di essere sola.

“ELIAS TI VUOI DARE UNA MOSSA!” gridò su per la tromba delle scale.

Cominciò a battere i piedi sul pavimento innervosita dal comportamento menefreghista del collega. Avevano una missione urgente, per l’amor di Dio. Dopo un istante, percepì un rumore di passi per le scale. Finalmente il ragazzo fu di fronte a lei. Aveva un muffin ai mirtilli in bocca, e gliene stava porgendo un altro. Confusa, Delta l’afferrò non sapendo bene cosa farci.

“Mi sono arrivati ieri, da parte di mia zia. Prego” disse superando la ragazza, e uscendo per le vie della città.

Arrossita per l’inconsueto gesto del ragazzo, Delta afferrò il dolce, indecisa sul da farsi. Dopo un attimo di tentennamento, affondo i denti nel soffice pasticcino. Era squisito.

Seguendo Elias, finì il muffin un boccone dopo l’altro.

Dopo un paio di minuti raggiunsero un grande edificio dai mattoni rossi. Oltrepassate le porte girevoli, i due si ritrovarono in un grande atrio. Ai lati della sale erano posizionate diverse scrivanie, dietro le quali sedevano delle donne completamente assorte nella lettura di grandi libri. Erano bionde, more, giovani e vecchie. Al passaggio di Elias e di Delta nessuna di loro sollevò il viso, troppo concentrate nell’analisi di quei grandi tomi. Erano le segretarie del LAM, le Sibille, e si occupavano dell’accoglienza dei clienti. Una porta magica era stata collocata dietro ad ogni scrivania, così che una volta ascoltata la richiesta del cliente, la Sibilla fosse in grado di teletrasportarlo direttamente all’ufficio necessario. Facevano tutte parte della stessa famiglia, la Sibillamus, e da sempre questa carica veniva ricoperta dalle sue esponenti.  

I due giovani però non fecero caso alle donne. Il loro obbiettivo erano le cinque porte poste in fondo all’atrio. Erano tutte uguali, ma ognuna si riferiva ad una differente classe magica, come indicato da una targa posta su ogni porta. Le due ai lati appartenevano alle classi più deboli, i Maghi e gli Incantatori, la prima a sinistra e la seconda a destra. Alla destra di quella dei Maghi, era stata posta la porta degli Illusionisti, mentre a sinistra di quella degli Incantatori, quella degli Stregoni. Al centro, la più importante, la porta dei Sommi Maestri.

Elias, seguito da Delta si avvicinò alla porta degli Illusionisti. Arrivati proprio di fronte, sulla porta iniziarono ad apparire una serie di linee, che pian piano andarono a formare i loro nomi. Una volta completati Elias aprì la porta, e oltrepassò la soglia.

Una grande sala si apriva davanti a lui. Ai lati erano posizionate diverse scrivanie vuote, mentre di fronte tre corridoi portavano in nuove direzioni. A passo svelto Elias con Delta al seguito attraversò tutta la stanza e imboccò il corridoio di sinistra, per poi bussare ad una grande porta rossa.

“Avanti”.

Elias aprì la porta ed entrò.

Una donna dai lunghissimi capelli rossi era seduta ad una scrivania completamente ricoperta di fascicoli e di libri.

“Guendaline”.

“Elias, Delta finalmente siete arrivati. Vi stavo aspettando” disse la donna alzando lo sguardo dal blocco di fogli che stava leggendo. Aveva piccoli occhi dorati, e due folte sopracciglia rossastre.

“Ci scusi, mi sono precipitata da Elias il prima possibile, ma ora che si preparasse ci sono volute delle ore” esclamò ironicamente Delta sbucando da dietro le spalle del ragazzo, e lanciandogli un’occhiataccia.

“Non importa, ora siete qui. Ho una missione per voi, eccovi il fascicolo con tutte le informazioni. Partite il prima possibile” mormorò la donna facendo un cenno verso due fascicoli posizionati su un tavolino sotto ad una delle finestre presenti, per poi tornare con lo sguardo puntato sulle carte che stava analizzando in precedenza.

Delta afferrò i fascicoli e facendo un breve cenno del capo, uscì dall’ufficio.

Elias tentennò.

“La missione è urgente Elias, è meglio se ti affretti”.

Abbassando lo sguardo Elias mormorò.

“Subito” e fece per uscire.

“Mi raccomando con te. Li voglio tutti vivi”.

Queste parole gelarono il giovane per un istante, ma poi non sentendo altro, si incamminò.

 

“Muoviamoci Delta” disse Elias, entrato nella sala dell’equipaggiamento. La giovane già vestita con la sua divisa, si stava allacciando un coltello allo stivale.

“Non mi sembra una missione così urgente sinceramente…” mormorò la ragazza, avvicinandosi ad un grande armadio bianco. Sulla parete era presente un piccolo foro, della grandezza giusta di un dito. Posizionato l’indice nella fessura, gli intagli presenti sulle porte dell’armadio si illuminarono di celeste, e si aprirono. All’interno appese alle pareti erano posizionate una gran quantità di armi. Per gran parte pugnali.

“Secondo Guendaline si, quindi sarà meglio che non sottovaluti la situazione” rispose Elias, uscito dallo spogliatoio maschile con indosso la divisa. Come la compagna, anche lui si avvicinò ad un armadio posizionato contro un'altra parete della sala. Dopo aver appoggiato il dito, anche quest’ultimo si aprì rivelando le armi. Per la maggior parte erano asce.

Armati e pronti per la missione i due, usciti dalla sala di equipaggiamento, s’incamminarono verso una porta a battenti, che dava su un cortile molto ampio. Il cortile era sterrato, e circondato da alberi che si estendeva tutt’intorno. Si trovavano in un bosco. Mentre Elias si avvicinava al centro del cortile, dov’era posizionata una specie di meridiana in pietra, Delta si arrampicò su un piccolo stand in legno. Dall’alto di esso si mise ad osservare Lenili, ormai a diversi chilometri di distanza da loro.

Sebbene l’edificio principale del LAM fosse in città, una volta che i vari esponenti delle casate entravano nella loro porta, grazie ad un collegamento magico, si ritrovavano direttamente nel loro quartiere generale, situato in diversi punti nel territorio che circondava la città.

Ogni città con un certo numero di abitanti possedeva una stazione di Aiuto Magico (AM), nel caso di Lenili era chiamato LAM (Lenili Aiuto Magico). Le missioni che ogni AM riceveva poteva essere richieste dai cittadini stessi in cerca di un aiuto particolare, dai funzionari della città o addirittura dai capi di stato. Quindi intorno ad ogni cittadina si potevano trovare i quartieri generali delle varie casate. Tutto questo ovviamente non valeva per gli Stregoni e i Sommi maestri. Essendo così pochi, i due gruppi avevano un quartiere generale direttamente a Tison, la capitale del regno occidentale.

“Delta! Muoviti!”.

Con il fumo che usciva dalle orecchie, la ragazza si girò verso Elias, intento a trafficare con la meridiana.

“Sto arrivando, stai calmo!”.

Con un abile salto scese dallo stand, e si avvicinò.

“Hai inserito le coordinate presenti nel fascicolo?”.

“Si” rispose Elias concentrato.

Appoggiò la mano al centro della meridiana, e si rilassò.

Davanti a loro a poco a poco, si generò un cerchio sfavillante. Insieme Delta ed Elias si introdussero nel cerchio; una volta inghiotti e scomparsi, il passaggio scomparì con uno schiocco.

 

   
 
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