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Autore: The_Storyteller    13/02/2022    1 recensioni
Anche se è stato nominato Maestro Assassino, la vita di Arno Dorian non è cambiata molto: scoprire i piani dei Templari, eliminare bersagli, cercare informazioni. La solita routine, come le sue visite alla tomba di Élise.
Se non fosse che, una mattina d’inverno, uno strano incontro annuncerà un nuovo capitolo della sua vita.
Madeleine Caradec è una semplice ragazza bretone, un po’ ingenua ma di buon cuore.
Ciò che non sa, tuttavia, è che si trova in un gioco più grande di lei, pedina nell’eterna lotta fra Assassini e Templari. Cosa sarà più forte: una lealtà che dura da anni o i sentimenti nati da un nuovo incontro? Chi è il diavolo e chi l’angelo?
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Arno Dorian, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Créteil, dicembre 1794.
Era solo pomeriggio, ma la pioggia incessante di quell’inverno continuava a far sentire la propria potenza, mentre una carrozza percorreva una strada di campagna. Al suo interno una donna di circa quarantacinque anni osservava annoiata quel paesaggio bucolico, non molto lontano da Parigi, finché i suoi occhi si illuminarono al vedere una vecchia villa. La donna sorrise appena, impaziente di raggiungere la sua destinazione.
La Rivoluzione non aveva risparmiato nessun angolo di Francia, eppure quel vecchio palazzo sembrava non essere stato il triste bersaglio di razzie e distruzione.
La carrozza si fermò all’entrata dell’edificio e un servo si precipitò immediatamente ad accogliere l’ospite. Dopo averla salutata con un inchino, il servo accompagnò la donna all’interno della villa, guidandola per varie stanze fino a raggiungere una porta.
L’uomo bussò tre volte e, dopo aver ricevuto una risposta affermativa, spalancò la porta e presentò la nuova arrivata: -Madame Thérèse Beauchesne da Lione.-
Thérèse Beauchesne sorrise compiaciuta, sistemandosi una ciocca bruna dietro l’orecchio, ed entrò nel salotto dove si trovavano altre quattro persone.
-Sei in ritardo, Thérèse- esclamò sorridendo un uomo sulla cinquantina, mentre le offriva un bicchiere di vino.
-Sono “elegantemente” in ritardo, mio caro Gauthier- scherzò la donna, accettando la bevanda.
-D’altronde, con un tempaccio del genere... La prossima volta dovremmo incontrarci a Marsiglia o a Cannes. Dicono che l’aria mediterranea sia un toccasana- aggiunse poi, guardando con scherno un uomo piuttosto anziano mentre si soffiava rumorosamente il naso.
-Bando alle ciance. Non ci siamo riuniti qui per chiacchierare di cose inutili- interruppe un uomo con una folta barba scura, un tentativo poco riuscito di nascondere una cicatrice alla mandibola.
-Isidore ha ragione- disse un’altra donna, dai capelli chiari e gli occhi sporgenti -Direi che possiamo iniziare la nostra riunione.-
I cinque si avvicinarono a un grande tavolo, prendendo ognuno una sedia, quindi l’uomo raffreddato prese parola: -In qualità di membro più anziano qui presente io, Réginald Chevalier, dichiaro aperta questa riunione, al cospetto di questi miei fratelli e sorelle: Gauthier Marchand, Ségolène Delacroix, Isidore Lefebvre e Thérèse Beauchesne. Che il Padre della Comprensione ci guidi.-
-Che il Padre della Comprensione ci guidi- risposero i Templari in coro, poi si sedettero e attesero che Réginald proseguisse il discorso.
Dopo essersi soffiato nuovamente il naso, il signor Chevalier continuò: -Come credo tutti voi sappiate, le morti di Germain e di Robespierre sono state un duro colpo per l’Ordine Templare francese. E tutti voi, immagino, sapete chi è il responsabile di questo- spiegò, prima di prendere un foglio e metterlo al centro del tavolo: sul pezzo di carta c’era il ritratto di un giovane dai capelli lunghi legati in una coda, gli occhi scuri e una cicatrice sotto l’occhio sinistro.
-Arno Dorian, maledetto Assassino- ringhiò Isidore -Avrebbero dovuto ammazzarlo insieme a suo padre, quel giorno...-
-E invece lo hanno nominato Maestro, nonostante tutto. Non capirò mai quegli anarchici...- commentò piatta Ségolène.
Un lieve colpo di tosse richiamò l’attenzione dei presenti, quindi Réginald proseguì: -Inutile dire che la sua presenza sia un grosso problema da risolvere, oltre al fatto che al momento non c’è nessun Gran Maestro nel nostro Ordine...-
Per la prima volta, Thérèse chiese la parola, mentre un sorrisetto apparve sul suo volto: -E se facessimo una specie di gara fra di noi?- chiese.
Ségolène alzò gli occhi al cielo: -Non siamo mica a Versailles a fare stupidi giochi da nobili!- protestò, ma Gauthier le fece segno di tacere.
-Continua pure, Thérèse- disse, intrigato dall’idea della donna.
Quest’ultima sorrise ancora di più, quindi espose la sua idea: -Visto che noi cinque siamo gli unici Templari di alto rango ancora vivi qui a Parigi, perché non rendere le cose un po’ più competitive? Il primo che ucciderà Arno Dorian verrà nominato nuovo Gran Maestro Templare. Nessuna regola su come farlo, basta che non ci ammazziamo fra di noi. Altrimenti sarebbe poco leale, no?-
Gli altri Templari rimasero a rimuginare per qualche minuto, finché Isidore non ruppe il silenzio: -Io ci sto! Non potete nemmeno immaginare quanto voglia ammazzare quel figlio di puttana!- esclamò, portando la mano alla sua cicatrice.
Anche Ségolène sorrise appena: -Per una volta mi trovo d’accordo con te, Beauchesne. Ho già in mente qualche idea...- mormorò con voce crudele.
Gauthier, il più vicino a Thérèse, le strinse la mano e le fece un occhiolino di nascosto dagli altri: -Magari possiamo discutere qualche piano... in “privato”?- chiese ammiccante.
Réginald, sospirando appena per essere stato praticamente ignorato,  non poté far altro che dare il suo assenso: -E sia. Il primo che fra noi cinque porterà la prova che Arno Dorian è morto succederà a Germain nel ruolo di Gran Maestro dell’Ordine Templare parigino. Dichiaro la seduta chiusa.-
 
Verso le nove di sera, Thérèse si trovava appoggiata al petto nudo di Gauthier, nell’intimità di un letto matrimoniale.
-Nonostante la noia di quest’incontro, noto con piacere che non hai perso il tuo vigore- mormorò seducente la donna, sfiorando con un dito la mandibola del Templare. L’uomo abbassò il volto, baciando la donna sulle labbra e proseguendo giù fino al seno, che sfiorò quasi con reverenza.
-L’unico mio dispiacere, mon amour, è che dovremo separarci presto. Sicura di non voler restare qui per la notte?- chiese, mentre con la mano scivolava verso la coscia.
Thérèse ridacchiò e rispose ai gesti del suo amante con un rapido bacio, per poi lasciare le lenzuola e cominciare a vestirsi: -Per quanto vorrei restare con te, mon chéri, non intendo lasciare troppo vantaggio a quei tre tangheri. Mi è venuta una certa idea e devo parlare con una persona- spiegò mentre si stringeva il corsetto.
Sentì le braccia del suo amante mentre la cingevano da dietro: -Almeno lasciami venire da te. Ti lascerò il tempo di discutere con questa persona, e poi potremmo continuare la nostra “chiacchierata”...- le sussurrò Gauthier all’orecchio, sfiorandolo appena con le labbra.
La Templare gli rispose con uno sguardo ammiccante, mordendosi appena il labbro inferiore: -Questo si può fare...-
 
Fortunatamente il viaggio di ritorno fu più breve di quello dell’andata. I due Templari arrivarono al piccolo chalet che Thérèse aveva preso in affitto, e appena varcarono la soglia furono accolti da una donna sulla sessantina in abiti servili.
-Geneviève, accompagna il signore nella camera degli ospiti e poi mandami Madeleine in salotto- ordinò alla serva, che annuì con un lieve inchino.
La Templare si recò dunque in salotto e si accomodò su un divanetto, aspettando con pazienza davanti al caminetto acceso.
Dopo un paio di minuti sentì dei lievi passi avvicinarsi con cautela: -Avete chiamato, madame?- chiese una voce.
Thérèse si girò verso la proprietaria della voce: una ragazza sui venticinque anni, coi capelli ramati legati in un severo chignon, la osservava con reverenza.
La donna le fece segno di avvicinarsi, osservando come il riflesso delle fiamme dava una sfumatura rossastra alla chioma della giovane. Sorrise soddisfatta della sua intuizione e fece segno alla ragazza di sedersi al suo fianco.
-Mia cara Madeleine, lo sai quanto ci tengo a te vero?- chiese, e la giovane annuì in silenzio.
-Ti ho accolto in casa mia quasi dieci anni fa, salvandoti da una vita di miseria, se non peggio. Ti ho portato via da questo paese durante i giorni più bui della Rivoluzione. Ti ho dato un’educazione degna di una figlia della borghesia, e tu mi hai sempre ubbidito. Sono davvero fiera di te- disse la donna, al che la ragazza sorrise appena.
-Ed è perché ho così tanta fiducia in te che voglio chiederti di fare una cosa molto importante- continuò la Templare; infilò la mano in una tasca della gonna ed estrasse il foglio di carta che ritraeva Arno Dorian, porgendolo quindi alla ragazza.
-Non farti ingannare dal suo bell’aspetto- l’avvertì severa -In realtà è uno spietato omicida.-
Madeleine sobbalzò, sconvolta da quella frase. Guardò la sua padrona con espressione sconcertata, e passarono parecchi secondi prima che riuscisse a parlare: -Cosa?! Cosa dovrei fare?- chiese sempre più preoccupata.
Thérèse rise bonariamente: -Ah, mia piccola Madeleine, dovresti vedere la tua faccia! Non ti manderei mai in una situazione pericolosa, ci tengo troppo a te! Ma tu sei l’unica persona che può avvicinarsi a quest’uomo senza destare sospetti.-
Sempre preoccupata, Madeleine chiese alla donna cosa intendesse dire, quindi la Templare le spiegò il suo piano: -Vedi, quest’uomo fa parte di uno strano gruppo di anarchici, e in passato ha colpito tante persone che conoscevo. Ha portato tanto dolore nelle loro famiglie: dovevi vedere il povero Thomas Lévesque, quando gli hanno riferito della sua adorata Marie; o la piccola Louise-Suzanne, quando le hanno detto che il suo povero padre era stato assassinato durante i festeggiamenti per l’imminente esecuzione del re. Ma tu puoi fare qualcosa per aiutare me e i miei amici: devi avvicinarti a questo criminale, scoprire i suoi segreti e dirmi tutto quello che ritieni importante. Solo così potremo consegnarlo alla giustizia e alla pena che merita.-
Madeleine appariva sempre titubante: -Come potrò avvicinarmi a lui? Non so nemmeno...- tentò di protestare, ma venne zittita dalla sua padrona.
-Non dire così, cara! Troverai un modo, ne sono certa. Adesso vai in camera tua a riposare, e domani ti spiegherò come arrivare a Parigi e cosa fare una volta là- sentenziò la Templare, ponendo così fine al tentativo della giovane di rifiutare; quest’ultima abbassò il capo e, dopo aver augurato buona notte alla donna, si recò in camera sua.
 
Anche Thérèse se ne andò nella propria camera, dove venne sorpresa dalla presenza di Gauthier sul suo letto, completamente nudo.
-Davvero vuoi far uccidere un Maestro Assassino da una semplice serva?- chiese divertito. Thérèse si spogliò e, con addosso solo il corsetto, si sdraiò in modo malizioso a fianco del suo amante che cominciò immediatamente a baciarla.
-Mio caro Gauthier, non sono così stupida come Isidore, che scommetto starà già pensando a come ucciderlo nel peggiore dei modi; Dorian non si lascerà ammazzare con facilità. No, intendo prima scoprire qualche segreto della Confraternita, e sono certa che la mia Madeleine troverà un modo- spiegò, mentre sentiva la mano di Gauthier in mezzo alle sue gambe.
-Madeleine? È così che si chiama? È molto graziosa, ma è più pudica di una suora di clausura. Speri forse che una così riesca a sedurre Dorian?- chiese, provocando intanto gemiti di piacere alla donna.
Stanca di quei preliminari, Thérèse montò sopra l’uomo e si posizionò a cavalcioni, prendendo il suo membro eretto e posizionandoselo contro la sua intimità: -Vedremo se la mia intuizione sarà giusta, mon amour. Intanto godiamoci questo momento...- mormorò seducente, calandosi lentamente e godendo del piacere che le procurava il suo amante.
   
 
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