SERAFICI VERSI SAFFICI
POEMA FREESTYLE
Venite tutti al sacro tempio delle vergini
Eroi ed uomini, donne dagli alati intelletti
Venite tutti ,nel tempo che convoglia all’ amore sacro e profano
Nel canto , tutti , risorgeremo e saremo una sola persona,
un solo solco dove il seme germoglia alla luce del sole
Io fanciulla dalle guance rose , io che giaccio in una comune fossa
all’ombra di questa grande quercia
Ove ,sogno ancora il mio amore vagabondo,
Immagino ancora i grandi spazi verdi
Ed ascolto ancora l’urlo del lupo vagare per i boschi
Tetri boschi racchiusi nel silenzio dell’ estasi degli inverni trascorsi
Venite alla mia fossa a porgere un saluto
A mettere un fiore sulla mia nuda terra
Ed un seme sposerò, germoglierà
con il mio amore di donna tradita dal peccato
Tradita alla luce del sole
Tradita dall’ira e dall’indifferenza
Dal desiderio di congiungere questa mia bocca a quella del mio amato
Io donna di cuore, io donai , beata ,dormo nel sonno degli antichi dei
E sulla scia di una lirica saffica , narro la mia odissea
Il mio sesso, il mio sbocciare a nuove esistenze estreme
In nuovi intendimenti metrici
Il mio animo esulta nel conoscere ,
Nello scorrere tra le rime sacre ad Apollo
Scema la mia voluttà nello scrivere
Ed andrò ancora audace ,verso questo tragitto irraggiungibile
Nella mia bellezza di sacerdotessa figlia di Afrodite
Ed osservo da sotto questa terra benedetta
Il pascere degli animali selvatici
Osservo la sera ,scendere ed il giorno spegnersi
Nell’immaginare ,gioisce ancora la mia anima
Il mio amore sepolto accanto a me
Sogno in questa profonda fossa, ciò che mi resta ancora da vivere
Ciò che ho sperato ed ho trascorso
Nello scendere e risalire l’oscurità degli inferi
Negli anni difficile dell’essere donna
Qui io ,giaccio nei secoli trascorsi
E nei secoli , nello scorrere del tempo
Nello scivolare contro corrente
Nella musica che anima i mie versi, le mie odi a Zeus
Vivo il mio amore ,piccolo ,come il mondo immerso nell’universo
Dormo,dove più̀ grato è il bosco e sulle are fuma l'incenso.
Qui fresca l'acqua mormora tra i rami dei meli
Qui sognai la mia vita avventurosa
Il mio divenire, il mio credere, il mio trascendere,
il salire ed il risalire per incerti ripidi dire
Il mio divenire, elevava il mio spirito
Oltre questi intendimenti e tra le morte genti vagai
Raminga in preda al timore di non ritrovare
L’uscita verso nuovi giorni
Di non ritrovare il mio amato
Morto anche egli per mano di un tragico destino
Lo vide, accasciarsi al suolo ,sotto il solleone
Nel tragico giudizio delle parole dette tra i denti
Sussurrate in silenzio ed il mio cuore batteva forte
cosi forte che non fu più possibile correggere il torto e l’errore commesso
Il sesso fattosi carne ,corpo, sorriso
E risalii l’Ade e andai verso il sole
Verso la rinascita, il risorgere, attraversai la fonte del piacere
E nel gioco fatale delle parole espresse in fretta
Oltre questo accoppiarsi selvaggio io rinacqui
Ed uscii a nuova luce in nuovi amori
Verso nuove verità
Verso questa illusione di essere , creai una favola nuova.
E forse con il mio verseggiare pagai un duro prezzo
Ho pagato un duro tributo morale per il mio pubblico
Ed ora che ho visto il festival
Sono felice di sparire
Per rime sparse in giorni cruenti, vagherò alla ricerca di un anima gemella
Giungerò in un luogo all'ombra di roseti, nello stormire delle foglie
Rinascerò dalla profonda quiete.
Qui sul prato ove meriggiano i cavalli è svolazzano
i fiori della primavera trascorsa e gli aneti odoranti andanti.
Soavi nel vento che passa e sussurra il mio soffrire agli amanti segreti
Dietro i muri del vivere.
Si compi il mio destino, il mio sodalizio
Nello scrivere nello scendere e nel risalire
dal profondo Ade, dove odo ancora le voci degli avi
Odo le voci della mia gente, di mia madre e di mio padre
Odo le grida delle battaglie e delle gli eroi ,dei perdenti caduti da cavallo
Andanti verso il confine di altre terre , verso altri universi possibile
La mia fossa é il fine di ogni mio sognare
Ed il mio riposo è soave leggero come il tempo che scorre in vari epoche .
Attraverso vari viaggi in immagini fallaci
Io vorrei ritrovare la mia poesia
Il mio essere novello ,sotto la luna chiara di Mergellina
Sotto la pioggia del pineto
Sotto le bacche rosse del bosco incantato
Oltre questo mondo possibile
Ove ammirai il mio viaggio terreno
Il mio trasmigrare in diverse epoche in elementi
fatti di ferro ,di acqua , di terra ,di fuoco
Fuoco che arde ancora dentro di me ,come una fiamma benevole
E brucia il mio pensiero sepolto
E là nell’Ade mi son persa
Per gradi e rinati canti, tra dannati ignudi nei loro istinti
Demoniaci giudizi
Viaggiai
Sotto i portici di Venezia
Danzai con i bianchi gabbiani in mezzo alla grande laguna
Sotto i portici di Bologna , sognai un mondo migliore
Sotto i portici di Vicenza, feci amicizia con diversi extracomunitari
A Padova appresi la lingua greca
A Latina ho imparato il latino
La lingua degli dei, io ho cantato a Roma, caput mundi
Tra le radure selvatiche ed eremite alcove vulcaniche
Tra i fitti boschi di cemento armato
Armata di tanto amore, mi sono venduta al miglior offerente a Napoli
Cosa rimane di me , una pura illusione
Un ricordo labile, bello, povero
Che serba ancora nel cuore il mio amore
Ed ora qui con impeto, dominatrice,
Versa Afrodite nelle tazze d'oro ,chiaro vino ,rosso con la gioia.
Annega la mia tristezza , ascolta il bel canto, le belle melodie,
tutte le metriche che io ho imparato.
Ed ascolta , rodi dentro questa tristezza, la bellezza dell’italo canto
Che cela la beltà di tempi andati
Cela il corpo delle dee e delle ancelle,
Le fustigatrice e le meretrice mie ancelle
Mie compagne nel tragitto orgiastico che trascinò
me stessa ,verso i dirupi della solitudine .
Verso l’Ade ,verso questo intendere indifferente
Nella danza, nell’intuizione che io intrapresi per far mio il mio amore
Il vedere trasformato il mio compagno in una statua di marmo
Poscia in un suino ,poi in una mostro dalle sette teste
Un drago io ancora rincorro dentro il mio dormiveglia
Dentro il mio trascendere per rime audace, il verseggiare folle che imprime
un azione deleteria per falsi inseguimenti nei miei mistici sentimenti.
Non c’è un amore simile a questo essere , pare al nostro
non c’è luce più grande e più luminoso, come il nostro attrarci
Il nostro essere un corpo solo, nelle fiamme della lussuria salvifica
Mi dicesti , bada non bruciarti
Ed io feci voto alla santa vergine
Poi tu partisti
Ed io rimasi sulla terra, ferma in attesa tornassi dal tuo lungo viaggio interiore
Viaggiai attraverso la mia vagina nei miei vagiti infantili
Per folli miti , andai verso la mistica avventura
Mi dicesti vieni con me
Ed io arretri per poi cadere nella fossa
In vari presagi, immaginai
Era estate, dolce stagione sacra alle vergini
Era il tempo delle mele ,dei frutti maturi
Ed il tuo corpo si trasformò di nuovo in un mostro dalle diverse teste
Mi dicesti baciami
Ed io adorai il tuo corpo deforme
Ragionando meco, cercai un senso per comprendere il mutare degli eventi
A me , parevi uguale agli dei
Stare a te vicino era così dolce
Ed il suono della tua voce, ascoltavo mentre tu parli ,io ridevo amorosamente.
Subito in me il cuore ,si agitava nel petto appena ti vedevo apparire.
E la voce si perdeva sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiorava , rapido alla pelle e nel buio degli occhi
Nel rombo dei motori ,portante il sangue alle orecchie.
Rimanevo in sudore ,tremente come erba patita, scoloravo
E morte mi pareva lontana
Mi sentivo rapita nella mente , nel mio amore inerme e senza nome alcuno . Nome ,cercai di scolpire sulla nuda pietra ,posata sulla fossa accanto alla mia. Ma non ritrovai alcuno legame, con l’universo in me ,con le stelle e le morte stagioni passate in silenzio in attesa tu tornassi dal tuo lungo viaggio.
Cosi squassata dall’ eros, l’animo mio sui i monti si diresse verso le querce
Verso il mio destino ,il mio comprendere il mio andare e ritornare dall’Ade Verso questo canto flebile nel mattino dai colori spenti nel cielo
Ed il correre verso di te ,fece rinascere in me, un verso nuovo
Lascia che io sia la tua ombra mi dicesti
Il tuo bastone
Il tuo amante imperfetto
Lasci che io sia il tuo sogno
Il tuo soave desiderio che fiorisce tra i rami nodosi delle arcane querce
Cercasti in me una nuovo amore
Ma io ero spoglia di tanti desideri
Ero nuda per strada
Per lidi austeri, ero persa
Sulle onde dei miei anni
Sulle spiagge delle mie immagini ,io piansi
Verso un diverso destino
In me si spense il soffrire per altri intendimenti
Essere morta vorrei veramente pensai
Mi lasciasti piangendo ,oltre questo mio immaginare
Germogliavano le foglie sugli alberi della vita
Era inverno inoltrato.
Ed un tuono s’udiva nel cielo
Ahimè era terribile non capire ,non essere se stessi
Va contenta poi mi dicesti
Ed era un freddo giorno, pigro nel suo sapore
Se non lo sai , ti voglio ricordare il nostro amore
Era cosi bello quando noi sedevamo sulle gambe di Giunone
Molte corone di viola ornavano il capo delle nostre ancelle
Ed il vento ci portava verso altri lidi ed altri desideri in quel destino ignaro
Che il viaggio ingravidò nel suo silenzio
Nella luce accecò il ciclope
E fece rinascere il leone alato di San Marco
Ma io , provai assai vergogna
E mi nascosi con le mie nudità in questo vestito
Che tu mi regalasti in sogno
Io ero un canto perduto nel vento dei miei anni
Ero il giorno e la notte danzante dentro di me
Ero questo quello che avevo sperato essere
Essere me stessa ,oltre ogni limite
Oltre ogni ipocrisia
Io fui pura poesia
Io figlia di Saffo
Figlia di Afrodite
Figlia dei Bassi
Figlia delle Vergini
Figlia della Metropoli
Figlia dei Canti immortali
Figlia dei miei Sogni di fanciulla perbene.