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Autore: Domenico De Ferraro    10/02/2022    0 recensioni
Nel canto , tutti , risorgeremo e saremo una sola persona,
un solo solco dove il seme germoglia alla luce del sole
Io fanciulla dalle guance rose , io che giaccio in una comune fossa
all’ombra di questa grande quercia
Ove ,sogno ancora il mio amore vagabondo,
Immagino ancora i grandi spazi verdi
Ed ascolto ancora l’urlo del lupo vagare per i boschi
Tetri boschi racchiusi nel silenzio dell’ estasi degli inverni trascorsi
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
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SERAFICI VERSI SAFFICI

 

POEMA FREESTYLE

 

Venite  tutti al  sacro  tempio delle vergini

Eroi ed uomini, donne dagli alati intelletti

Venite  tutti ,nel tempo che convoglia all’ amore sacro e profano

Nel canto , tutti , risorgeremo e saremo una sola persona,

un solo solco dove il seme germoglia alla luce del sole

Io fanciulla dalle guance rose , io che giaccio in una comune  fossa

all’ombra di questa grande quercia

Ove  ,sogno ancora il mio amore vagabondo, 

Immagino  ancora i grandi  spazi verdi

Ed  ascolto ancora  l’urlo del lupo  vagare per i boschi

Tetri boschi racchiusi  nel silenzio dell’ estasi degli inverni trascorsi

Venite alla mia fossa a porgere un saluto

A mettere un fiore sulla mia nuda terra

Ed un seme sposerò,  germoglierà 

con il mio amore di donna tradita dal peccato

Tradita alla luce del sole

Tradita dall’ira e dall’indifferenza

Dal desiderio di congiungere questa mia bocca a quella del mio amato

Io donna di cuore, io donai ,  beata ,dormo nel sonno degli antichi  dei

E sulla scia di una lirica saffica , narro la mia odissea

Il mio sesso, il mio sbocciare a nuove esistenze estreme

In  nuovi intendimenti metrici

Il  mio animo esulta nel conoscere ,

Nello scorrere tra le rime sacre ad Apollo

Scema  la mia  voluttà nello scrivere

Ed andrò ancora audace ,verso questo tragitto irraggiungibile

Nella mia bellezza di sacerdotessa figlia di Afrodite

 

Ed osservo da sotto questa terra benedetta

Il pascere  degli animali selvatici

Osservo la sera ,scendere ed il giorno spegnersi

Nell’immaginare ,gioisce  ancora la mia  anima 

Il mio amore sepolto accanto a me

Sogno in questa profonda fossa, ciò che mi resta ancora da vivere

Ciò che ho sperato ed ho trascorso

Nello scendere e risalire l’oscurità degli inferi

Negli anni difficile dell’essere donna

Qui io ,giaccio nei secoli trascorsi

E  nei secoli , nello scorrere del tempo

Nello scivolare contro corrente

Nella musica che anima i mie versi, le mie odi a Zeus

Vivo il mio amore  ,piccolo ,come il mondo immerso nell’universo

Dormo,dove più̀ grato è il bosco e sulle are fuma l'incenso.

Qui fresca l'acqua mormora tra i rami dei meli

Qui sognai la  mia vita avventurosa

Il mio divenire, il mio credere, il mio trascendere, 

il salire ed il risalire per incerti ripidi dire

Il mio divenire,  elevava  il mio spirito

Oltre questi intendimenti e tra le morte genti vagai 

Raminga in preda al timore  di non ritrovare

L’uscita verso nuovi giorni

Di non ritrovare il mio amato 

Morto anche egli per mano di un tragico destino

 

Lo vide, accasciarsi  al suolo ,sotto il solleone

Nel tragico giudizio delle parole dette tra i denti

Sussurrate in silenzio ed il mio cuore batteva forte

cosi forte che non fu più possibile correggere il torto  e l’errore commesso

Il sesso fattosi carne  ,corpo, sorriso

E risalii l’Ade e andai verso il sole

Verso la rinascita, il risorgere, attraversai la fonte del piacere

E nel gioco fatale delle parole espresse in fretta

Oltre questo accoppiarsi selvaggio io rinacqui

Ed uscii a nuova luce in nuovi amori

Verso nuove verità

Verso questa illusione di essere , creai  una favola nuova.

E forse con  il mio verseggiare pagai un duro prezzo

Ho pagato un duro tributo morale per il mio  pubblico

Ed  ora che ho visto il festival

Sono felice di sparire

Per rime sparse in  giorni cruenti, vagherò  alla ricerca di un anima gemella

Giungerò   in un  luogo  all'ombra di roseti, nello stormire delle foglie

Rinascerò  dalla   profonda quiete.

Qui sul  prato ove meriggiano i cavalli è svolazzano 

i fiori della primavera trascorsa e gli aneti  odoranti andanti.

Soavi nel vento che passa e sussurra il mio soffrire agli amanti segreti

Dietro i muri del vivere.

Si compi il mio destino, il mio sodalizio

Nello scrivere nello scendere e nel risalire

dal profondo Ade, dove odo ancora  le voci degli avi

Odo le voci della mia gente, di mia madre e di mio padre

Odo le grida delle battaglie e delle gli eroi ,dei perdenti caduti da cavallo

Andanti verso il confine  di altre terre , verso altri universi possibile

La mia fossa é  il fine di ogni  mio sognare

Ed il mio riposo è soave leggero come il tempo che scorre in vari epoche .

Attraverso vari  viaggi  in immagini fallaci

Io vorrei ritrovare la mia poesia

Il mio essere novello ,sotto la luna chiara di Mergellina

Sotto la pioggia del pineto

Sotto le bacche rosse del bosco incantato

Oltre questo mondo possibile

Ove ammirai il mio viaggio terreno

Il mio trasmigrare in diverse epoche in elementi

fatti di ferro ,di acqua , di terra ,di fuoco

Fuoco che arde ancora dentro di me ,come una fiamma benevole

E brucia il mio pensiero  sepolto

E là nell’Ade mi son persa

Per gradi e rinati canti, tra dannati ignudi nei loro istinti

Demoniaci giudizi

Viaggiai

Sotto i portici di Venezia

Danzai con i bianchi gabbiani in mezzo alla grande laguna

Sotto i portici di Bologna , sognai  un mondo migliore

Sotto i portici di Vicenza, feci amicizia con diversi extracomunitari

A Padova  appresi  la lingua greca

A Latina ho imparato il latino 

La lingua degli dei, io ho cantato a Roma, caput mundi

Tra le radure selvatiche ed eremite alcove vulcaniche

Tra i fitti boschi di cemento armato

Armata di tanto amore, mi sono venduta al miglior offerente a Napoli

Cosa rimane di me , una pura illusione

Un ricordo labile, bello, povero

Che serba ancora nel cuore il mio amore

 

 

Ed ora qui con impeto, dominatrice,

Versa Afrodite nelle tazze d'oro ,chiaro vino ,rosso con la gioia.

Annega  la  mia tristezza , ascolta  il bel canto, le belle melodie,

tutte le metriche che io ho imparato.

Ed ascolta , rodi dentro questa tristezza, la bellezza dell’italo canto

Che cela la beltà di tempi andati

Cela il corpo delle dee e delle ancelle,

Le fustigatrice e le meretrice mie ancelle

Mie compagne nel tragitto  orgiastico  che trascinò 

me stessa ,verso i dirupi della solitudine .

Verso l’Ade ,verso questo intendere indifferente

Nella danza, nell’intuizione che io intrapresi per far mio il mio amore

Il  vedere trasformato il mio compagno   in una statua di marmo

Poscia  in un suino ,poi in una mostro dalle sette teste

Un drago io ancora  rincorro dentro il  mio dormiveglia

Dentro il mio trascendere per rime audace, il verseggiare folle che imprime

un azione deleteria per falsi inseguimenti nei miei mistici sentimenti.

Non c’è un amore simile a questo essere , pare al nostro

non c’è luce più grande e più luminoso, come il nostro attrarci

Il nostro essere un corpo solo, nelle fiamme della lussuria salvifica

 

 

Mi dicesti , bada non bruciarti

Ed io feci voto alla santa vergine

Poi tu partisti

Ed io rimasi sulla terra, ferma in attesa tornassi dal tuo lungo viaggio interiore

Viaggiai  attraverso la mia  vagina nei miei vagiti infantili

Per folli miti , andai verso la mistica avventura

Mi dicesti vieni con me

Ed io arretri per  poi cadere nella fossa

In vari presagi,  immaginai

Era estate, dolce stagione sacra alle vergini

Era il tempo delle mele ,dei frutti maturi

Ed il tuo corpo si trasformò  di nuovo in un mostro dalle diverse teste

Mi dicesti baciami

Ed io adorai il tuo corpo deforme

Ragionando meco,  cercai un senso per comprendere il mutare degli eventi

A me , parevi  uguale agli dei

Stare  a te vicino  era così dolce

Ed il suono della tua voce,  ascoltavo  mentre tu parli ,io ridevo amorosamente.

Subito in me il cuore ,si agitava   nel petto appena ti vedevo  apparire.

E la voce si perdeva  sulla lingua inerte.

Un fuoco sottile affiorava , rapido alla pelle e nel  buio  degli occhi

Nel rombo  dei motori ,portante il sangue alle orecchie.

Rimanevo  in sudore ,tremente come erba patita, scoloravo 

E morte mi  pareva lontana

Mi sentivo rapita nella  mente , nel mio amore inerme e senza nome alcuno . Nome ,cercai di  scolpire sulla nuda  pietra ,posata sulla fossa accanto alla mia.  Ma non ritrovai alcuno legame, con l’universo in me ,con le stelle e le morte stagioni passate in silenzio in attesa  tu tornassi dal tuo lungo viaggio.

Cosi squassata dall’ eros, l’animo mio sui i monti si diresse verso le querce

Verso il mio destino ,il mio comprendere il mio andare e ritornare dall’Ade Verso questo canto flebile nel mattino dai colori spenti nel cielo

Ed il correre verso di te ,fece  rinascere in me, un verso nuovo

Lascia che io sia la tua ombra mi dicesti

Il tuo bastone

Il tuo amante imperfetto

Lasci che io sia il tuo sogno

Il tuo soave desiderio che fiorisce  tra i rami nodosi delle arcane querce

Cercasti in me una nuovo amore

Ma io ero spoglia di tanti desideri

Ero nuda per strada

Per lidi austeri, ero persa

Sulle onde dei miei anni

Sulle spiagge delle mie immagini ,io piansi

Verso un diverso  destino

In me si spense  il soffrire per altri intendimenti

Essere morta vorrei veramente pensai

Mi lasciasti piangendo ,oltre questo mio  immaginare

Germogliavano  le foglie sugli alberi della vita

Era inverno inoltrato.

Ed un tuono s’udiva nel cielo

Ahimè era  terribile non capire ,non essere se stessi

Va contenta poi  mi dicesti

Ed era un freddo giorno,  pigro nel suo sapore

Se non lo sai , ti voglio ricordare il nostro amore

Era cosi bello  quando noi sedevamo  sulle gambe di Giunone

Molte corone di viola ornavano il capo delle nostre ancelle

Ed il vento ci portava verso altri lidi ed altri desideri in quel destino ignaro

Che il viaggio ingravidò nel suo silenzio

Nella luce  accecò il ciclope

E fece rinascere il leone alato di San Marco

Ma io , provai assai  vergogna

E mi  nascosi  con le mie nudità in questo vestito

Che tu mi regalasti in  sogno

Io ero un canto perduto nel vento dei miei anni

Ero  il giorno e la notte danzante dentro di me

Ero questo quello che avevo sperato essere

Essere me stessa ,oltre ogni limite

Oltre  ogni ipocrisia

Io  fui  pura poesia

Io figlia di Saffo

Figlia di Afrodite

Figlia dei Bassi

Figlia delle Vergini

Figlia della Metropoli

Figlia dei Canti immortali

Figlia dei miei Sogni di fanciulla perbene.

 

 

 

   
 
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