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Autore: Domenico De Ferraro    13/02/2022    0 recensioni
Ho sognato una nuova sceneggiata rap che mi ha condotto a riflettere su ciò che potrei divenire. L’ umorismo intrinseco mi ha portato a credere in me stesso , anche se in questa città , si sta con due piedi in una scarpa . Fare finta di essere nessuno ,un qualunque pulcinella che ha vissuto fino ad adesso , solo d’ illusione, d’amor fugaci . Certo, ogni passione si sviluppa , seguendo una sua logica ,attraverso questa sceneggiata surreale, di cosa sarà il domani. Ma cosa, sarò io andando avanti ? cosa ha reso questa mia vita, una sceneggiata , lontano dalla convivenza con talune persone , cosi cercando un senso comune con cui riuscire a comprendere il male di questa società . Poiché, tutti noi , siamo protagonisti del proprio destino
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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GUAPPARIA GANGSTA
SCENEGGIATA RAP
 
Ho sognato una nuova sceneggiata rap  che mi  ha condotto   a riflettere su ciò che potrei divenire. L’ umorismo intrinseco mi ha portato  a   credere in  me stesso , anche se  in questa città , si sta con due piedi in una scarpa . Fare finta di essere nessuno ,un qualunque pulcinella che   ha  vissuto  fino ad adesso , solo d’ illusione, d’amor fugaci . Certo, ogni passione  si sviluppa , seguendo una sua logica ,attraverso questa sceneggiata  surreale,  di cosa  sarà il  domani. Ma  cosa,  sarò io  andando avanti  ? cosa ha reso  questa mia vita, una sceneggiata  , lontano dalla  convivenza  con  talune persone ,  cosi cercando un senso comune  con cui  riuscire a comprendere  il male di questa società .   Poiché,  tutti noi , siamo protagonisti del  proprio  destino . Come ,vedremo nella seguente messinscena , ambientata  in una osteria a ridosso di piazza Cavour in Napoli dopo la guerra .  La taverna è provvista di pochi tavoli, qualche dipinto appeso alle pareti. Uno scarafaggio ubriaco  che fa linguacce in un angolo.  
Entra ò malamente il guappo , detto ò professore .  
Visibilmente ,amareggiato   .
E vero ,quello,  che si va dicendo della mia persona .
Cosa , si va dicendo professore ? risponde l’oste
Che io presto i soldi con  il doppio dell’interesse
Per carità voi siete un guappo onesto . Ribatte l’oste
Hai detto la parola giusta , onestà
Professore, sedetevi prendete qualcosa ?
Un caffè che dite ?
A quest’ora preferisco una birra
Una bomba al professore
Una granata,  attenti,  ho capito bene
Una calibro trentotto, spunta dalla tasca dei pantaloni
del professore.
Sicuri che in questa osteria è frequentata da  persone serie?
Qui la polizia non viene, mai professore
Bene,  perché a me mi stanno un tantino sullo stomaco
Prendetevi un alka seltzer ?
No, grazie , preferisco una birra
Che bella giornata
Che belle signorine, sono vostre dipendenti ?
Si , lavorano qui, sono delle ragazze coccodè
Che carine e sanno fare solo coccodè ?
No ,qualche volta parlano pure
E la vita  a volte che non ti fa più parlare
Avete ragione a volte è  meglio restare muti che essere morti
Che diamine, siamo diventati tutti indifferenti
Professore avete letto  Moravia
Chi è  Moravia ?
Come professore il  famoso  scrittore romano
Quello che ha scritto i racconti romani
Quello , professore , quello era un grande scrittore
Lo dici con una punta d’ironia
La faccia mia sotto i piedi suoi , io a casa  mia ho  una montagna
di libri suoi.
Bene ,sono contento ,leggere fa bene
Basta , ora voglio mangiare,  cosa hai di buono ?
Oggi abbiamo fatto baccalà  alla bresciana
Buonissimo , professore ,mette una  speciale carica addosso
Ti fa  volare , ti mette le ali
Lo hai fatto con Red Bull ?
Precisamente ho bagnato il baccalà nel  Red Bull
Siamo sicuri che è buono ?
Una specialità
Va bene oggi è  bella giornata ,non c’è ragione per essere tristi
Avete detto bene professore
Questa indifferenza , uccide
Tu oste hai la bocca grande , parli troppo per i miei gusti.
Come capita  a volte si , a volte no.
Io non tollero ,chi parla male  alle spalle altrui.
Lo reputo un  vigliacco, uno senza palle .
Professore , io sono una carta conosciuta  
Esiste un etica anche per  i guappi .
Professore  avete dette , parole sacrosante
E chi pesta un piede ad un guappo  fa la fine di  una pummarola scumazzata.
Professore avete tutta la mia approvazione.
Non è facile vivere  in  mezzo  ad una strada ,  essere apprezzato  da tutti quanti . Essere acclamato come eroe ,  salutato come   eccolo  ò malamente.  Frotte di guaglioni , si fanno intorno ,quando esco di casa . Mi dicono : Professore fateci  vedere la pistola,  insegnateci ad essere guappi   .  Vorrei raccontarvi  di  quando ero  piccirillo. Perché , pure io ,  un tempo sono stato una povera creatura. Orfano di padre ,abbandonato dalla madre   , camminavo   a   pedi nudi , nelle pozzanghere , dormivo sotto i ponti, vivevo nel  vicolo ,sempre con una fame addosso , sempre sporco, con il mucco colante lungo il  naso.   La miseria è brutta assai, ti porta ad essere un animale , istintivamente , un senza patria ,un poco di buono  , la disperazione ti rende simile agli altri.
L'oste serve il vino.
Professore ,cercate di essere  sereno ,non date retta alle malelingue , come si dice ,chi disprezza  vuol comprare.”
Chi disprezza, vuol comprare ,ma io , gli do  quattro coltellate , li levo da mezzo in quattro e quattro.  Cosa si credono,  qui si scherza con il fuoco , non sanno con chi hanno a che fare.  Io sono stato capace di rubarmi un carro armato, durante una parata militare e di rivendermelo a due cinesi ,  per  centomila euro.”
Professore e quanto era grande ,questo carro armato ?
Grande tanto grande
Grande e terribile come la guerra ,come la fame e la disperazione.
Quante brutte cose ho visto da piccolo.
Quando si giunti agli anni miei ,un idea  ti corre dentro  e la  speranza di vedere cambiare la propria condizione sociale. Vedere finalmente i poveri divenire ricchi  e coloro che non hanno nulla  felici .”
Perché noi, inconsciamente detestiamo la storia  ,la reputiamo una  malvagia signora  che secondo il destino , figlio suo , ti rende principe e povero , famoso e sconosciuto ai posteri . Cosi passare per le  generazioni future, come ladri ed assassini,  dei pochi di buono, dei poveri  guappi. Ma costoro conoscono,  la nostra anonima storia , sanno cosa abbiamo patito . Cosa abbiamo mangiato. Cosa abbiamo sognato. Sperato ,cantato amato. Sembra un utopia , una carta sporca che se la porta lo viento chesta vita nostra.  Ah megera sorte , io lasso nella mia disperata vita ,mi chiamarono guappo, camorrista.  Pensiero mio  , oggi,  fugge ratto  per  questa ingrata terra. Fugge attraverso i bassi per le piazze e le strade , s’impettisce . Vita mia ,  io ho ucciso non due,  tre guappi , come me.  Mi son fatto tanti anni  di galera . Ho mangiato pane ammuffito. Ho dormito con  bambole di plastica . Mi sono illuso e sono stato pestato nell’oscurità di una cella.  Ah gioia, figlia dell’ arte, sogno  dei maestri illustri , solcando l'universo ,le stelle ed altri intendimenti , io mi trasformo ed ivi muto in altra forma, in altro grado , attendo oggi di giungere  al cospetto  del signore , con animo sereno.
“La città continua a speculare sulle miserie altrui ,frotte di assassini , faranno presto irruzione  all' interno dei pubblici  uffici , mentre bande di venditori ambulanti , s’improvviseranno  angeli custodi. Il bicchiere è  ancora mezzo pieno ,mezzo  pieno come questa sceneggiata “.
“Qua nessuno sape niente ,pochi sanno recitare a soggetto  ,questa è una sceneggiata  scritta in fretta sotto un lampione , aspettando un nuovo giorno  rinasca “.
Si signore, volesse trova pace , ma una pace vera ,senza mezzi termini,  senza che nessuno ti dice guardatelo ò guappo di  cartone , mò che se fatte i soldi,   se scordate di tutti i vecchi amici suoi “.
“Vorrei aiutare,  questa gente  ad essere felici.”
Ma il tempo è  tiranno , mi tira per la giacchetta , mi tira , mi dice: Statte accorto che sta arrivando la tua fine.”
“Che vi devo dire professore ,avete ragione , non siamo tutti uguali . Questa vita , ne convengo è una schifezza, certa gente sono delle vere  carogne.”
Ne convengo , amico mio. Non vale a pena , perdersi  in volgari espressioni in dialoghi mezzani, in accattivanti dilemmi , che ci fanno uscire pazzi entrambi.”
“La vita è una sola , pigliamocela come viene ,chi avuto, avuto  come si dice ,chi ha dato a dato simme e Napoli paisà.”
 
“E  già è  questo il guaio nostro ,professore , cerchiamo di essere logici, non ci soffermiamo alla retorica, intrinseca nell’estetica  in ciò che noi possiamo essere o rappresentare. Anche sé la domanda è lecita ,  ma chi siamo noi professore? io sono un oste e voi un guappo di cartone , va bene  cosi, andiamo avanti.”
 
 
“Mò  non ti capisco chiù , ò  vino e buono,  io sono un  tuo  cliente affezionato , mi piace questo locale, pure sti belle figliole che lo frequentano . Però mi devi fare il piacere ,non mi devi  piangere addosso.”
 
“No professore ci mancherebbe, ma voi che dite . Io non mi permetterei mai e poi mai di fare un affronto  simile. Anzi mo’ faccio, scendere da sopra una bella peccerella, viene da  Budapest  e arrivata fresca ,fresca l’altro ieri. “
 
“Da Budapest  ? No a me l’extraterrestre, non mi piacciano tanto.”
“Io sono di Napoli e  con una napoletana voglio fare le schifezze.”
 
“Va bene come dite voi professore, avete ragione, dobbiamo essere patriottici. Cosa sono queste schifezze , queste pezzenterie . Se lo sanno alla questura  mi fanno chiudere la taverna. Noi siamo italiani e da buoni italiani ci dobbiamo comportare.”
“Giusto, giustissimo , adesso mi piaci . Trovo in  te un sano cinismo  , una profonda  vena umoristica  dal sapore partenopeo.”
 
“A me la malavita mi fa un baffo attorciglione .  Ridi è lecito, ne convengo che questo mio dire spedito e sincero ti fa rallegrare  per questo voglio brindare con tutti voi presenti  . Ad un futuro migliore. Ad una patria  amica. Madre di tutti gli extraterrestri, extracomunitari, affamati a tutti i disperati di questo pianeta terra .
A questa vita,  che è una sceneggiata  non è forse vero professore?”
“Che bella frase hai espresso , quanti bei concetti hai detto e per questo tuo  dire,  io ti dò tre  coltellata , tiè ,tiè  mò vieni  a prenderti  questo perdono.  Venite ,venite bella gente  ,venite a  teatro. Prima che cessi di vivere e recitare  questo povero oste,  questo bravo  cristiano,  questo bravo attore.
 
“L’oste con un filo di voce. Professore  che coraggio che avete allora non avete capito niente , pure io sono un extracomunitario  travestito da oste “.
 
Per questo, pigliate una altra coltellata tiè, tiè , mi volevi fare fesso a me che sono un onesto  assassino , che pago le tasse e non farei mai male ad una mosca.
 
“Professore siete proprio un delinquente.  Ah mò posso morire  felice e contento ,te lo detto in faccia.  
 
“Oste dei miei stivali in questa tana non ci metterò più piede Presto abbassate il sipario, la sceneggiata  e finita,  l’oste è morto , ed anch’ io , non mi sento tanto bene .  E voi venite , venite a  fare questo  applauso …… io qui v’aspetto.  Qui  dove rido io , riderete , pure voi.
 
 
 
   
 
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