Mary sospirò con trepidazione, prese i cinquanta centesimi e li inserì nella
fessura dell'armadio.
Tic.
L'armadio di aprì e, senza esitazione, Mary vi entrò.
La fanciulla scoprì presto di trovarsi in un mondo in cui tutti erano diversi.
"Ommiodio, sono in un mondo in cui tutti sono diversi," sussurrò meravigliata
Mary Sue.
"Sono gay! E sono un jock!" esclamò Neville Paciock.
"Ed io sono cinese," urlò trionfante Blaise Zabini.
Con meraviglia, la giovane percorse i corridoi di Ogwartz che sembravano così
diversi, eppure così uguali alla scuola in cui lei studiava. Certo, il fatto che
fossero rosa a fiori era del tutto irrilevante.
"Ciao, Mary," la salutò la bellissima Pansy, "vuoi donare dei galeotti a
Voldemort?"
"Cosa?"
"Vuoi donare dei galeoni a Voldemort?"
"Ommiodio, e per cosa?"
"Ma per la sua nuova compagna culinaria, ovvio! Sta raccogliendo fondi per
salvare la specie di bambù rosso che usa per i suoi pasticcini MagicTools.
Guarda, mi sono anche fatta tatuare il simbolo dei mangiatorte," e detto questo,
Pansy si alzò la manica del braccio.
Mary vide la piccola torta rossa che vi era tatuata sopra.
Mary sorrise estasiata: "Ma certo!" e con questo versò tre galeoni nella
cassettina di legno che Pansy teneva in mano.
In quel momento, la fanciulla vide arrivare Draco Malfoy, bellissimo e
tormentato, a braccetto con una bellissima fanciulla che a Mary ricordava
vagamente qualcosa.
"Ciao, cara Mary," la salutò Draco.
Oh, sono in un mondo in cui tutti sono più gentili.
"Ciao, abbacchia," la salutò la fanciulla.
"Ma tu sei Fata delle Nevi II!" la riconobbe subito Mary.
DarkRaven Snow, alias Fata delle Nevi II, impallidì: "C-come fai a sapere il mio
nome?! Cosa sai di me! Oh no, il mio piano per la conquista del mondo e lo
sterminio dei babbani è fallito! Odio le torte! Draco, mi dispiace, anche se un
giorno avrai i capelli lunghi non sarai mai come Legolas. Addio!" e con queste
ultime parole scomparve, lasciando dietro di sé un Draco in lacrime.
Fu a cavallo, ed a petto nudo, che Harry giunse dalla Sala Grande.
"Harry!"
"E' un deja vu!"
Con un roteare di speroni, il giovane moro scolpito dagli allenamenti di Quiddik,
si chinò per afferrare il bel principe delle serpi e lo issò in sella con lui.
Le loro lingue si unirono nella danza più antica del mondo.
"La polka!"
"Cosa?" chiese Mary a Ron, apparso improvvisamente.
"Ho voglia di ballare una polka."
"Balliamo!" gli propose Pansy, prendendolo per mano e portandolo a ballare la
polka.
Dopo che le inquietanti figure di Pansy e Ron scomparvero all'orizzonte,
l'attenzione di Mary fu catturata da una fanciulla minuta e bellissima e,
stranamente, con tutte le curve al posto giunto, proprio come Mary.
"Ciao, si chiamano Astrid."
"Chi?"
"Loro!"
"Loro chi?" insistette Mary. Un'altra ragazza le si avvicinò e le disse: "Non
ascoltarla, parla di sé in terza persona plurale. Che cosa ridicola, Samanta non
approva."
"Chi è Samanta?"
"Io sono Samanta!" le rispose la nuova arrivata.
"E loro sono Astrid," si intromise Astrid.
"Veniamo dalla casa del RattoBlu."
Mary le osservò con ammirazione. Entrambe le fanciulle erano bellissime e
perfette, simpatiche e dolci ma anche terribili e cattive. E strane, soprattutto
strane. Ma il fatto che avessero una casa solo per loro le rendeva molto
affascinanti.
"Come mai?"
"Ecco cosa accadde...
Arrivai ad Hogwarts a tredici anni ed ero bellissima.
Il giorno dello smistamento mi sedetti sullo sgabello del cappello ed il
copricapo mi fu posto sulla testa.
"Bene, bene, vedo che non sei particolarmente intelligente, né particolarmente
coraggioso, né particolarmente altruista né particolarmente astuta quindi ti
manderò in una casa tutta per te: RattoBlu! La casata dei mediocri.
... e questi furono i fatti."
Mary Sue la osservò a bocca aperta. Fu Hermione a salvarla dall'emozionante
momento di imbarazzo, prendendola per il braccio e trascinandola via.
"Andiamo a Pozioni."
"Ho paura delle lezioni di Piton," ammise Mary.
"Che la forza dell'abitudine sia con te," la incitò Harry, appoggiandole una
mano sulla spalla, improvvisamente ricomparso.
Mary lo ignorò e si sedette al proprio posto.
Piton entrò nella stanza saltando. Tante volte una dopo l'altra. Ma il verbo
saltellare non sembra indicato al personaggio.
"Oggi, ragazzi, sono felice," esclamò sorridendo. Un alunno morì. "Ho finalmente
dichiarato il mio amore a Lupin sulla riva del LAGO DELLE ORATE ASSASSINE.
Quella squinzia di Tonks ha deciso di partire per una pericolosa quest alla
ricerca del Santo Graal e quindi io e Lupin possiamo stare felicemente assieme."
No, pensò Mary, questo è peggio degli alcolisti anonimi!
"Quindi," continuò Piton, "ho corretto tutti i compiti in un impeto di super
energia e giuoia da zucchero. Signorina Granger: Oltre Ogni Previsione. Signor
Weasley: Eccezionale. Harry Potter: Eccezzionale!" continuò saltellando tra i
banchi. "Draco Malofy: Oltre Ogni previsione. Blaise Zabine, oggi la vedo
particolarmente abbronzato,: Oltre Ogni previsione. Pansy Parkinson:
Eccezionale. Neville Paciok, per quanto sia doloroso,: Oltre ogni previsione."
Mary sospirò, felice.
"Mary Sù: Deludente."
Mary singhiozzò.
"Mi ha proprio deluso."
"Non è possibile!" urlò Mary, prima di fuggire dall'aula.
Com'era possibile che in un mondo tutto al contrario lei avesse di nuovo preso
Deludente?
Correndo fino alla sua stanza, la giovane Mary Sue si affrettò ad entrare
nell'armadio ed in men che non si dica si ritrovò nel suo mondo.
Con un sospiro di sollievo, Mary chiuse l'armadio ed uscì dalla sala comune di
Tassorosso.
"Harry," chiamò l'amico, quando lo vide girovagare per i corridoi, "ho bisogno
del tuo aiuto per una quest."
Ron, che era stato lì tutto il tempo, aprì la bocca per aggiungere qualcosa ma
Mary lo fulminò con lo sguardo: "E sì, Ron, sarà proprio come essere in un gdr."